Nurture or Nature? - difensori

[Campagna] - "Called from Above", atto finale.

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  1. Khalphytrus
     
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    { Banebriar's Place, sala delle udienze del Lord Alfiere }
    pov - incognito/khalphytrus

    La statuizione rimase ad aleggiare fra i presenti, immobile e vigile come un predatore nascosto fra il fogliame. Quelle poche parole, cariche di una passione insolita e trascinante, non aspettavano altro che di balzare alla gola dei convitati per cavarne un commento di bocca.

    « La battaglia comincerà da un momento all'altro » concluse il lich in tono accorato.
    « Avete domande? »

    Per tutto quel tempo, non aveva mai smesso
    di pensare al figlio.

    { QM P o i n t ::
    CITAZIONE
    Il post parla da sé. Vi trovate, come già accennato, nella sala delle udienze del palazzo di Banebriar, ove siete stati convocati d'urgenza dall'ormai siniscalco Khalphytrus, insignito della carica dal bando de "Striving for the Top"; il sentimento per la rimpatriata si spreca. Alle spalle della scrivania dove siede, potete notare un uomo alto e livido con corti capelli mossi color mogano, che vi rivolge un mezzo sorriso non appena i vostri personaggi arrivano a portata d'occhio. Post brevi e coincisi. Cinque giorni per la risposta.

     
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    Alcuni dicono dal cimitero, altri dal cielo notturno... Decidete voi da dove vengo.

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    Aveva avuto a malapena il tempo di riprendersi dall'esito della missione, che già si trovava coinvolto in qualcosa di correlato, ma di completamente diverso. Era uscito dalla caverna insieme a tutti gli altri. Per fortuna almeno erano sopravvissuti tutti e in qualche modo si erano portati dove avevano potuto prendersi riprendersi. Non sapeva più nulla di chi altro ci fosse stato in quella grotta né se si fosse salvato, ma con tutte quelle rocce e gli spiriti infestanti l'intero ambiente, sarebbe improponibile cercare altri eventuali superstiti della vecchia spedizione, anche se avesse avuto ancora i suoi poteri sacerdotali.

    Avendo preso parte alla ricerca di un anno prima, lui e gli altri due improvvisati "compagni" di sventura erano stati urgentemente convocati addirittura fino al Palazzo dell'Alfiere del Nord! Non avrebbe mai pensato di arrivare fino a quel punto: un ignoto esploratore dell'Est, raramente di passaggio nelle nevose terre settentrionali, che arrivava fino alla residenza di una personalità così importante di un altro presidio...
    Forse l'Alfiere era proprio l'alto uomo dai capelli scuri che mostrava loro un mezzo sorriso dietro la scrivania dove sedeva il siniscalco Khalphytrus, o forse quello era solo un sostituto o un sosia e il vero Alfiere non lo avrebbe mai incontrato... non che fosse importante in quel frangente.
    Alla fine rispose alla richiesta che era stata fatta ai quattro individui lì presenti: "Immagino che noi costituiamo l'ultima linea di difesa. Quante e quanto sono resistenti le altre?" disse con fare pragmatico, guardandosi intorno in cerca di nascondigli dove appostarsi per affrontare di sorpresa i prossimi nemici: la prima linea non era esattamente il suo posto,né il suo ruolo preferito.
     
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  3. .Nihil
     
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    Non c'era, per il pupazzo, nessun ricordo del passato. Come un animale, anche lui imparava le lezioni, e l'istinto lo portava a trovare sempre nuovi modi per applicare la conoscenza acquisita al futuro.
    Ma mai e poi mai avrebbe caricato di ricordi giorni, settimane e mesi che si accumulavano alle sue spalle.
    Così era vivere da omuncolo, da mero strumento; lui era stato creato, non era nato.
    E in quel luogo che gli rimaneva grandemente sconosciuto era stato convocato proprio ed essenzialmente per quel motivo. Servire ad uno scopo.
    La Coda lo aveva mandato al Nord non appena aveva saputo della sua convocazione. Il Nulla non si era chiesto il perchè; non lo faceva, e non l'avrebbe fatto mai, ma, di certo, nella testa dell'Ultimo pezzo del Leviatano era frullata l'idea che un agente ficcato nel paese del gelo, fosse stato anche per un poco, avrebbe certo dato qualche frutto.
    Primo tra tutti, la riconoscenza di un siniscalco.

    Altri erano con lui, ma la bestia non li stava degnando di uno sguardo, concentrato com'era sui due figuri che gli stavano d'innanzi, e, ancor più, sul brandello di femore che da tempo si rigirava tra i denti, con discrezione - istinto suggeriva sarebbe stato pericoloso mostrare ad altri la sua merenda -.

    « Avete domande? »


    image

    Uccidere o catturare?


    Era l'unica discriminante di cui lui aveva bisogno, per mettersi in azione.

     
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  4. ~Vessiel.
     
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    Era già passato un anno.
    Trecentosessantacinque giorni erano già trascorsi dal giorno in cui Vessiel aveva incontrato quel fenomenale bambino, un vero e proprio prodigio della natura. Un anno in cui lui non era invecchiato di una virgola, nel quale era rimasto lo stesso, affascinante uomo, lo stesso che era stato da qualche millennio a questa parte. Il tempo, un nemico invisibile, il peggiore forse per la razza umana, ma qualcosa di assolutamente insignificante per lui. Era stato condannato a vivere attraverso le ere, privato per sempre del Paradiso, punito per la sua eccezionale superbia.
    Non aveva ancora perso le speranze però. Prima o poi avrebbe radunato un nuovo esercito e Lo avrebbe sconfitto, si sarebbe preso ciò che era suo di diritto. Il fatto che avesse già fallito una volta, condannando sè stesso e altri suoi fratelli alla dannazione eterna era un fatto del tutto irrilevante. Aveva tutta l'Eternità per riprovare.
    Nel frattempo però, si sarebbe divertito in mezzo a quelle creature inferiori, tanto amate dal Signore stesso.
    Si trovava appunto nel palazzo di Banebriar, poichè convocato dallo stesso siniscalco Khalphytrus: spiegò loro che la questione era piuttosto urgente. Una congiura era in atto nei suoi confronti. A breve i ribelli sarebbero giunti per reclamare la sua testa. Aveva così pensato di convocare gli avventurieri che un anno prima avevano già dato prova delle loro capacità.
    Lucifero era infatti in compagnia dei due che già lo avevano accompagnato una volta: l'uomo privo di emozioni e il ninja. Mancava all'appello solo la biondina. Ma non era importante, sicuramente una come lei sarebbe stata più utile in un bordello che nel mezzo del campo di battaglia.
    «Mio signore, fermeremo quei pezzenti prima che possano anche solo aprir la loro lurida bocca.»
    Sentenziò con estrema calma e con falso candore, esibendosi in uno dei suoi migliori sorrisi.

     
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  5. Khalphytrus
     
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    [...] dotati di una incredibile capacità analitica, accompagnata spesso da una vorace e vivacissima curiosità - no, non è corretto [...] empatia, il suo nome: grazie a questa, l'AEnemos è in grado di sezionare ciascuno dei moti emotivi espressi da qualunque creatura vivente, riconducendoli poi alle intenzioni più crude motivate dalla parola ed il movimento [...] ci leggono, come démoni e déi leggono nel cuore degli uomini.

    Aldeym Asmodeus, appunti

    Adagiò i gomiti sui braccioli per poi intrecciare le dita scarne a sostegno del mento, occhieggiando i presenti con nervosismo palpabile: anche lo sguardo più inesperto avrebbe avuto lavoro facile nel decifrare che i suoi pensieri, in quel momento, non erano per loro. Alle sue spalle, l'uomo in rosso tese le labbra in un ghigno: per quanto non avesse emesso alcun suono, il semplice deformarsi della sua espressione fu così sgraziato e manifesto da infliggere
    un brivido gelido e consapevole a ciascuno dei presenti.

