[LAM] Arruolamento - O'Shasanka

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  1. EyesOfDevil
     
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    Oh, cazzo.
    Non dovrebbero essere così tanti, proprio no. Come diavolo hanno fatto - in solo due giorni - a crescere così tanto di numero? L'ultima volta che sono stato qui - sotto menti spoglie - non erano altro che un pugno di fanatici, mentre ora sono un gruppo molto, molto numeroso. Forse mi hanno scoperto... nah, impossibile.
    Fatto sta che ora sono qui, in questa grande radura dal manto verde, con quello che a prima vista potrebbe apparire come una specie di "buco", ma che in realtà non è altro se non una grotta naturale dall'entrata molto insolita. Un manipolo di aviatori rossi e verdi mi segue, ognuno dei quali risponde - i verdi, naturalmente, solo per questa missione - solamente a me.
    Con i loro grifoni al seguito, i verdi stanno in prima fila, mentre noi rossi - a parte qualche eccezione, come nel mio caso - restiamo nelle retrovie, coprendogli le spalle. Una formazione arrangiata, lo ammetto, ma questa non doveva essere una vera e propria battaglia. Insomma, per "sopprimerli" ho puntato più sulla superiorità numerica, che sulla strategia. Invece eccoli li, quei negromanti schifosi, con una discreta quantità di omaccioni - probabilmente guardie del corpo - e animali a parargli il culo. E la cosa brutta è che sono veramente tanti.
    Noi siamo circa una quindicina - grifoni esclusi -, loro almeno il doppio.
    Insomma, sulla carta siamo in svantaggio.
    Ma, cazzo(!), questo non è il momento per farsi prendere dallo sconforto. Sono un capitano dannazione, rispondo solo al Gran Maestro in persona, e ad con una mia parola posso mobilitare un'intera squadra. E poi sono un bravo oratore; un oratore maledettamente bravo. Almeno io devo mostrare nervi saldi, nonostante la voglia di scappare via sia forte, e, magari, potrei convincere - a modo mio - questa squadra che potremmo davvero farcela.
    Cazzo, si.
    Avanzo, portandomi a qualche passo di distanza dalla prima fila, e mi giro verso di loro; come un cavaliere che deve incoraggiare l'esercito ad affrontare una battaglia, comincio a camminare parallelamente alla fila di uomini e grifoni. Alla mie spalle i negromanti rimangono immobili, osservandoci sicuri della loro vittoria - posso chiaramente percepirlo.
    «Non vi mentirò: potremmo perdere. Loro sono tanti, quasi il doppio probabilmente, e noi potremmo morire qui, oggi. Ma, cazzo, non vogliamo morire! Noi vogliamo vivere, respirare, continuare a camminare e a volare in questo fottutissimo mondo! E allora mostriamogli cosa siamo in grado di fare: verdi, affilate gli artigli dei vostri grifoni; rossi, preparatevi ad uscire dall'ombra. Perché oggi non moriremo.»
    Chiudo gli occhi, prendendo una gran boccata d'aria fresca.
    «No.»
    Un sussurro, tagliente come la lama più affilata, assetato di vita.
    Un sussurro, avido di emozioni, in cerca della vittoria.
    Un grido si leva alle mie spalle, accompagnato dalle stridule urla dei rapaci, che scalciano impazienti il terreno. Una mia mano si alza innanzi a tutti noi, le dita puntate verso il nemico, e va a indicare il motivo per il quale siamo qui.
    «CARICA!»
    Insieme a me, due fila di soldati e spie partono verso quella marmaglia di negromanti, palestrati e animali. Le nostre voci risuonano nell'aria mattutina, mentre i nostri corpi si avvicinano sempre di più al pericolo. I grifoni e i cavalieri superano tutti gli altri - alcuni volando -, formando un saldo muro di piume e carne.
    I loro cani abbaiano impazziti, mentre i loro padroni si affrettano a liberarli dal guinzaglio. Una chimera ingabbiata esce dalla sua prigione, stretta da un cappio gigantesco, tanto che ci vogliono ben tre uomini per tenerla ferma. La vista di quella bestia mette soggezione, devo ammetterlo, ma ormai è troppo tardi per fermarci.
    Quando viene rilasciata, un ruggito scuote la pianura, e per un attimo vedo la mia figura sbranata dai suoi artigli. Come me, altre persone nei nostri ranghi provano paura, ma - forse per la foga della battaglia incombente, forse per l'effetto delle mie parole - quella sensazione viene soppressa, rimanendo solo un flebile eco nell'anima.
    Forse possiamo davvero vincere; forse i nostri corpi non verranno sepolti sotto un mucchio di terra sporca; forse i nostri nomi non saranno dimenticati nell'oblio.
    Oggi non ci uniremo al gigantesco necrologio di questo mondo.
    Ne sono certo anch'io.

    SPOILER (click to view)
    Perfetto, scusa il ritardo ma sono stato un po' più impegnato del solito. Comunque, Hevril usa la tecnica citata a consumo alto per incoraggiare le truppe.

