[CSV]Conoscenza ad Ovest.

Le cavie di Arthur, parte1: "l'alcolista"

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    Palanthas, presidio dell'Est.


    Ci fu un giorno che il saggio di Khymeia, Arthur Friederick Giles, in realtà tuttologo ma, in quel caso, Alchimista,
    passeggiando per i corridoi in attesa dell'arrivo di alcuni attrezzi da lavoro dall'Ovest,
    ascoltò per caso lo Zero discutere con la piccola Amelie, nuova arrivata in quell'ordine,
    e costei disse di avere intenzione di compiere un viaggio alla volta del presidio che era oltre il Pentauron.
    Sapeva per sue conoscenze che in quei luoghi era Ufficiale la "sorella" di Amarth, una certa Yoe,
    e sotto di essa una corte di uomini tra cui un certo Mitsuki, soggetto piuttosto interessante,
    considerando che, a detta della corona di Dharma, aveva una caratteristica particolare:
    cambiava atteggiamenti e modo di parlare a seconda dell'alcolico che beveva.
    Da quel momento la sua vita non fu più la stessa, o quasi;
    più che altro continuava a domandarsi la ragione di quei mutamenti.
    E se fosse stato un soggetto particolarmente sensibile alle pozioni alchemiche?
    Infondo un gruppo di studiosi era perfino giunto a considerare vini e quant'altro come una sorta
    di pozioni diluite dagli effetti molto leggeri. Magari questo Mitsuki aveva un nonsisacosa
    che lo rendeva più esposto agli effetti delle bevande che assumeva.
    Nel momento in cui lo pensò per la prima volta, si appuntò mentalmente di studiarlo, prima o poi,
    e quella era l'occasione d'oro che cercava.

    -Se desidera, posso accompagnarla io, milady.
    Ho creato da poco un piccolo missile biposto, in grado di portarci là in un'ora soltanto.


    Disse alla dolce corona di Obeah, e quando lei accettò la proposta, partirono alla volta della dimora di Yoe.



    Dimora di Yoe, presidio dell'Ovest.


    Il palazzo era obbiettivamente meraviglioso, avvolto in una natura incontaminata e fresca,
    ma il saggio non era certo lì per godersi il panorama, bensì per "lavoro".
    Fu per quello che, la mattina dell'incontro ufficiale con la donna, mandò avanti la bella Amelie,
    restando in disparte con la scusa di dover riparare un pezzo del suo missile,
    e quando ebbe la certezza che se ne fossero andate entrambe dalla zona,
    il vampiro si infiltrò nelle stanze dei suoi sottoposti alla ricerca di quella che sarebbe divenuta la sua prima "cavia".
    La trovò voltata di spalle, e lo riconobbe dalla descrizione fornitagli da Amarth.
    Senza indugio l'Alchimista si fece avanti per parlargli.

    image

    -Una splendida giornata, questa.
    Così bella che sarebbe un peccato sprecarla non festeggiando.


    Qualora l'uomo si fosse voltato, avrebbe visto un Arthur sorridente e mansueto,
    sebbene negli occhi grigi brillasse una scintilla sadica.

    -Mi perdoni, non mi son presentato.
    Il mio nome è Arthur Friederick Giles, e son qui come ospite.
    Piacere di conoscerla.


    Un inchino, e poi l'attesa della risposta.

     
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  2. -Arco Voltaico-
     
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    -SPECIAL GUEST-


    Era appena tornato dal suo allenamento quotidiano, di fatto l'unica vera incombenza che gli toccasse da quando era entrato al servizio di Yoe-Sama: nessuna minaccia all'orizzonte, nè nel passato recente, quindi più che per mantenere un livello tecnico alto, Mitsuki si allenava per mantenersi in forma. Era indispensabile, quasi, visti gli sforzi fisici che richiedeva il suo lavoro con Yoe.

    Sforzi piacevoli, per carità.

    Ma quella era insaziabile.

    Ci voleva allenamento per soddisfarla.

    Mitsuki, con la lucente Katana ancora in pugno, era rientrato nell'edificio sentendo un vociare anomalo. Intrusi? Ospiti? Yoe non gliene aveva parlato. O meglio, lei gliene aveva parlato in uno di quei momenti, e comprensibilmente la sua attenzione era deviata su altri dettagli.

    Fatto sta che non vedeva nessuno. Ma nessuno nessuno! Ma dove diavolo...?!?!

