Day Three

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    ~ Segue da QuI

    .Istruzioni ~ TuttiLa luce fioca gioca brutti scherzi, e in un primo momento vi sembra di essere all'interno della famosa opera di Maurits C. Escher, in una specie di cubo dove la realtà si piega su se stessa formando paradossi d'ogni genere. Osservando a mente sgombra il paesaggio che si estende dallo spicchio della rampa da cui vi potete sporgere, capirete che ciò con cui avete a che fare è un moderno parcheggio sotterraneo, solo talmente enorme da tradire la vista.
    Alla vostra destra, alla vostra sinistra, non riuscite a vederne la fine. Ci sono rampe percorribili dagli automezzi a quattro ruote visibili ovunque in migliaia di esemplari che vanno sia in alto sia in basso, cui si sommano parecchie scale di emergenza antiincendio, con enormi porte verde acceso, dotate di maniglioni antipanico. Dietro di voi, la devastazione. E' stata una fortuna per voi trovarvi in un luogo che certamente doveva essere stato parecchio protetto da metri di acciaio, perché l'urto sopportato dall'imponente velivolo deve essere stato tremendo. Apparentemente ha raso al suolo chilometri di strada, ed ora l'unica uscita -la rampa da dove sono partiti i siluri, per l'appunto- è otturata per tre quarti, e vi lascia soltanto un metro e mezzo circa di spazio per calarvi più in basso.

    Da qualche parte in superficie le vibrazioni suggeriscono violente esplosioni concatenate, segno che il bombardamento è ripreso con ferocia ed intensità, e la situazione non è rosea. Chiunque nella vostra posizione sicuramente si sarebbe rannicchiato in un angolino per starsene al sicuro, visto che quel posto è sepolto sotto chissà quanti strati di cemento e le bombe non sembrano arrivare. Ci sono però tanti se e tanti ma: siete senza cibo e senza acqua, e non sapete quanto tempo durerà questa guerra e quanto dovrete attendere i soccorsi, non sapete se ci sono uscite sufficienti, e per quanto potete saperne voi fra uno o due giorni vi ritroverete sepolti vivi là sotto, per di più l'aria respirabile è un'incognita, e se l'ambiente stantio suggerisce una scarsa areazione nulla vi garantisce che gli impianti che dovevano servire ad areare il luogo siano ancora funzionanti dopo le recenti sollecitazioni.

    Avete tre possibilità: rischiare e rimanere (in tal caso per voi l'avventura finisce qui); tentare una delle vie attraverso le scale di emergenza, oppure una di quelle da cui escono le auto. Nel primo caso non postate qui (limitatevi ad avvertire della vostra volontà di fermarvi), sarete PNGizzati dai vostri compagni che proseguono. Nel secondo caso, risalirete in verticale attraverso delle scale antiincendio che poi portano ad un edificio, e da lì direttamente ai piedi della carcassa dell'Arka del Mazzakro, in un ambiente angusto ricco di edifici e luoghi dove potete nascondervi, ma pericolosamente vicino al QG nemico. Nel terzo caso, dovrete percorrere in orizzontale una strada più lunga e pertanto vi allontanate di parecchio dall'Arka, tuttavia ovviamente sbucate non in degli edifici ma bensì nelle strade, in una zona più aperta e vasta.
      Ryusang ~ Ti ricongiungi con il tuo grifone. E' vivo, ma ha avuto qualche patema in più rispetto a voi. A giudicare dalle carcasse ai suoi piedi, deve aver avuto un incontro ravvicinato con qualcuna di quelle bestiacce rotondeggianti irte di denti simili a quelle che stavano al guinzaglio dell'orko skiavizta, e per quanto abbia avuto la meglio ha una brutta ferita ad una zampa che si somma a quella subita durante l'esplosione, ed ora zoppica vistosamente. In più, deve aver sbattuto duramente durante l'ammaraggio dell'Arka, visto che si trovava in una zona molto più colpita rispetto a quella dove vi trovavate. Non è di certo in grado di combattere, se all'aperto potrebbe prendere il volo e cercare di raggiungere casa, ma non ha la forza sufficiente a sostenere un passeggero -figuriamoci tre!
      Jattur Shattur ~ Improvvisamente i sistemi elettronici della tua tuta riprendono a funzionare, traduttore compreso. Questo è la conferma che l'improvviso EMP subito era dovuto al reattore nucelare. Il velivolo con cui siete arrivati, però, è ridotto peggio di un rottame. Già l'atterraggio di fortuna è stato abbastanza traumatico, quando l'Arka ha impattato e la pavimentazione dell'hangar si è inclinata ha mandato il velivolo a sbattere contro un mucchio di rottami fracassandolo definitivamente. E' inservibile e deve essere abbandonato.
      Tutti ~ Recuperate un 10% di energia spirituale in virtù dello stato di quiete.
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    SSA Delta


