[LAM] Running Faint

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    Il Nibbio

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    Arrancò per la strada che lo avrebbe allontanato dalle fortificazioni che delimitavano la città, e gli richiese uno sforzo notevole il non lasciarsi letteralmente franare giù per la ripida discesa che conduceva verso il mare di Undarm.

    Non sapeva come gli fosse possibile star riuscendo ancora a muoversi con il corpo ridotto ad un simile rottame -pura e semplice forza di volontà, probabilmente- eppure il Nibbio si costrinse a mantenersi lucido e cosciente fino a che non giunse al riparo di un boschetto.

    Difficilmente qualcuno lo avrebbe trovato lì... ma se pure i suoi inseguitori, ammesso che ce ne fossero e che fossero riusciti a tenerlo d’occhio nonostante il suo trucchetto di schermatura, l’avessero raggiunto spingendosi fino a là...

    Beh, forse sarebbe stato troppo tardi per estorcergli un interrogatorio o infliggergli una punizione.

    Esausto, il biondino si lasciò cadere in ginocchio -prima- e lungo disteso -poi- sull’erba fresca; chiuse gli occhi cerulei sul mondo, assaporò la quiete di quel silenzio interrotto dal rumore lontano delle onde e dal cinguettio degli uccelli costieri, e giacque immobile, scivolando ben presto nell’oblio dell’incoscienza.

     
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  2. L'Ordine
     
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    Spesso avveniva che il Bianco Guardiano si recasse in visita nelle terre dell'ovest, dove la Seconda aveva preso dimora, nel fiero bosco dietro la città di Undarm: certo nonostante egli amasse in egual modo ogni altra Essenza, molte volte era tornato dalla Signor,a assai poche dallo Zero, e nessuna ancora dal Fulmine; credeva, infatti, che Yin necessitasse di molto tempo senza la bianca presenza,sì da poter assaporare ed unirsi al nero potere in lui, e per quanto fosse perverso, ritenersi felice nella distruzione attorno a lui; d'altro canto, nonostante Amarth trovasse piacevole e degna la compagnia del Primo, questi ben sapeva quanto il Guardiano fosse occupato, e quanto diligentemente usava operarsi per la gloria di Palanthas e dell'Est, sicché preferiva non disturbare.
    Così i suoi lunghi viaggi dalle terre del Nord s'erano pressoché limitata ad un unico tragitto: il bosco di Undarm e, di lì a poca distanza, l'approdo di Laputa nella cui città dimorava Drusilia.

    Fu perciò che, quando venne a trovarsi presso il territorio della Seconda, la Tempesta vide innanzi a sé un corpo di giovane, in terra riverso e privo di sensi.

    -Oh, povero!-

    Disse, e subito s'avvicinò ad esso, e lo riconobbe come Ryusang dei LAM, Sergente della divisione Verde: ora, benché Yang stesso appartenesse ai soldati del Cielo (essendo il Generale della divisione Blu), fu più il sentimento che in cuore provava per quel ragazzo così ferito e stanco, che il dovere di comandante, a coglierlo da terra per poterne curare ogni male. Così il gelo venne in suo aiuto, e dalla terra sorse fresco e delicato, modellandosi a mo' di grande carrello sotto Ryusang, sicché egli poté giacere mentre il Guardiano ne trasportava il corpo nel cuore del bosco di gran carriera, dove sorgeva la magione della Signora.

    -Di solito non porti ospiti con te, mio amato, tanto meno cadaveri!-

    Disse la Dama, fiera e superba, bella e terribile come il mare e la gloria della natura; stava sulla soglia, poiché aveva saputo dagli alberi cosa fu accaduto poco prima, e certo non desiderava recare un dispiacere al Primo, o negare soccorso entro la Sua stessa terra.

    -Non è morto, Yoe!-
    Rispose la Tempesta, in volto sorridendo come chi ascolti un buffo racconto
    -E' ferito, questo sì, e bisogna curarlo!-

    Un leggero inchino alla Signora e subito La sorpassò, voltando in direzione delle camere e lì poggiando il giovane su di un morbido letto, le cui verdi coperte parevano un vivo prato sul quale poter riposare; nell'aria il profumo di fiori e di spuma, e un dolce rumore di acque cristalline.

    -Lo consoci, questa volta?-
    Chiese Yoe, giunta subito dopo, divertita per la fretta del Guardiano, solitamente così attento alla cortesia
    -Sì!-
    Le sorrise, le mani sul petto e gli occhi sul corpo di lui, come se volesse studiarne i mali prima di rimuoverli
    -Appartiene ai LAM, come me! E' il sergente della divisione Verde!-
    Alla squillante e gioviale voce del Primo, fecero eco parole più interessate della Seconda, già cariche di malizioso desiderio
    -Oh...Uno importante...Bene...Non avevo ancora conosciuto nessuno dei tuoi compagni!-
    -Il Destino Ti ha dato l'opportunità che desideravi!-

    Alla serena risposta del Primo, la Signora del bosco sorrise quasi d'un ghigno, ed osservò il Guardiano mostrare il proprio bianco potere: le mani, che prima erano giunte al petto, ora s'aprirono delicatamente verso Ryusang, e subito una fresca brezza si levò, il ghiaccio avvolgendo il giovane, intrappolandolo come in una fredda teca cristallina. Piano venne la luce dal gelo, e questo si crepò e si infranse, ma i cocci si disfecero in polvere ed il vento le portò con sé, fin quando il giovane Sergente fu libero, ed ogni male era andato via con la brezza, e le ferite non c'erano più, la pelle liscia e pulita d'ogni sozzura.
    Quando si fosse svegliato dal sonno ristoratore, sarebbe giunto il tempo di alcune domande.

    -Oh! Sarà meglio che cucini per lui! Forse avrà fame una volta sveglio!-

    Si rivolse alla compagna, mentre con dolcezza disfaceva il letto e faceva accomodare il ragazzo sotto le morbide lenzuola, sicuro che sarebbe stato salvo e beato, in compagnia della Dama a vegliare su di lui.

    -Ti prego, resta con lui e chiamami quando sarà sveglio!-

    Cinguettando allegramente aveva lasciato la stanza, il bastone adamantino posato contro un muro al fianco di Ryusang; sorridendo ancora per le buffe movenze del Guardiano e per la sua innaturale delicatezza ed allegria, la Signora si sedette sul letto, accanto al ragazzo, e con gli occhi di foglia ne osservava i dolci lineamenti, e pareva già volerlo: ma il rispetto per il Primo era troppo, e non osò toccare Ryusang; però sorrideva, e già pensava a Mitsuki e alla sua reazione quando avesse scoperto di lui e dei pensieri della Dama.
    Una giornata davvero fortunata.



    SPOILER (click to view)
    Yang

    Energie:

    100% - 10% - 20%= 70%

    Equip:

    CITAZIONE
    Menelhen (Occhio del Cielo)

    "Quando l'abbraccio del vento carezzò il cuore del ghiaccio, lì prese forma Menelhen: lucente baluardo di tutto ciò che è buono in questo mondo, questi reca conforto nei pii e atterrisce gli empi..."

