[CSV] Inspection

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  1. Rekishi Naku
     
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    ATTO I
    «Inspection»


    Narrato
    «Parlato di Rekishi»

    Misericorde: Nido degli Angeli

    Dipenderai meno dal futuro se avrai in pugno il presente. (Seneca)

    Mettere le mani avanti. Nessun Cantore si poteva permettere il lusso di vivere alla giornata perchè il futuro era dietro l'angolo. Inseguire la Storia poteva diventare un compito troppo arduo se non si spianava la strada alle possibili conseguenze. Prevedere e tenersi il maggior numero di porte aperte era la base di ogni Storico che voleva fregiasi di tale titolo. Dunque cosa meglio rappresentava il nuovo giro della Ruota se non i bambini? Innumerevoli leggende parlavano di predestinati, di eroi nati per combattere le tenebre o per portare il mondo nel caos.

    Proprio per questo motivo Rekishi aveva lasciato Palanthas per recarsi a Misericorde, lì dove vi era la più alta concentrazione di popolazione. I quartieri popolari a nord-ovest non solo erano dimora dei cittadini di Istvan ma offrivano dei letti agli orfani che la Dama radunava. Era quasi inconcepibile per il Cantore tutta questa benevolenza verso sconosciuti. I luoghi dove spesso si trovavano bambini senza genitori non erano nient'altro che sporchi ghetti, lontano dalla città vera e propria che preferiva rimanere 'immacolata'. A ciò si aggiungevano spesso traffici di organi o mercati per la vendita dei giovani come schiavi o passatempi per una notte.

    Si era vestito in modo non troppo appariscente. Non era saggio mostrarsi opulente verso chi magari poteva considerare la ricchezza come qualcosa di negativo. Una camicia bianca, un mantello rosso scuro ed un paio di braghe grigie fumo con stivali risvoltati alla caviglia. Niente sfarzo eppure si era premunito di portare dei doni. Nella destra – l'unica mano libera visto che l'altra serviva a tenere Requiem – stringeva una busta con dolciumi assortiti. In fondo ai bambini piacevano sempre i dolci.

    Dietro le lenti scorse finalmente l'ingresso di un ampio cortile. Da qualche parte bisognava pur cominciare.
     
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  2. -Arco Voltaico-
     
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    -SPECIAL GUEST-


    Di tutte le incombenze che gli erano toccate dal suo arrivo su Endlos, ben poche gli davano maggior benessere che il ruolo di Precettore di Misericorde: certo, per lui che era cultore dell'arte musicale, nonchè valente musicista, il titolo di Saggio di Symphonia era l'apice di ogni sua ispirazione.

    Eppure, per quanto l'attività di Saggio fosse gratificante, vi era una sfumatura di piacere nell'occuparsi dei giovani virgulti di Istvàn... Poter osservare quelle pianticine crescere, godere dei loro sguardi per i quali tutto era nuovo... Beh, non aveva prezzo.

    Il mondo nascondeva innumerevoli meraviglie, e mostrarle a quei bambini, vederli stupirsi, lo facevano sentire sereno, semplice, in pace con il Tutto. Adorava parlare e giocare con loro, aiutare ognuno di loro nelle proprie inclinazioni, vederli crescere e realizzarsi in quel grande mondo, e trovare la loro strada.

    Erano tutti un po' speciali per loro: a metà tra un padre amorevole, un fratello maggiore giocoso, ed uno zio simpatico, dedicava a loro ogni ora libera... Anche fuori dall'orario scolastico.
    Ognuno aveva tante piccole sfaccettature, attitudini, capacità, emozioni. Ognuno era speciale e unico. Lui li avrebbe aiutati a sbocciare, tutti.

    Molti avevano un passato poco piacevole alle spalle. Ma l'Est accoglieva tutti, anche coloro che avevano perso i genitori. Anche i pargoli di razze bistrattate. Anche fanciulli considerati mostri da tutti, perchè dotati di facoltà o poteri inconsueti. Per questo Percival insegnava loro a conoscere il mondo, ma anche e soprattutto sè stessi.

    Ed ogni volta, non poteva fare a meno di chiedersi cosa sarebbero divenuti quei germogli, una volta sbocciati.

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    Nel cortile dell'istituto dove era di turno quel pomeriggio, osservava i suoi piccoli con sguardo da mamma chioccia: era un momento di libertà dalle lezioni, e mentre certi giocavano e correvano qua e là, alcuni erano attorno a lui, desiderosi di ascoltare una delle sue tante storie.

