[Quest] Over-Pressure

Chapter 1: Turn And Turn Again

Il mondo scuro si dissolse lentamente, lasciando il posto a suoni, odori e presenze, che si fecero vividi e finalmente vicini. Un batter di ciglio, un passo in avanti, come scendere un gradino o uscire da una porta, e tutto era divenuto diverso.
Granelli di polvere fluttuavano in una giornata fresca, densa di raggi che avvolgevano il luogo in cui era comparsa. Che si trattasse di menzogne o verità, quel mondo si era posato davanti ai suoi occhi e si sospingeva verso lei ad ogni passo in mezzo ad un’immensa folla di meraviglie del presente, incertezze stimolanti del futuro e terrificanti retaggi del passato.

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Strizza gli occhi dietro le lenti degli occhiali e una serie di immagini molto vivide le esplode nella testa, confondendola ancora di più.
Vede sé stessa mentre firma un modulo dall’aria banale, una stretta di mano con un soldato, alcune esercitazioni di tiro all’aperto. I ricordi diventano più veloci e sfocati a mano a mano che si avvicinano al presente. Un letto d’ospedale, degli strani macchinari puntati addosso, un uomo dai capelli grigi, una scacchiera, una stanza quasi vuota, dei volti, persone che ormai non esistono più, il sangue.
E poi la fuga.
Non ne ricordava il motivo, ma sapeva che stava scappando da qualcuno. Era grazie a Dimitri se era riuscita a fare tutto questo. Ma chi era Dimitri?
Le emozioni legate ai ricordi arrivano tutte insieme, togliendole il respiro. Assalita dalla nausea si lascia cadere sul parapetto del ponte, sopraffatta, la testa che sembra stia per esplodere.

Resta lì immobile per chissà quanto tempo, incurante delle persone che la urtano e imprecano contro quella ragazza vestita in modo strano, che si è fermata in mezzo al ponte intralciando il traffico.
Quando riapre gli occhi la folla sembra essersi allontanata e il duro contatto degli avambracci col parapetto comincia a darle fastidio.
Si prende ancora qualche attimo e poi si avvia lungo il ponte, barcollando come in un sogno. E forse proprio di un sogno si tratta, perché quello che vede non può che essere frutto della sua immaginazione.
Sembrerebbe una città, ma ha più l’aspetto di un forte di montagna, di quelli che venivano usati durante le guerre per tenere sotto controllo la vallata sottostante, impedendo ai nemici di avanzare.
Le poche persone che stanno ancora attraversando il ponte la fissano incuriosite, senza mostrare né paura né ostilità nei suoi confronti. Alcuni le somigliano, altri no.
Se fosse lucida, si farebbe delle domande, cercherebbe di ottenere informazioni, proverebbe a parlare con qualcuno. In quello stato pietoso però, non riesce nemmeno a camminare diritta e, prima di rendersene conto, si trova davanti al grande arco che sorveglia immobile l’ingresso alla città.

Ci sono due uomini all’ingresso, che spostano velocemente lo sguardo da lei alla spada che sta impugnando. Si scambiano una veloce occhiata, incerti sul da farsi; probabilmente, vedendola in quelle condizioni, stanno cercando di valutare se quella ragazza -vestita in modo così particolare- rappresenta un pericolo per gli abitanti o solo per sé stessa.
Alexis resta ferma sul posto, una mano stretta sulla grossa corda che delinea il profilo del ponte e l’altra, abbandonata lungo il fianco, che trattiene debolmente la spada.

O V E R - P R E S S U R E
.a r r i v a l.

¬||[.A mercenary is always a mercenary.]||_

_A new mission

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Sequerus.
La Città dei picchi Rocciosi.
Sì, era ancora lì che si trovava.
Dopo l'incontro - scontro - non tanto amichevole con quel biondino di uno spadaccino, lo Sciacallo aveva pensato bene di rimanere nelle terre del Presidio Ovest ancora un pò, decidendo di rimandare a data da destinarsi il ritorno nella sua dimora a Merovish.
Infondo, quelle terre gliavevano offerto quel bel diversivo per ingannare il tempo, perchè non avrebbero dovuto offrirgli magari anche qualcos'altro.
e magari anche più remunerativo o appagante.

Aveva abbandonato il Picco della Pena per dirigersi - sì, aveva chiesto indicazioni - a quello che gli abitanti del posto chiamavano Picco della Guardia.
E sì, c'erano proprio delle guardie, ad attenderlo.
All'entrata della città, due soldati palesarono la loro presenza agli occhi del Superiore.
Quei due uomini, ed una ragazza, poi.
Già, probabilmente una viaggiatrice che, come lui, voleva entrare in città.

