Lui, me e il goblin.

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    Avanzava a passo svelto la Dama del Vento, percorrendo a grandi falcate l'ultimo corridoio che li separava dalla sala dove era stata ricevuta dal goblin appena "atterrata" su Laputa. Quella volta però era diverso; non era più quella giovincella spaesata a cui era stato tolto il compagno di viaggio, ma una donna sicura di sè, una madre, anche se non troppo. Non era sola quel giorno, ma aveva con sè un amico con cui aveva deciso di condividere perfino la dimora, una persona che il suo Alfiere conosceva molto, molto bene. Quel giorno non era disarmata, piuttosto portava con sè una piastra legata al mantello in argento decorato finemente, come anche un anello dello stesso materiale con sigillo in pietra nera riportante il simbolo della sua nuova dimora. Quella mattina non era una sconosciuta piovuta dal cielo come se niente fosse, ma un Ufficiale. Due soldati si frapposero tra lei e la porta, e Drusilia mostrò insicura l'anello donatole dal goblin, attenta a tenere ben saldo il bambino che portava con sè dentro un fagotto, ed immediatamente questi le lasciarono via libera. Sorrise soddisfatta; non si era ancora abituata all'idea di tutte quelle attenzioni.

    -Bene, lui è qui dentro.

    Parlava al Demone-Volpe.

    -Sicuramente sta facendo colazione.
    Sono sicura che sarà felice della sorpresa.


    Un solo segno di assenso della Volpe ed avrebbe varcato quella porta, facendo strada al nuovo argenteo ed elegante ospite.

     
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    E come avrebbe potuto non esserne felice? Chi, meglio di una torta volante, potrebbe ravvivare ancor più il già colorato buongiorno di una nuova mattina?
    Sì, una torta volante. Perché per un mago scaltro come te sarebbe stato fin troppo banale (e poco appariscente) trasportarla con le tue svogliate mani.
    Oltretutto -cosa alquanto rilevante- ti concedeva di avere un attimo di tregua, distraendo finalmente l'attenzione del bambino dalle tue orecchie. Per lo meno in attesa che non imparasse a trascinare a se gli oggetti, oltre che a volare...
    E non ci sarebbe voluto molto di sicuro.
    Già, l'attenzione del bambino. Indelebili ricordi di una nottata passata fra le strilla ed i capricci di chi non voleva levarsi da sopra la tua testa.
    Sia lodato chi ha inventato la magia.
    Ma sopratutto ancor più chi ha ideato le sacrosante ninna nanne magiche, un vero e proprio toccasana.

    « Ottimo, son curioso di vedere che faccia farà! »

    Già, la sua vecchia "bella" faccia verde. L'ultima occasione in cui il vostro sguardo ebbe modo di incrociarsi fu alla festa dei Von Kramer, e neanche per troppo tempo.
    Eh sì, come cambiano le cose... Una volta eri tu ad accogliere le sue visite, ed ora invece...! Ne ha fatta di strada il goblin, eccome.
    Ed a proposito di facce, nel frattempo...

    « Entriamo, allora. »

    ...ci sarebbe stato di che consolarsi nell'attesa osservando quelle assolutamente spaesate dei due soldati, che si ritrovarono a dover rispondere al saluto educato di una torta volante che attraversava da sola una porta.
    Sì, era sempre esilarante servirsi della magia per questi trucchetti.

    Chissà se il grande capo già sapeva del vostro arrivo?

     
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  3. Raylek
     
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    La sala della mensa era, come sempre da quando il goblin ci si era installato per le sue colazioni pervada da un paradisiaco odore di uova e pancetta cotte al burro, di pane tostato al punto giusto e di qualcos'altro di non meglio identificabile a cui però si poteva chiaramente dare un suono, in quanto, proprio in quell'istante, il pelleverde lo stava friggendo in padella.
    Un pastone giallo, raddensato e tagliato a fatte larghe, fatto di acqua, sale e farina di mais, in larga maggioranza.

