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Liberi Aeris Milites.
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Tutti
Grifs-san! E' un sollievo vederla qui in nostro soccorso!
Esclamò la miko con una vocina dolce, sebbene spaventata.
-Siamo giunti senza saper nulla, e quest'uomo ci aveva detto di avere informazioni.
Continuò con aria seria.
-Ma ora è morto, e non so cos'altro potrebbe aiutarci... ho come la sensazione che ci sia qualcosa di molto strano negli altri.
Si guardò intorno, verso quella gente che continuava ad ignorarli, nonostante avessero appena ucciso un uomo a sangue freddo ed in maniera non proprio discreta.
-Ma ora ci siete voi, e so che andrà tutto per il verso giusto!
Cinguettò felice.
-Dunque, se sostiene che rimarrà, credo che uno fra me ed il signor Gambit dovrà sostituirla all'Albero Casa, dato che ci son davvero molte cose di cui occuparsi.
Mi propongo io; sono sicura che senza di me ce la farete in ogni caso, perchè siete esperti e bravissimi.
E con ciò un profondo inchino, prima di incamminarsi verso l'uscita della Città Stato.
-Siate attenti, io pregherò per voi!Grifis, Mr. Black, Gambit
Una volta che la miko fu abbastanza distante, decidete di darvi da fare per trovare indizi o segni che potessero darvi una mano nella cerca del sigillo nascosto. Decidete di percorrere la città in lungo ed in largo, chiedendo anche informazioni ai cittadini, probabilmente molto più informati di voi, ma accade che ad ogni vostro tentativo ricevete solo occhiate di disprezzo o tentativi di ignorarvi. Neanche una parola, una sola sillaba volta a districarvi dall'orrenda matassa dell'ignoranza.
Dopo tanto camminare, alla fine, riuscite a capire solo due cose fondamentali:- gli abitanti non gradiscono affatto la vostra presenza;
- l'unica cosa che può esservi d'aiuto è un simbolo che trovate scritto in rosso su un numero imprecisato di muri, l'unico che pare perseguitarvi durante tutto il vostro procedere fra vicoli, piazze e stradoni. Si tratta di una piramide a base pentagonale, la cui punta, diversamente da come vi aspettereste, è rivolta verso il basso.
Cosa vorrà dire? Sarà forse questo il segno provvidenziale che cercate disperatamente? La chiave di volta a risolvere ogni vostro dilemma?
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Grifis:..
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Non fu particolarmente felice dell'abbandono della Miko.
Avrebbe fatto rapporto, quando e se fosse riuscito a rimettere piede nell'Albero Casa senza che mille rimorsi e altrettanti tormenti finissero con il dilaniarlo.
Attese che la giovane fosse sufficientemente distante per iniziare l'indagine nella terra delle mille torri: presero a percorrere la città sia in lungo che in largo, chiedendo informazioni laddove fosse possibile reperirne, tanto ai cittadini quanto ai passanti; ne ottennero solo occhiatacce, disprezzo, silenzio o un vociare sommesso. Nessuno gradiva la loro presenza e né tanto meno le loro domande.
Era chiaro che così non poteva funzionare. Avrebbero soltanto perso del tempo prezioso, senza ricavarne assolutamente nulla: quel simbolo troneggiante su ogni muro ed anfratto, invece, sembrò indicare una pista da seguire. Si sarebbe soffermato su uno di questi triangoli a base pentagonale, rammentando alcune delle scarse conoscenze che aveva del Pentauron.
Ho notato numerose figure di questa foggia: triangoli rovesciati con base pentagonale. I simboli sono numerosi, sarà già il tredicesimo che vedo. Riflettendoci, la base pentagonale potrebbe significare la forma della città. D'altronde, non si chiama Pentauron? Penta è una parola antica che indica il numero cinque. Assodato, dunque, che la base del triangolo è equiparabile alla città stessa, ne deduco che quella punta rivolta verso il basso vuole indicare, appunto, qualcosa sottoterra.
Forse cunicoli. Forse catacombe.
Non conosco la città, ahimé, quindi non posso esserne certo.
Ma se ci sono dei sotterranei in questo posto, sicuramente c'è un ingresso.
Tuttavia, prima di procedere, presumo sia bene informarsi al riguardo. Più sappiamo, meglio è.
Si voltò verso i suoi compagni, attendendo da loro un segno d'approvazione.
Non chiese loro un parere, dovendo comandare la spedizione: al contrario, si prodigò i capire chi del gruppo potesse, quanto meno, fornirgli una qualche informazione di sorta sulla città.. -
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Grifis
Il tuo ragionamento non fa una grinza: la punta del pentagono rivolta verso il basso indica proprio il sottosuolo. Il Pentauron è una città costruita nel corso dei tempi sulle sue stesse vecchie rovine, e questo non è un grande mistero...
...ma perché allora si presenta la necessità di raffigurarne così spesso la figura nelle mura? Che significato può avere, e a chi dovrebbe essere rivolto?
Il silenzio di Gambit e Mr. Black sulle tue riflessioni ti suggerisce la loro incapacità nel rispondere ai tuoi dubbi, in loro forse ancor più grandi. Avete fatto una "scoperta" interessante, certo... ma siete sempre punto e a capo: non sapete cosa farvene, ne avete idea sul a chi rivolgervi. Se l'ipotesi di sfondare il pavimento ha iniziato ad accarezzarvi graziosamente i pensieri, beh, da ora potrete -forse- iniziare a considerarvi fortunati:le persone alle quale avreste voluto domandare informazioni sembrano aver deciso di non ignorarvi più, anzi...