    La grazie di Menelhen scorre tutta, pura e radiosa, nel bel diamante di cui il bastone è composto, liscio dalla base allo slargo in cima, nel quale una sfera di zaffiro è dolcemente collocata, abbracciata dalla pietra incolore sulla quale poggia e che, per un poco, sale con lei, ammantandola in una breve spirale. Questo è il vero Menelhen: la sfera che, per incanto del vento e del gelo s'è fatta azzurra, limpida come il cielo al mattino, ed è proprio questo che un occhio attento riesce a scorgere se ivi guarda: serene ruotano fioche nubi all'interno, sparute per numero e piccole per dimensioni, poiché chiunque osservi la pietra, in realtà sta osservando uno spicchio di cielo, tanto caro a Feng Yang Leng.
    Ad ogni modo, ben più radioso dello splendore dell'oggetto, è ciò che questo è in grado di operare: la bella sfera non si cura della carne umana, né di qualsiasi altra cosa possieda un'anima; Menelhen colpirà l'essenza della realtà, inibendola, e tutti gli spiriti. Nato dal Vento il Cristallo, inoltre, come questo muta e spira ora curvo ora diritto, così l'oggetto cambierà la propria sembianza, plasmandosi più e più volte.

    Analisi dell'arma:

    Lunghezza bastone (sfera esclusa): 175 cm
    Diametro sfera: 10 cm
    Lunghezza complessiva: 185 cm

    Analisi dell'abilità:

    -La sfera è in grado di colpire fantasmi, spiriti e tutte le essenze incorporee come se fossero solide, compresi gli elementi solitamente intangibili (fuoco e aria, ad esempio);

    -A costo Variabile, nel caso colpisse una creatura dotata di anima, la sfera attraverserà il corpo, come se fosse etereo, ed il danno causato sarà di tipo nervoso, ovvero ci sarà una temporanea, e piuttosto istantanea inibizione nell'utilizzare l'arto la cui zona è stata attraversata: maggiore è il costo pagato, maggiore sarà l'entità del danno.
    N.B.: In scene Gdr e/o Quest, previo accordo e/o autorizzazione, il danno nervoso al corpo (ovvero la paralisi di quella zona) può essere permanente.

    -A costo Basso, è possibile mutare la forma della sfera, in qualcosa di inanimato dello stesso volume: ad esempio potrà diventare la punta di una lancia, la curva lama di una falce, una chiave, una forchetta e così via.
    N.B.: la trasformazione durerà un solo turno.

    Passive in uso:

    CITAZIONE

    Radianza dell'Aurora

    <i>"Dovunque sia l'Ombra, il Primo porterà Luce; dovunque sarà dolore, il Primo porterà conforto; dovunque è sporcizia, il Primo monderà..."

    Fonte del bene più prezioso, puro e lucente, il Primo Guardiano rasserena chiunque lo accosti, ed il mondo appare pulito, come se il male venisse eradicato e tutto il dolore lenito: un corpo straziato tornerà integro, la fatica diverrà quasi impercettibile, ed il male avrà difficoltà ad attecchire; la corruzione attorno al Guardiano si ridurrà, poiché tutto il bene e tutta la purezza del Mondo sono da lui rappresentate, e per lui riversate nel Mondo.


    A Consumo Medio è possibile, inoltre, rendere permanenti gli effetti che questa passiva ha sull'ambiente. Un'onda di bianca luce verrà generata dal corpo del Guardiano, rischiarando ogni cosa come se fosse immersa nell'Alba, risanando strutture ormai vecchie, putride e corrotte, abiti ormai logori o strappati, ripulendo sporcizia dai pavimenti e, in definitiva, facendo tornare ogni cosa bella e nuova.

    N.B.: Passiva (e Tecnica annessa) utilizzabile solo in scene Gdr e Quest (e la Tecnica previo accordo); inoltre, se gli oggetti in questione sono schermati da una qualche difesa magica, Tecnica e Passiva potranno non avere effetto (questo a discrezione del Master).
    L'influenza svanisce al di fuori dell'area, ed il Guardiano ne è immune, perché egli patirà sofferenze e strazi normalmente (qualora dovesse subirne).

    Analisi dell'abilità:

    Raggio d'azione: 7 metri con centro Yang


    CITAZIONE

    Ergersi al di sopra del mondo

    "...Il Primo verrà dal Vento, e solcherà i cieli e le terre, di bianche piume adornato..."

    Candide ali nascono dietro il Guardiano, grandi e morbide al punto che, se ripiegati sulle spalle, queste possano assomigliare ad un delicato mantello. Però la bellezza è solo al seguito della capacità delle piume, forti strumenti che consentono a Yang di innalzarsi dal terreno, in volo coprendo lunghe distanze oppure consentendo all'Essenza di galleggiare nel cielo.


    N.B.: L'altezza massima raggiungibile è di 5 metri dal suolo; tuttavia in scene Gdr ed in Quest (previa autorizzazione) è possibile volare, o galleggiare, senza restrizioni di altezza/distanza (In scene Gdr il volo è puramente scenico, ed in Quest può essere utilizzato per raggiungere altezze considerevoli, o marciare più speditamente)


    Tecniche utilizzate:

    CITAZIONE

    Genesi del cristallo

    "Il gelo compone Feng Yang Leng, questo lo nutre, e di questo l'Essenza si serve nell'esplicazione dei propri poteri..."

    Chiaro e gelido ghiaccio si origina per volere del Guardiano, sul proprio corpo o fuori da esso; dopo essere stato generato, l'elemento potrà essere controllato per 15 metri a proprio piacimento, scegliendone eventualmente traiettoria, movimento, forma e dimensione. Sono possibili solo creazioni inanimate, ed il loro impiego è tra i più svariati: passando da arma da taglio a solida difesa, da semplice utensile a fastidioso aculeo, e via dicendo.


    Consumo: Variabile in base alla dimensioneMedio
    Durata: Istantanea


    CITAZIONE

    Bianca radianza della brezza

    "...Il Bene del primo risiede nella Luce che egli porta, e nel fresco Vento e nel lucido Ghiaccio: assieme, egli salva e splende..."

    Dove vi siano ferite od ustioni, dove sia dolore e sofferenza, la bianca mano del Primo Guardiano porterà salute e lieta guarigione; una leggera brezza s'alzerà allora, serena e bella, e sulla parte offesa nascerà del ghiaccio e tutta la coprirà: ma non sarà freddo, né recherà dolore, bensì solo pace e ristoro: poi verrà la luce dal ghiaccio e questo s'infrangerà, rivelando il danno ora sanato e senza segni.


    N.B.: Questa variopinta tecnica di guarigione si attua per ogni tipo di danno o malattia, eccezion fatta per i veleni. A livello Alto è possibile ricostruire un arto mutilato o gravemente compromesso, a Critico anche più di un arto (tuttavia non può essere utilizzata come tecnica di resurrezione).
    Durata: Istantanea
    Consumo: Variabile Alto


    Yoe

    Energie:

    100%

    Equip:

    CITAZIONE
    [CENTER]Lylanthir (Cascata di Fiori)

    "Nata tra terra e mare, Lylanthir tutto domina: essa è insieme bene e male e fende tenebra e luce allo stesso modo. Le bestie e gli uomini tutti si piegano al suo volere, giacché questa tutto amministra tra le ere mortali..."