    « Ultima ed unica, se conosco il nostro nemico. » esclamò, schiudendosi verso il più anziano dei tre « Fossi in voi, non farei troppo affidamento sulle milizie regolari del presidio. » ed accompagnò la considerazione indicando blandamente la porta dietro di loro, oltrepassandola con il dito teso fino ad arrivare idealmente a toccare i gendarmi in pattuglia. « Qualunque cosa ci manderà contro, sarà qualcosa che andrà ben oltre le loro possibilità. Gli ho più volte chiesto di
    andarsene, ma sono rimasti.
    » abbassò lo sguardo.
    « Stupidi. » concluse, amareggiato.

    « I nostri avversari sono due. » e sollevò indice e medio, torcendoli subito dopo in una traiettoria a spirale dalla quale venne generata una coppia di figurette argentate della consistenza di luce liquida. « Un braccio e una mente. Forse accompagnati da una piccola delegazione mercenaria, forse no - non abbiamo modo di saperlo. In questo scenario, non siamo altro che prede ben organizzate. » le figurette si deformarono, allungando dalle proprie estremità i tratti mostruosi di creature prive di nome: una di queste - la più bassa - fece emergere un paio di lunghe ali filamentose dalle proprie scapole. « Il piano è semplice. Io ed un gruppuscolo di fedelissimi rimarremo a difendere l'alfiere dall'interno del maniero. Il vostro compito sarà di recarvi nel borgo sottostante nel tentativo di intercettarli prima che giungano alle nostre porte. » il suo tono si era fatto ruvido, pragmatico: una voce alla quale erano appuntate le sofferenze di un uomo sconfitto dai secoli, del tutto incapace di incastrarsi in quel corpo di bambino. « Ovemai vi troviate in difficoltà, chiam--- » e si interruppe, sgranando gli occhi. Una ventata di pura luce travolse tutti i presenti, soverchiandoli con la sensazione di avere una spada puntata alla gola. Un istante di genuino, assoluto terrore, immediatamente assorbito sulla superficie di quella che si rivela come una quieta ma persistente angoscia. Tutti i presenti, fuorché l'uomo in rosso,
    ne furono scioccati. « Sono già qui... »

    « Sagace, ciabatta - davvero sagace. » lo sconosciuto applause un paio di volte, scivolando agilmente verso la poltrona del siniscalco. « Avresti potuto arrivarci con centoventidue parole in meno, ma transeat; rispondiamo piuttosto alla domanda di questo repellente-ma-interessante gentiluomo. » e si sporse di qualche centimetro in direzione di Nihil, esibendo una chiostra di denti ingialliti e leggermente zigrinati. La sua voce, tanto rauca e fonda da farsi quasi stentata, era spiacevole quanto il suono di unghie che si spezzano contro un muro. « Uccidere o catturare? Davvero? » eruttò una risata, quasi ululando. « Non prendiamoci in giro, pupazzo - ti so più intelligente di così. » e allungò la mano sulle figurette, emettendo dal palmo un denso lucore vermiglio. Pochi secondi e quelle si sciolsero in un moto di agonia, ritornando trama invisibile. « Questa è una guerra. » i suoi occhi si dilatarono, perdendo ogni colore
    ed identità: al loro posto non rimasero che due ovali lucidissimi
    e fiammeggianti.

    image
    « Non si fanno prigionieri. »


    { Atrio di Banebriar }
    pov - partecipanti

    La vostra uscita - per quanto rocambolesca - viene accolta con ben poca sorpresa dal primo siniscalco del Nord, adagiata contro il lato destro dello stipite in maniera dimessa. Sembra intenta a sfogliare un libro; solleva gli occhi dalle pagine per qualche secondo, accompagnandovi con lo sguardo sino al grande portone che affaccia sul borgo cittadino. Il sentore di pericolo costante, di minaccia concreta eppure invisibile sperimentato qualche minuto prima vi spinge ad una corsa frenetica oltre la soglia. Nell'atto di oltrepassarla, riuscite appena a cogliere un gruppuscolo di sconosciuti che la attraversa in direzione contraria, spaventati e confusi tanto quanto voi. Una manciata di passi, e siete - finalmente - nel centro città. Attorno a voi, silenzio.

    [...]

    La previsione del secondo siniscalco sembra essersi avverata: il manipolo di gendarmi che costituiva la ronda notturna giace contro le mura delle casupole che definiscono il circolo della piazza principale, svenuti o troppo spaventati per parlare. Alcuni di loro stringono la propria arma in maniera convulsa, altri si portano le gambe raccolte contro il viso nel tentativo di chiudersi all'orrore invisibile che li circonda. I colori della notte scivolano su di una tenue superficie aranciata, scoprendola lentamente: non deve mancare molto all'alba.

    { QM P o i n t ::
    CITAZIONE
    Anzitutto, mille scuse per le lungaggini introduttive: ragioni di background - quali la possibilità di meglio delineare il carattere e le vicende pregresse dei protagonisti - mi hanno spinto a questa stesura generosa. Come avrete notato, nella narrazione ( PoV ) che coinvolge direttamente i vostri personaggi si è utilizzato il tempo presente anziché il passato per meglio rendere la contemporaneità degli eventi e delle azioni intraprese: un espediente narrativo che ho usato in passato e continuerò
    ad utilizzare per il resto della campagna.
    Premesse da parte, veniamo ai fatti: la presenza opprimente liberata - pur se a vostra insaputa - sull'intero presidio infligge a ciascuno di voi un malus del 25% in forza, velocità e resistenza, oltre a rendervi naturalmente più proni ( passive di resistenza nullificate ) a subire delle influenze caratteriali ( non psioniche ); la piazza, salvo i gendarmi da me descritti, è vuota: potete tentare di addentrarvi nei vicoli del borgo alla ricerca del nemico o cercare di tornare indietro. In ogni caso, la scelta è vostra.

    Per eventuali domande, rivolgetevi pure al topic del bando. =)

     
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    Purtroppo per tutti, a detta dello stesso Khalphytrus lui e gli altri due presenti costituivano l'ultima ed unica linea di difesa prima di lui stesso e di un gruppo di fedelissimi, a stretta protezione dell'Alfiere... *E della sua fuga, immagino* si disse diffidente lo shinobi. E neppure avrebbero potuto contare sui militari rimasti: per quanto coraggiosi, sarebbero stati inadatti a sostenere i loro sforzi. Il quadro per il vecchio Gufo Reale si tingeva con colori sempre più foschi.
    Poco dopo, il siniscalco iniziò ad esporre loro il piano d'azione, ma all'improvviso qualcosa avvenne e uno strano fenomeno, una sorta di apparizione, preceduta da poche, fatali parole del bambino prodigio: i nemici erano già arrivati alle loro porte. Come uno spettro, apparve uno sconosciuto che parlò all'alto ufficiale del Nord con un fare piuttosto sarcastico prima a lui e poi al ragazzo che accompagnava lo stesso shinobi e l'altro distinto galantuomo, asserendo che la guerra in cui erano tutti coinvolti non si limitava semplicemente all'alternativa tra catturare e uccidere. In effetti, in guerra non c'era spazio per i prigionieri, non nelle sue fasi culminanti e più importanti... e a quanto pareva, quella era una di quelle fasi e lui neppure era riuscito a riconoscere il problema. Ormai era troppo tardi per richiedere aiuto alla Dama Azzurra e ai membri del Presidio dell'Est, ma anche a poterlo fare, lui non avrebbe avuto molta gente a cui chiedere aiuto: il suo compito era quello di esplorare e conoscere, non di battersi in prima linea.
    *Nessuno ci baderà, nella migliore delle ipotesi.* E nella peggiore, non gli avrebbe creduto nessuno. *Non resta che combattere* concluse dentro di sé.
    "Così sia" replicò seccamente lo shinobi, anhce se non si sarebbe potuto dire a chi si riferisse, prima di voltarsi e di correre verso l'ingresso, determinato, ma allo stesso tempo spinto dal dubbio e da un velo di qualcosa che non pensava di provare da molto tempo.

