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Vivi Orunitia.
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L'incubo della guerra e della pace, sangue che scorre per l'una e per l'altra, inesorabile quando si parla di Endlos o di un qualunque altro pianeta cui le forme di vita siano degli Umanoidi senzienti. Egli nacque come mortale macchina da guerra, come Mago nero fantoccio appartenente ad una qualche congrega di rivoluzionari. Nacque per mano dell'uomo, non di Dio nè di madre natura o quello in cui credete. Non era nient'altro che nebbia, sottile, fastidiosa, cupa.
Eppure aveva quello che gli umani chiamano "cuore" o "anima". Mostrava dei sentimenti ambigui a quegli degli altri Maghi neri, e per questo era scappato dal luogo dove era stato generato. Da diversi anni vagava per le lande di Endlos in cerca di una qualche risposta alla sua esistenza, o semplicemente in cerca di una casa e di una famiglia.
Da diversi giorni, questo strano bambino girava per Najaza. Era nero in viso, di un nero che ricorda i vuoti più profondi e vasti, e in questo vuoto due soli gialli, intensi e luminosi, due occhi particolari. Questo si nascondeva sotto un enorme cappello a punta, come quello di Merlino, da mago. Era vestito in modo molto particolare, forse anche un pò troppo pesante per la stagione.
Camminando nel borgo, urtò un umano. Questo nemmeno si accorse della sua presenza, e come sempre. La gente, nonostante la stranezza del suo viso e dei suoi vestiti, solitamente non gli dava importanza. Non aveva per niente le fattezze di una minaccia. Vivi infatti era grande come un bambino di 6 anni, ma fin dalla sua "nascita" era di quelle dimensioni, e sospettava che non sarebbe mai cresciuto più di così (in cuor suo, già conosceva la risposta).
Si ritrovò dunque nella polvere, con lo sguardo rivolto al cielo di Najaza, con poche nuvole e molta luce. Tirandosi su, si accomodò l'enorme copricapo e si diede una rapida pulita dalla polvere che impregnava tutti i vestiti. Era la prima volta che visitava il presidio del Nord e quella città. A Vivi piaceva viaggiare ed il teatro, e inoltre doveva trovare informazioni su se stesso e sugli incantesimi che l'hanno generato. Cercava biblioteche, negozi magici e magari delle carovane di teatranti. Ma in quei giorni, aveva solo trovato degli umani poco disposti a starlo ad ascoltare, mercanti e delle informazioni riguardo ad un'enorme biblioteca che si trovava sull'Obelisco della spina. Continuava a vagare per il borgo, alla ricerca di ulteriori informazioni. Di tanto in tanto fermava la gente, chiedendo informazioni sulle strade della città e sull'obelisco, evitando i brutti ceffi che gli si presentavano.
"S-scusate...Cerco l'o-obelisco della s-spina. S-sapete indicarmi la v-via più breve?"
Era molto timido, e tendeva a balbettare con conoscenti e non. Era inoltre molto insicuro, perchè poneva la stessa domanda a tutti ogni 100 metri. Aveva veramente paura di perdersi. Ad un tratto si ritrovò ad un bivio, senza indicazioni e senza persone a cui chiedere. Decise di fermarsi proprio sulla biforcazione, per riposarsi e in attesa di qualche passante per richiedere ulteriori informazioni.
Nessuno si sarebbe mai aspettato un incontro del genere.. -
FantomNishoba.
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Vivi Orunitia.
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Il giovane mago nero venne avvicinato da un ragazzone biondissimo. Capendo che la sua attenzione era rivolta verso di lui, si chiuse nel torace in un primo momento, per poi aggiustare il cappello ( già perfettamente aderente ) e stropicciarsi la pesante giacca. La figura si mostrò gentile nei suoi riguardi: era evidentemente smarrito in quei luoghi. Nonostante ciò, Vivi non riusciva ad incrociare lo sguardo del ragazzo, mentre timidamente, abbassava il capo coprendo il volto col vistoso cappello. Dopo un paio di secondi però, trovò la forza per ricercare un nuovo contatto visivo e rispondere alla domanda.
- S-signore... V-veramente devo andare all'ob-obelisco della s-spina!! G-gentilmente, sapreste in-indicarmi la v-via più r-rapida? -
Balbettò Vivi mentre faceva combaciare i due indici, fissandoli poi concentrato quasi a volerne produrre una qualche sorta di energia. La sua goffagine si evinceva dal parlare al solo camminare, quasi come non avesse il pieno controllo del proprio corpo.
Prima di dare tempo all'interlocutore di rispondere, decise di incalzare con la propria presentazione.
- Piacere c-comunque...M-mi chiamo Vivi! -
Nonostante non sembrasse dimostrare quel sentimento, era felice che per la prima volta gli abbiano offerto una mano. Era una vita che Vivi si mostava gentile con tutti, e non era mai stato ricambiato. Il biondino era li per aiutarlo o anche lui voleva farsi solo aiutare?D'altronde gli umani tendevano ad essere per la maggior parte degli egoisti, ma il bimbo pareva aver incontrato un esponente della minoranza. O almeno era quello che credeva da quel brevissimo scambio di battute.. -
FantomNishoba.
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Vivi Orunitia.
