[CSV] La Promessa del Loto

Ovvero dell'incontro di due eterni

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    ...L'Arcobaleno d'Argento...

    Group
    Senatori
    Posts
    3,372
    Location
    Il Tempio Oltre il Pensiero

    Status
    Offline

    Aveva Erelamarth capacità di scorgere attraverso le trame del Mondo, e sia sulla pelle percepiva i cambiamenti, sia con lo spirito poteva riceverne Conoscenza; tuttavia vi fu un grande evento che sfuggì al suo sguardo, (e forse fu un bene, ché altrimenti le cose avrebbero potuto seguire strade assi meno liete): l'aver incontrato il brutale assassino dei Guardiani nel tempio maledetto in cima alla bella cascata di Eirial. Ora, fu più per le conseguenze di quell'incontro, che per la particolare posizione di rocce ed acque, che l'eterno Limite prese a dimorare sempre più spesso da quelle parti, passeggiando ora nella costruzione sulla cascata, ora per i bordi di rocce, ora sul ciglio del Vuoto di Shea; Palanthas non venne dimenticata, anzi lo Zero riuscì pure nell'impresa di esaltarne la grandezza, spargendo magie nel tempio affinché questo potesse comunicare direttamente con la Grane Biblioteca dell'Est.
    Ora, mentre era assorto in remoti pensieri sul ciglio del balsamico Vuoto del Mondo, per la prima volta gli parve di percepire qualcosa di nuovo e familiare assieme, qualcosa che prima s'era nascosto al proprio spirito, che per noncuranza o velo di magia non aveva mai osservato; si voltò a sinistra, e dove il monte Shea guardava a nord, fluiva l'acqua di una delle grandi cascate della montagna, e Deluje era il suo nome. Ebbene, sulle rocce galleggiava un densa nebbia, ma il colore che possedeva fece quasi sobbalzare il Guardiano: essa iridesceva come l'Essenza stessa, e di pari modo le tinte avevano danza e intensità, sicché quasi pensò che il proprio potere si fosse espanso, o che qualcuno o qualcosa ne stesse imitando l'aspetto.

    Non volle attendere altro, né si premurò d'accertarsi d'aver visto correttamente, né che fosse solo o che fosse un inganno; in cuor suo, infatti, egli sapeva quanto pure e belle fossero le arie sopra le terre dell'Est, e giammai poteva credere quelle terre capaci di covare oscuri mali, e se pure questi ci fossero stati, il Guardiano assai dubitava che la loro insolenza si fosse potuta spingere fin sulle vette del Mondo.
    Ritenendo, perciò, che la nebbia fosse Giusta, ed apparsa senza follie o velenosi inganni, il numero Zero s'avviò di gran carriera verso quel nuovo paesaggio, e per quella volta un fremito gli corse per il corpo, un fremito d'ansia e desiderio: qualsiasi cosa la nebbia nascondeva, Erelamarth Celebliant se ne sentiva parte integrante e null'altro voleva se non ricongiungersi a quell'iridescente brillio.

    Il sole era appena sorto quando il Destino si dipartì da Eirial, e nel momento in cui egli giunse al confine con la densa nebbia, s'avvicinava quasi il meriggio: Amarthrind roteava lucente e bello accanto al Guardiano, che solo ora decise di fermarsi, riflettendo davanti alla coltre d'iride piuttosto che addentrandovisi a briglia sciolta, lasciando anzi che il proprio armonico ondeggiare si conformasse a quello che osservava, in una sinfonia grande ed eterna, meravigliosa e per molti incomprensibile.

     
    Top
    .
  2. · Yggdrasill ·
     
    .

    User deleted


    Il tragitto verso la fonte di quel potere a te sconosciuto è solitario e placido, e nessun evento – o persona – s’interpone tra te e la tua meta; sopra di te, la lastra azzurra del cielo si incendia lentamente dei colori caldi del pomeriggio man mano che consumi la distanza, bagnando l’orizzonte nell’oro fuso di un sole splendente e freddo perché si impregni del rosso carico dell’autunno.

