[LAM] Natale a Endlos

Mastio, cucina di Raylek

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    Natale ad Endlos


    Mentre all'Albero Casa iniziavano i preparativi per il Natale, Raylek era alla cucina del Mastio, affacciato alla finestra che dà su un versante della sua splendida isola volante. Bella quanto grande, forse troppo, considerando che proprio in quel momento, qualcosa di grosso stava accadendo sotto il suo naso, e senza che lui sapesse qualcosa. Sicuramente una situazione snervante, soprattutto perchè centrava uno dei suoi "bracci destri", l'Ufficiale Galanodel, la quale era stata non poco martoriata dalle sue continue domande alla disperata ricerca della verità, e che sempre era riuscita a declinare tutto con poche parole. Eppure Raylek era certo che lei era coinvolta in qualcosa, se non la principale fautrice.
    Ora restava al goblin decidere il da farsi....

    CITAZIONE

    Bene ragazzi, benvenuti alla prima Quest totalmente natalizia di Endlos!
    L'introduzione è abbastanza semplice per tutti:


    1. Daeniem, Raylek sospetta qualcosa, è evidente. E' da giorni che vede Drusilia agitata ed indaffarata, ed ogni volta che ha tentato di domandarle qualcosa, lei ha declinato sempre con un "ah, è tardi" o "te lo spiego poi". Solo alla fine è riuscito a farle scappare un "ci sarà una festa... se ti va potresti aiutarmi cucinando qualcosa?" Convochi Katep per spiarci.

    2. Katep è stato convocato dal goblin. Non sa di cosa si tratta.



    Edited by Drusilia Galanodel - 2/6/2015, 01:21
     
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  2. Raylek
     
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    La stanza era immersa nel silenzio, e già quello bastava a farlo impazzire. C'era qualcosa, qualcosa che gli stava succedendo attorno, ma che non riusciva a cogliere.
    Da giorni aveva osservato parecchi dei suoi collaboratori comportarsi in modo strano, essere distratti, scostanti, come se avessero pensieri altrove. Impegni che non volevano condividere con lui.
    E un po, sotto sotto, gli rodeva. Non sopportava l'idea di non riuscire ad avere informazioni sul quell'evento : era come la dimostrazione che in fondo non poteva avere tutto sotto controllo.
    Non era accettabile : era uno smacco.

    In preda a pensieri tumultuosi, il lord alfiere di Laputa stava ad osservare irritato fuori dalle vetrate del grande refettorio che si era fatto mettere a disposizione su quel piano del mastio. Quella in cui di solito consumava i suoi pasti, in solitudine o accompagnato. E dove cucinava.
    Tra i denti stringeva con veemenza un ultimo spezzone di sigaro spento, rosicchiandolo.
    Non riuscendo a stare fermo, come a voler emulare il suo pensare, continuava a muoversi avanti ed indietro, lungo tutta l'ampiezza dalla stanza, le braccia allacciate dietro alla schiena, le dita intrecciate, incapaci di trovare quiete.

    Sbuffò con irritazione un paio di volte, prima di prendere una decisione.
    Aveva bisogno di fare qualcosa, per sbloccare tutta quella dannata faccenda : doveva sapere.

    Chiamatemi il Magister Khatep !
    Voglio parlare con lui !!!


    Il goblin urlò senza pudore; sebbene la stanza fosse vuota non aveva il minimo dubbio riguardo al fatto che il suo ordine stizzito fosse stato compreso, ed immediatamente eseguito.
    Oltre la soglia uno dei serventi di palazzo doveva già essere corso via, a perdifiato.

     
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    Tranquillità.
    Stava passando la sua giornata in perfetta quiete, solitudine, contemplazione, pace e calma; in una parola: noia.

    Era almeno una settimana che non accadeva nulla di nulla, certo, all’inizio era stato piacevole poter dedicare tutto il suo tempo a se stesso, alla lettura, all’arredamento, alla creazione di composti alchemici ma ormai tutto ciò era a un punto morto.
    La parte finale del mobilio di casa doveva ancora arrivare, non trovava l’ispirazione per nuove e mirabolanti creazioni alchemiche e studiare per più di 24 ore consecutive aveva un effetto deleterio sul suo umore.