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    « Era ora! » esclamò Jattur, fissando il palmare con aria corrucciata.

    Controllò rapidamente un paio di programmi per testarlo, poi per sicurezza comandò una diagnostica completa e lo ripose. Quello l'avrebbe impegnato per qualche minuto. Ancora non riusciva a capire cosa l'avesse disattivato; in tutta l'Arka non aveva trovato traccia di armi ioniche, ma i sintomi erano tutti corrispondenti ad un'emissione elettromagnetica ad alta intensità. Qualche difetto della tecnologia orkesca, probabilmente.

    Si soffermò un secondo a verificare l'ora sull'orologio, imprecando sottovoce fra sé e sé. Mattino. Era il terzo giorno dall'apparizione delle 'meteore', e loro stavano perdendo tempo chiusi in uno sgabuzzino di cemento armato sepolto metri sotto terra, senza neppure sapere se erano arrivati in tempo. Pochi Delta riuscivano a contenere anche internamente le esigenze della loro specializzazione; lui in quel momento sentiva le mani prudergli per il bisogno di sapere.
    Ma non l'avrebbe mai mostrato.

    « Proporrei di muoverci. » disse, apparentemente calmo come se discutesse del tempo. « L'uscita dei veicoli ci dovrebbe portare lontano dal quartier generale nemico. »
    Lì non avrebbero potuto fare granché, non senza un esercito di manforte.
    « Successivamente saremo in grado di fare un'analisi della situazione. » continuò.



    Jattur Shattur - SSA Delta 1.287661A

    _Premessa: Status generale:

    Status - Fisico » Piccola ferita alla gamba sx
    Status - Psicologico » Calmo e consapevole di sé
    Status - Energetico » 100%
    Sforzi » 1xBasso, -1xMedio
    Riassunto azioni »
    Note » Konzervo ankora le armi orkezke, zi zi




    Stili di combattimento »

    Shii-Cho ~ Addestramento standard » +25% agilità e resistenza
    Soresu ~ Guardia standard » Percezione a 360° dei pericoli
    ??? » ???, 1/2

    .
    Arma laser da corpo a corpo »
    Bastone Laser unifase blu personalizzato (id: #5r96s2e8sa9):
    ___ » Distrugge facilmente ogni oggetto non magico
    ___ » Fende la magia come la materia

    .
    Armatura completa »
    SSA-TAmultitask personalizzata (id: #6es5e1j8a4k98s):
    ___ » Rivestimento in lega di di titanio spesso 2mm

    Piztole degli orki » Due piztole a caricatori pieni.
    Zpara degli orki » Un fucile degli orki, caricatore pieno. Con bandoliera di cartucce.



    Addestramento



     
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    Il Nibbio

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    Sotto terra. Come un topo.
    Cioè, sono le talpe che vivono nel sottosuolo, è vero, ma non farebbe lo stesso effetto dire:
    “non voglio fare la fine della talpa!” invece di “non voglio fare la fine del topo!”.


    « Oh, cacchio...! Cacchio, no...! »

    Quelle poche parole le bofonchiò tra sé e sé, caricando ogni sillaba come se stesse imprecando, e non fornì alcun altro indizio sul motivo della sua inquietudine quando -d’un tratto- prese a scavare furiosamente nei detriti che ostruivano il passaggio dalla stiva all’hangar, dapprima con le mani, poi con l’aiuto della lama inguainata nel fodero.

