[LAM] Sul grande monte

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    --- Anthea Winterstar ---

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    Aveva aperto gli occhi di scatto esaminando il punto in cui era capitato.
    Il verde si estendeva ovunque, ed anche i fiori erano dappertutto, il vento era piacevole e mite, quel luogo era decisamente tranquillo e piacevole ma Anthea non poteva far altro che provare un moto di terrore.

    * Come ho fatto a finire qui? *

    La prima domanda che le era venuta, spontanea anche se lo ricordava benissimo, stava costruendo il suo primo drone da battaglia visto che combattere da sola le era sempre risultato difficile ma a quanto pare qualcosa era andato storto, improvvisamente infatti si era ritrovata in quella landa che, certo era piacevole alla vista ma chissà quali pericoli comportava, e la mezza-demone non poteva certo sapere se le persone che abitavano lì erano piacevoli come quel posto.

    * Credo di essere arrivata... in un mondo nuovo... *

    Aveva pensato, anche se non ne era affatto sicura e non era neanche sicura di volerlo sapere, aveva già sentito parlare di questo fenomeno ma non lo aveva mai visto, eppure... Quel luogo era fin troppo diverso dal posto in cui era nata.
    Dove il deserto la faceva da padrone e il verde esisteva sì, ma era rarissimo.

    Il suo sguardo era corso sulla spalla sinistra ed aveva tirato un sospiro di sollievo vedendo che l'aggeggio che gli stava sopra non aveva alcuna crepa, lo stesso trattamento era andato al guanto della mano destra, in fondo erano gli oggetti più importanti che aveva creato e dovevano esserci sempre, perché ormai facevano praticamente parte della sua identità.
    Anche il resto degli oggetti che aveva con sé c'erano ed erano senza graffi, ora quindi non le rimaneva che esplorare quella terra e scoprirne i suoi abitanti, nel peggiore (o nel migliore) delle ipotesi quella sarebbe diventata la sua nuova casa, che la voleva o meno.

    Acqua. Aveva notato solo ora che si poteva sentire anche il suono dell'acqua cadere nelle vicinanze, probabilmente lì vicino c'era una cascata.

    * Però... Non è affatto male questo posto a primo impatto... *

    Aveva pensato mentre continuava ad ammirare il paesaggio, ora che ne aveva l'opportunità non voleva affatto perdersela visto che da dove veniva uno spettacolo del genere non si poteva avere da nessuna parte.
    Mentre guardava si immaginava a come potesse apparire quel luogo di notte, non le sarebbe affatto dispiaciuto vedere le stelle da laggiù, magari in un luogo così alto erano persino più facili da vedere.

    * Comincio a pensare che non sarebbe poi così male vivere qui. Spero solamente che questo mondo sia abitato... *
     
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    Un leggero venticello scuoteva le fronde degli alberi secolari: entità vecchie ancorate al suolo, che hanno sopportato le angherie del tempo per molte stagioni. Hanno resistito in silenzio alla pioggia, al freddo, alle frane e alla vecchiaia. E sono ancora lì, piantate nel terreno. Forse accusano gli anni, ma non smettono di stagliarsi sopra le piante più piccole, nel ruolo dei signori della foresta.

    Simili sentimenti percuotevano l’animo di quella bestia alata.
    Planava dolcemente sopra la foresta dei Monti Shea, godendo del paesaggio mentre la fantasia si librava in voli lontani.
    Poche nuvole solcavano quel tratto di cielo sopra le catena montuosa dell’Est. Solitarie ed immateriali vagavano senza meta.
    L’Astro volava in direzione delle cascate principali. L’iniziale fruscio dell’acqua udito in lontananza si tramutò ben presto in un roboante frastuono. L’acqua si schiantava contro le rocce sottostanti, con la potenza di decine di tonnellate. Continuava a scorrere in un moto perpetuo, da un salto al successivo, rallentando qualche volta ma senza mai fermarsi.

    Harium giunse sul ciglio del fiume, dove tutto precipitava in un profondo baratro e si immergeva nella nebbiolina indistinta sottostante.
    Rimase fermo nell’aria ad ammirare quello spettacolo. Le sue ali, immateriali come le nubi, si muovevano senza sosta per concedergli di librarsi nell'aria.
    Era indeciso sul da farsi: concedersi un brivido tuffandosi di sotto oppure evitare di perdere tempo e continuare il viaggio verso Nord?

    Al diavolo! Di tempo nella mia vita ne ho già perso parecchio. Per un essere antico come me, che valore ha il tempo? Divertiamoci finché si può! Pensò questo il Drago Cosmico. E poi si lanciò in picchiata.

