[LAM] Natale a Endlos

Diretti al Mastio

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    Natale ad Endlos

    Avete percorso un bel pò di strada, trascinando i rispettivi pacchi, dolci, carriole ed alberelli. Intanto la neve scende candida dal cielo grigio, tingendo di bianco la terra coltivata come una soffice coperta. Il paesaggio tuttavia inizia a mutare, ed appena giungete alle mura dei distaccamenti industriali, trovate un posto di blocco. Un gruppo di soldati in livrea -ovviamente- vi nota, e fa segno di avvicinarvi.
    Qualora foste stati abbastanza vicini, avrebbe parlato uno di loro, non abbastanza alto, con occhi e capelli castani, ben legati in un codino.
    La barba leggermente incolta gli dava l'aria da uomo vissuto.

    -Gira voce che vi sia in atto un contrabbando illegale di pozioni magiche.
    Lasciatevi perquisire o saremo costretti ad accompagnarvi nelle celle al Mastio, sequestrando ciò che portate.


    Come avrebbero agito i nostri eroi?
    Sarebbero riusciti a giungere in tempo e senza ulteriori problemi?

    CITAZIONE

    Inizia il terzo giro! Le istruzioni sono semplici:


    1. A voi libera scelta su cosa fare e come comportarvi.

    2. Qualora in questa circostanza usiate tecniche, dovrete pagarle con i consumi secondo schedario.

    3. Siete liberi di discutere anche fra voi, inserendo più di un post in questo turno, ma non aspettatevi che io non possa ancora rispondere con le guardie XD


    Fine del 3° turno: Mercoledì 5 Gennaio.



    Edited by Drusilia Galanodel - 2/6/2015, 01:19
     
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    Le cose dunque parevano funzionare per il meglio, secondo la rigorosa tabella di marcia stilata dalla bella Drusilia in un piccolo fogliettino:

    1) riunione: superata con successo -o quasi-
    2) distribuzione dei dolci e dei regali per il trasporto: andata
    ed infine...
    3) posto di blocco.

    No, un secondo.
    Contrabbando illegale di pozioni magiche? E da quando, di grazia, lo scambio/vendita di pozioni sarebbe dovuto rientrare fra gli illeciti? A Laputa, poi? In cui la più alta carica è ricoperta da un alchimista ed il Magisterium non fa altro che sfornarne a bizzeffe dai laboratori?
    Sul serio, se quella era stata una trovata del goblin, tanto di cappello. Chissà, magari contava di lanciare sul mercato un suo nuovo marchio e voleva annientare la concorrenza...
    A quel punto vi sarebbe stato ben poco da fare: probabilmente se avreste reagito si sarebbero ritrovati al suolo ben prima che potessero rendersi conto delle persone alle quali avevano rivolto le loro attenzioni -accidenti, eri anche un docente!-, ma forse avrebbe rischiato di complicare ulteriormente le cose.
    Insomma...

    « ...beh, controllate pure. »

    La più semplice ma anche la più efficace delle soluzioni, probabilmente; dopotutto non avevate niente da nascondere, né niente che gli potesse interessare. E mostrarsi da subito disponibili senza porre alcun problema né mostrare resistenza li avrebbe magari aiutati a dissipare il prima possibile i loro sospetti. Anche perché non è che avevate molto tempo da sprecare, effettivamente.
    Chissà se è vero che a Natale sono tutti più buoni...
    ...e chissà se erano della stessa opinione anche i tuoi compagni di viaggio.

     
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    Il Nibbio

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    Dopo la prima mezz’ora di marcia, il suo umore e il suo entusiasmo -che avevano raggiunto il picco al momento di preparare armi e bagagli e smobilitare le truppe dall’Albero-Casa- si erano abbassati a livelli più sottotono: la strada si prospettava lunga, il sacco non era esattamente leggerissimo, aveva iniziato a nevicare, e la segretezza aveva reso la combriccola taciturna... Non che a lui interessasse, eh!

    Aveva alle spalle anni e anni di reputazione a Miséricorde da difendere: lui era un musone taciturno e scontroso, aspirante eroe e uomo d’armi; il Nibbio che solca solitario i cieli... quella riflessione sul troppo silenzio gli era balenata in mente tanto per.

    Ryusang si accorse piuttosto distrattamente del fatto che il paesaggio del latifondo andasse gradualmente lasciando il posto allo scenario un po’ più urbano dei distaccamenti industriali, ma i suoi occhi cerulei non poterono esimersi dallo scorgere -ancora in lontananza- il drappello di soldatini in livrea che sembrava presidiare il passaggio.
    Smise di camminare, e si bloccò fermo impalato in mezzo alla strada, tornando a rappresentare per i soliti due che camminavano dietro di lui -il Rosso e il Moretto- un ostacolo contro cui andare a sbattere.

    E quelli? Chi erano? Che volevano?
    Erano i soldati “addestrati al silenzio” di cui aveva parlato il Gran Maestro?
    O si trattava piuttosto di qualche guastafeste?

    -Gira voce che vi sia in atto un contrabbando illegale di pozioni magiche.
    Lasciatevi perquisire o saremo costretti ad accompagnarvi nelle celle al Mastio,
    sequestrando ciò che portate.


    Guastafeste. Decisamente.
    Quando quelli fecero segno al suo gruppo di avvicinarsi, il biondino preferì restare fermo dove stava e temporeggiare, mentre il Magister Yoko Saddler rispondeva invece alla chiamata, fornendogli qualche momento ancora prima di diventare a loro volta oggetto della perquisizione; con le sopracciglia aggrottate e il viso imbronciato, schiuse le labbra e si rivolse al suo Generale, a Daligar e a Red.

