[CSV] Where The Raven

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  1. -Telescopio-
     
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    -BLACK FEATHER OF ANCIENT LEGACY-


    [...]

    A spalancar le imposte mossi, e, agitando l’ale,

    entrò un bel corvo antico in aria trionfale.

    Non fe’ saluto alcuno, arrestossi mai,

    finché, come un padrone, posò lì sopra l’uscio,

    di Pallade su un busto, proprio lì sopra a l’uscio.

    Fermossi e l’osservai.

    E allor lassù mirando quel nero uccello assiso,

    il suo grave contegno mi diè lieve un sorriso.

    [...]


    Per quanto la pratica sia apprezzabile, l'Arte è connubio di essa con la teoria: è lo studio il virgulto da cui si genera la maestosa pianta dell'Opera, ed essa è imrpescindibile passaggio per ogni Saggio. Lunghe mattine dei suoi giorni liberi, infatti, soleva trascorrere fra le aule di Palanthas: spesso preparava nuove meraviglie da raccontare ai suoi piccoli allievi, ed altre volte ricercava antiche nozioni per accrescere la gloria di Symphonia.

    Ma per quanto piacere gli procurassero tali amene occupazioni, spesso la mente richiede riposo, quand'anche i lcuore vorrebbe continuare. Per questa ragione non era inconsueto vedere il biondo pifferaio aggirarsi per chiosti e giardini di Palantahs, ritemprando mente e membra con una piccola pausa.

    Ed infatti, in quella soleggiata mattina, Percival non fece diversamente. Come di consueto, il vento dell'Est spirava, spargendo la melodia della natura ovunque; pur non giungendo forte fra quelle aule, Percy amava fischiettare o canticchaire melodia improvvisate, sull'aria di quel cantico ventoso.

    Ma mentre il Bardo, quel dì biancovestito, s'apprestava a farlo...Qualcos'altro attirò la sua attenzione. Già qualcun altro era intento a suonare, all'ombra di un albero poco lontano; non era nessuno di consociuto dal Saggio, nemmeno fra i frequentatori più saltuari di Palanthas.

    image

    Il Biondo Musicista s'appoggiò una mano al mento, deciso ad ascoltare quello sconsociuto musicista, la cui musica sembrava attirarlo notevolmente. Fu dopo qualche istante che Percival notò anche il nero corvo che disegnava cerchi sul musicista...E non ne ebbe un buon presentimento.
    A dispetto di tutto, comunque, attese la fine della melodia: poi s'avvicinò con passo leggero al musicista, e si presentò con un inchino informale.

    - Perdonate l'impudenza, ma ho apprezzato davvero molto la vostra musica. -

    Gli disse, in un sorriso.

    - Mi chiamo Percival Van Larhalt, Bardo e ospite della Biblioteca. Sapete, fra queste aule domina il silenzio, e sono in pochi coloro che vi portano la Musica. Avete rallegrato la mia giornata, quindi se posso esservi d'aiuto e sdebitarmi, domandatemi. Conosco bene questi luoghi, ed anche i Monaci delle Vesti Blu.

     
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  2. Black Ink
     
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    Cullato dal vento stava seduto a suonare, era quasi riuscito a perdersi nella melodia quando la triste verità risuonò nella sua mente come il pesante gracchiare di un corvo. Erano passati diversi mesi da quando aveva abbandonato il nido famigliare eppure, nonostante si fosse impegnato ogni giorno come non mai, anche la sola essenza del legame gli sfuggiva. Sapeva di essere vincolato a quella fatale creatura ma da quale distorto e terrificante mondo provenisse il demone, o perchè avesse tentato proprio la sua famiglia rimaneva un mistero.

    Era giunto dopo ardue notti di cammino alla sede della conoscenza, Palanthas. L'eleganza del luogo lo aveva stupito sin dal principio, ma la bellezza perdeva ogni volta significato paragonata al fatale destino. era incredibile pensare a come, partendo da quel giorno, tutto fosse diventato vano, come l'arte che un tempo l'appagava più degli amori puerili non fosse ormai capace neanche di consolare le stanche membra del ragazzo. Milo Plumacorvi aveva ancora la sua anima, ma come poteva godere delle emozioni se un giorno sarebbero state strappate dalle radici rendendolo incapace solo di rimembrare tali bellezze? E come potevano i pregi materiali, il potere conferitogli dal legame, compensare tale mancanza?

