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  1. Rekishi Naku
     
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    ATTO I
    «Weaves»


    Narrato
    «Parlato di Rekishi»

    Palanthas

    Cambiarsi o meno d’abito era stato un dilemma a cui aveva posto un rimedio forzato la presenza del paggio. Non che si aspettasse certo la presenza dell’Alfiere per un perfetto sconosciuto ma aveva fin da tempo dubitato dei servitori e, anche se il ‘padrone’ non avesse voluto, il chiacchierare sembrava far parte della loro natura. Si sarebbe fatto andare bene l’abito elegante usato per la Sala del Trono; in caso sapeva farsi umile anche al di là delle vesti.

    Si fece far strada – in fondo venivano pagati per quello – fino all’ingresso della Biblioteca. Un edificio imponente come sembrava essere la maggior parte dei luoghi adibiti al sapere ma con una traccia di raffinatezza. Acqua e raffinatezza: concetti troppo a lungo legati tra di loro affinché non notasse la cosa. Tuttavia non degnò di grande occhiate la struttura; quello che gli interessava era più che altro il sapere in essa custodito, un tesoro tra i più importanti ed il reale motivo della sua visita nei reami dell’Est. In ogni caso non poté che approvare il fermento interno, una volta superate le grandi porte, che animava le moltitudini di monaci in veste blu. La conosceva richiedeva impegno e devozione; fin troppe biblioteche erano perite semplicemente per l’inoperosità. Il pensiero di libri introvabili erosi dal tempo ed intaccati dalla muffa scavò un sottile solco di tristezza nel suo animo. Solco che si adoperò a riempire in un battito di ciglia. Niente sentimentalismi.

    Il tempo per preparare un discorso più articolato sembrò essere dalla sua. Il paggio aveva gentilmente spiegato che avrebbe recapitato una lettera al Primo Bibliotecario e si era dileguato lungo le scale che probabilmente conducevano al piano superiore. Lasciato quindi da solo tra gli atlanti di pietra e sguardi curiosi puntati sulla nuca cambiò il peso dalla gamba destra a quella sinistra ripassando mentalmente le frasi da pronunciare. La scommessa di oltre un mese gettata sul piatto delle offerte per giocarsela in una sola mano. La presa su Requiem si fece più forte ed Epitaffio parve vergare con più forza le parole sulle pagine leggermente ingiallite. E dire che odiava i giocatori d’azzardo…
     
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    Il caldo sole del meriggio andava indorando le fresche acque di Palanthas, dolci nel loro scorrere entro il grande giardino che contornava la Biblioteca; non solo: le erbe s'erano fatte più lucenti, e dalle vetrate sulle scale il sole proiettava un fiero raggio, come a voler evidenziare una precisa parte del pavimento, lì dove la scalinata si biforcava per raggiungere il primo piano.

    Ecco, allora, che i grandi portoni s'aprirono, e due figure entrarono nel palazzo: l'una agli occhi del Guardiano era sconosciuta, l'altra apparteneva alla corte dell'Alfiere, essendo quello un suo paggio. Ora, nonostante Amarth fosse chiuso nella propria Stanza, egli poteva vedere e sentire ogni creatura che sostasse nella Biblioteca, poiché il Potere che la Porta di Dharma custodiva consentiva tale capacità alle Sette Corone.
    Subito dopo il paggio salì le belle scale e, dileguandosi al primo piano, pervenne alla Porta dello Zero: composta di Mithril, al suo centro vi era il simbolo del Guardiano, argenteo e riflesso d'ogni colore, e attorno ogni istante crescevano cerchi concentrici differenti l'uno dall'altro per decoro e colore; come le onde del mare andavano e venivano, cullando ogni tono e brillando di pallida luce opalescente.
    Tuttavia il paggio non ebbe potere di bussare, poiché l'avvento del Custode fu più rapido: la Porta venne aperta, lenta e solenne, e prima ancora che il Limite parlasse, ecco l'uomo consegnarli la lettera e sparire giù al piano terra dal quale, una volta salutato l'altro ragazzo, uscì per tornare a Lordaeron.
    Con delicata precisione Amarth aprì la busta e ne lesse il contenuto, il quale recava il nome della creatura che sostava al piano inferiore, e le buone parole di Kalia nei confronti di questa, con la richiesta d'essere gentile.