    « Che si fa adesso...? »
    chiese, senza perder d’occhio le guardie lontane
    « Qualcuno ha qualche idea...? Io -forse- ne ho una... »

     
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  4. Daligar
     
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    L'allegra(?) compagnia si fece strada tra le vie della città, intenzionata a raggiungere le stanze del Mastio dove ci sarebbe stata la festa. Il biondino e il rosso non sembravano voler spiccicare parola, tuttavia sembravano conoscere bene la strada, al contrario di lui che non era mai stato da quelle parti.
    Avrebbe voluto rivolgere la parola a quei due, ma il silenzio sembrava quasi sacro, tanto che Daligar non aveva voglia di interromperlo. In fondo, per avere informazioni ce n'era di tempo.

    Camminavano alla massima velocità che i pesanti pacchi gli concedevano.
    La giornata non era delle più miti, anzi se non avesse avuto il mantello sarebbe congelato, e anche con il freddo trovava comunque un modo per entrare a contatto col suo corpo.
    Ad un certo punto il biondino arrestò la sua marcia, venendo preso in pieno da un Daligar con la testa tra le nuvole che iniziò ad imprecare per la seconda volta.

    "Accidenti a te, ma che caz..."
    Le sfuriate del giovane vennero interrotte dalle parole delle guardie.
    "Fantastico! Ci mancavano proprio loro."
    Quella festa di Netale cominciava a costargli troppo.

    "Sentiamo biondino..."
    Replicò al ragazzo che aveva parlato poco prima.

     
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    SSA Delta


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    « ...di preciso, cosa succede qui? »

    Asciutta, venata in pari modo da rabbia e incredulità, una voce sussurrò alle spalle dei soldati di Laputa. La notte dietro ai soldati si condensarono in un'ombra, una sagoma, un uomo avvolto da un mantello contro il freddo della notte. Egli si arrestò con evidente portamento marziale, squadrando la scena con sguardo più tagliente dell'acciaio della Guardia di Laputa - poi alzò gli occhi, inchiodando il gruppetto proveniente dall'Albero-Casa con la pura potenza della sua gelida furia.
    Era Jattur Shattur, Aviatore Rosso del Liber Aeris Milites.

    « Bene bene. » proferì con voce calma, ma vi era tempesta nei suoi occhi. « Quindi, mentre al Mastio vi si attende con impazienza, voi gironzolate ancora per il Terzo Distretto. Immagino vi siate... persi. » aggiunse glaciale. Lentamente, spostò lo sguardo dall'uno all'altro con disapprovazione tale che le semplici parole sembravano inadeguate, incapaci di descriverla o contenerla in alcun modo.
    Ma quando i suoi occhi incrociarono il demone-volpe, allora egli ebbe la sua più completa - e probabilmente assai poco gradita - attenzione.
    « Quando l'Autocrate ha detto 'subito', Yoko Saddler, intendeva 'quanto più velocemente possibile': non 'fra un'ora o giù di lì'. » disse, e la sua voce era inverno.

    Alcuni minuti prima_



    Con circospezione, l'aviatore si ritrasse dall'angolo usato per osservare le guardie avvicinarsi al gruppo dall'Albero-Casa senza essere notato. Fortuna che mi son perso! pensò, complimentandosi con la buona sorte che l'aveva fatto gironzolare a vuoto per degli isolati prima di ritrovare gli altri.... e di essere notato dalle guardie. Con la rapidità e l'efficienza dovuti al suo addestramento, il Delta sgombrò la mente e rifletté con attenzione su cosa di preciso fosse andato storto.
    Tutto, ad una prima analisi.

    Aveva aguzzato le orecchie, prima di sporgersi dal vicolo, e aveva sentito la giustificazione addotta dalle guardie: una balla, pura e semplice. Contrabbando di pozioni illegali? Nessuno sarebbe così cretino da contrabbandare merce in pacchi così vistosi e facendo tanto clamore, eppure le guardie sembravano intenzionate a fare una perquisizione coi fiocchi. L'unica spiegazione era che Raylek sospettava qualcosa... e se ciò era vero, allora c'erano due linee di picchetto da oltrepassare senza farsi notare. Usare la forza era da escludere, naturalmente.
    ...
    ...sorrise. Non tutti i tipi di forza erano da escludere.

    Avendo cura di non fare il benché minimo rumore, Jattur aggirò la costruzione e percorse qualche isolato fino a trovarsi in una zona del muro non visibile dal portone, quindi attivò il dispositivo anti-gravità dell'armatura che ancora indossava - e chi aveva avuto il tempo di togliersela? - e scalò il muro... un modo molto semplice per dire qualcosa di molto complicato ma possibile, avendo le conoscenze e l'esperienza di un Delta.
    Se aveva progettato dei turni di guardia poteva anche trovare i loro punti deboli, no?

    Velocemente si gettò dall'altra parte del muro, atterrando senza problemi e senza un fruscio grazie al campo anti-gravitazionale, poi percorse la strada verso il portale dalla parte del Quarto Girone e si fermò poco prima di svoltare l'ultimo angolo.
    In silenzio prese un bel respiro.
    Bene, qui veniva il difficile.

    « ...di preciso, cosa succede qui? » sussurrò, avanzando entro l'arco di vista di tutti.



