E finalmente il ristoro

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Ganoes
     
    .

    User deleted


    Narrato/"pensato"/voce Diveral/voce terzi



    "E anche questa consegna è fatta!"
    Il giro per la città era finalmente concluso. Il culto gli aveva ordinato di fare il porta pacchi quest'oggi, un compito troppo semplice per uno come lui. Aveva sbrigato la faccenda in mezza giornata, prendendosi giusto una pausa per mangiare qualcosa.
    "Torniamocene a casa" - si disse stiracchiandosi.

    Camminare per le vie della città lo allietava: il vociare della gente che copre i tuoi passi, le finestre aperte da cui si può intravedere l'intimità familiare, le persone che pensano ai fatti loro. Un luogo perfetto dove si poteva agire alla luce del sole senza essere osservati. Questo era il paradosso delle città: tutti ti vedono ma nessuno ti ossera.

    -Frateooooone! - gridò un bambino per strada - Dai, dai! Gioca con noi... -.
    I bambini del quartiere amavano Diveral, era sempre disposto a giocarci insieme e non si stancava mai. Tanto che ormai tutti lo chiamavano 'fratellone'. Ogni momento libero che aveva lo passava li, in mezzo a quei piccoli che correvano da tutte le parti. Lodato dalle madri, alle quali regalava ore di sollievo, li seguiva in ogni loro 'avventura'.
    - Vediamo se oggi mi battete allora! Corsa da qui fino alla scalinata! - e via a correre con loro.

    Diveral amava insegnargli nuovi balli, e tutti insieme nella piazzetta del quartiere giravano attorno alla fontanella. I più piccoli improvvisavano passi autonomi nel tentativo di emulare il loro 'fratellone'. Il ragazzo dal canto suo si divertiva come se avesse lui stesso 8 anni

    A quei bambini nessuno avrebbe potuto strappargli l'infanzia, non finchè era in vita. Nessuno di loro avrebbe spfferto così come aveva fatto lui. Aveva già avvisato quelli del culto delle sue intenzioni. Lui li avrebbe accuditi e cresciuti, per poi scegliere chi poteva abbracciare la fede. Ma fino ad allora questi dovevano vivere spensierati, dove l'unica preoccupazione doveva essere evitare le sgridate della mamma. Forse cercarva di donargli un qualcosa che lui non aveva mai potuto ricevere.

    Improvvisamente un bimbo inciampò sui suoi stessi piedini, sbattendo il fondoschiena contro il selciato. Non era stata una brutta caduta ma si sa: i bambini piangono più per lo spavento che per la botta. Diveral corse subito verso di lui tirandolo su e pulendogli i vestiti.
    - Ma guarda te se questo cattivone doverti farti del male... - poi iniziando a dare schiaffetti sulla stradina - Cattivo! Cattivo! -
    Il bimbo, che aveva smesso di piangere, guardando il 'fratellone lo imito con impeto dando piccoli colpi al selciato: - Cativo! Cativo e blutto! -
    Diveral, sorridendo, lo prese in braccio e torno a insegnare piccoli passi di danza ai bambini.
    "Fosse sempre così..."
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Pretender

    Group
    Senatori
    Posts
    16,113
    Location
    Throne of Heroes

    Status
    Anonymous
    I will not bow,
    I will not break:
    I will shut the world away.
    I will not fall,
    I will not fade:
    I will take your breath away!





    Harium stava volando sopra le nuvole nel territorio della capitale di Endlos, una megalopoli gigantesca e insondabile. Era arrivato nel territorio centrale volando dal presidio Nord.

    Ormai si era fatto un’idea generale ma sufficiente dei territori tutelati dai 5 alfieri. Erano molto diversi fra loro, composti da frammenti paesaggistici variopinti e mescolati dal Caso. Ognuno aveva la sua storia, le sue particolarità e i suoi pericoli. Era un mondo ancora tutto da esplorare, ma per il momento il Drago si era accontentato di un rapido giro turistico.
    Ci aveva girato intorno finora, ma ormai era giunto il momento finale, il climax del suo viaggio.

    Pentauron.

