[GR] Deviazioni Impreviste

Il Ragno e la Farfalla ~ Atto III

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    The Deep Shadow

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    « Decisamente si. » annuì lui non appena Daligar iniziò a parlare di locanda. « Vorrei sapere di preciso cosa sta succedendo qui, e... »

    La bambina si svegliò nelle braccia di Daligar.
    La guardò guardingo, presagendo il disastro.

    -D... dov'è... Riful? bisbigliò, il labbruccio tremante
    - pessimo segnale, quello -
    ed iniziò a piangere.

    « ... »

    Provava un'intenso impulso a rassicurarla che tutto andava bene, in quell'istante.
    Perlomeno, per non zittirla strangolandola.

    -Nonno Flint! Dov'è nonno Flint????

    ...cosa che avrebbe fatto a breve se Daligar non faceva qualcosa.

    -VOGLIO RIFUL! E VOGLIO NONNO FLINT!

    Qualunque cosa!

     
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    "Che vogliamo fare ora, Godrik? Vogliamo prendere una stanza e riposarci?"

    -B... buone...

    « Decisamente si. Vorrei sapere di preciso cosa sta succedendo qui, e... »

    Il recupero della bambina prescelta -che, a proposito, sta sbavando sul mantello di Daligar- è riuscito senza intoppi, ed ora vi ritrovate tutti e tre in qualche angolo di Kisnoth; siete pure finiti proprio davanti ad un ostello, e sembrerebbe andare tutto per il verso giusto quando...

    -D... dov'è... Riful? Nonno Flint! Dov'è nonno Flint????

    Kokorì sbarra i dolci occhioni scuri -d’un tratto atterrita e sconvolta-, e riemerge dal suo stato comatoso solo per cominciare a divincolarsi senza pace; quando il vostro sguardo incrocia il suo, una morsa vi accartoccia il cuore -chi di voi ce l’ha, ovviamente- nel vederlo velato da una patina di lacrime che già si raccoglie agli angoli delle palpebre in enormi lucciconi.

    -VOGLIO RIFUL! E VOGLIO NONNO FLINT!

    Davvero, davvero un brutto affare: siete più che stanchi -siete distrutti!-, avete fame -il boato del pancino di Kokorì non è il solo a risuonare sopra i suoi urli afflitti-, e sta facendosi buio in una città enorme durante un periodo di fiera...! E voi, di certo, non avete la prenotazione.

    Diciamocelo: è una situazione snervante in modo insostenibile, e anche se avreste l’impulso di buttare tutto all’aria, picchiare qualcosa (o qualcuno) e svaccarvi a dormire fosse anche sul ciglio della strada, la priorità di tutto è ovviamente il benessere psico-fisico della deliziosa creaturina con le trecce che ora grida come un’ossessa -o un fattone: ma che c’era dentro a quel fumo venefico?!- e si dispera perché ha perso i suoi amici.

    E’ molto molto turbata, e dovete trovare un modo per calmarla, ma le possibilità sono due soltanto: trovare Flint e Riful immediatamente -ma in quelle condizioni e a quell’ora si direbbe impossibile- o convincere in qualche modo Kokorì ad aspettare l’indomani... magari prendendola per la gola!
    Perché comunque non si scappa: se non volete infliggere un trauma alla piccola,
    non potete riprendere il vostro viaggio senza quei due.



    Straight to the PointRiposare o non riposare, questo è il dilemma :8D: In questa turnazione è meglio che postino prima i Ragni e poi la bimba ^O^
    Avete tempo per rispondere fino a giovedì 7 luglio, compreso; se ci son domande, in bacheca! >*</
     
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  3. Daligar
     
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    Nel momento in cui la piccola si risvegliò, Daligar desiderò non essere mai nato. Il suo livello di sopportazione non era mai stato molto alto e la sua pazienza finiva molto presto.
    La bimba continuava a dimenarsi e ogni secondo che passava il Kildren desiderava sempre di più lasciare andare le braccia e farla cadere per terra. Magari la caduta l'avrebbe zittita?
    Ma non lo fece.
    Ci teneva troppo alla testa per dare un buon motivo a Rain di staccargliela.

    "Kokorì, calmati. Altrimenti finirà il gioco, non ricordi?"
    -guardò la bambina che teneva tra le braccia, e che gli stava sbavando addosso, e le accarezzo i capelli-
    "Non ricordi più che stiamo giocando a nascondino? Eppure l'hai proposto tu, prima di addormentarti."
    -le sorrise per rassicurarla, m mentalmente si maledisse-
    "Devi essere molto stanca. Hai fame?"

    Le sorrise ancora e alzò la testa sulla locanda. Il numero sei probabilmente aveva capito a che gioco stavano giocando. Ma anche se non l'avesse capito, non era uno stupido. E questo era un bene per entrambi.


    Abilità Passiva: You Can't Touch My Mind [Quest'abilità latente é propria di ogni Kildren. Purtroppo, scappando dal laboratorio, gli scienziati non riuscirono a risvegliarla in Daligar, perciò c'é voluto del tempo perché si rivelasse da sola. In poche parole la mente del Kildren diventa inattaccabile da qualsiasi attacco, che siano allucinazioni o condizionamenti dello stato d'animo o altro, di livello Medio o inferiore, passive incluse.]
     