- Non esiste salvezza per coloro che ripudiano le parole del Profeta.
La voce ti accarezza l'orecchio come se fosse un sussurro, Falco d'argento, ed una mano si poggia gelida ed improvvisa sulla tua schiena. Lo sguardo dei tuoi compagni riesce a malapena ad incrociarne la figura: non mostra il volto, è diverso dagli altri.
...o almeno sembrerebbe esserlo. Non trovate tuttavia il tempo per approfondirne la conoscenza, poiché un istante dopo il suo tocco il suolo sotto i vostri piedi si sgretola inesorabilmente, inghiottendovi al suo interno.- I tempi della Profezia sono giunti
Siete sospesi nel vuoto, con una voce che rieccheggia inesorabilmente nel silenzio della vostra testa.
Tutt'altro rispetto al rovinoso impatto con il suolo che vi sareste forse aspettati di affrontare.
- ed i fiumi traboccanti del nostro sangue potranno finalmente smettere di sgorgare dalla loro fonte.
Il tono che vi accompagna lungo quell'inspiegabile perdizione è dolce, profondo, musica che culla il vostro corpo sospeso lì, in quel limbo forse irreale.
- Manca solo un'ultima goccia... una sola piccolissima goccia, affinché tutto possa compiersi.
Il nostro Dio è giunto ormai ai Cancelli... e lì
Come un lampo nel buio della notte
- attende che essi siano aperti.
l'orrenda sensazione di esser stati tagliati e violati da un solo riprovevole sguardo vi sveglia e vi riporta alla finora segreta realtà: vi ritrovate a sbattere nel sottosuolo del Pentauron, nel mezzo di una ampia, cupa e logorata ex sala del trono.
Il mormorio disgustato di un modesto numero di persone accompagna la vostra entrata in scena; si allontanano timorosi prima, si riavvicinano coraggiosi poi.
Nel momento in cui avreste avuto la forza di alzare lo sguardo sullo scenario circostante la voce che fino a quel momento vi aveva prima cullato e poi strappato dal limbo precedente, torna ora a risuonare amara nelle vostre orecchie.
- Non esiste salvezza per coloro che ripudiano la parola del Signore.
L'unica cosa che riuscite a scorgerne è lo scarno volto; poi, il suono del metallo brama ora la vostra attenzione: forconi, pugnali e mazze chiodate, sono solo alcune delle armi impugnata dalla folla che scatta ora accecata dal desiderio di morte verso la vostra unica e sola direzione.
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Grifis:..
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Storse il naso in una smorfia colma di collera. Degli Aviatori rimasti al suo fianco, Gambi e Mr. Black, nessuno dei due osò anche e soltanto proferire verbo; anziché azzannare il frutto della parola, lo gettarono in un silenzio che costrinse il Grifis a ritrattare le sue considerazioni. E quella paurosa sensazione di vuoto e di solitudine gli si ripresento grave, pesante come un macigno. Ricordò, ancora, la disfatta di un tempo... in luoghi distanti dal Pentauron.
*
Arrancò in battaglia stanco e debilitato, ed era chiaro di come il suo sguardo patisse l'accaduto. Un dubbio in quel frangente gli affiorò alla mente, frattanto che qualche arciere già tendeva l'arco nell'attesa del momento propizio. Era lì, probabilmente con le sue forze sarebbe riuscito quantomeno a tener testa a quegli uomini, ma fiacco era il suo animo che non volea più combattere. Lasciò cadere la spada al suolo, nello stupore generale, nel mentre lo sguardo di tutti deponeva sulle frecce degli arcieri poco distanti da lì.
Giunto allo stremo delle sue forze, l'Elfo concentrò con inumana rapidità il mana entro di sé; lo sentiva scorrergli nelle vene, essere vivo più che mai.
Nel mentre con la mancina si preoccupava di impedire la fuoriuscita sanguigna dal petto, facendo leva sugli arti inferiori riconquistò la irta postura - se così è giusto dire - parlando ancora una volta ai presenti.BASTA! Come loro anche voi, Trofei della mia superiorità sarete. . .
Vi fu una forte esplosione, la quale detergendo l'aere si lasciò retro d'un turbine, perfetto in ogni particolare. La battaglia era infine cessata, molte le avversità riscontrate stavolta, eppure, come di consueto, uno era l'uomo cui spettava la ghirlanda della vittoria.
M A E L S T R O M.*
Le ferite di un'antica battaglia bruciarono come le fiamme dell'inferno, a tal punto che volse lo sguardo ai suoi diretti sottoposti quasi a volerli fulminare. Avrebbe rammentato la loro condotta, riferendone le mancanze con un rapporto volto a determinare, una volta e per tutte, la vera radice maligna degli Aviatori: l'incapacità e la scarsa esperienza in battaglia. Stava per far loro una ramanzina, quando una voce lo colse impreparato. Prim'ancora di poter fare alcunché, si vide precipitare verso il basso... come se un incanto l'avesse, di colpo, attratto verso le fondamenta del Pentauron. Tentò il volo per mezzo della sua armatura, ma scoprì l'azione poco fruttuosa: perse l'equilibrio a metà strada, sbattendo contro chissà cosa, che frantumandosi lo fece piroettare a mezz'aria finché non cadde, infine, a terra.
Si mortificò. Aveva perduto in sensi per pochi attimi, benché la caduta non fu per lui rovinosa abbastanza da compromettere il suo fisico; e pur tuttavia, non poté far nulla per alleviare la caduta dei suoi commilitoni, cosa che avrebbe reputato indecorosa per un comandante.
