Vivi, il giovane mago nero

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  1. Vivi Orunitia
     
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    L'incubo della guerra e della pace, sangue che scorre per l'una e per l'altra, inesorabile quando si parla di Endlos o di un qualunque altro pianeta cui le forme di vita siano degli Umanoidi senzienti. Egli nacque come mortale macchina da guerra, come Mago nero fantoccio appartenente ad una qualche congrega di rivoluzionari. Nacque per mano dell'uomo, non di Dio nè di madre natura o quello in cui credete. Non era nient'altro che nebbia, sottile, fastidiosa, cupa.

    Eppure aveva quello che gli umani chiamano "cuore" o "anima". Mostrava dei sentimenti ambigui a quegli degli altri Maghi neri, e per questo era scappato dal luogo dove era stato generato. Da diversi anni vagava per le lande di Endlos in cerca di una qualche risposta alla sua esistenza, o semplicemente in cerca di una casa e di una famiglia.

    Da diversi giorni, questo strano bambino girava per Najaza. Era nero in viso, di un nero che ricorda i vuoti più profondi e vasti, e in questo vuoto due soli gialli, intensi e luminosi, due occhi particolari. Questo si nascondeva sotto un enorme cappello a punta, come quello di Merlino, da mago. Era vestito in modo molto particolare, forse anche un pò troppo pesante per la stagione.

    Camminando nel borgo, urtò un umano. Questo nemmeno si accorse della sua presenza, e come sempre. La gente, nonostante la stranezza del suo viso e dei suoi vestiti, solitamente non gli dava importanza. Non aveva per niente le fattezze di una minaccia. Vivi infatti era grande come un bambino di 6 anni, ma fin dalla sua "nascita" era di quelle dimensioni, e sospettava che non sarebbe mai cresciuto più di così (in cuor suo, già conosceva la risposta).
    Si ritrovò dunque nella polvere, con lo sguardo rivolto al cielo di Najaza, con poche nuvole e molta luce. Tirandosi su, si accomodò l'enorme copricapo e si diede una rapida pulita dalla polvere che impregnava tutti i vestiti. Era la prima volta che visitava il presidio del Nord e quella città. A Vivi piaceva viaggiare ed il teatro, e inoltre doveva trovare informazioni su se stesso e sugli incantesimi che l'hanno generato. Cercava biblioteche, negozi magici e magari delle carovane di teatranti. Ma in quei giorni, aveva solo trovato degli umani poco disposti a starlo ad ascoltare, mercanti e delle informazioni riguardo ad un'enorme biblioteca che si trovava sull'Obelisco della spina. Continuava a vagare per il borgo, alla ricerca di ulteriori informazioni. Di tanto in tanto fermava la gente, chiedendo informazioni sulle strade della città e sull'obelisco, evitando i brutti ceffi che gli si presentavano.

    "S-scusate...Cerco l'o-obelisco della s-spina. S-sapete indicarmi la v-via più breve?"

    Era molto timido, e tendeva a balbettare con conoscenti e non. Era inoltre molto insicuro, perchè poneva la stessa domanda a tutti ogni 100 metri. Aveva veramente paura di perdersi. Ad un tratto si ritrovò ad un bivio, senza indicazioni e senza persone a cui chiedere. Decise di fermarsi proprio sulla biforcazione, per riposarsi e in attesa di qualche passante per richiedere ulteriori informazioni.


    Nessuno si sarebbe mai aspettato un incontro del genere.
     
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  2. FantomNishoba
     
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    "Parlato"
    *Pensato*

    Giunto in città qualche giorno prima, Sonny vagava ancora incredulo per le strade dell'immenso borgo residenziale di Najaza, con l'obiettivo di visitare l'Obelisco della Spina alla ricerca di altre preziose informazioni sulla magia runica: era curioso di saperne di più sull'origine, sulla storia e sulle capacità ancora a lui ignote di questa meravigliosa tecnica arcana. Una volta uscito in strada, dopo aver passato la notte in una delle locande economiche del borgo, prese a seguire una delle vie principali, diretta verso il grande pinnacolo che si alzava in cielo e la cui cima scompariva in alto. L'attenzione di Sonny, rivolta al punto in cui il cielo veniva come spezzato dalla colossale struttura, lo portò ad incespicare più volte in uomini frettolosi, che poco si curavano di urtarlo e talvolta fargli quasi perdere l'equilibrio. Najaza aveva proprio l'aria di una metropoli caotica agli occhi del giovane, abituato alla vita contadina e rustica dei poveri villaggi che come piccole stelle punteggiavano il territorio del Nord.