    Mentre avanzi le foglie vorticano nell’aria come le tessere di un mosaico, sospinte dal vento che qui canta la sua musica – misteriosa e atavica quanto le Essenze stesse –, accompagnata dallo sciabordio delle acque, guidando il tuo sguardo vuoto sul trionfo della Natura, che nelle Terre dell’Est trova il suo naturale compimento; non hai bisogno di meditare per immergerti in essa – e da essa farti possedere –, perché qui è dovunque; e ti sembra quasi che sia Lei a guidarti verso la coltre di nebbie vorticanti, splendenti di una iridescenza che specchia la tua con una perfezione che ha del mistico.

    Cammini, e arrivi al suo cospetto dopo un tempo che ti pare indefinito.
    Ora che vi sei innanzi – conformato al morbido ondeggiare variopinto della cortina di nebbie – arresti il tuo moto, perché hai deciso di non proseguire immediatamente; forse speri di coglierne la natura e l’origine attraverso un’attenta osservazione, forse credi che l’arcobaleno di bambagia sveli il segreto spiegando i suoi veli – facendoti penetrare gli enigmi arcani che cela con tanta perseveranza –… ma non accade nulla; la tavolozza continua a ridipingersi con colori sempre nuovi, eterna e imperturbabile nel suo mutare.
    Proprio come te.

    E alla fine, non puoi che cedere.

    Decidi di toccarla, e allunghi una mano per saggiarne la consistenza sotto le dita… ma appena il palmo si dispiega nel gesto, quel che accade lascia in te le tracce intangibili e passeggere di un vago sentimento di meraviglia: la foschia si muove come viva, sottraendosi al tocco che tenta di sfiorarla; si scosta, ma solo per iniziare a vorticare attorno al braccio in una danza sempre più luminosa, che ti costringe a serrare le palpebre.

    …E sebbene credi di esserti privato della vista solo per qualche fugace attimo, quando apri nuovamente gli occhi il paesaggio ha già ridisegnato se stesso; le pupille faticano ad abituarsi alla radianza crepuscolare di un cielo limpido, solcato solo da qualche timida nuvola acquerellata di magenta e viola, che si stira come un gatto pigro sulla vegetazione fitta e lussureggiante sospesa nel cielo…

    Con l’avanzare dei tuoi passi avverti l’aria crepitare al tuo passaggio: è talmente satura di magia da sfrigolare in scariche opalescenti, e ti pare ti affondarci come una lama che taglia il burro… però quel che attira il tuo sguardo e ben altro, e spostando il tiro degli occhi puoi vederla chiaramente: una figura famigliare, circonfusa di un alone rosso fiamma, che arde dei colori del tramonto, su cui spicca – come una goccia di latte purissimo – il candore della veste.

    Inginocchiata sull’erba fresca, il suo visetto lontano sembra essere rivolto al cielo…



    Edited by · Yggdrasill · - 8/12/2010, 20:47
     
    Top
    .
  3.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    ...L'Arcobaleno d'Argento...

    Group
    Senatori
    Posts
    3,372
    Location
    Il Tempio Oltre il Pensiero

    Status
    Offline

    Lentamente il cielo s'andava tingendo d'un caldo arancio, giacché qualche tempo pure passò dall'arrivo del Celebliant sulla cascata, al confine con le nebbie.
    per tutto il percorso gli sembrò fosse stata la Natura stessa a mostrargli il cammino, essendo state quelle zone mai calcate dall'eterno passo di lui, eppure così belle e floride e potenti che assai volentieri rimpianse il non averlo fatto; a lungo rifletté sull'origine di quei fumi d'iride, così simili al suo essere, eppure così stranieri, finché il bel cielo volse al termine del giorno e ora invero tutto era arancio, e l'orizzonte brillava aureo e fiero oltre i muri del mondo.

    Tuttavia un simile spettacolo non potevano certo distrarlo dal motivo del suo viaggio e così, stanco di pensare e di porsi domande che, pure egli fosse saggio, non trovando risposte a lui congeniali, decise di allungare la mano verso quelle nebbie, volendo toccarle ed immergervisi.
    Ma i fumi si ritrassero e non vollero essere sfiorati.
    Allora il Celebliant un poco (per quello che il Destino gli concesse) si meravigliò e tuttavia si dimostrò interessato e curioso nel vedere l'iridescenza nebbiosa avvolgergli piano il braccio e farsi brillante, aumentando di lucore sempre più in fretta, al punto da costringere il Guardiano a chiudere gli occhi Vuoti per non restarne accecato.
    Qualche istante dopo li riaprì, e però il paesaggio era adesso diverso, beato nel suo verde essere sotto un cielo crepuscolare, in cui il viola aveva scacciato l'arancio, e con il proprio colore avvolgeva la natura circostante, che abitava, oltre alla terra su cui il Guardiano poggiava, anche parte del cielo, sospesa su rocce.

