[EM] Caccia alle Streghe

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  1. Felì.
     
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    Avete deciso di rispondere al disperato Bando di un villaggio dell' Est, situato nelle propaggini dell'oscura e misteriosa Fanedell che da secoli ospita crudeli fiere e bizzarre creature.
    La ragione di tutto questo scompiglio, però, non è nulla di più che una giovane dai capelli di fiamma; si dice che sia una Strega e che abbia causato un lungo periodo di carestia al piccolo borgo, devastando i raccolti e facendo ammalare il bestiame.
    I popolani, a metà fra lo sconvolto e l'inferocito, hanno così deciso di trovare qualche Paladino senza macchia nè paura che elimini la figlia del Demonio, penetrando fra gli oscuri recessi della foresta.
    Sarete profumatamente pagati: mille denari a testa più un buono, se la Strega verrà portata viva (tuttavia basta anche solo la testa, non sono contadini con molte pretese) al cospetto del Capovillaggio.
    E così vi presentate nel punto fissato, il confine nord di Fanedell, non appena l'alba dalle rosee dita comincia a schiarire il buio della notte. C'è solo un giovinetto ad attendervi, spaventato ed infreddolito.
    Il piccolo si avvicina a te, Raem, e ti porge un sacchetto piuttosto pesante, borbottando qualcosa a proposito di un anticipo sulla missione, poi corre via, attraverso i campi, come se avesse il lupo cattivo alle calcagna.
    Siete soli ora, nel silenzio dell' alba. L'inizio di una pista tortuosa e poco battuta si intravede fra i primi alberi.
     
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    Una strega… certo, come no. Il popolino di campagna è proprio rozzo e privo di cultura. Se solo conoscessero i veri pericoli della vita… però se pagano bene, perché non accontentarli?

    Erano questi i pensieri del Kuthiano. Qualche giorno prima uno degli informatori della gilda aveva riferito di una lauta ricompensa a chi uccidesse o catturasse una strega a Fanedell.
    Così i tre mercenari di Merovish si erano diretti nei territori dell’Est, per guadagnare quella lauta somma. Era indispensabile raccogliere fondi per raggiungere il loro obiettivo: nessun gruppo riesce ad imporsi se è squattrinato.

    Stavano camminando in silenzio verso il luogo d’incontro convenuto.

    Avremo fatto bene a lasciare Zimmer a guardia della gilda?

    Disse ad alta voce Bid’daum, senza nemmeno aspettarsi una risposta dagli altri due.
    Quel gruppo non era esattamente la squadra di valorosi paladini che si aspettava il villaggio in questione, ma come si suol dire “Il fine giustifica i mezzi.”

    All’alba arrivarono nel luogo indicato. Sul posto c'era un nanetto, che se la stava facendo vistosamente addosso. Quando arrivarono da lui, il bimbo diede al capo un sacchetto gonfio di soldi e poi scappò via, lontano dai quei brutti ceffi.

    Il criminale valutò se raggiungere e catturare quel ragazzo, poi però pensò che doveva conservare le energie per la caccia che si stava profilando. Per quanto non credesse nell’esistenza di una vera strega a cui dare la caccia, era diffusa la credenza che Fanedell ospitasse tante bestie poco socievoli.

    Se troviamo questa fantomatica strega e la catturiamo viva, ci aspettano molti altri sacchetti come quello.

    Il sentiero davanti a loro si immergeva nel verde.
    Sarebbero riusciti a riemergere vincitori?

     
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  3. Dracace
     
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    Mentre si dirigono verso il luogo dell’incontro, sono molti i pensieri che turbinano nella mente di Raem. Anche se non è la prima volta che il suo gruppo viene pagato per svolgere un incarico, questo paragonato ai vecchi impieghi è l’unico che sembra degno di essere definito in tale modo. E c’è anche un’importante ragione economica dietro alla preoccupazione del non morto. Ora che la corporazione sta crescendo e il numero dei membri ha quasi raggiunto la mezza dozzina, i fondi racimolati nei due mesi precedenti rischiano di non bastare ed è quindi di vitale importanza ricevere compensi esterni con regolare costanza.