    Sulla strada che, secondo il suo intuito, portava all'obelisco, il giovane ragazzo arrivò a notare una persona di dimensioni minute, vestita con un bizzarro cappello a punta che camminava davanti a lui e sembrava avere la sua stessa direzione: così, incuriosito da quella goffa figura, si mise a seguirla osservandola dalle spalle. Sembrava un bambino dall'altezza, ma dall'abbigliamento e dalle sembianze pareva tutt'altro che un infante. Quando finalmente si fermò ad una biforcazione della via, Sonny riuscì a vederlo di fronte: il piccoletto si era fermato sul punto in cui la strada si divideva e si era voltato verso il flusso di persone a cui prima dava le spalle. Due occhi gialli, luminosi, tutt'altro che umani all'apparenza, erano tutto ciò che si riusciva a scorgere del suo viso, nascosto nell'ombra sotto quel pesante cappello a punta. Non sembrava aggressivo, ma nella sua placida solitudine era quasi compassionevole la timidezza con cui chiedeva indicazioni e veniva prontamente ignorato da ogni abitante che interpellava. Sorridendo, Sonny si avvicinò a quella strana figura: una volta vicino, ne incrociò lo sguardo che gli sembrò quasi assente. Fece un cenno con la mano e si abbassò piegando le ginocchia, per riuscire a farsi sentire nel caos di quella strada affollata:

    "Posso aiutarti, piccolo?"

    Ripensò alle sue parole subito dopo averle proferite, come gli capita spesso, convincendosi che avrebbe potuto sceglierne di migliori: non sapeva se in realtà aveva di fronte solo un "bambino" dalle strane sembianze o un essere adulto non di razza umana. Sta di fatto che il suo interlocutore era più basso di lui e solo con la punta del cappello arrivava all'altezza della fronte di Sonny; quella figura lo incuriosiva così tanto che non poté fare a meno di cercare un dialogo. Il ragazzo si era ormai abituato ad avere contatti con sconosciuti, data la sua vita errante degli ultimi tempi, ma lo faceva sempre con tono cordiale, mostrando la sua bontà d'animo e sperando in una risposta altrettanto cordiale che di solito non riceveva.


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  3. Vivi Orunitia
     
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    Il giovane mago nero venne avvicinato da un ragazzone biondissimo. Capendo che la sua attenzione era rivolta verso di lui, si chiuse nel torace in un primo momento, per poi aggiustare il cappello ( già perfettamente aderente ) e stropicciarsi la pesante giacca. La figura si mostrò gentile nei suoi riguardi: era evidentemente smarrito in quei luoghi. Nonostante ciò, Vivi non riusciva ad incrociare lo sguardo del ragazzo, mentre timidamente, abbassava il capo coprendo il volto col vistoso cappello. Dopo un paio di secondi però, trovò la forza per ricercare un nuovo contatto visivo e rispondere alla domanda.

    - S-signore... V-veramente devo andare all'ob-obelisco della s-spina!! G-gentilmente, sapreste in-indicarmi la v-via più r-rapida? -

    Balbettò Vivi mentre faceva combaciare i due indici, fissandoli poi concentrato quasi a volerne produrre una qualche sorta di energia. La sua goffagine si evinceva dal parlare al solo camminare, quasi come non avesse il pieno controllo del proprio corpo.
    Prima di dare tempo all'interlocutore di rispondere, decise di incalzare con la propria presentazione.


    - Piacere c-comunque...M-mi chiamo Vivi! -

    Nonostante non sembrasse dimostrare quel sentimento, era felice che per la prima volta gli abbiano offerto una mano. Era una vita che Vivi si mostava gentile con tutti, e non era mai stato ricambiato. Il biondino era li per aiutarlo o anche lui voleva farsi solo aiutare?D'altronde gli umani tendevano ad essere per la maggior parte degli egoisti, ma il bimbo pareva aver incontrato un esponente della minoranza. O almeno era quello che credeva da quel brevissimo scambio di battute.
     