    Mosse qualche passo, verso una destinazione che non sapeva, essendo il posto nuovo, fintanto che non gli parve possibile d'aver attraversato le nebbie, piuttosto essendo stato da queste portato in un altro mondo.
    Mentre avanzava nell'ignoto verde, percepì l'aria densa d'una magia antica, piena e grande, al punto da saturare tutto l'ambiente ed uscirne fuori, visibile e silenziosa, a foggia di scariche iridescenti.
    Una magia così uguale, un potere così famigliare da sembrare essere nato dal Guardiano stesso, e tuttavia mai avvenuto per davvero. Chi mai, allora, aveva tanta forza quanto lo Zero e uguale modo di esprimerla? Il luogo stesso? Oppure una creatura, o un insieme di creature? Il Celebliant non sapeva dirlo.

    Avvenne però una cosa che catturò la sua attenzione, qualcosa che di certo non si aspettava, sebbene nel cuore e nella mente sapeva dover succedere: vide una ragazzina, inginocchiata sul prato, lo sguardo al cielo ed una bianca veste sulla quale una rossa chioma baciata dal crepuscolo tutto adorna ed abbellisce.
    Lo Zero non ha sentimenti da provare, né mai potrà averne; tuttavia se in quel momento avesse avuto concessione di poterli percepire, anche solo per un attimo, meraviglia e gioia l'avrebbero travolto, essendo quella figura così cara al Guardiano, e così pura e bella.
    Un passo alla volta vole andare incontro alla fanciulla, sincerandosi che fosse davvero lei, e non un ingannevole miraggio:

    -La promessa che mi feci ora la vedo realizzata, mia diletta. E nebbie e Sorti mi hanno condotto da te, per la seconda volta.-

    Disse, in un vuoto che però ebbe il potere di farlo sorridere, colmo com'era d'una sensazione divina, più forte dell'amore e della rabbia, più dell'odio e della vita stessa.
    Forte tanto quanto il Destino e le sue Leggi.
    S'avvicinò ancora, piano e cauto, come se volesse evitare che lei fuggisse, o che si spaventasse:

    -Ora anche io manterrò la promessa che ti feci: se ancora siamo sul mio mondo, la terra di Endlos, voglio rinnovarti l'invito ad unirti a me, come eterna Saggia. E se, invece, più non siamo dove io dimoro, quando lo saremo ti inviterò di nuovo, mia cara, perché nulla ho scoperto d'avere, a questa mondo, più caro di te.-

    Le disse, e la magia del luogo parve essere in lui e fuori di lui, fondendosi con il suo spirito e bagnandolo di un tenue splendore, e di una forza bella e grande. Altro non attendeva, se non che la fanciulla parlasse, così che davvero potesse rivelarsi essere per quella che lo Zero la prese, ovvero la stessa fanciulla incontrata tempo prima in un giardino oltre il pensiero e le pieghe del tempo, dove una promessa si scambiarono.

     
    Top
    .
  4.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    Wild Irish Rose

    Group
    Senatori
    Posts
    3,935
    Location
    Avalon

    Status
    Anonymous

    Parole gentili e piene di dolcezza la richiamarono dai suoi pensieri, spostando l’attenzione dei suoi occhi verdi dai toni crepuscolari del cielo a quelli più iridescenti che ammantavano il figuro, sopraggiunto alle sue spalle.
    Prima ancora di vedere il suo volto, Amelie aveva riconosciuto la sua voce, identificando negli accenti aulici delle parole e nella pacatezza del tono la stessa creatura incontrata nei prati verdi e lussureggianti della Corte dei Fiori.

    Il volto della Dama Rossa, allora, non poté che illuminarsi di un sorriso radioso e splendido – accogliente e pieno d’affetto –, spiegando le labbra rosse e piene su denti piccoli e regolari, lucenti come perle.