    Molto l'Alfiere aveva a cuore chi le chiedesse aiuto, e però adesso lo Zero era nuovo e giovane, libero dall'amara superbia che prima del rituale gl'incatenava il cuore. Piegò la carta e la assicurò all'interno della manica dell'abito, infine scese le scale mentre la Porta andava chiudendosi, con un delicato rumore metallico.
    Quando fu al pianerottolo che congiungeva la rampa del piano terra alle due rampe per il primo piano, dal quale si poteva osservare tutto l'ampio ingresso, e quando gli occhi del Guardiano incontrarono quelli del ragazzo, mai da questi li voltò, piuttosto serrando un laccio di sguardi, come a volerne leggerne il cuore e la mente.

    -Così, Rekishi Naku, le Vie del Destino ti hanno condotto a Palanthas. Ho appreso del tuo desiderio, per le parole che l'Alfiere ebbe avuto premura di consegnarmi. E tuttavia è opportuno che siano le tue labbra a parlarmene, non già quelle altrui, pure che siano affidabili e certe come so essere quelle di Kalia dell'Est.-

    Disse, e poco alla volta scese le ultime scalinate avvicinandosi all'uomo, mentre il raggio d'oro del meriggio ne colpiva l'argentea figura, sicché ad ogni passo si liberavano densi colori dal Guardiano, come se l'arcobaleno fosse anche oltre le sue vesti, e invadesse con grazia e maestà tutta l'aria di Palanthas. Fiero era, vestito d'un abito argenteo sul quale ogni colore si rifletteva e danzava, scorrendo come l'onda del mare per tutto il corpo di lui, e tale erano gli occhi ed i capelli della creatura: ecco la sacra beltà di Eru Elen Amarth, Arcobaleno d'Argento.

     
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  3. Rekishi Naku
     
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    ATTO II
    «Weaves»


    Narrato
    «Parlato di Rekishi»

    Palanthas

    Senza dubbio un dono naturale per gli effetti speciali. Quelle le prime parole che gli balenarono in mente al vedere i colori dell’arcobaleno tingere l’argenteo bibliotecario. Era saggio provare ad intimidire o quantomeno sorprendere il proprio interlocutore, specie se si rappresentava una carica così prestigiosa, ma ogni sentimento scivolava via dal muro eretto dal Cantore. Ne approfittò però per aggiustarsi gli occhiali, lasciando così che le lenti scoprissero le iridi cerulee e concedendosi un lungo sguardo sui fili, senza lasciarsi sfuggire le parole ed incamerandole nella sua mente.

    Forte; non a caso, si disse, e influente. Sarebbe dovuto essere ancora più cauto. Si produsse quindi in un inchino formale con i capelli che ondeggiavano sferzando le spalle.

    «La Ruota tesse in modo imprevedibile ed io mi muovo affinché la Trama non si disfi, Primo Bibliotecario Eru Elen Amarth. Eppure in un mondo a me sconosciuto la Conoscenza mi scivola dalle mani come sabbia in una clessidra, purtroppo. I tomi di Palanthas potrebbero porvi rimedio, affinché possa seguire al meglio i Fili che daranno vita alla Storia.»

    Le iridi lo specchio della sua imperscrutabilità. Il tono senza la benché minima traccia di emozione, con parole dure e meccaniche.

    «Sempre se mi concediate l’onore, ovviamente.»
     
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    Immobile, rapido e sincero era nel parlare, sicché il sibilo di serpe non venne, né tuttavia mutò l'iridescenza del Guardiano: che, allora, quella creatura fosse vuota? Oppure possedeva un velo così denso da non permettere allo Zero di Tingersi? Ad ogni modo, quale fosse la risposta, ora non era importante, giacché altro aveva priorità, essendo il Guardiano convocato dall'Alfiere per ascoltare le parole dell'uomo.