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Il piccolo mago fece un cenno con il capo, e si incamminò fianco a fianco al nuovo ragazzo. Goffamente si trascinava in avanti, guidato dal suggerimento di Sonny. Alzò il capo per vedere quella maestora costruzione, era davvero sorpreso dall'architettura di quel colosso. In cuor suo però, già si preoccupava per l'immensità di quel luogo. Si sarebbe perso all'interno di esso? Avrebbe trovato dei testi in una lingua comprensibile o di qualche utilità? La ricerca era assai ardua, ma il piccoletto era comunque intenzionato a non tirarsi indietro. Si sentiva sicuro con il biondino li ad accompagnarlo, mentre avanzava giocoso, adesso quasi saltellando.
- S-se non s-sono i-indiscreto...S-signor Sonny, cosa s-state c-cercando? E p-poi cos'è la m-magia r-runica? Io c-conosco s-solo la m-magia c-classica...-
Pensava infondo che la sua magia fosse una cosa comune. Si sottovalutava abbastanza in effetti. Quello che definiva "magia classica" era una comunione fra Evocazione ed Elementalismo o l'utilizzo individuale delle due branche, da molti chiamata Magia Nera nonostante non fosse collegata col regno dei morti come la necromanzia. Questa tipologia di magia non era per niente facile da utilizzare e padroneggiare, ma per Vivi era talmente naturale che la riteneva una magia basilare e comune. Non si rendeva conto dell'immensità dei suoi poteri...
-......-
Incastrò nuovamente il cappello sul capo, mentre attendeva una qualche risposta.. -
FantomNishoba.
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Vivi Orunitia.
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"V-vale lo s-stesso per me s-signor-Sonny! V-voglio vedere la m-magia runica!"
Nonostante il volto cupo e inespressivo, la voce di Vivi lasciava intendere curiosità ed eccitazione. Oltre a volerne vedere la magia, il maghetto era rimasto affascinato dal guanto arcano che indossava Sonny. Luccicante e pieno di inscrizioni, avrebbe attratto un qualsiasi bambino della sua età. In quel momento, ne voleva uno anche lui.
L'unico oggetto magico che egli possedeva era un ramoscello striminzito. Quasi si vergognava a mostrarlo: il guanto era di una bellezza incomparabile con qualsiasi altro oggetto presente a Najaza in quell'istante. Unico e bellissimo.
Intorno a loro, un brusio continuo li separava da ogni altro possibile contatto. Era dunque una città così caotica Najaza? O era un giorno speciale?
"Io non p-posseggo niente di t-tutto c'ho" disse mentre studiava ed indicava il guanto " io ho un r-ramo m-magico, ma il s-suo s-sembra un oggetto m-molto più forte!!"
Non nascondeva affatto i sentimenti che provava.
E comunque, non c'era molto da fare.
Il guanto era davvero fico.
I due riuscivano ad utilizzare magie di cui avevano molti dubbi. Buffo no?
Chissà se trovandone una definizione non avrebbero ampliato ulteriormente i loro poteri. La cosa che più premeva Vivi al momento era vedere il guanto in battaglia. Infondo la ricerca delle proprie origini poteva anche aspettare: era un obiettivo assai più longevo di una semplice dimostrazione magica. E comunque sentiva che quello era un incontro predestinato, che tutto era collegato...
"Io c-credo che s-scopriremo molto anche s-studiandoci a vicenda. Le m-magie derivano t-tutte da un'unica magia, lo s-sapeva? Certo d-dobbiamo trovare i-informazioni d-dalla l-letteratura, ma c-credo che sia n-necessaria anche l'o-osservazione!!" farfugliò euforico, come se avesse trovato il bandolo della matassa. Credeva in quello che diceva, ma sicuramente la curiosità che gli scaturiva il guanto lo aveva un attimino soggiogato. Un taciturno che diventa logorroico è decisamente insolito.. -
FantomNishoba.
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Vivi Orunitia.
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- Io...N-non ci ho p-pensato ancora. S-senta, posso a-accompagnarla signor Sonny? Mi f-farebbe piacere t-trascorrere dell'altro t-tempo con lei! E poi s-sono s-sicuro che imparerò m-molto dalla sua magia! - affermò entusiasta.
Il piccolo mago nero, durante i suoi lunghi viaggi, non aveva mai avuto compagnia. Forse l' essere cresciuto e vissuto sempre da solo era il motivo della timidezza di Vivi. Il bello era che odiava stare da solo. Si sceglieva grandi folle e mercati chiassosi, giusto per avere qualcuno intorno a sè, per non sentirsi abbandonato. La sua era una solitudine malinconica e non voluta, senza amici, senza una famiglia.
Ma con lui, sentiva un calore nuovo.
Aveva quasi scordato cosa era andato a fare a Najaza.
La sua immagine riflessa su di un vetro però glielo ricordo: cos'era? Da dove veniva? Perchè sapeva usare la magia? Non sanguinava, non era umano. Chi l'aveva creato?
Gli occhi si rattristirono per un attimo, ma una volta ritornati a mirare il biondino, quei due bottoni gialli cambiarono in meglio, anche se in modo quasi impercettibile ad occhio umano.
Il suo volto era davvero poco espressivo.
Inciampò poi improvvisamente a terra. Si rialzò subito, schiaffeggiando via la polvere e la terra che aveva accumulato sul grembo e sulle ginocchia.
Piccolo e goffo. Timido e malinconico.
Come si fa a non voler bene ad un essere del genere?
Mentre si rialzava, il suo sguardo era allineato con quello dell'obelisco, ancora più imponente visto da lì. Erano quasi arrivati, ancora un piccolo sforzo e avrebbero varcato l'ingresso.. -
FantomNishoba.
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