    La mappa segnalava la grande città molto minuziosamente, ma nessuna carta disegnata può essere paragonata allo spettacolo che si dipinse sotto ai suoi occhi.

    image

    L’Astro attraversò come una freccia la nuvola lattiginosa sotto si lui. Spuntò fuori irrorato dalle goccioline di condensa e continuò la sua vertiginosa picchiata verso terra.
    La città sotto di lui appariva sconfinata: una distesa di colori, strade e palazzi. Ogni quartiere sembrava un mondo a sé stante, ma riuniti insieme formavano la più maestosa espressione di civiltà che si potesse immaginare.
    La cinta muraria definiva il limite della città, stringendola come in un abbraccio protettore...

    Perse velocemente quota, puntando con decisione verso l’urbe. Non ebbe bisogno di riflettere troppo a lungo per stabilire che quella era stata la picchiata più emozionante della sua esistenza.

    Atterrò con dolcezza in un giardino della capitale. Le persone intorno scambiarono qualche commento di sorpresa con il vicino, per poi passare ad altri argomenti con disinvoltura. Il popolo di quella megalopoli doveva essere avvezzo alle stranezze.
    Comunque si coprì con la mantella nera, più per abitudine che per paura di mostrarsi.

    Camminava per le strade, assaporando i dolci profumi di pane fresco provenienti dai forni o contemplando i palazzi scaturiti dalla mente dei migliori ingegneri del semipiano.
    Per strada dei ragazzini giocavano con un giovane più grande. Uno cadde per terra e piagnucolò per la botta.

    Che città meravigliosa… fu l’unico solingo pensiero dello Spettro.

     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Senatori
    Posts
    4,133
    Location
    |^:

    Status
    Offline
    Una passeggiata per le vie della Capitale.
    Non lo faceva da un pezzo.

    Ragazzi, che roba. Una città più bella non c'è!

    Vagava senza meta, ammirando soddisfatto la sua amata casa: il Pentauron era una vera meraviglia, difficilmente raggiungibile dagli altri Presidi e i loro centri abitati.
    Forse solo l'Est poteva reggere il confronto, ma Steve doveva ancora visitarlo.

    Mh, però un viaggetto s'ha da fare!

    La magnificenza di quello che poteva definirsi il Presidio Centrale era enfatizzata, oltre che dall'alto tasso di cultura e civilizzazione raggiunte, dalla convivenza di più e più specie di creature viventi, tutte con le loro peculiarissime caratteristiche.
    Steve si era ben presto abituato a quello sfondo multietnico, eppure ricordò con un grande sorriso l'incontro con l'Astro, il Drago Harium.

    Diavolo! Se ci ripenso sento ancora freddo!

    Istintivamente portò una mano a stringere il braccio sinistro, in memoria del congelamento subito nello scontro senza rancori contro il poeta stellare.
    Avevano fatto a botte, ma cavolo se lo rispettava: era stato uno scontro puro e partecipato, di quelli che il Leather Rebel amava pazzamente.

    E poi dai, era pure simpatico con quella sua parlata!

    Così, camminando mani in tasca e rimembrando con leggerezza, arrivò in una delle tante piazzette del centro urbano, con tanto di fontana e scalinata tipiche del luogo.
    Si recò pigramente verso una bancarella ambulante di dolciumi scorta con la coda dell'occhio sorridendo come un infante, forse condizionato dalla presenza di tanti bambini che si divertivano a giocare con un ragazzo nettamente più grande di loro; comprò qualche "cariadenti" pagando lietamente il venditore e andò a sedersi sul bordo della fontana, osservando quella fanfara di bimbi allegri.

    Va' come son contenti, va'!

    Sgranocchiò una manciata di arachidi e mandorle caramellati, rumorosamente.
    Era davvero una bella giornata, e aveva fatto proprio bene ad uscire per le strade.

    Ad un certo punto, un pimpo cadde, subito soccorso dal ragazzo lì in mezzo.
    Steve si rabbuiò un po'.

    Oh, poverino! Un bel dolcetto è quello che ci vuole per rimediare, non trovate?

    Si rivolse così al bimbo ed al giovane, con un bel sorriso sulle labbra.
    Magari il suo aspetto non era troppo rassicurante -vallo ad essere, con tutti quei capi in pelle- ma tant'è...
     
    Top
    .
  4. Ganoes
     
    .