    Bluff¬ Cosa deve saper fare un giocatore di poker per diventare il migliore? Bluffare, ovviamente. E in questo Hevril è un vero maestro. Quando mente non lo fa solo con gli occhi, ma anche con il corpo e con la voce... specialmente con la voce. Infatti, una delle sue migliori qualità è quella di poter far credere ciò che dice a qualsiasi individuo. In pratica lui dice una qualsiasi cosa e il suo interlocutore la prenderà per vera, a meno che la sua falsità non sia evidente. Ad esempio Hevril non potrà dire ad un giocatore che carte ha in mano, ma sarà in grado di fargli credere di avere una mano migliore della sua. Maggiore sarà il consumo speso, maggiore sarà l'influenza psionica che subirà l'obbiettivo di Hevril. [Consumo Variabile]
     
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    Merda.
    La spaziosa scialuppa di salvataggio si staccò dalla nave madre in rotta, abbandonando quindi la rotta di collisione con il terreno del semipiano, situato qualche dozzina di chilometri più in basso.

    O’Shasanka si rilassò vistosamente mentre i suoi due droni gli fluttuavano mollemente accanto, sostenuti dai generatori antigravitazionali presenti all’interno del loro esoscheletro rinforzato, e si accasciò su uno dei seggiolini per i naufraghi.
    Non doveva fare altro che rilassarsi e lasciar fare alla navicella, ora era al sicuro e nulla avrebbe potuto più ferirlo.

    AI, attivare il radar e individuare un punto d’atterraggio adatto per la scialuppa.



    AI?



    Un oscuro presagio si insinuò nella mente del guerriero fino a fargli elaborare un’azzardata ipotesi.
    La scarica energetica data dal surriscaldamento del generatore Warp aveva fuso tutti i generatori di energia della nave, erano tutti collegati quindi erano esplosi tutti e i generatori delle navette di salvataggio erano collegati con il sistema energetico della nave…
    Maledizione!

    O’Shasanka corse verso la sezione centrale della nave e aprì il pannello incassato nel pavimento, come aveva sospettato il nucleo energetico della nave, la sfera di energia solida che forniva potenza alla navicella, si era sbriciolata a causa del sovraccarico di energia e quindi adesso la scialuppa stava…precipitando come una pietra!
    Il Tau si disse che probabilmente era finita, sebbene si fosse messo ai comandi e cercasse di raggranellare quanta più energia possibile fosse rimasta nei sistemi non era possibile fare nulla, semplicemente c’era troppa poca potenza per evitare lo schianto.
    Uno schianto che avrebbe trasformato lui in un ammasso irriconoscibile di sangue e interiore spappolate e i suoi droni in…
    Ma certo!

    Il Capitano fu lesto in ciò che doveva fare, prese e aprì suoi droni poi dopo aver tagliato i cavi che dal sistema della nave arrivavano al nucleo si apprestò a fare un bypass di emergenza.
    Doveva riuscire a escludere il nucleo e a inserire nel sistema i due piccoli generatori dei droni, forse c’era la remota possibilità che funzionasse e se avesse funzionato c’era la remota possibilità che sopravvivesse.
    Ok forse la vedeva un po’ nera però stava decisamente per morire.

    Mancavano ormai poco più di cinquemila metri all’impatto col suolo e il sistema non accennava a funzionare, almeno fino a quando il Tau esasperato non tirò un calcio zoccolato a quel dannatissimo drone, allora miracolosamente il sistema partì.
    Con un grido di gioia O’Shasanka vedeva ora una possibilità di salvarsi, aveva abbastanza energia per rallentare ma non certo per frenare, avrebbe aspettato e poi spinto la nave tutta verso l’alto per orizzontalizzarne la traiettoria sperando che il guscio esterno resistesse all’impatto col suolo roccioso.
    Forse era sperare troppo, forse no.


    Mancavano ormai poche centinaia di metri al suolo e il Tau aveva speso tutto il tempo che aveva per fissarsi il più solidalmente possibile con la navetta stessa, sarebbe stato un bell’impatto e certamente non voleva venire catapultato contro barre di solida ceramite; un impatto del genere avrebbe potuto spaccare il suo corpo in due parti, se fosse stato fortunato.
    I motori verticali si accesero rombando furenti trasformando l’energia che ricevevano in forza che portava la navicella verso l’alto, o meglio, a precipitare più orizzontalmente di prima e questo bastò.

    L’impatto col suolo fu tremendo e avvenne piuttosto lontano dall’ignoto campo di battaglia, la velocità raggiunta dalla navetta spaziale però era tale che essa si trascinò avanti per centinaia di metri scavando un solco fumante nel terreno di quel luogo crudele.
    Il relitto spaziale si trascinò a velocità sostenuta rallentando lentamente, l’esterno rosseggiava rovente a causa dell’attrito con l’aria e fumava come se fosse uscito dalle profondità stesse dell’inferno e nel suo viaggio di distruzione passò in mezzo al campo di battaglia spiattellando qualcuno.
    Non che quei otto moscerini investiti potessero rallentarlo, nemmeno la grossa chimera (che non riuscì a evitare un oggetto due volte più grosso di lei che scavava un solco fumante a 200 Km/h) fece molto, invece il menir di pietra fu una soluzione eccellente.

    Lo schianto fu allucinante, il muso dell’abitacolo venne accartocciato come burro e solo la parte finale del velivolo si salvò dal diventare un ammasso di lamiera e metallo fuso, pezzi di metallo volarono in ogni direzione con la velocità di schegge impazzite e mille volte più pericolosi perché pesanti e incandescenti.
    Dopo qualche minuto il sportello posteriore si aprì e un soldato cadde da esso, era semicosciente e non molto ben messo ma era vivo, anche se forse non per molto.
     
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1 replies since 18/1/2011, 18:26   38 views
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