[CSV] Alleanze

Prima Assemblea dei Saggi

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    A lungo e con nebbiose trame il Destino fila il Mondo, e però ogni evento è rapido e chiaro quando Deve manifestarsi, sicché pochi s'accorgono del lavoro nascosto dietro, come chi osservi meravigliato un diamante e non s'accorga che la terra ha lavorato mille millenni per generarlo.
    Ora, molte cose all'Est si mostrarono per ciò che furono state ideate, ed alcune, più di altre, vennero accolte con letizia e giustamente glorificate; e però ancora vi erano, nel grembo della Sorte, eventi di là da venire, taluni grandi come gli alberi che abitarono il primo mondo, talaltri lievi e sottili come steli d'erba sui prati della Storia. Ora si parlerà d'un ponte fra terra e cielo, retto dalla Conoscenza e dai suoi Custodi.

    Avvenne infatti, presso le sagge arie di Palanthas, che una creatura del cielo atterrò nei verdi giardini della Biblioteca, florida presentazione di questa: un grifone era, e al collo recava un rotolo di carta: fra tutti i Custodi, Erelamarth Celebliant sempre dimorava nel palazzo, e più di tutti osservava ciò che in esso avveniva, così come nei territori esterni ancora sotto il santo giogo della Biblioteca.
    Allora il Guardiano, che con gli occhi dell'anima aveva udito e sentito tutto, uscì dalla propria stanza, Amarthrind sempre a seguirlo roteando, e varcò l'uscio di Palanthas per incontrare il fiero animale; questi non si mosse, né aggredì lo Zero, e mentre l'Essenza leggeva il messaggio scritto nella pergamena, la creatura restò forte e glaciale ad attendere il comando del Celebliant.
    Proveniva da Laputa, e chiedeva che il Magisterium e Palanthas dell'Est potessero unirsi in un'alleanza, favorendo e perpetrando scambi di materiali e di sapere, e però non era tutto: colui che di suo pugno aveva redatto la richiesta, Yoko Saddler, auspicava un dialogo diretto, di lì a qualche giorno, per esporre con più precisione e approfondimento ciò che dai Saggi andava cercando.

    Mai si dica che il Celebliant comandi solo nel palazzo! Che pure da Guardiano egli poco poteva in solitudine, e tutta la gloria e la potenza erano date dall'essere parte d'un Ordine: un'Ordine nel quale ciascuno aveva uguale diritto e dovere.
    Ciò premesso, per una tale decisione occorreva il consenso, nonché l'informazione di ogni altro Saggio, e solo per maggioranza poteva esser decretato un sì od un no.

    Rientrò l'Arcobaleno allora fra le belle mura, e prima di recarsi nel luogo dove l'assemblea si sarebbe tenuta, con voce nulla e chiara e forte parlò all'aria del palazzo, pure che ciò che disse a questa non fosse rivolto:

    -La nostra grandezza, la nostra Conoscenza è desiderata altrove, e Laputa chiede alleanza. Grandi Saggi di Palanthas, accorrete alla mia chiamata! Sia indetto un consiglio! Decideremo se accogliere o meno ciò che il Magisterium ci domanda!-

    Le iridescenti parole vibrarono antiche e giuste fra le grandi aule della Biblioteca, ciascuna per ogni Saggio, dovunque questo fosse, invitandolo ad unirsi in assemblea per deliberare.
    Ciò detto, Erelamarth Celebliant s'incamminò verso la grande rampa di scale, ma non la salì: invero la sorpassò, dirigendosi dietro questa, dove tre porte stavano, al limitare della costruzione.
    Quelle ai lati avevano una sola anta, ed erano di bianco legno, e ciascuna recava una maniglia d'oro; quella centrale, invece, era più grande ed aveva due ante di marmo, e per maniglia aveva madreperla. Ecco il salone del consiglio, dove i Grandi Saggi sedevano per discutere questioni di grande rilievo, o dipanare matasse complesse di argomenti inerenti più Vie; ai lati invece, erano gli alloggi dei Monaci, manutentori di libri e fidati domestici del palazzo.

    Lo Zero entrò nel grande salone e prese posto al tavolo nel centro, attendendo che gli altri facessero lo stesso.
    Vi erano arazzi per i muri della sala, e mappe e dipinti essendo l'unico luogo nel quale ciascuna Via nasceva e si diramava, e dove infine trovava compimento: qui Symphonia si mescolava con Nazara e con Sophia, con Obeah, Khymeia e con Regalia, e tutte assieme si mescolavano a Dharma. Molti colori vi erano, ma non avevano ordine, né rispecchiavano la collocazione delle sedie; piuttosto ciascun colore era ovunque e in nessun luogo, sicché tutto era uguale e diverso, e infondo vi erano grandi finestre che consentivano l'accesso ai giardini retrostanti Palanthas, e sul soffitto un grande lampadario di cristallo, nel quale ogni luce veniva da da bianche gemme, ciascuna illuminata dal fulgore della Conoscenza pienamente realizzata. Anche nella cupa notte quella sala risplendeva come giorno, perché tale è il dono del Sapere: un giorno senza buio, perché tutto rende luminoso il fiero lucore della Conoscenza.
    Al centro, come si è detto, vi era un grande tavolo circolare, contornato di sette sedie, e però queste non erano disposte a eguali distanze l'una dall'altra: al centro, di spalle alle finestre, ve ne era una sola, e alla destra e alla sinistra di questa vi erano altri tre seggi; dal grigio legno del tavolo ogni trono prendeva colore, sicché quello solitario era argenteo e iridescente assieme, e a destra ve ne era uno rosso, uno arancione ed uno giallo; a sinistra, invece, uno era indaco, uno azzurro e l'ultimo verde.
    Ora, il seggio che che stava solo rappresentava Dharma, la Via centrale; subito a destra di chi sul Dharma sedeva era la Rossa Via di Sophia, e a scalare l'Arancione Nazara e la Gialla Symphonia. All'immediata sinistra di chi era sul Dharma ecco l'Indaco di Regalia, e a scendere l'Azzurra Khymeia e la Verde Obeah.