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    I sorrisi e i pollici alzati che fece a Daligar dopo la sua fenomenale abilità nello zittire la mocciosa furono una ventata d'ironia pazzesca - perché più che fargli tanti bei sorrisi e versi d'incoraggiamento, era quasi pronto a strozzarlo.
    Chissà se questo avrebbe fatto tacere la ragazzina.

    « Perché non ci nascondiamo lì? » disse subito, indicando la locanda. « Perché non ci nascondiamo lì? »
    Sorrise, diabolicamente furbo.
    « Così potremmo mangiare e al tempo stesso continuare a giocare! »

    Qualunque cosa, aveva detto. Anche continuare quell'insulso giochetto...

     
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  5. KOKORI'
     
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    Improvvisamente la piccola si fermò di colpo,
    fissando il volto del signor Dali con una boccuccia ormai deformata ad "o" per lo stupore.
    Rimase così paralizzata per circa quattro-cinque minuti buoni, poi iniziò a ridere senza motivo.
    Forse era meglio mangiare, e magari darle qualcosa per "disintossicarla",
    perchè era evidente che quella bambina non stava bene.

    -Gli elefantini rosa hanno la cravatta!
    Hahahahahahahaha!!!!!

    La cosa davvero triste è che Kokorì sembrava parlare a qualcuno/qualcosa appena dietro Daligar.
    Qualcosa che evidentemente non esisteva.
    Probabilmente i due ragni avrebbero pensato che quella situazione non aveva senso.
    Probabilmente avevano ragione, ma dovevano continuare, nonostante la bambina drogata ed i compagni dispersi.

    -Maaaaaaa, signor Daaaali?????

    La bambina parve smetterla per un momento, rivolgendosi al numero 4.

    -Mi fai le coccole?
    Mi piacciono tanto le coccole!


    Lo guardò, e sospirò con aria innamorata.
    Poi si voltò verso Xord.

    guruguru221

    -A te piacciono le coccole?
    Se andiamo dentro a mangiare, poi mi abbracci pure tu?

     
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    Per un lungo -lunghissimo- attimo siete tentati di porre fine a quel calvario fatto di guai... ma Rain vi ucciderebbe, e -infondo- sapete che Kokorì non lo fa apposta a crearvi dei problemi: è solo una bambina, e qualunque bambino avrebbe perso il controllo davanti alle luci e ai colori che rendono magica l’atmosfera di fiere e feste tanto grandi!

    Anche se, va detto, quello che sta succedendo alla piccola che avete in custodia è un tantinello diverso: proprio ora si è bloccata in stato catatonico per diversi minuti, ma quando iniziate a preoccuparvi di quella sua fissità, la piccola scoppia a ridere senza apparente motivo.

    Gli elefantini rosa hanno la cravatta! Hahahahahahahaha!!!!!

    Piuttosto sinistro e preoccupante, in verità...e in più c’è il piccolo particolare che è tutta colpa di Daligar.
    I gas venefici che ha usato come fumogeno, per coprire la fuga dalla compagnia di attori, non dovevano avere una composizione così salutare, e gli assurdi comportamenti della dolce bimba con le trecce -in questo momento- non sono che una conseguenza dei sintomi derivati dall’aver inalato quella tossina: là dove gli adulti accuserebbero un semplice mancamento, nessuno può dire cosa accadrebbe ad un infante; su di loro, medicine, soluzioni, sostanze e zuccheri (soprattutto gli zuccheri!) sortiscono sempre un effetto amplificato devastante.

    "Kokorì, calmati. Altrimenti finirà il gioco, non ricordi?"
    le dice conciliante il Numero Quattro, carezzandole i capelli
    "Non ricordi più che stiamo giocando a nascondino?
    Eppure l'hai proposto tu, prima di addormentarti. Devi essere molto stanca. Hai fame?"


    Il Kildren le sorride, rivolgendo uno sguardo eloquente alla locanda davanti la quale siete capitati, e mentre la Migu-Migu cade di nuovo in un momento di stand-by, il Nessuno è lesto nell’appoggiare la mozione con tante finte moine che hanno il sapore netto e deciso della pantomima.

    « Perché non ci nascondiamo lì? Perché non ci nascondiamo lì?
    Così potremmo mangiare e al tempo stesso continuare a giocare!
    »

    -Maaaaaaa, signor Daaaali?????
    la piccina si riscuote per rivolgersi alla quarta Zampa
    -Mi fai le coccole? Mi piacciono tanto le coccole!

    Il suo sospiro trasognato farebbe certamente guadagnare a Daligar tutti gli sfottò del creato, ma prima che il pensiero possa anche solo sfiorare il Numero Sei, ecco che viene anche il suo turno.

    A te piacciono le coccole?Se andiamo dentro a mangiare, poi mi abbracci pure tu?

    E mentre varcate la soglia della locanda affollata, penetrando in un ambiente caldo, accogliente, e che odora di deliziosi cibi speziati, prima di trovarvi un tavolo non avete possibilità di eludere la situazione: dovete davvero rispondere alle sue deliranti domande...!