    Il ragazzo soffriva per una cosa che doveva accadere ma che per il momento poteva sembrare a un animo volgare il più grande dei pregi. Le persone alle quali aveva raccontato la sua triste storia lo invidiavano, desideravano avere le sue capacità, la sua prestanza fisica, la sua eterna giovinezza e tante altre cose che invece lui ripudiava.

    - Ciò che un giorno che verrà a mancare è ormai perso, quindi inutile è il lottare per il semplice godere. -

    Un'intera nottata alla ricerca di un volume che gli spiegasse gli insoliti eventi che sin dalla gioventù lo avevano pressato. Aveva ora trovato la calma nel sedersi e suonare. Quanto ormai contasse il riposarsi o quanto alta fosse la sua concezione della calma ormai non importava, doveva solo liberare la mente.

    Finì l'esecuzione della triste canzone e subito scattò in piedi distratto da una snella figura che sembrava apprezzare il suo trastullarsi.

    - La ringrazio di cuore, non credevo che tale canzone potesse essere apprezzata in un tal luogo come lo sono questi giardini. -

    Per quanto si sforzasse di essere piacevole, la voce del ragazzo appariva fredda, priva di ogni particolare tono.

    - Milo Plumacorvi, molto lieto. Per quanto io veda la mia esecuzione come una violazione sarei ben contento di farle qualche domanda. Sono arrivato qui la scorsa notte a ora tarda e ho passato il mio tempo a cercare informazioni che preferisco tener riservate. -

    Fece una pausa e poi aggiunse:

    - Perdoni la mia ignoranza, chi sono questi Monaci di cui parla? -

    Sarebbe forse stato quell'incontro casuale ad alzare il velo che copriva la sua condizione?
     
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  3. -Telescopio-
     
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    -EXPLAIN-

    Probabilmente avrebbe dovuto intuirlo, e forse un tempo era stato più sensibile a quelle corde del Cuore. Vi era, in effetti, una sfumatura indecifrabile, fors'anche ineffabile. E si sa, la Musica è riflesso anche di sentimenti ed emozioni di chi la suona. Forse era per quel motivo, che il giovane era scattato in piedi, nel vedersi così intimamente scrutato da Percival.

    - La ringrazio di cuore, non credevo che tale canzone potesse essere apprezzata in un tal luogo come lo sono questi giardini. -

    Si vedeva, nei suoi gesti e nelle sue parole, la cortesia di chi è ha ricevuto un'educazione d'alto livello. E lo sguardo era profondo, frutto di una mente agile. Ma c'era qualcosa...Qualcosa di freddo che faceva da sfondo alla cortesia del ragazzo.

    - Milo Plumacorvi, molto lieto. Per quanto io veda la mia esecuzione come una violazione sarei ben contento di farle qualche domanda. Sono arrivato qui la scorsa notte a ora tarda e ho passato il mio tempo a cercare informazioni che preferisco tener riservate. -

    Il Biondo chinò il capo, in un gesto che esprimeva il piacere di aver fatto la conoscenza di un giovane beneducato come il rampollo dei Plumacorvi.

    - Perdoni la mia ignoranza, chi sono questi Monaci di cui parla? -

    Percival si portò l'indice al mento, assumendo una posa buffamente pensosa: non era per nulla una domanda complessa, ma il Bardo in realtà pensava già ad altro...Motli pensieri lo animavano, e l'interesse per il ragazzo appena conosciuto sembrava non da poco.

    - Uhmm...Come dire? I monaci sono i custodi di Palanthas: si occupano di catalogare, conservare e prtoeggere i volumi della biblioteca. Si occupano anche di aiutare chi, come voi, giunge qua alla ricerca della conoscenza. -

    Spiegò, distraendosi solo per un istante ad osservare il corvo che ancora volteggiava sulle loro teste.

    - Inoltre, qui risiedono alcuni Saggi. Ognuno di essi fa della Sapienza la sua missione, e sono custodi e conoscitori esperti di gran parte dello scibile umano. Se per disgrazia non aveste trovato ciò che cercavate, potreste domandar a loro. -

    Disse al giovane Milo, volendo il Bardo sciogliere quel freddo intorno al ragazzo...E volendolo sinceramente aiutare, vista l'anima nobile che celava in petto.

