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Grifis:..
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Non poté accettarlo.
Quando gli riferirono l'esito della missione, mentre era disteso sulla branda dell'infermeria, reagì sferrando il vassoio con le cibarie via dal letto. E poi gridò... Dio, se gridò. L'Albero Casa fu quasi scosso dalla sua frustrazione, che gli tolse quel briciolo di energie residue costringendolo, nuovamente, a ricadere stanco sul letto. Dormire non l'aiutò cerco a dimenticare...
il suo primo fallimento, in qualità di membro dei LAM, si era consumato ironicamente proprio nel momento di maggiore bisogno. Ne fu a tal punto corroso che, non potendo sopportare oltre quell'onta, attese il buio per scappare dal ricovero. Non considerò nemmeno il riprendere l'armatura con sé. Saltò in sella a Caska e prese il volo, lasciando Laputa. Forse aveva solo bisogno di tempo per digerire quanto accaduto, o forse non ci sarebbe mai stata guarigione alla sua ferita.
Poté soltanto cavalcare il fido grifone sotto la Luna. Urlando. Piangendo. Disperandosi.
Bruciava più di ogni altra cosa, e mai il suo petto gli si infiammò facendogli più male di così; era stato come morire e, chissà, forse quel giorno morto lo era davvero...
Povero Grifis. Forse quel Sacerdote aveva ragione:
sei debole, piccolo falco.
E il fallimento era tutta colpa tua..