    Non dormendo aveva un terzo del tempo più che avevano gli umani ma non sapeva come impiegarlo.
    Fu con un moto di quasi sollievo che sentì bussare alla porta della sua abitazione, forse un po’ troppo forte ma non ci fece caso, e andrò ad aprire.
    Chissà chi poteva essere.

    Quando il messo se ne andò correndo, un po’ spaventato, il Sommo si fermò pensieroso sulla soglia.
    Il piccolo signore verde di Laputa lo cercava insistentemente, cosa volesse era un mistero anche per il messo stesso, il quale sapeva solo che lo aveva chiamato urlando tanto forte da farsi udire in metà del mastio; e il mastio aveva pareti di roccia molto spessa.
    Non troppo preoccupato si avviò quindi verso la fortezza al centro dell’Isola, sapendo bene che sicuramente quel giorno si sarebbe divertito, in caso il gobbo l’avesse chiamato a discutere, o avrebbe dovuto farsi un giro fino ai confini di Endlos se fosse stata una missione.
    Pazienza, si annoiava e una chiamata era un buon distrattore.

    Arrivò al mastio in circa venti minuti poiché se la prese comoda, lui non scattava sull’attenti per nessuno, e si fece strada tranquillamente e pacatamente fino al refettorio in cui gli avevano detto avrebbe trovato Forge.
    Aprì la porta spingendola con il bastone per poter entrare nell’ampia struttura.

    Mi hai fatto chiamare, Raylek?

     
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  4. Raylek
     
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    Era ancora lì che bofonchiava alla finestra, muovendosi senza posa avanti ed indietro, le braccia ancora intrecciate dietro alla schiena.
    Se solo non fosse stato verde e smilzo, lo si sarebbe potuto benissimo prendere per un nano, tanto quel fare malmostoso gli si era appiccicato addosso. Ed invece era sempre il solito alchimista pelleverde, che i nani li odiava. Ed odiava pensare se stesso come un nano.
    Ed odiava quella dannata situazione in cui nessuno gli spiegava che diavolo stava combinando uno dei suoi generali!

    Certo che ti ho fatto chiamare!
    Entra e chiudi la porta.


    Diede al lich il tempo di fare quanto gli aveva chiesto - con poco garbo, in effetti - e poi riprese.

    Ho bisogno che fai una cosa per me. Una missione delicata e pericolosa, in cui dovrai mettere tutta la tua abilità.
    Scendere nelle fogne di Klemvor, in confronto, ti sembrerà una passeggia rilassante...


    Solo in quel momento il goblin si volse ad osservare il morto in volto, dando modo così all'altro di osservarlo, concentrato e ingrugnito come poche volte fino all'ora era stato.

    Devo sapere se posso fidarmi di te.

    Posso, Khatep?



     
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    Agitazione.

    Certo che ti ho fatto chiamare!
    Entra e chiudi la porta.


    Il suo nuovo piccolo amico verde era davvero molto agitato, tuttavia fece come gli era stato -così cortesemente- chiesto.
    Se era in quello stato allora qualcosa di grosso bolliva in pentola.
    Qualcosa di interessante.

    Ho bisogno che fai una cosa per me. Una missione delicata e pericolosa, in cui dovrai mettere tutta la tua abilità.
    Scendere nelle fogne di Klemvor, in confronto, ti sembrerà una passeggia rilassante...
    Devo sapere se posso fidarmi di te.

    Posso, Khatep?


    Domanda interessante.
    Trascorsero non meno di cinque secondi in cui la mente del Sommo dovette riflettere seriamente se dare una risposta sincera o mentire, posto che la risposta sarebbe stata la stessa.
    Fu un lavoro mentale, rapido, febbrile ed efficiente che comprendeva i più svariati scenari possibili in cui eventualmente la sua “lealtà” verso il goblin sarebbe potuta venire meno, compreso uno improbabile in cui una creatura divina gli consegnava le redini di Endlos per un suo capriccio.
    Decise che il dominio di quel semipiano colloidale preferiva conquistarselo un pezzo alla volta, avrebbe impiegato attivamente almeno i prossimi mille anni senza annoiarsi e una volta conquistato tutto ci sarebbero state meno ribellioni.