    Così, Eru Elen Amarth, che aveva preso posto al solitario trono di Dharma, attendeva che ogni altro Saggio convenisse a consiglio e mostrasse il proprio sapere e la propria giusta potenza in quei luoghi.

     
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    -REUNION-


    Le giornate, nel placido ambiente di Palanthas, sembravano un ininterrotto ruscello di momenti quieti e gioiosi, trascorsi nell'anelata pace che da sempre è feconda di nuove rivelazioni. Quanti spartiti aveva riempito, quanti accordi aveva provato, in quei brevi mesi che l'avevano visto ergersi a Custode della dotta via di Symphonia. Un Ozio operoso, corroborato qua e là da quella lieta interruzione che era il suo mestier di Precettore di Misericorde: in egual modo, infatti sembrava godere di entrambe le sue occupazioni, e mai avrebbe voluto distogliersi da esse.
    Poi, la voce chiara del Celebliant risuonò fra le maestose aule di Palanthas, a richiamo del consesso di Saggi che insieme a lui laggiù dimorava.

    -La nostra grandezza, la nostra Conoscenza è desiderata altrove, e Laputa chiede alleanza. Grandi Saggi di Palanthas, accorrete alla mia chiamata! Sia indetto un consiglio! Decideremo se accogliere o meno ciò che il Magisterium ci domanda!-

    Senza esitazione il Bardo accorse alla chiamata, forte di quel fine udito che era suo vanto e gloria, come si addice ad ogni trovatore degno di tal nome. Mai era accaduto che una chiamata di Amarth fosse sì vigorosa e accorata, e d'altra parte mai evento fu più importante.

    Saltellando, percorse i gradini a tre a tre, fischiettando una melodia infantile. Era piuttosto emozionato, giacchè molti racconti aveva udito riguardo il Presidio Errante: probabilmente avrebbe potuto trarne almeno un centinaio di componimenti, se avesse avuto il piacere di contemplare Laputa la Grande!

    Nella sala del concilio Amarth aveva già preso posto: il Pifferaio lo salutò con calore, e probabilmente l'avrebbe abbracciato con forza, se non fosse che probabilmente avrebbe suscitato grande imbarazzo. Gustò per qualche istante gli arazzi e le decorazioni, che dipingevano un caleidoscopio di colori e conoscenze tutt'attorno a loro. Poi prese seggio al grande tavolo circolare, in una delle 7 sedie.
    Gialla era la via di Symphonia, e fu lì che il suo custode prese posto:

    - Mae govannen, nìn mellon! -

    Disse all'amico, poggiando i gomiti sul piano, ed apprestandosi ad attendere, con sguardo sognante, l'arrivo di tutti i Saggi di quel glorioso concilio.

     
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    Quando la voce del Celebriant si levò per i corridoi di Palanthas, Arthur Friederick Giles, custode della via di Khymeia, ammirata quanto temuta, sedeva placido nel suo piccolo regno, controllando gli ultimi risultati riguardanti alcuni esperimenti da lui stesso eseguiti sulla materia. In quel periodo, infatti, preso dalla noia, aveva iniziato ad eseguire a tempo perso esperimenti in cui trasformava materia in energia e viceversa, giungendo a nuove, mirabili, scoperte. Ma Arthur non era mai stato un tipo eccessivamente loquace, e fino a che non lo avesse ritenuto opportuno, avrebbe tenuto per sè quella scoperta, un pò come gran parte della scienza di cui era il massimo esponente a Palanthas. Non era per dispetto nè un tentativo di rendersi superiore agli altri esseri, più che altro la consapevolezza di ciò che quella, come molte altre precedenti scoperte, comportava; condividere qualcosa di grande era cosa buona e giusta, ma dare un'arma a gente non del tutto cosciente di ciò che maneggia era delitto assai più grave.
    Forse la sua non era poca loquacità.
    Forse il suo silenzio aveva delle ragioni profonde.
    O forse era solo un immortale che amava troppo gli uomini.

    Sospirò sollevandosi dalla poltrona in velluto rosso, nascondendo i suoi appunti in un doppiofondo ben piazzato nel cassetto della sua scrivania che, probabilmente per eccessivo zelo, fu anche chiuso a chiave. Dopodichè, con tutta la calma del mondo, si avviò verso la sala che per loro fungeva da tempio sacro ed inviolabile; era lì infatti che tutta la conoscenza si fondeva un un'unica cosa, dove diverse grandi menti si confrontavano e comprendevano, agendo in totale accordo l'una con l'altra. Ed intanto rifletteva sulle parole del Celebriant, e sull'idea che forse non sarebbe poi stato male aprirsi a nuove alleanze. Tutto, ovviamente, con senno e determinazione dato che, almeno per il momento, non sapeva nè cosa volessero nel dettaglio, nè le tempistiche.