    Straight to the PointPerdonate il terribile ritardo: è un brutto periodo per il gioco, questo Y_Y
    Ad ogni modo, siccome si tratta di un giro molto semplice e che non richiede particolare impegno -anche per recuperare il tempo perso-, vorrei chiedervi di postare entro domenica 17 luglio, compresa; anche stavolta, prima i Ragni e poi la Puccina :sisi: Per ogni dubbio, mi trovate in bacheca!
     
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  7. Daligar
     
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    Guardò la bambina delirare. Le mani iniziarono a prudergli. Il suo autocontrollo stava cedendo. Vedeva già la sua mano avvicinarsi al collo della piccola creatura che teneva tra le braccia e stringerle la gola. Sempre più forte, finché le sue parole non fossero diventate un rantolo incomprensibile e avesse spirato anche l'ultimo alito di vita che le era rimasto. Cosa sarebbe successo poi? Godrik l'avrebbe ucciso? Rain l'avrebbe ucciso? Aveva importanza? Era davvero una cosa brutta, la morte? Poteva accettarla?

    Guardò la bambina delirante. Le sorrise. Lasciò che si dedicasse al numero sei ed entrò nella locanda. Prima ancora di sedersi, sorrise ancora alla piccola e l'abbracciò. Le sfregò piano la guancia contro la sua. Poi fece una leggera smorfia, senza farsi vedere dalla bambina, e la scaricò tra le braccia del numero sei.

    "E' il tuo turno."

    Un tono scontroso. Ormai gli era chiara la cazzata che aveva commesso. L'unica speranza era che la bambina non raccontasse a nessuno dell'accaduto. Una speranza molto piccola, a dire la verità.
    Indicò un tavolo in un angolo al numero sei e senza dire una parola si diresse al bancone. Ordinò un pasto abbondante e si fermò al bancone a sorseggiare una birra.
    Doveva risolvere quel problema il prima possibile.

     
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    Se esisteva qualcosa di piacevole della magia, questo era la sua capacità di trasformare qualunque desiderio -qualunque!- in realtà. A patto di essere sufficientemente versati nelle arti magiche, beninteso.

    Prendiamo la situazione attuale: una ragazzina di quattro o cinque anni forse aveva dato di fritto e voleva le coccole. Da lui. Normalmente avrebbe ucciso per molto meno - diamine, l'ultima volta che aveva dato le coccole era ancora umano e con una donna adulta che decisamente non voleva quel tipo di coccole! - ma quel giorno era in missione... sia pure una che avrebbe abbandonato seduta stante, potendo... e quindi era in un certo qualsivoglia modo obbligato a portare a termine il contratto. Quindi, quale migliore occasione di dimostrare il nuovo adagio che darne una dimostrazione pratica in quel preciso istante?

    Prese la ragazzina in braccio senza fare storie, la spupottolò tutta e le fece fare un giro in aria prima di lasciarla a terra, coi capelli tutti scompigliati per le coccole.

    « Se non ci vedessi non ci crederei. » ammise Godrik alle spalle di Daligar, osservando il primo Godrik tenere per mano la ragazzina. « Non sono mai stato il tipo da 'casa e famiglia'... più da 'squartamenti in famiglia', a dire il vero. »
    Notò l'occhiata esterrefatta della Zampa e sorrise, ammiccando furbescamente.
    « Magia, amico mio: quale meravigliosa invenzione! »


    ~
    open your heart...



    T e n e b r a · P r o f o n d a


    Status fisico ≈ Illeso
    Status psicologico apparente ≈ Preoccupato
    Status energetico ≈ 70%
    Consumi impiegati ≈ 1xMedio, 1xAlto (corretto?)
    Riassunto ≈
    Uso Possessore a consumo basso per immobilizzare gli arti inferiori del tipo, poi Me? Not me - you! per esplorare i dintorni.
    Note ≈
    Scusate il ritardo! :sob:
    Armi&Co. ≈
    Dark Armour ≈
    Armatura leggera forgiata in ferro sidereo e Oscurità;
    Animofago ≈
    Arma da taglio forgiata in Oscurità;
    ??? ≈
    ???