    Come sentì aprire la porta, il lord Alfiere di Laputa volse il capo, sogghignando in direzione della coppia di nuovi venuti. Anche se forse, nuovi nuovi proprio non erano.
    L'anello che Drusilia portava al dito aveva cominciato a farsi sentire da ben lontano, cinguettando a gran voce dell'arrivo della sua padrona. E lui aveva appreso con un sorriso sotto ai baffi la notizia.
    Anche la Risonanza, però, ci aveva messo del suo, nell'informarlo dell'imminente apparizione del Cinque di Danari.

    E, in un certo qual modo, si aspettava portasse ospiti : era da mesi che non avevano - loro due - il tempo di sedersi e parlare senza che ci fossero di mezzo casi di stato e guerre all'orizzonte. Certo, per quanto lui apprezzasse il genere di conversazione alla scongiuriamo l'apocalisse, ogni tanto va bene variare.

    In effetti, però, non era del tutto preparato a veder apparire oltre la porta della sua sala da pranzo un Magister della Torre d'Avorio.
    Se avesse avuto una mano destra normale, allora in quel momento preciso se la sarebbe malamente ustionata sui fornelli. Ma AI non fece una piega, sebbene appoggiata sulla piastra arroventata della stufa.

    Osservò a lungo prima la torta - volante - e poi il viso di colui che un tempo era stato uno dei Grandi. Il Magister Saddler in persona.
    Era lì. A Laputa.

    Lasciò i fornelli con foga, avvicinandosi alla coppia con il viso deformato in un sorriso fin troppo aperto, tutto zanne bianche e luccicanti.
    Se quella non era una dannata sorpresa!

    Per tutti i diavoli del pozzo nero.. ecco qualcuno che non mi aspettavo di rivedere ancora nemmeno fossi campato altre tredici vite..

    ..e invece. Ci siamo appena lasciati alla Festa dell'Arrivo, ed eccoti sulla mia piccola isola.
    Ah. Il potere delle donne..


    disse, scoccando un occhiata più che allusiva al generale Galanodel

    ..ti accalappiano come solo loro sanno fare, e ti trascinano a colazioni con vecchissimi compagni.

    Ragazzi miei, è un piacere vedervi. Venite, sedetevi e..


    Si fermò di botto, mentre nell'aria profumata di cibo della grande sala si levava sempre più opprimente un forte odore di bruciato.
    Il goblin dilatò gli occhi come gli avessero sparato, prima di catapultarsi letteralmente verso la stufa e togliere dal fuoco la padella ripiena di quelle strisce di polpettone giallo che stava abbrustolendo.
    Peccato solo che si fossero abbrustolite troppo, ora..

    Non fate complimenti, coraggio. Sedetevi e prende quello che volete. La colazione - Drusilia lo sa - la faccio sempre piuttosto abbondante.
    Adoro avere ospiti, quando mangio..



     
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    La donna si avvicinò al tavolo ancheggiando, scivolando su una sedia tutta soddisfatta. L'unico suo commento fu guardare il goblin con occhi complici e furbetti. Diversa invece fu la reazione del bambino fra le sue braccia; avendo totalmente dimenticato la torta fluttuante e le orecchie della volpe, ora si era concentrato tutto sul lungo naso dell'Alfiere. E' vero, non poteva ancora parlare, ma era evidente sulla sua faccia l'espressione gioiosa e felice di chi aveva visto una cosa bellissima. Probabilmente era il giocattolo dei suoi sogni, o qualcosa di simile. Si sciolse dunque dalla presa della mamma con fare infastidito e, levandosi in aria, si avvicinò piano piano al goblin, sorridendo tutto contento.

    -Da-da-da!
    Annuì convinto, per poi abbracciarsi a lui,
    accoccolandosi sulle sue braccia, nel caso si fossero piegate.
    La mamma, dal canto suo, invitò Yoko con un gesto cortese a sedersi,
    ignorando le strane manie del figlio di svolazzare quà e là,
    giocando e/o coccolando il piccolo goblin dal lungo naso verde.

    -Ci siamo presi la libertà di portarti una torta al cioccolato.
    Sai, so che ti piacciono tanto.


    Fece un occhiolino, per poi attendere le punzecchiate
    -perchè si, ce ne sarebbero state- dei suoi due commensali.