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  4. FantomNishoba
     
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    "Parlato"
    *Pensato*

    Il piccoletto sembrava più timido ed inoffensivo di un cucciolo, ma Sonny poteva avvertire che in lui c'era qualcosa di molto potente... O comunque di inusuale. La sensazione che il suo interlocutore non fosse nemmeno un umano si fece sempre più spazio nella testa del ragazzo curioso, ma poi accantonò quei vili pregiudizi e paure e sorrise ancora al maghetto dal cappello a punta.

    "Beh, sinceramente non conosco la via più rapida, ma mi sto dirigendo lì anche io... Direi che è abbastanza notevole e ci basterà proseguire in direzione dell'enorme pinnacolo..."

    Rispose gentilmente il ragazzo. E poi, sorprendentemente, il timido maghetto prese ancora la parola, balbettando e mostrando una timidezza evidente.
    Quasi intenerito da quella vocina e da quell'aspetto minuto, il ragazzo si presentò anch'egli:

    "Piacere mio, mi chiamo Sonny e sono un utilizzatore della magia runica. Ma possiamo parlarne mentre camminiamo, ok?"

    Così dicendo, il giovane invitò il suo interlocutore ad iniziare il loro tragitto verso l'immenso obelisco, curioso di saperne di più su quella strana creatura. Era ormai certo della sua inoffensività, ma in sé aveva percepito qualcosa di veramente potente in lui.


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    La particolare vista di cui è dotato Sonny gli permette di avere una percezione più acuta del mondo circostante. Nel suo campo visivo le rune marchiano, con intensità variabile a seconda dell'obiettivo, i punti deboli o particolarità nascoste delle cose che Sonny osserva, siano esse esseri viventi od oggetti inanimati. Questa capacità molte volte riesce a dare un vantaggio in combattimento contro avversari standard, oppure può tornare utile per trovare oggetti nascosti, porte segrete e affini, evidenziando a grandi linee anche profili di nemici invisibili od occultati.

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    ♦ Le "percezioni" che effettua il mio PG sono fatte grazie all'abilità passiva di auspex. ♦

     
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  5. Vivi Orunitia
     
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    Il piccolo mago fece un cenno con il capo, e si incamminò fianco a fianco al nuovo ragazzo. Goffamente si trascinava in avanti, guidato dal suggerimento di Sonny. Alzò il capo per vedere quella maestora costruzione, era davvero sorpreso dall'architettura di quel colosso. In cuor suo però, già si preoccupava per l'immensità di quel luogo. Si sarebbe perso all'interno di esso? Avrebbe trovato dei testi in una lingua comprensibile o di qualche utilità? La ricerca era assai ardua, ma il piccoletto era comunque intenzionato a non tirarsi indietro. Si sentiva sicuro con il biondino li ad accompagnarlo, mentre avanzava giocoso, adesso quasi saltellando.


    - S-se non s-sono i-indiscreto...S-signor Sonny, cosa s-state c-cercando? E p-poi cos'è la m-magia r-runica? Io c-conosco s-solo la m-magia c-classica...-

    Pensava infondo che la sua magia fosse una cosa comune. Si sottovalutava abbastanza in effetti. Quello che definiva "magia classica" era una comunione fra Evocazione ed Elementalismo o l'utilizzo individuale delle due branche, da molti chiamata Magia Nera nonostante non fosse collegata col regno dei morti come la necromanzia. Questa tipologia di magia non era per niente facile da utilizzare e padroneggiare, ma per Vivi era talmente naturale che la riteneva una magia basilare e comune. Non si rendeva conto dell'immensità dei suoi poteri...

    -......-

    Incastrò nuovamente il cappello sul capo, mentre attendeva una qualche risposta.
     
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  6. FantomNishoba
     
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    *Pensato*

    I due si incamminarono lentamente verso l'obelisco e dopo qualche minuto fu lo stesso Vivi a dichiararsi un utilizzatore della magia, proprio come Sonny aveva intuito. La cosa non lo sorprendeva, anche se evidentemente il piccolo non poteva conoscere l'origine della magia runica che il giovane utilizzava.