    -La promessa che mi feci ora la vedo realizzata, mia diletta. E nebbie e Sorti mi hanno condotto da te, per la seconda volta.-

    Lo Zero si fece più vicino, rendendo la sua presenza vicino alla fanciulla ancor più tangibile e reale, e non solo il frutto di un sogno, o della carezza di un ricordo emerso a pelo d’acqua dal lago della memoria.
    Amarth era lì e adesso, condotto dal Destino che entrambi incarnavano al cospetto della Fata, nella terra di Avalon, il Regno Fatato.


    -Ora anche io manterrò la promessa che ti feci: se ancora siamo sul mio mondo, la terra di Endlos, voglio rinnovarti l'invito ad unirti a me, come eterna Saggia. E se, invece, più non siamo dove io dimoro, quando lo saremo ti inviterò di nuovo, mia cara, perché nulla ho scoperto d'avere, a questa mondo, più caro di te.-

    « Amarth… »
    Esordì con voce melodiosa e carezzevole la fanciulla, sena dismettere il sorriso che ancora incurvava la linea della bocca
    « Questa è Arcadia, la Terra delle Fate… la mia Terra, l’unica che mi abbia dato i natali.
    Eppure non ne è che un frammento, l’unico su Endlos, fluttuante sulle cascate di Shea; ora posso finalmente seguirti. »

    Tacque per un istante, dando così tempo all’Essenza – se avesse voluto – di parlare ancora
    « Adesso che ci siamo finalmente ritrovati, potrò adempiere alla promessa che ti feci… ora potrò restituirti quel ho custodito per te in tutto questo tempo… »

    La fanciulla dalla chioma di fuoco allungò le mani per stringere dolcemente quelle del Guardiano, pronta a suggellare – una volta e per sempre – il Patto che l’avrebbe unita per sempre all’Est, e che riempiva il suo sguardo di timore e speranza, cullati dall’affetto per quella persona che le era più preziosa e cara di un fratello.

    Intanto, tutt’attorno a loro, l’aria crepitava di magia, carica della stessa attesa colma di meraviglia che precede un miracolo.


     
    Top
    .
  5.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    ...L'Arcobaleno d'Argento...

    Group
    Senatori
    Posts
    3,372
    Location
    Il Tempio Oltre il Pensiero

    Status
    Offline

    Sciocca è la creatura che, pur confidando nel Destino, legge gli interventi di questo solo per grandi cose, e non se esalta i piccoli passi: il Destino è grande e disegna ogni respiro, e se qualcosa deve accadere, presto o tardi così sarà, e pure si pensi di ritardare l'avvenimento, questo invece sarà sempre in tempo, perché pure il ritardo era previsto. Nessuno inganna la Sorte, né questa inganna gli altri: marcia diritta e non si cura della vita e della morte, tessendo invece sempre nuove trame, e collegando quelle già esistenti.
    Ora, benché lo Zero sia egli stesso Destino, pure destino subisce e segue, quando Amelie gli parlò, egli invero s'accorse che, nonostante avesse ricevuto gloria dalla costruzione del suo Tempio, questo non aveva altro scopo se non di fargli osservare le nebbia d'Arcadia, e ricongiungerlo con la tanto amata fanciulla.

    -Ciò che ti generò...-
    disse, quando la ragazza spiegò dove fossero
    -...ti ha seguito in questo mondo; quando venni io, ciò che mi generò venne con me e ti stette accanto.
    A te fu la terra, a me il Pensiero.
    -

    Del Loto parlava ora Amelie, del fiore tanto amato dal Guardiano e sacro ai suoi occhi; era simbolo d'una promessa eterna, inscindibile e santa: quel Loto era benedetto, e adesso la ragazzina stava per consegnarlo al Guardiano.
    Tuttavia, mentre l'aria scintillava, densa di magia e del potere d'entrambi, lei afferrò le mani all'Essenza, e stava per parlare e fare, ma questa fu più lesta:

    -No, mia diletta.-
    Disse rapido e vuoto, ma non privo d'una certa divina emozione.
    -Lascia che sia io il primo a donare ciò che per te ho custodito, in segreto, nel cuore dell'eternità. Nei tuoi occhi vedo riflesso me stesso, o parte di esso, e so che nessun altro, su questa terra, potrebbe tollerare il potere che sono. Ecco il dono di Eru Elen Amarth: un soffio della sua stessa Essenza.-