    Ma di quello avrebbe pensato nel concilio.

    -Arthur è presente.

    E con ciò andò a sedersi garbatamente sul piccolo trono in azzurro, in attesa che tutto cominciasse.

     
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    Il fruscio di carta antica si succedeva a intervalli regolari nel silenzio assoluto dell’aula circolare, accompagnandosi ad un ronzio basso e continuo -intervallato di tanto in tanto da un crepitio sommesso- ogni volta che, tra una pagina voltata e l’altra, il Raitei si soffermava ad elaborare concetti troppo complessi e sconosciuti oppure già sentiti e familiare, a seconda che le letture lo conducessero a cimentarsi in uno sforzo mnemonico o interpretativo.

    -La nostra grandezza, la nostra Conoscenza è desiderata altrove, e Laputa chiede alleanza. Grandi Saggi di Palanthas, accorrete alla mia chiamata! Sia indetto un consiglio! Decideremo se accogliere o meno ciò che il Magisterium ci domanda!-

    D’un tratto, la voce del Celebliant riecheggiò autorevole e disincarnata per l’aria immota della stanzetta, e fu allora che -con tutta calma- il gigante si concesse di staccare le iridi grigie come perle dalle righe stampate che andava scorrendo rapidamente con lo sguardo, per levare il viso alla volta a cupola che sormontava le pareti.
    Il corno ureo, che emergeva dalla nube crespa e soffice di capelli blu, fu percorso da una scintilla;
    poi, con un gesto distratto ma abituale della mano, il demone delle tempeste chiuse il tomo.

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    Le doppie porte di marmo della Sala delle Riunioni si aprirono al suo cospetto, lasciando che l’ambiente regale e confortevole -bagnato di tutti i colori dell’arcobaleno- lo accogliesse al suo interno come un grembo materno, prima che i battenti si richiudessero silenziosi alle sue spalle, ruotando dolcemente sui cardini bene oliati e sigillando tutti i membri dell’enclave nello spazio sacrale e inviolabile di quel sancta sanctorum.

    Gli occhi grigi e vacui del demone delle tempeste abbracciarono in una sola occhiata gli arazzi e la tavolata, soffermandosi poi sui volti dei suoi occupanti per il tempo di un lungo istante, con l’intensità imperscrutabile di un dio che contempli la creazione: vide Eru Elen Amarth, assiso sul seggio centrale ed iridescente di Dharma, e dal corno aureo si liberò una scossa elettrica.

    L’Amal volse quindi la testa verso destra, lasciando scivolare la vista impassibile ed incolore sul seggio vacante di Sophia -rosso rubino-, su quello vuoto di Nazara -di caldo arancio-, soffermandosi infine sul volto sorridente e imberbe del Saggio di Symphonia, che occupava lo scranno giallo oro.
    Come in un cenno di omaggio, una scarica elettrica guizzò attorno al corno.

    Con una controllata contrazione di ritorno del muscolo del collo il gigante rivolse infine le sue attenzioni a sinistra, ma prima di dirigersi alla postazione lui assegnata, aggirando lo scranno verde smeraldo di Obeah e superando quello celeste di Khymeia,
    si soffermò proprio sull’ultimo dei presenti.

    Un cenno impercettibile del capo e un guizzo elettrico sancirono il suo ossequio.

    « Brifos... »
    si presentò ai suoi compagni
    « La Via delle Leggi è giunta per presenziare al Conclave. »

    Il Demone delle Tempeste rivolse un solo inchino ai presenti,
    poi si mosse e continuò a camminare finché non giunse al suo posto:
    il seggio indaco di Regalia.

     
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    Così, uno alla volta, ciascuno dei Saggi di Palanthas prese posto presso il seggio ad esso relativo; diversi gli ingressi per diversi cuori, ma per la saggezza che questi portavano il Celebliant tutti indistintamente li apprezzava, pure che trovasse la lingua utilizzata da Percival assai più gradevole da udire.

    -Mae govannen.-

    Ripeté, salutando il Bardo quando questi per primo ebbe recato ossequio al Celebliant, e un sincero inchino dell'iridescente capo riservò all'Azzurro Arthur e all'Indaco di Brifos, prima che quest'ultimo si sedesse all'immediata sinistra del Guardiano.
    Terminate che furono le presentazioni, ecco che Amarth prese parola, e tuttavia prima di trattare il vero cardine della seduta, volle concedersi qualche piccola considerazione:

    -Delle Sette Vie che coronano l'albero della Conoscenza, solo Quattro sono state a loro volta incoronate. Ho nel cuore speranze e certezze che presto ognuno di questi seggi sarà occupato, ed insieme brilleremo alti nella gloria dell'Est, che in noi avrà massima espressione.
    Symphonia, Khymeia, Regalia e Dharma. Questi nomi delle Vie al primo consiglio dei Grandi di Palanthas.
    -

    Disse, brillando tenue come una pallida luce nella notte, eppure fiero e vecchio come un faro dei tempi remoti, od una lontana stella. Non necessitava di durezza, né d'ostentare poteri arcani quando era con gli altri Saggi, giacché essi appieno comprendevano la natura del Guardiano, ed egli capiva loro a sua volta, come quattro note suonate in armonia.
    Con un delicato movimento, estrasse la pergamena da una delle maniche della veste argentata, iridescente per l'Essenza stessa dello Zero, e la srotolò, leggendo con chiara e ferma e Nulla voce ciò che vi era scritto:

    "Illustre Eru Elen Amarth,

    chi le scrive questa lettera è il nuovo Prorettore del Magisterium di Laputa, Yoko Saddler.
    Con la presente vorrei informarLa che nei prossimi giorni gradirei raggiungerLa a Palanthas per incontrarLa, in compagnia dell'Alfiere Raylek, per porre alla Sua cortese attenzione una richiesta che noi riteniamo entusiasmante nonché vantaggiosa per entrambe le parti.
    Vorremmo legare la nostra Accademia ed annessa biblioteca con la Vostra, al fine di stipulare un'alleanza che porterebbe dei risvolti mai visti prima su tutta Endlos.
    In particolare, potremmo condividere risorse e conoscenza, fornire supporto e collaborazione per il recupero di beni, sostenere la ricerca e le nuove scoperte, nonché favorire la divulgazione e l'accrescimento della cultura.
    E questi, ovviamente, sarebbero solo alcuni dei punti sui quali potremmo discutere, sempre in un interesse comune.

    Sperando di aver alimentato i Vostri interessi e la Vostra fantasia, mi riservo la possibilità di approfondire eventuali dettagli nell'incontro, fra qualche giorno, con la Sua illustre persona.

    Distinti saluti,
    Yoko Saddler."


    -Pure che sia indirizzata a me, affatto mi ritengo giudice di Palanthas, e se lo sono, certo non da solo reggo tale compito.-

    Depose allora la lettere sul fido Amarthrind, ora alzatosi sopra il tavolo roteando pacifico e senza tempo, pronto a consegnare il foglio a chiunque altro saggio avesse desiderato leggerlo nuovamente.
    In ultimo, lo Zero giunse al nocciolo della riunione:

    -Ciascuno di noi possiede uguale diritti e doveri, e sarà la maggioranza a decidere per tutti. Esponete i vostri dubbi, le vostre paure se ne avete, e i vostri pareri in merito.
    Io mi pronuncerò per ultimo.
    -

    Disse, impassibile e così distante, quasi a voler scomparire dietro le tende del Mondo, lasciando a chi vi fosse più addentro precedenza sull'accettare o meno quell'alleanza. Solo alla fine delle cose, quando la decisione sarebbe stata presa, egli avrebbe reso manifesto il proprio volere, purtuttavia questo essendo oscuro (ameno così egli credeva) alle altrui menti.

     
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  6. -Telescopio-
     
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    -DECISION-


    Lesti avevano fatto la loro entrata i Saggi di Palanthas, prendendo posto sui loro regali scranni, simbolo dell'imperitura importanza delle vie da loro rappresentate: cortesi e silenti saluti rivolse loro Percy, lieto nel veder radunate in concilio menti così eccelse.

    - Sir Arthur, Sir Brifos, mae govannen. -

    Radunate erano dunque le vie, e la completezza del Giallo, dell'Indaco e dell'Azzurro, rendeva ossequio al Celebliant; il tempo delle presentazione era ormai giunto al termine, ed il tempo reclamava risposta ai suoi quesiti.
    La voce alta e ferma di Amarth si fece espressione del Dono che il Fato aveva loro riservato; tali furono le sue parole, dinanzi al magistrale consesso che egli presiedeva:

    -Delle Sette Vie che coronano l'albero della Conoscenza, solo Quattro sono state a loro volta incoronate. Ho nel cuore speranze e certezze che presto ognuno di questi seggi sarà occupato, ed insieme brilleremo alti nella gloria dell'Est, che in noi avrà massima espressione.
    Symphonia, Khymeia, Regalia e Dharma. Questi nomi delle Vie al primo consiglio dei Grandi di Palanthas.
    -

    Il Bardo annuì, poichè tale era anche il suo desiderio, ossia che un giorno i seggi della Conoscenza potessero goder ognuno di un degno custode. L'opera che protavano avanti era così mirabile che non sarebbe potuta fallire, o cadere nell'oblio, di ciò era sommamente convinto. Solo il Tempo avrebbe potuto opporsi a loro, latori di sapienza.

    CITAZIONE

    "Illustre Eru Elen Amarth,

    chi le scrive questa lettera è il nuovo Prorettore del Magisterium di Laputa, Yoko Saddler.
    Con la presente vorrei informarLa che nei prossimi giorni gradirei raggiungerLa a Palanthas per incontrarLa, in compagnia dell'Alfiere Raylek, per porre alla Sua cortese attenzione una richiesta che noi riteniamo entusiasmante nonché vantaggiosa per entrambe le parti.
    Vorremmo legare la nostra Accademia ed annessa biblioteca con la Vostra, al fine di stipulare un'alleanza che porterebbe dei risvolti mai visti prima su tutta Endlos.
    In particolare, potremmo condividere risorse e conoscenza, fornire supporto e collaborazione per il recupero di beni, sostenere la ricerca e le nuove scoperte, nonché favorire la divulgazione e l'accrescimento della cultura.
    E questi, ovviamente, sarebbero solo alcuni dei punti sui quali potremmo discutere, sempre in un interesse comune.

    Sperando di aver alimentato i Vostri interessi e la Vostra fantasia, mi riservo la possibilità di approfondire eventuali dettagli nell'incontro, fra qualche giorno, con la Sua illustre persona.

    Distinti saluti,
    Yoko Saddler."