    - ... E a quel punto la Dama... -

    S'interruppe, vagamente incuriosito: una figura a lui ignota era giunta alla soglia del cortile: Percival gli venne incontro giovialmente, mentre gli abiti candidi frusciavano al vento, incorniciati dal semplice manto, azzurro come il cielo terso.

    - Buongiorno, Signore! -

    Gli disse con un'affabilità inconsueta, per qualcuno che nemmeno si conosce. Evidentemente le visite ai fanciulli non erano poi così inconsuete. Subito dopo, un coro di voci bianche gli fece eco all'unisono, innalzando un Buongiorno, signore! piuttosto allegro e giocoso.
    Il Bardo chinò la testa dinanzi a quell'uomo abbigliato in sobria maniera, in un cenno di ulteriore saluto, e divertimento per il coretto dei suoi pargoletti.

    - Mi presento: Sono Percival Van Larhalt, il Precettore di questi fanciulli! Come posso... -

    S'interruppe il Pifferaio, mentre una palla volava nell'aria colpendolo buffamente alla nuca, e piegandogli la testa in avanti in modo fin troppo esagerato. Si trattenne, per contegno nei confronti dell'ospite, dallo scoppiare a ridere... Ma non potè fare a meno di sorridere, prima di proseguire.

    - Come posso esserVi utile, gentile signore? -

     
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  3. Rekishi Naku
     
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    ATTO II
    «Inspection»


    Narrato
    «Parlato di Rekishi»

    Misericorde: Nido degli Angeli

    Sfilò gli occhiali e proseguì nel cortile interno. Risate, schiamazzi e pianti vennero prontamente isolati e cancellati dalla mente per un'analisi efficace del luogo. Una matassa di fili grigi si intrecciava, animata dalla giovane vita. Quanto rosso e blu vi avrebbe scorto?

    Qualcuno però si avvicinava, dai capelli biondi e dal sorriso scolpito sul volto. Un insegnante forse, ma la Storia vi aveva scorto un discreto potenziale.

    «Rekishi Naku, Cantore della Storia, Saggio Custode della Via dei Mondi: Sophia. Che fosse una città piena di potenziale era ben noto, ma che addirittura un Precettore come voi potesse avere tratti tipici di un eroe devo dire che mi stupisce, aggiunge Rekishi lentamente.»

    Porse in avanti il braccio destro e la busta oscillò leggermente.

    «Porto questi. Ho sentito che i dolci sono sempre ben graditi ai giovani e volevo cogliere l'occasione per visitare il posto. E' concesso?»
     
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  4. -Arco Voltaico-
     
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    -CANDY MAN-


    «Rekishi Naku, Cantore della Storia, Saggio Custode della Via dei Mondi: Sophia. Che fosse una città piena di potenziale era ben noto, ma che addirittura un Precettore come voi potesse avere tratti tipici di un eroe devo dire che mi stupisce, aggiunge Rekishi lentamente.»

    Per un istante, gli occhi dal sottile sorriso s'aprirono di rinnovata sorpresa, giacchè colui che aveva dinanzi era a lui pari in lignaggio, anch'egli figlio della Conoscenza che in Palanthas dimorava. Ben pochi conosceva, fra i Saggi, e tanto era preso dai propri compiti, che mai s'era prodigato nel rimediare alla lacuna.
    Ed ora, senza preavviso alcuno, il Destino (e non quello Incarnato!), gli poneva dinanzi nientemeno che il Custode di Sophia.

    - Le vostre parole gentili mi confondono, Sir Naku! Sono lieto di fare la Vostra conoscenza, raramente ho udito un Suono del Cuore come il vostro. E oggi è un giorno di letizia ancor più grande, perchè due Vie si intrecciano: di Symphonia sono infatti il Custode, e la Musica è la mia Via! ♬ -

    Concluse, melodico e sorridente come i bambini che gli stavano attorno, incuriositi dal visitatore e dal misteriosissimo sacchetto che portava con sè.


    «Porto questi. Ho sentito che i dolci sono sempre ben graditi ai giovani e volevo cogliere l'occasione per visitare il posto. E' concesso?»