    L’emozione aveva vinto sulla ragione.

    Mentre scendeva verso la base della cascata, le fredde goccioline imperlarono il suo volto, facendo scorrere dei brividi lungo la sua schiena. L’adrenalina era a mille, la discesa era mozzafiato.
    La frescura di montagna e l’aria pura permearono tutto il suo essere. L’Astro si sentì tutt’uno con la natura.

    Poi il sogno finì.

    Arrivò il momento di spalancare le ali per frenare la caduta. Come un sognatore che ritorna di malavoglia alla realtà, il Drago pose fine alla stupenda picchiata lungo la cascata. Planò dolcemente in avanti, lasciandosi alle spalle il muro d’acqua.

    Atterrò lungo il fiume per asciugarsi: non poteva continuare a volare tutto bagnato, avrebbe rischiato di gelare.
    Scosse il muso e il corpo rettiliforme. Per fortuna le ali non erano bagnate, in quanto avevano la stessa consistenza di un fantasma.
    Si strizzò malamente i lunghi capelli ramati, per far cadere al suolo la maggior parte dell’umidità. Non si accorse che l’acquosità dell’aria aveva arricciato la sua chioma. Aveva un aspetto proprio buffo, malgrado gli artigli e i lineamenti affilati come un pugnale.


     
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    Certo era piacevole stare in quel luogo ma la ragione aveva ben presto riportato alla realtà la ragazza, doveva scoprire che persone abitavano quel luogo e se il loro atteggiamento era ostile o meno per poi decidere se voleva rimanere in quel luogo o se cercare un modo per tornarsene a casa sua.

    In questo momento aveva più voglia di rimanere lì, almeno a giudicare dal paesaggio ma senza altri elementi non faceva alcuna differenza, l'equipaggiamento che le serviva per combattere, nel caso fosse stato necessario, le era rimasto.

    Si era alzata stancamente dal punto in cui era, forse troppo ozio non le aveva giovato molto visto che ora non aveva voglia quasi di muoversi.

    * Ma dove vado? * Era rimasta un'attimo a pensare, poteva scendere la montagna ma aveva la gola secca e le serviva bere un po'.
    Se aveva fortuna l'acqua la poteva trovare in un'ipotetica città che poteva essere sotto il monte, oppure cercare il fiume sperando che l'acqua fosse potabile.

    Ancora indecisione ma alla fine aveva deciso di cercare la cascata che sentiva in lontananza, era sicuramente più vicina e magari avrebbe visto anche un'altro luogo mozzafiato come quello prima.

    Un passo dopo l'altro aveva cominciato a salire il monte in direzione del suono dell'acqua, il paesaggio sembrava rimanere sempre lo stesso ma finalmente in lontananza si poteva scorgere una grandissima e bellissima cascata, ma purtroppo non era esattamente una cosa che passava in primo piano visto che lì vicino c'era... Beh, Anthea non avrebbe saputo dire esattamente cosa fosse, ma era un'essere decisamente grande e minaccioso due caratteristiche che le fecero raggelare il sangue, sperava di non essere stata notata altrimenti immaginava come sarebbe andata a finire...
    Di combattere non se ne parlava proprio (specialmente non in quelle condizioni e non contro quello lì), l'unica alternativa che le sembrava plausibile era scappare a quel punto.

    Aveva cercato di ricomporsi mostrando una sicurezza che non aveva per niente, per poi voltarsi e lentamente andarsene, forse quell'essere non l'aveva notata e se così fosse doveva andarsene senza fare alcun rumore.
    Aveva una paura folle camminava comunque nella direzione opposta alla creatura ma, forse per la fretta di andarsene forse perché quel terrore le aveva tarpato un po' i sensi aveva preso un sasso con un piede ed era inciampata urlando a squarciagola.

    - Aaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh! - Così si era trovata lungo distesa per terra e se anche l'essere enorme prima non l'aveva notata per fortuna ora l'aveva quasi sicuramente sentita visto il chiasso che aveva fatto con quell'enorme tonfo.
     
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    Ormai era quasi del tutto asciutto. La pelle liscia del Drago era lucida e brillante. Rifletteva la luce solare con sfumature di blu e verde.
    Era pronto a ripartire per il Nord, ripromettendosi di non fare più soste. Si preparò al decollo quando all’improvviso sentì un urlo provenire dalla foresta, a qualche decina di metri da lui. Sembrava un grido femminile e Harium voltò il muso nella direzione da cui proveniva.
    Si mosse in fretta verso la direzione scelta, sentendo la presenza di una persona grazie al suo Sesto Senso.
    I pensieri dell’Astro erano confusi: Una donna? Cosa sarà successo?