    Occhi dell'innocenza: "MA E' PUCCISSIMO!" E' la prima cosa che si pensa quando lo si incontra; i suoi occhietti innocenti, il visino paffutello e dolce... tutto in lui ispira tenerezza. Chi entrerà in contatto con il bambino e non avrà difese appropriate, non riuscirà a fargli del male, piuttosto si sentirà inspiegabilmente invogliato a coccolarlo e a viziarlo.

    Librarsi in volo: Poichè derivano da creature del cielo, se ben allenati, sono in grado di sollevarsi in aria (max 5m) galleggiando in essa grazie al pensiero (tale tecnica è a volte accompagnata all'apparizione di tre bianche ali che, però, hanno puro effetto scenico).


    Edited by Drusilia Galanodel - 1/6/2015, 23:38
     
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    “Paradisiaco odore di uova e pancetta cotte al burro”...
    Probabilmente il goblin una volta era in realtà un comunissimo essere umano, trasformato e logorato nel tempo dalle qui presenti raffinate e deliziose colazioni.
    Sì, fu davvero un piacere rivedere quella sua brutta ed affilata faccia.
    Ed altrettanto vero pareva fosse anche per lui, per come si staccò di tutta corsa dai quanto pare tanto amati fornelli. E chi l’avrebbe mai detto che il grande capo si sapeva dare da fare anche in cucina?
    Lo sguardo cadde inevitabilmente sull’arto artificiale. Vi sarebbero state senza dubbio molte altre occasioni maggiormente appropriate per discuterne.

    « Si dice che il mondo sia piccolo, eh? »

    Dopotutto aveva ragione, Forge. In ogni sua singola parola.
    Raccogliesti di buon grado l’invito -di Raylek prima e di Drusilia poi-, accomodandoti in una delle tante sedie presenti di fianco allo straripante tavolo.
    Non destò stavolta la stessa sorpresa osservare il piccolo Galanodel sollevarsi in aria alla conquista del suo nuovo momentaneo giocattolo; dopotutto Laputa era piena di possibili vie di fuga od intrattenimenti per salvare le tue insolite fattezze, e la cosa si rivelò ben più che rassicurante.

    « Mi accontenterò di una fetta di torta, non ti preoccupare. »

    Perchè le Volpi ci tengono alla loro linea.

    « Anche se più che al cioccolato l’avrei preferita alla frutta... »

    Ed ecco la frecciatina che la compagna si aspettava.
    A nulla era servita la discussione mattutina sulla scelta dei gusti, le preferenze dell’Alfiere ebbero di gran lunga la meglio.
    Goblin 1, Volpe 0.

     
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  6. Raylek
     
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    Quando il bambino era sgusciato fuori dalle braccia di Drusilia per avventarsi contro il suo naso a manine tese, gli occhi del pelleverde si erano spalancati come se gli avessero sparato.

    Un bambino!?
    Guardò prima Drusilia e poi Yoko, tornando a guardarli ancora, ancora e ancora, con la maschella calata, la voce bloccata in gola e un piccolo frugoletto fluttuante agganciato alla punta del suo lungo grugno.

    Incapace di articolare pensieri più coerenti, gli era scappato solo un patetico tentativo di recuperare informazioni per un evento che non aveva idea di come fosse capitato.
    Drusilia madre? E con chi? Quando?
    D'accordo d'accordo, loro due non erano mai stati così intimi, e non gli era nemmeno stato possibile vederla assiduamente.. ma non si era accorto nemmeno della pancia di una donna incinta?

    Que..que..questo bambino di chi è?



     
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    Il bambino, intanto, si era pian piano arrampicato sulla sua testa con fare impacciato, tutto concentrato a non perdere l'equilibrio, come se poi la cosa gli fosse davvero servita, dato che sapeva volare senza problemi. La Dama del Vento, vista l'espressione sconvolta del goblin, gli lanciò uno sguardo offeso, accompagnato da una bocca rossa semiaperta ed una mano sul cuore, come a fargli sapere che glielo aveva appena spezzato. E lei che si era presa anche la premura di confezionargli una torta al cioccolato con le sue mani!

