Di sogni e di incubi

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    Ultimamente la notte accadevano cose strane.
    Da qualche giorno oramai non riuscivi più a ricordare le circostanze in cui il sonno ti buttava fra le braccia di Morfeo, ed il risveglio... già, cosa succedeva? Alle volte l’impressione era quella di non aver chiuso occhio per l’intera notte, altre ancora era come se a ricoprirti, più che le lenzuola, vi era un’inspiegabile sensazione di turbamento. Palpitazioni, angoscia... sollievo. Come se esser riuscito ad aprire gli occhi fosse stata una fortuna.
    Erano incubi, forse? Pensieri, ansia dovuti allo stress? Beh, hai avuto a che fare con situazioni ben più movimentate e problematiche di quelle di questi giorni, in tempi passati. Quando a svegliarti ad esempio avrebbero potuto essere bordate nemiche desiderose di conquistare la leggendaria ed inviolata fortezza dei maghi.
    No, non doveva essere quello; era... rosso. Sì, qualcosa di rosso, che si cullava leggiadro e seducente accompagnato dall’aria... ti desiderava, ecco. Come se ti inseguisse.
    Sangue, forse? Non aveva molto senso...

    Ti sistemasti in posizione seduta sul bordo del letto, portando una mano a stringer la fronte dolorante, massaggiandola delicatamente; riuscivi a distinguere chiaramente ogni singola pulsazione, forte ed intensa come non mai. Poi, lo sguardo che si posava sullo scenario circostante: pezzi di ceramica al suolo, spaccati e sparsi per la stanza; resti della bajour, probabilmente, che andavano a mischiarsi stranamente con i vetri altrettanto frantumati della sveglia .
    E quello cosa diavolo sarebbe dovuto essere? Sembrava che qualcuno vi fosse inciampato sopra! Per di più senza che tu, dormiente in quella stanza, te ne rendessi neanche lontanamente conto. Era vero che ultimamente le notti si rivelavano piuttosto strane, ma... era la prima volta, quella, che la debole luce della Luna che filtrava dalla finestra illuminava uno scenario di questo tipo.
    ...non era neanche mattina, ancora.



    Edited by Drusilia Galanodel - 2/6/2015, 00:30
     
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    La Curtis Arcana non era solo un pantheon di creature a sè stanti eppure parte d'una medesima cosa, la Curtis era salvezza, per gli altri ed anche per loro, perchè se da più di un anno il Cinque di Danari aveva riscoperto il dolce tepore del sonno era solo grazie ai suoi fratelli ed al mondo onirico di cui erano gli dei incarnati. E se in una inquieta notte si parlava di incubi, non era certo per lei; qualcosa aldilà del muro sottile che divideva la stanza della bella dama con quella degli ospiti urtò con un oggetto in materiale ceramico, che inevitabilmente andò a frantumarsi, portandosi dietro qualcos'altro, che provocò altro rumore immediatamente dopo.
    Gli occhi della Dama si schiusero nella penombra, mentre il corpo sinuoso della bella donna si stiracchiava fra le lenzuola candide come il suo completo da notte. Piuttosto rapidamente, forse per abitudine o naturale istinto materno, la bella si sollevò sulle proprie gambe, dirigendosi ancora a piedi scalzi verso il bambino che, come un angioletto, riposava ancora nella sua culla. Sorrise sollevata alla vista del suo corpicino paffutello abbracciato ad un orsetto di peluche piuttosto vecchio ma ben tenuto, unico ricordo della madre dei tempi passati nel suo casato, oltre ad un abito da sera bianco appartenuto precedentemente alla madre e che conservava gelosamente nell'armadio.
    A quel punto si diresse rapidamente verso la porta, uscendo rapidamente dalla propria camera da letto in tutta fretta, dimenticando perfino di essere a piedi scalzi, spalancando infine quella che la separava dal giaciglio del demone. Lo sguardo scosso si posò prima sulla figura argentea seduta fra le sue lenzuola, poi sui cocci rotti sul pavimento.