    D a r k n e s s · i n s i d e · u s ≈
    Oscurità, ovvero delirio.
    Qualora un essere dotato di emozioni si lasciasse cadere nella parte più vile, turpe e depravata del suo animo, allora e solo allora scoprirebbe di condividere con un'infinità di altre razze un potere più grande di qualunque altro: essa si manifesta genericamente come un'estensione del concetto di 'energia sacrilega', cui tuttavia non condivide nulla più che pochi superstiziosi preconcetti e qualche peculiarità cromatica. Non è quivi questione di energia, ma di desiderio: la pura, semplice, banale e mai scontata volontà di operare il male che, rivelatasi in alcuni soggetti più forte che in altri (ed egli è uno di questi), mostra la sua capacità di concretizzarsi in energia e potenza senza alcun nesso logico o legame tra le manifestazioni. Volere è potere, senza alcun limite: creare dal proprio corpo non è più difficile che farlo dalla propria energia, dalle proprie armi, dai propri Heartless, persino da Heartless evocati come meri vettori delle proprie stregonerie.
    Logica vuole che il semplice desiderio non sia capace di alcun danno, fintantoché rimane tale.
    La logica, a volte, è in errore.
    ~
    Il passaggio da leale soldato umano della propria patria a letale stregone dei Poteri Oscuri ha lasciato il segno sul fu Godrik VonTanark: pur conservando il bagaglio d'esperienze tattiche della passata vita militare, la sua abilità con le armi è diminuita notevolmente a fronte di una maggiore prontezza di riflessi.
    { tecnica di dominio elementale ≈ consumo variabile ≈ due turni }
    { passiva: +5o% potenza magica e riflessi, -5o% maestria con le armi ≈ passiva: casting da magie, Heartless e oggetti }
    Sensi Oscuri ≈
    L'azione nociva dell'Oscurità non si limita a corrompere il limite interno dei poteri dell'Oscuro, bensì si manifesta mutando il corpo stesso di colui che ne diviene un assiduo frequentatore: le iridi si tingono di arancione, poi brillano rosse, i capelli assumono sfumature elettriche, stranamente rilucenti, la pelle assume una consistenza più serica e un colorito pallido. Più sottilmente, l'Oscurità influenza profondamente il sistema di incanalamento dell'energia dell'Oscuro rendendolo più cosciente, più consapevole dell'Oscurità che lo circonda, e trasportandolo in una sfera sinestetico-sensoriale completamente nuova: tale percezione ultrasensoriale, più volgarmente 'auspex', è tendenzialmente reinterpretata dal cervello come un'alterazione di tutti e cinque i sensi, che diverranno quindi tutti veicoli dell'informazione extra-sensoriale arrecata dal proprio intero corpo, e che coinvolge ogni forma possibile ed immaginabile di energia.
    Lo sapevate che la magia illusoria ha il sapore dei lamponi?
    { passiva: auspex }
    Tecniche ≈


    Me? Not me: you________
    Essere dannato, creatura nata dall'Oscurità e all'Oscurità destinata a ritornare: cos'è necessario per replicare l'accorta congiunzione di variabili metafisiche che portarono alla sua creazione? Cosa può portare l'uno ad essere due, tre, quattro più dell'uno? Cosa svuota il sé di un connotato esatto, svalutandone il significato in una pluralità di esseri che parlano, pensano, si muovono e agiscono in totale autonomia gli uni dagli altri, ognuno vettore della magia del Nessuno... oppure, peggio ancora, tramutare l'altro sé in un altro altro e lasciare il nemico a combattere contro sé stesso nel senso letterale del termine?
    Nulla più dell'Oscurità, davvero.
    { tecnica di clonazione }
    { consumo medio ≈ due turni }





    Basso 5%Medio 10%Alto 20%Critico 40%



     
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  9. KOKORI'
     
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    Awwww, che carino il valoroso guerriero!
    L'aveva abbracciata, strofinandole la guancia contro la sua,
    e la piccina lo ricambiò con uno sguardo estasiato e felice.
    Avrebbe voluto che quel momento durasse per sempre.

    -Tu mi piaci tanto, signor Dali!

    Ma quel breve momento di felicità fu interrotto dallo stesso,
    che la lanciò fra le braccia dell'altro che, molto meno delicatamente del primo,
    iniziò a strapazzarla quasi fosse un peluche morbidoso
    -anche se, in effetti, ci somigliava-
    facendole inoltre fare un giro in aria, cosa non proprio saggia
    considerando le condizioni della piccola.
    Ed infatti, come logica conseguenza, una volta tornata a terra,
    la bimba fece un ruttino, per poi voltarsi a guardare lo Xord che le teneva la mano,
    e poi abbassare improvvisamente la testa, vomitandogli sulle scarpe.

    -Ops...

    Disse, facendo gli occhioni dolci alla copia.

    -Scusa! .... è che...BLURP!

    E ricominciò a vomitare, di nuovo, nello stesso punto.

     
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    Daligar è sull’orlo di una crisi isterica: i deliri della piccola e inconsapevole Kokorì -felice e spensierata perché al sicuro tra le braccia del suo eroe-, proprio dai suoi fumi venefici intossicata, stanno portando i nervi già provati dalla stanchezza e dall’assenza di sonno del Kildren ad un pericoloso punto di non ritorno, da cui nemmeno lo spauracchio di Rain sembra più in grado di richiamarlo alla ragione.

    -Tu mi piaci tanto, signor Dali!

    Tuttavia -forse in un ultimo sprazzo di lucidità, o intenerito dal musetto innocente della piccina-, il Numero Quattro riesce a restare eroicamente in sé: sorride alla bambina, ed entra nella locanda reggendola in braccio... tiene duro ancora per un istante, e la stringe dandole quello che vuole -un po’ di coccole-; poi, la molla in braccio al Numero Sei e chi s’è visto s’è visto.

    "E' il tuo turno."

    Senza fiatare una sola protesta, il Nessuno accetta la consegna, e mentre Daligar gli indica un tavolo in un angolo della locanda -calda e accogliente, ma affollata- per dirigersi al bancone ad ordinare abbastanza cibo per rifocillarsi (e una birra per sé, perché dopo una giornataccia come quella, ci vuole proprio!), Godrik comincia a vezzeggiare la bambina come se si trattasse di una bambola di pezza... forse mettendoci un po’ troppa energia...