    User deleted


    Narrato/"pensato"/voce Diveral/voce terzi



    Il bimbo prese istintivamente i dolcetti e se le infilò in bocca.
    - Come si dice? - disse repentinamente Diveral.
    - Gattie! - rispose il piccolo con le mandorle ancora fra i denti - Signore tu giochi con me? -.
    La manina tesa verso il nuovo arrivato, non si sa se per avere altre caramelle o semplicemente per toccarlo. Diveral guardò il nuovo arrivato mantenendo il sorriso sulle labbra, ma nella sua mente varie svolte si stavano disegnando. Tenendo il pccolo con un solo braccio lasciò l'altro a ciondoloni, così da poter prendere la spada al fianco in qualsiasi momento.

    "Pro: ha dato le caramelle al piccolo, si è fatto subito vedere, ha le mani occupate con i dolciumi. Contro: come diavolo è vestito?! Vincono i pro..."
    - Prima ci si presenta e poi si prendono tutte queste confidenze - fece al piccolo mentre gli dava un bacio sulla guancia.
    - Io sono Kin.... ora giochiamo insieme? -



    CITAZIONE
    [Note: Pit non riesco a trovare la descrizione del tuo pg D:]

     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Member
    Posts
    17,607
    Location
    La destra del Fratello

    Status
    Anonymous

    stemmahylian
    Un giorno di pace
    Chi ben comincia, finisce male.

    Narrato
    "Pensato"
    «Parlato di Richard»


    Pentauron

    Il passo dei due viaggiatori era calmo, ma costante. Anche ora che l'ultimo colle era stato abbandonato ed il loro cammino era in discesa, continuavano a misurare i loro passi, né troppo ansiosi né troppo pacati.
    Lui, quello che dei due pareva il più anziano, levò lo sguardo al cielo terso, sorridendo. Era il terzo giorno che il sole splendeva oltre i loro capi, e per questo lui era grato. Dopo un lungo viaggio passato sotto le scure nubi di Klemvor, era sicuro che quella luce potesse solo giovare all'umore della ragazza che solerte accompagnava, offrendole il proprio braccio come sostegno, e premurandosi che non si stancasse troppo.
    Povera giovane, a dispetto di quel che gli aveva raccontato nel vederla lui non riuscì a pensar altro se non che i viaggi le erano alieni. Anche se, forse, il fatto che nel suo piano d'esistenza la gravità fosse meno forte - unitamente al fatto che lui, un tempo soldato, era certamente abituato a percorrere miglia senza necessitar di requie alcuna - rendevano quel giudizio troppo severo.

    «Su, su... Siamo arrivati.» la rassicurò lui con dolcezza, mentre il confine cittadino s'avvicinava a loro.

    Il Pentuaron. "Una città grande e pentagonale" l'aveva definita la Dama del Vento. "Ci sono tanti abitanti ed è fatta a strati come le cipolle." aveva poi aggiunto. Una città che lui aveva già visitato una volta, non troppi giorni prima, e che a lui personalmente riportava alla memoria quella città che egli stesso, assieme ad un amico del passato, aveva sollevato dal fango, riscritto, fino a renderla una splendente capitale della tecnologia. Il Pentuaron, in effetti, altro non rappresentava se non lo stadio finale che la città avrebbe dovuto raggiungere, al termine della sua crescita. Quello sognava quando, anni ed anni prima, studiava il sapere degli antichi e cercava di riportarlo alla luce.
    Forse era per questo che una punta d'amarezza sorgeva in lui nel vedere realizzati quei sogni per mano di qualcun altro, per il bene di gente che non era la "sua" gente. Lì, in quella che fu Bezirk, e che divenne la culla della Sorgente, non sarebbe mai giunta la luce elettrica. Ed il Presidium non si sarebbe mai sviluppato fino a raggiungere quell'estensione e quella magnificenza. Pochi anni, sarebbero bastati, prima che il Doc trovasse il modo. Eppure, loro se ne erano andati. E con la loro fuga, avevano ucciso Moraah.
    Ma il viaggiatore scosse la testa, allontanando le memorie. Non era per quello che era tornato lì, non per rimpianto o per gelosia.