    L’obbiettivo non lo spaventa di per sé, ne lo lascia scettico, essendo già capitato durante i suoi studi in presenza di diverse fattucchiere, tanto oscure quanto devote alle forze angeliche. Quello che lo lascia un po’ perplesso è il luogo in cui la caccia dovrà tenersi. Stando ai suoi ricordi sulla geografia del Regno, Fanedell pullula letteralmente di spiriti della foresta, guardiani e protettori dei più antichi alberi secolari. Probabilmente se la donna che dovranno cercare è riuscita a vivere in quel luogo per anni, o anche solo per qualche mese, deve essere riuscita a ingraziarsi tale fauna. Ora, nella peggiore delle ipotesi, il bosco dove sono diretti potrebbe trasformarsi in una gigantesca trappola, piena di insidiose e pericolose creature abituate a combattere in quel terreno per loro così sfavorevole.

    Quando poco più di una settimana prima aveva staccato un annuncio da una bacheca, nel Bazar, e aveva comunicato la partenza ai suoi compagni, il suo umore era ottimo. Dopo giorni passati nell’immenso Yuzrab, sulla groppa di un cammello, accodato a una carovana, il suo ottimismo era diventato una quieta serenità. La traversata del tempestoso Garwec era stato un colpo un po’ più duro per i suoi nervi. Nonostante l’impossibilità di patire caldo o freddo, pioggia o vento, alcuni spiacevoli inconvenienti capitano pure al cadavere rianimato, come per esempio il riempirsi delle cavità corporee d’acqua piovana, che, passando attraverso le svariate profonde feritoie, finisce con l’appesantirlo e quindi con il rallentargli il passo. Inutile dire che ora che ha quasi raggiunto la destinazione la pazienza dell’evocatore volge al limite e il suo più grande desiderio è quello di raggiungere l’obbiettivo il prima possibile e di poter così tornare presto nelle “tranquille” gallerie di Merovish.

    Arrivato nei pressi della folta boscaglia, trova un intimorito ragazzino ad attenderlo. Il giovanissimo cucciolo di uomo, posatogli tra le mani un sacco pieno di dorate monete, scappa velocemente da quelle cime inquietanti, cercando di raggiungere il prima possibile le sicura mura domestiche. Anche gli occhi vacui e bianchicci dell’accademico osservano per qualche istante la rigogliosa vegetazione lì davanti, ma solo per trovarne l’ispirazione al suo discorso.

    Infine siam qui giunti per protrarre lo nostro scopo, di lucro far lecite le azioni. Menando passi nella rigogliosa dimora di fauni, satiri e driadi, non dubbio o beffe, ma certezza vi muova. Rammentate : gli spiriti dei tronchi non attaccan se non per primi pungolati.


     
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    Bastò veramente poco per far tornare Aristotelis al punto iniziale di smarrimento totale e di assoluta meraviglia che caratterizzò il suo arrivo su Endlos.
    Fino ad allora, fu convinto del fatto di trovarsi semplicemente "molto lontano" dalla Grecia, nelle regioni persiane ed oltre, teoria supportata dalla presenza di quel deserto sconfinato.
    Ora, invece, tutte le sue convinzioni vennero scosse da quel paesaggio quasi... irreale.
    Una nuova terra si apriva di fronte ai suoi occhi: una distesa infinita di verde macchiato di rossi, gialli, bianchi, blu, arancioni ed altre centinaia di sfumature di colori.
    Si trovavano a Fanedell. Si trovavano nelle terre dell'Est.

    Dopo aver accettato a Mer-o-Vish un singolare incarico del quale l'oplite non sapeva più di tanto, l'evocatore ed il greco erano partiti, insieme al neoassunto Bid'daum, per uno dei loro primi lavori di gruppo: avevano attraversato l'intero Yuz-Rab insieme ad una carovana, impiegando interminabili giorni di viaggio per arrivare ai suoi confini, perdendosi con la mente nel suo silenzio dolce; poi, giungendo in terre già sconosciute al greco, il terzetto era passato per una regione burrascosa, sempre spazzata dalle tempeste e dalla pioggia ininterrotta, la quale aveva messo a dura prova la tempra dell'oplite e, presumibilmente, pure di Raem.
    Già in quest'ultimo tratto Ariste aveva iniziato a porsi nuove domande circa la strana varietà del regno dov'era capitato, senza voler pensarci troppo; più che altro, era un modo per sopportare le angherie del tempo, diametralmente opposto a quello dei territori del Sud.
    Quando però si ritrovò fuori da quell'immensa foresta nella quale stavano per addentrarsi, alla ricerca di una fantomatica "strega", non poté fare a meno di osservare assolutamente rapito quella vegetazione al limite del sogno.
    Evidentemente c'era molto più di arida sabbia e calura insopportabile, su quel "Endlos", e lui ancora non aveva visto alcunché.
    Forse avrebbe rimandato una sua possibile partenza di ritorno a casa, pur di esplorare tutti quei nuovi luoghi. D'altronde era sempre un greco, e la sua curiosità non aveva limiti, seppur non ne facesse largo sfoggio normalmente.