    -Di chi?
    Ma dove vivi???
    E' mio figlio!

    Il bimbetto girò la testolina, fissando la mamma con aria incuriosita. A vederlo era abbastanza evidente a chi somigliasse, considerando che si trattava della copia sputata di Drusilia. Allargò le braccine come se volesse saltarle addosso, ed in effetti fu quasi così la scena; il corpicino paciocchino si sollevò in aria con un movimento un pò buffo, avvicinandosi piano piano all'Ufficiale, per poi caderle nelle sue braccia. Il tutto si concluse con lui che poggiava la testolina sul suo seno, giocando con il tessuto della veste che lo ricopriva.

    -Gaaaaaaaah!♥

     
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  8. Raylek
     
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    Continuava a guardare sua sorella come in trance, senza essere in grado di assimilare la notizia non solo del fatto che Drusilia fosse stata incinta, ma anche che avesse dato alla luce un figlio.
    E lui non ne sapeva niente.. niente di niente.

    Come aveva potuto non accorgersi?

    Bhe, tuo e...


    In sottointeso era palese. Il goblin con il bimbo che gli scorrazzava ridendo sulla testa piantò uno sguardo piuttosto eloquente sul demone-volpe.

    Naaa. Impossibile. Il pupo avrebbe avuto le orecchiette. E la coda...
    E no, non aveva visto ne orecchie ne coda.
    O quelle erano cose che spuntavano dopo?

    Per un attimo l'autocrate di Laputa ebbe un brivido di puro dubbio.

     
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    Era simpatico osservare esternamente la scenetta che non molto tempo prima ti aveva visto come co-protagonista della bella Dama.
    Identica spiccicata, nelle parole e nelle reazioni. E che altro ci si sarebbe dovuto aspettare dopotutto?
    Senza dubbio però, molto più sorprendente della notizia in se, era il fatto che quel goblin verdognolo non ne sapesse davvero proprio niente.
    Gran bella trovata per evitarsi il costoso regalo di nascita del nonno! Ah, non sanno più cosa inventarsi questi vecchietti del giorno d’oggi...

    Osservasti incuriosito ed in silenzio il simpatico siparietto, fino a quando il tuo sguardo divenne leggermente più affilato, con le labbra piegate per un impercettibile istante in un malizioso sorriso.
    La situazione era troppo ghiotta per non approfittarne, e quando il piccolo Alfiere volse lo sguardo in tua direzione già sapevi perfettamente che cosa fare.

    Un occhiolino.
    Esatto, un perfetto cenno d’intesa col vecchio amico, un messaggio che non necessita di ulteriori parole. La pallina che entra in buca, lo strike che abbatte tutti i birilli.
    E ad arricchire e rafforzare il tutto, ovviamente, non appena lo stralunato Forge avrebbe rivolto lo sguardo verso il piccolino ora candidamente accucciato fra le braccia della mamma, per un breve brevissimo istante avrebbe potuto distinguere sulla sua rotonda testa due piccole orecchiette di Volpe, agitarsi l’una contro l’altra quasi fossero infastidite.
    Un attimo velocissimo, quel tanto che sarebbe bastato (forse) per iniziare a far venire al povero Raylek qualche piccola preoccupazione sulla sua stessa sanità mentale.
    Poi puf, nel nulla, come un’illusione.

    A cosa possono servire i trucchetti magici se non a divertirsi?
    Nel frattempo, in tutta calma, la seconda fetta di quella buonissima torta si posava delicatamente sul tuo piatto.
    La prima era già scomparsa.
    Come per magia, ovviamente.



    Edited by Drusilia Galanodel - 1/6/2015, 23:39
     
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    Drusilia poteva leggere su quel lungo naso verde l'espressione stupita del goblin, così indaffarato nei suoi affari da Alfiere e dalla sua voglia di ficcare il naso negli affari di tutti quelli che varcavano le porte della sua città da non accorgersi nemmeno del parto del suo Ufficiale. Ahi, cosa faceva la vecchiaia! E pensare che quel bambino lo avrebbe visto come un nonno...

    -Prrrrr!

