[Quest] Over-Pressure

-...Yang...-

Di tanto in tanto, la Seconda bisbigliava con un certo risentimento il nome del Primo, lui che, per fare del bene a Lei e alla propria Affine, finì per causare una delle più disdicevoli situazioni nelle quali la Signora si fosse mai ritrovata. In compagnia di Drusilia, per conoscersi meglio come il Guardino aveva suggerito, vagava per le terre dell'Ovest, abbandonato Kijani Fahari, con il triplice obiettivo di mostrare il Presidio alla Galanodel, approfondire il rapporto fra loro, ed indagare se la notizia che Mio fosse sparita corrispondesse al vero. Così, per prima cosa andarono a Sequerus, la Capitale, con una velocità sorprendente, sia per la strada scelta, sia per evitare la compagnia di quella ragazzina di Laputa che aveva osato deturpare la bellissima immagine della Signora. Infatti, una volta esplorata la città, il progetto era di scendere ad Undarm per una via più lunga, che passasse per la costa, così che Drusilia potesse vedere ciò che l'Ovest offrisse; ma molto velocemente, beninteso!

Ora, ci si domanderebbe quale fosse il motivo che teneva Yoe così sulle sue, e che La rendesse, nei confronti della Galanodel e delle persone che le incontravano, tesa e suscettibile, nonché stizzosa: quando l'Affine si era presentata nel bosco, secondo le istruzioni di Yang, per fare visita alla Seconda, non soltanto si scoprì essere loro due pettinate allo stesso modo, ma pure portavano uno stesso abito; essendo di simile aspetto, poi, per capelli e occhi, benché Yoe li avesse leggermente più scuri, questi, e quelli che a volte riflettevano il biondo del grano, si poteva benissimo dire quelle due essere gemelle. Si capisca bene quanto fosse terribile per la Signora essere non più considerata unica, e come tale riverita, ma dover contendere il primato con qualcun'altra; e se quella era Drusilia Galanodel, che manifestava al tempo di invidiare, per il numero di accoliti, e di ammirare, per la bellezza, la gara sarebbe stata delle più spietate. Ma l'odio di essere vista come una copia era più forte, sicché prima di uscire dalla Reggia, Yoe disfece l'acconciatura, sciogliendo i lunghi capelli lisci e castani degli alberi. Almeno in quello, doveva differenziarsi, esibendo quanto fossero migliori dei capelli al naturale, piuttosto che acconciati, su quell'abito. Che Lei, in realtà, avesse pensato il contrario prima di vedere Drusilia, è un'altra faccenda.

Se non quando il paesaggio mutava, o le urgenze lo richiesero, le due non scambiarono fra loro pressoché alcuna parola, cercando, piuttosto, di vincere quella competizione come meglio potevano, essendo gentili e dolci con i passanti, mostrandosi grandi e magnanime, e facendo accorgere il mondo della bellezza dei loro corpi.
Ora che, passate le montagne, erano arrivate al Picco della Guardia di Sequerus, certamente avrebbero gareggiato a chi di loro sfoggiasse la migliore entrata in scena; tuttavia, ciò che videro davanti agli occhi non fu affatto piacevole: scossi, i popolani fuggivano senza una meta, la terra arida dava vapori tutto attorno, e qualche operaio gridava; in lontananza, invece, il rumore di uno sbuffo acuto, come le teiere quando sono pronte.

-E questo?-

Domandò la Seconda, ma non seppe dire se a Se stessa o alla Galanodel, che in fondo non conosceva la città; però aveva lo sguardo preoccupato e dubbioso, ed era scissa se considerare l'evento grave o ingigantito dagli abitanti della Capitale; ad ogni modo, con una certa cautela, avanzò dove le persone fuggivano, assicurandosi che i capelli lunghi velassero le orecchie un poco puntute degli elfi quale il Suo corpo era, e cercò, guardandosi attorno, di capire meglio cosa stesse accadendo alla povera Sequerus.

Tutto intorno le zelanti guardie scortavano i poveri cittadini zone che dovevano essere più sicure, considerata l'atmosfera che imperversava nei cuori del popolo; benché adesso la Seconda cominciasse a credere che qualcosa di grave stesse per accadere, non era in grado di determinarla, ed il rumore in sottofondo, quel fischio, poteva certamente essere dovuto a molte cause.