    « Se non ci vedessi non ci crederei. »
    ...dice Xord, eppure -cosa strana!- la sua voce proviene proprio dalle spalle del collega
    « Non sono mai stato il tipo da 'casa e famiglia'... più da 'squartamenti in famiglia', a dire il vero. »

    Mentre il Numero Sei è seduto al tavolo a spupazzare la piccola -che ha pure cominciato a vomitare- un altro Numero Sei è alle spalle del Quattro...! (?) Chiunque farebbe un salto dallo sgabello al posto del Kildren, tanto più davanti agli ammiccamenti sornioni del suddetto burlone.

    « Magia, amico mio: quale meravigliosa invenzione! »

    Simpatico ed efficace escamotage per eludere i suoi doveri: evidentemente, nemmeno il Nessuno impazziva dalla voglia di accollarsi quella patata bollente, e certo il suo compagno non può biasimarlo, ma... avete davvero lasciato la piccola da sola al tavolo?!
    Mentre ciondolate al bancone, riprendendo un po’ di fiato, Kokorì si sente male per gli strapazzi del clone: lo guarda stralunata -con i capelli sconvolti e gli occhioni spaesati- poi abbassa la testolina e comincia a vomitare.

    -Ops... Scusa!
    si scusa in modo sincere e accorato con la copia
    -....è che...BLURP!

    La piccina rigetta un altro sbocco sulle scarpe del finto Xord, e subito un tanfo acidulo si leva da lì insieme al vociare disgustato degli avventori più vicini; non ci vuole molto prima che una giovane cameriera si avvicini al tavolo, mostrando un’espressione stizzita che anticipa le sue dure parole.

    « No, ehi! Ma dico: che sta succedendo qui?! »
    bercia, fulminando con lo sguardo la piccola e il suo clone-accompagnatore
    « Perché state disturbando gli altri clienti!? »
    in un attimo la puzza le raggiunge le narici, ed indietreggia di un passo tappandosi il naso
    « Santo Cielo! Ma tu guarda che schifo...! Questa è una locanda rispettabile, non una bettola: se dovete fare queste porcherie, vi invito ad uscire immediatamente! »



    Straight to the PointBene... premetto che dovrei partire per le vacanze e non avrò internet; dovrei essere di ritorno per i primi di agosto, quindi -per stare tranquilli- fisso la scadenza del turno a mercoledì 10 agosto.
    La prima a postare a questo turno deve essere Kokorì; per dubbi/chiarimenti/commenti/domande/proroghe, in bacheca ;*
     
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  11. KOKORI'
     
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    « No, ehi! Ma dico: che sta succedendo qui?! »

    Una voce stridula e poco materna piacevole fece voltare la piccola verso la sua fonte.

    « Perché state disturbando gli altri clienti!? »

    Per un attimo la bimba si riprese, guardandola male e gonfiando le guanciotte.

    « Santo Cielo! Ma tu guarda che schifo...!
    Questa è una locanda rispettabile, non una bettola:
    se dovete fare queste porcherie, vi invito ad uscire immediatamente! »


    Al che la bimba ebbe un fremito.
    Forse era la fame.
    Forse era la stanchezza.
    Forse era l'aver respirato droghe.
    Forse era lo stomaco che si contorceva.
    Forse era lo stress.
    O forse tutte quelle cose messe insieme.
    Ciò che stava per giungere, anticipato dai grandi occhi lucidi e la boccuccia tremolante,
    fu solo una logica conseguenza, causa del comportamento di quella strega.
    Chi l'avrebbe mai detto che a farla crollare non sarebbero stati loro, ma un'inutile cameriera!

    -Waaaaaaah!

    La piccola iniziò a piangere.
    Un pianto isterico, per giunta,
    di quelli che più per un capriccio da bambina sembrano fatti per sfogarsi
    per un malessere interiore dettato da qualcosa di molto brutto.
    E quella cosa brutta non era solo disagio fisico,
    bensì il sentirsi umiliata per un qualcosa di cui non aveva alcuna colpa.
    Insomma... non era piacevole.

     
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  12. Daligar
     
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    Smise di sorseggiare la birra e guardò il numero sei affianco a lui. Spostò stancamente lo sguardo verso il secondo Godrik che stava spupazzando la bambina. Spupazzando o sbatacchiando? Non si capiva bene se le volesse dare dell'affetto o semplicemente frullarla come un uovo ed infilarla nel forno. Non che ci fosse molto da mangiare, in realtà...
    Riposò lo sguardo sul numero sei, che ammiccava tutto contento verso di lui. Certo che era contento! Si era evitato il vomito della piccola sulle scarpe, chiunque lo sarebbe. Se pensava di averlo sorpreso, però, non gli era riuscito molto bene.

    Quella era la seconda missione che faceva con il numero sei. Lo aveva visto in azione tante volte. Lo aveva visto trasformarsi in un drago. Sdoppiarsi era una banalità a confronto. Lo stupì di più lo sguardo ammiccante. Da che ricordasse Godrik non aveva mai sorriso. Mai. Era un soldato senza emozioni, proprio come Rain. Anche il numero due, a ripensarci, era della stessa risma, ma non come quei due. I soldati perfetti. Il duo dei senza sentimenti. Ed entrambi erano membri del Ragno. La cosa lo spaventò un po'.

    Girò le spalle al bancone ed osservò la bambina. Riprese a sorseggiare la birra mentre l'odore sgradevole del vomito della bimba rischiava di far rimettere tutti gli altri avventori della locanda. Forse doveva andare a darle una mano? Guardò Godrik, giusto per capire cosa avesse in mente di fare, prima di staccarsi dal legno e cominciare ad avviarsi verso la piccola al tavolo.