     
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  4. Black Ink
     
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    Il ragazzo sembrava simpatico, un tempo sarebbe subito diventato un amico per Milo ma ormai la mente dell'erede era mutata, riservata e incapace di stringere contatti difficilmente permetteva al ragazzo di avere rapporti d'amicizia.

    Se i saggi avessero rivelato al ragazzo quello che non era riuscito a procurarsi di certo qualcosa sarebbe mutato, magari anche il solo chiedere poteva riaccendere la speranza morta da tempo. Per fortuna Percival si dimostrava disponibile, come del resto lo erano tutti in quel grandioso luogo. Per una persona del suo livello quella biblioteca pareva molto accogliente, era infatti cresciuto nel lusso, ma allo stesso tempo un luogo misterioso quasi surreale. Come poteva tutta la conoscenza essere racchiusa in un singolo edificio? Come potevano alcuni uomini gestire tale conoscenza?

    Era affascinante.

    Superare i limiti della conoscenza, un singolo individuo non comprenderà mai tutto, l'uomo non arriverà mai a sapere come realmente si muovono i mondi di endloss, ma l'insieme, l'edificio si amplia con ogni nuova esperienza diventando il pilastro sul quale tutte le persone possono fare affidamento.

    Se la risposta esisteva, o meglio era conosciuta, di sicuro si trovava in quella biblioteca nel presidio est.

    Con un gesto fece levitare il flauto traverso che avvolto da un'aura nera si trasformo in un elegante bastone da passeggio. Impugnato saldamente quest'ultimo lo puntò in alto facendo scaturire dalla sfera nera che ne stava all'apice un raggio nero. Da questo corto raggio si creò una specie di buco dimensionale dal quale cadde un elegante cilindro nero ornato da un fiocco bianco e da una piuma di corvo. Infilatosi il cappello rispose con un specie di sorriso:

    - E' proprio quello che fa al caso mio, sarei davvero lieto se lei potesse accompagnarmi da uno di loro -

    Sorrise di nuovo. Milo cercava ancora di uscire dalla sua freddezza.
     
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  5. -Telescopio-
     
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    -BLACK & WHITE-


    Percival rimase decisamente estasiato dallo spettacolo: la sua indole giocosa e bambinesca amava alla follia i piccoli artifici della magia, soprattutto quelli innocui e interamente votti a stupire gli astanti; lui stesso si dilettava in questo genere di cose, traendone un sollazzo forse fin troppo esagerato.

    Per questo non potè fare a meno di rimanere molto divertito e sorpreso, nel veder mutare il flauto in un elegante bastone; e ciò che ne seguì, ossia l'evocazione di un nero cilindro dal fiocco candido e dalla piuma corvina, solletticò al massimo il senso di teatralità del Bardo.

    Percy non potè fare a meno spalancare allegramente la bocca, per poi lasciarsi andare ad un applauso accorato. Decisamente aveva trovato una fonte di interesse notevole, in quell'incontro causale. Casuale? Forse un certo Saggio avrebbe sentenziato che tutto accade per una ragione, e non esiste Caso, ma solo Destino. Ma, naturalmente, quel Saggio era un po' di parte!

    - E' proprio quello che fa al caso mio, sarei davvero lieto se lei potesse accompagnarmi da uno di loro -

    imagePercival gli sorrise di rimando, con un'espressione furbetta e sorniona sul volto, in totale contrasto con lo strano sorriso del giovane Plumacorvi. Alzò l'indice, rotoeandolo un po' nell'aere, senza apparente senso; poi, senza preavviso, il suo sorriso s'allargò, e schioccò le dita.

    Ci fu un piccolo bagliore, ed il corpo di Percival fu come coperto da uno stormo di candide colobe; leggiadre, s'alzarono in volo e si persero nel cielo poco più in alto, in una pioggia di lucine candide.
    Percival ora stava lì, il braccio appoggiato al tronco dell'albero: indossava un lungo soprabito bianco, elegante. Spille dal significato ignoto orlavano quelle vesti nobiliari, ed al di sotto della quali v'era un'elegante camicia...Anch'essa del color della neve pura.