    Sì Raylek, puoi fidarti di me.
    Dimmi cosa ti serve e vedremo di trovare una soluzione.


    No, non avrebbe mai accettato se non fosse stato immortale.
    Ma tanto si annoiava ed era meglio una missione che poteva costargli la distruzione che lo stare passivamente seduto in poltrona fare nulla per mancanza di ispirazioni.
    Sperava che almeno fosse interessante…e meno pericolosa di quanto affermasse il goblin.
     
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  6. Raylek
     
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    Sì Raylek, puoi fidarti di me.
    Dimmi cosa ti serve e vedremo di trovare una soluzione.


    Il goblin si volse verso il sacerdote, fissandolo ancora con aria intensa e concentrata.

    Il Generale Galanodel sta progettando qualcosa.
    Qualcosa di cui non sono al corrente e che lei non intende rivelarmi.
    Ho cercato di interrogarla più volte, ma senza alcun risultato se non qualche frase di circostanza prima di una sua repentina sparizione.


    Sospirò a fondo, cercando di calmarsi. Quel genere di macchinazioni altrui lo facevano sempre diventare molto paranoico.. decisamente troppo.

    Devi arrivare all'Albero Casa, riuscire a farti ricevere e capire che diamine stia succedendo.
    Ma sia ben chiaro : io non ti ho mai mandato, e tu non hai alcun incarico ufficiale.

    Quando avrai notizie ed informazioni, fatti trovare al tuo laboratorio al terzo girone.
    Io sarò là e mi riferirai.


    Cercò lo sguardo negli occhi morti del lich, interessato a trovarne scintille d'intesa.
    Era una missione delicata davvero, quella che intendeva affidare all'antico alchimista.
    Se una cospirazione stava nascendo in seno ad uno dei più importanti ordini militari della città doveva saperlo per tempo, doveva poter porre rimedio alla situazione.

    Sono stato abbastanza chiaro?



     
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    Notevole.

    Il Generale Galanodel sta progettando qualcosa.
    Qualcosa di cui non sono al corrente e che lei non intende rivelarmi.
    Ho cercato di interrogarla più volte, ma senza alcun risultato se non qualche frase di circostanza prima di una sua repentina sparizione.


    Il goblin fece un lungo sospiro, evidentemente cercava di calmarsi e mantenere la concentrazione, cosa non molto facile quando uno dei tuoi più importanti sottoposti comincia a nasconderti cose.
    A casa sua l’avrebbero presa e torturata fino a farle sputare la verità, o le avrebbero fatto bere il siero della verità, generalmente tutte e due nell’ordine.

    Devi arrivare all'Albero Casa, riuscire a farti ricevere e capire che diamine stia succedendo.
    Ma sia ben chiaro : io non ti ho mai mandato, e tu non hai alcun incarico ufficiale.

    Quando avrai notizie ed informazioni, fatti trovare al tuo laboratorio al terzo girone.
    Io sarò là e mi riferirai.


    Una missione segreta; il verme del tradimento stava davvero corrodendo la bella Laputa?
    Sarebbe stato davvero molto sconveniente scoprire che la gilda che difendeva l’Isola nel Cielo era in realtà un covo di traditori, un po’ perché erano una potenza militare considerevole, un po’ perché ci si fidava di loro e un po’ perché Khatep stesso aveva avuto la mezza idea di entrarvi.
    Sconveniente davvero.

    Sono stato abbastanza chiaro?


    Certamente, più che complessa questa missione pare molto delicata ma non temere, ho gli strumenti per spiare e scoprire cosa sta succedendo nell’Albero Casa.
    Ora col tuo permesso ho una lunga camminata che mi aspetta e una serie di scuse credibili da inventare perché mi facciano entrare.