    "Beh, quello di Najaza è l'archivio di magia più grande che io conosca... Se mi sarà possibile, vorrei tanto saperne di più sull'origine delle arti arcane e, in particolare, della magia runica che utilizzo..."

    Fece una pausa, mostrandogli il guanto d'arme ornato dalle rune che portava al braccio destro. Con un piccolo trucchetto le iscrizioni magiche si illuminarono per un attimo, creando un piccolo giochetto di luci lampeggianti.

    "La magia runica è un particolare tipo di arte arcana che si basa sull'evocazione di queste... Strane iscrizioni. So che ti può sembrare strano, ma la magia di cui queste sono instillate è veramente potente, e io ne conosco ancora solo una minima parte... Ma mi piacerebbe tanto vedere anche le tue capacità magiche all'opera!"

    Sorrise ancora verso il piccolo maghetto, curioso... Sapeva che nel mondo la magia era ampiamente utilizzata, ma si chiedeva come potesse farne uso anche una creatura all'apparenza così innocente e indifesa...
    I due intanto continuavano a camminare verso l'obelisco, schivando la folla frettolosa: quel borgo di Najaza sembrava non conoscere veramente pace. Alcune persone nella folla sembravano quasi volontariamente evitare l'incontro con quella strana coppia, non si sa se per la figura insolita del maghetto o per il vistoso guanto d'arme runico del giovane...


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  7. Vivi Orunitia
     
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    "V-vale lo s-stesso per me s-signor-Sonny! V-voglio vedere la m-magia runica!"

    Nonostante il volto cupo e inespressivo, la voce di Vivi lasciava intendere curiosità ed eccitazione. Oltre a volerne vedere la magia, il maghetto era rimasto affascinato dal guanto arcano che indossava Sonny. Luccicante e pieno di inscrizioni, avrebbe attratto un qualsiasi bambino della sua età. In quel momento, ne voleva uno anche lui.
    L'unico oggetto magico che egli possedeva era un ramoscello striminzito. Quasi si vergognava a mostrarlo: il guanto era di una bellezza incomparabile con qualsiasi altro oggetto presente a Najaza in quell'istante. Unico e bellissimo.


    Intorno a loro, un brusio continuo li separava da ogni altro possibile contatto. Era dunque una città così caotica Najaza? O era un giorno speciale?

    "Io non p-posseggo niente di t-tutto c'ho" disse mentre studiava ed indicava il guanto " io ho un r-ramo m-magico, ma il s-suo s-sembra un oggetto m-molto più forte!!"

    Non nascondeva affatto i sentimenti che provava.
    E comunque, non c'era molto da fare.
    Il guanto era davvero fico.


    I due riuscivano ad utilizzare magie di cui avevano molti dubbi. Buffo no?
    Chissà se trovandone una definizione non avrebbero ampliato ulteriormente i loro poteri. La cosa che più premeva Vivi al momento era vedere il guanto in battaglia. Infondo la ricerca delle proprie origini poteva anche aspettare: era un obiettivo assai più longevo di una semplice dimostrazione magica. E comunque sentiva che quello era un incontro predestinato, che tutto era collegato...


    "Io c-credo che s-scopriremo molto anche s-studiandoci a vicenda. Le m-magie derivano t-tutte da un'unica magia, lo s-sapeva? Certo d-dobbiamo trovare i-informazioni d-dalla l-letteratura, ma c-credo che sia n-necessaria anche l'o-osservazione!!" farfugliò euforico, come se avesse trovato il bandolo della matassa. Credeva in quello che diceva, ma sicuramente la curiosità che gli scaturiva il guanto lo aveva un attimino soggiogato. Un taciturno che diventa logorroico è decisamente insolito.
     
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  8. FantomNishoba
     
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    *Pensato*

    Continuando a camminare, Sonny ascoltava con piacere il suo piccolo interlocutore, pensando tra sé e sé... Chissà se avrebbe potuto insegnare a qualcun'altro, non graziato dalla visione mistica del guanto runico, la sua stessa magia. Poi osservò il ramo di legno che Vivi brandiva tra le mani, ma non gli sembrava un oggetto magico di grande valore: eppure se era l'attrezzo con cui il maghetto catalizzava energia per le sue magie di certo non era così inutile come appariva alla vista.