    Delicatamente, il potere fluì dal Guardiano alle mani di Amelie, e poi nel suo cuore e nel suo spirito; non v'erano canti, né suoni di gloria o potenza, giacché l'Essenza migrava sottopelle, nascosta al mondo. ciò che, però venne rivelato, fu un bagliore argenteo e d'iride assieme, prima sul Guardiano, poi sulle mani della ragazza ed infine anche su tutto il corpo di lei. Lentamente, come fosse cullato dalle onde del mare, il bagliore si ritrasse, assorbito dal potere d'entrambi, e tutto il corpo di Amelie né fu impregnato, e per nulla il Celebliant dubitava che ella l'avvertisse dentro sé.
    Quando tutto cessò e le luci scomparvero, ecco lo Zero parlare ancora:

    -Piccola Amelie, in te vive adesso ciò che io sono, ciò che io incarno. Disporrai ora dell'iridescenza che su me vedi, ed ogni emozione che sarà nell'aria tu l'avvertirai con colore, e se sarà intensa, la proverai sulla tua pelle, ma non ne sarai vinta, giacché il tuo spirito è incline alla loro percezione. Potrai distinguere il falso dal vero, poiché se un mentitore oserà parlarti, alle tue orecchie le sue parole s'accompagneranno i sibili dei serpenti.
    In ultimo, ecco il maggiore dai Quattro doni che possiedo: Karma è il suo nome e, se ne invocherai l'aiuto, consentirà alla tua mente di sapere le cause remote d'una situazione o il suo esito futuro, oppure ancora ti rivelerà gli eventi che una determinata creatura non potrà evitare, pure che operi mille sortilegi; il Karma è il Pensiero del Destino, e nulla esiste in grado di cambiarlo. Ma bada! Quando richiederai l'aiuto del Quarto Dono che è Karma, sarai vaga nel parlare, e solo chi ti abbia domandato di indagare potrà, col tempo, capire il senso delle tue parole.
    Ecco però il vero beneficio di questo Dono: non essendo tu una Guardiana, potrai utilizzare il Karma anche per te stessa, in qualsiasi misura tu voglia.
    Altro al mondo non ho che sia più prezioso di quel che ti ho appena dato.
    -

    Disse, e sebbene restasse vacuo e nullo, pure si poteva osservare la stanchezza sul suo volto e nel suo animo, poiché di molto s'era privato, e avrebbe necessitato di riposo per riacquistare le energie spese; tuttavia, per amore del suo stesso dono e, maggiormente, per amore di Amelie, si trattenne dal cedere, e non volle che la fatica fosse visibile, e un poco, infatti, questa sbiadì.
    Avrebbe volentieri donato ori e gemme, ma né ori né gemme, a suo avviso, sarebbero stati esplicativi e Giusti quanto aver donato parte di sé a colei che egli maggiormente aveva a cuore in quelle terre, ed in altre.

     
    Top
    .
  6.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    Wild Irish Rose

    Group
    Senatori
    Posts
    3,935
    Location
    Avalon

    Status
    Anonymous

    Attraverso le loro mani congiunte, Amelie poté sentire il potere fluire attraverso di lei, e avvinghiarsi all’anima per prenderne possesso; era un calore intenso al centro del petto, che le bruciava il cuore come se fosse fuoco vivo, incendiandole le vene ad ogni battito.

    La fanciulla chiuse gli occhi, stringendo forte le palpebre, come se quel gesto l’aiutasse a trattenere dentro di sé il frammento d’essenza – quella briciola d’anima così simile a lei – che Amarth le aveva donato, e il cui splendore si rifletteva dall’anima al corpo.
    Sentì che il potere imbeveva ogni anfratto di lei, fondendosi e mescolandosi magnificamente al suo spirito; e pur scorrendo sotto la pelle con rivoli incandescenti, il suo incedere era quieto e discreto, pronto a vincerla in un assedio che di violento e fiero aveva solo la bellezza.