    Brilla lo smeraldo che sul nero legno di questo fiero arco è incastonato e che tutto lo percorre con disegni di foglie e onde. La faretra di 15 frecce similmente è decorata e le munizioni brillano di un legno dai riflessi verdi e neri. Più di tutto, però, brilla la punta di ogni freccia dello smeraldo più puro. Se grande è la fama di Lylanthir per la sua congenita bellezza, trema il Mondo nell'osservare il potere che ne sgorga a fiotti: qualunque freccia o corpo che possa essere scoccato riceve la capacità di passare attraverso ciò che è libero dalla materia, che in molti lidi è definito etereo, recando anche danno se eterea è una creatura da questi attraversata.


    Caratteristiche:

    Lunghezza dell'arco: 1,5 metri
    Gittata: dai 20 ai 30 metri
    Capacità: ciò che viene scoccato dall'arco diventa capace di attraversare l'etereo, comprendente le magie, siano esse di attacco o di difesa e i corpi spirituali in genere, ai quali le frecce arrecano danno.

    Passive in uso:

    CITAZIONE

    Gloria della Terra

    "Perché la Terra è grande e forte sopporta il dilaniarsi del Mondo sotto i colpi di coloro che lo ignorano e non vogliono uniformarsi al Disegno; troppo nobile è l'uso di un'arma per quelli che nobiltà non riconoscono nei Guardiani; spesso la nuda carne è balsamo assai migliore di arcane magie ed ancestrali attrezzi..."

    L'Essenza porta nel Secondo Vascello la solidità della terra su cui tutti vivono e muoiono, consentendo alla Seconda una maggiore forza nel corpo. (Forza +50%)


    CITAZIONE

    Comunione con la Terra

    "...La Signora E' nella Natura che incarna, sicché suoni e voci non Le sono estranei..."

    Ogni cosa che si chiami viva possiede un proprio spirito, un proprio cuore; ebbene, la Seconda ha potere di udire le voci degli alberi dei fiori, e di ogni cosa vegeti sulla terra o nel mare. Gli alberi sono creature non meno importanti o sensibili degli animali o di coloro a foggia d'uomo: Shui Yoe Tu ha il dono di comunicare con la Natura, regalandole pensieri e parole, come se si trovasse con amici preziosi.


    Analisi dell'abilità:

    Raggio d'azione: indefinito; percepisce le voci della natura come fossero persone o creature senzienti, tuttavia deve potersi trovare al cospetto della pianta/fiore/albero con cui desidera parlare affinché questo la oda (altrimenti sarebbe come rivolgersi ad una persona parlando alla folla: poco pratico)


    Tecniche utilizzate:

    //[/CENTER]
     
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    Il Nibbio

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    Mentre la sua mante lottava per restare vigile e recettiva agli stimoli esterni -cosciente della realtà e dei suoi pericoli-, il pesante cascame del suo corpo -provato dalle ferite e dalla stanchezza- non aveva remore nel trascinarlo giù come un àncora, nelle nebulose e immobili profondità del suo inconscio, sovrapponendo in una sensazione curiosa e straniante la dimensione onirica dell’immaginazione con quella la fin troppo concreta dei suoi ricordi, familiarmente impressi nelle sue percezioni.

    Ogni stimolo che riceveva era in qualche modo ovattato e distorto, giungendo da lontanissimo; anche il freddo improvviso
    -ghiacciato- e la sensazione di essere trasportato e sollevato di peso erano per lui delle consapevolezze remote e ininfluenti... e, tuttavia, la sensazione di serenità e benessere che cullava il suo spirito era forte, ed era vera...

    ~ ~ ~

    Un indefinito tempo più tardi, mugugnando appena, il biondino si rigirò su di un fianco; l’esperienza di tornare a sentire se stesso lo riportò a fluttuare appena al di sotto del pelo d’acqua della sua coscienza, ma non schiuse gli occhi cerulei -non ancora-, preferendo indugiare nel sopore di quel luogo sconosciuto ma accogliente dove sentiva il canto dolce e sciabordante delle onde sulla battigia e respirava fragranze di fiori e profumo di mare.

    Le ciglia fremettero, eppure le palpebre erano troppo pesanti da sollevare, come se una parte di lui volesse prolungare la sua permanenza in quello stato pacifico... così si rigirò ancora, sempre nella stessa direzione, e...
    Scavalcò la sponda del letto, precipitando sul pavimento poco più in basso come un sacco di patate.

    Solo in quel momento -in reazione all’urto e al tonfo che lui stesso aveva prodotto-, spalancò le iridi cerulee di botto, e la prima cosa che vide fu un levigato pavimento di legno, su cui penzolava un lembo di pregiata morbidissima stoffa verde in cui si era involontariamente attorcigliato nel sonno fino a restarne immobilizzato.

    « Ahia... »

     
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  4. Shui Yoe Tu
     
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    Poco alla volta, il biondo giovane mosse il dolce viso cullato dal sonno del lieto ristoro, e mentre tornava cosciente del mondo che era attorno a lui, pure continuava a voltarsi fra le lenzuola, finché non cadde dal ciglio del letto, e in terra con un tonfo sonoro, ed un gemito di dolore.

    Solo allora schiuse le belle palpebre, e allora la Signora poté mirarne l'incantevole azzurro in esse, tanto era colpita dalla fanciullesca bellezza del giovane, così puro e lieto di pensieri, a Suo parere, che quasi lo paragonò ad un piccolo bocciolo che ancora dovesse germogliare, il cui fiore tuttavia già in Natura fu Creato per splendere, più bello e forte di molti altri figli della terra.
    Non si mosse dal fianco del giaciglio, né troppo volle sporsi per osservare la salute del ragazzo: se era nei LAM, certamente aveva cuore di guerriero e fisico solido, e una così buffa caduta certamente non sarebbe stata in grado di scalfirne la fierezza.

    -Ben svegliato, sergente...-

    Disse la dama, il miele nella voce e nello sguardo color del bosco covando un ferino gusto da predatore: non già di chi chi voglia uccidere, piuttosto di chi desideri conquistare con il fascino maliardo; ciononostante, pure si leggeva nella parole di Lei, e nel modo in cui le pronunciò, un sincero sollievo, al pari d'una madre assai protettiva: dolcezza e cupidigia riunite in un corpo di donna, perfetto in ogni suo aspetto.
    Stava così, stesa sul letto, con il gomito a sollevarLa dal cuscino, e la mano destra a reggere il santo capo, la sinistra giocherellando con il verde lenzuolo; bella più d'ogni altra creatura, i lunghi capelli color degli alberi Le scivolavano lungo i fianchi ed il morbido viso, e indosso portando veste d'un forte verde, simile ai prati nella notte o agli smeraldi troppo pieni di sé: un abito simile ad una vestaglia, eppure per l'eleganza e la raffinatezza assai più vicino ad un abito da corte. Le labbra dolci e peccatrici, le forme abbondanti e sinuose, snelle e assieme corpose, facevano di Shui Yoe Tu un irresistibile boccone per chiunque ne osservasse, anche solo di sfuggita, il santo corpo.

    -Una bella fortuna, non trovi? Svenuto alle mie soglie, un'offerta assai generosa da parte del nostro amato Destino...-

    Sorrise, e con gli occhi il Suo pensiero andò alla Tempesta ed al suo Giusto arrivo; a tal proposito, già nell'aria, commisto ai fiori e al mare, s'andava diffondendo un profumo dolce, e l'aroma di buoni cibi.