    -Una splendida giornata, questa.
    Così bella che sarebbe un peccato sprecarla non festeggiando.


    Sentì una voce alle sue spalle. Ottimo. Il difensore della dimora, che neanche si accorge di avere qualcuno alle spalle. Grandissima figuraccia.

    § Cerca di rimediare. Cerca di rimediare. Cerca di rimediare. Mettiti almeno in posa da figo! §

    Pensò convulsamente, sfoggiando i classici sguardi silenti e tenebrosi da samurai, ed avvolgendosi di un'apparente aura di mistero e fighezza, con la mano ancora sull'elsa dell'arma.

    image

    Quel tizio, chissà perchè, gli comunicava un pessimo presentimento. Gli faceva decisamente paura, in un modo pericolosamente simile a quello dei Cavalieri Mutanti dell'Ordine delle Pantofole Blu. E forse anche simile ai Calamari Infernali. E il Clown del McDonald, ovviamente.

    -Mi perdoni, non mi son presentato.
    Il mio nome è Arthur Friederick Giles, e son qui come ospite.
    Piacere di conoscerla.


    Educato, il tizio. C'era quasi da chiedersi come potesse inchinarsi, visto che dava l'impressione di essere un odi quelli che vanno in giro impettiti, quasi avessero una scopa in culo.

    - Piacere. Sono Mitsuki Setoguchi, Yojimbo di Yoe-Sama. -

    Disse, aggiungendo mentalmente "e suo giocattolino sessuale". Poi però si ricordò delle prime parole magiche pronunciate da quell'Arthur:

    Festeggiare.

    FESTEGGIARE.

    Come poteva una persona simile avere cattive intenzioni?!?!

    Disattivata la modalità seriosa, s'affiancò all'ospite, con l'intento di dargli una vigorosa pacca sulla spalle [Bonus Forza 50%] e condurlo allegramente in uno qualsiasi dei locali della magione: le occasioni per festeggiare, come anche i mezzi, non difettavano in quel luogo.

    - Che ti offro, vecchio mio? Un aperitivo? -

    Propose, totalmente dimentico di qualsiasi norma gerarchica o di etichetta: solo, rideva sonoramente come l'idiota goliardico da taverna che era.

     
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    Il Saggio osservò l'uomo girarsi ed atteggiandosi con una posa marziale, ed in virtù della laurea in psicologia,
    una delle tante che possedeva, Arthur pensò che facesse così per due possibili ragioni,
    qualora avesse escluso altre particolari come traumi infantili o fobie strane:
    la prima era l'avere un ego più grande dell'Ovest, compreso il palazzo in cui si trovava,
    la seconda, invece, sosteneva che era un atteggiamento dato dalla sorpresa dell'uomo, evidentemente un guerriero,
    nell'averlo visto comparire alle sue spalle, e l'istinto gli suggerì quest'ultima come la più papabile.
    Perse così tanta energia nel riflettere rapidamente, poichè era essenziale in situazioni del genere parere
    il più possibile inoffensivo e, magari, farsi anche amica la propria "vittima".
    Fu anche per quello che sorrise, vedendo il viso dell'altro rilassarsi da quella posa piuttosto seria,
    poco prima di ricevere una grossa, violenta amichevole pacca sulla spalla che in un attimo
    lo mandò a schiantarsi di faccia contro il vetro di una finestra, senza che riuscisse a frapporre le mani per proteggersi.
    Ci fu un attimo di silenzio, con l'Alchimista immobile, spiaccicato alla finestra.
    Diede segni di vita solo poco dopo, e con le mani fece pressione sul vetro innanzi a sè,
    in modo da allontanarsi da quella superficie liscia su cui era ancora impresso un alone con la sua sagoma,
    barcollando un pò, piuttosto stranito da quell'evento non programmato.
    Lo fissò dunque con uno sguardo strano, forse vuoto, e poi senza parlare estrasse dal taschino della giacca
    una penna ed un piccolo blocchetto di fogli a quadretti, sul quale iniziò ad appuntarsi qualcosa.
    Fu piuttosto rapido e poi, rimesso tutto in ordine, si rivolse finalmente alla cavia Mitsuki,
    tornando a rivolgergli ancora quel sorriso falso come mille bugie amichevole e confortante.