    SPOILER (click to view)
    Idea alla base del ragionamento: se le guardie pensano che sia l'Autocrate ad averli incaricati di portare i pacchi oltre il muro del Terzo Girone, allora non li tratterranno oltre.
    Usato un consumo basso, tecnica di levitazione dell'armatura della durata di II turni - disattiva.

    Nota: post pensato e scritto molto in fretta. Se ci sono problemi di qualsiasi tipo, plz, segnalare che edito.

    EDIT: errori vari!


    Edited by Jattur Shattur - 6/1/2011, 19:54
     
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  6. Evan O' Byrne
     
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    La combriccola scivolava silenziosa lungo le vie di Laputa, accompagnata dalla caduta lenta e prigra di candidi fiocchi di neve. Evan teneva occupata la bocca fischiettando: impiegarla per scoppiare a ridere proprio accanto a Ryusang non sarebbe stato molto carino – non ripensare alla sua reazione nell’Albero Casa era impossibile! –, oltre che poco professionale.

    E allora guardava altrove, distrattamente: gli edifici, il cielo gravido di nuvole – che rifletteva con un’accuratezza impressionante la stessa sfumatura dei suoi occhi bigi – e il paesaggio che si apriva lentamente davanti al loro, sfociando nelle mura che separavano i distaccamenti industriali.
    Era presidiato da un drappello di uomini – che gli parvero piuttosto ingessati nelle loro divise – pronto a scortarli al mastio e a sequestrare il loro carico, qualora non avessero ubbidito all’ordine di farsi perquisite.

    Tutti si erano arrestati di colpo, e il tizio intabarrato che stava con loro finì addosso al povero Ryusang – la cui occupazione preferita sembrava essere quella di bersaglio mobile, a quanto pareva…
    Evan si protese, nel caso il fardello che il ragazzo si era autoimposto di portare lo sbilanciasse, facendolo finire a terra con un bel rumore di stoviglie rotte.

    Certo era una bella gatta da pelare.
    Ed erano pure così idioti da non riconoscerli. Ma che si erano sniffati, strisce di zucchero a velo?

    Sbuffò incollerito, facendo scroccare le nocche delle mani inguantate.

    « Che si fa adesso...?
    Qualcuno ha qualche idea...? Io -forse- ne ho una... »


    <i>Oh, lui si che ce l’aveva una soluzione, avrebbe voluto replicare al biondino.
    Un bella bomba. Facile, rapido e indolore (ma solo per loro).


    « Anche io ne avrei una… »

    Aggiunse pacato, incrociando le braccia davanti al petto.

    E le bombe no, quelle le aveva scartate.
    Drusilia non gliel’avrebbe mai perdonato.

    Stava appunto per esporla, quando apparve Robocop alle spalle dei simpatici nuovi amichetti.


    « Bene bene. Quindi, mentre al Mastio vi si attende con impazienza, voi gironzolate ancora per il Terzo Distretto. Immagino vi siate... persi. Quando l'Autocrate ha detto 'subito', Yoko Saddler, intendeva 'quanto più velocemente possibile': non 'fra un'ora o giù di lì'. »

    Si morse le labbra a sangue e per poco non si strozzò con la saliva mentre portava una mano alla bocca, simulando un violento colpo di tosse per non ridacchiare.
    Sperò che fossero abbastanza sprovveduti da cascarci, anche perché Robocop non se la cavava male con la recitazione, nient’affatto.

    E poi c’erano sempre le bombe.

     
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  7. ~Deadly Sin
     
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    Ok ad essere sinceri, non aveva capito molto di quello che stava succedendo. Prima camminavano, in silenzio (Red avrebbe anche parlato, ma non aveva voglia di esporsi troppo), poi delle guardie accusarono la piccola cmitiva di spacciare roba. Cioè, ma stiamo scherzando? Non avevano visto i faccini angelici di tutte quelle persone?
    No, evidentemente. In effetti c'era un certo uomo corazzato che non ispirava fiducia, ma... Fermi: lui non era lì! Eppure era sicuro di averlo visto quando erano partiti.. Bah!
    Evitando agilmente (oh yeah) il solito ragazzo con la passione per il placcaggio e un carattere vagamente insolente, si mise un po' a pensare.
    Non era tanto che si trovava lì a Laputa, ma su una cosa era certo: il boss era un alchimista. E accusare la gente di traffico alchemico, con un capo che logica vuole incoraggia tali attività.. Beh, era strano.
    - Sento puzza di cavolata.. - Mormorò più a se stesso che ad altri. Voleva sbrigarsi, insomma!
    Stava quasi per esporre all'allegra combriccola tutti i suoi ragionamenti, quando vide comparire alle spalle delle guardie il soldato in armatura citato poco prima. Coincidenze?
    Egli si mise a parlare coi il gruppetto di inquisitori.. Forse era meglio lasciarlo fare, sembrava sapere il fatto suo. E, in caso, Red avrebbe potuto usare il suo carisma per portarli fuori da quella situazione.
    Sì, con un abete sotto braccio.
     
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  8. Yang01&Yin03
     
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    Nonostante avesse rivolto parole al ragazzo con orecchie e coda da volpe, e avesse da questi ricevuto risposte, il Primo si tenne poi in disparte da quello e dal resto del gruppo.
    Marciava con loro, certo, ma era ultimo e tale desiderava rimanere, solitario sotto la neve che, piano piano, stava imbiancando i paesaggi di Laputa; nel modo in cui era giunto, Yang seguiva gli altri, ovvero canticchiando melodie belle e festose, e tuttavia così remote nel tempo da essere conosciute solo da chi ancora viveva dopo molti e molti anni.