    Quando arrivarono alla meta, il terzetto trovò un ragazzetto che diede loro un anticipo sul lavoro, prima di scappare a gambe levate. L'oplite lo squadrò con un sorriso da sotto l'elmo.
    L'alieno disse qualcosa, Raem si dilettò in un breve monologo. Il greco non comprese nessuno dei due.
    Aristotelis non amava parlare, da quando era arrivato in quel regno. Certo, il problema della lingua stava alla base di tutto il suo malessere, ma era in ogni caso restio ad esporsi troppo.
    Fortunatamente, in quella missione poteva contare sui ben più adatti compagni, almeno per quanto riguardava la comunicazione.

    Guardandosi intorno, circospetto e solleticato nella curiosità, indicò il sentiero che si apriva dinanzi a loro, allungando una mano da sotto il mantello che copriva il suo corpo e nascondeva l'armatura.

    Direi che possiamo andare.
     
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  5. Felì.
     
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    Così, dopo un attimo di attesa al limitare della foresta, decidete di prendere la pista e di introdurvi nel buio di velluto verde.
    Certamente la meraviglia di Aristotelis non può fare altro che aumentare alla vista della flora incontaminata. Una sorpresa certamente inframmentata dall' inquietudine: la foresta non è un oggetto immobile, una fila di alberi senza vita, ma respira, si muove e vi parla. Stupefacente anche per i caratteri più temprati dell' ex galeotto e del non morto.
    Occhi luminosi vi fissano dal limitare del sentiero e strani suoni penentrano fino a voi. Continuate a camminare attraverso la boscaglia fitta, finchè non raggiungete una radura. Qui la luce del sole penetra in tutta la sua forza ed illumina l'erba folta e verde, pettinata un vento fresco che improvvisamente si è alzato fra le fronde.
    Potete respirare un' aria magica e leggera, ma forse, qualcuno di voi, più scaltro e percettivo noterà subito che qualcosa sta per accadere.
    E qualcosa accade, infatti: una farfalla dorata attraversa la radura, fino a poggiarsi sull' elmo dell'oplita.
    Seguimi.
    Un sussurro che solo tu Aristotelis puoi comprendere, perchè nella tua lingua madre; non nell' idioma contorto di Mer-o-Vish, come dici tu, ma in greco. Un greco dalla sfumaturra leggermente orientale.
    La piccola creaturina dalle ali luminose sbatte un paio di volte le ali, perplessa, per poi alzarsi nuovamente in volo e scomparire lungo un sentiero, che si inoltra dalla parte destra della radura nel folto intrico vegetale.

    QM Point!
    Ohh! Sembra proprio una bella illusione.
    Cosa fare?
    Vi fiderete della farfalla greca? La seguirete?Se qualcuno di voi possiede un' abilità per rilevare le auree si accorgerà che una scia di energia vi guida proprio nel punto in cui si è mossa la creatura. E naturalmente percepirà la positività sprigionata dall' illusione.
    Turni liberi!
    Consegna: 17/18 giugno
     
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  6. Dracace
     
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    Attraversando la foresta, quasi subito il non morto percepisce segni più che evidente del destato interesse dei suoi abitanti, e inizia a domandarsi su quale sia l’esatto comportamento da mantenere. Le diverse paia di occhi appostati tra le ombre potrebbero appartenere ad innocui animaletti, ma potrebbero anche essere degli spiriti del bosco, creature da lui stesso citate nel discorso di poco prima.

    I loro primi passi tra la fitta vegetazione procedono comunque senza problemi degni di nota e non possa molto tempo prima che il gruppo raggiunga una solare radura. Gli alberi si diradano di colpo, lasciando spazio a una graziosa macchia erbosa, bagnata in ogni punto da raggi luminosi. Il tutto da una sensazione di sogno irreale, creando un sentore di dissociazione dalla realtà. Un piccola parte di Raem inizia a bofonchiare qualcosa riguardo l’innaturale cambio di paesaggio e proclama a denti stretti la presenza di un illusione. Nel complesso però l’evocatore decide di non agire e di attendere che i fatti si smentiscano da soli, o che l’incantatore venga colto alla sprovvista.