    Addocchiato il sacchetto di dolciumi e caramelle, il Bardo guardò per qualche istante i visi dei fanciullini, divenuti speranzosi: gli occhioni umidi e supplicanti dimostravano l'unanimità del desiderio. Allora disse, ridacchiando:

    - Non dovevate disturbarvi, Sir! Siete davvero troppo gentile! Come posso ricambiare la Vostra cortesia? Davvero vi accontentereste di una visita a questo istituto? Se davvero è così, sarà un onore farvi da Cicerone!-

    Dopodichè dal nutrito gruppo di bambini si alzò un ringraziamento corale, fatto di vocine trepidanti per l'attesa, ed entusiasmo a stento trattenuto. E a dir la verità, anche Percy stava sentendo un certo languorino, ed un dolcetto non gli sarebbe certo spiaciuto!

    - Questo istituto è un posto speciale, come anche i bambini che vivono fra queste mura... -

    Disse, a metà fra l'esordio, ed il pensiero fra sè e sè. Con la mano accarezzava la capigliatura dorata di una bimba che gli si era affiancata, tutta boccoli e occhioni azzurri. Ben poca differenza c'era tra quei sorrisi infantili, e quello del Saggio di Symphonia.

     
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  5. Rekishi Naku
     
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    ATTO III
    «Inspection»


    Narrato
    «Parlato di Rekishi»

    Misericorde: Nido degli Angeli

    «Oh. Il Custode di Symphonia. Non è un caso che i fili mi abbiano mostrato la vostra importanza nel Disegno. Perdonate la scortesia nel non avervi riconosciuto...»

    Abbozzò un leggero inchino. Più di routine che altro.

    «Devo dire che il tutto mi ha notevolmente stupito, risponde Rekishi con curiosità. Da che piano è piano gli orfanotrofi sono stati posti spiacevoli dove il risentimento e l'odio regnano sovrani. Edifici squallidi, spesso cadenti, dove i bambini vengono trattati come merci da vendere. Stipati in stanzoni, nutriti il minimo necessario e poi dati al miglior offerente senza alcuna speranza per il loro futuro. Qui invece vi è esattamente l'opposto. Studiare un fenomeno del genere è...interessante.»

    Concluse tutto d'un fiato la sua spiegazione. Non era un tipo da perdere fin troppo tempo in chiacchiere, tuttavia la parola 'speciale', pronunciata da Percival, meritava un approfondimento.

    «Speciali dite.»

    Lo sguardo passò per un attimo sulla bambina in modo da studiarne la trama.

    «Questi bambini non mi sembrano aver nulla di speciale...oh. Perdonate di nuovo. Nulla di speciale per quanto riguarda il mio ramo, ovviamente.»
     
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  6. -Arco Voltaico-
     
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    -GIFTED CHILDREN-


    «Oh. Il Custode di Symphonia. Non è un caso che i fili mi abbiano mostrato la vostra importanza nel Disegno. Perdonate la scortesia nel non avervi riconosciuto...»

    All'inchino abbozzato, Percival replicò con un gesto leggero della mano, quasi per schernir sè stesso. Si grattò la nuca, quasi imbarazzato puerilmente per le scuse non dovute del Saggio suo pari.

    - Non v'è nulla di cui scusarsi, Sir. Piuttosto, è stata la mia mia presentazione ad essere lacunosa. -

    «Devo dire che il tutto mi ha notevolmente stupito, risponde Rekishi con curiosità. Da che piano è piano gli orfanotrofi sono stati posti spiacevoli dove il risentimento e l'odio regnano sovrani. Edifici squallidi, spesso cadenti, dove i bambini vengono trattati come merci da vendere. Stipati in stanzoni, nutriti il minimo necessario e poi dati al miglior offerente senza alcuna speranza per il loro futuro. Qui invece vi è esattamente l'opposto. Studiare un fenomeno del genere è...interessante.»

    Percival annuì gravemente, il volto improvvisamente rabbuiato dalle parole di Rekishi: ben conosceva la verità di quelle sue parole, così come il destino infausto che toccava coloro che, nel Multiverso, avevano perduto genitori e casa. V'era un che candido nel modo in cui il Bardo pareva partecipe delle sofferenze altrui, un modo che aveva il potere di spegnere il sorriso che solitamente adornava quelle sue labbra.

    «Speciali dite.»

    Vide l'occhio dello studioso soffermarsi su una degli infanti: quasi in un sospiro, debolmente le nuvole che incupivano il Bardo, lentamente si dissolsero, piano piano. Speciali, già. Non avrebbe potuto dire altrimenti, per quanto il termine fosse banale e retorico.

    «Questi bambini non mi sembrano aver nulla di speciale...oh. Perdonate di nuovo. Nulla di speciale per quanto riguarda il mio ramo, ovviamente.»