    In realtà, nemmeno la sua compagna sapeva perché si trovavano lì. E forse era per quello che lo spirito con cui aveva affrontato quel lungo cammino era null'altro che la rassegnazione. Non curiosità verso l'ignoto, né piacere del viaggiare o, perché no, della sua compagnia. Sette giorni di sola rassegnazione, che nel cuore di lui era divenuta un macigno, pesante ad ogni passo sempre più.
    Alla fine le aveva anche chiesto se desiderasse tornare indietro, ma sconsolata lei si era limitata a rifiutare, appesantendo il suo fardello.

    «Benvenuta nello Stato delle Cento Torri.» le disse in fine, quando giunsero davanti al confine della città.

    Quello fu l'ultimo istante in cui qualcuno avrebbe potuto sperare di riconoscerlo. Com'era ormai abituato a fare da tempo immemore, lasciò che la sua pelle venisse accarezzata dal pesante mantello rosso, compagno di innumerevoli viaggi e fidato velo di mistero, affinché tutto il suo corpo venisse celato alla vista degli altri esseri.
    Per quanto il "centro del mondo" potesse esser diverso, non esistevano parole in grado di cancellare gli antichi ricordi, e l'istinto prevaleva sempre sulla ragione, quando entrava in una nuova città. Il fedele compagno, ormai segnato dagli anni e dalle intemperie, sbiancato e lacero, continuava a proteggere il viaggiatore, e con lui chiunque vi fosse attorno, nascondendo al mondo intero il suo aspetto "mostruoso", ed impedendo al sangue di venir inutilmente versato.

    Solo dopo quel primordiale accorgimento il misterioso viaggiatore s'avvicinò alla giovane ragazza, sussurrandole bonario di proseguire. Ora che le sue braccia erano nascoste dal tessuto non poteva più offrirle il braccio, ma non dubitò che potesse cavarsela da sola.
    E poi, i suoi occhi erano vigili.
    Non avrebbe lasciato che si allontanasse troppo da lui, né avrebbe perdonato chiunque tra i presenti avesse tentato di avvicinarla privo di buone intenzioni.
    Ma, parve, non ce ne fu bisogno: continua fonte di meraviglia, la giovane piuttosto che essere entusiasta di un tanto vasto centro abitato e correre in ogni direzione dando sfogo alla sua brama di scoprire, preferì rimanere vicina a lui, quasi spaventata da quella imponente mole di vita.
    Sorrise. Sorrise divertito, dietro il suo cappuccio rosso, e con discrezione lasciò scivolare fuori dal mantello la mano, carezzandole la testolina come a lei tanto piaceva.

    «Il Pentuaron, noto come lo Stato delle Cento Torri, è a tutti gli effetti il centro di Endlos, una sorta di capitale mondiale. Qui, e per la precisione, nello strato più esterno, puoi trovare la tecnologia più avanzata di tutto il semipiano, assorbita dal maelstorm e poi qui confluita assieme alle genti delle migliaia e migliaia di mondi in grado di viaggiare nello spazio-tempo, o assimilati dalle anomalie che talvolta si generano dagli scompensi causati da questi ultimi.» le spiegò con tono autorevole, basando le proprie parole su delle mere supposizioni. «Infatti come puoi vedere lo stile degli edifici è molto eterogeneo, così come le razze che lo abitano...»

    Quello fu solo l'inizio di una lunga serie di spiegazioni che misero in risalto le sua capacità di deduzione ed improvvisazione, una mera scusa per limitarsi a parlare, e cercare di rasserenarla attraverso la sua voce. Molte volte non è il messaggio ad avere importanza, ma la sensazione che si riesce a trasmettere agli altri. E lui, temendo che quel suo nascondersi dietro un mantello l'avesse resa più nervosa, desiderava solo trasmetterle che passeggiare per una città piena di vita era una cosa bella, piacevole, e volendo anche stimolante.
    C'era molto da imparare guardando ciò che le città offrono, e non erano solo gli edifici a parlare di storia e tecnologie, ma erano gli stessi suoi abitanti e le loro interazioni a riflettere chiaramente quanto l'Endlos fosse pieno di energia e "sconvolto" da ogni sorta di eventi. Bastava saper guardare. Suoni, colori, odori, sapori, lì tutto proposto in un mix particolare, fatto di mercanti che provavano ad abbordarli parlando nelle lingue più svariate e di una mercanzia tanto varia da spaziare veramente in ogni campo. Ed ognuna di queste cose aveva una storia da raccontare. Una sua cultura.
    Ancora una volta, il suo pensiero tornò alla città che aveva abbandonato, e per un attimo la sua voce si fece nostalgica.
    Quando se ne accorse decise che aveva bisogno di una pausa, ed in questo la fortuna volle assisterlo: non troppo più in là c'era una piccola piazza meno affollata, dove dei bambini rendevano più allegra l'atmosfera, accerchiando due giovani adulti ed un grande grifone modello sportivo avvolto in un mantello.