    L’iridescenza che avvolgeva entrambi si spense con dolcezza, con l’ultimo singulto di una fiamma di candela, per lasciare solo silenzio e strascichi opalescenti che crepitavano nell’aria crepuscolare satura di magia.
    Le palpebre bordate di lunghe e curve ciglia borgogna si schiusero, rivelando le profondità verdi di due pozzi scavati nello smeraldo, nei quali l’immagine del Celebliant venne risucchiata; occhi negli occhi, la Dama Rossa gli prestò orecchio attento, accogliendo ogni parola pronunciata, ogni pausa e ogni sospiro come tessere di un mosaico più grande e complesso, del quale poteva finalmente avere la visione completa.

    Come se avesse appena trovato l’unico pezzo che le mancasse.
    Il solo che non avesse ancora un posto.


    -Piccola Amelie, in te vive adesso ciò che io sono, ciò che io incarno. Disporrai ora dell'iridescenza che su me vedi, ed ogni emozione che sarà nell'aria tu l'avvertirai con colore, e se sarà intensa, la proverai sulla tua pelle, ma non ne sarai vinta, giacché il tuo spirito è incline alla loro percezione. Potrai distinguere il falso dal vero, poiché se un mentitore oserà parlarti, alle tue orecchie le sue parole s'accompagneranno i sibili dei serpenti.
    In ultimo, ecco il maggiore dai Quattro doni che possiedo: Karma è il suo nome e, se ne invocherai l'aiuto, consentirà alla tua mente di sapere le cause remote d'una situazione o il suo esito futuro, oppure ancora ti rivelerà gli eventi che una determinata creatura non potrà evitare, pure che operi mille sortilegi; il Karma è il Pensiero del Destino, e nulla esiste in grado di cambiarlo. Ma bada! Quando richiederai l'aiuto del Quarto Dono che è Karma, sarai vaga nel parlare, e solo chi ti abbia domandato di indagare potrà, col tempo, capire il senso delle tue parole.
    Ecco però il vero beneficio di questo Dono: non essendo tu una Guardiana, potrai utilizzare il Karma anche per te stessa, in qualsiasi misura tu voglia.
    Altro al mondo non ho che sia più prezioso di quel che ti ho appena dato.
    -

    Annuì, perché tra loro non v’era bisogno di parole, non in quel momento; c’era qualcosa di molto più bello, nobile e sublime che poteva donargli, qualcosa che aveva custodito per tutto il tempo che li aveva separati, in attesa di potergliene fare finalmente dono…

    Amelie sciolse con delicatezza l’intreccio delle dita, raccogliendo le mani a coppa davanti a sé; tra quelle dita così diafane e sottili – fragili come quelle di una delicata bambola di porcellana – mille scintille candide e brillanti danzarono vorticando in una spirale gioiosa, aggregandosi l’una all’altra come api attirate dal miele; in modo lento e inesorabile il loro movimento confuso si ordinò in una forma disciplinata e sempre più tangibile, in un crescendo luminoso che aveva del mistico.

    Era apparso un fiore di loto, i cui petali riflettevano l’iridescenza del Guardiano; Amelie glielo porgeva con grazia, reggendolo nelle mani bianche come lo zucchero, e un sorriso dolce più del miele accompagnava le sue parole.


    « Ti prego, accettalo.
    In questo fiore è racchiuso il mio dono per te; il dono di guardare nell’anima delle persone, e scoprirne la sorte… »



    Edited by Amelie - 23/12/2010, 01:29
     
    Top
    .
  7.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    ...L'Arcobaleno d'Argento...

    Group
    Senatori
    Posts
    3,372
    Location
    Il Tempio Oltre il Pensiero

    Status
    Offline

    Ecco, poco a poco le mani di Amelie lasciarono quelle dello Zero, e nel suo cuore egli non si nascose un dispiacere, e tuttavia volle osservare cosa adesso s'andava compiendo. Chiuse a coppa, le piccole mani della fanciulla covarono nuova magia, e mille scintille corsero nella cavità e la riempirono: vorticavano energiche e belle, e iniziavano a prendere forma assieme, come un mosaico che poco alla volta si completi, o un cielo che con calma s'annuvoli.
    Infine s'addensarono del tutto, ed ebbero forma di Loto, e gli occhi d'iride del Guardiano s'illuminarono, perché il fiore era sacro a lui, e questo era il simbolo dell'Essenza.
    Tuttavia quel Loto non venne creato lì, per la prima volta: Amarth lo conosceva già. Quando, tempo addietro, vide Amelie e le chiese di unirsi alla gloria dei Saggi, la ragazzina gli promise su quello stesso fiore che, al loro prossimo incontro ella l'avrebbe seguito, ed ora nel Loto era nato un potere.
    Era suo, della ragazza, e portava cose che lo Zero non ancora poteva, e che mai avrebbe Potuto, pure che la sua Essenza lo permettesse. Delicatamente lo colse dalle mani di lei, ma quando ne sfiorò gli iridescenti petali, specchio dell'animo del Celebliant, questi vibrarono, incantati dal tocco e dalla potenza nella creatura, e a questa vennero.