    Il Grifone al suo fianco lo guardò perplesso, senza comprendere il motivo di tanta agitazione nel suo cavaliere; poi, dopo un istante, si limitò a sollevare la zampa anteriore sinistra -l’altra era segnata da una brutta ferita- per cominciare a scostare con poca convinzione qualche altro calcinaccio dalla breccia.

    Quando il pertugio fu abbastanza ampio da permettere il passaggio dell’animale,
    il Nibbio l’oltrepassò, facendo cenno alla cavalcatura di seguirlo;
    Jattur parlò, ma il ragazzino si limitò a tagliar corto.


    « Basta che ci leviamo da qui. »
    brontolò, e più che un’ordine sembrò una supplica

    Dall’altra parte, gli occhi cerulei del ragazzo passarono al setaccio l’ambiente dell’hangar mentre questi iniziava a muoversi di qua e di là per fare mente locale della planimetria del posto e -mano sulla spada- per sincerarsi che non ci fossero sorprese o minacce; non le trovò, ma la cosa non gli diede alcun sollievo. Gli mancava l’aria a stare là sotto.

    L’esplorazione rivelò due sole vie percorribili: la scala antincendio, in verticale e poco distante, o la rampa del parcheggio adibita alle auto, che presumibilmente sarebbe dovuta sbucare un po’ più in là... e lui non ebbe dubbio alcuno nello scartare la prima opzione a priori, perché -semplicemente- il suo grifone non sarebbe mai passato da lì.


    SPOILER (click to view)
    Energie Residue: 75% + 10% = 85%
     
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    Krrrr.
    Con tanti istanti di silenzio spezzati soltanto dal rombo sordo di esplosioni in lontananza, un suono metallico, tetro e improvviso che proviene dalle vostre stesse vesti è quanto meno sufficiente a farvi sobbalzare per la sorpresa. Per tutto quel tempo gli oggetti levigati e privi di saldature che dovrebbero fungere da ricetrasmittenti erano rimasti immoti, nonostante senza dubbio i vostri compagni abbiano tentato più volte di utilizzarli. Ma se gli equipaggiamenti tecnologici di Jattur erano improvvisamente tornati alla normalità, forse c'era la possibilità che anche quel misto di alchimia e tecnologia usata da Raylek torni improvvisamente in vita.
    Beh... quasi, per lo meno.

    Krrrr, -tite?! Krrrrrrkkr.
    Una voce familiare si affaccia per un istante sulla ricetrasmittente, salvo poi essere investita da un forte suono metallico e stridente, tanto forte e acuto da sembrare doloroso, forse non a caso giunto in contemporanea con un fiore di fuoco che è sbocciato a tre o quattro chilometri più a sud-est rispetto alla vostra posizione. Sentite un suono come se una ventata stesse soffiando da dentro il comunicatore, poi la voce riprende, spezzata e difficile da interpretare.
    i sentKrrrr, -te?! Krrrgazzi, Krrrrrk. -tite?

    Quando il comunicatore torna in vita vi trovate entrambi appena sotto l'imbocco di una strada che da verso quella che somiglia in maniera incredibile all'uscita di un hangar per velivoli, e che è uno dei vari imbocchi dell'enorme parcheggio sotterraneo dove siete finiti. Entrambi, perché di fatto siete solo in due -non volendo considerare con un pizzico di razzismo il grifone portato a spasso da Ryusang come una persona. Il vostro terzo elemento ha smazzato le sue carte, ne ha estratta una ed ha sancito la sua ferma volontà di rimanere in quello che, con un po' di fantasia, si può anche definire un posto sicuro dove rimanere acquattati ad attendere che i bombardamenti finiscano. Non ha tutti i torti: anche il giorno prima, nel furioso Day One, gli orki hanno continuato con i bombardamenti per un arco di giornata certamente ampio, ma che si è arrestato per dar spazio all'avanzata degli ardboyz e della carne da cannone in miniatura composta dalle bande di grots e degli ancora più infimi snot con compiti di apripista. Voi però -chi per scelta, chi per claustrofobia- avete scelto di inoltrarvi ugualmente in quel disastro che è diventata Klemvor, e dunque non potete far altro che afferrare il redivivo comunicatore, rispondere alla voce metallica che ne esce e che siete abbastanza certi appartenere ad Evan, ed avanzare senza guardarvi indietro.