    Non disse nulla, anzi si limitò a sorridere e porgere un biglietto a Milo: il foglietto, completamente bianco, avrebbe paian paiano rivelato una scritta magica, recante la frase:


    "Percival Van Larhalt. Precettore di Miséricorde, Saggio di Palantahs. Custode di Symphonia, la Via della Musica."

    Ridacciò, aspettando che Milo terminasse la lettura, per fare un altro inchino. Poi riprese un contegno, e si spiegò:

    - Sono uno dei Saggi, e mi occupo principalmente di tutto ciò che concerne l'arte della Musica e del Canto....Ma anche leggende e poesie, senza dubbio. E ho viaggiato a lungo per i mondi, prima di stabilirmi qui: domandate, quindi, se pensate che posso esservi di qualche aiuto! -

     
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  6. Black Ink
     
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    L'esibizione del bardo fece rimanere di stucco Milo il quale raramente aveva assistito alla manifestazione di poteri magici. Più che l'effetto fu il grande contrasto tra le due evocazioni a sconcertarlo: mentre la sua appariva ancora meccanica, macchiata dall'oscuro tramite, quella di Percival era stata fluida e pura.

    Adesso i due ragazzi si trovavano uno di fronte all'altro in perfetto contrasto tra di loro, il nero e il bianco, la luce e l'ombra, le due facce di una stessa realtà: le due potenze complementari. Intimidito l'oscuro erede tese la mano per prendere il biglietto, sapeva che gli avrebbe riservato delle sorprese, ma non di quella rilevanza. Lesse con attenzione il contenuto che stava comparendo sul tesserino. Con chi aveva realmente a che fare?

    Alzò lo sguardo verso l'elegante figura che gli era apparsa davanti: non era più un semplice amante della musica, non poteva esserlo. I capelli biondi sembravano infatti ora emanare luce, la sua espressione cordiale era superiore e il bianco del suo vestito emanava una purezza innaturale. Anche lui un tempo era così, affascinante e puro ma una macchia incombeva sulla sua nobiltà, il destino che premeva su di lui lo schiacciava rendendolo ormai incapace di trasmettere la vera, splendida natura del suo essere.

    In tutto questo il Corvo sembrava contento, si era ora appollaiato su di un ramo e fissava con intensità l'interlocutore del ragazzo bramando forse la sua anima incontaminata.

    Le parole di Percival fecero indietreggiare Milo, egli si fece umile e chinando la testa in una elegante riverenza si scusò per la scarsa considerazione che aveva avuto del Saggio.

    - Vogliate perdonarmi, non pensavo di trovarmi al cospetto di tale mente. L'arte della musica dite? Sarete allora un grande intenditore, mi sento lusingato.-

    Il ragazzo si fece cupo in volto, mise entrambe le mani sull'oscuro pomo che ornava il bastone e aggiunse freddamente:

    - Per porvi la mia domanda ho bisogno che ascoltiate una premessa, spero di non annoiarvi se vi narro la ragione per la quale mi sono diretto in questo luogo. -

    Dopodiché si girò e fece qualche passo nella direzione opposta alzando gli occhi al cielo, riusciva comunque a vedere tramite il Corvo la situazione alle sue spalle. I suoi occhi diventarono scuri come non mai perdendo il color ambra, stava infatti stabilendo un contatto con il demone. Era affamato.

    Ripresosi dall'intensità del legame attese la risposta del bardo, non voleva di certo sembrare scortese.
     
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  7. -Telescopio-
     
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    -PRELUDE-


    Mentre il Bardo appagava tutta la sua puerile esigenza di teatralità, non gli era comunque sfuggita la continua presenza del corvo: il nero pennuto sembrava tutto fuorchè un normale rapace della sua specie, che normalmente si sarebbe dato alla fuga dinanzi ai trucchi magici dei due.

    Milo, intanto aveva infine letto il magico biglietto di Percy, svelando l'arcano della sua identità; e subito il giovane aristocratico si dimostrò riverente, chinando la testa in segno d'umiltà e rispetto, ed addirittura domandando venia

    - Vogliate perdonarmi, non pensavo di trovarmi al cospetto di tale mente. L'arte della musica dite? Sarete allora un grande intenditore, mi sento lusingato.-

    Percival lo guardò basito per qualche istante: non era abituato a simile deferenza, nè ad essere trattato come una persona di rango. Lui, in fondo, era un bonaccione, e sebbene in grado di comprotarsi nobilmente, aveva grande predilizione per l'informalità. In aggiunta ciò, non si sentiva superiore a nessun altra creatura su quel mondo, e pensava sinceramente di non meritare tutte quelle cerimonie.