    Si aiutò con le ali per superare gli ostacoli nella vegetazione, senza però librarsi in volo completamente.

    Finalmente raggiunse la ragazza in questione, che si trovava distesa a terra. Harium si guardò intorno per vedere se ci fosse qualche minaccia, ma tutto sembrava tranquillo.
    Si rivolse alla giovane con tono gentile, mantenendo le distanza per non spaventarla.

    Signorina, ha bisogno di aiuto? Ho sentito un urlo e sono subito accorso…

    Il Drago rimase fermo al suo posto, chiedendosi se fosse il caso di aiutare la ragazza a rialzarsi.

    Come mai è tutta da sola in questa sperduta cima montuosa? Cosa gli è accaduto? Furono i rapidi pensieri che attraversarono la sua mente.



    Cito la passiva di Sesto Senso ^^

    Mente Spettroscopica
    La mente di Harium possiede un sonar energetico che gli ha permesso di orientarsi nell'Universo captando le energie circostanti. Tuttora il drago possiede questa abilità che gli permette di sentire la presenza e la posizione di energia in qualunque forma essa si presenti nel raggio di 30 metri. Il personaggio riesce ad analizzare il tipo di energia avvertita e l'intensità della stessa attraverso questo Sesto Senso.
     
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    Ecco, era finita si era tradita da sola con quella stupida mossa, ma poteva essere più sfortunata di così? Non c'erano tanti sassi in giro ma ovviamente doveva andare a finire sopra uno di questi.
    Si era rassegnata all'idea di dover morire lì, di uccidere un mostro così grosso neanche se ne parlava e le sue ali non erano abbastanza buone per poter scappare.

    Signorina, ha bisogno di aiuto? Ho sentito un urlo e sono subito accorso...

    La ragazza era sollevata da quello che aveva sentito, non se l'aspettava... In tanti sensi, in primo luogo non pensava neanche che quell'essere potesse parlare, sembrava semplicemente un'animale molto cresciuto inoltre non si aspettava che fosse così bendisposto nei suoi confronti.
    Il sollievo aveva preso posto sulla paura che aveva provato poco prima, ora c'era solo un problema però.

    Sperava che ci fosse almeno qualche essere di forma umanoide che abitava quella terra altrimenti si sarebbe sentita troppo fuori posto lì dentro.

    - Ehm... Vediamo un po'... - Aveva cominciato a dire un po' incerta mentre finalmente si alzava da terra, aveva molte domande, forse troppe ma non sapeva da dove cominciare.

    - So' che potrebbe sembrarti una domanda strana ma potresti dirmi dove siamo? - Aveva detto cercando di mantenere il tono più normale che le riusciva, sapeva che una domanda del genere l'avrebbe fatta sembrare strana, insomma siamo seri, chiunque dovrebbe sapere dove si trovi.
    Nel mentre stava pulendo il suo vestito dalla terra visto che, per via della caduta si era sporcato tutto.
     
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    La ragazza si rialzò da terra pulendosi gli abiti sporchi. Il Drago osservò con attenzione lo strano marchingegno collegato alla spalla. Era di colore rosso acceso e comprendeva alcuni cristalli verdi.
    Harium rimase incuriosito da quell’aggeggio, chiedendosi a che cosa potesse servire.

    La biondina aveva l’aria un po’ spaesata e parlò con lieve esitazione.
    Chiese dove si trovasse e l’Astro inquadrò che cosa fosse successo alla ragazza.
    Spaesata, in mezzo alla natura selvaggia, non sa dove si trova.

    Doveva trattarsi di una naufraga.

    Parlò usando quanto delicatezza riuscì a tirar fuori, sapendo che la notizia che stava per dare poteva essere sconvolgente.

    Se ti trovavi in un posto e da un momento all’altro di sei ritrovata qui, temo tu sia una naufraga dimensionale. Un’increspatura nello spazio-tempo ti dislocato in questo mondo, chiamato Endlos. Molti individui di molte razze hanno fatto la tua stessa esperienza. Anch’io sono in questa risma.

    Mi duole dirtelo, ma temo che le probabilità di fare ritorno da dove sei arrivata siano prossime allo zero. Dovrai ambientarti e vivere qui.


    Fece una pausa, sperando che la ragazza non si disperasse per la notizia appena data. Riprese a parlare con tono dolce.

    Io mi chiamo Harium e se lo ritieni necessario, mi impegno ad aiutarti in questi tuoi primi giorni in questo mondo. È il mio compito, così come è il compito dei miei commilitoni, aiutare le persone in difficoltà.