    Soltanto quarantotto ore prima, quella parte della città era un quartiere ordinato e pulito, illuminato a giorno dalle luci elettriche, pattugliato costantemente dalle piccole macchine-ragno drone sentinella e nella quale il tempo pare essersi fermato, tenuto in stasi come se un Dio benevolo avesse deciso di cristallizzarne l'esistenza in un attimo che appartiene ad un qualche remoto futuro di un altro mondo. Sotto il vostro sguardo, ora ci sono macerie ovunque, automobili ribaltate e spesso in fiamme, falò che ardono sulle vie o sui muri e che emettono un odore chimico nauseante che appartiene alle strane miscele sintetiche di cui gli orki riempiono alcune delle loro bombe incendiarie; la carcassa di un drone ribaltata su se stessa e con le zampe immobili ripiegate su se stesso come una cimice ammazzata da un pesticida fa bella mostra di se, circondata da grosse zolle di terra nera e umida che costituiva una bella porzione della massa esterna dell'Arka del Mazzakro, e che con vostra sorpresa si scopre essere ricca di humus. Non c'è dubbio che l'azione combinata delle macerie, dei vetri, delle strade anguste, del fuoco, del clima tropicale e di quel terriccio proveniente dalle paludi dell'Undarm e che è piovuto su Klemvor un domani renderà quel luogo una specie di serra a cielo aperto dove la vegetazione crescerà rigogliosa, finendo il lavoro di erosione lì dove i bombardamenti degli orki si fermeranno. E' un pensiero quasi ferale, un mutamento che richiederà mesi, ma che stravolgerà la faccia della città delle macchine rispetto a come i Laputiani sono ormai abituati a vederla nella loro lunga permanenza su Endlos, ormai di oltre tre anni.
    Ciò che vi strappa da ogni pensiero in merito al futuro della città, è un presente ben più pressante e immediato. Un fungo infuocato di un rosso intenso si leva nel quartiere adiacente alla via che state percorrendo, investendovi con una luce calda e che sarebbe stata quasi rassicurante non fosse per il pensiero di cosa sarebbe successo se quella bomba avrebbe deviato di appena qualche centinaio di metri nella vostra direzione. Nell'attimo che serve alla vostra retina per adattarsi a quella luce improvvisa, scorgete per meno di un attimo la stessa immagine stilizzata, un disegno antico che raffigura una figura equestre di otto zampe, dall'armatura iscritta di numerose rune. La vedete entrambi, ed allo stesso momento, come se fosse un'allucinazione collettiva. Eppure permane per meno di un soffio, e vi lascia il dubbio di aver soltanto sognato tutto, sebbene quella figura sia ora impressa a fuoco nella vostra memoria come se l'abbiate ammirata per ore ed ore...

    « Uhmm... »
    Una voce stramba attira la vostra attenzione verso destra, su di un lampione abbattuto che pare un'acacia rasa al suolo dal vento. Lì siede accovacciato come un corvo di malaugurio un individuo dall'acconciatura riccia totalmente assurda, che come se non bastasse indossa un completo lungo di materiale sintetico, plastificato, dai brillanti colori neri e bianchi. Vi scruta ripetendo onomatopee di dubbio, simulando in modo teatrale un'aria meditabonda chiaramente esagerata. Mentre lo fissate, rotea gli occhi all'indietro mostrando il bianco delle pupille, dove due lenti a contatto mostrano altrettante iridi strabiche dirette a destra o a sinistra in modo scriteriato.

    image

    « Mumble. Mumble. »
    Se l'abbigliamento eccentrico ed i modi non vi bastano a capire abbastanza di quest'individuo, ci pensano le strane calzature munite di rotelle che porta ai piedi per farvi capire quanto basta. E' un riders! E, invero, non sembra neanche tanto sano di mente...
    E, all'improvviso, scomparve. Anche sotto il vostro sguardo, perfino a dispetto di ottimi riflessi e di vista eccezionale... semplicemente, scomparve.