    ...grifone sportivo WTF?!

    «Harium...» mormorò, nascondendosi istantaneamente dietro un muro.

    Che ci faceva lì? Era lì per loro?! Drusilia lo aveva mandato a cercarli...?! Ma non aveva senso! Era stata Drusilia a mandarlo lì! Se aveva qualcosa da dirgli, lo avrebbe già fatto!
    Forse faceva parte della pattuglia di quella volta e non aveva fatto rapporto perché sperava di arrestarli prima...?
    Ed ora...? Doveva scappare?! E Reisen...? Lei... lei non sembrava in grado di poter sostenere una fuga tra le persone... sarebbero dovuti scappare fuori dalla città... Ma Harium sapeva volare, ed ancora una volta, lui poteva cavarsela, ma Reisen...
    Dannazione... Non c'era via di fuga... E sicuramente non potevano allontanarsi ora: era certo che il LAM lo avesse già individuato da tempo, e se si accorgeva di essere stato scoperto avrebbe dato il via all'inseguimento... Non restava... Non restava altra scelta che fargli credere di non averlo notato.

    «Ci... ci fermiamo a riposare.» annunciò in fine, avvicinandosi ad una panchina.

    Maledetta sfortuna, non erano troppo lontani dallo Spettro e dai bambini...
    Ed ora...? Doveva fingersi all'oscuro di tutto e salutarlo? O pretendere di non aver riconosciuto l'unico bestione di X quintali col mantello che avesse mai visto in vita sua?! Se provava ad arrestarli... Posò gli occhi sulla compagna di viaggio.
    Doveva proteggerla...
    Non importava nient'altro. Non l'avrebbe fatta arrestare.
    Sotto il mantello, alcune scintille.
    L'avrebbe protetta.
     
    Top
    .
  6. Harium
     
    .

    User deleted


    Camminando per le strade della capitale, si era fermato a guardare un gruppo di bambini che giocavano spensierati.
    Insieme a loro c’erano due ragazzi visibilmente più grandi. Uno dei due era vestito in modo particolare, con indumenti di pelle e…

    Aspetta un momento, ma io quello lo conosco!

    Gli bastò qualche istante per mettere a fuoco il viso familiare. Il suo Sesto Senso confermò la sua ipotesi.

    Steve Lang

    Si trattava del ragazzo con cui aveva combattuto sul lungomare di Undarm qualche settimana prima.
    Quando si dice le “coincidenze della vita”.

    Il Drago, avvolto nella mantella scura, si avvicinò al gruppetto. Questa figura grossa come un armadio e incappucciata attirò l’attenzione dei bambini. Quando fu abbastanza vicino al Ribelle, l’Astro parlò.

    Non nascondo la sorpresa
    di una visita tanto inattesa.
    Alle circostanze così rispondo:
    ora so quanto sia piccolo il mondo.


    Ma le sorprese non sembravano finite. Il suo occhio mentale percepì un'altra presenza conosciuta, qualche metro più in là. Si girò in quella direzione e vide due persone sedute su di una panchina.

    Quest’aura elettrica… possibile che si tratti di…?

    Quella giornata aveva in serbo innumerevoli incontri con vecchie e nuove conoscenze.



    Mente Spettroscopica
    La mente di Harium possiede un sonar energetico che gli ha permesso di orientarsi nell'Universo captando le energie circostanti. Tuttora il drago possiede questa abilità che gli permette di sentire la presenza e la posizione di energia in qualunque forma essa si presenti nel raggio di 30 metri. Il personaggio riesce ad analizzare il tipo di energia avvertita e l'intensità della stessa attraverso questo Sesto Senso.
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Senatori
    Posts
    4,133
    Location
    |^:

    Status
    Offline
    Le sorprese non mancano mai nella vita, e questo Steve Lang, bene o male, lo sapeva.
    Quel giorno, però, il regalo del caso fu molto più inaspettato e gradito.
    Non nascondo la sorpresa
    di una visita tanto inattesa.
    Alle circostanze così rispondo:
    ora so quanto sia piccolo il mondo.