    -Mi fa piacere incontrare un uomo della bella Yoe.
    Sa, lei è "imparentata" con il mio leader di gilda, Eru Elen Amarth, e fremevo dalla voglia di conoscerla,
    tuttavia ora è via con una mia collega, ed ho pensato di incontrare qualcuno a lei vicino in modo da ambientarmi,


    Gli diede anche lui una pacca sulla spalla, più forte che poteva.

    -E comunque non ho intenzione di approfittare eccessivamente della vostra gentilezza,
    dunque la prego di lasciare offrire me ciò che prenderemo.


    Altro luccichìo sadico negli occhi, mentre con la mano indicava la porta
    in un cortese gesto che lo invitava ad uscire con lui per qualche locale.

    -E poi una festa non è una vera festa senza alcolici, no?

    Ed il sorriso si allargò in modo piuttosto evidente.

     
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  4. -Arco Voltaico-
     
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    -ETILIC TRIAL-


    L'inferno.

    Oh, sì. Per un attimo provò il terrore a cui solo l'Inferno poteva essere paragonato. Un terrore che non aveva nemmeno provato dinanzi all'Esercito dei Demoni Gommosi alla Frutta. Peggio persino di quella volta che aveva per sbaglio sparpagliato gli O-fuda di Kyoko, e la casa era rimasta avvolta nella luce divina per 6 settimane. Peggio di quella volta che aveva mischiato per scherzo le pozioni di suo fratello Kyoshiro, creando un fallout di puzza fognaria in tutta la regione.

    Questa volta l'aveva fatta grossa.

    § Nuoooooooooo! Sono completamente fottuto! §

    Pensava il samurai, vedendo i risultati della sua pacca sull'ospite: come un proiettile il malcapitato andò a sfracellarsi contro la vetrata di una finestra, schiantandosi pietosamente come una zanzara d'estate.

    § FOTTUTOOOOOOOOOOOOOOOOOOO §

    Aveva scaraventato un'ospite contro un vetro! Yoe l'avrebbe punito! LO avrebbe licenziato? No, no! Per la prima volta aveva trovato un lavoro che consisteva solo nel dormire, bere, e... Ehm... Fare altre cose.

    Fortunatamente Sir Arthur era coriaceo: lentamente si staccò da quel vedtro che ancora riportava la sua sagoma; MItsuki si precipitò per aiutarlo e sincerarsi delle sue condizioni, maldestramente come suo solito. A raffica ripeteva scuse e richeiste di perdono, più o meno in ogni lingua che conosceva, nella speranza di ottenere indulgenza.

    Ma poi... Con sguardo vuoto, Sir Arthur aveva estratto un blocco note, e nel vedere la penna calare sul foglio, MItsuki la vide come una lama affilata pronta a mozzargli la testa di netto: stava appuntando l'increscioso episodio?!?!

    NUOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!

    -Mi fa piacere incontrare un uomo della bella Yoe.
    Sa, lei è "imparentata" con il mio leader di gilda, Eru Elen Amarth, e fremevo dalla voglia di conoscerla,
    tuttavia ora è via con una mia collega, ed ho pensato di incontrare qualcuno a lei vicino in modo da ambientarmi,


    Disse, ricambiando la pacca. Mitsuki biascicò qualcosa di incomprensibile, con un'espressione ebete e confusa sul volto. Non aveva la minima idea di ciò che stava succedendo.

    -E comunque non ho intenzione di approfittare eccessivamente della vostra gentilezza,
    dunque la prego di lasciare offrire me ciò che prenderemo. E poi una festa non è una vera festa senza alcolici, no?


    Ma...Ma...Allora non se l'era presa?!?! Anzi addirittura s'apprestava a concedergli il lusso di consumare quell'ambrosia che Mitsuki tanto amava?!?! Chi era quell'uomo? E cosa stava succedendo?

    § Ehi...Aspetta. E se fosse una trappola? §

    E se fosse stato tutto un trucco per metterlo alla prova? Un modo per testare ulteriormente le sue qualità di Guardia del Corpo? Certo... Aveva senso. Aveva fottutamente senso!!!
    Quindi l'invito a bere poteva essere un metodo per verificare se il suo corpo era abbastanza resistente? In fondo, una Guardia del corpo deve riuscire ad essere al meglio anche in condizioni svantaggiose come l'ubriachezza. E, in fondo, in molti testi di arte bellica, si afferma che il nemico numero uno del vero guerriero, è proprio l'alcol...

    Pfftt.