Rialzandosi lentamente, si ritrovò in una sala di un trono ormai caduto, vecchio e sporco. Erano a molti metri sottoterra, nel Pentauron. Trovò gioia nello scoprire veritiere le sue ipotesi, ma sgomento lo avvolse nel sentirsi minacciato. Un uomo dal viso turpe e gli occhi malvagi poggiò la lingua biforcuta nell'aria, rivolgendo ai presenti Aviatori parole emblematiche, ma che il Falco riconobbe come una minaccia nuda e cruda. Minaccia che si destò nei panni di un manipolo di proseliti, che seguendo i comandi di quel folle lassù, s'avvicinarono armati al trio. Da ogni direzione, come gladiatori circondati dalle belve inferocite, i guerrieri della Dama dovettero far fronte a una nuova minaccia; e Grifis, non conoscendo le condizioni di chi gli l'accompagnava, decise di prendere una iniziativa sensata.
Notando la ferocia con cui la folla stesse incalzando lo scontro, il Falco spalancò le braccia e rivolse il palmi ai lati. Il gesto così improvviso fu per l'aria un monito, o perfino un'aura di terrore; l'etere ne fuggì via, terribilmente spaventato da quell'emissione di mana, che pur risultando irrisoria, fu sufficiente a fermare l'avanzata altrui. Poi, solo la sua voce tuonò nell'etere:M I S E R A B I L I !
Divide et Impera altro non era che un comando d'aria tanto rapido da risultare quasi istintivo, sicché adoperarlo costituì quasi una comodità, e non un vantaggio tattico; e la folla si ritrovò impietrita, letteralmente, al ruggire di una voce che fu per loro imperiale, imperante e assoluta. Cancellò in un nonnulla la fede che questi riponevano nell'uomo che li aveva attratti in quei luoghi, poiché più grande e potente divenne l'imposizione dettata dal Falco. E fuggirono, tutti, con la coda fra le gambe.
Fuggite. Ve lo ordino!Arrenditi.
La certezza d'aver ormai raggiunto lo scopo ultimo di quella missione s'era fatto vivido e sicuro. Quell'uomo dall'aria maligna avrebbe presto conosciuto la forza dei LAM...
Non hai alcuna speranza. - tuonò, infine.
nonché quella del Falco d'Argento.. -
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Grifis
La folla fugge, intimorita e convinta dal tuo ordine... ma questo non sembra impensierire neanche lontanamente il Profeta, verso cui le tue parole non sortiscono il ben che minimo effetto. Ti guarda, con aria indifferente ed altezzosa, sicuro e forte delle sue convinzioni; possibile che il potere che è stato in grado di mettere in ginocchio gli abitanti di Kisnoth sia davvero così semplice da contrastare?
- Speranza?
Sussurra con tono atono, in risposta alla tua blanda provocazione. Non si muove di un millimetro dalla postazione su cui l'avete trovato al vostro arrivo, sicuramente sufficiente a tenerlo a distanza di sicurezza.
- Voi... pensate di conoscere il significato di quella parola?
Stavolta la sua voce cambia, e... sembra quasi compatirvi; è strano da spiegare, ma la sensazione di disagio che vi trasmette con il suo modo di fare non è per nulla piacevole... come probabilmente non lo sarà neanche la causa del frastuono che d'improvviso avvolge quell'immensa stanza. La parete alla vostra sinistra si spacca, crolla, e poi... l'unico suono che disturba il silenzio è un metallo.
Un metallo che graffia il terreno, lento ma inesorabilmente sempre più vicino a voi.
- Io credo di no.
Il suono d'improvviso s'interrompe, il polvericcio sollevato si dirada, ed il vostro nuovo "compagno" si palesa dinnanzi ai vostri occhi.
Un solo urlo, insensato ma vigoroso, e scatta in vostra direzione, veloce come forse non vi sareste aspettati, brandendo ben larghe ai suoi fianchi le lame già sporche di sangue. Il suo obbiettivo sei tu, Grifis.
...o per meglio dire: sei tu quello in prima fila, per ora.
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Grifis:..
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Chi gli si parava dinnanzi non sembrava aver colto nelle parole del Falco il giusto timore reverenziale, né pareva avesse ben compreso quanto la collera, l'ira e la frustrazione stessero montando nell'animo del Grifis; a tal punto ne fu vinto che, di colpo, cangiò il tono della voce, attingendo oscure e più maligne venature. Era come se, d'improvviso, fosse divenuto un'altro elfo!
Patetico.
Si voltò lentamente, nonostante la nuova creatura sbucata dal nulla stesse correndo verso di lui, e la velocità con cui compiva le grandi falcate aveva un ché d'incredibile. Tuttavia, per quanto rapido fosse, la sua traiettoria era pressoché rettilinea, tale che al Falco non restò altro che intercettarne il movimento. Avrebbe però atteso qualche attimo, prima di creare la sua Mel Force: la barriera d'aria, a mo di cuscino, avrebbe dovuto anteporre al banale attacco fisico altrui un'impedimento improvviso. Ciò nonostante, almeno una parte dell'attacco del mostro si fiondò sull'armatura del Grifone, ove poté crearvi uno squarcio sufficiente a lambirne le carni. La ferita non fu fatale, ma non per questo esente da dolore. Se non fosse stato per la sua barriera, forse, a quest'ora avrebbe una spalla in meno.S P A R I S C I.