« Salve signori...sarebbe possibile entrare? »
Tono pacato e rispettoso, nonostante il timbro graffiato e roco.
Alquanto strano, per uno come lui.
Le palle dei suoi occhi andavano velocemente da una parte all'altra, a guardare prima l'uno e poi l'altro soldato, nell'attesa di una risposta.

Su quel dannatissimo ponte - nonostante il sole - faceva un freddo glaciale e Lord Makarov non aveva la minima intenzione, di rimanere lì fermo impalato.
A congelarsi le c h i a p p e.

O V E R - P R E S S U R E
.h e l p.

¬||[.Save the last girl.]||_

_Back return

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Dichiarare le sue intenzioni?
No, non erano stati così formali nella Tana.
Invece, a Sequerus sembravano vivere in maniera molto più consona e organizzata.
Ma consona a cosa?
E chi era che decideva cosa fosse consono e cosa no?

Furono tutti quesiti senza risposta quelli che lo Sciacallo vide formarsi nella propria testa, mentre udiva le parole delle guardie.
Già, quei due tizi dall'aspetto rude e dai modi affabili e gentili.
Li avrebbe volentieri mandati a quel paese, per poi proseguire verso la città.
Ma quello, bhè, quello non sarebbe stato consono.
E si ritorna alle domande senza risposta.

« Le mie intenzioni non sono nè bellicose nè altro, sono soltanto un viaggiatore in cerca di ristoro in città e, magari, qualche lavoro temporaneo per qualche giorno. »
Uno sguardo, poi, verso quella deliziosa ragazza.
Sembrava stare male, davvero tanto.
Sembrava come se fosse stata sballottolata a destra e a sinistra.
Sembrava essere spossata e stanca.
Disorientata. A stento si reggeva in piedi.
Sembrava che, da un momento all'altro, avrebbe dato di stomaco.
Sembrava proprio come lui, quando era giunto su Endlos.

Quando l'altro soldato gli chiese di accompagnare la tipa al Picco della Pena - proprio da dove veniva lui - inarcò un sopracciglio, alquanto seccato.
Sarebbe dovuto ritornare indietro, per poi ripresentarsi lì?
Pazienza, anche se un pò gli seccava, non gli costava poi più di tanto.
E, infondo, la compagnia di una bella donna non la si rifiuta mai.
« E va bene...su vieni andiamo... »...disse, per poi prendere la ragazza per un braccio, per aiutarla a camminare.

Un ultimo sguardo, verso le guardie.
« Ritornerò quanto prima, signori. »

È ancora lì ferma davanti alle guardie quando sente arrivare qualcuno, annunciato da qualche debole oscillazione del ponte che fa protestare il suo stomaco, già provato dall’arrivo tutt’altro che piacevole in quel luogo.
Si volta appena, senza lasciare la presa sulla corda, per vedere in viso il nuovo arrivato. Sente a malapena lo scambio di battute tra i due soldati e lo straniero, e il suo cervello comincia a dare qualche segno di vita quando sente una mano che le afferra il braccio e la indirizza verso la parte opposta del ponte.
Si tratta dello straniero, che cammina al suo fianco apparentemente sicuro delle sue azioni.

Si sta finalmente riprendendo, la nausea non è più così insistente, ma la sua mente lavora ancora al rallentatore.

“Dove siamo?”

La domanda sorge spontanea e, sentendola posta a voce alta, si stupisce di non averlo chiesto prima.
In effetti, ci sarebbero decine di domande che vorrebbe fare ma la sua natura diffidente prende il sopravvento, bloccandola.
In fondo, non sa nulla dell’uomo che le cammina accanto e fidarsi di uno sconosciuto è un errore che nemmeno un bambino commetterebbe.
Resta in attesa della risposta, mentre si lascia trascinare al di là del ponte, cercando di raccogliere qualunque tipo di informazione che potrebbe esserle d’aiuto, ora o in futuro.

E sì, ora anche la guida turistica, doveva fare.
Non bastava che stesse ccompagnando quella tipa a farsi curare, no.
Doveva rispondere anche alle sue domande.