    Infatti sorrise, fortemente imbarazzato, muovendo i palmi verso il Plumacorvi.

    - Ah, grazie...Ma...Ehm...Ma davvero, non sono per niente una persona speciale! Sono solo un musicista che ha avuto la fortuna di fare degli incontri fortunati! Anzi, se voleste darmi del tu, sarebbe un vero piacere! -

    Lo vide farsi scuro in volto, preludio di gravi parole: ben consoceva, infatti, quell'espressione, giacchè l'aveva vista molte volte durante i suoi viaggi.

    - Per porvi la mia domanda ho bisogno che ascoltiate una premessa, spero di non annoiarvi se vi narro la ragione per la quale mi sono diretto in questo luogo. -

    Vide gli occhi di Milo diventare scuri, sempre di più...Quasi due pozze prive di colore. Quale gravoso segreto celava?

    - Parla senza problemi, giovane Milo! Ho vissuto abbastanza a lungo da conoscere le vie del buon ascoltatore...Ed il mio desiderio di aiutare è sincero! Puoi contare sulla mia discrezione, e fra queste mura sono io stesso garante di sicurezza...Per te e le tue parole. -

     
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  8. Black Ink
     
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    Durante il suo relativamente lungo viaggio raramente gli era capitato di dover ricalcare il percorso delle vicende che più lo avevano cambiato. Era un cammino doloroso che ogni volta rievocava in Milo la palese manifestazione delle cose perse e di quelle a cui avrebbe dovuto rinunciare in futuro. Senza voltarsi rispose all'invito di Percival ad abbandonare le formalità anche se forse non nel modo in cui il bardo si aspettava di ricevere la risposta.

    - Apprezzo la sua modestia e la sua semplicità, ma cadrei in errore nel riporre la mia fiducia in un ascoltatore con cui ho così poca confidenza. Se ti è comunque grato cercherò di essere un tuo pari. -

    E' incredibile osservare quanto fossero pesanti le piaghe dell'anima di Milo, tanto gravi da non permettere al ragazzo di riporre la sua fiducia in qualcuno che non fosse egli stesso. e forse è ancora peggio comprendere come in realtà queste siano solo ferite superficiali in confronto ai grandi solchi che ne devastano i lineamenti.

    -Di certo hai osservato, onorevole saggio, in che modo la mia persona è perseguitata dalla vista di quell'infimo animale, e forse ti sottovaluto nel pensare che tu non abbia notato la sua natura diversa da quella di una normale creatura di questo piano. -

    Fece una pausa e poi si girò guardando il bardo negli occhi. Il suo sguardo era penetrante, scuro, non umano.

    - In verità ti dico, questo non è ne un animale ne una creatura d'ombra, è infatti la manifestazione su questo piano di un potente demone che grava sulla mia anima. -

    Seppur la sua voce fosse fredda e il suo sguardo intimidente, un attento osservatore avrebbe potuto notare sul suo volto la tristezza di un fanciullo al quale è stata strappata non solo la giovinezza, ma addirittura il suo essere.

    - Non sono altro che un capro espiatorio per i peccati dei miei avi, il più puro dei Plumacorvi a cui quest'orrore che ora mi perseguita ambiva da anni. -

    Tirò fuori dalle tasche della giacca un guanto color pece e lo indossò con pesantezza.

    - Quando questo corpo non sarà più un contenitore adatto, la mia anima sarà l'atteso banchetto di quella creatura. -

    Poi prese un'altro guanto, candido come la neve e lo indossò nell'altra mano.

    - Sono giunto a Palanthas per trovare un modo per slegarmi da questo legame indissolubile. -
     
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  9. -Telescopio-
     
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    -PROPOSAL-


    - Apprezzo la sua modestia e la sua semplicità, ma cadrei in errore nel riporre la mia fiducia in un ascoltatore con cui ho così poca confidenza. Se ti è comunque grato cercherò di essere un tuo pari. -

    Percy evitò il contatto troppo intenso con quegl'occhi: era fin troppo evidente che le cicatrici nell'animo del giovane musicista erano ancora recenti, fors'anche mai del tutto guarite; insistere con eccessiva veemenza poteva denotare un'invadenza che a Percy non apparteneva, nè voleva dimostrare.