    Mentre lui si affrettava verso l'uscita con gli altri due difensori del Nord, più o meno consapevoli del loro ruolo e della loro posizione, un altro gruppo di persone, dall'aria innocua e spaventata. Civili che venivano evacuati, forse preventivamente, e che si trovavano sulla sua strada per il castello. Per evitare la calca e la corrente umana contraria, spiccò un balzo sul battente e da lì si proiettò fuori. Nell'atterraggio, incrociò lo sguardo di una donna che semrbava leggere un libro con una certa qual tranquillità, vera o apparente che fosse. Cosa stava a fare in quel modo e in quella posizione, non lo sapeva e forse non aveva importanza, ma sentì il suo sguardo su di sé fino a quando non scomparve oltre i cancelli del palazzo di Najaza.
    E una volta uscito, provò un brivido alla base del collo: il pericolo era indubbiamente presente e diffuso, ma non ancora palese.
    *Il peggio non si è ancora manifestato.*
    In poco tempo arrivò alla piazza centrale del villaggio insieme agli altri due, sentendosi sempre più oppresso e opaco nei suoi movimenti, nelle sue prestazioni... era come se all'improvviso fosse diventato più fiacco praticamente in tutto. Si chiese all'improvviso se potesse entrare in battaglia in quelle condizioni: già non era un "uomo" adatto alla prima linea, sebbene più volte in gioventù avesse ricoperto quella posizione, ma persino con quel disagio addosso...
    *Spero sia solo una mia impressione* si disse senza crederci, mentre i suoi Sensi Arcani si dispiegavano.
    Nella piazza centrale del borgo, le parole del siniscalco trovarono trist conferma: di tutti i soldati presenti, nessuno erain condizione di combattere: alcuni erano svenuti, altri invece come erano paralizzati, preda di un orrore e di una paura senza volto e senza nome. La stessa che anche lui percepiva. Sperimentanolo di persona, cominciava ad avere un vago sentore di quello che molti suoi nemici provavano nell'affrontare gli altri esponenti del suo genere.
    Nessuno di quegli uomini però sembrava ferito e quindi la loro condizione doveva aver sfidato e vinto il loro coraggio semplicemente mostrandosi o forse nemmeno quello. Qualcosa c'era e se anche non era lì in senso fisico, probabilmente lo sarebbe stato presto.
    "Nascondiamoci" mormorò, la voce ridotta quasi ad un sussurro. "Nascondiamoci nell'ombra... il sole sta per sorgere. Non facciamoci vedere dal nemico."
    Quindi lo shinobi si mosse verso un vicolo in ombra, muovendosi verso nord per cercare di restare più in ombra possibile. La sua intenzione era quella di dare un'occhiata in giro, capire meglio come stavano le cose, comprendere come reagire... senza farsi individuare alla luce del nuovo giorno.
    Forse era solo suggestione, ma pensava che quella che avrebbe vissuto di lì a poco sarebbe stata un'alba di sangue.

    SPOILER (click to view)
    Abilità
    CITAZIONE
    Acrobatismo
    La forza di un Ninja non si misura dallo sviluppo dei suoi muscoli, ma dai suoi movimenti.” Seguendo questo insegnamento del suo Maestro, Masahiro si è sottoposto ad un allenamento molto duro e durato svariati anni, che gli ha permesso di mutare parzialmente la propria natura. Il risultato si è concretizzato nella capacità di spiccare salti più alti (3 metri) e più lunghi (10 metri) rispetto agli altri, di correre sui muri o di stazionarvi per ore senza perdere la presa o stancarsi (previo utilizzo di uno strumento idoneo), di muoversi con le capacità di un felino e soprattutto nella capacità di non subire alcun danno o di attutire le conseguenze di una caduta a seconda dell’altezza. Ovviamente una caduta da un dirupo (senza il fischio che copre le bestemmie di Wile E. Coyote) sarà fatale come per tutti gli esseri viventi sprovvisti di ali.
    Ciò non vuol dire che Masahiro sappia muoversi più velocemente degli altri, ma semplicemente meglio.
    Abilità passiva

    Sensi Arcani
    Grazie alla continua pratica dei poteri magici, anche prima di cominciare ad indossare la propria maschera, lo shinobi ha assunto una particolare capacità nota come "Sensi Arcani", graize alla quale chi la possiede è in grado di rilevare qualsiasi altra fonte energetica si trovi nei suoi pressi nel raggio di 15 metri quadrati senza bisogno di concentrarsi per ottenere lo stesso risultato. Inoltre la stessa capacità di percezione si estende a tutti i sensi fisici (i comuni cinque sensi umani), permettendo così al Ninja di non incorrere in inganni dovuti ad illusioni di livello basso o medio.
     
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  7. .Nihil
     
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    A differenza di tutti gli altri radunati nella sala, l'omuncolo non aveva dato segni di interesse per nessuna delle informazioni che stavano ricevendo. Tranne una.
    Si era mostrato impermeabile persino alla dichiarata apparizione sul campo - fin troppo prematura, a giudicare dal volto del lich-bambino. Ma non all'ultimo rantolo gutturale dell'altro uomo.

    « Non si fanno prigionieri. »


    Sorrise, tendendo i muscoli delle mascelle di un poco. Il risultato fu un suono sordo, contenuto dall'interno della sua bocca, di ossa che vanno in frantumi.
    Ingoiò rapidamente ciò che restava della sua merenda.

    Avrebbe avuto carne fresca, di lì a poco.

    [...]


    Attorno, al centro della città, c'era solo silenzio. Un silenzio teso e pesante, tipico dei momenti che precedono ineluttabili sciagure. Tipico delle cacce.
    E con il silenzio veniva l'angoscia, e l'ansia. L'adrenalina che pompa nelle vene, aumentando ad ogni nuovo battito di cuore.
    Ma non era tutto. C'era qualcosa. Altro, di molto diverso : come se un grande occhio invisibile stesse scrutando la scena.
    I sensi del mostro erano in allerta, voleva essere determinato e preparato, come il suo istinto gli diceva che era giusto, ciò non di meno era come se non ci fosse modo, stando lì, tra quegli edifici, di trovare punto o concentrazione.

    Ci si sentiva solo osservati. Ed angosciati per questo.
    La Fame scosse la testa, come a voler scacciare una mosca fastidiosa, sbuffando un rivolo di fiato subito ghiacciato nell'aria gelida dei cieli del nord.

    Non erano soli : addossati ai muri delle case che costeggiavano lo spazio della piazza stavano come bambole di pezza ripudiate i corpi - non ancora cadaveri, ma forse.. - dei soldati del presidio. Inutili quanto spazzatura, a giudicare dal modo in cui parevano spaesati, reggendosi a stento, stringendo le loro armi come fossero talismani contro il male, o raggomitolandosi su se stessi in attesa del fato.
    Conigli. E niente più che quello. Piccoli bocconi da far sparire facilmente.

    Prima che l'emblema di rame potesse sorridere ed avvicinarsi al più vicino dei gendarmi per assecondare il destino che legava insieme prede e predatore, ecco che uno dei due che con lui stavano nella sala - e che un anno prima erano stati ancora, in una grotta - spezzò il silenzio, costringendolo a voltare il muso nella sua direzione per guardarlo.