    Fece un lievissimo inchino al goblin come segno della sua lealtà, stava spaventosamente e orribilmente cominciando ad abituarsi ad essere un sottoposto, e attese che questo gli desse un cenno per congedarsi.
    Stupida gerarchia, la parte divertente era solo la più alta ma un giorno, un giorno, quella posizione sarebbe stata sua., di nuovo.
    Per ora però non gli restava altro da fare che spiare la gilda del Generale Galanodel.
     
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    Chi è Babbo Natale?

    Tutte le versioni del Babbo Natale moderno derivano dallo stesso personaggio storico, il vescovo del IV secolo, San Nicola di Mira (più noto in Italia come San Nicola di Bari) della città di Myra in Licia, una provincia dell'Impero bizantino che corrisponde all'attuale Anatolia, in Turchia. Si racconta che, esortò tutti gli altri parroci della sua diocesi a diffondere il cristianesimo laddove i bambini non avevano la possibilità o la volontà di recarsi in chiesa anche a causa del freddo invernale, che costringeva molti a non uscire di casa. Così disse loro di recarsi dai bambini portando loro un regalo e di cogliere l'occasione per spiegargli chi fosse Cristo e che cosa avesse fatto per l'intera umanità. I parroci portando con loro un sacco pieno di regali, raggiungevano i bambini mediante alcune slitte trainate da cani (e non renne). La leggenda di San Nicola, che nel Medioevo divenne uno dei santi più "famosi", è alla base della grande festa olandese di Sinterklaas (il compleanno del Santo), importata poi nelle colonie delle americhe e che, a sua volta, ha dato origine al mito ed al nome di Santa Claus nelle sue diverse varianti.
    In Europa (in particolare nei Paesi Bassi, in Belgio, Austria, Svizzera e Germania) viene ancora rappresentato con abiti vescovili e con la barba.
    Per di più, prima della conversione al cristianesimo, il folklore tedesco narrava che il dio Odino (Wodan) ogni anno tenesse una grande battuta di caccia nel periodo del solstizio invernale (Yule), accompagnato dagli altri dei e dai guerrieri caduti. La tradizione voleva che i bambini lasciassero i propri stivali nei pressi del caminetto, riempendoli di carote, paglia o zucchero per sfamare il cavallo volante del dio, Sleipnir. In cambio, Odino avrebbe sostituito il cibo con regali o dolciumi. Questa pratica è sopravvissuta in Belgio e Paesi Bassi anche in epoca cristiana, associata alla figura di San Nicola. La tradizione germanica arrivò poi negli Stati Uniti attraverso le colonie olandesi di New Amsterdam e New York prima della conquista britannica del XVII secolo, ed è all'origine dell'abitudine moderna di appendere una calza al caminetto per Natale, simile per certi versi a quella diffusa in Italia il 6 gennaio all'arrivo della Befana.
    Un'altra tradizione folklorica delle tribù germaniche racconta le vicende di un sant'uomo (in alcuni casi identificato con San Nicola) alle prese con un demone. La leggenda narra di un mostro che terrorizzava il popolo insinuandosi nelle case attraverso la canna fumaria durante la notte, aggredendo e uccidendo i bambini in modo orribile. Il sant'uomo si pone alla ricerca del demone e lo cattura imprigionandolo con dei ferri magici o benedetti. Obbligato ad obbedire agli ordini del santo, il demone viene costretto a passare di casa in casa per fare ammenda portando dei doni ai bambini. In alcuni casi la buona azione viene ripetuta ogni anno, in altri il demone ne rimane talmente disgustato da preferire il ritorno all'inferno. Altre forme del racconto presentano il demone convertito agli ordini del santo, che raccoglie con sé gli altri elfi e folletti, diventando quindi Babbo Natale.
    Il Babbo Natale di oggi riunisce le rappresentazioni premoderne del portatore di doni, di ispirazione religiosa o popolare, con un personaggio britannico preesistente. Quest'ultimo risale almeno al XVII secolo, e ne sono rimaste delle illustrazioni d'epoca in cui è rappresentato come un signore barbuto e corpulento, vestito di un mantello verde lungo fino ai piedi e ornato di pelliccia. Rappresentava lo spirito della bontà del Natale, e si trova nel Canto di Natale di Charles Dickens sotto il nome di "Spirito del Natale presente". Santa Claus ha origine da Sinterklaas, il nome olandese del personaggio fantastico derivato da San Nicola, che viene chiamato anche Sint Nicolaas; questo spiega anche l'esistenza di diverse varianti inglesi del nome (Santa Claus, Saint Nicholas, St. Nick).