    -Di certo hai osservato, onorevole saggio, in che modo la mia persona è perseguitata dalla vista di quell'infimo animale, e forse ti sottovaluto nel pensare che tu non abbia notato la sua natura diversa da quella di una normale creatura di questo piano. -

    Esitò per un'istante, Bardo...Inchiodato da quegli occhi neri e penetranti, palesemente inumani, e proprio per questo, alienamente inquietanti. Eppure al Pifferaio non era passato inosservato il nero pennuto che non accennava ad andarsene. E se dapprima lo aveva interpretato come una stranezza di Madre Natura, in fretta gli era stato chiaro che la sua natura era ben più arcana. Percivla annuì al ragazzo, prima di iniziare a fissare il Corvo con aria distratta.

    - In verità ti dico, questo non è ne un animale ne una creatura d'ombra, è infatti la manifestazione su questo piano di un potente demone che grava sulla mia anima. -

    Era curioso: mai aveva visto tale disparità tra voce e sguardo, ed espressioni del viso: ma più di tutti lui sapeva interpretare le minime sfumature vocali degli uomini, e fin troppo chaira alla mestizia di cui erano intrise le parole, in fondo in fondo.
    E ben comprensibile era la faccenda, se di persecuzione demoniaca si trattava...Lo sguardo azzurro dl Saggio tornò placido su Milo, riscaldandosi e facendosi confortante. Tacque, perchè interrompere poteva esser ineducato, oltre che indelicato.

    - Non sono altro che un capro espiatorio per i peccati dei miei avi, il più puro dei Plumacorvi a cui quest'orrore che ora mi perseguita ambiva da anni. Quando questo corpo non sarà più un contenitore adatto, la mia anima sarà l'atteso banchetto di quella creatura. -

    Un guanto candido ed uno nero come la pece: il retaggio di un'antica stirpe, foriero di benedizioni, ma anche di condanne senza appello, e di terrori senza requie. Si limitò a serrare gli occhi piano, chinando il capo.

    - Ora comprendo... -

    - Sono giunto a Palanthas per trovare un modo per slegarmi da questo legame indissolubile. -

    - E mai scelta fu più felice, giovane Plumacorvi. Se esiste un modo, a Palanthas lo troverai. Ed inoltre, qui... -

    Il Saggio alzò gli occhi al Corvo, mostrando un'espressione differente: quel viso così delicato era solcato ancora da un sorriso, ma un sorriso che raramente il Bardo mostrava. Gli occhi erano due fessure, e la bocca poco più che un taglio: ancora pareva ridanciano all'osservatore distratto, ma l'ostilità celata in quegli occhi era palpabile.

    - ...Qui non hai potere, mio caro amico pennuto. Palanthas, e coloro che qui sostano, sono protetti da me...Da me e dai miei compagni, i quali mi sopravanzano in saggezza e potere. Fra le mura della Biblioteca sei impotente...Ma se ti ostinerai a seguire Milo anche qui, sia. Ci renderai solo più facile trovare un modo per eradicarti. -

    Concluse, in un sibilo...Per poi scoppiare in una risata, che subito spezzò la tesa atmosfera. Ripristinato il suo buonumore ed ignorato il pennuto, si accinse a fare ciò che meditava da minuti, ormai.

    - Ho una proposta da farti, Erede dei Plumacorvi: Fermati qui. Aiutami nel mio lavoro di Saggio di Symphonia. Le tue abilità sono qualcosa di estremamente prezioso...E non posso permettere che vadano sprecate. -

    Fece un leggero passo indietro.

    - Avresti alloggio e comodità, possibilità di incontrare forme di Magia utili ai tuoi scopi...E naturalmente libero accesso alla Biblioteca, in ogni suo settore. Oltre a ciò, avresti sicuramente numerose occasioni per consultare gli altri Saggi. Comunque, qualunque sia la tua risposta, sappi che io ti aiuterò lo stesso, in prima persona. Conosco anche una esorcista che potrebbe aiutarci. Ma sappi che averti al mio fianco sarebbe un privilegio non da poco, Milo dei Plumacorvi. -

    Concluse, lasciando che il silenzio che sarebbe seguito, desse peso a quelle parole.