    Il Drago si riferiva ai Liber Aeris Milites, la gilda di volontari di Laputa. Tra i doveri degli aviatori spiccavano l’aiuto del prossimo e la difesa dei più deboli.
    Se la ragazza lo avesse richiesto, l’Astro si sarebbe impegnato ad aiutarla e proteggerla.


     
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    Non c'era voluta molta attesa per sentire le prime parole del drago, le stava spiegando la situazione e come era arrivata lì, era incredibile, anche se non era stato lui ad essere stato vittima degli eventi li sapeva spiegare meglio di lei che si era ritrovata qui senza nemmeno capire come.

    Se ti trovavi in un posto e da un momento all’altro di sei ritrovata qui, temo tu sia una naufraga dimensionale. Un’increspatura nello spazio-tempo ti dislocato in questo mondo, chiamato Endlos. Molti individui di molte razze hanno fatto la tua stessa esperienza. Anch’io sono in questa risma.

    Come doveva sentirsi? Probabilmente triste... Sola e sperduta in una terra sconosciuta eppure non lo era, non lo era affatto...
    Probabilmente perché nel profondo del suo cuore aveva sempre considerato il luogo a cui apparteneva una prigione, fatta interamente di persone egoiste e schive ma ora finalmente aveva trovato un mondo nuovo, con un'ambiente gradevole, e il primo personaggio che aveva incontrato sembrava anche gentile.
    Inoltre grazie a quelle poche parole aveva anche capito che non c'erano solo quegli esseri ad abitare quel mondo ma sicuramente da qualche parte anche qualche umanoide, visto che aveva parlato di "molti individui di molte razze diverse".
    Aveva sorriso mentre ascoltava il resto che la creatura aveva da dirle.

    Mi duole dirtelo, ma temo che le probabilità di fare ritorno da dove sei arrivata siano prossime allo zero. Dovrai ambientarti e vivere qui.

    Non le importava, non voleva ritornare indietro, sicuramente quel posto era migliore di quello che aveva lasciato.

    - Non ha importanza... - Aveva detto risoluta all'essere enorme. - Non credo proprio di voler tornare indietro, il luogo dove sono nata in fondo non mi è mai piaciuto... - Una nota di disappunto marcata dal ricordo del luogo che aveva appena lasciato, sperava di poterlo dimenticare presto.

    Io mi chiamo Harium e se lo ritieni necessario, mi impegno ad aiutarti in questi tuoi primi giorni in questo mondo. È il mio compito, così come è il compito dei miei commilitoni, aiutare le persone in difficoltà.

    * Harium... * Si era ripetuta mentalmente per non scordarsi il nome dell'altro.

    - Oh, giusto non mi sono presentata! - Aveva esclamato, nella foga dell'incontro si era scordata la buona educazione. - Mi chiamo Anthea Winterstar, piacere di conoscerti! - La sua voce era squillante, si vedeva chiaramente che, a modo suo era felice.

    - Ad ogni modo, posso chiederti di che razza sei? Non ho mai visto qualcosa del genere nel mio mondo. - Sperava di non essere troppo di disturbo ma era ancora un po' confusa dalla situazione e le domande che aveva da fare erano molte. - E poi chi sono questi "commilitoni"? -

    Sperava di riuscire ad ambientarsi presto e soprattutto di non adirare Harium con tutte quelle domande.
     
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    Fortunatamente la ragazza non sembrava dispiaciuta di aver abbandonato la propria patria per sempre. Il Drago non sapeva definire se questo fosse un bene o un male. Un bene per il proprio futuro o un male per il passato già trascorso? Rimase con questo dubbio mentre la ragazza si presentava all’Astro.

    Il piacere è tutto mio, Miss Anthea.

    Disse con gentilezza il rettile di due metri. Il suo muso dai lineamenti affilati era ingentilito dalla sua indole, così come la sua voce profonda.
    Anthea iniziò a tempestarlo di domande, com’era prevedibile per una nuova arrivata. Harium fu comprensivo e si concentrò per rispondere con più precisione possibile.
    Gli chiese a che specie appartenesse, visibilmente stupefatta di essere al cospetto di una così particolare creatura.

    La mia razza è molto rara: sono un Drago Cosmico delle Origini, uno dei pochi che si possono ancora incontrare.

    Disse con una sfumatura di voce malinconica: era passata un’eternità dall’ultima volta che aveva visto un altro individuo della sua specie.
    Si riscosse dai ricordi malinconici quando la ragazza chiese chi fossero i suoi compagni.