    Tuttavia la marcia verso l'abitazione di Raylek venne interrotta da alcune guardie, sospettose circa i contenuto dei pacchi che ognuno degli invitati portava con sé: avevano raccontato d'un trasposto illegale di pozioni, e desideravano controllare che i LAM non fossero coinvolti n questo così poco piacevole gioco.
    Come potevano i soldati del cielo trasportare offese per il presidio che tento amavano e difendevano? Perché, poi, confondere pozioni con dolci?
    Poco importava, comunque: la Tempesta non aveva nulla da nascondere, o temere, ma non aveva neppure desiderio d'apparire fra la folla; invero portava Luce e Bene, ma in quell'aria di festa credeva tutti fossero stati benedetti nel portare quelle cose, pure se in maniera minore. Così lasciò che gli altri parlassero anche per suo conto, mentre, sorridendo, il Guardiano teneva stretto il carrello e confidava nel buon cuore delle guardie e dei suoi compagni: non avrebbero dovuto litigare, non avrebbero dovuto oscurare la letizia della festa; tuttavia ancora non era stato fatto alcunché dalle guardie, e forse mai sarebbe stato fatto, avendo quelle capito la sincerità insita negli invitati.

     
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    Cosa è il Presepe?

    Il presepe (o presepio) è una rappresentazione della nascita di Gesù, derivata da tradizioni medievali.
    Il termine deriva dal latino praesaepe, cioè greppia, mangiatoia, composto da prae = innanzi e saepes = recinto, ovvero luogo che ha davanti un recinto.
    Il presepe è una rappresentazione ricca di simboli. Alcuni di questi provengono direttamente dal racconto evangelico. Sono riconducibili al racconto di Luca la mangiatoia, l'adorazione dei pastori e la presenza di angeli nel cielo. Altri elementi appartengono ad una iconografia propria dell'arte sacra: Maria ha un manto azzurro che simboleggia il cielo, San Giuseppe ha in genere un manto dai toni dimessi a rappresentare l'umiltà. Molti particolari scenografici nei personaggi e nelle ambientazioni del presepe traggono inoltre ispirazione dai Vangeli apocrifi e da altre tradizioni. Tanto per citarne alcuni, il bue a l'asinello, simboli immancabili di ogni presepe, derivano dal cosiddetto protovangelo di Giacomo, oppure da un'antica profezia di Isaia che scrive "Il bue ha riconosciuto il suo proprietario e l'asino la greppia del suo padrone". Sebbene Isaia non si riferisse alla nascita del Cristo, l'immagine dei due animali venne utilizzata comunque come simbolo degli ebrei (rappresentati dal bue) e dei pagani (rappresentati dall'asino). Anche la stalla o la grotta in cui Maria e Giuseppe avrebbero dato alla luce il Messia non compare nei Vangeli canonici: sebbene Luca citi i pastori e la mangiatoia, nessuno dei quattro evangelisti parla esplicitamente di una grotta o di una stalla. In ogni caso a Betlemme la Basilica della Natività sorge intorno a quella che è indicata dalla tradizione come la grotta ove nacque Cristo e anche quest'informazione si trova nei Vangeli apocrifi. Tuttavia, l'immagine della grotta è un ricorrente simbolo mistico e religioso per molti popoli soprattutto del settore mediorientale: del resto si credeva che anche Mitra, una divinità persiana venerata anche tra i soldati romani, fosse nato da una pietra. I Magi invece derivano dal Vangelo di Matteo e dal Vangelo armeno dell'infanzia. In particolare, quest'ultimo fornisce informazioni sul numero e il nome di questi sapienti orientali: il vangelo in questione fa i nomi di tre sacerdoti persiani (Melkon, Gaspar e Balthasar), anche se non manca chi vede in essi un persiano (recante in dono oro), un arabo meridionale (recante l'incenso) e un etiope (recante la mirra). Così i re magi entrarono nel presepe, sia incarnando le ambientazioni esotiche sia come simbolo delle tre popolazioni del mondo allora conosciuto, ovvero Europa, Asia e Africa. Anche il numero dei Magi fu piuttosto controverso. Fu definitivamente stabilito in tre, come i doni da loro offerti, da un decreto papale di Leone I Magno, mentre prima di allora oscillava fra due e dodici. Tuttavia, alcuni aspetti derivano da tradizioni molto più recenti. Il presepe napoletano, per esempio, aggiunge alla scena molti personaggi popolari, osterie, commercianti e case tipiche dei borghi agricoli, tutti elementi palesemente anacronistici. Questa è comunque una caratteristica di tutta l'arte sacra, che, almeno fino al XX secolo, ha sempre rappresentato gli episodi della vita di Cristo con costumi ed ambientazioni contemporanee all'epoca di realizzazione dell'opera. Anche questi personaggi sono spesso funzionali alla simbologia. Ad esempio il male è rappresentato nell'osteria e nei suoi avventori, mentre il personaggio di Ciccibacco, che porta il vino in un carretto con le botti, impersona il Diavolo. Nel presepe bolognese, invece, vengono aggiunti alcuni personaggi tipici, la Meraviglia, il Dormiglione e, di recente, la Curiosa. Il presepio Trentino infine è imparentato con le sculture lignee del Tirolo e trova una tipica ambientazione in alcune produzioni caratteristiche e originali, soprattutto nelle valli laterali dell'Adige come testimoniano tra gli altri i presepi di Tesero, in valle di Fiemme.