    Uno alla volta si staccarono, e piano si fusero col Guardiano, assieme a lui brillando d'ogni colore, e penetrandogli nel cuore; si disse che percepì ogni emozione mai Potuta, e queste non vennero a danno, bensì a balsamo, e la stanchezza cessò, rifiorendo il vigore. Gli occhi si spalancarono, stupiti, e lentamente ogni petalo corse lungo il corpo dell'Essenza, lasciando segni di di essa, migliori e più belli del Mehndi. Viaggiarono fino al fido Amarthrind e ne intessero il metallo con linee, e nel centro, dove l'arma si spaccava, si disegnò l'immagine del fiore. Infine i petali vorticarono verso il cuore dello Zero, nel petto incastonandosi e divenendo linee, sicché chiunque guardasse sotto la veste ora contesa di dolci linee che il fiore aveva prodotto al suo passaggio, avrebbe visto un grande Loto lì inciso, e ne sarebbe rimasto estasiato.
    Si disse poi che tanto fu Giusto e Grande il potere nel dono di Amelie, che quello divenne parte del potere dell'Essenza, e quando si sarebbe incarnata nuovamente, tali segni avrebbe portato, e tali poteri che quel giorno vennero concessi ad Eru Elen Amarth.

    -Mai il mio animo venne onorato di tali bellezze, e mai assaporò le emozioni come adesso ha fatto. Mai sparirà da me questa promessa, né ciò che mi hai donato, Amelie.-

    S'inchinò, e fu bello e grande anche nel piegarsi all'unica donna che ebbe mai saputo toccare il cuore del Guardiano davvero nel profondo: mai venne prima, mai verrà dopo. Ora ogni promessa era stata mantenuta, e i vincoli della lontananza spezzati: ora il Celebliant poteva chiedere alla fanciulla d'affiancarlo, e già seppe dove il cammino di lei avrebbe mosso i passi:

    -Mia diletta, ti rinnovo, ora, l'invito che già una volta ti feci: unisciti a me, poiché tu sei Saggia quanto io lo sono, e di pari intensità i nostri animi scintillano. A Palanthas, Biblioteca di Istvàn dell'Est, vi è un Ordine di Custodi della Conoscenza, massimi in sapere e saggezza; per loro ogni dubbio viene fugato, e le Sette Vie dell'Albero percorse e coronate. Hai cuore, mente e animo per essere Saggia, e già Saggia sei ai miei occhi: per te desidero la Via della Guarigione, che è detta Obeah. Il tuo amore per le cose che crescono e vivono mi rincuora e mi esalta, e molto vorrei tu fossi sempre con me, a custodire quel tesoro che a Palanthas è detto Conoscenza.-

    La guardò nei verdi occhi, luminosi e densi sotto la chioma di fiamma, rossa come mela e calda come un magnifico tramonto. Altro non aveva bisogno di dire, perché i loro animi erano adesso come uno, e nello sguardo, nel pensiero era comprensione.
    Amarth aveva scelto il proprio Affine.

     
    Top
    .
  8.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    Wild Irish Rose

    Group
    Senatori
    Posts
    3,935
    Location
    Avalon

    Status
    Anonymous

    Mentre il miracolo si consumava sotto lo sguardo meravigliato dei suoi occhi verdi, Amelie aveva congiunto le mani all’altezza delle belle labbra, rosse e piene come melograni maturi; lo spettacolo commovente del potere di Amarth aveva toccato il suo cuore, e lei non poté che sorridere con profondo affetto al suo indirizzo.