     
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    Il Nibbio

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    -Ben svegliato, sergente...-

    Una voce soave e dolcissima di donna lo fece vergognare come un delinquente per la pessima figura barbina appena compiuta: che cosa poteva fare adesso? Fingersi tramortito per via di un trauma cranico occorso all’impatto contro il duro pavimento di legno poteva funzionare...
    Peccato che uno svenuto non sarebbe dovuto diventare, in teoria, rosso come un pomodoro.

    Rassegnato a vivere momenti del genere -proprio lui, che un tempo avrebbe voluto fare l’eroe!-, il Nibbio sospirò e si scosse come un verme preso all’amo, per liberare le braccia dal groviglio che le belle lenzuola verdi avevano fasciato ben stretto attorno a lui.
    Forza, Ryusang, devi dire qualcosa...! ...prima che il silenzio approfondisca l’imbarazzo.

    « Ehm... Graz... (?) »

    ...ma: ehi! Aveva sentito male o la donna misteriosa l’aveva chiamato “sergente”?
    Doveva conoscere del suo recente avanzamento di grado e della sua appartenenza ai LAM!
    Recuperata la funzionalità agli arti superiori, il giovanotto fece leva per terra con le mani, scrollò la testolina dorata, e si issò in ginocchio, appoggiando le braccia conserte sul materasso e cercando con gli occhi cerulei quelli della sua interlocutrice.

    E quando incontrò gli occhi verde foglia, il Nibbio si ritrovò a boccheggiare d’in tratto afasico: tra quello sguardo ammaliante, quelle labbra piene, il volto splendido e il corpo dalle forme generose adagiato languido ed elegante sulle coperte... beh, l'astante era
    tanta roba.

    -Una bella fortuna, non trovi?
    Svenuto alle mie soglie, un'offerta assai generosa da parte del nostro amato Destino...
    -

    Si riscosse, scrollando di nuovo la zazzera bionda
    e ricordandosi che a bocca spalancata sarebbe sembrato uno stoccafisso.


    « Eh... Sì... Che fortuna...! »

    Sorrise, un po’ inebetito, sollevando solo un angolo della bocca; poi, rendendosi conto che stava mostrando ancor meno intelletto del solito, si stropicciò gli occhi e dette in un sospiro stanco: decisamente, le botte prese da quel tale dovevano avergli scombinato il cervello.

    « Cioè... Volevo dire... la ringrazio molto per l’aiuto e l’ospitalità, Signora. »
    cercò di riscattarsi, mostrando un briciolo di savoir-faire
    « Ma -ehm- dove mi trovo...? »

     
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  6. Shui Yoe Tu
     
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    Quanta dolcezza, quanta beata innocenza nel suo sguardo così fanciullesco! E che voce deliziosa, timida e timorata! Oh! Certo la Tempesta non avrebbe potuto consegnarLe un boccone migliore, così fresco e giovane. E però la Signora aveva promesso di non recargli disturbo, ed in fondo, perché di un guerriero si trattava, avrebbe certamente apprezzato che fosse nel pieno delle forze quando, semmai, avesse dovuto renderlo partecipe delle Sue meraviglie.
    Ma più del desiderio d'un predatore, il cuore di Yoe era colmo dell'affetto di una madre il cui figlio torni alla luce dopo un viaggio nella scura perdizione al confine della morte: perciò gioiva del vedere il fanciullo già attivo e, sebbene confuso dal sonno e stordito dal luogo, così pronto a conversare.

    -Mpf!-
    Il suono orgoglioso era un giusto premio per la fortuna che il ragazzo aveva avuto, perché non è cosa comune capitare in una simile dimora
    -Ho solo offerto un comodo letto dove poter curarti le ferite e riposare...No; chi ti ha sanato merita i tuoi ringraziamenti, sebbene credo non sia solito volerne...-
    Sorrise, e quasi fu divertita dal ricordo di Yang
    -Sai, lui salva chiunque sia in difficoltà..E' un vero angelo!-

    Rise, d'un ghigno buffo e spensierato, perché le buone opere del Primo erano tanto care a Lei, allo stesso modo delle barbarie del Terzo, così sanguigne e mortifere. Ad ogni modo, il ragazzo aveva domandato dove fosse, e quale migliore persona avrebbe potuto darvi una giusta risposta, se non Colei che era padrona del luogo?

    -Dove ti trovi, Mi chiedi? Sei ad Undarm, sciocchino! Non ricordi il bosco ai cui piedi cadesti svenuto? Ebbene, quello è il luogo che Io custodisco e nel quale vivo assieme a fedeli compagni!-
    Indicò dietro di Sé, dove una finestra s'apriva su di uno splendido lago, di molti alberi circondato
    -Io sono Shui Yoe Tu, Ufficiale dell'Ovest, e questa è la Mia casa.-

    Intanto, assieme al profumo di buon cibo che già aveva impregnato tutta la stanza, ecco che cominciò a giungere un delicato canto le cui parole erano sì incomprensibili, ma tanto melodiose e dolci che parevano parlare solo d'ogni Bene; nondimeno, parve altresì che una fresca brezza per un rapido momento spirò leggera quasi un alito, un respiro d'uomo: poi nulla, e il bel rumore d'acqua riprese, così come il soffuso verso di alcuni cigni.

    -Dimmi, piuttosto...-
    Riprese, infine
    -Cosa ha potuto ridurti in quello stato? Forse aggredito da belve? Rapinato e picchiato? Ma no! Un sergente dei LAM non sarebbe certo così sprovveduto! SU, racconta alla Tua Signora cosa ti accadde prima di giungere qui da Me..Sono certa che sarà un racconto...interessante...-

    Disse, e nello sguardo di foglia si lesse ora, e ben evidente, un certo desiderio di sangue e di violenza, perché pure se le nobili piante crescano in pace, la Natura è altresì crudele, avendo generato esseri in grado di vivere solo uccidendo altri esseri. Così, pur non avevano un gusto per per tali cose, acuto e nero quanto il Terzo, era innegabile che spesso la Seconda provasse un sordo piacere nel dilettarsi in queste materie.

     
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    Il Nibbio

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    -Mpf! Ho solo offerto un comodo letto dove poter curarti le ferite e riposare...No; chi ti ha sanato merita i tuoi ringraziamenti, sebbene credo non sia solito volerne... Sai, lui salva chiunque sia in difficoltà..E' un vero angelo!-

    Il sorriso in tralice della donna era luminoso e affascinante, pieno d’affetto per la creatura destinataria delle sue lodi... un essere che doveva essere così puro, benevolente, altruista e gentile da suscitare nei cuori solo redenzione e bontà.
    Una descrizione che gli riportò alla mente il ricordo vivido della sensazione che sempre provava in presenza della Dama Azzurra... e che pure aveva sperimentato alla Festa di Natale, quando aveva fatto la conoscenza del Generale della Squadra Blu,
    Feng Yang Leng

    -Dove ti trovi, Mi chiedi? Sei ad Undarm, sciocchino!
    Non ricordi il bosco ai cui piedi cadesti svenuto?
    Ebbene, quello è il luogo che Io custodisco e nel quale vivo assieme a fedeli compagni!
    -

    Prima di potersene render conto, il Nibbio era di nuovo finito in modalità stoccafisso: dopo essere rimasto a bocca aperta per la scoperta di essere ad Undarm (?) e di essere addirittura svenuto -prima-, e per la meraviglia offerta dal paesaggio al di là della finestra -poi-, il suo volto imberbe si illuminò di un sorriso quasi fanciullesco per la bellezza di tutto quel verde, che gli ricordò immediatamente l’Est e i luoghi della sua infanzia...