    Infine, forse non tutti sanno, che originariamente il vestito di Babbo Natale era verde, non rosso come siamo abituati a vederlo. Divenne rosso solo dopo che, negli anni ’30, la Coca-Cola lo usò per la sua pubblicità natalizia, e lo vestì in bianco e rosso, come appunto la scritta della sua famosa bibita.

    clipart007


    Natale ad Endlos

    Il Lich ha appena lasciato la cucina, abbandonando l'Alfiere ai suoi pensieri. Intanto il tempo passa e la situazione diventa esponenzialmente più fastidiosa. Eppure il fastidio non è troppo per non fargli notare l'avvicinamento di qualcosa, di qualcuno la cui presenza provoca dentro il piccolo cuore da goblin un tintinnio, quasi di campanelle d'argento.
    Chi potrebbe mai essere?
    Quale dei suoi "fratelli"?

    -Secondo me dovresti darti più da fare con quei fornelli.

    Una voce si manifestò dietro di lui, e qualora Raylek si fosse girato, per un istante avrebbe avuto l'impressione di parlare con Drusilia.
    No, non era possibile... la voce era quella di un uomo, ed i suoi capelli erano azzurrini, quasi come quelli di Kalia, mentre gli occhi di smeraldo ora parevano d'oro fuso. No non poteva essere lei, anche perchè, osservando la figura molto, ma molto attentamente, avrebbe notato che si trattava di un lui e non una lei. Sorrideva malizioso, intrecciando le ciocche del colore del cielo fra le dita pallide ed affusolate. Per quell'occasione indossava un abito rosso foderato di pelliccia bianca, e sebbene fosse di per sè un pò bizzarro, compreso quello strano cappellino, sul suo bel corpo slanciato scivolava in modo gradevolmente sexy. Eh, e pensare che avrebbe potuto fare il modello.

    -Ah, zietto, meno male che ci sono io!
    Ho fatto una puntata da te per vedere come te la cavavi...


    Si sarebbe avvicinato a lui con passo sinuoso e sguardo ammaliante.

    -...eh...ahi, ahi... non va affatto bene!
    Sei indietro con la tabella di marcia.
    Ma non temere, se vuoi posso aiutarti io a preparare qualcosa di adatto!


    E con ciò, avrebbe estratto da un sacco che si era portato dietro due grambiulini, uno più grande uno più piccolo, entrambi rossi con disegnate delle renne ai fornelli.
    Ed un cuoricino sulla tasca.
    ...

    CITAZIONE

    A Quanto pare è giunto il simpatico Quarion a fare visita al suo adorato zietto! :guru:
    Giocata semplice, nulla da aggiungere.



    Fine del 2° turno: Giovedì 30 Dicembre.



    Edited by Drusilia Galanodel - 2/6/2015, 01:22
     
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  9. Raylek
     
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    Il goblin rimase per un momento interdetto. Non tanto per quell'apparizione inattesa, e nemmeno per la somiglianza di quello strano figuro con la Dama del Vento.
    Nemmeno per idea : fissava ad occhi sgranati i grembiuletti, come fossero stati qualcosa di velenoso, di infido.
    Forse erano le renne.. o forse il cuore.. o magari era l'aria con qui lo spilungone dai capelli turchini gli tendeva il grembiule.

    E tu, chi saresti, Fata Turchina?


    Nelle orecchie il trillo della Risonanza l'aveva avvertito - e continuava ad avvertirlo - che quello era uno dei suoi fratelli, e forse poteva azzardare anche quale fosse, vista la somiglianza con Drusilia.
    Ma era meglio andarci piano, per il momento. Prima la defezione degli Aviatori, e ora quello..