    Si girò di scatto verso quella voce tanto familiare, e con un grande sorriso a trentadue denti allargò le braccia.
    Harium!
    Disse a gran voce, con gli occhi scintillanti d'euforia: era proprio il suo drago preferito!
    Non che ne conoscesse altri, ma dettagli.
    Maccheppiacererivederti! Quanto tempo!
    Cinguettando giulivo, gli si avvicinò pimpante, dandogli una pacca sulla mantella.
    Come va, come va? Io ancora ho gli acciacchi dallo scontro, pensa un po'!
    Non fece più caso a bambini e altri individui, poiché ormai per lui non c'era altro che l'Entità Cosmica nelle sue grazie.
    Si passò una mano tra i capelli, aggiustandosi con l'altra gli occhiali.
    Beh? Cosa ti porta a casa mia?
    Esagerava un po', ma d'altronde, lo faceva sempre quand'era d'ottimo umore come quella volta.

    riprendiamo :guru:
     
    Top
    .
  8. Harium
     
    .

    User deleted


    Gioia pura sbocciò sul volto di Steve, quel ragazzo tanto audace da fare a botte con un rettile alato. A sentir lui, ormai erano amici di vecchia data, e la seguente reazione del Drago fu incerta: tanto sottile era la frontiera dell’amicizia?

    Rinviò quel pensiero ad un’analisi successiva, giacché l’esuberante Ribelle si faceva più vicino, arrivando perfino ad assestargli una pacca benigna. Dichiarò di essere di casa nella capitale, e poi chiese qual buon vento portasse l’atterraggio dell’Intergalattico nei confini delle Cento Torri.
    La risposta in rima non tardò ad arrivare.

    Girando per la terra sodale
    È d’uopo visitar l’urbe centrale.
    Ma se del posto conosci strade e nodi,
    Guidami e tessi le dovute lodi.


    Riguardo agli acciacchi, l’Astro avrebbe potuto confermare la stessa cosa, eppure volle nascondersi dietro una facciata di superiorità ai dolori della vita: l’infinita sofferenza aveva tali conseguenze nella sua testa stanca. Ma vedendo le energie sprizzanti del Lang, il nostro poteva sentire scariche insolite pervadergli il corpo, come se la giovinezza pimpante dell’altro si scaricasse dentro di lui per conduzione.
    Senza contare che l’insolita parlata in rima veniva suscitata spontaneamente dalla presenza di quel ragazzo in particolare, che evidentemente aveva un singolare ascendente su di lui.

    Nel frattempo la familiare aura elettrica era scomparsa dal suo campo percettivo...
    Probabilmente un singolo incontro era abbastanza per quella giornata.

     
    Top
    .
  9. Harium
     
    .

    User deleted


    La capitale era un turbinio di etnie e sfumature culturali, un crogiolo di menti e vite amalgamate in una città-nazione. Non sarebbe bastata tutta la giornata per visitare un solo quartiere di quell'immensità.

    Verso sera il Drago e il Ribelle avevano già percorso parecchie miglia, parlando e commentando ciò che vedevano nei dintorni.
    Giunse un preciso istante, e Harium seppe empaticamente che quello era il momento di salutarsi. Queste sue parole versificate rotolarono nell'aria del vespro.

    È l'ora del commiato che amaramente si celebra;
    addio, Steve, c'incontreremo là dove non c'è tenebra.


    Le ultime parole erano uscite dalle sue fauci in automatico, senza che nessuno dei due ne capisse veramente il senso.
    Il Drago decollò subito dopo.

    Il viaggio di Harium per i sei presidi era giunto infine al suo termine. Aveva appena sfiorato l'immensità di quel semipiano, nella cui riservatezza trovava posto una scheggia d'infinito.
    Si sarebbe diretto ad ovest, verso il sole morente, verso quel blocco di roccia flottante che - col tempo - avrebbe imparato a chiamare casa.

     
    Top
    .
8 replies since 30/5/2011, 14:31   162 views
  Share  
.