    Per comprendere la tradizione e la genesi del moderno presepe, può essere utile ricordare la figura del lari (lares familiares), profondamente radicata nella cultura etrusca e latina. I larii erano gli antenati defunti che, secondo le tradizioni romane, vegliavano sul buon andamento della famiglia. Ogni antenato veniva rappresentato con una statuetta, di terracotta o di cera, chiamata sigillum (da signum = segno, effigie, immagine). Le statuette venivano collocate in apposite nicchie e, in particolari occasioni, onorate con l'accensione di una fiammella. In prossimità del solstizio d'inverno si svolgeva la festa detta Sigillaria (20 dicembre), durante la quale i parenti si scambiavano in dono i sigilla dei familiari defunti durante l'anno. In attesa della festa, il compito dei bimbi delle famiglie riunite nella casa patriarcale, era di lucidare le statuette e disporle, secondo la loro fantasia, in un piccolo recinto nel quale si rappresentava un ambiente bucolico in miniatura. Nella vigilia della festa, dinnanzi al recinto del presepe, la famiglia si riuniva per invocare la protezione degli avi e lasciare ciotole con cibo e vino. Il mattino seguente, al posto delle ciotole, i bambini trovavano giocattoli e dolci, "portati" dai loro trapassati nonni e bisnonni. Dopo l'assunzione del potere nell'impero (IV secolo), i cristiani tramutarono alcune feste tradizionali in feste cristiane, mantenendone parte dei riti e delle date, ma mutando i nomi e i significati religiosi. Essendo una tradizione molto antica e particolarmente sentita (perché rivolta al ricordo dei familiari defunti), la rappresentazione dei larii sopravvisse nella cultura rurale con parte del significato originario almeno fino al XV secolo e, in alcune regioni italiane, anche oltre.

    La tradizione del presepe, prevalentemente italiana, risale all'epoca di San Francesco d'Assisi che nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente della Natività. Sebbene esistessero anche precedentemente immagini e rappresentazioni della nascita del Cristo, queste non erano altro che "sacre rappresentazioni" delle varie liturgie celebrate nel periodo medievale. Il primo presepe scolpito a tutto tondo di cui si ha notizia è quello realizzato da Arnolfo di Cambio fra il 1290 e il 1292. L'iconografia del presepio ebbe però un impulso nel Quattrocento grazie ad alcuni grandi maestri della pittura: il Botticelli, nell'Adorazione dei Magi, raffigurò personaggi della famiglia Medici. Nel Quattrocento anche Luca e Andrea Della Robbia si cimentarono con le loro terrecotte in scene della Natività; ben presto questo tipo di simbolismo fu ampiamente recepito a tutti i livelli, soprattutto all'interno delle famiglie, per le quali la rappresentazione della nascita di Gesù, con le statuine ed elementi tratti dall'ambiente naturale, diventò un rito irrinunciabile. Nel XV secolo si diffuse l'usanza di collocare nelle chiese grandi statue permanenti, tradizione che si diffuse anche per tutto il XVI secolo. Uno dei più antichi, tuttora esistenti, è il presepe monumentale della Basilica di Santo Stefano a Bologna, che viene allestito ogni anno per Natale. Dal XVII secolo il presepe iniziò a diffondersi anche nelle case dei nobili sotto forma di "soprammobili" o di vere e proprie cappelle in miniatura anche grazie all'invito del papa durante il Concilio di Trento poiché ammirava la sua capacità di trasmettere la fede in modo semplice e vicino al sentire popolare. Nel XVIII secolo, addirittura, a Napoli si scatenò una vera e propria competizione fra famiglie su chi possedeva il presepe più bello e sfarzoso: i nobili impegnavano per la loro realizzazione intere camere dei loro appartamenti ricoprendo le statue di capi finissimi di tessuti pregiati e scintillanti gioielli autentici. Nello stesso secolo a Bologna, altra città italiana che vanta un'antica tradizione presepistica, venne istituita la Fiera di Santa Lucia quale mercato annuale delle statuine prodotte dagli artigiani locali, che viene ripetuta ogni anno, ancora oggi, dopo oltre due secoli.
    Con i secoli successivi il presepe occupò anche gli appartamenti dei borghesi e del popolino, ovviamente in maniera meno appariscente, resistendo fino ai giorni nostri.

    nativita


    Natale ad Endlos

    -E lui chi è?

    Un breve commento da parte di una guardia, che con un dito perplesso si era messa ad indicare il soldato Shattur. Per un attimo la situazione parve degenerare, tuttavia giunse sulla testa di quest'ultimo lo scappellotto di un suo collega, evidentemente intenzionato a zittirlo. Il primo lo fissò spaesato, il secondo pareva volergli parlare con lo sguardo, come se avessero qualcosa da dire ma che non potevano. Fu allora che l'uomo in divisa con cui stavano parlando prima ricominciò a parlare, anche se leggermente insicuro; gli ordini impartitogli erano stati diversi, eppure giurava di aver visto quel moro al seguito dell'Alfiere.

    -Ehm...

    Rimase qualche secondo con aria pensosa.

    -Si, se questi sono gli ordini dell'Alfiere...

    Allungò il braccio, dando il via libera agli uomini che erano con lui.

    -Immagino che sia urgente.
    Passate pure.