    - Non crucciatevi, Sir. Almeno fra noi Saggi, non c'è bisogno di misurare e soppesare le parole, non credete? -

    Ridacchiò piano: in fondo, dopo aver avuto a che fare con il Destino in persona, si diveniva piuttosto versati nell'arte di ben interpretare i modi altrui d'esprimersi.

    - Tutti i bambini di cui mi occupo, sono speciali. Ognuno è così pieno di sfaccettature, di gusti, di piccole abilità, di predisposizioni. Sono come dei piccoli Mondi. Sono semi che in potenza potrebbero divenire tutto ed il contrario di tutto...Anche se qualcuno di nostra conoscenza direbbe che tutto ciò è già nel loro Destino. -

    Disse, schioccando giocosamente la lingua al palato. Poi si sentì in dovere.

    - Questi bambini, comunque, sono particolarmente speciali: ognuno di loro manifesta una qualche dote, o mostra i segni di un qualche potere. Magico, psionico, o di natura ancor diversa. Alcuni sono stati abbandonati per questo motivo: considerati mostri, oppure usati per scopi crudeli. Io e gli altri Precettori cerchiamo di dar loro un po' di normalità, e insegniamo loro a convivere con le loro capacità, ad accettarsi e magari, un giorno, aiutare quei mondi che li avevano rifiutati... -

     
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  7. Rekishi Naku
     
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    ATTO IV
    «Inspection»


    Narrato
    «Parlato di Rekishi»

    Misericorde: Nido degli Angeli


    Destino. Sapeva bene a chi Percival si stava riferendo. Destino o Storia che fosse niente era effettivamente certo. I Fili potevano essere spostati da una mano salda, senza contare come gli Eroi riuscissero a manipolare l'intera Trama con la loro stessa presenza.

    «Lodevole. Ma davvero pensate di poter tener saldi i loro Fili? Se sono destinati a divenire Eroi allora sono stati creati per distorcere la Trama della Storia e dubito possiate impedire questo fatto. Compieranno grandi imprese, cambieranno l'esito dei mondi e trionferanno per divenire leggenda...o moriranno dimenticati da tutti. Vi consiglio di non sottovalutare la questione...arginare la Ruota dubito rientri nelle vostre possibilità...per ora.»

    In ogni caso le parole del Saggio confermavano la presenza di 'giovani talenti' e di certo non poteva lasciarseli sfuggire.

    «Sarei curioso di vedere quelli che voi potreste definire più...promettenti. Uno dei miei compiti è anche quello di osservare la storia e gli Eroi ne sono il Fulcro. Ma intanto proseguiamo con la visita. Non ho fretta, conclude Rekishi con un sorriso.»
     
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  8. Barone Mirtillo
     
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    -FLOWER POWER-



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    «Lodevole. Ma davvero pensate di poter tener saldi i loro Fili? Se sono destinati a divenire Eroi allora sono stati creati per distorcere la Trama della Storia e dubito possiate impedire questo fatto. Compieranno grandi imprese, cambieranno l'esito dei mondi e trionferanno per divenire leggenda...o moriranno dimenticati da tutti. Vi consiglio di non sottovalutare la questione...arginare la Ruota dubito rientri nelle vostre possibilità...per ora.»


    Percival prese a camminare, anticipando di un paio di passi il compare Saggio: di tanto in tanto annuiva, dandogli le spalle, altre volte voltava il capo, e mostrava un sorriso di sbieco, tanto neutro quanto spontaneo.
    Non che non amasse disquisire di filosofia o massimi sistemi, tanto più con un interlocutore così colto...Ma fra quelle mura Percy era solo uno dei tanti Precettori, e l'unica cosa che contava per lui era crescerli ed educarli...Cosa avrebbe riservato loro il Destino o la Storia, non lo riguardava, infondo. Doveva solo prepararli all'incontro con essi.

    «Sarei curioso di vedere quelli che voi potreste definire più...promettenti. Uno dei miei compiti è anche quello di osservare la storia e gli Eroi ne sono il Fulcro. Ma intanto proseguiamo con la visita. Non ho fretta, conclude Rekishi con un sorriso.»

    Promettenti? Ardua scelta. Per lui quei bimbi erano come figlioli, o fratellini amorevoli: chiedergli di scegliere fra loro, gli risultava quasi impensabile: Percival li conosceva tutti, uno per uno. Tutti avevano talenti, anche quelli che apparentemente erano più apatici o anonimi: la gente non capiva quando lui parlava dei suoi allieve, dei talenti nascosti che tutti celavano. La gente non capiva, ma in fondo non era importante.