    Io faccio parte di un gruppo di militari volontari stanziati a Laputa. Questa gilda si è votata al soccorso dei bisognosi e alla protezione dei più deboli.

    Ora però ti starai chiedendo dove sia questa “Laputa”. È un’isola fluttuante situata ad Ovest rispetto a questo monte. So che sembra pazzesco, infatti è più facile crederci vedendola coi propri occhi.
    Se hai altri dubbi, chiedi pure senza timore. Capisco come ti senti, Anthea, quindi non farti problemi.


     
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    Per qualche strana ragione Harium non sembrava essere adirato da tutte quelle domande, chissà qual'era il motivo... Ci era abituato forse? Oppure aveva preso in simpatia la ragazza? Oppure ancora magari quando quel viaggio l'aveva dovuto fare lui si era ritrovato anche lui con molte domande in testa.

    Il piacere è tutto mio, Miss Anthea.

    - M-miss...? -

    Non si aspettava di sentire un'appellativo del genere, soprattutto non da un'individuo che in fin dei conti era ancora uno sconosciuto, non che le desse dispiacere però più che altro era disorientata, nessuno prima l'aveva mai chiamata così, aveva pensato imbarazzata guardando da un'altra parte, sperava di non aveva fatto una figura ridicola.

    Così, il discorso era continuato, c'erano fin troppe cose a cui mancava risposta e non poteva fermarsi così con le domande insolute, doveva sapere più cose possibili riguardo a quel mondo, solo così poteva capire come muoversi e a cosa dover credere.

    La mia razza è molto rara: sono un Drago Cosmico delle Origini, uno dei pochi che si possono ancora incontrare.

    Così era un Drago, non ne aveva mai visto uno, e non immaginava fossero così grandi ed intelligenti, chissà quanti altri draghi dimoravano in quel mondo, a dir la verità non credeva erano molti, da quanto aveva sentito era già stato un caso accidentale che lui fosse venuto qui ed era anche una specie molto rara, perciò la possibilità di vederne altri probabilmente non erano poi così alte.

    Io faccio parte di un gruppo di militari volontari stanziati a Laputa. Questa gilda si è votata al soccorso dei bisognosi e alla protezione dei più deboli.

    Sembrava bello, combattere mentre si aiutavano le persone in difficoltà, era sempre stato il suo sogno.
    Amava combattere ma aveva anche un cuore gentile e purtroppo queste due cose spesso erano difficili da far combaciare, mentre sentendo il Drago faceva proprio questo come lavoro.

    Ora però ti starai chiedendo dove sia questa “Laputa”.

    Forse le aveva letto nella mente o forse il fatto che se lo stesse chiedendo era normale, fatto sta che se lo stava chiedendo veramente e perlomeno Harium le aveva risparmiato la "fatica" di fare anche questa domanda.

    È un’isola fluttuante situata ad Ovest rispetto a questo monte. So che sembra pazzesco, infatti è più facile crederci vedendola coi propri occhi.
    Se hai altri dubbi, chiedi pure senza timore. Capisco come ti senti, Anthea, quindi non farti problemi.


    - F-fluttuante? -

    I suoi occhi si erano quasi illuminati, era stata di nuovo sorpresa da quel mondo che non conosceva, doveva assolutamente vedere quell'isola anche se non sapeva bene quando.

    - Fluttuante in che senso? Quanto è distante da qui? -
     
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    La biondina era rimasta interdetta nel sentire l’appellativo di Miss.
    Forse non era abituata a certe galanterie? Harium non si perse ad indagare certe sottigliezze.

    Poi la ragazza rimase stupefatta (com’era prevedibile) dal fatto che Laputa fosse un’isola volante.
    Harium spiegò con calma ad Anthea, senza innervosirsi o stufarsi.

    Fluttuante nel vero senso della parola. È una grande isola che si libra tra le nuvole, sopra una città abbandonata a sé stessa e molto pericolosa. Quella città fitta di grattacieli si chiama Klemvor. I robot hanno il possesso delle strade e nessuno abita lì. Sopra la città c’è Laputa, raggiungibile con delle macchine volanti.

    Per quanto riguarda la distanza, ce ne vuole prima di arrivare all’Ovest.


    Il Drago fece una pausa per visualizzare mentalmente il territorio di Endlos. Quando ebbe le idee chiare, ricominciò a spiegare.

    Per prima cosa devi scendere da questi monti, attraversare il Pentauron (che è una città immensa come uno stato) e arrivare a Kemvlor. Là ti dirigi all’approdo di Laputa e raggiungi il castello del Cielo.
    A piedi ci vuole minimo una settimana di viaggio. In volo io ci metterei qualche giorno.