    Avrebbe dimostrato che Mitsuki del Clan Setoguchi non temeva niente e nessuno! Tantomeno un po' di alcol! Con un gesto del pollice sganciò la giara di Saké che portava alla cintola: ne tracannò quasi metà, asciugandosi poi la bocca con la manica; poi, ne offrì anche all'ospite, prima di incamminarsi.

    - Kanpai! -

    E mentre il nettare nipponico iniziava a entrare in circolo, la sua mente si compiaceva:

    § Ho scoperto le tue reali intenzioni, Sir Arthur! Deve ancora nascere l'uomo in grado di fregare l'Illustre Sottoscritto! Non mi fermerò fino a quando non avrò dimostrato che posso prosciugare l'intera riserva alcolica di Undarm! §

     
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    Il vampiro si inchinò cortesemente, ed entrambi si diressero verso la stradina che percorreva il bosco
    per poi giungere in città. E mentre passeggiavano alla luce del sole ed il vento muoveva le loro vesti,
    il saggio si domandò come fosse la sensazione del calore dei raggi sulla pelle,
    perchè ormai ogni suo ricordo della vita era lontano secoli e secoli da quei momenti,
    e tutto ciò che lo rendeva umano svanito, a parte la Piccola Lady, ovviamente.
    Lei era l'unica in grado di disegnargli un sorriso sincero sul volto pallido,
    l'unica in grado di ricordargli il calore di una famiglia,
    l'amore verso una creatura che per lui era quasi una figlia diletta e bellissima.
    Avrebbe fatto qualunque cosa per lei, tuttavia ora era ben cosciente che il ruolo da maestro
    doveva cedere il passo alla libertà della donna, ormai madre di un figlio,
    e che la sua piccola colomba doveva spalancare le sue ali e volare da sola.
    Senza di lui.
    Ed allora che fare, in assenza del suo unico frammento di umanità?
    Fare ciò per cui era divenuto un vampiro.
    Conoscenza.

    image

    -Mi dica, signor Mitsuki,
    quale tipo di alcolici preferisce?


    Lo guardò con occhi seri ed attenti, segno che pendeva letteralmente dalle sue labbra.
    Estrasse allora il suo blocchetto di appunti, di nuovo,
    in attesa della risposta della cavia.

     
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  6. -Arco Voltaico-
     
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    -LESSON #1: Saké-


    L'itinerario si dipanava lungo la stradina che, come una lama, penetrava la verde selva di Undarm. La strana accoppiata di Vampiro e Samurai calcava quella via, in direzione della città che, poco distante, avrebbe loro offerto le tanto anelate occasioni di celebrare la magnificenza dell'alcol.

    Chi li avesse incrociati, avrebbe visto un serio gentiluomo, accompagnato uno spadaccino già un po' alticcio, che saltellando biascicava arie ben poco raffinate, frutto della mia miglior tradizione goliardica interplanare.

    - ♬ Daghela a me biondina, daghela a me biondaaaaaaa! ♬ -

    Andò avanti così per gran parte del viaggio, per la gioia dei timpani del povero accompagnatore. Ma poi Sir Arthur gli parlò, bloccando in modo provvidenziale la diarrea verbale che stava avendo la meglio sullo spadaccino.

    -Mi dica, signor Mitsuki,
    quale tipo di alcolici preferisce?


    Mitsuki si voltò, quasi sorpreso, gli occhi seri di Arthur piantati nei suoi. Vide il blocchetto. Ma vide anche l'interesse sincero, in quegli occhi. E quasi non avrebbe creduto alle proprie orecchie.

    Alzando il capo, come a darsi un aulico contegno, diede un sommesso colpo di tosse, come a schiarirsi la gola e prepararsi ad una lunga e complessa dissertazione.

    - ...Vedi, mio buon Sir Arthur. Apprezzare l'alcol è un'arte. Non è cosa da tutti. Parlo del reale apprezzamento, ovviamente: non le puerili sbronze da taverna che tanto amano i plebei dell'ebbrezza. -

    Le mani dietro la schiena, il santone dell'ubriachezza ogni tanto socchiudeva gli occhi, quasi fosse stato un docente universitario intento a tenere un corso.