    Nascondiamoci nell'ombra... il sole sta per sorgere. Non facciamoci vedere dal nemico.


    Il pupazzo di carne piegò la testa di lato, riflettendo brevemente su quelle parole.
    C'era del vero? I coniglietti sarebbero stati ancora lì, dopo. E il fatto che fossero più o meno intatti non faceva una reale differenza.

    Ma nel palazzo erano stati chiari su una cosa : erano in guerra, e il loro primo dovere non era certo quello di assecondare la loro fame. La Coda non avrebbe apprezzato di certo.
    E così il divoratore annuì al guerriero anziano, spostandosi vero il lato opposto della piazza per cercare la tre chiazze di oscurità dei vicoli lasciate dalla notte in rotta un luogo confortevole in cui tendere la sua trappola a chi sarebbe arrivato per dar l'assalto alla Rocca di Najaza.


    Passive da considerare.
    Fiuto del Predatore : sensi e percezioni del divoratore risultano molto sviluppati e raffinati.Ideali per la caccia.
     
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  8. ~Vessiel.
     
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    Logico e scontato.
    Vessiel abbozzò un sorriso sarcastico sentendo le ultime specifiche dell'uomo riguardo la milizia cittadina. Quell'uomo probabilmente aveva sottovalutato la loro intelligenza, spiegando loro nient'altro che l'ovvio. Infondo se quei patetici soldati dell'esercito regolare fossero stati in grado di scongiurare la minaccia nei confronti del siniscalco, loro non avrebbero avuto alcun motivo per trovarsi in quel luogo, a combattere una guerra che non era la loro. Se erano stati convocati con tanta urgenza significava che le sorti della battaglia, per il leggittimo alfiere, non dovevano essere troppo positive.
    Il tempo a loro disposizione era però agli sgoccioli.
    I loro nemici erano arrivati.
    E loro avrebbero fatto di tutto per impedir loro di riuscire.
    Luciferò dirignò i denti, innervosito da quella fastidiosa interruzione. Avrebbe sinceramente voluto restare in quella così lussuosa stanza, magari con un buon sigaro tra le sottili dita, a conversare con il suo prediletto. Purtroppo non ne ebbe l'opportunità.
    Questioni - per gli altri, ma non per lui - ben più urgenti li costrinsero a lasciare la comodità di quel luogo.
    Nel giro di pochi minuti si ritrovarono in un contesto ben più rozzo, sporco e violento. Un luogo apparentemente inadatto ad un gentiluomo quale lui era.
    In mezzo al volgo, alla sporca plebe.
    La veemenza con la quale quelle persone si aggrappavano alla vita era quasi patetica.
    Però mai quanto lo spettacolo che offrirono loro le guardie cittadine. Queste, inutili come aveva già immaginato, sembravano versare in stato catatonico, per nulla in grado di affrontare le minacce che a breve li avrebbero travolti.
    Con stizza dovette ammettere che anche lui non si sentiva proprio benissimo. Quel corpo umano non stava funzionando al meglio: forse avrebbe dovuto cambiarlo, sostituendolo con uno dalle prestazioni migliori.
    Un suono spezzò la magia del momento, strappandolo dai suoi pensieri.
    Il ninja aveva parlato, aveva proposto un piano di battaglia.
    Solitamente Vessiel non avrebbe accettato proposte da esseri umani - creature notevolmente inferiori - tuttavia per quella volta si decise a fare un eccezione. In ogni caso non sarebbe cambiato nulla.
    Così, attraversò con estrema disinvoltura, quasi si trovasse ad un ballo in maschera, la piazza e si rifugiò all'ombra di un vicolo, fermandosi proprio al fianco dello shinobi.



    SPOILER (click to view)
    Passive Rilevanti.
      Auspex.
      E prorpio per questi motivi, una creatura come lui come potrebbe non essere sempre al corrente di tutto ciò che lo circonda? Come potrebbe farsi cogliere impreparato? Semplicemente impossibile. Prima della sua cacciata infatti era lui stesso un essere onniscente, che tutto sapeva e al quale niente poteva essere occultato. Adesso, nonostante si sia dovuto reincarnare, ha mantenuto comunque parte della sua onniscena: difatti grazie alla sua natura divina, Vessiel sarà in grado di percepire nel raggio di trenta metri qualsiasi emanazione energetica e qualsiasi aura vitale.

     
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  9. Khalphytrus
     
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    { Najaza, sede centrale dell'Enclave }
    pov - ??????

    A riaprirgli gli occhi sul mondo fu un senso di acuta vertigine, che sembrava coprire tutto ciò su cui posava lo sguardo con un sudario biancastro e brumoso: sbatté le palpebre un paio di volte, realizzando - non senza sforzo - di trovarsi supino sui piastroni di roccia incrostata della taverna di gilda, un piccolo corpo svenuto adagiatogli di traverso in prossimità dell'addome. Fece leva sulle palme spiegate, sollevandosi quanto bastava per esaminarlo: una ragazzina asciutta, magrissima e spigolosa - tanto da sembrare una bambola di carta - i cui lunghi capelli scuri ne coprivano il viso. Le poggiò una mano sulla spalla, scuotendola con dolcezza.

    « Mel? Mel? » domandò annaspando, la voce spezzata da un respiro avido ed arrochito dal coma. « Mel! » La ragazzina si mosse. Ne fu sollevato. « Phew. Ma che ca-- » si interruppe, ingoiando l'imprecazione « --volo è stato? » “Mel” si limitò a rivolgergli uno sguardo vagamente interrogativo, muta. Aveva grandi occhi verdi, dilatati a tal punto da apparire sporgenti. Non aspettandosi una risposta, le portò il destro sotto le ginocchia per issarsela in braccio, accompagnandola fuori dal localaccio. La ragazzina non oppose resistenza.

    [...]

    « Non so cosa sia successo, » sussurrò, passando in rassegna i corpi svenuti che affollavano le strade « ma qualcuno sta facendo del proprio meglio per decimarci la clientela. Tu che ne dici? » Ancora rannicchiata fra le sue braccia, Mel sollevò il viso per rivolgergli un secondo sguardo, non meno interrogativo del primo. « ... »

    « Capisco. » le fece eco, annuendo « Credi anche tu che lattughino non ce la farà passare liscia, se non facciamo qualcosa. » Il terzo sguardo di Mel si colorò di una sfumatura di rimprovero. « Oh, andiamo. Il soprannome piace anche a lui! » esclamò, continuando a camminare. « E' praticamente un suo ritratto: verde, a molti strati, »
    Si infilò nell'imboccatura di un vicolo, seguendo inconsapevolmente
    una scorciatoia verso la piazza principale.

    « e fa incredibilmente schifo in qualunque modo
    tu decida di cucinarlo.
    »

    Se lo lasciò sfuggire di bocca con un sorriso. Era certo che tanto Mel quanto
    Lord Aimon glielo avrebbero saputo perdonare.


    { Najaza, piazza principale }
    pov - partecipanti

    Il mondo sta iniziando a cambiare.
    Comincia con una vibrazione. Onde di energia, invisibili e costanti, che si espandono dalla colossale oscenità dalla quale siete appena usciti, gonfiandone le pareti e squassando tutto ciò che incontrano come un terremoto su piccola scala. Il gonfiore si evolve, mutando in accordo alla forza che sembra sollecitarlo da dietro le mura: chiostre di denti, impronte di lunghe mani artigliate e contorni di creature sconosciute cominciano a sollevarsi dalla pietra con l'impeto di chi erompe da uno specchio d'acqua inseguendo un respiro strozzatogli in gola. Un contorcersi disperato, capace di trasmettere null'altro che angoscia - ed un orrore tanto privo di logica quanto di parole. Scivolano sull'acciottolato della strada principale con il carattere di una torma di insetti, in ranghi scomposti eppure ordinati
    da una grande intelligenza collettiva.

    image
    Qualunque questa sia.