    « Nottdagr ha ragione, Nyan! Non sono mica "l'enemy", Nyan!! »
    « Beh, di certo il VEA non li segnala come alleati. »
    « Tch. »
    « ... »
    « Non sono verdi e non hanno il VEA, Nyan. Hanno toccato la cacca di cane con le mani e non si sono lavati, Nyan. Hanno abiti scadenti e le teste ristrette, e probabilmente hanno piccolo anche il... »
    « Freya... ma... cioè... »
    « Nyan? »
    « Ohm, ohm... »

    Erano in quattro. Erano vestiti in modo assurdo. Erano tutti riders. Sembravano terribilmente a loro agio sebbene quello fosse un bombardamento in piena regola Avevano tutti i capelli bianchi e gli occhi rossi come quelli dei conigli. Ed erano tutti appollaiati come corvi sulle finestre di un edificio mezzo franato alla vostra sinistra.
    Il figuro finto-strabico era fra loro come se non si fosse mai mosso da lì, e sorridendo con le labbra sottili e affilate frugava nelle ampie maniche da prestigiatore. Oltre a lui c'era un ragazzo alto come un modello, con i capelli corti e ordinati ed un viso pulito e semplice, una ragazza piuttosto avvenente ma sboccata quanto una isterica sotto anfetamine, ed infine un tipo con i capelli lunghi quanto quelli di una donna, con gli occhi penetranti, il viso tatuato ed una grande spada appesa alle spalle. Era lui a parlare.

    image

    « Quindi, voi... siete Abusivi, non è vero? »
    Urgono buoni argomenti di conversazione, e magari qualche buona idea. Perché i riders non sono proprio il massimo dell'ospitalità nei confronti degli abitanti di Laputa, come ben sa il buon Jattur Shattur, e di certo questi signori che sembrano usciti da un videogioco di serie B non sembrano essere un'eccezione alla regola...

    .Istruzioni ~ TuttiIl termine per postare è scaduto ormai da quattro giorni, e come ho anticipato una settimana fa per questa seconda quest non sono disposto ad accettare ritardi troppo prolungati. A malincuore sono costretto ad escludere Eyes dalla quest per inattività, dunque con un'azione da QM presumo che il suo personaggio abbia preso accordi con Jattur e Ryusang per rimanere sul posto. Lascio a questi ultimi -se lo desiderano- la possibilità di approfondire nei loro post questa parte della quest omessa, e i dialoghi messi in ipotesi dei suddetti personaggi con il gambler.
    Ryusang deve scegliere se lasciare andare il grifone (che è ferito e non può portare altra gente in groppa e fortemente limitato nel combattimento, seppure in grado di volare per rientrare a Laputa). Entrambi ignorate la "visione" dell'icona descritta nel post se siete immuni alla psicologia (cioè se avete abilità passive che vi rendono resistenti agli attacchi psicologico come lo charme, le auree di terrore e simili).

    Tempo fino al 18/3 per postare. Turni Liberi.
     
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    SSA Delta


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    Veloce briefing.
    Erano senza mezzi di trasporto, provviste o strumenti particolari, nel mezzo di Klemvor al centro di un bombardamento su larga scala. Oltre a loro tre l'unico superstite certo era Evan. I loro obiettivi erano, in ordine di importanza: tornare a casa incolumi, tornare a casa e basta, comunicare al resto del gruppo ogni notizia utile.
    Un tipico scenario da SSA, in pratica.

    Gli unici bombardamenti cui Jattur aveva assistito erano quelli simulati nelle esercitazioni, pertanto la sua esperienza era completamente teorica: secondo addestramento avrebbero dovuto cercare la rete tramviaria sotterranea e percorrere la distanza da lì all'Approdo con decine di metri di terra, roccia, cemento armato e acciaio a proteggerli. Mentre richiamava quelle nozioni una bomba esplose a qualche centinaio di metri.