Il grido fu preceduto da un movimento del pugno destro, come fosse un diretto; accompagnato frattanto dallo sbattere d'ali della sua armatura, che gli consentì uno sprint improvviso in avanti. Avrebbe tuttavia forzato la propria posizione ancorandosi a terra con il piede destro, tale che la restante forza propulsiva fosse trasferita non a tutto il corpo ma, bensì, al suo pugno. Ne conseguì che il destro avrebbe accelerato improvvisamente, dirigendosi allo sterno del nemico, con sufficiente velocità e potenza da frantumargli - si spera - la cassa toracica.. -
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Grifis
Il bestione non sembra apprezzare particolarmente il cuscinetto d'aria che blocca la sua imperiosa avanzata, e la ferita causata alla spalla non lo soddisfa assolutamente. Così come non lo soddisfa per niente quel tuo pugno sferrato all'addome: purtroppo considerando la corporatura di quell'essere -che della prestanza fisica fa la sua unica arma- non sortisce gli effetti desiderati. Prova dolore, lo fa barcollare leggermente all'indietro, ma... non è sufficiente.
Ti troveresti davvero in grossissimi guai a doverlo fronteggiare nuovamente ad una distanza stavolta così ravvicinata, ma finalmente qualcuno rinviene in tuo soccorso: dal sottosuolo un'ombra si innalza inaspettata alle spalle di quel bestione. E' rapida, serpentina, e si avvinghia con inaspettato coraggio alla vita possente del vostro -per ora?- unico rivale; un movimento improvviso e violento, e quell'essere inumano crolla al suolo, rotolando malamente all'indietro per qualche metro.
Distanza preziosa, ti avrebbe suggerito lo sguardo di Mr. Black se ti fossi voltato per guardarlo, ora nuovamente in piedi -seppur leggermente stordito- alle tue spalle.
Inutile precisare tuttavia che l'offensiva non fu sufficiente neanche stavolta: la creatura barcollò per qualche istante, ma riuscì a rialzarsi ancora più furente che mai.
Assolutamente indenne.
C'era... qualcosa nella sua schiena
La voce giunse sempre dalle tue spalle, ma non apparteneva a colui che ti aveva già aiutato un attimo prima; rappresentava Gambit, aviatore della squadra rossa, e grazie alle sue doti da pokerista... persona dall'occhio molto vigile. Si rialzò anche lui sulle sue gambe, in colpevole ritardo, ma deciso a fornire tutto il supporto di cui avresti avuto bisogno.
Pulsava... come se fosse viva
Ti stai interrogando su cosa potesse aver visto il tuo compagno? Non temere, poiché potrai contare a breve su un nuovo passionevole incontro ravvicinato: quella creatura mascherata vi puntò, ancora una volta, pronto a tornare alla carica. Allargò gli artigli, piegò le ginocchia, ed iniziò a ruotare vorticosamente sul posto.
Un istante dopo, quella trottola vivente scattò in vostra direzione, desiderosa di tranciarvi tutti insieme di netto.
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Grifis:..
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Sgranò gli occhi, sorpreso. Quel mostro era sopravvissuto al suo assalto, e la cosa lo lasciò sgomento per qualche attimo. Quell'istante di distrazione avrebbe potuto costargli caro, ma per sua fortuna i due compagni Aviatori, tornati dal mondo dei sogni, poterono offrirgli finalmente tutto il supporto di cui aveva assoluto bisogno. Le ombre di Mr. Black fermarono la creatura abbastanza per farla retrocedere, frattanto che il signor Gambit riferisse di un qualche punto debole che il nemico presentava sulla schiena. Era giunto il momento d'ottimizzare appieno le qualità degli Aviatori presenti.
Bene signori. Allora vediamo di far fuori questo mostro rapidamente: Mr. Black, voglio che lei ostacoli i movimenti del mostro; io lo bloccherò a terra e lei, messer Gambit, dovrà colpire tempestivamente la schiena. Pronti?
Nei momenti di maggior pericolo e di difficoltà un vero comandate sa rendere al massimo le qualità dei suoi sottoposti, pur conoscendone i poteri solo vagamente.
Quando la creatura prese a vorticare su sé stessa, diventando di fatto una trottola, Grifis non ebbe più alcun dubbio sul da farsi: ordinò a Mr. Black d'usare le ombre così da far inciampare il mostro, come pianificato. Si meravigliò quando il compagno Aviatore sfoderò dal suo arsenale una tecnica chiamata, appunto, Sgambetto: non appena la creatura giunse a tre metri di distanza, l'ombra s'elevò ad altezza delle gambe altrui. Lo scopo, ovviamente, era far sbilanciare l'aggressore incrinandone l'equilibrio. A quel punto, Grifis avrebbe raccolto il suo mana divergendolo nel suo Falling Down, cioè un repentino aumento di pressione atmosferica capace di schiacciare un bersaglio contro il terreno. A quel punto, Gambit avrebbe eseguito un balzo e, dopo una giravolta a mezzaria, mirando con il suo Bo al punto dov'era ubicato il punto debole del mostro: la schiena.
Benché improvvisata, la manovra prevedeva un sapiente uso delle abilità d'ognuno, tal che, se tutto fosse andato a segno, i poteri d'ombra di Mr. Black avrebbero dovuto sbilanciare la trottola, la Falling Down di Grifis l'avrebbe dovuto costringere il mostro a faccia a terra, quindi Gambit con la sua Grande Esplosione doveva, si spera, ucciderla distruggendone il punto debole posto sulla schiena.