    -Non ho il potere di decidere chi possa godere della conoscenza, poiché Palanthas la Grande è libera.-
    Le iridi opalescenti continuarono a fissare Rekishi, belle e profonde come gli specchi d'un mondo perduto
    -Tuttavia è mia facoltà constatare la possibilità d'una creatura di permanere in queste mura, o di tornarvi: in questo luogo esistono precise regole: è però noto che chi abbia nel cuore sete di Conoscenza e qui venga ad abbeverarsi, nemmeno una ne infranga.-
    Alzò poco il capo, come a voler farsi più severo, eppure ancora mantenendo quella totale vuotezza e neutrale rassegnazione
    -Chi Conoscenza cerca, già un seme di Saggezza ha nel cuore.-

    Ora, benché avesse esposto la questione e specificato talune cose, Erelamarth Celebliant ponderò ciò che Rekishi disse, circa i suoi desideri, e s'accorse questi essere tanto simili a ciò che prima della Nomina, egli aveva compito di perseguire. E però forse era inopportuno raccontare di se stessi davanti ad uno straniero che cerchi aiuto, pure se le cose potessero legarsi assieme. Tuttavia da molto tempo, ormai, non parlava di ciò che invero fosse, essendo ammantato, agli occhi degli altri, dal velo d'Ufficiale e di Saggio: l'Essere un Guardiano appariva adesso così perduto nel tempo, quasi un ricordo stantio; forse era tempo di rievocare la reale Essenza in Eru Elen Amarth:

    -Porti arcane parole in questo luogo, e alle mie orecchie esse sono al contempo balsamo e veleno: questo mio corpo, fino ad 876 anni fa, aveva tale dovere presso il mondo in cui risiedeva.-
    Distolse un poco lo sguardo ed il capo, come a voler correre indietro nella memoria, per Doloroso che fosse il processo. Poi, ecco tornare il vigore Nullo e Vuoto, e Amarth continuò
    -Poi venni scelto come Vascello e divenni Guardiano, ed allora capii quanto superfluo fosse il mio dovere, eppure quanto vicino a ciò che ora sono e compio: in ogni cosa vi è il Destino, e pure si pensi di cambiarlo in realtà non si sta facendo che il suo Volere. Tuttavia gli occhi di chi Viva nel Mondo sono troppo bassi e da questo irretiti per accorgersi di tale verità, e non è questo biasimo. Per ogni posizione, una diversa Conoscenza.-

    Ci fu silenzio, e se l'uomo avesse piacere o voglia di replicare pure poté farlo; ecco che, però, lo Zero tornò a parlare, e la sua voce fu solenne e magnifica, come un re giusto che manifesta il proprio essere, e che nel rispetto e nel rispettoso timore viva.

    -Apprendo però il tuo desiderio essere nobile, e alto nel suo mostrarsi. Finché la tua permanenza tra queste mura sarà Giusta e Saggia, nessuno avrà potere di cacciarti o recarti disturbo, e fra i testi troverai la Conoscenza cui tu aneli.-
    Un'ultima pausa, come di immediata riflessione
    -Dimmi, Rekishi: è tuo interesse la Storia in ogni suo aspetto? Le culture dei popoli, le molte letterature, lingue e tradizioni?-

    In cuor suo Amarth aveva un pensiero, e sperava questo potesse tramutarsi in concreta realtà: certamente la Gloria dell'Est ne sarebbe venuta a beneficio, e le Gemme avrebbero potuto godere d'una nuova luce.



    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    Synchro

    "Destinato a non godere di una particolare sfumatura di carattere, il Destino ha fatto sì che Amarth potesse provarle tutte, senza però poterne conservare alcuna: questa è l'origine di ciò che spesso egli chiama "Synchro"..."

    Sia Amarth un'eterna voragine, entro al quale ogni emozione cadrà inesorabile. In un'area di 5 metri di raggio, ogni singola sensazione presente, sia questa di gaudio o ira, verrà percepita ed attirata dal Guardiano; una volte penetrate in lui, l'iridescenza che sempre lo contraddistingue cesserà, ed Eru Elen Amarth si tingerà del colore che ogni emozione rappresenta. Eppure, ben poco queste dimoreranno presso l'Eterno perché, pur percependole, e tingendosi fin quando queste non saranno cessate, egli non potrà trattenerle: al contrario, infatti, Synchro farà sì che ogni percezione venga elargita all'ambiente, inducendo chiunque si trovi nell'area di influenza a provare ciò che il Guardiano ha captato.