    -Pure che sia indirizzata a me, affatto mi ritengo giudice di Palanthas, e se lo sono, certo non da solo reggo tale compito.-

    Il Pifferaio aveva ascoltato assorto quelle parole, come avvinto da una melodia particolarmente ispirata. Il gomito appoggiato alla tonda tavola, le labbra arricciate in un sorrisetto interessato, fissava quella lettera con indecifrabile buonumore. Tuttavia tacque, lasciando avvolti nel silenzio, almeno temporaneamente, i propri pensieri.

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    -Ciascuno di noi possiede uguale diritti e doveri, e sarà la maggioranza a decidere per tutti. Esponete i vostri dubbi, le vostre paure se ne avete, e i vostri pareri in merito.
    Io mi pronuncerò per ultimo.
    -

    Percival non conosceva questo Sir, che rispondeva la nome di Yoko Saddler...E di ciò se ne doleva: primo dovere di ogni Bardo, dovrebbe essere quello di conoscer più cose possibili delle lande che calca; eppure, per sua manchevolezza certamente, nulla gli sovveniva...Nè riguardo il Sir, nè riguardo tale Magisterium. Perciò si ripromse, in un futuro prossimo, di colmare questa sua lacuna.

    Quanto alla questione vera e propria, troppo benevola e priva di malizia era la natura fanciullesca del Bardo: di un'Accademia si trattava, e pertando gli obiettivi parevano veramente essere quelli enunciati nella missiva. Percival non era facile al dubbio, ed in ogni caso non aveva ragioni di dubitare delle buone intenzioni del Sir, che tanto onorevolmente s'appellava allo spirito alto del Celebliant.

    Per di più, l'Alfiere del Presidio Errante era compare e garante in quell'impresa; poco sapeva dell'Autocrate, ma i suoi noti buoni rapporti con Lady Kalia bastavano già a farne uomo degno di stima e fiducia. Tanto più che nella sua Laputa sbocciavano sempre più virgulti di novità gradite, come quei Milites dei cieli, di cui faceeva parte la sua diletta amica Kyoko.

    La voce con cui parlò non era ferma e forte come quella di Amarth, ma assai più sottile, quasi fatta di sfumature melodiche, musicale persino nella prosa della comune conversazione.

    - Il mio giudizio è quello di un uomo che nulla conosce nè del Magisterium, nè di Sir Yoko Saddler...Solo, il mio animo è desideroso di sapere di più su di essi. Non già per sospetto, perchè chi vanta la stima di un Alfiere è meritevole anche della mia. Ma piuttosto, per poter comprendere meglio coloro che potrebbero presto divenir compagni.
    Perciò...Ascoltare e discutere, qualsiasi siano l'interlocutore e l'esito, non è mai un rischio, nè uno spreco di tempo. Questo è ciò che penso a riguardo...Percival di Symphonia si esprime a favore. -


     
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    -Delle Sette Vie che coronano l'albero della Conoscenza, solo Quattro sono state a loro volta incoronate. Ho nel cuore speranze e certezze che presto ognuno di questi seggi sarà occupato, ed insieme brilleremo alti nella gloria dell'Est, che in noi avrà massima espressione.

    Symphonia, Khymeia, Regalia e Dharma.
    Questi nomi delle Vie al primo consiglio dei Grandi di Palanthas.
    -

    Sebbene le umane emozioni non fossero ospiti abituali sul volto marmoreo del Raitei, sempre apparentemente avvolto in un’apatica atarassia che mai cadeva preda e vittima delle passioni, quel declama operato dal princeps del loro ordine donò un brillio più vivace del solito ai suoi indecifrabili occhi bigi... quasi come se stessero riflettendo l’iridescenza del Saggio di Dharma, che riluceva come una casta stella nel cielo notturno.

    Brifos ristette in silente attesa, lasciando che una ronzante scintilla azzurrina percorresse in tutta la lunghezza il corno aureo che gli emergeva dai capelli blu elettrici -sormontandogli il capo- e osservò il Guardiano estrarre una pergamena dalle maniche dell’argentea tunica, prima di srotolarla per enunciarne il contenuto agli altri Saggi, in ascolto.

    CITAZIONE

    "Illustre Eru Elen Amarth,

    chi le scrive questa lettera è il nuovo Prorettore del Magisterium di Laputa, Yoko Saddler.
    Con la presente vorrei informarLa che nei prossimi giorni gradirei raggiungerLa a Palanthas per incontrarLa, in compagnia dell'Alfiere Raylek, per porre alla Sua cortese attenzione una richiesta che noi riteniamo entusiasmante nonché vantaggiosa per entrambe le parti.
    Vorremmo legare la nostra Accademia ed annessa biblioteca con la Vostra, al fine di stipulare un'alleanza che porterebbe dei risvolti mai visti prima su tutta Endlos.
    In particolare, potremmo condividere risorse e conoscenza, fornire supporto e collaborazione per il recupero di beni, sostenere la ricerca e le nuove scoperte, nonché favorire la divulgazione e l'accrescimento della cultura.
    E questi, ovviamente, sarebbero solo alcuni dei punti sui quali potremmo discutere, sempre in un interesse comune.

    Sperando di aver alimentato i Vostri interessi e la Vostra fantasia, mi riservo la possibilità di approfondire eventuali dettagli nell'incontro, fra qualche giorno, con la Sua illustre persona.

    Distinti saluti,
    Yoko Saddler."