    -Mai il mio animo venne onorato di tali bellezze, e mai assaporò le emozioni come adesso ha fatto. Mai sparirà da me questa promessa, né ciò che mi hai donato, Amelie.-

    « E mai sparirà da me, Amarth; il nostro giuramento mi accompagnerà per l’Eternità. »

    L’inchino che le porse fu bello e nobile, e fu connaturata reazione di lei specchiare il suo gesto, offrendogli un’aggraziatissima riverenza, che fece scivolare le ciocche dei suoi capelli oltre la linea sensuale del collo sottile, come rossi nastri cremisi che danzavano nell’aria.

    -Mia diletta, ti rinnovo, ora, l'invito che già una volta ti feci: unisciti a me, poiché tu sei Saggia quanto io lo sono, e di pari intensità i nostri animi scintillano. A Palanthas, Biblioteca di Istvàn dell'Est, vi è un Ordine di Custodi della Conoscenza, massimi in sapere e saggezza; per loro ogni dubbio viene fugato, e le Sette Vie dell'Albero percorse e coronate. Hai cuore, mente e animo per essere Saggia, e già Saggia sei ai miei occhi: per te desidero la Via della Guarigione, che è detta Obeah. Il tuo amore per le cose che crescono e vivono mi rincuora e mi esalta, e molto vorrei tu fossi sempre con me, a custodire quel tesoro che a Palanthas è detto Conoscenza.-

    « Si, Amarth. Ti sarò sempre accanto, per prendermi cura di tutto ciò che è vivo.
    Portami con te a Palanthas. »


    Così dicendo – con la bocca ancora incurvata dal suo dolcissimo sorriso – Amelie gli tese la mano, per farsi guidare da colui che amava come un fratello.

     
    Top
    .
  9.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    ...L'Arcobaleno d'Argento...

    Group
    Senatori
    Posts
    3,372
    Location
    Il Tempio Oltre il Pensiero

    Status
    Offline

    Così, fra le scintille della terra d'Arcadia, grandi poteri s'erano manifestati e ciascuno all'altro aveva donato se stesso, glorificando l'uno col sacrifico dell'altro.
    Amelie ricevette l'Essenza stessa del Guardiano, e questi un fiore imbevuto del Potere di lei, e ciascuno venne a giubilo, e nell'eternità dei mondi sempre in loro resteranno.
    Non solo: Amarth aveva invitato per la seconda volta la ragazza ad unirsi alle corone dell'Est, e quel giorno, priva dei suoi vincoli, ella accettò e domandò al Celebliant di condurla a Palanthas.

    -E sia.- disse -Ti porterò dove ogni altra Saggezza si fa gloria.-

    Strinse a sé la mano di Amelie, e pure la presa fosse salda, lo Zero non ne sforzò la delicatezza, sicché quasi assieme camminavano, e non si notava che l'uno l'altro trascinava.

    Vennero fuori dalle nebbie, ed Arcadia si fece distante e presto scomparve nel cielo, poiché i due Saggi stavano ora scendendo le pendici di Shea per poi risalire il versante Est, giungendo sulla sommità della cascata Eirial: lì era il tempio oltre il Pensiero, dimora sulla terra del Guardiano Limite; entrati che furono nel grande salone del Tempio, questo avvampò di colore, e tanto grande fu il potere dalle creature emanato, che mille colori le argentee pietre riflessero, e mille ne ributtarono nella stanza.
    Soavi e sommi salirono la scalinata dietro il grande trono, al centro del Tempio, e pervennero alla stanza dove il Celebliant era solito riposare e lì fu ben visibile una porta: Amarth l'aprì, e assieme alla fanciulla passò le nebbie oltre questa, in un attimo trovandosi nel suo studio ottagonale, il cuore della Via del Dharma dentro Palanthas dell'Est.
    Attraversarono la stanza ed il salotto adiacente, e varcarono la porta del Saggio, infine permettendo ad Amelie d'osservare la maestosità della Biblioteca.

    Allora lo Zero riferì ogni cosa circa il nuovo ruolo della fanciulla, ed il suo cuore assai gioiva trascendente, poiché un'altra Via era stata presa, e l'albero cominciava a dare i primi frutti.

     
    Top
    .
8 replies since 9/11/2010, 15:28   187 views
  Share  
.