    Nota1: quest'abilità prescinde dal volere di Amarth, pertanto non sarà il Guardiano a percepire le sensazioni, bensì la stessa Synchro. Ciò significa che, essendo sempre attiva, se nel raggio di influenza non vi è alcuna creatura capace di provare emozioni, Synchro userà lo spirito dello Zero come fonte di energia, se così si può dire. Non Potendo egli provare alcunché, le sue vesti, i suoi capelli, i suoi occhi, sopracciglia ed arma risulteranno sempre ammantate di un'iridescenza, che si muoverà ondeggiando armonica per tutto il suo corpo.
    Nota 2: E' implicito dire che Amarth può fungere da rivelatore di presenze: se questi cambia colore, significa che c'è qualcuno nel raggio d'influenza di Synchro
    Nota 3: La potenza di canalizzazione di Synchro è tale da consentire al Guardiano di poter provare l'emozione intercettata
    Nota 4: Come ogni altra passiva, se una o più creature sono protette da abilità o tecniche, Synchro non riuscirà ad intercettarne le emozioni.
    Nota 5: Maggiore è il numero di emozioni assorbite in contemporanea, maggiore sarà il dolore mentale e lo stress provato dal Guardiano; nel caso poi, di un assorbimento eccessivo, ovvero di più di 10 emozioni questi, dopo vistosi effetti scenici quali tremolio e colori molto accesi sul corpo, sverrà.

    Analisi dell'abilità:

    Raggio d'azione: 5 metri

    Cambiamento cromatico:

    Tranquillità --> Azzurro
    Pace, Serenità --> Bianco
    Dubbio, Sospetto, Incertezza --> Giallo
    Invidia --> Verde
    Gelosia --> Arancione
    Amore, Affetto --> Rosa
    Rabbia --> Rosso
    Furia cieca --> Nero
    Odio --> Indaco
    Paura --> Grigio
    Sofferenza, Dolore ---> Marrone
    Tristezza --> Blu scuro
    Preoccupazione, Ansia --> Giallo ocra

    CITAZIONE

    Alcar Valaron
    Gloria delle Potenze

    "...Ora avvenne che le Potenze di Arda, che pure erano consce della sorte del loro Maia Faerglir, volessero inviargli un dono, per sostenerlo nei momenti in cui ogni persino la luce della ragione e della verità non fosse risultata abbastanza brillante da trafiggere le tenebre del dubbio e del falso. Molto, infatti, l'Uno teneva a cuore lo spirito del garante e quando questi si dipartì da Ennor grande sofferenza gli pervenne, esulando, quell'evento, dall'antichissima musica degli Ainur; per volere di Eru Ilùvatar nuova forza crebbe nello Zero, ché il Destino lo permise, e ciò che nel cuore del Mondo si ammantava di menzogna avrebbe emesso un suono strisciante, che solo l'orecchio dell'Eterno avrebbe colto..."

    Ciò che le Potenze donarono ad Eru Elen Amarth, non è altro che la capacità di discernere il vero dal falso; in un area di 10 metri di raggio (di cui Amarth è il centro), infatti, ogni menzogna pronunciata da qualunque creatura avrebbe prodotto, alle orecchie del Guardiano, un sibilo (lo stesso emesso dai serpenti).

    CITAZIONE
    Nota: come ogni altra passiva, se le creature sono protette da particolari abilità o tecniche, Alcar Valaron non sortisce alcun risultato.


    CITAZIONE

    La Via del Destino

    "...Perché Erelamarth Celebliant è il Destino e marcia diritto, inflessibile, cieco e sordo ai richiami del Mondo..."

    L'Essenza numero Zero non è Fatta per chinarsi a false lusinghe o corrotti inviti: no, essa immune passa attraverso le voci del mondo, attraverso sussurri e tentazioni; ancor più dove vi sia l'imposizione.
    Dove via sia intento di sedurre e traviare, egli non potrà essere sfiorato, il suo animo partecipando al Destino del Tutto, neutrale e troppo antico e forte affinché il suo equilibrio possa venire infranto.