    -Stai bene?
    Posso fare qualcosa?



    Edited by Drusilia Galanodel - 2/6/2015, 00:34
     
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    E’ vero, lei stava nella camera di fianco. Sarà la confusione mentale, sarà quel cerchio che stringe fastidiosamente la tua testa, ma in quel momento ti sfuggiva persino il fatto di trovarti in una stanza che fosse diversa dalla tua.
    Stavi a Laputa, ora, e Drusilia ti aveva gentilmente offerto una camera; sbattesti un paio di volte il palmo della tua mano contro la testa, come a voler suggerire al cervello di svegliarsi.

    « No tranquilla, va tutto bene... »

    Affermasti evidentemente poco convinto, desideroso prima di tutto di non farla preoccupare. D’altronde ad una risposta negativa avrebbe dovuto far seguito una motivazione logica, e di fatto... tu non l’avevi.
    Lo sguardo si posò prima su di lei, sinuosa e sensuale come suo solito; peccato che quello status di disorientamento momentaneo non ti dava modo di prestarvi le dovute attenzioni. Poi, le iridi dorate si posarono inevitabilmente sui vari cocci sparsi sul pavimento.

    « Mi dispiace, andrò a ricomprarli non appena farà luce. »

    Sperando che non fossero legati a a qualche ricordo particolare. Le mani andarono poi a strofinare gli occhi, desiderose di portare un minimo di lucidità mentale sotto quelle argute orecchie d’argento.

    « Non me ne sono neanche reso conto. Devo... aver fatto qualche sogno strano.
    ...un po’ movimentato direi. »


    Sorridesti quasi colpevolmente in sua direzione. Alcune dita nel frattempo si allungarono verso il pavimento, raccattando almeno qualcuno dei frammenti più grandi.
    E senza che te ne rendesti conto, una piccola goccia di sangue andò a posarsi su una mattonella.

     
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    La Dama non rispose, tuttavia andò a piegarsi, raccogliendo i cocci sparsi per terra in modo da rendere quel pavimento più sicuro. Accadde che l'ultimo pezzo fu preso da entrambi, e lei notò la goccia di sangue scendere dalla mano pallida del demone. Un sopracciglio si alzò perplesso, segno che l'Arcano di cuori avesse qualche presentimento non del tutto buono, anche se a causa della posizione sfavorevole il demone non l'avrebbe mai effettivamente notato. Posò dunque ciò che restava del suo lumino e della sua sveglia sul mobiletto, per poi sedersi su un lato del letto, di fianco a Yoko, ed abbracciarlo forte, sinceramente preoccupata del suo stato. Non aveva mai fatto così, sebbene quel periodo con lei fosse stato breve per asserirlo, tuttavia era fermamente convinta, a prescindere da tutto, che chi aveva il sonno agitato, infondo infondo, portava un peso che la propria coscienza non sopportava, altresì detto "problema". La mano candida andò a posarsi su una sottile ciocca argentea, e con un leggero movimento andò a spostarla dal bel volto in modo da poterlo vedere per intero.

    -Ti va di parlarne?

    Le labbra rosse sorrisero dolcemente, mentre le mani si allontanarono dal volto del demone in seguito ad una dolce carezza, scendendo infine sulle sue, e stringendole delicatamente. Estrasse infine dal tirettino a lei vicino un fazzoletto, che finì rapidamente ad avvolgere la ferita della Volpe, nonostante non fosse poi davvero così grave. Infine rimase lì, in silenzio, in attesa di ciò che Yoko aveva da dire.
     