    Il bambino, intanto, prese a lanciare pernacchie a caso, rischiando per la foga di cadere due o tre volte dalle ginocchia della mamma su cui ora sedeva come un ometto, mentre la Dama si serviva della prima fetta di torta. Era divertente il suo entusiasmo in qualunque cosa facesse, forse perchè ancora troppo piccolo per capire certe formalità.

    -Eeeeeeh... è una storia lunga.

    Portò il primo boccone alle labbra rosse, masticando lentamente.

    -Non so se hai tempo per ascoltarla tutta, sai... gli affari di un Alfiere non aspettano.

    E sul bel volto di silfide, gli occhi assunsero la stessa espressione del suo sorriso, sornioni e maliziosi come non mai. Adorava punzecchiare il paparino.

     
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  11. Raylek
     
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    Gli occhi del goblin si erano fatti due fessure stizzite - ma solo per gioco.
    Aveva gonfiato le gote per assumere l'espressione più burbera che gli riuscisse, non sapendo nemmeno lui il perchè.
    D'accordo, era una buona situazione per divertirsi.. ma non era necessario fare le scenette di fronte ad uno dei suoi ufficiali. E nemmeno di fronte ad uno dei suoi passati maestri..

    Scoccò uno sguardo al bimbo che, in grembo alla madre, gongolava felice.
    Ed era decisamente probabile che tutto quello fosse opera di quel piccolo, sghignazzante monello. Perchè se cresceva con solo la metà del cipiglio della madre, ogni dio del multiverso doveva prepararsi.

    Gli affari di un Alfiere aspettano tanto quanto lui vuole..
    ..e poi sto facendo colazione. E la colazione è sacra.


    Finalmente anche il pelleverde si era servito una generosa porzione di torta, da mangiare a seguito di un buon piatto di carne fritta e di uova, insieme ad una tazza di caffè fumante.

    Coraggio, ragazza, sono tutto orecchie...


    Ed anche naso, in realtà, ma sottilizzare non aveva troppo senso.
    Solo alla fine di quel racconto che sapeva già sarebbe stato parecchio unico, persino più che raro, si sarebbe potuti passare ad altre faccende.
    Come sapere se il Magister Saddler si sarebbe trattenuto nel suo presidio - magari per il resto del suo tempo.
    Non gli spiaceva l'idea di potergli affidare una cattedra al Magisterium, e perchè no, anche un altro posticino tra le sue file.
    Che razza di capo poteva essere se si faceva scappare senza provare a convincerlo un Grande di Myth Arandor?

     
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    Ecco, ora ripartiva tutta la storiella. Fra le prossime cose da fare, senza dubbio, avresti proposto la registrazione di una cassetta audio da distribuire -magari anche in comodi fascicoli- nelle edicole di tutta Endlos.
    Il tempo di pulirti le cioccolatose labbra con un candido fazzoletto, ed oramai più che esperto -e quasi coprotagonista- dell'affascinante ed avvincente storiella, decidesti di calarti nelle vesti del narratore, anticipando almeno per l'introduzione la bella Dama del vento.

    « Ricordi i bei tempi fra le mura d'avorio, vecchio mio? »

    Ti soffermasti per un istante, non tanto in attesa di una retorica risposta, quanto il tempo necessario per bere un piccolo sorso d'acqua.

    « Se pronuncio il nome di Hamelin, Forge, ci crederesti di averlo avuto poggiato sopra la tua testa, e di poterlo osservare ora a giocare seduto fra le gambe della madre? »

     
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    Era incredibile la passione che metteva l'alfiere nel ficcare il suo lungo naso negli affari altrui. Vero era che si trattava quasi di un nipotino, e che la madre in questione era anche un ufficiale, ma Drusilia aveva la certezza che glielo avrebbe domandato anche in altre situazioni. Fu Yoko ad anticiparla, introducendo quella lunga storia che ormai era stata già detta più e più volte. E non indugiò quando la Volpe fece presente a Forge che il bambino altro non era che una loro vecchia conoscenza elessedil, anche perché, al momento delle spiegazioni avvenuto il giorno precedente a casa sua nella Città Alta, ne era stata più che abbondantemente informata a riguardo. Dunque, in pratica, nulla di nuovo sotto il cielo

    -Questo bambino è mio e di nessun altro.
    Non ha un padre perché non è stato concepito nel modo convenzionale.