    Analisi dell'abilità:

    Amarth risulta immune alle malie o alle Aure, ovvero quelle passive o tecniche (di consumo Basso o Medio) che hanno effetto di instillare particolari sentimenti nelle persone, oppure indurli a credere alle parole che i possessori/utilizzatori possano dire.



    Edited by Eru Elen Amarth - 28/2/2011, 11:51
     
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  5. Rekishi Naku
     
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    ATTO III
    «Weaves»


    Narrato
    «Parlato di Rekishi»

    Palanthas

    La notizia era positiva. Niente altri colloqui formali, niente altri doni e nulla che lo separava dal suo obiettivo. Certo, i soldi spesi per ingraziarsi l’Alfiere parevano vani ma era sempre meglio lasciarsi porte aperte anziché chiuse. Ciò che invece lo spiazzò totalmente facendogli inarcare un sopracciglio – che per un uomo normale sarebbe stato come urlare – fu la rivelazione di aver adempiuto al suo stesso compito in passato e di tutte le informazioni che lo travolsero come un fiume.

    Aveva da tempo teorizzato la presenza di altri Cantori, specialmente per la presenza di Atrament che fungeva da ‘massa comune’, ma non aveva mai avuto risposte in merito. Senza contare che di fronte a se aveva un essere dalla vita probabilmente millenaria e che era asceso ad una sorta di ‘Vascello’ dopo esser morto. Era facile compiere l’analogia ‘Ruota-Destino’ ed era un argomento che avrebbe senza dubbio approfondito poi. Già, prima il dovere e poi il piacere. Senza contare che Amarth discuteva di conoscenza ‘libera’ eppure proseguiva a porre domande come ad approfondire la questione.

    «La Ruota intesse il Disegno ed è mio compito osservarne il Merletto. Il filare è immenso in quanto ogni vita è un filo, perciò come Cantore il lavoro principale è identificarne la Matassa, ovvero il picco di cambiamento, dove la Storia più importante verrà intessuta. Dalla Matassa si dipana ogni altro filo permettendo così di comprenderne più facilmente la moltitudine, motivo per cui si dice che un Cantore è sempre in movimento poiché la Matassa non è mai statica ma si intesse intorno Eroi diversi a seconda delle loro scelte. La Matassa è Storia in ogni suo aspetto in quanto i fili sono Vite e la Vita è l’insieme dell’essere vivente in relazione alla propria formazione. Le Matasse di tutte i Mondi portano alla Matassa Unica ovvero la comprensione totale della Storia. Molti hanno ipotizzato possa coincidere con la possibilità di comprendere ogni futuro alternativo in ogni minimo particolare. Quindi presumo che la risposta alla vostra domanda sia si

    SPOILER (click to view)
    Quello che dice è verità, o almeno lo considera come tale. Nonostante la passiva che mi protegge dalle influenze delle emozioni percepisci (non ricordo bene quale emozioni percepisci ma sticavoli) una punta di sorpresa quando affermi di avere avuto il suo stesso compito ed a seguito delle tue parole seguenti. Il picco è basso (una sorpresa 'di basso livello' per un comune umano) ma per lui equivale ad una 'notevole'. Spero di esser stato chiaro :*
     
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    Ecco, la gloria del Destino s'era mostrata ancora fra le mura di Palanthas, e nel cuore dello Zero adesso albergavano una Giusta Benevolenza ed una gradita Sorpresa, poiché gli parve, e poi si vide che non sbagliava, la nobiltà degli uomini essere ancora lucente, pure fosse sepolta sotto abissi di terra marcia. Del compito di Rekishi ora Amarth non volle parlare, né dell'emozione che percepì, pure fosse lieve: altre questioni erano urgenti.

    Così, forse un sentiero ancora deserto avrebbe potuto mettere grandi fiori, essendo che nel Celebliant stava nascendo la consapevolezza che Rekishi Naku fosse il Re a lungo cercato, la cui Corona gli appartenga per diritto.
    Tuttavia ancora qualcosa doveva essere chiarito, perché la Conoscenza era sì libera e senza padroni, ma presso Palanthas i Sette Troni avevano dovere di risuonare in armonia, così la materia di studio s'andava intrecciandosi col carattere e col dovere.