    -
    I pochi gendarmi risparmiati dal coma si stringono alle proprie armi con ancora più impeto. Qualcuno cerca di sollevarsi e combattere, ma non è che un istante: nei loro occhi si riflette solo una disperata richiesta di fuga, mortale o meno che sia. Le creature emerse dal palazzo dell'alfiere sono più che felici di accontentarli.

    Un tonfo sordo. Tegole che tremano sotto il peso di più passi. Sul vicolo erompe un fiotto di
    polvere calcinosa che alimenta il propagarsi di due grandi ombre.
    Non siete soli.

    { QM P o i n t ::
    CITAZIONE
    Le creature - di origine a voi sconosciuta - ciondolano lungo le strade della città come allucinate, attaccando i pochi gendarmi rimasti in maniera sporadica eppure ( almeno in apparenza ) inconsapevole. Siete liberi di descriverle come più vi piace, a patto di fare seppur blando riferimento all'immagine riportata qualche riga più sopra. I due galantuomini che sostano sul tetto di una delle case che compongono il vicolo dove Masahiro e Vessiel hanno trovato riparo possono essere meglio descritti con un supporto grafico [it]

    La piazza è circondata dalle creature, e buona parte di queste sono ammassate - vi è facile notarlo - all'imboccatura del viale che accede al palazzo del Nord: impraticabile farvi ritorno senza affrontarle. In questo giro, siete liberi di affrontarne una o due in maniera autoconclusiva ( Masahiro e Vessiel possono cercare di prenderle di sorpresa con un buon margine di successo ) tenendo in acconto che ciascuna di loro gode di un PU del 50% in forza e resistenza e una rudimentale manipolazione del non-elemento ( comprendente spuntoni, schegge ed alcuni costrutti geometrici ) fino a consumo medio. A seconda della prestazione, valuterò se e quali malus/bonus assegnarvi per il turno successivo.

    Per le domande, sapete dove rivolgervi. =)

     
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    Mago guerriero, amante dei gufi e signore della piromanzia.

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    Alcuni dicono dal cimitero, altri dal cielo notturno... Decidete voi da dove vengo.

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    Che si fosse trattato semplicemente d'istinto di conservazione o del frutto di esperienze passate, nascondersi nelle ombre si rivelò la scelta migliore: per quanto il galantuomo benvestito avesse commesso un errore tattico nel seguirlo invece di scegliere un'altra posizione, mettendo potenzialmente in pericolo lo stesso shinobi, in quel modo tutti e tre furono al sicuro da ciò che avvenne di lì a poco. Era difficile da credere, ma addirittura il palazzo dell'alfiere sembrò rigonfiarsi come un'escrescenza purulenta, dalla quale poi uscirono delle creature orrende e frutto solo dell'immaginazione dell'inferno.
    Erano piuttosto variegate nell'aspetto, ma tutte molto inquietanti: buona parte di esse sembrava costituita da pezzi sporgenti di metallo o di roccia tenuti assieme da qualcosa di sottostante, che ricoprivano completamente come delle spigolose corazze le creature ingobbite e dai volti simili alle maschere degli elmi di peggior fattura, con tanto di occhi sinistramente luminescenti. Persino alcuni dei loro arti superiori erano formati in modo tale da non avere delle mani, ma delle possenti lame affilate alle estremità. Altre creature erano invece più antropomorfe ed erano bene o male armate, ma le loro espressioni tradivano follia e sete di sangue.
    Le creature sciamarono dal portone del palazzo dell'Alfiere fino al vialone d'accesso e da lì per le strade del borgo, cominciando ad affrontare e a sopraffare i pochi gendarmi che ancora avevano la forza per restare coscienti e il coraggio di alzare le armi contro ciò che, purtroppo non potevano affrontare con le proprie sole forze. Avrebbe voluto andare ad aiutarli, pur con la fiacchezza che ancora percepiva su di sé, ma qualcosa lo indusse a non muoversi: un'ombra, anzi due, comparvero sopra lui e il damerino, facendo anche un certo qual rumore. Ciò che vide non poteva essere ben descritto: quello che potevano sembrare quei due esseri era definibile come due draghi non morti di dimensioni molto ridotte rispetto ad un drago adulto, ma comunque abbastanza grossi da sbranare una persona senza molti problemi. Sbranare non era forse il termine più adatto, visto che erano solo degli scheletri, ma le loro ali, per quanto malconce, presentavano delle membrane sufficientemente spesse da permettere evidentemente a quelle creature di volare. E con quei due mostri sul tetto, muoversi sarebbe stato impossibile, anche per il terzo "uomo" che si trovava distante, chissà dove.
    Doveva agire e alla svelta, ma un'azione rapida ed efficace gli sembrava difficile da realizzare in quel frangente. Ma forse avrebbe potuto fare qualcos'altro senza muoversi. "Dai fuoco alla nebbia..." mormorò quasi senza voce all'altro.
    Sarebbe bastato qualsiasi cosa: lui non poteva dare immediatamente fuoco alla Nebbia Piromatica che stava evocando attorno alle due bestie lì riunite, facendo in modo che sembrasse salire da un punto del tetto in mezzo a loro, ma una qualsiasi scintilla avrebbe semplicemente incendiato la nebbia e, sperava, i due mostri con essa. Ma anche nel caso in cui quell’altro non avesse voluto collaborare, la nebbia, con il suo calore, avrebbe quasi certamente sciolto la neve sul tetto, creando un pantano scivoloso che, alla lunga, avrebbe fatto precipitare i due mostri nel vicolo e allora avrebbe cercato di tagliare loro le teste a fil di tachi prima che si riprendessero.
    Era l’unico piano che avesse in mente e che potesse realizzare, perché qualsiasi altro piano avrebbe comportato muoversi, più lentamente del solito e del previsto, e perdere così l’elemento sorpresa, che sarebbe stato invece cruciale.

    SPOILER (click to view)
    Energia residua: 90%
    Stato fisico: illeso
    Stato mentale: teso e concentrato.

    Riassunto azioni: lo shinobi vede le creature rigurgitate dal palazzo che si riversano nelle strade e vorrebbe aiutare i gendarmi, ma l’arrivo dei due mostri sul tetto lo ferma e allora decide di usare la Nebbia Piromantica contro di loro, sperando che il suo compagno lì vicino riesca in qualche modo a dargli fuoco come lui non potrebbe fare nell’immediato. Se non potesse, conta su un effetto secondario della nebbia per far precipitare le bestie e farle fuori prima che abbiano il tempo di reagire, riflessi appannati permettendo.
    Abilità in uso: Acrobatismo (v. sopra)
    Sensi Arcani (v. sopra)
    Tecnica usata:
    CITAZIONE
    Nebbia piromantica
    Incantesimo tipico dei piromanti, il mago può evocare attorno a sé una densa nebbia rossa che danneggia lievemente chiunque si trovi all'interno ad eccezione dell'incantatore, che può anche sfruttarla come diversivo per scappare da un nemico o avvicinarsi a lui di soppiatto. In alternativa, il mago può decidere di incendiare la nebbia stessa e causare così ustioni di media entità. Il piromante deve però stare attento ad essere al di fuori della cortina, altrimenti anche lui resterà coinvolto nell'incendio da egli stesso creato. Il mago può avviluppare un'area pari a tre metri quadrati. Indipendentemente dall'esperienza acquisita, il piromante potrà mantenere la nebbia soltanto per 2 turni, di cui il secondo richiede consumi energetici inferiori rispetto al precedente.
    Tipo: Medio + Basso
    Consumo: 10% al primo turno + 5% al secondo

    (usato consumo medio)
     
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  11. ~Vessiel.
     