    « ... »

    Si mosse fulmineo, la spada laser sfoderata con un guizzo troppo veloce per l'occhio umano, giusto prima che la cosa svanisse. Ricordava l'immagine: un cavallo ad otto zampe, nero con una gualdrappa decorata e una sella vuota, molto accurato nei dettagli ma stilizzato - un tipo di iconografia bizzarra per un asghabardiano come lui.
    Che diamine ci faceva un dipinto lì, e com'era sparito nel nulla?

    « C'è qualcosa di strano.... » mormorò.
    ...
    « ....non siamo soli. » sussurrò, facendosi sentire solo dal compagno.

    « Uhmm... »

    Si voltò di scatto verso destra come se non avesse intuito la presenza dello sconosciuto in mezzo alla strada e degli altri tre sul cornicione, puntandogli l'arma contro, poi occhieggiò ovunque con lo sguardo a livello del suolo per sviare l'attenzione ed imprecò in silenzio. Cazzo! Aveva seriamente bisogno di farsi qualche giornata di allenamento se bastava un'apparizione magica a distrarlo abbastanza perché quattro mocciosi potessero prenderlo -quasi- alla sprovvista.

    In fondo non era colpa loro, però.
    « Si. » rispose neutro alla domanda dell'unico di cui non sapeva il nome, senza lasciar trapelare nulla della sua irritazione.
    Solamente sua.

    Spense la spada e si mise in una posa appena più rilassata, sfruttando il movimento tranquillizzante per avanzare d'un passo verso il compagno - l'unico che aveva bisogno per fondere le difese di entrambi in un baleno, se necessario.

    « Io sono Jattur Shattur, del clan di Laputa. » disse, chinando leggermente il capo in un generico cenno di rispetto. Sfruttò quell'istante per analizzarli tutti, soffermandosi poco sulla spada visibile e cercando piuttosto la presenza di armi nascoste. « Se siete di Genesis, spero che ci potrete dare notizie del Big Bird - rassicuranti, possibilmente. »

    E subito dopo si voltò verso Freya.

    « Non so cosa si dice di noi dalle vostre parti, ma non siamo demoni, non celebriamo messe nere, non mangiamo bambini... e non abbiamo la 'testa' piccola. » disse.

    A non conoscerlo bene si sarebbe quasi detto che le sue labbra avevano una vaga sfumatura ironica...



    Jattur Shattur - SSA Delta 1.287661A

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    Stili di combattimento »

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    Soresu ~ Guardia standard » Percezione a 360° dei pericoli
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    Addestramento



    III. Soresu

    Il Soresu è uno stile difensivo espressamente creato per mettere il praticante in condizione di poter usare le abilità disperdienergia della spada laser per difendersi da un gran numero di colpi d'arma laser da distanza, anche se può essere usato nei combattimenti fra spade laser. Il Soresu impiega brevi guizzi di polso che conducono la lama energetica in movimenti vicini al corpo e posizioni standard che riducono l'esposizione del corpo al nemico, attaccando solo quando è possibile eseguire il colpo senza rischi. E' uno stile obbligatorio per ogni SSA Delta.

    • Parata di proiettile laser mediante il Soresu - Perceval FertGuardia standard » La guardia standard del Soresu è prevalentemente difensiva, con il corpo leggermente di profilo e la spada laser impugnata a due mani davanti al ventre. In questa posizione un abile SSA è in grado per due turni di intercettare con la propria lama ogni attacco fisico e colpo d'arma da fuoco (laser o a proiettili solidi) provenienti dalla direzione che si fronteggia, a prescindere dal numero effettivo degli attacchi da bloccare. Eseguita con rapide giravolte in ogni direzione e combinata con l'uso dei cinque sensi e dell'intuito, la guardia standard dona al praticante la possibilità di difendersi da attacchi multipli a 360° senza tecnica che normalmente non potrebbero essere percepiti, provenienti ad esempio da un punto cieco della visuale o in condizioni di visibilità nulla. Per queste ragioni, sebbene senza l'uso singolo della difesa standard sia inutile, la guardia standard del Soresu è il primo mezzo con cui un suo praticante può affrontare armi pesanti come i mitragliatori laser, affrontare più nemici alla volta, combattere circondato o in condizioni di deprivazione sensoriale parziale. [5pt, passiva]