    Il Drago non sapeva cosa fare della ragazza. Portala con sé? Era fuori discussione. Lui aveva altri progetti prima di tornare a Laputa.
    Ma non poteva nemmeno lasciare una ragazza da sola ad affrontare un viaggio così lungo…
    Era indeciso sul da farsi.


     
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    Fluttuante nel vero senso della parola. È una grande isola che si libra tra le nuvole, sopra una città abbandonata a sé stessa e molto pericolosa. Quella città fitta di grattacieli si chiama Klemvor. I robot hanno il possesso delle strade e nessuno abita lì. Sopra la città c’è Laputa, raggiungibile con delle macchine volanti.

    La cosa si faceva ancora più intrigante se possibile, non solo quell'isola fluttuava ma era anche abitata di robot, probabilmente lo stesso tipo di robot che lei stava cercando di costruire e che erroneamente l'aveva portata qui con chissà quale meccanismo.
    Voleva quella città, anzi, doveva vedere quella città.

    Per quanto riguarda la distanza, ce ne vuole prima di arrivare all’Ovest.

    Ecco, infatti... Le cose stavano andando fin troppo liscio, ci doveva essere la fregatura un po' se lo sentiva, non poteva arrivare in un mondo perfetto fatta di gente perfetta senza nessun prezzo da pagare... Non aveva di "quanto" fosse lontano e forse non voleva neanche scoprirla ma il drago le aveva comunque detto la cruda verità.

    Per prima cosa devi scendere da questi monti, attraversare il Pentauron (che è una città immensa come uno stato) e arrivare a Kemvlor. Là ti dirigi all’approdo di Laputa e raggiungi il castello del Cielo.
    A piedi ci vuole minimo una settimana di viaggio. In volo io ci metterei qualche giorno.


    Troppi nomi, troppe cose da ricordare e troppa strada, non ce l'avrebbe mai fatta ad arrivare da sola, inoltre ora che ci faceva caso non aveva neanche il suo diario e non si sarebbe potuta annotare nulla.

    * Quello quando ne avrò l'occasione dovrò comprarlo... *

    Ma ora doveva pensare a quello che doveva fare, come poteva togliersi da quella situazione? Si era persino dimenticata della gola secca, ormai il non bere non era più un problema di sua competenza, quello che le interessava era raggiungere la città.
    Aveva trovato un'idea, forse non molto logica ma sicuramente la più valida che aveva in testa questo momento.

    - Scusi, signor Harium... - Aveva detto un po' imbarazzata, immaginava già un rifiuto della proposta. - So che potrebbe sembrarvi molto svantaggioso e so anche che in fondo sono una completa sconosciuta per voi, ma potreste portarmi con voi per un po' fino a quando arriveremo a questa "Laputa"? -

    Aveva chiesto imbarazzata, i motivi per cui il drago avrebbe voluto portarla erano ben pochi mentre i motivi per cui avrebbe non voluto molti di più, poteva solamente aspettare e sperare... Di più proprio non poteva fare...
     
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    Anthea gli chiese gentilmente di poter essere accompagnata a Laputa. Era visibilmente imbarazzata ma era stata costretta a fare questa richiesta: un nuovo mondo sconosciuto, un lungo viaggio irto di pericoli… non avrebbe potuto viaggiare da sola.
    Harium rifletté per un momento, soppesando tutte le possibilità.

    Portarla con me? È fuori discussione. Rallenterebbe il mio viaggio, oltre a costringermi a delle deviazioni che non mi permetterebbero di esplorare quello che mi rimane da vedere.
    Ma non posso nemmeno abbandonarla a sé stessa. Cosa fare quindi…?


    Poi un’idea geniale balenò nella sua mente. Prese la sua saccoccia e tirò fuori una pietra levigata. Il sasso era inciso di rune mistiche e il Drago lo attivò.
    Quello che sembrava un semplice monile di roccia era in realtà un trasmettitore di messaggi tra i membri della gilda.
    Spiegò brevemente alla ragazza.

    Questa pietra mi permette di comunicare sulla lunga distanza con i miei compagni di gilda.

    Poi si rivolse alla pietra e gli parlò, come se fosse una persona in carne ed ossa.

    Capitano, sono Harium, aviatore rosso. Sono insieme ad una ragazza che richiede una missione di recupero per portarla a Laputa. Ci troviamo sui monti Shea, nei pressi della cascata a 1500 metri sul versante nord del picco maggiore.