    - Senza falsa modestia, io affermo le mie qualità come grande esperto di liquori et alcolici in genere. Ed ho una decennale esperienza nel campo, con tanto di sperimentazioni in diversi luoghi del Multiverso. Capisci quindi... Per me gli alcolici sono tutti ugualmente importanti, ed il mio amore per loro mi impedisce di fare discriminazioni di sorta. -

    Sentenziò, con un sospiro. Tuttavia aveva a cuore la domanda del Sir, e gli doleva lasciarlo senza una risposta accettabile. Finse di cogitare per qualche secondo, prima di aggiungere.

    - ...Tuttavia, come hai potuto osservare, porto sempre con me una fiasca di Saké. E' una bevanda tipica della mia terra. E' quasi un dovere, per i guerrieri della mia patria, portarsene dietro un po'. -

     
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    -Danghe... daghela a me... uhm... si... certo...

    Ascoltò ogni singola parola pronunciata dall'uomo, mentre con la penna imprimeva per sempre
    tutto ciò che diceva l'alcolista, appuntandosi mentalmente di quell'improvviso cambio di tonalità
    nella voce e nel modo di fare nel momento in cui aveva posto il suo primo quesito.
    In ogni caso l'interrogatorio doveva andare avanti, più che altro perchè era sua intenzione
    confrontare scientificamente le risposte dell'uomo prima e dopo la prova del nove,
    in modo da comprenderne la psicologia e quanto l'alcol potesse influire sulla mente
    già psicolabile del soggetto in questione. Già, psicolabile.

    -Ok, altra domanda, signore.
    Dato che siete molto gentile approfitterei domandandovi cosa esattamente provate
    nel momento in cui bevete, ed anche dopo insomma.
    Sto parlando di sensazioni, brividi, umore...


    Intanto continuava a scrivere imperterrito, felice come una Pasqua per lo svolgimento di quella ricerca.

    -Ah, e già che c'è, potrebbe bere tutta la brocca e ripetere per una seconda volta
    la risposta alla mia domanda?
    Ne sarei felice, si... ed anche... uhm... anche Yoe lo sarebbe.
    Molto.


    Si, insomma.
    Come scusa non era male...



     
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  8. -Arco Voltaico-
     
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    -KANPAI-


    -Ok, altra domanda, signore.
    Dato che siete molto gentile approfitterei domandandovi cosa esattamente provate
    nel momento in cui bevete, ed anche dopo insomma.
    Sto parlando di sensazioni, brividi, umore...


    Con aria da accademico navigato, Mitsuki proseguiva la sua dissertazione, con la serietà tipica di chi normalmente non ha un cazzo da insegnare a nessuno, e pertanto non si lascia scappare l'occasione di darsi un tono. Notando l'interesse e l'impegno profuso da Sir Arthur nel prendere appunti, questa tendenza veniva man mano sempre più stimolata.

    Fu così che, ricordando a memoria studi simili che il fratello di Mitsuki aveva condotto sulla sua ubriachezza cronica , Mitsuki ripetè paro paro ciò che aveva sentito dire dal colto consanguineo.

    - Beh, ma è più che ovvio! Com'era...? Ehm...Sì! Euforia iniziale, seguita da vertigini, eccitazione eccessiva, arrossamento di pelle ed occhi, difficoltà di mantenimento dell'equilibrio e di orientamento, difficoltà nella coerente espressione verbale... Che altro divceva quell'idiota? ah, incapacità di coordinazione nei movimenti, con vista annebbiata e sdoppiamento di immagini, perdita dei freni inibitori e mancanza di logica basilare...Ovviamente! -

    Disse, come i bambini delle elementari ripetono una poesia studiata a memoria per l'interrogazione. Nella realtà dei fatti, comunque, comprendeva a malapena metà dei termini che aveva appena pronunciato.

    -Ah, e già che c'è, potrebbe bere tutta la brocca e ripetere per una seconda volta
    la risposta alla mia domanda?
    Ne sarei felice, si... ed anche... uhm... anche Yoe lo sarebbe.
    Molto.


    - Certo! -

    Non ci fu bisogno di dirglielo due volte: solo, per un attimo si chiese se non fosse morto, e quello fosse il paradiso. Appurato che era ancora in vita, la sua opinione verso la Scienza e gli Studiosi, era aumentata esponenzialmente.

    Si scolò a canna l'intero contenuto della fiasca, prima di sospirare sommessamente e grattarsi la pancia. Dopodichè guardò soddisfatto Sir Arthur, l'alito già regno dei vapori dell'alcol.