    Sospirò, accarezzando la testolina del pargolo, ora tutto intento a studiare i bordi della tovaglia.

    -Vedi Forge, io ho conosciuto Hamelin, e sebbene non si trattava proprio di un tipo logorroico,
    ho avuto presto modo di intuire che esisteva qualcosa che turbava la sua esistenza.
    E per mia e sua disgrazia ho capito di cosa si trattava troppo, troppo tardi per poter anche solo pensare di salvarlo.


    Il bimbo alzò la manina paffutella, afferrando il dito della mamma.
    Incredibile era quanto fosse piccina.

    -È quando fui chiamata dai guardiani di Uthar che ho saputo della sua morte.
    Hamelin era stato preso dalla sua signora e portato via per sempre,
    e la sua colpa era stata solo quella di desiderare.
    Tuttavia mi è stata fatta presente una clausola secondo la quale la sua morte
    era stata solo una sorta di paradosso, ed esisteva un modo di portarlo indietro.


    Gli occhi verdi si alzarono dal bambino al goblin.

    -Io ho accettato di essere il tramite alla sua vita.

     
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  14. Raylek
     
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    Non avrebbe potuto avere una faccia più incredula nemmeno se avesse provato a farla prima, in separata sede, per ore ed ore, verificando il risultato.
    Un goblin ad occhi sgranati e bocca aperta non è poi precisamente un bello spettacolo.. e forse fu per la coscienza di quel dettaglio che Raylek si sforzò quanto più poteva per riaversi, il prima possibile.
    Anche se, miseramente, non andò proprio come voleva lui : gli ci vollero una buona manciata di istanti per superare il colpo.
    Il secondo colpo : era meglio tenerlo presente.

    Ha..Ha..Hamelin?


    Come una immaginaria partita di volano, gli occhi del goblin andavano dalla cacciatrice al mezzodemone come indiavolati, incapace di fermarli per più di un battito di ciglia su uno dei due.

    Insomma, quel piccolo è in un certo senso una reincarnazione di... uhm... un angelo della morte?


    E non era tanto il fatto di essere una reincarnazione a dare problemi di gestione al goblin, riguardo alla faccenda : era più che altro la questione di essere un piccolo mietitore.. perchè con quella faccina, proprio non assomigliava nemmeno per scarpe rotte ad uno dei Messi della Morte.

    E poi, che storia è.. che c'entrano i Guardiani di Uthar ?



     
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    Di bene in meglio.
    Ogni piccolo prezioso dettaglio che usciva dalle vostre divertite labbra non faceva altro che raddoppiare, per non dire triplicare, lo stupore ed il panico che si trovavano oramai dipinti nei schizofrenici occhi del povero goblin.
    Uno spettacolo più unico che raro.
    Lasciasti alla Dama del vento il privilegio di arricchire ancor più le già colorate gesta del suo Alfiere, limitandoti ad accogliere fra le tue braccia il piccolo bambino che stavolta richiamava affettuosamente a gran voce versi la tua attenzione.
    Torte e nasi lunghi sarebbero serviti a poco, era evidente; il fascino delle orecchie non sarebbe potuto venir appannato per più di qualche istante.
    Già, per troppo piccoli e brevi istanti, purtroppo.

    « Fra qualche mesetto ti insegnerò qualche simpatico trucchetto per dare fastidio al nonno, ok? »

    Sussurrasti a malapena all’orecchio del piccino, promesso e senza dubbio di brillanti prospettive allievo.
    Per ora, nel frattempo, ti limitasti invece a farlo divertire facendolo volare verso il cielo, sorretto insolitamente dalla forza delle tue braccia e non dalla magia.
    Già, tenerezza ed affetto riescono a battere persino pigrizia ed esibizionismo; i miracoli di quei verdi incantevoli oceani di innocenza.

     
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26 replies since 23/10/2010, 23:52   385 views
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