« Siamo in una dimensione chiamata Endlos, nel Presidio Nord di Endlos, con precisione, a Sequerus. »
Nel rispondere alla ragazza, lo Sciacallo voltò lo sguardo verso una guardia che richiamò la loro attenzione, segnalandoli alcuni ostacoli nel loro percorso.
Mentre del campo dei guaritori, neanche l'ombra.
Soltanto tanta gente, contadini chiassosi, e altri tipacci, vestiti in modo alquanto bizzarro, che con strani aggeggi sembravano sondare il terreno, in cerca di qualcosa.

Lo Sciacallo, sempre con la sua dama a seguito, si avvicinò ad uno di loro.
« Sa dirmi dove si trova il campo dei guaritori per caso?... »...qualche istante di pausa, per guardarsi ancora intorno...« ...ma che sta succedendo qui? »

« Siamo in una dimensione chiamata Endlos, nel Presidio Nord di Endlos, con precisione, a Sequerus. »

“Endlos.”

Lo ripete a bassa voce, più per sé stessa che per l'uomo al suo fianco.
Improvvisamente si accorge di stare bene, come se niente di tutto ciò che era accaduto negli ultimi minuti fosse mai successo.
Forse era il modo in cui la sua mente contorta aveva deciso di elaborare quell'informazione, forse si sarebbe sentita male più tardi. Semplicemente, ora non le importava.

Sentendo la domanda posta dal suo compagno di viaggio nuovo di zecca, si accorge che qualcosa non va.
Le espressioni di collera della gente attorno a lei e il tono della loro voce non lascia spazio a dubbi: sta succedendo qualcosa di anomalo.
Si mette in ascolto, cercando di capire qualcosa di più dalle conversazioni e dalle imprecazioni della gente attorno a loro.

Quei tipi strani non accennarono alla benchè minima risposta, continuando imperterriti a stare inginocchiati al suolo, apparentemente in cerca di qualcosa.
Lo Sciacallo odiava essere ignorato, li avrebbe volentieri presi a calci in culo ma, da un pò di tempo aveva imparato a trattenersi, quel tanto che bastava, per evitare di mettersi troppo in mostra.

Ma non era finita lì, ovviamente.
Oltre ad ignorarlo quegli individui gli urlarono praticamente addosso.
Makarov odiava chi alzava la voce contro di lui senza ritegno, avrebbe chiuso volentieri le loro bocche se non fosse stato che con quelle grida gli salvarono la pellaccia.
No, questa volta non perchè aveva imparato a darsi una calmata.

Dieci getti d'acqua eruttarono letteralmente dal suolo che, ricoperto di crepe, aveva annunciato di qualche secondo l'arrivo dell'aglomerato liquido.
Già, le crepe e le urla lo aiutarono, insieme al suo istinto.
Quasi inconsciamente mollò il braccio della ragazza, per concentrarsi e indurire i propri muscoli più dell'acciaio.

La potenza di quei cinque getti d'acqua - sì, quello fu il numero di quelli che lo minacciarono frontalmente in prima persona - fu talmente alta da spostarlo per qualche metro all'indietro, senza però riuscire a procurargli danni seri.
Apparte i vestiti completamente fradici, s'intende.

Qualche secondo d'attesa, per aspettare che si calmassero le acque. Non si vedeva ancora nulla per via della polvere che si era innalzata al seguito dello spruzzo.

« Che diavolo succede qui?»

Lo urlò, quasi pretendendo una risposta esaustiva.
No, senza il quasi, decisamente.

Per quanto riguarda la ragazza, invece, non si preoccupò minimamente se fosse stata colpita dai getti.
Infond, sinceramente, a Jackal non importava assolutamente nulla di quella tipa.

SPOILER (click to view)

CITAZIONE

.::Jackal::.

Condizioni Fisiche: Ottime. Bagnato fradicio.
Condizioni Psicologiche: Nervoso.
Consumi del turno: 5%
Energia: 100% - 5% = 95%

Equipaggiamento:

¬ Nemesis ~ Black Princess » Nemesis (紅姫, "Principessa Nera" o "Mannaia Nera").La Nemesis è lo spadone di Jackal. Questa mannaia è entrata in possesso del Superiore dopo che quest'ultimo è stato esposto all'agente mutogeno Nothingness. E' pervasa dalla stessa energia sinistra che satura il corpo dello Sciacallo E' lunga 170 cm e larga 40 cm. La lama, di colore nero e argento, è tagliente da ambo i lati. E' dotata, inoltre, di una doppia punta, per infliggere ancora più dolore e sofferenza alle sue vittime. Nonostante la sua forma, il suo peso le sue dimensioni, Makarov riesce a maneggiarla senza difficoltà grazie alla sua forza smisurata. Il Superiore porta Nemesis sempre con sè, in una fodera dietro la schiena.Questa mannaia è senzadubbio una delle armi più letali dell'intero multiverso. [LiNk]