    - Jishin ni michita hito no egao wa kagayaite iru... -

    Disse, con tono leggermente strascicato, ma lo sforzo di risultare marziale era evidente: il petto gonfio, la mano sull'elsa della Katana. Che poi la frase avesse senso in quel contesto, era tutto da dimostrare...

     
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    Il vampiro trascrisse parola per parola, ed in un certo senso si sentì sfiduciato;
    tutti i sintomi descritti dalla cavia, evidentemente ripetuti come una poesia,
    indicavano solo una sbornia. Una semplice, comunissima sbornia.

    -Ah, queste cose già le so...

    Sbuffò piano, piuttosto contrariato, ma un raggio di speranza illuminò il suo sguardo quando,
    improvvisamente, il samurai tracannò tutto l'alcol che portava dietro.
    Ed iniziò a parlare una lingua diversa da quella usata poco prima:
    il giapponese.

    -Ma questa è la lingua del paese di origine della tua bevanda!

    Esclamò soddisfatto, tornando a trafficare con la penna ed i suoi appunti.
    Fortuna che, almeno, conosceva quella lingua.
    Si, diceva... diceva che...

    -...una persona piena di fiducia ha un sorriso smagliante?!?!?

    Lo fissò allibito.

    -Ma cosa c'entra???

    E dopo brevi attimi di sconcerto, tornò al suo solito stato di quiete, ripetendosi di rimanere serio.
    Quella era una missione di ricerca, non una barzelletta da taverna, nè tantomeno una passeggiata.
    Dunque lo prese per un braccio e camminando più rapidamente lo condusse al primo locale di ubriaconi
    che trovarono sul loro cammino. Lì avrebbe ordinato qualcosa come quindici boccali di bevanda in malto,
    più comunemente conosciuta come "birra".

    -Bevi queste, ti sentirai meglio.

     
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  10. -Arco Voltaico-
     
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    -...SOUNDS GOOD.-


    -Ma questa è la lingua del paese di origine della tua bevanda!

    Con occhio ballonzolante Mitsuki cercava di mettere a fuoco la figura di Arthur, che di tanto appariva sfocata, ora che l'alcol entrava in circolo, complice lo stomaco completamente vuoto.

    -...una persona piena di fiducia ha un sorriso smagliante?!?!?

    Una zaffata da bettola emerse dalle sue falci, mentre annuiva puntando l'indice verso lo studioso: l'indice aveva la più o meno la stabilità di un budino durante un terremoto.

    - Sousou, sou da, Sou da naaaaa! -

    Gli rispose, dandogli ragione. In realtà, in quel frangente, Mitsuki avrebbe dato ragione a chiunque, persino ad un profeta drogato che avesse professato la nascita del cosmo da una crosta di formaggio avariato.

    -Ma cosa c'entra???

    Con una serietà artefatta, frutto di un'improbabile finzione, Mitsuki cercò di darsi un contegno, biascicando altezzoso qualcosa che a malapena era riconoscibile come fonema.

    - Saa! -

    [...]

    Non seppe bene come ci era arrivato, ma attorno a lui v'era una specie di taverna. Probabilmente i fumi dell'alcol l'avevano portato lì, ciondolante come uno zombie...E solo adesso che il picco d'ebbrezza scemava, cominciava a riacquisire un minimo di coscienza di sè. Pensava, perlomeno. Pensieri chiaramente prodotti dall'alcol che aveva sostituito i suoi globuli rossi. Neanche funzionava più, il filtro tra pensiero e parola, però.


    - La sfida, sì...Devo resistere. E poi il saké era buono, ma se lo bevo ancora... Se lo bevo devo resistere, perchè se io perdo lui è cattivo, anche se siamo amici... E gira, gira, gira, la stanza giraaaaaaaa.... E gli appunti di Arthur, e Arthur... Arthur, che buffoooooooooooooo... Perchè poi se resisto posso far felici... Far felici le tettine di Yoe, anche se la stanza continua a girare, girare, girareeeeeeeee. E poi fuori chissà se c'e luna... La lunaaaaaaaa.... Che poi la Luna è solo il retro del sole, E GIRAAAAA, GIRAAAA, GIRAAAAAA.... -


    -Bevi queste, ti sentirai meglio.

    - Arigatouuuuuuuu.... -

    Disse, afflosciandosi sul tavolo e prendendo piano il boccale ricolmo di un liquido che neanche riconosceva, tanto era fuori fase. Ne bevve un goccio, poi s'afflosciò nuovamente, questa volta per un minuto buono.