    Dalla pietra arrivò una voce incredibilmente realistica, senza distorsioni o interferenze di sorta, come se una terza persona fosse lì con loro in mezzo alla vegetazione.

    Ricevuto Harium. Un nostro Verde si dovrebbe trovare nei pressi del monte con il suo grifone in missione di ricognizione. Giro a lui il messaggio.

    Dopo qualche decina di secondi di attesa, la pietra ricominciò a parlare con la voce del Capitano.

    Confermo Harium, il nostro Verde sta volando verso di voi. Dovreste segnalare la vostra presenza in qualche modo. Passo e chiudo.

    Il Drago disse ad Anthea con una nota di divertimento.

    Arrivano i nostri!

    Guardando verso il cielo, riuscì a scorgere una sagoma alata. Quando fu l’aviatore verde fu abbastanza vicino, il Drago ruggì con potenza impressionante. L’aviatore capì subito la posizione dei due sentendo quel boato fortissimo e dopo poco atterrò nella radura. Si rivolse alla ragazza, probabilmente stupefatta nel vedere il grifone.

    Non preoccuparti, è mansueto quanto basta. Adesso devi salire in sella con il mio collega, legarti con le cinghie di sicurezza e volare insieme a lui sopra al grifone fino a Laputa.

    Sperò che la ragazza non avesse problemi a volare o affidare la propria vita ad un perfetto sconosciuto in sella ad una bestia alata.


     
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    Un momento di silenzio imbarazzato fra i due, il drago sembrava pensare anche se non sembrava voler dare una risposta.
    Probabilmente quello era un rifiuto proprio come pensava... Se lo doveva immaginare, e se l'era aspettato già da prima, quella proposta non portava nessun vantaggio dalla parte del drago.

    Aspettava una risposta ma non l'aveva avuta, piuttosto il drago aveva preso una pietra, la ragazza l'aveva guardato con sguardo interrogativo non riusciva a capire bene cosa volesse farci.

    Questa pietra mi permette di comunicare sulla lunga distanza con i miei compagni di gilda.

    Cominciava seriamente a pensare che le sue invenzioni fossero una bazzecola rispetto a quelle che avevano loro, prima un'isola che galleggiava (tra l'altro abitata solo da robot) e poi una pietra che funzionasse come un telefono.

    Capitano, sono Harium, aviatore rosso. Sono insieme ad una ragazza che richiede una missione di recupero per portarla a Laputa. Ci troviamo sui monti Shea, nei pressi della cascata a 1500 metri sul versante nord del picco maggiore.

    * 1500 metri? * Aveva pensato incredula, davvero stava così in alto? E pensare che all'inizio voleva scendere la montagna per vedere se c'era qualche città la sotto... Solo ora si era accorta che quell'obiettivo era decisamente irraggiungibile.

    Ricevuto Harium. Un nostro Verde si dovrebbe trovare nei pressi del monte con il suo grifone in missione di ricognizione. Giro a lui il messaggio.

    Anthea aveva rabbrividito, per un attimo aveva persino pensato ci fosse qualcun'altro sul monte solo dopo aveva realizzato che la voce veniva dal sasso, era così realistica da fare paura.
    Era un tecnologia davvero moderna anche se dire una cosa del genere a un sasso sembrava un po' una presa in giro.

    Confermo Harium, il nostro Verde sta volando verso di voi. Dovreste segnalare la vostra presenza in qualche modo. Passo e chiudo.

    * Un verde? E' un altra razza di questo mondo? * Si era chiesta mentalmente, la cosa le sembrava abbastanza plausibile in fin dei conti.

    Arrivano i nostri!

    - O-ok... - Aveva detto poco convinta, ancora non aveva capito bene cosa doveva fare.
    Le giunse alle orecchie un ruggito potentissimo così che fu costrette persino a tapparsele, non si aspettava che un'essere gentile come Harium potesse fare un verso del genere, probabilmente per colpa del suo carattere si era dimenticata la sua razza, un drago, raro e potente per giunta.

    Così era atterrata un'altra persona a bordo di un grifone, questo animale invece lo conosceva, non aveva mai visto uno ma ne aveva letto sopra un vecchio libro che aveva letto quando era più giovane, sembrava in qualche modo strano... Però bello...

    Non preoccuparti, è mansueto quanto basta. Adesso devi salire in sella con il mio collega, legarti con le cinghie di sicurezza e volare insieme a lui sopra al grifone fino a Laputa.