Poi il sole si riflesse su una qualche superficie e per un attimo abbagliò le verdi foglie degli occhi di Lei, e quando fece per voltarsi ad osservare la luce brillante, s'accorse questa provenire da un lucido disco di metallo, così sembrava, conficcato nella terra di Sequerus come una spada: dalla metà che ne fuoriusciva prendeva forma una costruzione, un palazzo precisamente, e tuttavia non poté saperne di più, in quel momento, perché la coppia di bassi uomini che avevano scorto all'ingresso del Picco, si era fatta vicina alle due donne che erano finalmente entrate in città, intimandole, preoccupati, di fuggire a ripararsi.
Un'ottima occasione per mettere in mostra i potei di cui disponeva la Signora, così che all'Ovest Drusilia si rodesse il fegato.

-Calmatevi, prego!-
Disse a quelli, mentre un sorriso impercettibile sembrava velare il Suo amorevole interesse
-Cosa sta succedendo a Sequerus? Cosa sta per scoppiare? Rispondete alla Vostra Ufficiale.-

Entro i confini dell'Ovest Shui Yoe Tu non era una semplice fattucchiera dei boschi, come alcuni La chiamavano, sparlando dietro la spalle, ma per grazia e merito di Mio Aranwë era stata fatta Consigliere dell'Alfiere, un Alfiere che adesso era scomparso con grande costernazione della Seconda, tutta intenzionata ad indagarne i motivi, nonché Ufficiale del Presidio. E Drusilia no. Questo valeva molti punti nella competizione: che la Signora era più che mai intenzionata a vincere. Del resto, una verginella come la Galanodel che speranze aveva di farsi rispettare? Tutta candida e con un triste passato avrebbe mosso la pietà, non certo il rispetto! Una bella farfalla, certo, ma niente di più: Yoe invece era una leonessa aggraziata, una cosa che da qualsiasi punto di vista La si guardasse, restava sempre eccellente! L'unica cosa che fermava la Guardiana dall'essere troppo saccente nei confronti di Drusilia, era il fatto che Yang avesse trovato quella donna come sua Affine, e ciò voleva dire una cosa: non era una sprovveduta; alla pari del Primo, lei aveva una forza nascosta e brillante, una stella velata dall'apparenza. la competizione aveva tutti i motivi, dunque, di essere la più serrata possibile. tutto questo per Yang, ovviamente...

Lo sguardo interrogativo che si era dipinto sul volto della Guardiana quando il lavoratore Le intimò, con accorata e ferma preoccupazione, di abbandonare la zona, divenne quasi un sorriso di conforto, perché pareva che nella disgrazia splendesse una piccola stella: era, quello, un problema che poteva risolvere; l'acqua era in lei, era ciò che La componeva. Non temeva certo di risultare inutile in una circostanza di quel genere: aveva altri poteri da sfruttare, altre belle cose da far crescere, come l'erba e la fama.
Drusilia avrebbe visto quando la sublime persona di Shui Yoe Tu fosse importante e magnificamente adatta a quella circostanza; la scomparsa di Mio, la quale Ella aveva udito e che La spinse a cercare indizi presso Sequerus, decise di abbandonarla, per il momento, in favore di un'eroica missione: salvare la Capitale dalla furia dell'acqua.

-Va' pure, se vuoi. Credo di poter riuscire ad evitare che salti tutto per aria.-
Piegò le labbra bellissime in un sorriso orgoglioso, e indicò la donna accanto a Lei
-E poi non sono sola, oggi. La Mia casta amica sarà un aiuto più che sufficiente.-

Amica? In fondo, il cuore di Yoe era mutevole come le onde del mare quando spira il vento burlone, e spesso si trovava ad amare chi prima aveva biasimato, e così era anche all'opposto. Certo la competizione era più che mai serrata, e cosa fu dichiarare un'accoppiata se non lo scegliere il prossimo campo di battaglia? Chi delle due avesse slavato Sequerus, sarebbe diventata la migliore. Ma ad ogni modo Yoe non disprezzava Drusilia, non completamente né con totale sdegno: come si è detto, ella era Affine al Primo, e meritava il Giusto rispetto, perché covava un potere eccezionale; come la natura compete con se stessa per creare opere sempre migliori, così la Signora competeva con la donna che più d'aspetto le somigliasse per accrescere potere e gloria e bravura. Una gara sana, per certi aspetti. E così, nel cuore della Seconda si mescolavano l'orgoglio, il rispetto e l'affetto.