    -Io sono Shui Yoe Tu, Ufficiale dell'Ovest, e questa è la Mia casa.-

    Quando scoprì di essere al cospetto di una carica così alta -un Ufficiale di Presidio!-, poi, tornò a boccheggiare come un pesce... e non solo per la sorpresa, ma soprattutto per l’allarme; una sensazione che né il canto angelico e rasserenante che veniva dall’altra stanza, né il profumo paradisiaco di cibo e di fiori, riuscì ad attenuare.

    Lui era appena scappato dalle Guardie di pattuglia nelle ampie strade di Sequerus perché -ne era certo- il suo diverbio con quel tipo era perfettamente equiparabile ad una rissa, con reato di aggressione e disturbo della quiete pubblica annessi, senza dimenticare l’aggravante della fuga: sfuggire ai gendarmi per ritrovarsi in casa del loro probabile capo e mandante equivaleva a finire dalla padella nella brace.


    -Dimmi, piuttosto... Cosa ha potuto ridurti in quello stato? Forse aggredito da belve? Rapinato e picchiato? Ma no! Un sergente dei LAM non sarebbe certo così sprovveduto! SU, racconta alla Tua Signora cosa ti accadde prima di giungere qui da Me.. Sono certa che sarà un racconto...interessante...-

    ...e non poteva nemmeno sparare troppe balle, perché quella donna conosceva il suo grado, conosceva i LAM, e forse era anche amica di Drusilia -erano entrambe Ufficiali, dopotutto!-; un passo falso, e avrebbe rischiato di mettere nei guai i suoi compagni, di disonorare la sua squadra e la sua gilda, e di gettar fango sulla reputazione di Laputa, già piuttosto bassa nella zona del Possesso delle Macchine! Per non parlare del dispiacere che avrebbe dato a Kalia, perché era sicuro e certo che lo avrebbe saputo.

    Con un movimento fluido, il biondino si alzò in fretta dal pavimento ligneo dove era rimasto inginocchiato, scattando quasi rigido sull’attenti, mentre accompagnava le parole con significativi cenni di assenso col capo.

    « Ma niente...! Sono... caduto! Sì, camminavo, e... sono caduto, giù da un dirupo!
    Da uno dei picchi di Sequerus... sì! Sa, sono proprio... a picco! Molto ripidi. »

    e a piccoli passi, indietreggiò con nonchalance verso la porta che aveva adocchiato
    « Quindi la ringrazio davvero infinitamente per l’aiuto e l’ospitalità, Signor Ufficiale!
    A proposito, ha proprio una bella casa! Però non vorrei disturbare, già! Sento che state per mettervi a tavola, quindi, ecco, sì... io, adesso, andrei... »

     
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  8. Shui Yoe Tu
     
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    Cosa vi era nel biondo ragazzo tanto da indurlo ad abbandonare la calda dimora della Signora? Che, forse, aveva timore di Lei? Che fosse così pietrificato dalla Sua bellezza? Eppure la Dama del Bosco è una fiera pantera che assai con piacere accetta chi L'accarezzi! Ma dove vi sia la fuga, vi sarà l'inseguimento.

    -Come! Te ne va così presto?-

    Con una voce tanto afflitta e bella, la Guardiana aveva messo tutto il Suo desiderio in quella parole, essendo che giammai S'augurava che un caro ospite se ne andasse tanto velocemente e, nondimeno, senza il Suo permesso.
    Ciò detto, ecco che dal pavimento di quella verde stanza si levò una scura zolla di terra, nata per quella assai triste occasione: profumava d'erba, e dell'ottimo odore che il terreno possiede. Ora, come si diceva, questa zolla apparve proprio davanti la porta della camera, e la ricoprì interamente, sicché chiunque avesse voluto uscire, avrebbe prima dovuto sfondare la terra, ma un simile affronto, in casa di un Ufficiale, sarebbe stato assai grave, non è vero?

    -Su, bambino Mio...-
    Gli disse, con un sussurro quasi malefico
    -Parlami di questa "caduta" dai Picchi...Sai, Mi sei sembrato così frettoloso, così...Come dire, vago...-
    Lo sguardo basso, quasi afflitto per ciò che era in procinto di succedere

    image

    -Vuoi davvero essere così frettoloso, così vago, con la Tua Signora?-



    SPOILER (click to view)

    Energie: 100%-10%=90%

    Abilità Passive: già citate

    Tecniche usate:

    CITAZIONE[CENTER]Genesi del suolo

    "La Terra compone Shui Yoe Tu, questa la anima, e di questa l'Essenza si serve nell'esplicazione dei propri poteri..."

    Sia nei deserti, che nei grandi palazzi o nei verdi boschi, sempre la dura terra segue la Guardiana, e serena ne asseconda i giusti comandi. Che si innalzi come zolla, che prenda forma di spuntone o di fiera statua, il terreno potrà essere comandato entro un'area di 15 metri, sì da poteri gestire come meglio aggrada alla Signora, e per aspetto e per grandezza. Invero solo l'acqua, a patto che non sia dell'Essenza, può vincere la Sua terra.


    Consumo: Variabile in base alla dimensione Medio
    Durata: Istantanea
    Specifica: Essendo la terra dura, può fungere altresì da tecnica di difesa fisica, elementale persino, purché non debba difendere dall'acqua, contro la quale è praticamente inefficace.


    [/CENTER]
     
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    Il Nibbio

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    -Come! Te ne va così presto?-

    Sussultò per quella domanda diretta eppur retorica, proferita da una voce bella come il cristallo e altrettanto affilata; così il Nibbio ristette in silenzio al suo cospetto, capace solamente di volgere alla donna tutta l’attenzione degli occhi azzurro cielo, mentre sulle labbra tornava ad aleggiare lo spettro spontaneo e involontario di un sorriso beota.

    « Ehm... Io... Veramente... »

    Si accorse dell’incanto della Guardiana solo una volta che, richiamato dal suono curioso di uno smottamento e dall’odore fresco e umido di humus -un odore che conosceva bene: quanto volte ci si era rotolato da piccolo!-, volse lo sguardo verso la porta... trovandola letteralmente inghiottita dalla terra. Impallidendo, contemplò la parete sigillata con fare incredulo.

    -Su, bambino Mio... Parlami di questa "caduta" dai Picchi... Sai, Mi sei sembrato così frettoloso, così...Come dire, vago... Vuoi davvero essere così frettoloso, così vago, con la Tua Signora?-

    « Beh... ecco... »
    deglutì rumorosamente, spostando il peso del corpo da un piede all’altro
    « Garantisco che è una storia nient’affatto interessante, Signora... »

    Quanto avrebbe desiderato l’arrivo di un Bianco Angelo,
    che lo togliesse da quella situazione!