    -Pure che sia indirizzata a me, affatto mi ritengo giudice di Palanthas,
    e se lo sono, certo non da solo reggo tale compito.
    Ciascuno di noi possiede uguale diritti e doveri, e sarà la maggioranza a decidere per tutti.
    Esponete i vostri dubbi, le vostre paure se ne avete, e i vostri pareri in merito.
    Io mi pronuncerò per ultimo.
    -

    Senza proferire ancora parola alcuna, il Raitei sollevò la destra in un muto gesto di richiamo, e Amarthrind si mosse docilmente verso di lui, porgendo al suo tocco lo scritto che recava seco la comunicazione proveniente da Laputa; gli occhi grigi scorsero rapidamente ancora una volta in solitaria le righe stampate, e un crepitio azzurrino tintinnò tra i suoi capelli crespi e lividi come una nube temporalesca, mentre il Saggio di Symphonia esprimeva il suo giudizio.

    - Il mio giudizio è quello di un uomo che nulla conosce nè del Magisterium, nè di Sir Yoko Saddler...Solo, il mio animo è desideroso di sapere di più su di essi. Non già per sospetto, perchè chi vanta la stima di un Alfiere è meritevole anche della mia. Ma piuttosto, per poter comprendere meglio coloro che potrebbero presto divenir compagni.
    Perciò...Ascoltare e discutere, qualsiasi siano l'interlocutore e l'esito, non è mai un rischio, nè uno spreco di tempo. Questo è ciò che penso a riguardo...Percival di Symphonia si esprime a favore. -


    Esaminò la lettera per un istante ancora; là sopra leggeva allineate tante delle parole che gli era stato insegnato essere buone: “illustre”, “accademia”, “biblioteca”, “alleanza”, “conoscenza”... Tutto quello che gli piaceva e poteva interessargli, insomma.
    Fu per questo che, quando sollevò il viso dal foglio di carta -riponendolo dove lo aveva preso- il suo sguardo si rivolse quieto e posato sul Celebliant, che -insieme agli altri- lo aveva direttamente interpellato.


    « Brifos di Regalìa abbraccia la richiesta. »
    dichiarò con calma inamovibile, senza il trasporto che invece avrebbe potuto dire di provare
    « La concordia di un’alleanza e la condivisione della conoscenza sono le vie più dirette per l’Armonia. Che è quello che i Saggi perseguono. »

     
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    Attese pazientemente l'arrivo degli altri saggi, e la porta fu varcata da un ultimo che rivolse loro un educato saluto, ed Arthur rispose altrettanto cortesemente, chinando il capo mesto in segno di gentilezza e rispetto. Impeccabile come sempre. Solo dopo il Celebriant iniziò a parlare, annunciando loro l'arrivo di un messaggio, o meglio un invito, da parte di un abitante di Laputa, ad unirsi in un'alleanza di dotte menti ed assennati studiosi. E chissà per quale ragione, ebbe la certezza di aver già sentito di quel nome, Yoko Saddler, chissà dove. Attese dunque un pò, mento sulle nocche, gomito sul tavolo, rimuginando su ogni singola frase che lì era scritta, quasi ad accertarsi che non vi fossero scomodi sottintesi.

    CITAZIONE
    "Illustre Eru Elen Amarth,

    chi le scrive questa lettera è il nuovo Prorettore del Magisterium di Laputa, Yoko Saddler.
    Con la presente vorrei informarLa che nei prossimi giorni gradirei raggiungerLa a Palanthas per incontrarLa, in compagnia dell'Alfiere Raylek, per porre alla Sua cortese attenzione una richiesta che noi riteniamo entusiasmante nonché vantaggiosa per entrambe le parti.
    Vorremmo legare la nostra Accademia ed annessa biblioteca con la Vostra, al fine di stipulare un'alleanza che porterebbe dei risvolti mai visti prima su tutta Endlos.
    In particolare, potremmo condividere risorse e conoscenza, fornire supporto e collaborazione per il recupero di beni, sostenere la ricerca e le nuove scoperte, nonché favorire la divulgazione e l'accrescimento della cultura.
    E questi, ovviamente, sarebbero solo alcuni dei punti sui quali potremmo discutere, sempre in un interesse comune.

    Sperando di aver alimentato i Vostri interessi e la Vostra fantasia, mi riservo la possibilità di approfondire eventuali dettagli nell'incontro, fra qualche giorno, con la Sua illustre persona.

    Distinti saluti,
    Yoko Saddler."

    No.
    Nulla di rilevante.
    Poteva andare.

    Il vampiro posò delicatamente le spalle allo schienale del suo piccolo trono, osservando i muri ed il soffitto quasi con aria assente, e nel mentre gli altri fratelli risposero al loro superiore e pari. Entrambi non avevano obbiezioni da fare, anche perchè era evidente che si trattasse di semplice aiuto reciproco, un'alleanza intellettuale al fine di crescere insieme e più rapidamente. E lui, che era un ricercatore, sperò davvero di girare un pò di più nella speranza di trovare qualche altro alchimista che lo affiancasse, anche perchè, in effetti, i suoi esperimenti erano piuttosto pericolosi ed una mano in più non sarebbe di certo guastata, anzi...

    -Il Custode di Khymeia, via della Genesi, è favorevole all'alleanza.
    Personalmente ritengo che unirci ad un'Accademia non può che fornirci giovani menti istruite e volenterose.
    E dare in cambio la nostra Conoscenza, seppur a piccole dosi, è un giusto nonchè vantaggioso prezzo da pagare.