    Solo quando il gruppetto oltrepassò le mura dei Distaccamenti Industriali potè notare che molti erano gli uomini impiegati, troppi per un semplice posto di blocco. Ed in aggiunta, più si avvicinava al Mastio, loro meta, più gli uomini in divisa erano numerosi, ed armati. La sola visione di tutti quanti bastava per capire che da ora in avanti la situazione sarebbe divenuta sempre più pressante, ed infatti per tutto il girone, sebbene non fosse accaduto nulla, anche quel nulla avrebbe puzzato di trappola. In ogni caso, però, bene o male giunsero tutti alla sede dell'Alfiere senza problemi; niente posti di blocco, niente rogne, e perfino l'entrata principale era totalmente sgombra di guardie.

    Già...

    Chissà se qualcuno avrebbe tirato un sospiro di sollievo, tuttavia sarebbe stato tutto smorzato nell'invano tentativo di aprire il portone.
    Era chiuso.

    CITAZIONE

    Quarto giro, signori e signore :woot: ! Ecco le istruzioni:


    1. A voi libera scelta su cosa fare e come comportarvi.

    2. Qualora in questa circostanza usiate tecniche, dovrete pagarle con i consumi secondo schedario.

    3. Siete liberissimi di parlare fra voi, discutere, fare doppi/tripli post ed avere una turnazione a random. Alla fine del turno deciderò se avrete trovato la soluzione più adatta e farvi andare avanti, o lasciarvi ancora discutere per trovare una idea che sia buona.


    Fine del 4° turno: Martedì 11 Gennaio.



    Edited by Drusilia Galanodel - 2/6/2015, 01:20
     
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    Imprecò, silente, in asghabardiano.

    « ...posso cercare un altro accesso, fare la strada a ritroso ed aprire le porte dall'interno. » disse - quasi controvoglia - fissando gli spessi battenti. « Oppure posso ritagliare un'apertura in cui passare. Ma francamente non mi piace nessuna delle due alternative. »

    Si voltò, guardando i suoi compagni.

    « Idee? »


     
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    Ecco: mentre tu cercavi di assecondare le guardie per evitare possibili casini, e gli altri invece poco dietro discutevano su un'alternativa e concreta soluzione da adottare... apparve lui, Jattur Shattur, uno dei migliori soldati che Drusilia ti aveva caldamente sponsorizzato.
    Iniziavi a capirne il perchè.
    E dire che sospettavi quasi che si fosse perso, quando voltandoti poco prima... no, non è vero, non ti eri accorto che mancava. Ma nonostante questo stava architettando quel tanto semplice quanto efficace piano, e ciò bastava per fargli guadagnare crediti nella tua scaletta personale.
    Meglio così, allora; non rimase da far altro che ricompattare il gruppo, superare l'esercito di guardie che aumentava ad ogni passo mosso in direzione del mastio, e raggiungere l’obbiettivo finale che vi era stato affidato dal Gran Maestro.
    O quasi: ovviamente il portone era chiuso.
    E ascoltando le idee del genio che vi tirò fuori dai pasticci precedenti, sorse spontaneo domandarsi se il tizio incappucciato non avesse ragione nel definirvi dei rivoltosi, in precedenza.
    Bene, forse era il caso di trovare un’alternativa.
    Per ordine di semplicità: bussare? Sia mai, l’organizzatrice ci teneva che fosse a tutti i costi una sorpresa, quindi niente da fare con una cosa così banale.
    Entrare dalla finestra? Possibile... ammesso che ve ne fossero state di accessibili da quel punto.
    Terza: allineata con lo spirito che avrebbe dovuto muovere quella festa...

    « ...e se entrassimo dal camino? »

    Ai compagni d’avventura il peso della scelta.

     
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  12. Daligar
     
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    Grazie all'intervento di qualcuno l'allegra(?) compagnia riuscì a passare il posto di blocco senza problemi e nessuna delle guardie che trovarono più avanti -e ce n'erano molte- li volle fermare. Tuttavia, arrivati al portone e cercando di aprirlo, si sarebbero accorti che i battenti erano chiusi.
    Il giovane ne approfittò per prendere una pausa come portaborse e depose i pacchi per terra, sgranchendosi le braccia e le gambe.
    Senza dire una parola, ascoltò le proposte degli altri per entrare.

    Qualcuno propose di passare dal camino e il giovane rimase perplesso nel tentativo di capire se scherzasse o dicesse seriamente. Appurato che, purtroppo, l'oratore credeva veramente in ciò che aveva proferito, Daligar si trattenne dal ridergli in faccia o dal rispondergli male, aspettando in silenzio che gli altri proponessero qualcosa di meglio.

     
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  13.  
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    Il Nibbio

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    Umettandosi le labbra, il biondino ristette per un lungo istante nel proprio interdetto silenzio: sulle prime era stato pronto a rendere partecipi i suoi compagni d’avventura del suo grande, contorto e -inutilmente- complesso piano; poi, non appena il Corvo aveva parlato, il Nibbio si era morso la lingua ammutolendo, così da lasciare al suo diretto Superiore il privilegio della precedenza sull’esposizione. Ma quello che successe lo lasciò davvero senza parole.

    « ...di preciso, cosa succede qui? »

    La voce familiare di Jattur Shattur, che pure era già stato suo compagno d’armi nella spedizione nei cieli di Klemvor, lo colse di sorpresa; vederlo spuntare dall’interno delle mura, alle spalle delle guardie, dipinse sul suo volto imberbe i tratti indecifrabili di una palese confusione.
    Ma come aveva...? Era sicuro che stesse camminando con loro -dietro di loro...
    E, quindi... Cioè: perché...? Insomma: Boh.