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    Sublime.
    In un attimo comprese di aver fatto bene a seguire il ninja.
    Tutta l'apatia che aveva provato fino a quel momento scomparve in un istante.
    Il bel volto, fino ad allora contratto in un espressione piuttosto indifferente si distese, lasciando spazio ad un gioioso sorriso di meraviglia: le labbra si schiusero leggermente, lasciando trasparire il suo stupore.
    Da quella postazione infatti, protetto dalle ombre, potè godersi al meglio il magnifico spettacolo che si presentò. Prima ancora di vedere il mutamento, lo percepì. Percepì una potenza magica enorme espandersi dal palazzo dell'alfiere, fino ad esplodere nella realtà circostante, vomitando dal nulla una folta schiera di grottesche - e meravigliose - creature. Assistette a quello spettacolo come fosse in stato di trance, incapace di pronunciare una qualsiasi parola, assuefatto da quell'esplosione di oscurità.
    Quelle creature l'avevano come ipnotizzato.
    Nemmeno quando attaccarono i pochi gendarmi superstiti l'incantesimo si spezzò, anzi, per un istante Vessiel provò il forte impulso di dar loro aiuto, spazzando via quegli inutili umani.
    Come avrebbero mai potuto opporre resistenza a simili capolavori?
    Un enorme, sublime ammasso di lame, di ossa e di deformità. Il festival dell'oscenità.
    Il tutto rispecchiava perfettamente i macabri gusti di Lucifero, rendendolo gioioso e di buon umore.
    Ad interrompere il suo giubilo però fu l'arrivo di due di quelle creature nelle loro vicinanze. Le vide chiaramente su un tetto a poca distanza da loro. Potè ammirarle da ancora più vicino. Il loro aspetto ricordava vagamente quello di un drago privo di carne e composto unicamente di ossa. Una vista piuttosto affascinante.
    Purtroppo però, prima che potesse muoversi nella loro direzione, lo shinobi gli fece notare che avrebbero dovuto distruggerle. Vessiel si voltò immediatamente nella sua direzione, con un espressione sconvolta stampata sul volto, fissando il giovane come se avesse pronunciato una qualche blasfemia. Così rimase per qualche secondo, fino a quando non si trovò costretto a concordare. Serrò la mascella colto da disappunto quando realizzò che probabilmente quelle creature non avrebero condiviso la sua meraviglia; quasi sicuramente gli si sarebbero scagliate contro puntando solo ad ucciderlo.
    Ma a pensarci bene non si trattava di nulla di così tragico.
    Avrebbe trovato l'artefice di quelle informi meraviglie e a lui avrebbe chiesto informazioni su di esse. Ne era rimasto affascinato, tuttavia non potè far altro che assecondare i piani dello shinobi.
    Agirono rapidamente, coordinando le loro offensive.
    Non appena vide i mostri circondati e bloccati dalla cortina fumogena dell'alleato, piuttosto a malincuore, Vessiel, concentrandosi per un solo istante e con un semplice movimento della mano, attaccò le due creature. Oscure lingue di fuoco sarebbero scaturite dalle sue dita e avrebbero avvolto i corpi delle due sfortunate entità: o almeno questo sarebbe successo se non vi fosse stata di mezzo anche la magia del ninja. Difatti, non appena le sue fiamme arrivarono a contatto con essa, diedero vita ad una potentissima deflagrazione, la quale travolse in pieno i mostri, disintegrandoli all'istante.
    Un lavoretto semplice e pulito.
    Ma poco silenzioso.



    SPOILER (click to view)
    Energia Utilizzata: 20%
    Energia Restante: 80%

    † Fuoco Eterno: A Me! †
    Essendo Luciero il Signore degli Inferi è ovviamente in grado di manipolare il fuoco come meglio crede e preferisce, abituato da sempre a bruciare le anime dei peccatori nelle fiamme eterne dell'Oltretomba. Questa tecnica si basa appunto sulla sua capacità di controllo sul suddetto elemento. Tramite un movimento della mano, con l'indice posto ad indicare un determinato bersaglio, una potente fiammata di fonte sacrilega scaturirà lesta e potente in linea retta, fino ad una gittata di dieci metri, gli effetti seguenti saranno logici. Trattandosi di fiamme magiche qualunque cosa con la quale verranno a contatto s'infiammerà, che siano materiali infiammabili o no. Se colpito un'avversario le fiamme causeranno ingenti danni da ustione sacrilega, che tenderanno a propagarsi dal punto di partenza per cercar d'investire l'interno corpo.
    . Elemento: Fuoco - Consumo Alto .

    Note: Ci hai detto di essere autoconclusivi, quindi spero di non aver sbagliato nulla. Onestamente non penso di aver peccato in sportività: infondo li abbiamo travolti entrambi attaccando dal nulla, sfruttando a nostro vantaggio l'effetto sorpresa e una buona combo offensiva. =D
     
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  12. .Nihil
     
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    Un tremito enorme, uno scossone, e la piazza della Città delle Stelle che esplode in un girone infernale. Le fiamme si levano alte ed impossibili.

    Il predatore era ancora immobile, con il buio che gli faceva da coperta, celandolo al mondo, mentre attorno il mondo era mutato con un tremito profondo, intimo.
    Dove prima non c'era nulla, in un solo battito di cuore eccoli, arrivare dall'altove, comparendo da muri e strade. Mostri sconosciuti apparsi per portare morte in città : perchè era piuttosto chiaro che il loro scopo poteva essere solo quello.
    Uno strumento come lui non faticava affatto a leggere l'utilità di altri strumenti, proprio come quelli.

    Il pupazzo inspirò nel buio, tendendo muscoli e tendini sullo scheletro, preparandosi per agire a sua volta. Fame aveva un compito, e nulla al mondo gli avrebbe potuto impedire di adempierlo.

    A meno di venti passi un assalitore stava consumando un gendarme. Letteralmente, facendolo a brandelli senza ritegno. Zanne ed artigli che si andavano mescolando alla neve, al sangue, a brandelli di intestino e fegato strappati via.
    E non era il solo : la morte aveva fisso il suo sguardo sul Paese delle Stelle Cadenti, quel giorno.

    Espirò finalmente, dopo un tempo che pareva non voler finire, e con uno schiocco secco mascherato dalle grida dei moribondi l'omuncolo spalancò le sue fauci.
    Scattò avanti, lanciando in avanguardia la sua lunga lingua, in assalto all'attaccante a lui più prossimo - intento a divorare una spalla ad un armigero morente.
    Sembrava non essere il solo che apprezzava dilaniare, dopotutto.
    Vide il suo nemico rendersi conto del suo assalto, abbandonando il corpo a terra, come una bambola di stracci, per fronteggiarlo.
    Un colpo violentissimo di uno degli arti irti di aculei del suo antagonista aveva deviato la lingua.
    Ma non era niente che l'omuncolo non si aspettasse.

    Gli si fece incontro con uno scatto inumano, divorando il terreno sotto ai suoi piedi in pochi istanti; la mandibola penzolava disarticolata, e più ancora, allargando la sua gola sempre più, sempre più.
    L'altro non rimase però immobile, aggredendolo a sua volta con un poderoso montante alla bocca dello stomaco.