     
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    Uno alla volta, ciascuno secondo il proprio Saggio pensiero, le corone dell'albero parlarono, e non un solo diniego venne da loro pronunciato, sicché, prima ancora che lo Zero potesse esprimere il proprio giudizio, la decisione era stata presa; ad ogni modo, come anticipato, il Celebliant avrebbe ora parlato, annunciando accordo o negazione (sebbene questa non potesse smuovere, in alcun caso, l'ago della bilancia):

    -Non vi è altro luogo che su Endlos brilli più di Palanthas la Grande, e pure fondassero mille biblioteche nessuna competerebbe in sapere e magnificenza con quella che noi Saggi custodiamo. Il nostro potere è con essa, ed essa è con noi, portandoci gloria reciproca. E tuttavia non siamo una fortezza, perché la Conoscenza deve essere divulgata in ogni modo; se Laputa chiede la nostra gloria, abbiamo il dovere di concederla, e quando il Magisterium sarà grande, tutti a questo mondo avranno conoscenza che il sapere della città volante proviene dal cuore dell'Est.
    Allo stesso modo, qualora ricevessimo benefici e conoscenze a noi ignote, sarà giusto che tutti sappiano questi provenire dal Presidio errante.
    Eru Elen Amarth, Custode Ultimo e corona di Dharma, Via dello Spirito, accoglie la richiesta di Laputa.
    -

    Ora non vi erano più ombre nei cuori, giacché ciascuna volontà fu manifesta e positiva, e la buona accortezza dei Saggi s'era mostrata forte e giusta; non vi era motivo che la seduta continuasse, poiché il solo decidere era stato motivo di chiamata, e ciascuno non dubitò del proprio cuore, sicché al risposta venne concessa rapidamente.

    -In un unico accordo vibrano le nostre menti. Ogni Saggio, ogni Via che qui è riunita si è pronunciata favorevole: Palanthas si alleerà con il Magisterium.
    Il Consiglio è dunque terminato. Siete liberi d'andare o restare, siete liberi di proseguir i vostri lavori o di discorrere ancora.
    Ai vostri desideri io mi conformerò.
    -

    Chiamò il Cerchio, e quello venne piano e delicato, come il soffio della morte o il lume della vita. Lo Zero prese la pergamena e la rinfilò nella manica, attendendo che i Saggi decidessero se restare o andarsene.

     
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    Accanto a lui, il Sapiente di Khymeia ricercò una posizione più rilassata sul proprio seggio, e lasciò vagare distrattamente lo sguardo per la stanza prima di pronunciare il suo assenso formale...

    -Il Custode di Khymeia, via della Genesi, è favorevole all'alleanza.
    Personalmente ritengo che unirci ad un'Accademia non può che fornirci giovani menti istruite e volenterose. E dare in cambio la nostra Conoscenza, seppur a piccole dosi, è un giusto nonchè vantaggioso prezzo da pagare.


    ...nemmeno Arthur aveva obiezioni a suggellare quel patto di alleanza con il Magisterium di Laputa, e -per quanto Brifos ne sapeva degli essenziali rudimenti appresi circa gli incontri di lavoro- questo voleva dire che la funzione pratica di quella prima assemblea poteva considerarsi esaurita nel momento esatto in cui anche il Celebliant avesse espresso il suo giudizio.
    Con un crepitio elettrico sul corno aureo, il Raitei appuntò sullo Zero lo sguardo grigio.

    -Non vi è altro luogo che su Endlos brilli più di Palanthas la Grande, e pure fondassero mille biblioteche, nessuna competerebbe in sapere e magnificenza con quella che noi Saggi custodiamo. Il nostro potere è con essa, ed essa è con noi, portandoci gloria reciproca. E tuttavia non siamo una fortezza, perché la Conoscenza deve essere divulgata in ogni modo; se Laputa chiede la nostra gloria, abbiamo il dovere di concederla, e quando il Magisterium sarà grande, tutti a questo mondo avranno conoscenza che il sapere della città volante proviene dal cuore dell'Est.
    Allo stesso modo, qualora ricevessimo benefici e conoscenze a noi ignote, sarà giusto che tutti sappiano questi provenire dal Presidio errante.
    Eru Elen Amarth, Custode Ultimo e corona di Dharma, Via dello Spirito,
    accoglie la richiesta di Laputa.

    In un unico accordo vibrano le nostre menti. Ogni Saggio, ogni Via che qui è riunita si è pronunciata favorevole: Palanthas si alleerà con il Magisterium.
    Il Consiglio è dunque terminato. Siete liberi d'andare o restare, siete liberi di proseguir i vostri lavori o di discorrere ancora. Ai vostri desideri io mi conformerò.
    -

    Così come aveva fatto il suo ingresso -in silenzio, con eleganza, e senza esitazioni- il Raitei si preparò dunque a prendere congedo; si sollevò dallo scranno indaco di Regalia compostamente, ergendosi al di sopra della tavola dei suoi pari con la sua ragguardevole altezza, e arretrò di una singola ampia falcata, in modo da far sì che il suo profondo inchino
    fosse rivolto a tutti i suoi confratelli.


    « Con il vostro permesso, torno ai miei studi. »

    Esplicò brevemente -laconico e pragmatico come sempre-, poi tornò ad ergersi in tutta la sua statura, e le iridi bigie come perle scivolarono alla ricerca dei visi di ciascuno dei presenti, dedicando a ciascuno una lunga occhiata insondabile all’esterno, ma che pure celavano l’infantile sentimento di gioia che -da qualche parte- era germinato dentro di lui per quella prima (e sperava non ultima) occasione.