    « Bene bene. Quindi, mentre al Mastio vi si attende con impazienza, voi gironzolate ancora per il Terzo Distretto. Immagino vi siate... persi.
    Quando l'Autocrate ha detto 'subito', Yoko Saddler, intendeva 'quanto più velocemente possibile': non 'fra un'ora o giù di lì'.
    »

    Colpito dall’epifania che nascondeva nel gelo di quelle parole una grande e profonda illuminazione, Ryusang rimase a bocca spalancata per un interminabile momento: cielo, che bluff geniale! Hai capito, il suo collega? Ecco perché quelli della squadra rossa sono detti strateghi. Tanto di cappello.

    -E lui chi è?

    Il ragazzo dagli occhi cerulei stava già per muoversi -con l’intento apparente di non contrariare ulteriormente il portavoce del goblin e obbedire al comando che li richiamava al Mastio-, quando quel breve commento lo bloccò di nuovo, addossandogli la sensazione appiccicosa dei sudori freddi derivanti dall’allarme di essere stati nuovamente scoperti.
    Fortunatamente, però, uno scappellotto sulla testa di quello che aveva parlato contribuì a restituire la tranquillità e il successo alla riuscita della manovra di infiltraggio.


    -Ehm... Si, se questi sono gli ordini dell'Alfiere... Immagino che sia urgente.
    Passate pure.


    Evvai! Grande! Via libera! Avrebbe saltato di esultanza se non avesse avuto l’obbligo della compostezza per non tradirsi -e se non avesse avuto un enorme sacco sulle spalle.
    Tossicchiando per non strozzarsi con le risatine che cercavano di forzare la barriera delle sue labbra serrate -e che lui, stoicamente, ricacciava in gola- il biondino condivise un cenno entusiasta con i suoi due compari e si mosse per oltrepassare il posto di blocco, pur restando vicino al suo generale; una volta al di là, mentre le iridi di cielo ispezionavano la nuova zona, Ryusang non poté far a meno di notare che i vigilantes dall’alta parte erano in troppi e troppo bene armati per una semplice ronda...

    Vedere il numero di soldati ridursi man mano che avanzavano verso la meta parve tranquillizzarlo almeno in apparenza, lasciandolo svuotato della tensione elettrica che guizzava nel suo giovane corpo -contratto nello sforzo di controllarsi-, ma saturo di adrenalina e interrogativi su cosa diavolo fosse in atto lì a loro insaputa...

    E pensare che loro volevano solo festeggiare!
    Ma gli ostacoli non erano finiti: quando arrivarono alle porte di ingresso le trovarono chiuse.

    « ...posso cercare un altro accesso, fare la strada a ritroso ed aprire le porte dall'interno. Oppure posso ritagliare un'apertura in cui passare. Ma francamente non mi piace nessuna delle due alternative. Idee? »

    « ...e se entrassimo dal camino? »

    Gli occhi azzurri di Ryusang sfavillarono di meraviglia al solo pensiero, ma -per quanto il trasporto era innegabile nel suo sguardo- egli cercò in tutti i modi di trattenersi e dissimularlo, ostentando un compassato distacco e impostando la voce in maniera forzatamente neutra.

    « Sembra una buona idea...! »
    mormorò sovrappensiero, fissando la Volpe
    « ...io potrei creare una pedana che ci porti sul tetto. »

     
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  14. ~Deadly Sin
     
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    Sviluppi ultra-veloci.
    Le guardie avevano creduto al soldato in armatura, permettendo loro di passare con tutto quell'ammasso di cibi, decorazioni e oggetti di dubbio significato (vedi l'albero). Ah, il potere della parola!
    Il secondo ostacolo si mostrò con il raggiungimento di un semplice, banale, pesante cancello. Sarebbe stato così facile sfondarlo! Ma purtroppo la prassi richiedeva silenzio, così l'opzione "ok adesso sparo qualcosa e vediamo-che-succede" era da scartare.

    « ...e se entrassimo dal camino? »


    Cazzo. I geni li riconosci al volo. Red non aveva minimamente pensato a questa eventualità, così astuta e allo stesso tempo originale divertente.
    Non sapeva perché, ma questo tipo di approccio, oltre che sembrare essere molto illegale, gli ricordava qualcosa. Chissà cosa.
    -Dai, ci sto. Sembra figo- Esordì abbastanza eccitato, guardando negli occhi tutti i componenti del gruppo. -Basta che non si sporchi lo smoking!-
    Sapeva essere molto convincente. Vuoi per lo charme, vuoi per l'entusiasmo!
     
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  15. Yang01&Yin03
     
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    L'arrivo di Jattur diradò le ombre e le paure nei cuori dei LAM al pari d'un caldo raggio di luce, giacché convinse le guardie al posto di blocco che l'Alfiere aveva richiesto con urgenza la presenza di Yoko e della gilda; invero fu quella una menzogna, essendo che Raylek sarebbe dovuto restare allo scuro dell'arrivo del gruppo, la festa avendo luogo proprio in casa sua.
    La Tempesta allora sorrise, dolcemente, e ancora parve, per quei luoghi, che la Luce nel cuore di lui emergesse fuori, splendendo sulla neve ed in chiunque gli fosse attorno; tale, infatti, era il potere del Primo: diffondere Bene e il Male scacciare, sicché dovunque egli andasse, per molti passi da lui, tutto alla purezza e al bene s'invogliava, sradicando cattivi pensieri e, semmai, a più lieti volgendoli; pure la neve s'era fatta più brillante e delicata, apparendo come polvere di rari diamanti dal cielo scesi.