-Dimmi dove si trova l'ostruzione.-

Uno sguardo alla Galanodel fu chiaro: voleva che andassero insieme; voleva, a prescindere dalla gara e dalla sola boria, collaborare per rendere la capitale un posto di nuovo sicuro. E sapeva che anche Drusilia desiderava la stessa cosa.

Se foste state due giunoniche donne robotiche, un intreccio di metallo e ingranaggi, probabilmente avreste attirato molto di più l'attenzione dei Komanari; l'uomo che si è rivolto a voi fino ad ora pare non voler entrare nelle vostre diatribe
-che siano estetiche o narcisistiche-
e vi squadra dal basso verso l'alto
-altra alternativa non c'è-
per capire se siete realmente disposte ad aiutarli.
Intanto, a qualche metro da voi, la terra si spacca e un getto di acqua pressurizzata fischia nell'aria, aumentando la quantità di vapore già presente su tutto il Picco della Guardia.

"Ottimo.
Riesce a volare?"

E ti indica, solo con il mento, il bordo del Picco, ad un centinaio di metri da te; è sul lato sud che la bocca della tubatura, posta a qualche altro centinaio di metri più in giù lungo la parete, si allarga per permettere l'ingresso agli addetti alla manutenzione.

Mentre Yoe, divertita, osserva la scena proponendosi come aiuto esterno nell'individuazione della posizione precisa dell'ostruzione, il Komanari
-completamente indifferente al vostro charme-
pensa un attimo alla proposta di Drusilia e pare cadere in una sorta di trance mistica.

"Preferirei far saltare in aria Sequerus piuttosto che dare i miei attrezzi ad una donna come voi."

La calma con cui pronuncia quella frase probabilmente ti sconvolge più delle parole stesse con cui è stata composta; l'uomo tozzo si inginocchia ed inizia ad auscultare il terreno, mentre le vibrazioni di queste incessanti esplosioni di acqua e vapore scuotono tutto il Picco, facendo rimbalzare ovunque l'eco fischiante di una sciagura imminente.

"Benissimo: deve gettarsi dal Picco, cadere giù per circa duecento metri e poi entrare nel bocchettone centrale. E' quello più largo, spero riesca a passarci...noi Komanari non abbiamo difficoltà."

Qualcosa nei suoi modi può palesemente infastidirti. E non sapresti dire fra le tante cose se ciò è dovuto all'uso di termini come "gettarsi", "cadere" piuttosto che "calarsi, scivolare volando", oppure è la velata insinuazione di una costituzione fisica non proporzionata
-sei quasi sicura si stia riferendo alla tua zona posteriore, visto lo sguardo-
fatto sta che la tua predisposizione ad aiutare i manutentori delle tubature cittadine vacilla pericolosamente.

Probabilmente, mentre te ne vai stizzita in direzione del bordo del picco
-dopo la tua battuta tagliente che, devo dirtelo, non ha sortito effetto sull'ego dell'uomo-
a fatica riesci a percepire la microscopica variazione di pressione che, venti metri sotto i tuoi piedi, innesca l'ennesima reazione di acqua e densità del terreno, il quale
(gioco-forza)
restituisce in alto tutta la forza immagazzinata, creando tre nuovi fori proprio sotto di te:
la terra trema, prima, e poi si spacca, proiettando contro la tua figura dei getti di acqua stranamente bollente, di molto superiore alla tempertura che servirebbe a provocare grandi ustioni su di un normale essere umano.

"EHI! NON MORIRE PRIMA DI AVER TOLTO L'OSTRUZIONE!!!"

Le parole del Komanari sono la cosa più lontana alla definizione di "supporto morale" che potrebbe esistere nell'intero multiverso.