    « La vostra compagnia è stata piacevole. »
    pronunciò, nella forma di cortesia che gli era stata insegnata dal tenshi
    « Molto. »

    Poi, a passi lenti e misurati -passi da gigante, vista la sua falcata- si diresse alla porta
    e si lasciò alle spalle la Sala del Conclave.

     
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  11. -Telescopio-
     
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    -AU REVOIR-


    Dunque tutto era stato deciso, ed unanimemente s'erano espressi i Rami della Conoscenza; la concordia giaceva fra le loro eccelse, e l'armonia d'intenti aveva scritto quella Pagina di Storia: forse, infatti, i posteri avrebbero ricordato quel glorioso giorno, a memoria imperitura del primo virgulto di Sapienza nell'Est e nei Cieli.

    Il Bardo ascoltò le parole del Celebliant, sigillo ultimo e definitivo su quel germoglio di Alleanza; ora null'altro costituiva ostacolo verso un futuro ancor più radioso. Null'altro ostava il corso della Saggezza, e non v'era altro da discutere, in merito ai Saggi di Palanthas. Brifos di Regalìa s'alzò, desideroso certamente di fare ritorno a quelle occpuazione cui era stato strappato.

    E Percival sorrise, nel sentir il piacere espresso da Brifos nel goder della loro compagnia in quel consesso. A lui si accodò il Bardo di Symphonia, alzandosi ed esibendosi in una piroetta infantile, giocosa.

    - Cuio nin mellyn! -

    Disse, saltellando verso la porta, entusiasta come un pbambino in un negozio di dolciumi. Sulla soglia, si voltò un'ultima volta, e salutò più convenzionalmente, ridendo.

    - E' stato un piacere, amici! A presto, e buon lavoro! -

     
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    Ascoltò le parole dello Zero, che tanto era stato con loro cortese nel convocare il Consiglio per l'alleanza proposta dal signor Saddler. E quando fu lui stesso a decretare la comune decisione di accettare la proposta, lui non potè fare altro che annuire, immensamente soddisfatto di quell'esito. Si appuntò mentalmente, qualora l'alleanza giungesse a compimento, di fare una o due puntate a Laputa, nella speranza di trovare qualche giovane valido alchimista così appassionato da immergersi volentieri nel duro lavoro a cui perfino il Custode stesso della Via della Genesi si sottoponeva, ed abbastanza folle da sopportare le sue continue digressioni a sfondo moralista. Già, avrebbe dovuto cercare un pò.

    -E sia.

    Salutò i fratelli con un gesto del capo, per poi sollevarsi dal suo trono azzurro.
    Si rivolse poi allo Zero.

    -Non ho altro da dire, a parte che sono speranzoso nella buona riuscita di tale progetto.
    Ora, tuttavia, temo che dovrò recarmi in ufficio per questioni lasciate in sospeso.
    Con permesso.


    Un inchino profondo innanzi ad Eru Elen Amarth.
    Poi se ne andò.

     
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    Chiamati ciascuno da maggiori cure, i Saggi lasciarono a turno la grande Sala, recandosi dove era loro necessario; s'inchinarono e salutarono, e per ognuno di questi lo Zero ebbe inchino e saluto con cui ricambiare, e solo quando fu lasciato solo, dopo aver redatto una breve lettera, s'alzò dal saggio seggio e chiuse la porta dietro di sé.

    Non appena varcò la soglia di Palanthas, uscendo negli ampi giardini d'ingresso, spostò le iridi in molte direzioni, ma il grifone non era in quei luoghi. Tuttavia Eru Elen Amarth è inflessibile, e a nulla china il capo, se non per volere d'un destino che gli appartenga, e pochi e davvero mirabili sono gli esseri vero i quali professa rispetto e devozione.

    -La decisione è stata presa: Palanthas accoglierà la richiesta del Magisterium.-

    Disse, spiegando la nulla voce, e con la mano tenendo alta la nuova pergamena, contenente per l'appunto la risposta positiva alla lettera di Yoko Saddler, Prorettore del Magisterium.
    Allora il vento s'alzò d'un colpo, e fra i turbini le grandi ali del grifone spaziarono sul cielo dell'Est: proveniva da Shea, dove ebbe deciso di trascorrere il tempo concessogli dai Saggi pascolando la terra natia. Si sa che il volo di queste nobili creature è eccezionalmente rapido, quasi quanto le bianche Aquile della Tempesta.
    Ora, come si diceva, l'animale apparve dal cielo, ma non si fermò in terra, che il Celebliant teneva ritta la posta da consegnare: così quello spalancò le mascelle e morse la carta, e stretta la pergamena nelle fauci, volò rapido come il desiderio verso Laputa.

    Una fase era terminata: presto avrebbe ricevuto la visita ufficiale, e per un simile accadimento avrebbe certamente dovuto allertare potenza maggiori del Celebliant stesso per ruoli: ciò premesso, il Guardiano mosse i passi verso Lordaeron, dovendo informare l'Alfiere dell'accaduto e di ciò che, di lì a breve, sarebbe dovuto accadere, nella speranza che Kalia dell'Est si dimostrasse favorevole ad assistere il Guardiano nella stipulazione dell'Alleanza.

     
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