Frattanto, il Falco non distolse lo sguardo dall'uomo incappucciato: era lui il pericolo a cui badare realmente.. -
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Grifis
La tua strategia sembra funzionare, complici forse le scarse qualità mentali di quell'anonima creatura; inciampa, come perfettamente ipotizzato da copione, ed il bastone del tuo compagno si conficca su quell'insolita protuberanza senza incontrare particolare resistenza. La bestia si contrae, viene pervasa da spasmi innaturali per qualche istante, ma poi cede; non versa una goccia di sangue, ma il suo corpo non accenna più al ben che minimo movimento. Non riuscite a stabilire con alcuna certezza se sia effettivamente morto, o ancora, se possa considerarsi invece... "libero" (da cosa?), per così dire. E per ora probabilmente non vi interessa neanche saperlo, poiché lui, il Profeta, è ancora lì, poco più avanti, nella stessa identica posizione in cui l'avevate trovato e poi -per un attimo- lasciato.
Avrebbe potuto tentare di scappare, aprofittare del momento per creare qualche altro diversivo, e invece... è rimasto lì, ad incrociare impassibile il vostro sguardo, quasi volesse gustarsi fino in fondo quella scena.
- Ho piegato gli abitanti di questa città al mio volere, come schiene tremanti agli schiocchi della frusta.
Sapete perché l'ho fatto?
La sua voce d'improvviso ritorna a riecheggiare in quelle rovine sotterranee, atona come finora si era sempre mostrata. Si rivela come il colpevole degli avvenimenti recenti, e questo -probabilmente- non è certo una novità, come avrete avuto modo di immaginare. Vi rivolge una domanda, quella che forse da un po' di tempo vi accarezza già spontaneamente i pensieri.
E' tuttavia ben più che consapevole dei vostri dubbi, e per questo non vi da neanche il tempo di replicare.
- La mente umana è debole.
E' troppo debole per riuscire a vivere in questo mondo.
E' troppo debole per meritare di vivere in questo mondo.
Speranze e promesse… bastano poche semplici inutili ed infondate parole, ed un esercito folle e fanatico si riunisce ai tuoi piedi. Prometti loro la salvezza di un nuovo Dio, ed essi ti doneranno la vita per la tua causa.
Una pausa, ancora una volta, in cui il suo bastone viene stretto ed allontanato lentamente dal suo corpo.
- Sapete perché ho fatto tutto questo?
Ribadisce di nuovo la sua domanda, e poi...
...punta la sua arma in vostra direzione.
- Perché voi siete deboli.
Siete giunti qui, fino a me, nella speranza di interrompere i nostri piani.
Siete giunti qui, fino a me, per impedire la rottura dell'ultimo sigillo.
Siete giunti qui, fino a me...e non avete fatto altro che sprecare il vostro tempo.
Nel momento stesso in cui le sue parole si fermano, una piccola ma intensa luce bianca si anima quasi spontaneamente al suo fianco. Si distorce, si piega, si allarga... fino a delineare infine la forma perfetta di una circonferenza che tanto ricorda l'ingresso di un portale.
Un portale dimensionale, una finestra in grado di condurre il vostro sguardo in un altro luogo, sicuramente ben lontano da voi.
Al suo interno, dopo che la luce si affievolisce lentamente, riuscirete a vedere qualcosa che chiarisce immediatamente il significato delle sue parole: una mandria di "fedeli", che spinge e forza la porta di una stanza per ora barricata, ma oramai prossima alla rottura. E al suo interno... il vuoto. Un solo piedistallo, collocato al centro perfetto, con una piccola sfera cangiante al suo interno.
Non avete ancora capito di cosa si tratta? Non vi preoccupate, ve lo suggerirà il vostro caro Profeta...
- Osservateli, gli abitanti di questo mondo.
Osservateli, mentre inconsapevoli della loro debolezza bramano per la loro stessa distruzione.
Osservateli. Poiché altro, a causa della vostra debolezza, non vi sarà concesso.
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Grifis:..
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Si congratulò con sé stesso per l'ottima riuscita del piano, e non mancò d'elogiare i due compagni per l'ottimo lavoro svolto. Certo, se la Miko non avesse disertato, forse a quest'ora avrebbero dalla loro uno schiacciante vantaggio numerico. Ebro di questi pensieri, s'accorse dopo del discorso che quel losco figuro stava facendogli, sicché l'apertura di quel portale lo lasciò, per qualche attimo, carico di meraviglie. Eppure, lo stupore affogò presto nel fiume della sua collera che, approdando sulle coste dell'orgoglio, non vi trovò che un tremendo e fatale naufragio. Spirò come libeccio l'intenzione di porre fine alla contesa, bruciando quanto più mana potesse nell'atto d'insegnare a quel mollusco cos'era un Aviatore, e chi era Grifis dei Minos.
Alzò la mano come a voler afferrare un oggetto invisibile, le dita si volsero ad artiglio e una luce azzurra bagnò la sua carne, il suo sangue... una fiamma nera come la pace avvampò, di colpo, nei suoi occhi. V'eran due tipi di malvagi: coloro che ostentano la propria cattiveria, credendo che ciò basti a renderli tali; ma ancor peggio di loro, sono quelli che pur sedendo dalla parte della giustizia, pur professando il bene, farebbero qualsiasi cosa affinché questi trionfi. Che sia anche uccidere.Ti sono debitore. Ora so dove mirare il mio...
Qualcuno l'avrebbe definito un folle. Due volte lo stesso attacco, poteva mai funzionare? Eppure, il tizio dall'oscura figura avrebbe potuto meravigliarsi: la magia non si manifestò né su di lui, né attorno a lui. Eppure, se e quando il portale fosse tornato a mostrare i cittadini posseduti, intenti a sfondar la porta del sigillo, avrebbe costui notato l'artificio ordito dal Falco?
Falling Down!