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    Le dolci attenzioni che la bella Dama ti rivolgeva ti trasmisero un naturale senso di calore, che avvolse delicatamente il tuo corpo in quell’abbraccio forte ed affettuoso. Poi una carezza, ed infine la domanda.
    La domanda, già... Le tue labbra si curvarono leggermente, come se suggerissero un timido ringraziamento per le attenzioni amorevoli che ti dedicava. In uno stato mentale più sveglio, era il caso di dirlo, probabilmente avresti reagito con ben più spontaneità -e forse imbarazzo-. Eppure il risultato di quel poco riposo, per di più agitato, non ti forniva la giusta energia per replicare come avresti fatto di solito. Solo un pensiero, confuso e misterioso, catturava ora le tue stanche riflessioni.

    « Anche volendo, non credo che saprei cosa risponderti...! »

    La cosa peggiore era che non mentivi; non ne avresti avuto bisogno, non con lei di certo. Con chi altro avresti dovuto parlarne, altrimenti? Era un buio totale, incomprensibile ed inspiegabile. Un dettaglio, era tutto ciò che ricordavi:

    « Solo qualcosa di rosso. »

    Affermasti un po’ più deciso poi, volgendo lo sguardo particolarmente provato in direzione dell’angelica Drusilia.

    « E’ da un po’ di notti che non ricordo cosa sogno... mi viene in mente solo quel colore.
    Non so perché, ma ho come l’impressione di sentirlo attorno a me. »


    Per questo la considerazione precedente: sangue? Non eri certo la persona da avere incubi collegati ai rimorsi del proprio passato, eppure in carenza di idee...

     
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    Qualcosa di rosso...

    La Dama del vento rimase qualche attimo con lo sguardo perso nel vuoto e la mente che frullava senza sosta. Chissà per quale arcana ragione aveva una sensazione, una brutta sensazione, che poco aveva a che fare con lui, ma tanto con lei. Manie di persecuzione? Infondo il suo era un problema risolto... o quasi. E si, perchè se dalla sua rinascita come Arcano i suoi sogni erano tornati inviolati come un tempo, ciò non voleva dire che lo rimanessero quelli degli altri. Soprattutto delle persone più vicine a lei. E chi meglio del bel coinquilino per cominciare? Scosse la testa per scrollare via quei pensieri pessimisti e spaventosi anche solo come finzioni, cercando di trovare una soluzione più o meno sensata. Eppure, nella sua mente, solo un nome pareva riaffacciarsi ed infastidirla ancora, ed ancora.

    Aisiling.

    Posò una mano sulla spalla del demone, con il volto serio ed inespressivo. Non voleva far casini prima del dovuto, e magari quel rosso poteva significare tante cose tipo... il sangue? Si, il sangue era rosso, e lui era un demone da un passato non proprio roseo, e magari gli era tornato in mente il volto di qualche sua vittima. Fu strano, ma sperava fosse così.

    -Non ricordi altro?
    Solo qualcosa di rosso?
    Non aver timore, se si tratta di una tua vittima dei tempi passati comprenderò senza giudicarti.
    Te lo giuro.

     
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    Te lo giuro?
    Strano ma vero, le parole della bella Drusilia risuonavano leggermente preoccupate. Non tanto per il tono con cui vennero pronunciate, quanto per la direzione che stavano intraprendendo. Non era un conforto, quello, era come... sì, sembrava che avesse in mente qualche cosa di preciso.
    Eppure se una Volpe normalmente vigile e scaltra l’avrebbe notato subito, una più stanca e mentalmente disordinata parve non essere in grado di acciuffare in alcun modo quel dettaglio. La mano poggiata sulla spalla venne anzi interpretata come un ulteriore rafforzamento della precedente preoccupazione.
    Fu la tua dunque stavolta a muoversi, andando a poggiarsi sopra la sua delicata e morbida; altra manifestazione di apprezzamento, che accompagnò le nuove parole rivoltele in risposta.