    "Beh, il guanto che vedi non è granché, un semplice guanto d'arme costruito da me e potenziato da queste rune. L'oggetto in sé ha poco valore, le rune lo rendono magico e particolare."

    Quelle iscrizioni quasi fosforescenti erano veramente ciò che rendeva particolare quel semplice attrezzo metallico.

    "Siamo quasi arrivati... Una volta setacciata bene la conoscenza dei tomi della biblioteca io non ho altri obiettivi a breve termine... Mi piace vagabondare, per villaggi, alla ricerca di conoscenza... Tu invece? Hai qualcosa in mente?"

    Gli sarebbe piaciuto viaggiare in compagnia. Un amico sincero e leale al fianco non è mai di troppo!


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    ♦ Chiedo scusa per il ritardo =P ♦

     
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  9. Vivi Orunitia
     
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    - Io...N-non ci ho p-pensato ancora. S-senta, posso a-accompagnarla signor Sonny? Mi f-farebbe piacere t-trascorrere dell'altro t-tempo con lei! E poi s-sono s-sicuro che imparerò m-molto dalla sua magia! - affermò entusiasta.

    Il piccolo mago nero, durante i suoi lunghi viaggi, non aveva mai avuto compagnia. Forse l' essere cresciuto e vissuto sempre da solo era il motivo della timidezza di Vivi. Il bello era che odiava stare da solo. Si sceglieva grandi folle e mercati chiassosi, giusto per avere qualcuno intorno a sè, per non sentirsi abbandonato. La sua era una solitudine malinconica e non voluta, senza amici, senza una famiglia.
    Ma con lui, sentiva un calore nuovo.
    Aveva quasi scordato cosa era andato a fare a Najaza.
    La sua immagine riflessa su di un vetro però glielo ricordo: cos'era? Da dove veniva? Perchè sapeva usare la magia? Non sanguinava, non era umano. Chi l'aveva creato?
    Gli occhi si rattristirono per un attimo, ma una volta ritornati a mirare il biondino, quei due bottoni gialli cambiarono in meglio, anche se in modo quasi impercettibile ad occhio umano.
    Il suo volto era davvero poco espressivo.



    Inciampò poi improvvisamente a terra. Si rialzò subito, schiaffeggiando via la polvere e la terra che aveva accumulato sul grembo e sulle ginocchia.
    Piccolo e goffo. Timido e malinconico.
    Come si fa a non voler bene ad un essere del genere?
    Mentre si rialzava, il suo sguardo era allineato con quello dell'obelisco, ancora più imponente visto da lì. Erano quasi arrivati, ancora un piccolo sforzo e avrebbero varcato l'ingresso.
     
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  10. FantomNishoba
     
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    *Pensato*

    Il biondo giovane sorrise ancora a quella creatura, che si mostrava sempre più impacciata nei movimenti: inciampò ancora con quel vestito ingombrante e fu costretto a ripulirsi quel pesante giaccone dalla polvere ancora una volta.

    "Beh, certo che puoi accompagnarmi, non ho mai avuto compagni di viaggio fissi! Ma soprattutto, mi piacerebbe sapere da dove vieni e come hai imparato ad utilizzare la magia... E tante altre cose! Sai, sei un tipo veramente strano... Nel senso buono! O forse sono io fin troppo curioso, eheh!"

    Ridacchiò tra sé e sé, pensando che sarebbe stato divertente ed interessante viaggiare in coppia con Vivi. Poi il tono tornò serio, cercava veramente di capire le origini del piccolo essere, pensando vagamente alla possibilità che nemmeno lui avrebbe potuto conoscerle. Era deciso ad andare a fondo alla vicenda, ma l'arrivo al grande obelisco gli fece tornare in mente che era lì per un altro motivo. Ricercare ulteriori conoscenze legate a quelle rune magiche era il suo obiettivo principale: così una volta giunti ai piedi del mastio principale ne osservò l'ingresso monumentale, dove facevano la guardia due umani in tenuta militare.

    "Uhm, ci faranno passare senza problemi? Spero non serva qualche permesso speciale... Che dici, proviamo a chiedere?"

    Il giovane mormorò quelle parole conscio che difficilmente il suo compare avrebbe saputo rispondere al suo dubbio. Lo guardò con un'espressione interrogativa...


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9 replies since 8/5/2011, 13:02   229 views
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