     
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    Il Nibbio

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    Lui e lo Jedi camminavano ormai da lunghi minuti in un silenzio denso di tensione, tenendo con l’andatura quasi lo stesso passo e procedendo circospetti lungo la rampa in salita dell’hangar; naturalmente, con il grifone ferito al seguito... e ad ogni occhiata che scambiava con la sua cavalcatura- a Ryusang pareva quasi di leggere nello sguardo del rapace la sua stessa saggia e profonda constatazione: Jattur non era proprio un gran parlatore...!

    E non che fosse un male, per carità: lui stesso apprezzava un buon silenzio ad una cattiva conversazione... però era pur vero che qualche interessante chiacchiera morta -o anche qualche inutile chiacchiera morta o qualche irritante chiacchiera morta- lo avrebbe probabilmente aiutato a distrarsi, e a concentrare la sua attenzione lontano dal fatto che si trovassero in quella situazione. Così... così…così al chiuso. E così sottoterra.

    Krrrr.

    D’un tratto, un suono raschiante e sinistro si distaccò dal sottofondo distante dei bombardamenti in atto su Klemvor -da qualche parte sopra le loro reste-, le cui tonanti esplosioni facevano da accompagnamento alla loro silenziosa marcia verso l’esterno; sulle prime, la cosa lo fece trasalire allarmato, non certo perché fosse più forte o minaccioso delle esplosioni, ma solo perché terribilmente più vicino.

    Si immobilizzò dove si trovava, troppo congelato sul chi vive per ignorarlo, ma abbastanza lucido da portare istintivamente la mano all’impugnatura della lama e guardarsi intorno: in cerca di minacce, pronto a fare il punto della situazione.

    Krrrr, -tite?! Krrrrrrkkr.

    Il rumore si ripeté di nuovo, stavolta più prolungato, e ci volle qualche istante ancora prima che il Nibbio realizzasse che esso proveniva anche dalla sua stessa persona; una rapida ispezione delle tasche portò le dita a stringersi sui contorni lisci e freddi di un uovo di metallo, e -nel cavarlo fuori da dove stava riposto- le iridi di cielo del giovane aviatore riconobbero la trasmittente che il Gran Maestro aveva distribuito loro come dotazione dell’Alfiere Errante.

    « Ehm... »

    Guardò dubbiosamente l’aggeggio, e tese l’orecchio per prestare ascolto e cercare di identificare la voce familiare che era giunta frammentata e spezzata dall’altra parte... ma, come contrappunto all’ennesimo tremor di terra sopra di lui, quello che sentì chiaramente fu un stridio tanto acuto da assordarlo. Stupide, maledette interferenze...!
    Sbuffò, e riprovò a concentrarsi.

    i sentKrrrr, -te?! Krrrgazzi, Krrrrrk. -tite?

    Riconobbe l’identità del suo interlocutore-radio, e -come se avesse l’assurda pretesa di poterlo scorgerlo- cominciò a setacciare con lo sguardo l’accesso al bunker sotterraneo in cui si erano ritrovati alla ricerca del leader della Squadra Verde...

    « Comandante?! Comandante Evan! »
    quasi urlò nella trasmittente
    « Io, Jattur ed Hevril siamo vivi! Tu stai bene? Il Gran Maestro è con te?! »

    ...ma tutto ciò che scorse fu la desolante devastazione di una città in fiamme e ridotta in macerie: automobili bruciate, mura diroccate, asfalto divelto ed imbrattato, e un costrutti metallici che non riconobbe (diverso da quelli di Garwec) accatastato in mezzo a una strana melma puzzolente... e -pur senza averlo mai visto prima- intuì facilmente essere rotto, fuori uso, oppure danneggiato.