    -Ciò che ti lega alla Storia non è affatto dissimile dal filo che avvolge Vie e Corone.-
    Disse, riflettendo fra sé piuttosto che comunicando direttamente con l'uomo
    -Rekishi, le mie domande adesso volgeranno al termine; dimmi: sei disposto a diffondere la Conoscenza della Storia, delle Letterature, delle Culture e dei Linguaggi? Sei dispoto a proteggerla e a condividerla? Sei disposto, infine, a custodire tutti i testi che di tali argomenti trattano, e ad istruire giovani creature?-

    E pi non disse, ma l'aria iridescente ora era più tesa, e caduta nel silenzio: tutto attendeva una risposta, giacché da questo molte cose sarebbero poi venute, non di meno la gloria dell'Est e le Sette Corone.

     
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  7. Rekishi Naku
     
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    ATTO IV
    «Weaves»


    Narrato
    «Parlato di Rekishi»

    Palanthas

    Vie, Corone, altri concetti che per ora parevano indefiniti e che forse in futuro avrebbe chiarito. Ma soprattutto, cosa stava facendo Amarti? Cosa desiderava ottenere da quelle risposte? Pura e semplice curiosità di chi un tempo era stato come Rekishi oppure…

    «Il lavoro del Cantore non è mai fine a se stesso e…presumo…»

    La voce subì una leggera inflessione a causa del dubbio che lo pervadeva.

    «…che vi siano più Cantori a svolgere quest’infinito lavoro. Se proteggerla e scoprirla è compito primario, nulla vieta la diffusione. Tuttavia, come già ripetuto, la Storia ed il Disegno non sono statici ed è mio compito seguire il peregrinare dei fili al fine di cogliere il Merletto. La mia casa è il Mondo ed i miei piedi sono sempre in movimento. Chi vuole apprendere l’arte di scorgere i Fili non può sottrarsi a questa necessità e dovrà anch’egli viaggiare. Ho visto studiosi di Storia passare la loro vita dietro alle scrivanie ma costoro non sono che uno sciocco riflesso della realtà dei fatti…»
     
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    Infine la pietra era rotolata a valle, e s'era acquietata; Rekishi si disse pronto, e nel suo parlare Amarth ben vide quanto già fosse Saggio e profondo: se ne compiacque. Adesso era giunto il tempo di rivelare ciò che aveva mosso il pensiero del Guardiano, ora l'uomo avrebbe saputo cosa nascondeva Palanthas dell'Est: era Degno, e se avesse voluto, avrebbe potuto essere incoronato.
    Il Celebliant trasse un lieve respiro e guardò Rekishi più a fondo, volendo, con gli occhi, intrecciare il proprio pensiero al suo, cosicché ogni cosa che avesse detto sarebbe stata compresa pienamente.

    -Questa Biblioteca cova un potere ed una Conoscenza senza pari; tuttavia i Monaci dalle Vesti Blu non sono altro che alacri operai, poiché il cuore di questo palazzo è nelle persone dei Saggi, del cui ordine io appartengo presso Endlos.
    Sette le Vie della Conoscenza, Sette i Sapienti che ne sono Corona, e che nella loro perfezione le rappresentano; ad oggi Cinque Vie brillando della luce del proprio Saggio.
    -
    Tacque, e subito riprese, elencando con solennità ogni Sentiero ed ogni Savio
    -Vestita di Giallo è Symphonia, Via della Musica, la cui Corona è Percival Van Larhalt, Precettore di Misericorde.
    Vestita di Verde è Obeah, Via della Guarigione, la cui Corona è Amelie dei Túatha Dé Danann, Ufficiale dell'Est e Guaritrice presso le Aule di Lordaeron.
    Vestita d'Azzurro è Khymeia, Via della Genesi, la cui Corona è Arthur Friederick Giles, Scienziato presso Garwec.
    Vestita d'Indaco è Regalia, Via delle Leggi, la cui Corona è Brifos degli Xolot, ufficiale dell'Est ed il più antico studioso di questo palazzo.
    Vestita d'Argentea iridescenza è Dharma, Via dello Spirito e Ultimo Sentiero, la cui Corona è Eru Elen Amarth che tu ora vedi qui davanti, Ufficiale dell'Est e fondatore dell'Ordine dei Saggi.
    -
    Per ogni nome, ecco l'aria dipingersi del colore associato ad ogni Via, ma quando venne il turno di Rekishi, tutto cambiò e sfumò sul rosso. Poi Amarth parlò ancora
    -A te, Rekishi Naku, desidero offrire la Corona del Sentiero vestito di Rosso: Sophia, la Via Mondi.-
    Tacque, ma nuove parole, più forti e più solenni aveva nel cuore, e subito le rivelò
    -Unisciti al nostro Ordine, così che la Saggezza che in te vedo possa essere condivisa e accomunata alla nostra, e tutto l'Est ne possa godere, brillando della tua luce. Ogni libro che qui sia custodito sarà tuo diritto consultare; non solo: vi sono testi antichi e rari, unici persino, dietro la porta di Sophia dove è lo studio del Saggio: se accetterai sarai tu stesso il Saggio di Sophia, e quei libri, fino ad ora mai aperti, avrai onore e diritto di leggere.
    Ma ricorda: d'ora in avanti saresti legato alla Storia dell'Est, perché pure tu viaggiassi, al richiamo del bisogno dovresti accorrere in queste terre, l'Ordine essendo sotto il comando dell'Alfiere.
    -
    Un ultimo silenzio, un'ultima domanda
    -Qual'è la tua risposta, Rekishi Naku, Cantore della Storia?-