     
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  10. Black Ink
     
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    Milo ascoltò con attenzione quello che il ragazzo aveva da dirgli e rimase stupito di come fosse disposto ad aiutarlo sempre con un sorriso stampato in volto. La proposta lo allettava parecchio, avere pieno accesso alla biblioteca e il poter consultare direttamente i saggi lo avrebbe sicuramente portato sulla buona strada, sempre se non avesse estirpato prima il problema.

    - Vuoi fare di me un guardiano di Palanthas quindi? Ritieni che sia a questo livello? Forse mi sopravvaluti giovane Bardo ma non posso non accettare una richiesta simile. -

    Non era solo un'altro passo del suo viaggio, era un'altro capitolo, un bagliore di luce nell'oscurità che da tempo lo copriva.

    - Sarei felicissimo di unirmi a voi. -

    Il volto di Milo era impassibile ma nonostante ciò all'interno del ragazzo il suo animo sprizzava gioia, già pensava, forse stupidamente, che il problema sarebbe stato risolto nel giro di qualche giorno alludendo a scene di vita migliori.
    Le minacce di Percival non fecero muovere minimamente il corvo: se ne stava appollaiato su di un ramo, il suo sguardo penetrante feriva in due ragazzi giudicandoli per il loro essere inferiore.Era incredibile notare come quel corvo fosse così poco coinvolto nelle faccende dell'ambiente circostante e il contrasto che questo andava a creare con la sua presenza fissa, statica, un'immagine di morte preannunziata.

    - Un Esorcista dite? Dove possiamo trovarlo, se non è di disturbo vorrei incontrarlo oggi stesso -

    Nelle sue parole c'erano diverse emozioni compattate insieme tra le quali spiccava l'ansia. Se l'esorcista lo avesse aiutato lui sarebbe riuscito a rompere il legame, ne era sicuro, doveva essere sicuro. Era stato costretto, infatti, per molto tempo ad andare avanti imponendosi di trovare delle soluzioni, non sarebbe riuscito se no neanche ad andarsene di casa tanto fatale era il suo destino da opprimerlo senza pietà.
     
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  11. -Telescopio-
     
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    -REVELATION-


    - Vuoi fare di me un guardiano di Palanthas quindi? Ritieni che sia a questo livello? Forse mi sopravvaluti giovane Bardo ma non posso non accettare una richiesta simile. -

    - Il lavoro del Saggio è particolarmente gravoso, ed io sono anche Precettore dei bambini di Miséricorde: avere dei collaboratori mi permetterebbe di svolgere al meglio entrambe le mie occupazioni. Ed io sono fiducioso delle tue capacità. Non ho dubbi riguardo la mia scelta. -

    E non solo il Bardo: fu infatti con un sorriso che il biondo accolso il baluginìo arcobaleno su una delle balaustre...Dunque anche il Destino, il Cleebliant approvava la decisione presa dal Pifferaio. Ora Symphonia poteva vantare, prima via a farlo, di avere un seguace. Ed un seguace degno di stima ed onore, come tutti coloro che percorrono le Vie della Sapienza.

    - Sarei felicissimo di unirmi a voi. -

    - PEEEEERFETTTOOOOOO! -

    Disse il Bardo, sognante: comparve un candido bastone, e vi si appoggiò, iniziando una breve serie di allegre piroette! Dopodichè lo alzò in alto, e dall'estremità spuntarono fuori un nugulo di stelle filanti e coriandoli multicolore. Il tutto fu accompagnato dal rumore di una trombetta, suonata dal nulla proprio dal Saggio.

    Il volto di Milo era granitico, impassibile...Ma Percival era certo che quell'occasione appena colta dal giovane, si sarebbe rivelata proficua per tutti. Per Endlos, per Percival e per Milo. E già la voce del Plumacorvi tradiva un crogiuolo di emeozioni che prima non mostrava:

    - Un Esorcista dite? Dove possiamo trovarlo, se non è di disturbo vorrei incontrarlo oggi stesso -

    Per rispetto al fardello che gravava sul nobile ragazzo, Percy riguadagnò un contegno, ma non per questo evitò di sorridere amabilmente al giovane. Annuì un paio di volte, poi rispose al quesito.