Pregò che la sua strategia funzionasse, giacché essa era semplice quanto efficace... eppur rischiosa. Il suo Falling Down altro non era che la perniciosa manifestazione del vento a pressione prevedeva, dapprima, la scelta di un preciso luogo: un punto di sfogo che, contrariamente a quanto si possa pensare, non aveva l'Aviatore come centro!
Al contrario, il suo genio strategico gli suggerì di scegliere come zona quella mostratagli dal portale. Che importava dove fosse, se c'era aria e se poteva vederla, anche se indirettamente, gli bastava sceglierla e... Scacco matto.
La pressione che aveva costretto prima quella forzuta creatura a starsene per terra, altrettanto - no, forse peggio - avrebbe fatto ai cittadini che, seppur inconsapevoli, erano una minaccia per tutto il Pentauron. Se era necessario estinguere il male alla radice, Grifis non avrebbe esitato a sfracellare al suolo ogni singolo idiota che tentasse d'avanzare verso la porta del sigillo, tale che in un'aria di dieci metri la morte avrebbe appesantito la vita di chiunque.
Frattanto, nel medesimo tempo, avrebbe ordinato a Sir Black l'uso di quella scia d'ombra con cui, prima, aveva frenato il mostro armato; a Sir Gambit chiese di star pronto, sicché allorquando il compagno fosse riuscito ad avviluppare quel losco figuro nella sua ombra, lui avrebbe potuto vibrare uno colpo, si spera il più potente, tentando di metterlo fuori gioco.
E se ogni cosa fosse andata per il verso giusto, il Falco avrebbe ottenuto ben due piccioni con una singola fava.. -
Remy Etienne Lebeau.
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Sei al centro dell'azione in un momento cruciale per la missione e il fiotto dell'adrenalina che scorre impetuoso nel tuo sangue ti fa sentire come se ti fossi appena svegliato da un lungo sonno.
Non puoi assolutamente permettere che il vostro avversario l'abbia vinta, per svariati motivi: primo tra tutti volevi vincere, il tuo animo da giocatore d'azzardo sembra risvegliarsi, secondo la salvezza di molti dipendeva dalle tue azioni e come X-Man non potevi sottrarti a questa responsabilità e così senti il mana che si libera quasi involontariamente dalle tue mani, la sua quantità fà formicolare le tue mani e si riversa nelle carte tue fedeli compagne d'avventura e scontri e così dai il via al tuo attacco...al tuo inganno.
Aspetti che Mr. Black compia il suo attacco: speri così di avere una chanche in più di colpire l'opponente, cogliendo una sua possibile distrazione.
Come un abile pozionista dividi una piccola quantità di mana evocato in quattro carte, per poi posizionarne la maggior parte in una quinta, infine con un volteggio del polso lanci contro il losco figuro, le carte che brillano come fuochi fatui ma tra quattro innocue carte con cui il losco figuro saprà quasi sicuramente destreggiarsi ma tra esse ci sarà il tuo piccolo scherzetto saturo di mana in maniera da coglierlo impreparato.
Mentre le cinque carte lasciano le tue mani e volano nell'aria sai già dove colpiranno; hai mirato alle braccia e al viso con le quattro sperando che almeno le due dirette verso la faccia lo distraggano e lo tengano impegnato per non fargli notare la quinta: quella più potente diretta verso il di lui petto, proprio al centro.
Trattieni il respiro mentre aspetti che l'attacco vada a segnoSPOILER (clicca per visualizzare)Mitraglia: Tecnica scenografica ma efficace che prevede la levitazione delle carte che Caricate con una quantità variabile di mana si scaglieranno contro l'avversario per creare esplosioni a ripetizione. 4,6,8,10 carte per livello basso, medio, alto, critico [Lv. Variabile.2punti.]BASSO
Singola Carta: caricando una singola carta di energia psionica Gambit può scatenare tramite di essa un'esplosione di energia cinetica di potenza e velocità variabile(dato che verrà spinta dalla forza cinetica). La particolarità della tecnica è che la potenza psionica sarà racchiusa in pochi millimetri, una volta raggiunto il bersaglio la carta rilascerà l'energia cinetica formando un esplosione.[Lv. Variabile.2punti.]ALTO
P.S
non riuscendo a calcolare la quantità di mana che mi rimane ho postato comunque l'attacco, spero che vada bene. -
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Grifis e Gambit
La strategia da voi intrapresa lo sorprende, su questo non ci sono dubbi; l'incantesimo lanciato dal Falco attraversa il portale come pronosticato, riuscendo a giungere -nel pieno della sua forza?- a ridosso di quei poveri abitanti posseduti. Cadono, schiacciati verso il suolo privi dei sensi, arrestando il loro energico tentativo di sfondare la porta.
Non era altrettanto imprevista però l'offensiva nei confronti del Profeta, verso la quale egli era sufficientemente scaltro e sveglio da poter reagire: l'ombra riesce ad afferrarne le carni, immobilizzandolo anche; il suo bastone cade al suolo, ora privo di un possessore, ed il suo sguardo si rivolge ancora impassibile dinnanzi alle carte che gli vengono lanciate contro da Gambit.
Tutto va per il meglio, sembrerebbe... se non fosse che un muro di energia psichica si innalza dinnanzi al vostro avversario per contrapporsi al semplice e banale attacco frontale, facendo sì che venga annullato senza riuscire neanche a sfiorarlo; le carte si consumano, si corrodono, e cadono al suolo ridotte in nient'altro che misera cenere.
- Pensavo di esser stato sufficientemente chiaro...
Osserva ancora una volta, con la sua solita divertita indifferenza. Abbassa per un istante lo sguardo, e persino l'ombra che un attimo prima era avvinghiata al suo corpo pare appassire inspiegabilmente, corrosa da chissà quale altro tipo di potere psichico.