    « Non credo... niente del genere. »

    Asseristi senza troppi indugi. Nonostante tu stesso l’avessi messa fra le soluzioni più papabili, senza neanche rendertene conto non vi fu alcuna esitazione nel negarla come ipotesi nel momento in cui venne presentata concretamente come tale. Vero era che non ricordavi con grande orgoglio alcune parti del tuo passato, ma altrettanto vero era non eri certo il demone che andava ad affliggersi in sogni od incubi di questo tipo.
    Sì, era come se in realtà fossi al corrente della risposta, ma non eri neanche lontanamente in grado di focalizzarla come avresti voluto.
    Troppo vaga; almeno per ora.
    E quel rosso era l’unico dettaglio che sapevi ricorrere per certo in tutte le occasioni.

    « Forse è solo frutto dei tanti cambiamenti di questo periodo, avrò bisogno di rilassarmi un po’ di più. »

    Un sorriso, un po’ di circostanza ed un po’ di autoconvincimento, per cercare di non far preoccupare più del dovuto la dolce coinquilina. Anche perché di base non è che vi fosse un motivo per concreto per farlo, da parte tua. Sarà quello, no? E nel caso si trattasse di altro, di sicuro sarebbe saltato fuori al momento opportuno.

    « Ti ringrazio per l'interessamento e mi scuso del disturbo, non c'è motivo di preoccuparsi per ora! »

     
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    Quello che parve trasparire dalle belle labbra rosse della dama non fu un sospiro di sollievo, bensì un respiro smorzato, ansioso, preoccupato; il fantasma di Aisiling tornava sempre più pressante fra le possibili cause di quel disagio. Più che altro era il momento di comprendere cosa fare in determinate circostanze. Avvertirlo? Probabilmente l'avrebbe presa per una donna dalle evidenti manie di persecuzione. Cacciarlo di casa per metterlo al sicuro? E se non fosse davvero lei la causa? Avrebbe allontanato uno dei pochi uomini che pareva apprezzarla per quello che era, bambino senza padre compreso? Le labbra si curvarono in una smorfia per poi lasciar uscire fuori poche parole.

    -Yoko, credo che...

    La voce le morì in gola, mentre le gote diventavano rosso fuoco e lo sguardo smeraldino si abbassava sui suoi piedi.
    Solo in quel momento si rese conto del reale imbarazzo che avrebbe provato nel domandargli una cosa simile.
    Eppure... si, era per il suo bene, anche se lui chissà come l'avrebbe presa... si, insomma, lei non era una di quelle "donnacce"...

    -...sia meglio se tu, d'ora in avanti, dorma con me.

    Non sapeva cosa fare.
    L'unica cosa certa era che non avrebbe alzato lo sguardo fino a quando non avrebbe ottenuto una risposta dal demone.

     
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    ...eh?
    Parliamoci chiaro: quella domanda -o forse sarebbe più appropriato dire...invito?- è una delle poche cose capaci di svegliare sull’istante l’istinto di qualsiasi uomo. Ed un demone di certo non avrebbe fatto eccezione.
    A maggior ragione se Volpe.
    Come se avessi ricevuto un secchio d’acqua gelida in faccia -e beninteso: per lo stupore che si proverebbe nell’averlo ricevuto, non certo per il senso comune- i tuoi occhi parvero abbandonare quella tipica striscia sottile che caratterizza uno sguardo stanco e pronto a ricrollare a letto.
    Incredulo, il tuo volto si abbassò andando a ricercare quello della bella Dama, ora leggermente chinato, desideroso di comprendere se non fosse stato un “problema audio” a farti udire quelle parole, la cui colpa si sarebbe dovuta attribuire ovviamente alla poca lucidità mentale. Ma quelle guance rosse... uh?

    « Eh? »

    L’esclamazione sorse spontanea; l’incredulità sarebbe stata più che naturale, vista la persona con la quale stavi dialogando.
    Forse la dolce coinquilina aveva preso più seriamente del dovuto quella situazione? Sì insomma, non ti sembrava niente di così grave dopotutto... probabilmente l’esser diventata mamma la rendeva per natura più ansiosa del solito?

    « ...e perché? »

    Un attimo di silenzio, poi immediatamente una precisazione: sorse spontanea la preoccupazione che potesse intendere la domanda come un rifiuto.