    Tutto, però, ora oramai inutile. La lingua, ritirandosi di nuovo tra le fauci del Nulla, si era avviluppata con uno schiocco di frusta al braccio che lo aveva appena colpito, strattonando quel bastardo, dandogli di nuovo qualcosa a cui pensare mentre lui si apprestava alla mossa successiva.
    Digerirlo, lì ed in quel momento.

    Un fiotto di vapore gli uscì dalla bocca, intossicando l'aria tutta attorno. Il corpo del gendarme smembrato già andava corrompendosi, mentre i tessuti si liquefacevano lentamente ma inesorabilmente, uno dopo l'altro.



    Lick it! - Passiva; Lingua prensile.
    Dimensioni Considerevoli - 2,5omt per 11o kg.

    Rapidità - Scatto potenziato in rapidità come tecnica media (-1o%) [9o%]
    Corrodere - Tech di corrosione; spesa alta (-2o%) [7o%]
     
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  13. Khalphytrus
     
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    { Najaza, piazza principale }
    pov - partecipanti

    L'esplosione vi scrolla di dosso alcuni scampoli del vostro incubo comunitario, rendendovi più lucidi e guardinghi. Le creature rimaste a presidiare la piazza, da che ciondolavano inerti consumando i corpi privi di sensi, voltano i brutti musi butterati in sincrono verso la sua fonte. Un gruppuscolo di démoni accenna a muovere un passo verso il vicolo, arrestandosi a metà gesto per il guaire infuriato di un loro compagno: ad una decina di metri di distanza, in prossimità dell'imboccatura del viale che porta al palazzo del Lord, potete vedere uno degli abomini immerso all'altezza della vita in una polla informe che cerca disperatamente di uscirne fuori. Una figuretta lontana, dai contorni sfocati, gli si avvicina con passetti scanditi dalla circospezione per poi schiacciargli il palmo sulla fronte: il démone viene attraversato da contrazioni improvvise, violentissime e discordanti, scomponendosi in un coagulo di blocchi diseguali che cadono al suolo con uno scroscio di tonfi ovattati. Gli abomini in allerta, da che erano spettatori, decidono - così immaginate - di vendicare il compagno caduto. Non appena una coppia di questi attenta a correre verso la sagoma, un ventaglio del piastrellato si scoperchia per far spazio ad una distesa di umori grumosi e grigiastri, simili a creta liquida. Parte della masnada riesce a trascinarsi lungo la mota, artigliando il malcapitato alla caviglia. Potete vedere, aguzzando la vista,
    che sta cercando di divincolarsi mentre altri démoni strisciano verso di lui
    uggiolando lamenti inintelligibili. E' piuttosto basso.

    « Giù - » è una voce disincarnata, carica di livore; inequivocabilmente maschile. « - le - » una propaggine affusolata e torbida di energia elementale si leva sullo scenario, altissima, sommergendolo in un lucore verdastro. Vi è adesso facile notare come la sagoma appartenga ad una ragazzina stretta in una lunga divisa imbottita, poco meno che adolescente. « - mani. » Il tentacolo elementale si inarca, assottigliandosi. Infilza la creatura con la grazia di un serpente in caccia, trapassandola nella zona molle a cavallo fra il collo e le giunture delle spalle. Inchiodatola al terreno, la propaggine si gonfia fino ad esplodere, lasciando dietro di sé solo le impressioni di coriandoli luminescenti
    ed un uomo sottile prono sulla carcassa, una zweihander confitta
    all'altezza del colpo avvenuto.

    image

    Sfilza lo spadone dal corpo, disimpegnandosi con eleganza. I démoni, scontato un attimo di sconcerto, riprendono la carica interrotta. Lo sconosciuto si solleva, portandosi alle spalle della bambina e posandole la destra sul capo. L'arma - assicurata ad un'imbragatura di cuoio posta dietro la schiena - sembra essere scossa
    da piccole vibrazioni intermittenti.

    « Ehi, tu. » bercia con un pesante accento del Nord, puntando l'indice della mano libera contro il mostro più prossimo. L'interpellato, dalla vacua demenza della sua espressione, non doveva sentirsi chiamato in causa.
    « Sì, proprio tu. » lascia scivolare il palmo dal capo all'orecchio sinistro della bambina,
    premendolo contro la tempia. Sembrava non volerle far udire qualcosa.
    « Puttanella. » Il braccio teso si affusola, mutando in un secondo tentacolo elementale che raschia via la testa dalle spalle del démone in un solo attacco. Torna in resta subito dopo con un risucchio, ricompattandosi nella propria forma originale. I superstiti, del tutto insensibili alla dimostrazione, non desistono - anzi: sembrano incattivirsi. « Phew. » sospira, reprimendo ad intenzione incompiuta la pulsione di sputare a terra. « Mica male, eh? Eh? » la bambina solleva il viso, sorridendogli. « Solo un secondo, Mel. » e le porta anche la destra contro l'orecchio corrispondente, tappandoli entrambi. Gonfia il petto, nel preparativo di un urlo.

    « UN PO' D'AIUTO FAREBBE FOTTUTAMENTE PIACERE, QUI. » altra inspirazione
    « NON POSSO ATTIRARLI VIA DA VOI STRONZI IMBALSAMATI PER TUTTO IL GIORNO. »

    La richiesta, per quanto applicabile a qualunque pattuglia sciolta di gendarmi
    ancora storditi dal terrore, sembra rivolta inequivocabilmente a voi.
    Non vi rimane che un modo per scoprirlo.

    { QM P o i n t ::
    CITAZIONE
    Il combattimento vi ha restituito vigore. Per i prossimi due turni di gioco, i malus derivati dalla tiara sono da considerarsi nulli. Passando a cose più concrete: l'orda rivolge tutta la propria attenzione verso i nuovi venuti, sciamando dagli interstizi di altri vicoli a voi sconosciuti e dall'estremità opposta della via principale, radunandosi ( come descritto ) ad una decina di metri alla destra di questa - idealmente, l'estremità nord-ovest della piazza. Soccorrendo lo sconosciuto che sta agendo da esca, potreste avere occasione di spazzare via tante creature da creare un varco verso il palazzo.

    Per qualunque domanda, il topic di bando è a vostra disposizione. =)

     
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    Mago guerriero, amante dei gufi e signore della piromanzia.