    - Ok... -

    Aveva detto sempre meno convinta, ancora non riusciva a capire cosa doveva fare una volta che il viaggio era finito, non aveva più un posto dove andare, all'inizio ne era felice ma a questo non ci aveva pensato abbastanza.
    Era salita sul grifone, allacciandosi come meglio poteva le cinghie seguendo le istruzioni di Harium e del "pilota" appena arrivato.
    Non riusciva ancora a capire perché stavano facendo tutto questo per lei ma non poteva dire di non esserne felice.
     
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    Anthea era un po’ dubbiosa su quello che stava accadendo, così Harium si affrettò a rassicurarla.

    Fidati di questo aviatore e del suo grifone: sono un mezzo rapido e sicuro. Quando arriverai a Laputa potrai decidere cosa fare in massima libertà.

    Volendo potresti anche chiedere di arruolarti nella mia gilda. Ci servirebbe proprio una ragazza solare come te nelle nostre fila. L’arruolamento è libero, così come l’abbandono della gilda.
    Puoi andartene quando vuoi, senza vincoli di sorta… pensa alla mia proposta durante il volo, e se ti interessa puoi parlarne con Drusilia, il comandante della nostra gilda.


    Harium era sicuro di lasciare la ragazza in ottime mani, e questa sua sicurezza traspariva dalla sue parole.

    Segui le istruzioni del pilota e tutto andrà bene.

    Forse ci rivedremo Anthea, o forse i nostri destini non si incroceranno più. Comunque sia, ti auguro buon viaggio e che le stelle ti assistano sempre.


    L’aviatore diede il segnale al grifone con una gentile pacca sul collo. L’animale fece qualche passo di rincorsa, artigliò il suolo lasciando profondi solchi e poi decollò, spalancando le ali.
    Presero subito quota, spinti dal vigore di quella magnifica bestia alata.

    Harium li osservò dirigersi verso Ovest, dove tramonta il sole.

    Ma di sicuro l’avventura di Anthea non poteva definirsi un crepuscolo: era un nuovo inizio.



    Abbiamo finito :8D:

    La tua pg è arruolata off-game nella gilda, ma ti consiglierei di aprire una giocata a Laputa (per quando atterri con il grifone) con Drusilia o Yang, il comandante della squadra blu, per ufficializzare la tua entrata in gilda anche in-game.

    Ci penso io a chiedere i punti per i nostri pg. ^^

    È stato un piacere giocare con te, a presto! :grab:

    P.S. guarda il messaggio che ho scritto qui.
     
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    Fidati di questo aviatore e del suo grifone: sono un mezzo rapido e sicuro. Quando arriverai a Laputa potrai decidere cosa fare in massima libertà.

    Non era esattamente di quello che si stava preoccupando, se l'aspettava in fondo, chissà da quanto tempo quel tizio guidava dei grifoni, era naturale che sapesse quello che stava facendo.
    Più che altro quello che la preoccupava era il suo futuro, che cosa avrebbe fatto da lì in avanti? In una terra sconosciuta? E soprattutto su un'isola galleggiante abitata solo da robot? (O almeno questo era quello che aveva capito).

    Volendo potresti anche chiedere di arruolarti nella mia gilda. Ci servirebbe proprio una ragazza solare come te nelle nostre fila. L’arruolamento è libero, così come l’abbandono della gilda.
    Puoi andartene quando vuoi, senza vincoli di sorta… pensa alla mia proposta durante il volo, e se ti interessa puoi parlarne con Drusilia, il comandante della nostra gilda.


    - Davvero? -

    Questa era una cosa che non si aspettava, già dall'inizio quando ne aveva sentito parlare le sarebbe piaciuta l'idea, inoltre non aveva un futuro lì senza una guida a cui appoggiarsi e un'ideale da raggiungere, l'avrebbe fatto, o almeno c'avrebbe provato... Non aveva niente da perdere in fondo e probabilmente ne avrebbe guadagnato tanto da quella esperienza.

    Segui le istruzioni del pilota e tutto andrà bene.

    - Ok! - Aveva detto stavolta con più vigore, aspettava con ansia di partire ora.

    Forse ci rivedremo Anthea, o forse i nostri destini non si incroceranno più. Comunque sia, ti auguro buon viaggio e che le stelle ti assistano sempre.

    - Stelle? - Voleva sapere che c'entravano ma il grifone era partito a tutta velocità verso il cielo.

    Era decisamente un bene che non soffrisse di vertigini visto l'altezza a cui si trovava, ma in fondo anche lei aveva la facoltà di volare se solo avesse voluto, aspettava di arrivare e di vedere l'isola con tutti i suoi abitanti.
    Voleva sapere come sarebbe andata la sua vita ora visto che non ne aveva più idea.

    Ok e grazie, mi sono divertito anch'io. :epicre:
     
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