     
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  9. Rekishi Naku
     
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    ATTO V
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    Narrato
    «Parlato di Rekishi»

    Palanthas

    Non negava certo di voler avere più risposte ma mai si sarebbe aspettato di riceverne una quantità del genere in un sol colpo. Sette vie e sette corone, ognuna specializzata in un ramo della Conoscenza stessa. E fu proprio quest’ultima a tentare il Cantore. Maggiore era il sapere maggiore era la possibilità di poter seguire il Fulcro e narrarne la Storia. Eppure che prezzo sarebbe stato disposto a pagare? Le parole del Fondatore erano come miele ma sarebbe stato sciocco introdurre la mano nell’alveare per poi esser punto. Chiarezza innanzitutto.

    «Sono lusingato dalla vostra proposta. Ero venuto alla ricerca del Sapere e mi state offrendo una Conoscenza superiore a quella fornita a chiunque altro. Tuttavia…»

    Si prese qualche istante per pensare e formulare una risposta adatta. Non avrebbe permesso alla fretta di rovinare dei rapporti che potevano concedergli dei vantaggi notevoli.

    «…il mio compito è seguire il Fulcro ed attualmente gli eventi che cambieranno Endlos sembrano concentrarsi a Laputa. La Ruota si muove e la Storia con essa ma non posso permettermi di perdere il Fulcro. Perciò mi sento in dovere di chiedervi delucidazioni sperando non vi causi dispiacere. Quale sarebbe questo ‘bisogno’ di cui voi parlate e per cui si dovrebbe accorrere? Quale sarebbe l’autorità dell’Alfiere dell’Est sulle azioni dei Saggi? Converrete con me che, visti gli scarsi mezzi per viaggiare di cui dispongo, la vostra risposta potrebbe presupporre la necessità di un mio trasferimento in queste terre. Trasferimento che non posso permettermi, neanche per una maggiore conoscenza…»
     
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    Come poteva Rekishi sapere dove la Storia avrebbe spiegato le proprie ali? Cosa mai possiede Laputa più del glorioso Est? Certo era ben difesa, aveva cavalieri e guerrieri e sapienti, e non da ultimo il Magisterium. Che forse l'isola nel cielo superasse per fama e potere la fresca valle di Chediya? Erelamarth Celebliant avrebbe dovuto riflettere e studiare a lungo la questione; non solo: non appena possibile, si sarebbe recato dalla Dama Azzurra a chiedere conferma delle parole di Rekishi. E tuttavia adesso l'uomo sembrava aver posto un velo davanti la proposta del Guardiano, imposto una certa limitazione, domandato il significato di ciò che lo Zero disse.
    Prima d'accettare o rifiutare desiderava conoscere ogni sfumatura, e per la saggezza mostrata, il Celebliant non si trattenne dal rispondere:

    -Nonostante i Saggi operino per il bene della Conoscenza e di Palanthas, questa Biblioteca è sotto il controllo dell'Alfiere, essendo un palazzo dell'Est. Non solo: ciascuno di noi è, per differenti ragioni, in un certo modo legato alla Dama Azzurra, e qualora lei avesse bisogno della nostra saggezza o del nostro potere, subito accorreremmo.
    Spesso l'Alfiere si avvale del nostro consiglio, e dovesse giungere guerra o rovina, noi Saggi saremo tenuti a difendere l'Est.
    -
    Un attimo di quiete, ed uno sguardo profondo e denso come i misteri della Sorte
    -Non desidero che tu rimanga ad Est fino alla fine, solo che tu vi risieda in certi momenti, anche solo se per poco: che possa istruire i tuoi accoliti nel modo e nella misura che riterrai più giusta, e che verrai in questo palazzo ogni qual volta occorra la tua presenza, o la presenza di tutti i Saggi.-
    Si fermò, fissando bene Rekishi, come se attendesse l'ultima parola da lui
    -Altro non ti verrà richiesto.-

     
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  11. Rekishi Naku
     
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    ATTO VI
    «Weaves»


    Narrato
    «Parlato di Rekishi»

    Palanthas

    Più che una restrizione suonava come un’opportunità. Seppur circondato da altri Saggi poter consigliare un secondo Alfiere in caso di bisogno si poteva rivelare una mano vincente. Senza contare poi che anche lei possedeva un filo dorato e poteva esser tenuta d’occhio. Riguardo alla ‘guerra e rovina’ questo poteva solo significare grandi battaglie; un’ottima scusa per osservarne lo svolgimento. Se tutto questo aveva come prezzo il doversi recare all’Est ogni tanto rimaneva pur sempre uno scambio vantaggioso.

    «Io Rekishi Naku, Cantore della Storia e Scrutatore dei Fili della Ruota…»

    Silenzio.

    «…accetto la vostra offerta.»

    Le parole risuonarono amplificate dalle alte volute della biblioteca.

    «Immagino di poter iniziare da subito…ho molti testi da dover consultare.»
     
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  12.  
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    ...L'Arcobaleno d'Argento...

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    Infine il Destino aveva tinto un nuovo sentiero, imbevendolo del Rosso della Storia, Coronando quella via che era rimasta vuota troppo a lungo; soltanto l'Arte, ma pure quella presto avrebbe ricevuto corona.
    Molte domande lo Zero aveva in cuore, quesiti per i quali sarebbe stata opportuna una discussione complessa, e argomenti da trattare con proficua dedizione: tuttavia qualunque fossero le domande e le materie di cui parlare, ora assai meno importanti dell'Ultima parola del Guardiano erano da considerarsi, sicché il Limite si tenne zitto e rimandò tutto ad un altro tempo.

    D'un tratto, l'aria si fece silenziosa, e i colori che in essa danzavano parvero arrestarsi, poiché adesso Eru Elen Amarth andava a pronunciare il rito di Incoronazione

    -L'albero della Conoscenza ha trovato un nuovo Saggio, ed il Primo Ramo alla sinistra del tronco centrale che io stesso presiedo ha trovato nuova Corona. Rekishi Naku, tuo sarà questo compito, di presiedere alla Via della storia, delle lettere e dei popoli: Sophia, la Via dei Mondi, e porterai il colore rosso.-

    Allora sembrò che, per conformarsi all'autorità del Guardiano, la luce che dai vetri filtrava prese ad arrossarsi, così come l'aspetto dell'Essenza stessa, la cui iridescenza, adesso, indugiava più sul sanguigno colore che su altri.

    -Vieni, ora, a Conoscere ciò che desideri.-
    Disse, e luci e colori tornarono al flusso che sempre avevano
    -Ti mostrerò dove il tuo dominio si stende fra queste mura.-

    S'inchinò al nuovo Saggio e gli voltò le spalle, precedendolo nel tragitto: salì la grande rampa di scale e voltò a sinistra, arrestandosi dove gli scaffali erano bordati di rosso; da lì, in lontananza, poteva essere vista una porta: oltre, era la stanza del Saggio e adesso, finalmente, sarebbe stata occupata.

     
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