    « No, ehi! Ma dico: che sta succedendo qui?! »
    « Perché state disturbando gli altri clienti!? »
    « Santo Cielo! Ma tu guarda che schifo...!
    Questa è una locanda rispettabile, non una bettola:
    se dovete fare queste porcherie, vi invito ad uscire immediatamente! »



    -Waaaaaaah!

    Subito dopo la voce della cameriera attaccò il pianto di Kokorì. Con quella la sua missione andava decisamente a rotoli. Sentì la frustrazione e la rabbia ribollirgli nella testa. Le mani gli formicolavano e strinsero la presa sul boccale. Dovette fare un enorme sforzo per non distruggerlo sulla testa della cameriera, perdendo quel poco di birra che ancora gli rimaneva. Però la cosa era inaccettabile. Nessuno poteva far piangere la sua(?!) piccola.
    Sbatté il boccale sul tavolo, vicino a dove si trovava la cameriera. Lo sguardo omicida si posò sulle iridi della donna e la mano sinistra si posò sul fianco del ragazzo, molto vicino a dove nascondeva i pugnali da lancio.

    "Mi spiace contraddirla, ma credo proprio che prenderemo una stanza qui."
    -il suo tono non ammetteva nessuna replica.-
    E la sua mano era sempre più vicina al metallo della lama di uno dei suoi coltelli
    "Siamo stanchi e la piccola sta male. Se cortesemente può scortarci in una stanza le saremmo molto grati."
    -detto ciò, abbassò leggermente la voce ed indicò il numero sei, quello vero-
    "Per pulire può farsi aiutare da quel bel giovanotto lì."

    Dopo di ché, se la cameriera fosse stata così gentile da portarli in camera, avrebbe preso Kokorì dalla parte della veste che le copriva il collo e l'avrebbe portata con se.

     
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    The Deep Shadow

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    « Affascinante... » commentò, rapito, mirando le straordinarie peculiarità relativamente artistiche dell'apparato intestinale della bambina.
    Delizioso, davvero.

    Purtroppo non tutti la pensavano come lui: in particolare, se degli avventori gliene fregava punto né poco, si fece avanti dalla massa una cameriera che iniziò a sbraitare sotto il naso della piccola, causando un unico, prevedibilissimo esito:


    -Waaaaaaah!

    « ... »

    Lasciò fare a Daligar, sperando nella diplomazia della Zampa: onestamente, il suo unico contributo poteva essere soltanto fissarla con i suoi occhi rossi e chiederle con tono suadente se il suo sangue era dolce come sembrava mentre pulsava nella sua carotide.
    L'ideale per terrorizzarla a morte.


    ~
    open your heart...



    T e n e b r a · P r o f o n d a


    Status fisico ≈ Illeso
    Status psicologico apparente ≈ Preoccupato
    Status energetico ≈ 70%
    Consumi impiegati ≈ 1xMedio, 1xAlto (corretto?)
    Riassunto ≈
    Uso Possessore a consumo basso per immobilizzare gli arti inferiori del tipo, poi Me? Not me - you! per esplorare i dintorni.
    Note ≈
    Scusate il ritardo! :sob:
    Armi&Co. ≈
    Dark Armour ≈
    Armatura leggera forgiata in ferro sidereo e Oscurità;
    Animofago ≈
    Arma da taglio forgiata in Oscurità;
    ??? ≈
    ???


    D a r k n e s s · i n s i d e · u s ≈
    Oscurità, ovvero delirio.
    Qualora un essere dotato di emozioni si lasciasse cadere nella parte più vile, turpe e depravata del suo animo, allora e solo allora scoprirebbe di condividere con un'infinità di altre razze un potere più grande di qualunque altro: essa si manifesta genericamente come un'estensione del concetto di 'energia sacrilega', cui tuttavia non condivide nulla più che pochi superstiziosi preconcetti e qualche peculiarità cromatica. Non è quivi questione di energia, ma di desiderio: la pura, semplice, banale e mai scontata volontà di operare il male che, rivelatasi in alcuni soggetti più forte che in altri (ed egli è uno di questi), mostra la sua capacità di concretizzarsi in energia e potenza senza alcun nesso logico o legame tra le manifestazioni. Volere è potere, senza alcun limite: creare dal proprio corpo non è più difficile che farlo dalla propria energia, dalle proprie armi, dai propri Heartless, persino da Heartless evocati come meri vettori delle proprie stregonerie.
    Logica vuole che il semplice desiderio non sia capace di alcun danno, fintantoché rimane tale.
    La logica, a volte, è in errore.
    ~
    Il passaggio da leale soldato umano della propria patria a letale stregone dei Poteri Oscuri ha lasciato il segno sul fu Godrik VonTanark: pur conservando il bagaglio d'esperienze tattiche della passata vita militare, la sua abilità con le armi è diminuita notevolmente a fronte di una maggiore prontezza di riflessi.
    { tecnica di dominio elementale ≈ consumo variabile ≈ due turni }
    { passiva: +5o% potenza magica e riflessi, -5o% maestria con le armi ≈ passiva: casting da magie, Heartless e oggetti }
    Sensi Oscuri ≈
    L'azione nociva dell'Oscurità non si limita a corrompere il limite interno dei poteri dell'Oscuro, bensì si manifesta mutando il corpo stesso di colui che ne diviene un assiduo frequentatore: le iridi si tingono di arancione, poi brillano rosse, i capelli assumono sfumature elettriche, stranamente rilucenti, la pelle assume una consistenza più serica e un colorito pallido. Più sottilmente, l'Oscurità influenza profondamente il sistema di incanalamento dell'energia dell'Oscuro rendendolo più cosciente, più consapevole dell'Oscurità che lo circonda, e trasportandolo in una sfera sinestetico-sensoriale completamente nuova: tale percezione ultrasensoriale, più volgarmente 'auspex', è tendenzialmente reinterpretata dal cervello come un'alterazione di tutti e cinque i sensi, che diverranno quindi tutti veicoli dell'informazione extra-sensoriale arrecata dal proprio intero corpo, e che coinvolge ogni forma possibile ed immaginabile di energia.
    Lo sapevate che la magia illusoria ha il sapore dei lamponi?
    { passiva: auspex }
    Tecniche ≈