    Già, perchè scegliere? Decise di limitarsi a camminare per i corridoi, avventurandosi per le stanze del complesso. Coloro a cui il Fato avrebbe condotto i due Saggi, sarebbero stati i più promettenti. In fondo, tutto accade per una ragione, no?

    Non passarono che pochi istanti, prima che una bambina uscisse da quella che sembrava una sala comune: bionda, con due occhioni azzurri e due trecce sbarazzine domate da due nastrini rossi. Tra le mani stringeva un piccolo vaso, ricolmo di terriccio.

    - Ciao, Lily! -

    La bimba lo guardò, vagamente insicura, le labbra timidamente arricciate. Diede un piccolo sguardo di sfuggita a Rekishi, ma poi prese a ciondolare un piedino e a fissare il pavimento. Percy decise di rincuorarla.

    - Lui è il signor Rekishi Naku, un amico mio e del signor Amarth! Non devi essere timida! -

    Le sussurrò piano, piegandosi sulle ginocchia. La bambina non diede segni di cambiamento, ma quando alzò infine lo sguardo su Rekishi, la timidezza ebbe la meglio. Dal vaso sbocciò una pianta, istantaneamente; una pianta fiorita, ricolma di boccioli smeraldini, rossi, e azzurri. I fiori, quasi a farle da scudo, le permisero di nascondersi.

    - E' una bellissima pianta, piccola Lily. Ma non devi aver paura...Su, ora posa il vaso! -

    Le sussurrò nuovamente. Poi s'alzò, mentre la piccola Lily posava diligentemente il vaso a terra. Finalmente riuscì a guardare in faccia Rekishi, ma solo dopo essersi aggrappata e nascosta dietro le gambe del malcapitato Percival.


    - Vi chiedo scusa, Sir Rekishi...Lily è molto sensibile e timida. D'altro canto la sua empatia è talmente marcata, da riuscire a far breccia nei cuori dei fiori, oltre che in quelli degli uomini. -


    Spiegò il Precettore a Rekishi: non sapeva se ciò, nella scala di pensiero dello Storico, potesse essere classificato come promettente...Ma certamente a Percy piaceva quel dono, quella specialità.

     
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  9. Rekishi Naku
     
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    ATTO V
    «Inspection»

    Narrato
    «Parlato di Rekishi»

    Misericorde: Nido degli Angeli


    Era difficile capire dove l'insegnante voleva portarlo vista l'intricata quantità di corridoi e stanze che Misericorde poteva vantare. Senza alcun dubbio la struttura più grande per gli orfani che Rekishi avesse mai visto e probabilmente quella con il maggior numero di futuri eroi che si potesse desiderare.

    La Ruota volle che per prima incontrassero una bambina bionda con in mano un vaso di terriccio. Timida, ma non per questo poco dotata. Una pianta multicolore prese vita con lo scopo di separare la fanciulla ed il Cantore; una capacità interessante ma che necessitava una maggiore conoscenza.

    Percival la chiamava empatia: riuscire ad entrare in comunione con il cuore degli esseri viventi, compresi i vegetali stessi. Il Fato agiva davvero con un perizia sorprendente. Tutt'ora, dopo decenni di lavoro nel seguire la Storia, Rekishi non poteva fare a meno di sorprendersi su come gli eventi sembravano collocarsi perfettamente nei momenti in cui meno li si aspettava.

    Che la risposta ad uno dei suoi dubbi fosse proprio quella bambina?

    Con un cenno dell'indice Epitaffio smise di scrivere e si accasciò sul libro. Non ci volle che qualche istante per strappare una pagina di Requiem senza che presentasse un minimo segno di rottura. La pergamena sussultò, poi si piegò per formare l'origami di una rosa ed adagiarsi sul palmo dell'uomo.

    «Percival dice che sei brava ad entrare nel cuore della gente, rimarca Rekishi con un sorriso.»

    Le porse il dono appena creato. Forse la sua voce ed il suo volto potevano spaventare ma sperava che la cupidigia infantile la facesse da padrone.

    «Un regalo in cambio di una prova del tuo potere. Che ne dici di provare la tua empatia su di me, domanda Rekishi.»
     