    Poi, senza preavviso, alzò di botto la testa, con espressione arcigna e truce: sbattè il pugno sul tavolo e proruppe tonante:

    - Trink, trink, Brüderlein trink,
    Laß doch die Sorgen zu Haus!!! -

     
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    Perfetto.
    Davvero perfetto.
    Credeva di aver capito come funzionava quell'uomo.
    Beh, di sicuro non era carino da dire, ma in un certo senso il suo comportamento
    era dettato da determinati meccanismi piuttosto bizzarri a dire il vero,
    tuttavia molto, molto prevedibili.
    Il vampiro sorrise, contento dell'aver raggiunto il primo livello di comprensione del soggetto,
    e cioè aveva certificato che le voci su di lui erano vere al cento per cento.
    Ora era il tempo di analizzare i tipi di miscele che ingeriva, cercando di capire le cause
    legate a quegli effetti così singolari da aver lasciato impietrito perfino l'oste di quella locanda.

    -Uhm, capisco capisco, si, bere è bello...

    Continuò a scrivere sul suo blocchetto degli appunti, incurante dei volti sgomenti dei presenti.
    Poi schioccò le dita, facendo segno all'oste di avvicinarsi.
    Era tempo di cambiare.

    -Voglio una bottiglia del vostro migliore champagne.
    E per migliore, intendo una bevanda da re.

    Sorrise sornione, buttando sul bancone un sacco pieno di monete d'oro.

    -Non bado a spese, io.

    Nel momento in cui avrebbe parlato, l'omone sarebbe fuggito in cantina,
    per poi ricomparire con un bottiglione ed un calice intarsiato.
    Lo posò con cura, e vi versò la ricca bevanda.

    -Ecco, Mitsuki, prova questo e dimmi che ne pensi...

     
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  12. -Arco Voltaico-
     
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    -BORGOGNE-


    -Non bado a spese, io.


    Sentì pronunciare Arthur: quell'uomo era chiaramente un emissario divino, inviato per consegnargli la ricompensa divina tanto agognata! Era certamente un Kami di livello eccelso, latore del sacro messaggio del Dio Alcol! E sempre, SEMPRE Mitsuki avrebbe onorato quella santa presenza, quel magnifico personaggio impareggiabile! Sempre gloria avrebbe tributato al suo anfitrione, Sir Arthur Giles di Palanthas!!!

    Inutile dire che ormai era totalmente dimentico della sua (presunta) missione.

    -Ecco, Mitsuki, prova questo e dimmi che ne pensi...

    Mentre il Samurai pensava, ed il mondo vorticava attorno a lui in una spirale di mille colori e odori, le parole del Saggio riuscirono a farsi strada fra ai suoi pensieri alterati, riuscendo nell'epica impresa di farsi addirittura comprendere.

    Il Samurai fissò per un minuto buono il calice intarsiato, ricolmo di socnosciuto nettare. O meglio, lui vedeva 3 calici. Ma nonostante gli sforzi no nriusciva ad afferrarli, ed ogni volta la sua mano mancava clamorosamente il bersaglio. La quarta volta, sfidando le leggi della fisica, riuscì persino a ribaltarsi dalla sedia, ruzzolando al suolo inspiegabilmente.

    - Oooooouch.... -

    Mormorò pietosamente, fino a strisciare mestamente nella posizione seduta precedente. Portò il calice alle labbra, tristemente afflosciato sul tavolo.

    Poi, proprio come poco prima, il suo atteggiamento cambiò: pur manetnendo il suo capo una tenenza ciondolante, Mitsuki alzò la schiena, dritta. Lo sguardo di finta supponenza, fu accompagnato da un fazzoletto elegante, prontamente portato alla bocca per detergersi le labbra in modo fine.

    - Oh... Mon ami, ce vin est supèrbe. Vraiment excellent. -

    Disse, con un cortese e misurato cenno di capo.

    Prima di crollare con nuovamente sulla tavola, ormai impregnnta di alcol.

     
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    Il simpatico spadaccino era ormai al limite, ed Arthur Friederick Giles pensò bene
    di appuntarsi quel dettaglio sostanziale sul suo ormai stracolmo blocchetto,
    in modo da non farlo finire in coma etilico prima del previsto.
    No, non poteva rischiare la sua vita.
    Eh si, perchè poi sarebbe stato davvero difficile nascondere il corpo dello sprovveduto
    ad Amelie, ancora di più alla signorina Yoe; avrebbe infatti preferito tornare una seconda volta
    piuttosto che ottenere la disapprovazione della prima e la furia della seconda.