     
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  10. L'Ordine
     
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    -E chi può dirlo...-
    Gli sorrise serpentina, come fosse una vipera che già pregusti il topo del quale si ciberà
    -Sembra quasi che t...--Yoe?-
    Una voce risuonò al di fuori della stanza, delicata ma chiara e pulita, sicché la Guardiana dovette interrompersi, non senza sbuffare
    -Yoe? Ryusang? State bene?-

    Senza attendere troppo, bussò cercando di aprire la porta, che però restava bloccata dal terreno della Seconda: allora ecco la bianca magia del Primo ancora mostrarsi, e rendere il suo corpo lieve come uno spirito e di tale consistenza: passò attraverso la porta e la terra, e quando fu dall'altra parte, si mise la mani ai fianchi e apostrofò i due:

    -In tavola è pronto, perché non siete venuti?-
    In volto sorrideva, perché aveva visto il giovane aviatore ristabilitosi perfettamente
    -Mi stava dicendo delle cose così...interessanti-
    Non fece in tempo a sorridere maliarda, che subito la bianca voce parlò di nuovo
    -Oh, Yoe cara! Possiamo parlarne a tavola! Venite, su!-

    Così, trottolando giulivo, il Bianco Guardiano passò nuovamente attraverso la terra e la porta (e ancora non si era chiesto come mai fosse lì quell'ostacolo) e si diresse nel salone da pranzo; forse data l'ora, e la giornata, Mitsuki e gli altri erano lontani, od ad allenarsi; e poiché Yoe non aveva dato comando che questi giungessero, al primo sembrò poco educato andare a cercarli e, magari recando loro disturbo.

    Dall'altro lato della stanza, invece, Yoe sorrideva sconfitta, e scuoteva la testa divertita.

    -Hai qualche minuto per inventarti una bugia convincente!-

    Disse, e andò versò la porta coperta di terra per uscire, e questa crepitò e si ruppe al Suo cospetto, e come venne generata dal suolo, così il suolo la accolse nuovamente in sé; la Seconda aprì dunque la maniglia, ma prima di andare oltre, volle dare una scelta al giovane:

    -Oppure puoi dirMi la verità!-

    Dopo qualche passo fuori dalla stanza, fu giusto che aggiungesse ancora qualcosa, onde evitare spiacevoli incidenti od incomprensioni:

    -Ora sei Mio ospite...Non vorrai andartene a stomaco vuoto, no? Yang sarebbe tanto triste, e Io odio vederlo triste, sai?-

    Sorridendo compiaciuta, la Signora continuò il Suo percorso fino al salone da pranzo, sicura che il biondo ragazzo La stesse seguendo; quando infine arrivò, prese posto alla testa di un tavolo di legno, grane e lucido, vivido come la corteccia di forti alberi, e ancora di questi pareva profumare. Nella grande sala erano aperte vetrate, e fiori e piante la decoravano, sicché appariva quasi essere un piccolo giardino, il cui mobilio ancora una volta spaziava fra i toni del verde e del marrone.
    Però una cosa era fuori luogo, una bianca tovaglia che ricopriva il grande tavolo: appariva come neve sui rami, un delicato manto di silenzio, un riposo nella vita di quella sala; era, quella, una delle stoffe di Yang, da lui stesso cucita e ricamata, che teneva nella dimora di Yoe e che utilizzava quando doveva cucinare per Lei.

    Del Guardiano nessuna traccia, se non il rumore di stoviglie ed un profumo delizioso che provenivano da una stanza in fondo al salone; in tavola ancora non vi era nulla, ad eccezione di piatti, posate e bicchieri di cristallo, ed una grande brocca colma di fresca acqua.

    -Eccomi, Mio diletto!-



    SPOILER (click to view)

    Yoe



    Nulla di diverso rispetto al turno precedente

    Yang

    Energie: 100% -10% -10% = 80%

    Passive in uso: Già citate

    Tecniche utilizzate:

    CITAZIONE

    Dispersione

    "...Ma il Potere della Prima Essenza non è solo quello di comandare gli spiriti, bensì quello di Essere spirito..."

    Oltre i confini della materia, dove le spade si infrangono, la Tempesta può passare: per necessità è in grado di mutare il proprio corpo, consacrandosi così agli spiriti che tanto tiene nel cuore; si fa etereo, attraversando così corpi solidi, oltrepassando cancelli, muri e ogni altra cosa che sia d'ostacolo.
    Chi sia in contatto fisico con l'Essenza, pure si farà spirito, e quando cesserà il contatto, la mutazione cesserà.


    N.B.: Utilizzabile solo in scene Gdr e in Quest previo accordo. Chi stia toccando Yang diviene etereo anch'esso, e così chiunque tocchi quest'ultimo, esattamente come una catena; è utile per attraversare difese solide, da soli o in gruppo. Ovviamente se la materia è custodita da magia, l'attraversarla può non essere possibile (questo a discrezione del QM)

    Consumo: Medio
    Durata: Istantanea


    Utilizzata due volte
     
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    Il Nibbio

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    -E chi può dirlo...? Sembra quasi che t...-
    -Yoe? Yoe? Ryusang? State bene?-

    ...e l’angelo della Provvidenza giunse in suo soccorso.
    E -nel vederne il volto armonioso emergere dal bastione di terra evocato dalla padrona di casa- decisamente grande fu per il Nibbio la sorpresa di scoprire che si trattava di un Guardiano custode celeste che già conosceva...

    -In tavola è pronto, perché non siete venuti?-
    -Mi stava dicendo delle cose così...interessanti-
    -Oh, Yoe cara! Possiamo parlarne a tavola! Venite, su!-

    Gli occhi azzurri gli si illuminarono, e le labbra si schiusero boccheggianti mentre il cervello annaspava alla ricerca di qualche preghiera di ringraziamento... ma non ne trovò: in parte perché molti altri interrogativi si affollarono sulle corsie delle sue sinapsi (tipo che ci facesse lì il Comandante Blu, tanto per dirne una), in parte perché la Tempesta sparì -come era apparsa- al di là della porta sepolta.

    -Hai qualche minuto per inventarti una bugia convincente!
    Oppure puoi dirMi la verità!
    -

    La voce della Seconda tornò a focalizzare i pensieri del biondino sul dilemma amletico in cui era ancora -suo malgrado- immerso fino al collo: indispettire l’Ufficiale dell’Ovest con una balla pur di proteggere l’onore degli Aviatori di Laputa? O rispettare il debito di gratitudine contratto per esser stato soccorso, e denunciare l’onta che aveva portato al suo corpo di appartenenza attaccando briga, accettando di finire ai ceppi per aver turbato violentemente la quiete pubblica?

    -Ora sei Mio ospite...Non vorrai andartene a stomaco vuoto, no?
    Yang sarebbe tanto triste, e Io odio vederlo triste, sai?
    -

    La bella incantatrice disfece il suo incantesimo, e sull’onda di quell’ultimo avvertimento la porta si aprì per lasciarla passare; così, sollevato dalla presenza di Yang e rincuorato dalla dimostrazione d’affetto sincero che la silfide marina aveva con le sue parole rivelato, il Nibbio sentì la tensione che lo paralizzava venire meno: si mosse solerte e rilassato nel seguirla, e il suo volto teso si sciolse in un sorriso allegro e luminoso.