    Me? Not me: you________
    Essere dannato, creatura nata dall'Oscurità e all'Oscurità destinata a ritornare: cos'è necessario per replicare l'accorta congiunzione di variabili metafisiche che portarono alla sua creazione? Cosa può portare l'uno ad essere due, tre, quattro più dell'uno? Cosa svuota il sé di un connotato esatto, svalutandone il significato in una pluralità di esseri che parlano, pensano, si muovono e agiscono in totale autonomia gli uni dagli altri, ognuno vettore della magia del Nessuno... oppure, peggio ancora, tramutare l'altro sé in un altro altro e lasciare il nemico a combattere contro sé stesso nel senso letterale del termine?
    Nulla più dell'Oscurità, davvero.
    { tecnica di clonazione }
    { consumo medio ≈ due turni }





    Basso 5%Medio 10%Alto 20%Critico 40%



     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Mentre le due zampe del Ragno si accostano al bancone, prendendosi qualche minuto di tregua dal loro turno di lavoro non-stop -mandando giù anche qualche sorso di birra nel frattempo, e osservando le reazioni dello stomaco della bimba alle “coccole” del Godrik-clone (« Affascinante... »)-, a pochi passi da loro si scatena la tragedia: non può sfuggire alla loro attenzione, perché la cornice dell’azione coinvolge il loro obiettivo, e la voce che risuona è alta, ed è impossibile non sentire lo sbraitare di quella donna che inveisce.

    « No, ehi! Ma dico: che sta succedendo qui?! Perché state disturbando gli altri clienti!? »

    Lentamente, Kokorì -bersaglio di quegli improperi- volge la testolina castana in direzione della cameriera che le si è rivolta con tanta acredine -un rancidume cattivo come quello che le impasta la boccuccia-, e uno sprazzo di lucidità le permette anche di sentirsene offesa mentre gonfia le morbide guanciotte rosee in un broncio risentito.

    [color=blue">« Santo Cielo! Ma tu guarda che schifo...! Questa è una locanda rispettabile, non una bettola:
    se dovete fare queste porcherie, vi invito ad uscire immediatamente! »
    <[/color]

    ...tuttavia, l’impietosa ferocia con cui la sconosciuta la dileggiava davanti a tutti è troppo da sopportare per lei: ultima goccia a colmare la misura già riempita fino all’orlo da una giornata che è stata intensa e sfiancante anche per la piccolina - non certo per i suoi soli accompagnatori.
    È per questo che, incapace di controbattere a parole, con gli occhi lucidi e imperlati di lucciconi,
    la bimba viene scossa da un fremito e comincia a piangere a dirotto.

    -Waaaaaaah!

    Daligar scambia un’occhiata con Godrik, poi si stacca dal ripiano di legno con indolenza e avanza verso il tavolo con tutte le intenzioni di intervenire, facendosi strada in mezzo al piccolo capannello che si è radunato per assistere alla scena... possibilmente senza sfogare su qualcuno degli incolpevoli presenti la frustrazione accumulata in quella lunga, lunga giornata e derivante da quell’ennesimo smacco in una missione che -sulla carta- sarebbe dovuta essere pericolosa e difficile quanto una passeggiatina nel parco dei giardini pubblici.

    Ma bisogna sapersi dominare -Rain non approverebbe una perdita di controllo proprio ora-, e così l’unico a rimetterci è il povero boccale semivuoto nella mano del Numero Quattro, che si incrina un poco e con un gemito leggero sotto la pressione della sua stretta.

    Sfuggendo all’impulso di fracassare il coccio di vetro sulla testa della strega in gonnella, con un gran sforzo di volontà il Kildren si limita a sbatterlo sul tavolaccio della taverna, dipanando il silenzio sul brusio della folla e zittendo i commentacci della giovane, che sobbalza per il giungere improvviso di quell’atto di forza a così poca distanza dalla sua persona, e si impietrisce quando incontra lo sguardo assassino del giovane

    "Mi spiace contraddirla, ma credo proprio che prenderemo una stanza qui.
    Siamo stanchi e la piccola sta male.
    Se cortesemente può scortarci in una stanza le saremmo molto grati."