    -Ok... Ultima prova, e poi ti lascerò riposare.

    Detto ciò estrasse una strana bottiglia dalla sacca contenente un liquido semitrasparente.
    Sull'etichetta c'era scritto "Ouzo", e per chi se ne intendeva era un liquore secco
    ad alta gradazione alcolica di origine greca, patria del vampiro.
    Visto il comportamento di Mitsuki, gli avrebbe fatto davvero piacere assaporare un pò del suo passato,
    giusto così, per divertirsi, ben cosciente della possibilità che sparasse castronerie come prima.
    Versò dunque il liquido in un bicchiere, forse troppo grosso per la bevanda,
    e glielo porse, tutto sorridente.

    -Bevilo tutto d'un sorso, amico!

     
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  14. -Arco Voltaico-
     
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    -ANCIENT TIME-


    -Ok... Ultima prova, e poi ti lascerò riposare.

    Ultima prova? Evvai! Mai test professionale fu tanto divertente, ma cominciava a sentirsi un tantinello brillo. Ma solo un pochino, eh! Il fatto che dimenticasse di tanto in tanto che si trattasse in di una prova, non contava. E nemmeno contavano gli intermittenti black-out dei suoi neuroni, o la sirena d'allarme che il suo fegato lanciava invocando pietà.

    - Vaaaaa bene... Tanto io... Tanto io non shono... Non shono ubriaaaa... Ubriacooooo... -

    Disse, in modo "diversamente convincente". Non capì cosa gli stava per essere propinato, indipercui si limitò ad afferrare il bicchiere (dopo numerosi tentativi) e trangugiarne il contenuto in un sol sorso. In fondo dicevano che così era meglio.

    -Bevilo tutto d'un sorso, amico!

    Appunto.

    Ci volle qualche secondo prima che l'effetto si manifestasse in modo evidente: Mitsuki fissava il vuoto, esattamente come poco prima: ma un osservatore attento, avrebbe notato una scintilla di sapienza accendersi nel fondo dei suoi occhi.

    Chissà come, riuscì a tirarsi in piedi, osservando il resto del locale con aria estremamente aristocratica, quasi fosse un sapiente, un intellettuale dei bei tempi andati. Con una gestualità quasi socratica, iniziò la sua dissertazione, interloquendo con Arthur, e passeggiandogli intorno... Nella migliore tradizione retorica.

    - Οἱ μὲν ἰππήων στρότον οἰ δὲ πέσδων
    οἰ δὲ νάων φαῖσ' ἐπ[ὶ] γᾶν μέλαι[ν]αν
    ἔ]μμεναι κάλλιστον, ἔγω δὲ κῆν' ὄτ-
    τω τις ἔραται. -


    Disse, annuendo a sè stesso in approvazione di quella declamazione poetica. Dopodichè si afflosciò sulla sedia, e tutto ciò che produsse fu solo bava dalla bocca, e un sordo russare.

     
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    In quel momento, il Saggio scoppiò in una gioviale risata,
    cosa alquanto insolita, al punto da parer anch'egli ubriaco, per chi l'avesse conosciuto.
    Ciò che fece fu piuttosto semplice a dire il vero; portò una mano sulla spalla dell'ubriaco,
    sollevandosi dal bancone e dirigendosi verso il barista che con tanta operosità li aveva serviti.
    Prese dalla giacca un altro sacco di monete, piuttosto grosso, e porse il suo contenuto
    fra le mani dell'uomo, ormai quasi in lacrime per l'emozione, ammiccandogli ed avvicinandosi al suo orecchio.
    Sussurrò.

    -Tu, non hai visto niente

    Ed in seguito ad un rapido cenno d'assenso,
    tornò dalla sua cavia, prendendola sulle spalle ed uscendo in silenzio dal locale.
    Si sarebbero diretti alla reggia dell'Ufficiale Yoe, e lì lo avrebbe abbandonato nelle sue stanze,
    magari aiutandolo un pò a smaltire la sbornia.
    Chi lo sa... magari poteva scapparci un secondo test,
    un giorno...

    To be continued...

     
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14 replies since 27/2/2011, 17:44   223 views
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