    Poi, lo scoppio di una nuova carica nella via parallela alla loro illuminò a giorno le vie della metropoli, e il rumore forte ed improvviso lo fece sobbalzare... ma non certo più di quanto l’interdisse ciò che vide in quell’istante: uno strano, grosso e possente cavallo, con il doppio delle zampe solitamente consentite, e vestito in un’armatura che rendeva la sua figura quasi feroce.


    « Ma... che...? »
    « C'è qualcosa di strano.... ...non siamo soli. »
    « Eh...? »
    « Uhmm... Mumble. Mumble. »

    Strani borbotti inintelligibili richiamarono l’attenzione del Nibbio in direzione di un angolo di strada, e lì il suo sguardo ceruleo incontrò uno dei più inquietanti stramboidi che gli fosse mai capitato di vedere... - e lui ne aveva visto qualcuno in vita sua.
    Capelli ricci da strambo-afro, occhi ribaltati da invasato in trance, palandrana in eco-pelle bianca e nera da squadrista in una banda di quartiere, ma soprattutto...

    pattini a rotelle ai piedi.

    Il che gli ricordò i racconti angoscianti di cui aveva sentito a Laputa... e gli aneddoti spassosi di cui ogni tanto Chase amava riempirsi la bocca, ridendo e scherzando a proposito dei suoi pellegrinaggi clandestini presso la Foresta del Silenzio.
    Per farla breve, quello doveva essere uno dei famosi
    Riders.

    E Ryusang stava giustappunto facendosi l’appunto mentale di non staccargli gli occhi di dosso, perché fermamente convinto di quanto non fosse saggio o salutare perdere di vista uno di quegli squilibrati per un solo momento, che quello... scomparve.

    « Nottdagr ha ragione, Nyan! Non sono mica "l'enemy", Nyan!! »
    « Beh, di certo il VEA non li segnala come alleati. »
    « Tch. »
    « ... »
    « Non sono verdi e non hanno il VEA, Nyan. Hanno toccato la cacca di cane con le mani e non si sono lavati, Nyan. Hanno abiti scadenti e le teste ristrette, e probabilmente hanno piccolo anche il... »
    « Freya... ma... cioè... »
    « Nyan? »
    « Ohm, ohm... »

    Quasi gli venne un coccolone quando si accorse delle presenze di quei quattro, appollaiati sul cornicione di un edificio come corvacci del malaugurio... o come delle bianche colombelle, oppure dei graziosi coniglietti, dal momento che erano tutti similmente albini e dotati di quegli strani occhi rossastri. Poi, lo colpì la consapevolezza che quelli là potessero star parlando di loro.

    « Quindi, voi... siete Abusivi, non è vero? »

    « Si. Io sono Jattur Shattur, del clan di Laputa.
    Se siete di Genesis, spero che ci potrete dare notizie del Big Bird - rassicuranti, possibilmente.
    »

    Mentre il Rosso rispondeva, il Verde congedò la sua cavalcatura, e lanciò un’occhiata torva alla ragazzina che aveva cercato di insultarli... ma non era sicuro del risultato, visto il suo bizzarro e fin troppo infantile modo di parlare.

    « Non so cosa si dice di noi dalle vostre parti, ma non siamo demoni, non celebriamo messe nere, non mangiamo bambini... »
    « Parla per te... » -bofonchiò, udibile solo al compagno- « ...certi gatti li mangio a colazione. »
    « ... e non abbiamo la 'testa' piccola. »

    Poi sbuffò con sprezzo e fastidio, distogliendo lo sguardo da lei come se nemmeno valesse la pena di rimbeccare un’oca giuliva, e si rivolse a quello che aveva avuto la decenza di apostrofarli direttamente.

    « Il mio nome è Ryusang: lavoro a Laputa, ma sono dell’Est... »
    si presentò a sua volta, incrociando le braccia al petto e mantenendo la faccia imbronciata
    « ...abbiamo abbattuto un’aeronave che puntava sulla città,
    e adesso vorremmo tornarcene a casa. Da che parte è l’approdo? »

     
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