    Al suono di quelle parole, un concitato mormorio di assenso si leva dagli astanti che -curiosamente- sembrano tutti d’accordo con il Ragno: se la cameriera sembra immune al fascino esercitato dalla tenerezza innocente della bimba, così non è per gli altri avventori, e -giustamente- se quella povera creatura non sta bene, sgridarla a quella maniera è stato ingiusto e crudele, oltre che -naturalmente- fuori luogo.

    "Per pulire può farsi aiutare da quel bel giovanotto lì."

    La giovane donna si mordicchia le labbra, irritata da quella rimbeccata imperiosa e dal cambio di posizione degli spettatori, ma ciò che il Kildren aggiunge subito dopo sembra quietarla: se non altro, potrà almeno risparmiarsi l’ennesimo lavoro degradante della giornata che le sarebbe altrimenti toccato a dover ripulire quella disgustosa chiazza di vomito.

    « Mh. Capisco. Allora sarà meglio cambiarla in fretta e metterla a letto. »

    La scorbutica signorina si limita così a bofonchiare, rifuggendo lo sguardo del Quarto e facendo per voltarsi senza nemmeno l’ombra di una scusa; tuttavia, prima che esca dall’anello di curiosi -che si affretta a sciogliersi e a tornarsene ciascuno ai fatti propri- con Kokorì e Daligar che la regge per la collottola dell’abitino, la giovane fa in tempo a scaricare in mano a Xord uno scopettone, lasciando cadere davanti ai suoi piedi un secchio di acqua nerastra -sicuramente già sporca- e leggermente saponosa che, per il movimento, non manca di sferragliare mentre un’onda scura supera l’orlo del cilindro di metallo per inzaccherargli le scarpe.

    « Buon lavoro, Signore »

    E che lavoro affascinante: davvero delizioso...! Beh, forse non troppo da così vicino...
    Ad ogni modo, la bisbetica si allontana, precedendo la bambina e il suo tutore dietro il bancone, alle cui spalle è ben visibile uno scomparto simile ad una lavagna di sughero da cui spuntano file ordinate di ganci: molti sono vuoti, eppure qualcuno occupato da chiavi c’è ancora, ma... non vi state dimenticando qualcosa?
    La piccola ha urgente bisogno della toilette.


    Straight to the Point

    Eccoci qui: mi scuso per il ritardo, ma la permanenza fuori sede non mi ha permesso di essere più tempestiva; so che il periodo non è dei più favorevoli alle scadenze brevi, ma... vorrei fissare la fine del turno in data lunedì 15 agosto -prima che io debba assentarmi di nuovo.
    Non sarò troppo fiscale, ma... cerchiamo di farcela! >*</
    Kokorì posta per prima! :8D:

     
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  15. KOKORI'
     
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    User deleted


    La piccina alzò lo sguardo sognante verso il signor Dali,
    asciugandosi piano le lacrimucce con i pugnetti paffutelli,
    lasciandosi trascinare dalla collottola e lanciando intanto boccacce
    alla cameriera brutta, cattiva ed antipatica.
    Tiè tiè tiè
    Gne gne gne!

    Accadde tuttavia che, a metà corridoio circa, lei iniziò a tirare la manica del suo eroe,
    di continuo e senza sosta, fino a che non si fosse girato.
    Non appena lui le avrebbe rivolto un'occhiata di qualunque tipo,
    lei gli avrebbe parlato con i suoi occhioni dolci, esplicando il suo problema.

    -Pipì...

    Un problema oltretutto abbastanza urgente, considerando le sue condizioni
    ed il modo in cui stringeva le gambine per trattenerla;
    se non voleva che la piccola facesse danno anche per il corridoio,
    doveva assolutamente accontentarla.
    Qualora lui avesse ceduto, la piccina si sarebbe diretta trotterellando verso il bagno,
    laciando il Ragno fuori alla porta per dedicarsi a cose
    che certamente una signorina non poteva fare vedere ad un maschietto.
    Una volta uscita, lo sguardo color nocciola sarebbe andato a posarsi
    su una fetta di torta dall'aria invitante posata su di un lavandino,
    e si sarebbe chiesta cosa ci facesse in quel posto.
    Poi le sarebbe giunto in mente che forse gliel'aveva portata il signor Dali,
    dunque l'avrebbe presa senza sè e senza ma, per tirarle infine un morso.
    Avrebbe strizzato gli occhietti, travolta da un sapore aspro che sicuramente non si addiceva a una torta,
    buttandola poi nel cestino e correndo fuori dal suo principe azzurro.

    -Signor Dali, Signor Dali!

    Avrebbe esclamato gioiosa.

    -Ho fatto quattro palline di cacca!

    ...lo disse come se fosse stata una grande conquista.

    -Ora le saluto perchè sono partite... blurp!

    Si voltò, ed intanto dalla boccuccia uscì una bolla di sapone.

    -....blurp! ... c-ciao cacca... blurp... vai con le altre cacche... blurp!

    Ed intanto l'ambiente circostante si era riempito di simpatiche e colorate bolle di sapone.
    Qualcosa non quadrava.



    Si, si è mangiata una saponetta a forma di fetta di torta :8D:
    Tipo queste saponette:

    torta+saponi
     
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52 replies since 2/6/2011, 01:27   947 views
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