- Voi non potete far altro che guardare...
Un rumore insolito interrompe d'improvviso le sue parole; un rumore forte, un boato, che rimbomba prepotentemente sino alle vostre orecchie. Se vi state domandando cosa diavolo stia architettando quell'uomo non dovrete far altro che ributtare il vostro sguardo in quella direzione a voi tanto cara: la stanza bianca e vuota dove era collocata la sfera cangiante.
La porta che la proteggeva è stata letteralmente buttata al suolo.
- ...soffocati dalla debolezza della vostra stessa impotenza.
E al di là della soglia, di quella preziosissima soglia, non vi sono altri che gli stessi abitanti di Kisnoth messi a tacere qualche istante prima.
Privi della loro testa, animati e posseduti nel corpo da chissà quale viscido parassita.
. -
Grifis:..
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Aveva tentato il tutto per tutto. Aveva sudato, spingendo il suo mana fino al limite, pensando, forse con arroganza, che fosse sufficiente la perseveranza affinché trionfasse la giustizia. Eppure, il peso del mondo gli fu improvvisamente addosso, e cadendo lo schiacciò fin quasi a farlo inginocchiare. Ansante, ormai esausto, guardava quel nemico che si burlava di lui; e quelle creature apparse nel portale stavano per banchettare sulla sua sconfitta. Non poteva permetterlo!
Si alzò in piedi malamente e, barcollando sotto lo sguardo del compagno Black, giunse ad almeno cinque metri, abbastanza da poter guardare il portale e il misterioso figuro. Assieme. Non disse nulla, inizialmente. Le mani si strinsero fino a sanguinare, mentre una collera feroce montava nel suo spirito. Fosse immaginazione o una semplice impressione, ma i suoi occhi arsero di una oscura fiamma... era disposto a tutto, anche a morire.
Poi schiuse le labbra, ma non parlò.
Al contrario, l'urlo che ne uscì fu indescrivile. Mai leone poté ruggire più di lui, e nessun mostro su Endloss avrebbe mai vantato un timbro così potente, al contempo nobile e orgoglioso. Replicò il verso di un grifone e il vento, accompagnandoglisi, ne amplificò notevolmente la portata. Oltre che l'effetto.
Sì, perché quel boato apparentemente banale, sfogo apparentemente della collera, era invece la forza dirompente del vento, capace di stordire il malcapitato ascoltatore lasciandolo, per pochi e sufficienti attimi, privo di difese.
Pregò che il suono, cogliendo il portale, viaggiasse fino alla stanza stordendo quelle creature maligne; e frattanto Mr. Black, cogliendo al volo l'occasione, poté sfruttare a suo vantaggio le ombre generando fino a dieci possenti stalattiti, che ergendosi dal basso verso l'alto speravano d'incontrare un uomo incappucciato, momentaneamente, incapace di difendersi. Al fine, l'ultima mossa fu relegata a messer Gambit, cui Grifis chiese, poco prima di svenire, l'uso della Grande Esplosione. Al compagno aviatore spettò il compito più arduo, ovvero far passare il suo Bo nel portale, come prima aveva fatto la magia Falling Down, affinché l'estremità del bastone colpisse almeno uno dei mostri...
Ed esplodendo, forse avrebbe potuto spazzarli via definitivamente.. -
Remy Etienne Lebeau.
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la tua offensiva benchè pensassi fosse ben strutturata non sortisce nessun effetto e per di più sembra essere innocua anche quella messa in atto dal Falco, che con il sommo orgoglio di un guerriero sembra però non voler cedere e nemmeno tu ti macchierai dell'onta della ritirata e dello sconforto e così escogiti un piano per far si che le cose si chiudano almeno parzialmente in vostro favore.
A venirti in aiuto nella tua scelta è stata l'offensiva lanciata precedentemente dal falco, hai potuto intuire che attraverso il varco possono passare anche i vostri attacchi quindi se non puoi per adesso fermare il misterioso avversario dovrai concentrarti nel fermare quel che resta della cittadinanza e così mentre vedi crollare il tuo giovane compagno di squadra non ti fai innanzi per sorreggerlo - sarebbe una squallida mancanza di ritegno- ma rendi onore al suo coraggio sfoderando il tuo e giocandoti il tutto per tutto e così senza curarti dei tuoi avversari ti slanci innanzi con agili volteggi prima di capovoltare in aria con la stessa grazia di un trapezista e con ancor migliore perizia; il bastone nelle tue mani si accende di vermiglio colore mentre lo potenzi e nei tuoi occhi arde il fuoco della battaglia, il tuo intento è di scatenare uno dei tuoi attacchi più potenti nella caduta, infatti rimanendo fuori dal portale hai calcolato al centimetro le proporzioni per far si che il bastone ci passi attraverso in maniera da scaricare l'onda esplosiva contro quelli che un tempo erano normali persone, non provi rimorso nel sacrificare le loro vite, è necessario e la titubanza rende deboli.
Ci sarà tempo dopo per i rimpianti; quando il tuo petto non si alzerà come un mantice e i polmoni non ti manderanno fitte dolorose invocando aria.
La vista ti si stà appannando, purtroppo non sei immortale come il tuo compagno di squadra Wolverine e possiedi un limite di sopportazione che hai purtroppo raggiunto.SPOILER (clicca per visualizzare)Mana:??? credo comunque di non poter più fare tecniche incisive.