Abilità passive:

¬ Nothingness Aftermath » L'agente mutogeno Nothingness ha cambiato Lord Makarov in tutto e per tutto, nella mente come nel fisico. Un mix di doti naturali e doti sviluppatesi dopo il contagio, fanno di Marduk Makarov il guerriero temibile che è adesso. Jackal possiede una grandissima forza fisica rispetto ai comuni esseri umani. Per via delle radiazioni a cui è stato esposto - oltre che alle sue doti naturali - il suo corpo e stato potenziato, rendendo così Jackal più forte di un normale essere umano. Inoltre, possiede una grandissima velocità rispetto ai comuni esseri umani. Grazie agli estenuanti allenamenti nonchè al suo innato talento e agli effetti dell'agente mutogeno, il suo corpo è più agile e scattante, concedendo al Superiore la facoltà di correre, scattare, muoversi, schivare, il tutto ad altissima velocità. Inimmaginabile ed impensabile per un comune essere umano. In realtà, non si conoscono quali siano i limiti fisici del Superiore, essendo queste abilità sempre in continua crescita.[Power Up passivo +50% Forza; Power Up passivo +50% Velocità]

Tecniche:

¬ Crying Wall » Jackal è in grado di rendere il suo corpo duro e saldo come l'acciaio se non di più. E' una tecnica la cui attuazione avviene molto rapidamente, essendo necessari pochi secondi di concentrazione per potenziare ed irrobustire il corpo. Però, per quanto duro diventi, il corpo rimane di carne e ossa; attacchi non materiali possono passare attraverso la difesa. Qualsiasi attacco fisico e materiale potrà essere annullato a patto che ci sia una spesa energetica proporzionale.
»CONSUMO: Variabile Basso

Glossa:

La gente presente al suo arrivo non si degna minimamente di rispondere alle domande della sua "scorta". Anzi, quegli strani uomini continuano a parlare tra di loro in modo nervoso, alzando la voce e contribuendo ad aumentare il suo mal di testa.
Sposta lo sguardo a destra e a sinistra, cercando di capire per quale assurdo motivo sembrano tutti così agitati.

Delle crepe sempre più profonde si sono formate sul terreno, tracciando linee scomposte che si perdono tra i passanti.
Qualche secondo dopo, dieci getti d'acqua fuoriescono dal terreno in modo casuale, alzando una grande quantità di polvere e detriti.
Il grido d'avvertimento di alcuni uomini arriva in ritardo di quasi un secondo rispetto alla sua reazione.
Si muove nello stesso istante in cui sente la mano del ragazzo lasciare la presa sul suo braccio; una barriera d'argento -di due metri quadrati- prende forma a pochi centimetri da lei, conficcandosi nel terreno.

L'impatto dell'acqua sulla lastra di metallo è seguito da schizzi e gocce che volano in tutte le direzioni, innaffiando la gente nei paraggi, mentre lei riesce a rimanere relativamente asciutta.

“Cosa sta succedendo qui?”

Sente la voce del ragazzo sovrastare la sua e si volta verso di lui. É rimasto illeso nonostante il colpo subito, che l'ha spostato indietro di qualche metro e ha completamente inzuppato i suoi vestiti.

Quel tipo di imprevisti, li odiava.
Ma d'altronde, erano quelli a colorare la vita.

La ragazzina si mostrò abbastanza abile, riuscendo a rimanere ben salda sulle gambe, evitando anche - al contrario di lui - di bagnarsi i vestiti.
Nel frattempo, poco distante dal punto della " doccia comune ", un uomo - apparentemente uno schiavo - veniva trascinato a terra con delle catene e, riempito di botte.

Non ebbe il tempo di capire meglio cosa stessero facendo.
Come se gliene fosse importato qualcosa, poi.
Già, perchè tutti gli occhi di quelle persone che lavoravano sondando il terreno, ora erano rivolti tutti su di loro.

Non amava essere osservato così intensamente, cercò quasi di divincolarsi dagli sguardi altrui, ma in cuor suo il Superiore sentiva che non si sarebbe liberato di quella gentucola così facilmente.

« Sto bene...Ora però vorrei sapere cos'è successo...questi vestiti costano una fortuna. »