    - Si tratta di una sacerdotessa molto sapiente, nonostante la giovane età: ci conosciamo da lungo tempo, e la sua mano è benedetta dal Cielo. E' una fanciulla estremamente generosa, sono certo che non esiterà a far di tutto per aiutarti. In questo momento vive nella mia dimora, poco fuori Istvàn...Quindi non è affatto un problema, incontrarla! -

    Lo sguardo cadde nuovamente sull'irididescenza: sorrise, nel vedere le parole che gli comunicava: "Non hai nulla di meno degli altri", recitava...Chiaramente frase riferita alle parole di poco prima, con cui il Bardo si scherniva. Amarth a volte si dimostrava decisamente affettuoso, per quanto non lo avrebbe mai ammesso. Allorchè l'iridescenza svanì, Percival fece un breve inchino al Plumacorvi.

    - Inutile dire che sei il benvenuto nella mia casa, Milo dei Plumacorvi. La giovane Kyoko ha combattuto demoni in mondi lontani, e sono fiducioso. E poi...-

    Sorrise, ammiccando e facendo l'occhiolino al ragazzo.

    -...E' una fanciulla molto carina! -

     
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  12. Black Ink
     
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    Era ufficialmente un guardiano di Palanthas, un custode dei suoi più grandi segreti, segreti che ora erano a sua disposizione. Forse era per via della estrema infantilità che Percival dimostrava con il suo sincero entusiasmo o forse perché era stato troppo facile: Milo ancora non si sentiva un membro della biblioteca. L'unica cosa effettivamente cambiata era infatti la considerazione che aveva dell'interlocutore la quale era salita di molto osservando le sue abilità e il suo buon gusto per la musica.

    Non poteva ora preoccuparsi troppo di queste formalità, Percy lo voleva mettere in contatto con un'esorcista, una ragazza che dalle sue descrizioni sembrava molto abile nella sua occulta via. Aveva intenzione di presentarsi a tutti i guardiani con un discorso generale ma il sol pensiero di consultare qualcuno che ne sapesse di più creò in lui un fremito incontrollabile.

    - Benissimo, è possibile incontrarla oggi pomeriggio stesso? -

    Questa richiesta fu interrotta dall'allusione alla bellezza della ragazza, cosa che colse impreparato il ragazzo suscitandogli suo malgrado scene lontane e confuse di un amore tagliato di netto.

    - Non capisco perché un guardiano di tale rango debba guardare certe superficialità in una fanciulla più che rispettabile. -

    Il riprendersi non era facile, poteva sembrare scortese o troppo radicato per poter osservare il mondo in tutte le sue forme, ma la verità era che Milo non era mai più stato il giovane rampante dei Plumacorvi, il dover abbandonare tutto lo aveva ferito profondamente.
     
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  13. -Telescopio-
     
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    -YAY!-


    - Benissimo, è possibile incontrarla oggi pomeriggio stesso? -

    Percivla annuì, giocoso come sempre: era raggiante nel sapere che poteva essere d'aiuto a quel giovane volenteroso e dotato; ed il fatto di poterlo fare così facilmente, lo rendeva ancora più felice e di buon umore!

    - Non capisco perché un guardiano di tale rango debba guardare certe superficialità in una fanciulla più che rispettabile. -

    Rise: a quanto pare aveva trovato un collaboratore piuttosto serio! Dovette ammettere che la cosa gli piacque alquanto, perchè due personalità come le loro, non potevano che giovare di differenze e similitudini, temperandosi vicendevolmente.

    Guuardò Milo con lo stesso sguardo che ha un bambino, quando guarda i genitori sapendo di aver combinato una simpatica marachella. Diede solo un'ultima occhiataal nero corvo che tanto li perseguitava, ma stavolta lo sguardo di Percy nei suoi confronti fu piuttosto neutro.

    - All right! Let's go, my friend! ♫ -

    Accennando un balletto, fece per prendere sottobraccio il Plumacorvi, più che mai deciso a condurlo a casa Van Larhalt, per incontrare la candida Kyoko, la divina figlia del cielo ed esorcista Miko.

     
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12 replies since 19/12/2010, 15:21   180 views
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