    Sorpassate le guardie che avevano interrotto la lieta marcia dei LAM, questi molte altre ne trovarono lungo i distaccamenti industriali, e quando, dopo qualche tempo, il gruppo giunse nella Città Alta, assai in maggior numero poterono essere scorte; c'era dunque un motivo per il quale tante guardie dovessero custodire quella zona? Davvero quei traffici di pozioni erano così pericolosi e fortemente disprezzati?

    Ad ogni modo, ancora la Bianca Essenza canticchiava la propria musica, lieve come il vento dell'estate, che con la sua frescura ristora gli animi arsi dal bruciante sole; non era facile capirne il senso, e non solo per l'incomprensibilità delle parole, bensì a causa dell'insolita lunghezza: Non vi era fine, né inizio a quel canto: sarebbe potuto essere cominciato da ore, o da secoli, e forse andava avanti col progredire del mondo.
    Forse Yang stava cantando il Mondo.

    E però alle porte del Mastio non v'era nessuno che avesse dovere di custodirle; non solo: persino nei pressi non vi era traccia di vita. Il Primo non sembrò badare a questa assenza, né si preoccupò del perché, piuttosto credendo quelli partecipi d'una festa, oppure impegnati in altre attività piacevoli, quale mangiare, passeggiare o parlare.
    Tuttavia il Mastio era chiuso, ed essendo l'unico accesso alle stanze dell'Alfiere, pure un modo ci sarebbe dovuto essere per attraversare i portoni.

    Si levò allora la voce di Yoko, tanto caro alla bella Dru, e propose di scendere dal camino in cima alla costruzione; per quanto fosse poco pratica, la Tempesta non la rifiutò, potendo questa librarsi nel cielo grazie alle belle ali che adornavano il suo corpo; poi venne il consenso da parte degli altri, tant'è che il giovane Ryusang si rese disponibile a creare strutture in grado di consentire l'ascesa al tetto dal Mastio.
    Fu solo allora che il primo realizzò quell'idea essere troppo vistosa, nonché poco adatta ad una sorpresa: dovevano sì passare, e però serviva, egli pensò, un modo più silenzioso e discreto. Sorrise, ancora illuminando l'aria e il cuore di chiunque avesse lieto spirito da apprezzare la radianza del Guardiano.

    -Credo che salire sia troppo difficile per noi...-

    Emerse la sua bianca e dolce voce dal fondo della fila, abbastanza distante dal resto dei LAM tanto da sembrare quasi un umile spirito appena giunto da terre lontane: non amava farsi vedere, né essere importante od al centro dell'attenzione; Yang preferiva operare nell'anonimato, rendendo grazie più al potere degli altri che al suo, nonostante magari proprio il suo potere fosse risultato maggiormente efficace. L'Essenza che era Bene ed umiltà, una dolce e lieta creatura dedita agli altri ed all'aiuto: questo era Feng Yang Leng.

    -Credo che passare attraverso il legno del portone sia più discreto! Inoltre eviterebbe la confusione con i grossi pacchi che portate, ed il carrello che conduco...-

    S'arrestò; timidamente continuò, poiché non desiderava mostrare il proprio potere, preferendo questo essere visto come frutto del caso o, più in generale, non immediatamente attribuito a lui.

    -Se gradite, posso rendere tutti noi abili ad attraversare le porte, consentendo al nostro corpo di farsi etereo...-

    Disse, nella timidezza sorridendo e sperando nella lieta riuscita della festa, in qualunque modo questa sarebbe dovuta cominciare: camino o porta non era decisivo.

    Venne avanti, portandosi presso il gruppo, e solo allora la radianza che emanava naturalmente venne resa manifesta, e dovunque vi fosse male, questo veniva sminuito tanto da sparire, e dove dolore veniva sollievo, e negli animi s'accendevano buoni sentimenti e lieta bontà: un poter, quello di Yang, troppo grande da poter essere contenuto in unico corpo, qualunque esso fosse.



    SPOILER (click to view)
    Passiva in uso:

    CITAZIONE

    Radianza dell'Aurora

    "Dovunque sia l'Ombra, il Primo porterà Luce; dovunque sarà dolore, il Primo porterà conforto; dovunque è sporcizia, il Primo monderà..."

    Fonte del bene più prezioso, puro e lucente, il Primo Guardiano rasserena chiunque lo accosti, ed il mondo appare pulito, come se il male venisse eradicato e tutto il dolore lenito: un corpo straziato tornerà integro, la fatica diverrà quasi impercettibile, ed il male avrà difficoltà ad attecchire; la corruzione attorno al Guardiano si ridurrà, poiché tutto il bene e tutta la purezza del Mondo sono da lui rappresentate, e per lui riversate nel Mondo.


    Analisi dell'abilità:

    Raggio d'azione: 7 metri con centro Yang

    CITAZIONE
    Nota 1: L'effetto svanisce al di fuori dell'area, ed il Guardiano ne è immune, perché egli patirà sofferenze e strazi normalmente (qualora dovesse subirne).

    CITAZIONE
    Nota 2: Questa abilità non riscontra effetto qualora la Tempesta sia impegnata in un combattimento.

     
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25 replies since 31/12/2010, 11:40   453 views
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