Tecnica:Grande Esplosione Distruttiva: Si presenta come un attacco ad ampio raggio e molto potente, infatti Gambit dopo aver impresso la propria forza psionica entro il proprio Bo, compirà un un balzo capovoltando in aria e poi colpirà l'avversario o il terreno con esso liberando un esplosione di forza cinetica non indifferente che si espanderà come una bolla investendo tutto ciò che trova sul suo cammino in un' area di dieci metri.[Lv.Alto.1punto]. -
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Grifis e Gambit
Grande e forte è la tenacia che alimenta ancora il vostro spirito; la situazione è drastica, il rischio è oramai prossimo alla certezza, ma l'orgoglio degli Aviatori vi impedisce, qualunque sia la circostanza, di gettare la spugna.
L'urlo del Falco è imponente, vigoroso, assordante; le orecchie del Profeta soffrono nel riceverne l'ondata, ed il suo corpo sbanda, disorientato e confuso. Sembra essere davvero il momento giusto per colpirlo: l'ombra del vostro compagno si erge brutale ed improvvisa attorno alla sua figura misteriosa che appare finalmente violabile. E' un istante, un brevissimo e violentissimo istante, ma le stalattiti stavolta riescono ad andare a segno: le carni del vostro avversario vengono attraversate, tagliate, dilaniate. Rivoli di sangue sgorgano dalle sue ferite, da quel corpo ora impalato con il capo passivamente abbassato.
Troppo distante è però la stanza ove il pericolo più grande era ancora in atto, per far sì che la voce di Grifis vi potesse arrivare sortendo i medesimi effetti; si perde per strada, come un debole eco in lontananza, disperdendosi senza nuocere in alcun modo a quelle che oramai altro non erano se non delle bestie di Kisnoth.
Più energico e deciso è invece il lancio del mutante, il cui bastone riesce a raggiungere la meta prefissata; la punta si conficca sul terreno, proprio dinnanzi all'avanzata dell'orda inumana. L'esplosione che se ne genera è impetuosa, travolgente, al punto da sbalzare verso le pareti della stanza i corpi parassiti che ancora muovevano i passi in direzione della sfera cangiante. L'impatto è violento, l'onda d'urto che se ne genera pare spietata; persino le mura per un istante paiono accusarne il colpo, sgretolandosi e crepandosi in alcuni angoli.
Il silenzio si fa strada in ogni dove; un polverone avvolge per intero la stanza al di là del portale dimensionale, impedendovi di poter constatare quali potessero essere state le conseguenze delle vostre scelte.
Aveva davvero funzionato? Ma soprattutto...
...il piedistallo che reggeva il sigillo sarebbe stato in grado di reggere quell'urto?
Furono diversi minuti, o forse solo alcuni secondi, che i vostri pensieri avrebbero vissuto come lunghissime, angoscianti ed interminabili ore. Poi... il pulviscolo lentamente si diradò, ed i colori accesi e cangianti di quella sfera ripresero a brillare incredibilmente sotto i vostri occhi.
Intatta ed inviolata.
Non importa se a questo punto non avete più energie a sorreggere il vostro corpo, poiché la gioia che pervade il vostro spirito dovrebbe essere tale da permettervi di ballare persino se vi fosse ritrovati con tutte le ossa rotte.
Dovete gioire, Aviatori di Laputa, poiché la vostra missione...
« ...è fallita. »
Tagliente come una lama, violenta e cruda come uno schiaffo, la sua voce riprende ancora una volta a risuonare d'improvviso nelle vostre orecchie. Il corpo del Profeta si alza al vostro cospetto, violato nella sua oramai inumana essenza, con un fastidiosissimo sorriso derisorio stavolta ben diretto in vostra direzione.
« Fin dall'inizio... »
Impugna nuovamente il bastone, caduto in precedenza al suo fianco e sino ad allora mai raccolto.
« ...non abbiamo fatto altro che prendervi in giro.
E voi... stupidi, inutili e deboli marionette convinte di poter decidere il vostro destino, non avete fatto altro che abboccare ad ogni nostra singola invenzione.
Vi abbiamo manovrati, vi abbiamo spinti a seguire le nostre regole, e voi... siete stati completamente al nostro gioco, incapaci di reagire in alcun modo. »
Il suo sorriso d'improvviso si spegne, restituendo al volto la serietà che da sempre aveva caratterizzato le sue espressioni.
La punta del suo bastone poi s'illumina, come fossero delle saette a danzarvi intorno, e la sua estremità viene lentamente rivolta al portale dimensionale.
« Non vi meritate altro. »
E fu un lampo solo, rapido, veloce... ma non certo indolore: la sfera che un istante prima avevate potuto ammirare come miracolosamente intatta e luminosa, improvvisamente si incrinò.
Frantumandosi letteralmente.
« Non vi meritate altro se non la distruzione che voi stessi avete creato con le vostre deboli mani. »
La luce poi si espande, abbagliante e vorace, attraversando inesorabilmente quel portale fino a giungere ai vostri sotterranei; vi acceca, vi avvolge e vi inghiottisce.
Quando riuscite nuovamente a riaprire i vostri occhi, lo scenario che vi aspetta è tuttavia completamente differente: non vi è più traccia di quelle rovine, non vi è più traccia di quel Profeta. Siete a Kisnoth, nella solita vecchia capitale del Pentauron. Le persone parlano, bisbigliano, non vi evitano più; al contrario, indicano tutte quante il cielo: un cielo insolitamente vivace, splendente e colorato.
Il giallo del sole, l'azzurro del mare, il rosso del sangue.
Uno spettacolo indubbiamente incantevole...
...se solo non avesse significato l'inizio della fine.
La missione era fallita.
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