    « Non che mi dispiaccia, anzi... »

    Ecco, forse quell'ultima parola però sarebbe stato meglio evitarla!

    « Volevo dire... »

    Il tentativo di nasconderla fra le altre parole magari sarebbe stato vano, ma insomma...
    Probabilmente sicuramente qualsiasi altra creatura di sesso maschile preferirebbe staccarsi la lingua a morsi piuttosto che porre una domanda del genere, ecco. Eppure non riuscivi proprio ad essere una Volpe con lei. E più del “cosa turba il tuo riposo”, forse, avresti dovuto concentrarti maggiormente su quest’ultima stranezza!
    La frase venne dunque lasciata in sospeso, conscio oramai che forse avresti potuto fare più danno che altro.

     
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    -Non fraintendere!

    Fu il suo primo tentativo disperato di non fargli pensare a cose... beh si... che non si addicevano ad una signorina per bene come lei. Le mani si strinsero sulle ginocchia nude, mentre lei continuava a pensare ad una soluzione con sguardo ancora basso. O forse stava anche tentando di nascondere il rossore diffuso su tutta la sua faccia. Certo, però, che era un bel problema: doveva fargli intendere che non si trattava di un invito campato in aria, o peggio, nato da strane voglie, tipiche di "donnacce di malaffare", eppure non doveva dirgli la verità, o si sarebbe impelagare in casini ancora più gravi.

    -E' che... pensavo fossero i ladri!

    Lo guardò con sguardo convinto, anche se lei era la prima a trovare quella scusa improponibile.

    -Si, almeno se sei con me posso capire se sei tu ad agitarti o sono loro.

    Si sollevò di scatto, e con altri, impacciatissimi, movimenti, si diresse alla porta, rimanendo di spalle per qualche secondo. Solo dopo si sarebbe voltata, posando la mano delicata sullo stipite al suo fianco, curvando il bacino e mostrando quel poco di volto per fargli comprendere che stesse parlando direttamente a lui.

    -E' che mi sentirei più tranquilla se tu fossi con me.
    Però se non vuoi fa nulla, io vado...

     
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    Ecco, reazione più che comprensibile; d’altronde cos’altro ti saresti potuto aspettare dall’innocente e pura Drusilia, se non panico ed imbarazzo?
    Ormai destato da quell’intontimento che aveva caratterizzato le prime battute di quella tarda nottata -ormai prossima alla luce del sole-, un po’ di accortezza tornò a brillare nel tuo cervello. Evidentemente ti eri mostrato un po’ troppo titubante nelle risposte precedenti, trasmettendole forse qualche inutile preoccupazione di troppo.
    Un ladro... avesse mai messo piede in quella casa -e sì, avrebbe dovuto averne di coraggio per la fama di Ufficiale di cui la "vittima" godeva-, non credo che si sarebbe posta poi troppi problemi nel lanciarlo fuori da Laputa -sì, non solo da casa, ma addirittura ben oltre- con qualcuno dei suoi docili tornadi, conoscendola. Figuriamoci, troppo forte ed orgogliosa per credere seriamente in una affermazione scusa del genere.
    E ora? Oramai il pensiero -qualunque se ne fosse posto- glie l’avevi creato, tanto valeva...

    « Vai pure... »

    Replicasti spontaneamente alle sue parole, voltandoti subito dopo in direzione del comodino, dandole le spalle come se la cosa paresse non importarti più di tanto.

    « ...prendo un paio di cose e ti raggiungo »

    Poi, invece, un sorriso innocente e la conferma finale. 
Giusto il tempo di raccattare le cose essenziali per la notte, e poi ti saresti avviato verso la camera della bella Drusilia.
    Una cosa era certa: se già per la sola convivenza eri uno degli uomini più invidiati di tutta Endlos... beh, a questo punto probabilmente avresti iniziato a trovare la tua taglia appesa qua e la, se la notizia si fosse sparsa in giro!

     
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10 replies since 27/1/2011, 00:08   147 views
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