     
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    Natale ad Endlos

    Il giovane e bellissimo Quarion osservò soddisfatto l'espressione dell'Alfiere, ben cosciente di ciò che le aveva detto la sorella. Si, sapeva cosa fare e gli piaceva, nonostante il fatto che Drusilia gli avesse fatto giurare di non toccarlo nemmeno con un dito, a parte che con suo consenso. In effetti Drusilia era stata un pò guastafeste con quel giuramento, ma lui sperava di ottenerlo, quel consenso. Infondo la speranza era l'ultima a morire, soprattutto per colui che con la gemella condivideva il destino duplice dell'Arcano dell'Amore. Beh si, non era molto pratico negli amori platonici di cui la sorella era patrona, ma in un certo senso anche lui nutriva dell'amore, e con tutti per giunta. Lui si che aveva molto da donare! Gorgheggiò dunque una risatina leggera e suadente, per poi mostrare il faccino di un cucciolotto bastonato.

    -Zietto, non riconosci il tuo nipotino Quarion?
    Così mi spezzerai il cuore!


    Poi, dopo essersi ricomposto, si sarebbe avvicinato ancheggiando alla sua verde figura, tendendogli ancora il grembiulino a lui destinato.

    -Allora, lo indossi da solo o vuoi che ti aiuti io?

    Un occhiolino monello e poi l'attesa della risposta del Carro.



    Edited by Drusilia Galanodel - 2/6/2015, 01:22
     
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  11. Raylek
     
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    Squadrò quella pertica di bellimbusto con sospetto, soppesandone le movenze fin troppo femminili come se da un momento all'altro si aspettasse una pugnalata al costato.
    Ma c'era una carta che poteva ancora giocare..

    Tu sai, fratellino, che tra noi carte farsi scherzetti non è ben visto?


    Sì, in effetti stava stiracchiando un poco la regola che a suo tempo il Signore delle Carte gli aveva spiegato. Due arcani non si faranno mai del male. Non possono, sono dalla stessa parte della barricata, e, più oltre, in un modo molto intimo e profondo, sono frammenti provenienti dallo stesso cuore, dalla stessa anima.
    E i tiri mancini - per quanto in buona fede - insomma, non erano proprio come farsi del male.. ma qualcuno prima o poi avrebbe potuto offendersi.

    Nonostante tutto, però, il goblin allungò la sua mano destra, scintillante di riflessi metallici alla luce del sole, verso l'uomo dalle chiome blu.

    Dammi quell'affare, e dimmi perchè sei qui.
    Non avevo in programma di mettermi ai fornelli.. e certo non di avere un assistente..



     
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    L'uomo dai capelli del colore del cielo d'estate indossò il grembiule senza rispondere, mantenendo quell'aria sorniona e provocante che pareva distinguerlo. Chissà quale segreto covava in sè, forse orribile a tal punto da non poterlo rivelare. O forse no... chissà.

    -So bene le regole, zio.
    E dovresti saperlo anche tu che certi scherzetti tra Arcani non sono ben visti.


    A quel punto iniziò a frugare disperatamente nel suo sacco, alla ricerca di chissà cosa.

    -E comunque avresti dovuto, considerando cosa sta per accadere.
    Hai almeno qualcosa nelle scorte?


    Probabilmente il goblin gli avrebbe risposto con i suoi soliti modi, ma infondo il Natale era nato per addolcire i cuori di chi lo viveva, e per il piccolo grande Alfiere verde ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe adempiuto a tale circostanza. Si trattava praticamente di un esserino piuttosto piccino, pure rispetto a Raylek stesso. Non sapeva ancora camminare, considerando che non aveva ancora compiuto l'anno di vita. Avanzava gattonando verso l'Alfiere dal lungo naso, vestito di verde e con delle buffe punte adagiate sulle orecchie da infante. Vestito in quel modo pareva un folletto.

    -Non-no!

    Allungò le manine verso di lui, segno evidente che desiderava essere preso in braccio.