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    Il damerino arrivò ad attaccare subito dopo la comparsa della nebbia piromantica evocata dallo shinobi utilizzando una fiammata piuttosto potente, che sarebbe forse bastata da sola a spazzare via i due mostri. Ciò che avvenne in quel momento fu ancora più risolutivo, ma anche inatteso: al solo contatto con la vampata, la nebbia semplicemente esplose!
    *Ma che diavolo...?* si chiese lo shinobi sobbalzando per la sorpresa più che per la violenza della reazione improvvisa. *Endlos ha effetti sempre più strani sui miei poteri: molti sono ancora sopiti e ora la nebbia non solo si disfa prima, ma ora addirittura esplode a contatto con una qualsiasi scintilla?*
    C'era di che preoccuparsi, ma non ebbe il tempo di approfondire la questione, perché ovviamente il gran botto, sebbene non avesse miracolosamente sventrato tutto l'edificio, aveva attratto l'attenzione pressoché generale dei mostri presenti. Lo shinobi non disse allora niente e si apprestò a sfrutare il residuo effetto sorpresa per balzare fuori e falciare quanti più nemici potesse prima di battere in ritirata, quando avvenne qualcosa di più inatteso ancora: uno strano individuo fece la propria improvvisa comparsa, tenendo vicino a sé una bambina, di cui progessivamente coprì le orecchie e gli occhi mentre falcidiava con estrema facilità alcuni demoni. Ad un certo punto però chiese aiuto, in una maniera non propriamente cortese, sostenendo di non potersi occupare di tutti i mostri per tutto il giorno.
    Sebbene le apparenze indicassero le guardie ancora coscienti come destinatari della richiesta, il Ninja comprese che in qualche modo coloro dovevano rispondere alla richiesta erano ben altri... nello specifico loro tre.
    Ma altrettanto misteriosamente, la strana sensazione di oppressione che aveva provato fino a quel momento si dissipò come una nebbia di fronte al sole, rinfrnacando lo spirito del vecchio mezz'elfo. Ciò non risolveva il problema principale rappresentato dall'orda dei demoni che si trovavano in piazza e che si stavano avvicinando all'uomo sconosciuto dalle posizioni più impensabili, ma avrebbe di certo contribuito ad uscire dalla situazione.
    Anche se non gradiva molto l'atteggiamento del nuovo arrivato, lasciarlo in difficoltà non era nelle sue intenzioni. Quindi mormorò al damerino di fianco a sé: "Io vado. Colpisci nel mucchio il centro dello schieramento."
    Subito dopo uscì dall'ombra del vicolo, o di ciò che ne sarebbe presto rimasto, e corse contro i nemici più vicini a tachi sguainato. La particolarità dello shinobi però fu data dall'impossibilità di scorgerne una sagoma definita, perché ancora una volta fece ricorso ad una delle tecniche più caratteristiche e più versatili del suo clan e il potere dello Scatto Oscuro lo rendeva un bersaglio difficile da vedere, oltre che da fermare. Grazie alla sua velocità, avrebbe aggredito quelle grottesche creature alle spalle, prima che potessero accorgersi del suo rapido avvicinamento e, qualora ci fosse riuscito, li avrebbe decapitati. La lama, altrettanto sfocata ed impugnata al contrario nella tipica maniera dei Ninja, avrebbe poi cercato altri organi o altre teste in una rapida corsa verso destra, continuando a colpire e ad allontanarsi, senza mai entare nell'orda nemica, ma stuzzicandola e taglieggiandola dall'esterno, fungendo così da seconda esca. La sua rapida e continua tattica di "toccata e fuga" non era però solo un modo per temporeggiare, perché in quel modo avrebbe confuso i nemici, permettendo allo sconosciuto di occuparsi di altri mostri dal proprio lato e agli due suoi compagni di sventura di agire in maniera più incisiva e decisiva.
    Tutto stava a vedere quanto la fortuna li avrebbe aiutati.

    SPOILER (click to view)
    Energia residua: 80%
    Stato fisico: illeso (per il momento)
    Stato mentale: concentrato e pronto a tutto.

    Riassunto azioni: Lo shinobi è sconcertato per l'imprevista ed inusuale reazione esplosiva della propria Nebbia Piromantica, ma lo sviluppo degli eventi non gli permette di analizzare meglio l'accaduto. Si prepara a combattere quando l'arrivo del misterioso individuo e della ragazzina al suo fianco lo spinge ad osservare la situazione fino a quando non gli viene richiesto aiuto. Constatando anche che il senso di oppressione di poco prima sembra svanito, si lancia all'attacco, lasciando istruzioni all'altro compagno a lui vicino e si lancia all'attacco con lo Scatto Oscuro (v. sotto), utilizzando una tecnica di toccata e fuga lungo il "bordo esterno" dell'orda di mostri, nella speranza di fare abbastanza danni da permettere agli altri di colpire abbastanza duramente.

    Equipaggiamento in uso:
    CITAZIONE
    Semper Fidelis
    Si dice che quando un’arma resti integra dopo tante battaglie, assuma alcune caratteristiche peculiari del suo possessore. Tale è il caso di questo tachi, che dopo anni di permanenza nelle mani di Masahiro è diventato infrangibile e resistente ad ogni condizione di temperatura. Inoltre il nome deriva da un’altra caratteristica peculiare: se viene separato dal suo padrone, quest’ultimo, con un basso dispendio energetico, può richiamare il Semper Fidelis dovunque esso si trovi, facendolo viaggiare attraverso l’aria come se esso avesse una propria volontà autonoma di viaggiare fino a ritornare dal Ninja. Ovviamente, però, ostacoli fisici della più varia natura possono fermare il viaggio della lama e costringere così Masahiro ad effettuare un nuovo richiamo.

    Abilità in uso: Acrobatismo (v. sopra)
    Sensi Arcani (v. sopra)
    Tecnica utilizzata:
    CITAZIONE
    Scatto Oscuro
    Questa tecnica è tipica degli Oboro, il clan di Masahiro. Essa consiste nel non trovarsi più dove l’avversario aveva mirato il suo attacco, mediante un rapidissimo spostamento orizzontale. Ciò avviene perché l’energia interiore del Ninja viene accumulata e rilasciata all’improvviso, permettendogli di spostarsi con una rapidità tale da lasciare solo una scia oscura che dà il nome alla tecnica. L’utilizzo dello Scatto Oscuro è possibile anche a mezz’aria, ma anche in quel caso è possibile muoversi soltanto orizzontalmente, quindi di traverso rispetto alla direzione della forza di gravità.
    In termini parametrici, lo shinobi impiega la sua energia in misura variabile alle sue esigenze per aumentare all'improvviso la sua velocità o la sua agilità proporzionalmente al consumo delle proprie forze, sia esso in uno o in due turni.
    Tipo: Variabile
    Consumo: Variabile Medio
     
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  15. .Nihil
     
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    Un urlo che a differenza di tutti gli altri era articolato si era alzato forte a spezzare il chiasso della piazza.
    I mostri erano stati ingaggiati da qualcuno che non erano loro, che non erano le guardie e che non era il cibo con cui i loro avversari stavano pasteggiando.

    Lasciò la polla ribollente di poltiglia viscosa abbandonata sull'acciottolato della via. Prima che lui agisse quelli erano un mostro ed un uomo. Ora erano niente più che liquame.
    Senza uno sguardo indietro, il pupazzo di carne si diede a portarsi a ridosso dello schieramento nemico mentre, non lontano da lui, uno dei suoi compagni scattava via, oltre il suo nascondiglio, per seguire anch'egli la chiamata del difensore sconosciuto.
    Le gambe del Nulla correvano rapide sulla fredda pavimentazione, le sue unghie lasciavano solchi biancastri sulla superficie delle pietre.

    La torma delle bestie emerse poco prima dal niente era tutta concentrata su quell'uomo magico : prenderli alle spalle, abbattendone alcuni, non doveva essere troppo difficile. Senza contare l'abilità con cui quello stava facendo altrettanto dal fronte.
    Solo una cosa lasciava dubbiosa una parte dell'animo dell'omuncolo - quel briciolo di coscienza che ancora poteva dirsi razionale : quanto senso aveva portare una bimbetta in battaglia?
    Ma forse non aveva altro posto dove metterla al sicuro.

    Con l'ennesimo schiocco la mascella dell'omuncolo si era aperta di nuovo, e di nuovo oltre le possibilità dell'umanamente concepibile.
    La lingua, di nuovo, era schizzata fuori veloce e potente, mirando con precisione al centro delle scapole del nemico più vicino, ultimo della fila.

    Si sarebbe pasteggiato presto, e a lungo.
    E abbattuto quello sarebbe passato a quello avanti, e a quello avanti ancora, mentre i suoi compagni di giochi avrebbero fatto quanto dovevano sui lati della formazione di quelle bestie.
    Il ninja si era già mosso, infatti, determinato.



    Lick it! - Passiva; Lingua prensile.
    Dimensioni Considerevoli - 2,5omt per 11o kg.

    Rapidità - Scatto potenziato in rapidità come tecnica bassa (-5%) [65%]
    Percuotere - Il colpo di lingue viene scagliato a potenza media (-1o%) [55%]
     
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