    « Non credo esista qualcuno che non lo odierebbe...! »
    commentò disinvolto, affiancando la Signora della Natura
    « Spero che ci sia la torta...! »

    Pervennero a quella che Ryusang -a giudicare dal grosso tavolo di legno dove la donna prese posto- reputò essere la Sala da Pranzo, ed egli rimase in piedi, rimirando la tavola apparecchiata di tutto punto, la tovaglia candida copriva la corteccia, il tintinnare allegro delle stoviglie che riempiva la sala, e il profumo di certe leccornie che conturbava la mente, intrecciandosi alla fragranza di resina e agli effluvi dei fiori.

    -Eccomi, Mio diletto!-

    Un solo commento.

    « WoW...! »

     
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  12. L'Ordine
     
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    -Ryusang, perché sei in piedi? Presto, siediti, altrimenti sarà tutto freddo se tergiversi!-

    La bianca figura emerse sorridente dalla stanza in fondo al salone, marciando d'un passo allegro e soddisfatto; andò a posarsi di fronte alla Signora e fece segno al biondo aviatore di accomodarsi fra loro due, a capo di quel bel tavolo.
    Quando si fosse seduto, allora il Primo avrebbe fatto un nuovo cenno con la mano, invitando qualcuno, o qualcosa ad entrare nella sala: d'improvviso, come sospinti da un vento giocherellone, ecco vassoi, piatti, pentole e quant'altro il tavolo poteva ospitare; un ballo elegante e gioviale, spensierato perfino!

    -Lo so, è poco! Però sono i soli antipasti che sono riuscito a preparare in così poco tempo!-

    Di ogni tipo erano sul tavolo, caldi, freddi, con verdure, con carni, con pesce, e ancora il Primo li definiva pochi! E allora i primi piatti, ed i secondi? Quanto avrebbero mangiato? Poco importava: la Signora aveva un appetito assai robusto, e pure la Tempesta, dal canto suo, amava mangiare quello che preparava, sicché avrebbe assaggiato tutto d'ogni cosa. Solo di Ryusang nessuno conosceva l'appetito, però il Guardiano si ricordava di quando, alla festa di Natale, il ragazzino aveva adorato tutti i dolci, così s'era premunito di fare tutto il possibile per imitare il grande servizio offerto agli aviatori per quell'occasione.

    -Yang! Neanche un po' di vino per la Signora?-
    Sorridendo complice, la Guardiana ben sapeva cosa sarebbe accaduto, di lì a poco
    -oh, sì! Che mancanza, perdonami!-
    Un battito di mani, ed ecco sfilare una nuova brocca, ultima rimasta dell'arredamento in tavola, in due parti divisa, contenente un liquido chiaro ed uno più scuro, simile e sangue
    -Così va meglio, Mio tesoro!-
    Poi lo sguardo tornò su Ryusang, mentre la donna riempiva il proprio bicchiere
    -Cosa stavamo dicendo, giovanotto?-
    -A proposito!-
    Intervenne la Tempesta, mentre serviva da mangiare ai suoi cari compagni
    -Eri ridotto così male quando ti ho trovato! Cosa ti è successo? Ero preoccupato!-

     
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    Il Nibbio

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    -Ryusang, perché sei in piedi? Presto, siediti, altrimenti sarà tutto freddo se tergiversi! –

    La figura familiare, rasserenante e gradita del Primo Guardiano emerse da quella che il Nibbio indovinò essere la cucina, prendendo posto di fronte alla donna ad un’estremità della bella tavolata e facendo cenno all’Aviatore di accomodarsi in mezzo a loro, a capo del desco.

    « Ehm... sì... Gra-grazie... »

    Un po’ rigido per l’imbarazzo che gli suscitava l’onore conferitogli con quella posizione di prestigio, il biondino si avvicinò alla sedia per occuparla -con fare impacciato- come gli era stato detto, e fu in quel momento che il Comandante Blu mosse un cenno di invito all’indirizzo della stanza da cui era appena uscito; come per magia -perché sì, dai, insomma: doveva essere magia per forza!- piatti da portata, pentole e vassoi arrivarono a posizionarsi sul tavolo da soli (!) fluttuando nell’aria nei moti sinuosi di una danza leggera.
    E, di nuovo, Ryusang si ritrovò con la bocca spalancata e gli occhi sfavillanti per la meraviglia.

    -Lo so, è poco! Però sono i soli antipasti che sono riuscito a preparare in così poco tempo!-

    Istintivamente, il ragazzo sollevò una mano per afferrare la prima leccornia a portata di sgrinfie, ma la consapevolezza di trovarsi seduto a tavola in casa di sconosciuti, con un Ufficiale da un parte e un’alta carica della sua Gerarchia Armata dall’altra, lo spinse a sgranchire le dita nel vuoto con nonchalance, fermandosi prima del fattaccio e aspettando -come ricordava vagamente di esser stato educato a fare- la benedizione dei commensali,
    e l’invito a cominciare il pasto.


    -Yang! Neanche un po' di vino per la Signora?-
    -oh, sì! Che mancanza, perdonami!-
    -Così va meglio, Mio tesoro!-

    Gli occhi cerulei del giovanotto si stupirono una volta di più nel vedere galleggiare nell’aria una brocca piena contemporaneamente di due liquidi diversi eppur separati, ma -seppur con un ritardo abnorme, viste le numerose figure da pesce letto fatte fino ad allora- d’un tratto una vocina interiore gli intimò di smetterla di entusiasmarsi per ogni cosa come un bamboccio: era un eroe, ed era un Sergente, ed era a tavola con due persone serie ed importanti...!

    -Cosa stavamo dicendo, giovanotto?-
    -A proposito! Eri ridotto così male quando ti ho trovato! Cosa ti è successo?
    Ero preoccupato!
    -

    « Ehm... Beh... io... »

    Che fare ora? Come poteva guardare negli occhi il Comandante Yang e mentirgli?
    Semplice: non poteva... ma anche spiattellare tutta la verità nascosta sul pasticcio diplomatico che si era convinto di aver combinato, non avrebbe fatto che arrecare un danno ancor maggiore alla LAM e una rogna personale per il buon Guardiano: questioni di quel tipo riguardavano la pubblica relazione tra Presidi, una cosa di cui toccava occuparsi alla Squadra Blu... E l’Ufficiale dell’Ovest era proprio lì, in ascolto.
    Avrebbe chiesto la sua crespa testa dorata su di un piatto da portata...

    « Sono solo... caduto da uno dei picchi di Sequerus... »

    Visibilmente a disagio, il giovane abbassò gli occhi, imbronciandosi,
    e ripeté la stessa scusa escogitata anche prima, per mantenere unica la sua versione dei fatti.