    Edited by Drusilia Galanodel - 2/6/2015, 01:22
     
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  13. Raylek
     
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    Prima ancora di realizzare ciò che stava capitando, con Raylek ancora distratto dall'uscita dell'uomo in azzurro - sembrava proprio il gemello malvagio di Kalia, quello.. doveva essere colpa del sogghigno, così simile al suo -, AI si era mossa, recuperando dapprima il grembiule, per poi scendere verso il basso e trasse a sé il piccolo folletto.

    Solo quando il goblin si trovò il pupo sotto al naso si rese conto pienamente di cosa era.. di chi era.
    Ma soprattutto, cosa il bimbo gli aveva appena detto. Non-no?!

    Nonno?!!


    Ehm.. sì.. insomma.. ecco..


    Guardò incredibilmente fisso l'intruso adulto, lo sguardo colmo d'angoscia.

    ..come si tiene in mano questo cosino? Non è che si rompe?


    Ma in barba all'inesperienza del verde, il suo braccio destro sembrava assolutamente a suo agio nel sostenere il piccolo nel modo corretto, ed anzi, cullandolo leggermente in modo così naturale che era impensabile che tutto quell'affetto arrivasse dalla parte di Raylek che era stata rimpiazzata.. eppure..

    Ed infatti il fabbro non mancò di far presente i suoi sentimenti al suo braccio, riservandogli un occhiataccia.
    Tornò però subito a concentrarsi sul problema principale che lo stava affliggendo al momento. Scorte?

    Scorte per cosa?


    Chiese all'uomo.

     
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    Il giovane dai capelli turchini e gli occhi d'oro si rialzò nuovamente, soddisfatto della ricerca ben riuscita; aveva trovato un matterello ed oggetti strani per lavorare la pasta, oltre astrumenti per schiacciare la frutta secca. E poi, magicamente, apparvero teglie su teglie, padelle, piatti lavorati, bottiglie di strano liquido frizzantino e dolci confezionati da una forma simile ad una campana, ricoperti di zucchero o ripieni di canditi.

    -Mi prendi in giro?

    Lo fissò con aria scandalizzata.

    -Per cucinare, ovvio!
    Allora, mi serve farina, uova, burro cioccolata e zucchero.
    E poi se ne hai della carne, pesce e pomodori.
    Però me ne servono tanti, altrimenti non basta per tutti.


    Intanto il bambino era stato preso dal braccio meccanico, e da esso si faceva cullare senza alcun timore o esitazione. Piuttosto si accoccolò al corpicino del nonno verde per poi bisbigliare qualcosa nel suo dormiveglia.

    -Io... io ben-ne a non-no...

    E poi si addormentò
    e fece una sonora puzzetta.
    Che carino, aveva il visino di un angelo,
    proprio come la mamma.



    Edited by Drusilia Galanodel - 2/6/2015, 01:23
     
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  15. Raylek
     
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    Provò a rispondere al suo ospite, mentre dal niente quello tirava fuori tonnellate di pentole e padelle, cibarie e ogni altra cosa avrebbe fatto la felicità di un cuoco - e anche la sua, certo, ma in altri momenti - ma vene interrotto di nuovo dal piccolo Galanodel.
    Così come la madre, al pargolo la faccia tosta certo non mancava, sebbene alto meno di un soldo di cacio e pesante forse un quarto.
    E non era stata tanto la disarmante, genuina dichiarazione del bimbo a spiazzarlo. Quanto più la puzzetta.. o meglio : la faccia serafica con cui l'aveva fatta, proprio prima d'addormentarsi.
    Bambini.

    Fissò per un po il figlio di Drusilia, per un po il suo braccio, con l'aria di chi stesse decidendo con fatica cosa dire, prima di desistere mestamente, scuotendo la testa.

    Siamo in una rocca.. diamo da mangiare giornalmente a centinaia di persone.. quindi penso che non ci siano troppi problemi nel recuperare tutto quello che chiedi..

    ...ma mi dici perchè dovremmo cucinare per un reggimento?


    Frattanto si era fatto più vicino a Quarion, assecondandone la linea d'azione: doveva capire - voleva capire -, soprattutto se quello poteva spiegargli che diavolo stava succedendo a Laputa, tra gli Aviatori.

     
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53 replies since 20/12/2010, 23:38   2595 views
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