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  10. Barone Mirtillo
     
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    - HEARTLESS? -

    Una pagina strappata, senza sforzo alcuna, senza stortura alcuna. Niente sbavatura, nemmeno nei gesti più piccoli. E poi una nascita: un origami roseo, un dono floreale dal cuore cartaceo, un piccolo gioiello di arte improvvisati, ma non per questo meno gradito.

    Persino Lily, che ogni giorni viveva fra bambini che come lei mostravano doni straordinari, rimase affascinata, gli occhioni da cerbiattina spalancati, in una scintilla di desiderio puerile che accomuna tutti i fanciulli.

    «Percival dice che sei brava ad entrare nel cuore della gente, rimarca Rekishi con un sorriso.»

    Era ancora vagamente incerta: il dono le pareva allettante, ed il suo Precettore le sorrideva, quasi a rassicurarla dinanzi all'aspetto austero di Sir Rekishi.

    «Un regalo in cambio di una prova del tuo potere. Che ne dici di provare la tua empatia su di me, domanda Rekishi.»

    Percival annuì: la piccola sentiva di potersi fidare, proprio perchè grazie all'Empatia era in grado di percepire la fiducia del proprio Precettore preferito. Timidamente, gli annuì, per poi fare un passetto indietro.

    Fra le mani stringeva ancora il vaso floreale, mentre socchiudeva gli occhio, serrando le palpebre come aveva imparato a fare per concentrarsi più efficacemente. Immerse il proprio cuore tra i fili della trama della realtà, quasi nuotando nel mare di pensieri ed emozioni che vivevano di vita propria fra quelle mura.

    Perse la concentrazione un paio di volte, tesa per quella sorta di test. Ma Percival, poteva sentirlo, le era accanto col suo cuore caldo. Riprovò.

    - Io...Ehm...Io non... -

    Mormorò flebilmente: per quanto si sforzasse, non riusciva a sentire nulla: era come se tutt'a un tratto fosse divenuta sorda alle voci del cuore...Eppure udiva ancora chiaramente le voci del Precettore, e quella del suo amato fiore. Tendeva la sua Empatia, intrecciava i fili attorno a Sir Rekishi...Ma da un lato sentiva che lui le sfuggiva, scivolava via, lontano dalle sue percezioni..:E dall'altro sentiva che quel suo cuore era comunque muto, privo di ogni voce.

    - Io...non...Non sento... -

    Disse, con voce ancora più bassa: confusa visibilmente. Delusa, perchè temeva di aver deluso le aspettative del maestro e del suo ospite, che con lei era stato così gentile...Gli occhi le si inumidirono, quasi sull'orlo del pianto, mentre il petto respirava più in fretta, pronto al singhiozzo.

     
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  11. Rekishi Naku
     
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    ATTO VI
    «Inspection»

    Narrato
    «Parlato di Rekishi»

    Misericorde: Nido degli Angeli


    Speranze. Senza rendersene conto una parte di lui continua ad aggrapparsi al suo passato, alla volontà di ritornare ciò che era un tempo e che ora stava scomparendo anche dai ricordi. Non era poi così strano affidarsi alla casualità della Storia, ad una bambina con un potere talmente appropriato da poter quasi parlare di 'destino'.

    Nulla.
    Nulla.


    Tutto era rimasto come prima, ogni desiderio veniva ricacciato nuovamente nel profondo dell'animo. Per una persona sarebbe stato un fallimento, per il Cantore un segno che i tempi non erano ancora maturi. Avrebbe atteso pazientemente, anche fino alla fine di tutti i mondi.

    «Non importa.» esordì senza alcuna traccia di amarezza. Senza alcuna traccia di qualunque emozione.

    «Ciò che ti impedisce di raggiungermi è stato fatto da un'entità fin troppo potente. Non è colpa tua, le spiega Rekishi sorridendole.»

    Avrebbe provato ad arruffarle i capelli se gli avesse permesso un minimo contatto fisico.

    «Eppure, se ti impegnerai sono certo che riuscirai prima o poi ad infrangere questa barriera. Attenderò quel giorno, Lily, attenderò quando farai fiorire i tuoi sei petali.»

    Si alzò, riacquistando di un colpo l'aspetto formale che aveva tralasciato per discutere con la bambina. Incrociò lo sguardo del maestro per un attimo, poi si spostò in direzione di una delle finestre del corridoio dove stava appoggiato un ragazzo. Poco più grande della fanciulla stava fissando con una smorfia la strana coppia di Saggi.

    «E lui, chiede Rekishi con curiosità.»
     
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