    « Mi dispiace che vi siate preoccupati... »
    aggiunse; in fondo, era la Verità

     
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  14. L'Ordine
     
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    -Io non sono certo preoccupata!-
    Sbottò la Signora, indispettita da tutto quel miele, mentre il Primo L'osservava quasi divertito
    -Sei grande e grosso e fai parte dei LAM, non crederai che Io ti veda come una nullità?-
    Continuò, mentre beveva il primo sorso di vino e Yang sorrideva alla boria della Guardiana, poi sgranò gli occhi, come avesse scoperto qualcosa di importante
    -Che maniere! Vi ho servito ma ancor non si è dato inizio al pasto!-
    La Dama sospirò, rassegnata alle manie della Tempesta, alzò il bicchiere e pronunciò un compiaciuto comando
    -Che si mangi, finalmente! Questa è la Volontà della Signora del Bosco!-

    Così, mentre entrambe le Essenze iniziavano a mangiare ciò che Yang aveva cucinato, ecco che la Seconda riprese il suo discorso, nonostante il Primo apparisse più cauto, forse leggendo qualcosa in Ryusang, qualcosa che non si spiegava ancora:

    -Sei caduto dai Picchi, dici? E nessuno ti ha raccolto prima di Yang? Soprattutto, nessuno si è accorto di nulla? Ma soprattutto, dimMi, piccolo aviatore, come hai fatto a sopravvivere a una simile caduta? Anzi, a spingerti fino alle soglie del bosco di Undarm?-
    Al che lo Splendore intervenne, più avveduto
    -Yoe, non credi di esagerare con le domande? In fondo si è appena rimesso da brutte ferite! Non credo voglia evocare ricordi troppo dolorosi! Certo ero preoccupato quando lo vidi, ma ora è in forma e non vi è ragione di essere ancora tristi!-
    Capricciosa e insoddisfatta, la bella Signora replicò, quasi dimentica dell'ospite
    -Nei Miei territori ho il diritto ed il dovere di interrogare chi entra in questa casa!-

    Bevve un altro sorso e si rivolse a Ryusang, con uno sguardo incantato e magnetico, foglie fresche e belle i suoi occhi, e la bocca una rosa appena colta tanto la morbidezza; sulla lingua un nettare dolce, e nel cuore un'amazzone:

    -Capisci, dolce biondino, che non posso congedarti se non Mi assicuri risposte degne di tale nome...Un viaggiatore ha sempre storie da raccontare, non è vero? Ebbene, desidero ascoltare la tua storia, bambino Mio...-

    Quelle ultime parole furono pronunciate con una tale sensualità che quasi parlavano d'incesto, o d'un cupido desiderio che s'agitava nelle profondità della Dama: era curiosa, e a buon diritto, credeva, sicché, poté cambiare il modo di porsi, ma non l'obiettivo che S'era prefissata. Dal canto suo, Yang aveva sorriso tutto il tempo, d'una serenità indicibile tanto grande e lieta che pareva rallegrare e calmare i cuori di tutti; nondimeno, il pasto e la tavola adesso s'erano fatti ancora più belli di prima, esattamente da quando il Primo si sedette con loro: quasi splendevano. Così, mentre aveva iniziato a servire altri antipasti, qualcosa l'aggiunse pure:

    -Vedi, Ryusang, Yoe vuole che gli altri si aprano a Lei, perché non bisogna temere nulla dalla mia cara compagna! Purché Le si parli con il rispetto che per Ella sia giusto, nessuno può sbagliare! Avanti, esaudisci il Suo desiderio, per favore! Se questo per te non è troppo doloroso, ovviamente!-
    Sorrise compiaciuta, la Signora, e volle sì ringraziare il Guardiano per il suo bianco appoggio
    -Yang dice il vero, Ryusang caro...Non devi avere paura della Tua Signora!-

    Da fiera leonessa e dolce gattina, la natura della Seconda era così mutevole che neppure gli altri Guardiani potevano capire come effettivamente cambiasse, né per quanto tempo restasse in un determinato modo. Tuttavia da loro era adorata, e questo bastava a soddisfarLa.

     
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    Il Nibbio

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    -Io non sono certo preoccupata!
    Sei grande e grosso e fai parte dei LAM, non crederai che Io ti veda come una nullità?
    -
    -Che maniere! Vi ho servito ma ancor non si è dato inizio al pasto!-
    -Che si mangi, finalmente! Questa è la Volontà della Signora del Bosco!-

    Il Nibbio seguì con costipata attenzione e fiato sospeso lo scambio di battute messo in opera dai suoi due commensali, saettando le iridi azzurro cielo dall’una all’altro e poi di nuovo alla donna dagli occhi di foglia, notando -senza stupirsene- il broncio piccato che ora l’animava di astio.

    Lui non era certo un esperto dell’universo femminile, ma quell’ostilità sotterranea gli ricordò gli atteggiamenti acidi e pungenti che alcune smorfiose gli mostravano a Miséricorde nei tempi dell’infanzia, quando manteneva con loro i suoi segreti da eroe o non permetteva loro di violare i confini dei suoi fortini conquistati nelle simulazioni di epiche battaglie.

    Eh sì... doveva essersi offesa con lui... E questa proprio non ci voleva.

    -Sei caduto dai Picchi, dici? E nessuno ti ha raccolto prima di Yang? Soprattutto, nessuno si è accorto di nulla? Ma soprattutto, dimMi, piccolo aviatore, come hai fatto a sopravvivere a una simile caduta? Anzi, a spingerti fino alle soglie del bosco di Undarm?-

    « Beh... non saprei... »
    esordì diplomaticamente, continuando a fissare le portate
    « ...credo di aver perso i sensi prima di atterrare... »

    -Yoe, non credi di esagerare con le domande? In fondo si è appena rimesso da brutte ferite! Non credo voglia evocare ricordi troppo dolorosi! Certo ero preoccupato quando lo vidi, ma ora è in forma e non vi è ragione di essere ancora tristi!-
    -Nei Miei territori ho il diritto ed il dovere di interrogare chi entra in questa casa!-

    Se avesse potuto, in quel momento Ryusang si sarebbe fatto piccolo piccolo.
    Non potendolo fare, si limitò a trattenere il fiato, serrare le mani sulle ginocchia, e incollare lo sguardo sulla trama della tovaglia tra il suo piatto e il limite del tavolo, immobilizzandosi come un leprotto nell’erba alta.


    -Capisci, dolce biondino, che non posso congedarti se non Mi assicuri risposte degne di tale nome...Un viaggiatore ha sempre storie da raccontare, non è vero? Ebbene, desidero ascoltare la tua storia, bambino Mio...-

    Quella voce suadente lo spinse ad alzare gli occhi cerulei sul volto da favola della silfide, e quel cambio di registro nel suo comportamento lo prese -piacevolmente- in contropiede... ma non del tutto alla sprovvista: anche le bambine di Miséricorde talvolta adottavano quella strategia, ed essa era decisamente più pressante dell’altra quando si trattava di spingerlo a capitolare.
    Boccheggiò di nuovo come uno stoccafisso, con sulle labbra un sorriso ebete.

    « Uh... Ah... Ehm... »

    -Vedi, Ryusang, Yoe vuole che gli altri si aprano a Lei, perché non bisogna temere nulla dalla mia cara compagna! Purché Le si parli con il rispetto che per Ella sia giusto, nessuno può sbagliare! Avanti, esaudisci il Suo desiderio, per favore! Se questo per te non è troppo doloroso, ovviamente!-
    -Yang dice il vero, Ryusang caro...Non devi avere paura della Tua Signora!-

    Di nuovo passò lo sguardo dall’uno all’altra, poi tornò a fissare il piatto vuoto; allora, dette in un sospiro, e le iridi azzurre di limpido cielo scoccarono un’occhiata supplice alla Gelida Tempesta.

    « Io... non so se è il caso... »
    mormorò come un bambino sotto interrogatorio
    « E’ una cosa che riguarda la Gilda... »

    Inesatto, in realtà... ma, nella sua ottica,
    quella non era affatto una bugia.

     
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25 replies since 14/4/2011, 00:56   258 views
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