    È quindi facile immaginare come quella vocina interiore inizi a urlare a pieni polmoni nell’istante in cui una farfalla del color del grano si posa sull’elmo di Ariste e gli sussurri palesemente qualcosa nella sua lingua natia. Anche se non riesce a cogliere le esatte parole, il non morto è sicuro di una cosa : o l’insetto è un illusione e la voce sentita è in realtà quella del mago ( o della strega) oppure qualche creatura senziente ha deciso di assumere quelle sembianze, per attirare l’attenzione sua e dei suoi compagni e approfittare della distrazione generale per agire alle loro spalle. In entrambi i casi, il fatto è più che sospetto.

    Senza attendere oltre, prima che un’azione avventata renda inutile tale ragionamento, il dotto chiede con voce ferma cosa l’oplite abbia sentito, e come intende procedere, il tutto nell’antica parlata dei figli di Zeus.

    Cosa detto insetto? Cosa vuoi tu fare?


     
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    Si addentrarono nella foresta, perdendosi nel folto di quella flora divina.
    Man mano che si inoltravano sempre di più, la meraviglia dell'oplite non accennava a diminuire ed anzi aumentava, pur essendo tenuta a freno dal soldato.
    La luce del giorno a difficoltà filtrava tra le fronde degli alberi, rendendo non troppo facile l'orientarsi all'interno del bosco; inoltre numerosi erano gli occhi delle creature che abitavano quel luogo, luminosi e circospetti, che li spiavano da dietro cespugli e alte piante. Difficile non accorgersene.
    Da uomo temprato qual era, Aristotelis non sentiva alcuna pressione per quelle presenze sfuggevoli, riuscendo a continuare a camminare freddo e concentrato come suo solito.

    Fu così che i mercenari arrivarono in una insolita radura sperduta in quella folta boscaglia.
    Non vi era nulla di particolare in essa, se non il fatto che i raggi solari splendevano illuminando totalmente ogni cosa, tanto che l'oplite dovette coprirsi gli occhi con una mano a causa di tanta luminosità.

    E proprio lì, proprio quando il greco abbassò lo sguardo, avvenne qualcosa che lo fece trasalire.
    Sentì una voce, proveniente da sopra la sua testa, che lo invitava a seguirla. Il fatto era già incredibile di suo, ma quella voce, che tra l'altro aveva pure parlato in greco, proveniva da una farfalla dorata.
    L'insetto volteggiava delicatamente nell'aria intrisa di magia, placido e leggiadro, contemplato dall'esterrefatto soldato che aveva un'espressione di puro stupore disegnata sul volto.
    Allungò una mano, titubante, per poterla sfiorare, ma questa sfuggì al suo tocco, dirigendosi nel profondo della foresta, deviando dal sentiero principale e da quella radura.

    Che cosa...?

    Velocemente, Raem intervenne chiedendo delucidazioni sull'accaduto.
    Continuando ad osservare la farfalla, Ariste rispose quasi distrattamente.

    Ha... Ha chiesto di seguirla...

    Scosse la testa, come per voler riprendersi da un sogno ad occhi aperti.
    Era tempo di ragionare e non di fantasticare, ed una farfalla che ti invita a seguirla non è un avvenimento da prendere alla leggera.
    Eppure, cosa potevano fare, in quella radura sconosciuta, nel bel mezzo di un bosco incantato?
    Tanto valeva forzare il Fato e seguire l'insetto dorato. Bisognava fidarsi, come l'oplite aveva sempre fatto fino a quel momento.
    Sistemò meglio l'elmo, passando una mano sulla crine di esso.

    Seguiamola.

    Per farsi capire pure dal naufrago spaziale, indicò la creatura fluttuante, facendo segno di andarle d'appresso.

     
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    Raem si era dilettato in un altro dei suoi discorsi altisonanti, che francamente erano proprio indigesti al Kuthiano. L’altro invece era un tipo silenzioso, forse troppo per i suoi gusti.
    Insomma, è palese che a Bid’daum raramente andavano a genio le persone così com’erano. Era un tipo burbero e scontroso, ma quando si trattava di una missione si accontentava di chi c’era.

    Entrarono nella foresta seguendo il sentiero appena visibile sotto il manto erboso.
    Occhi indiscreti osservavano l’incedere dei tre individui. Un non-morto, un soldato greco e un criminale interplanetario erano intrusi in quel tempio della natura. Non avrebbero avuto vita facile, probabilmente.
    Tanti occhietti scrutavano i mercenari da tutte le direzioni. Indefinite creature li tenevano sotto controllo, così come gli alberi, che sembravano piegarsi verso di loro per stringerli in un abbraccio letale.

    Bid’daum aveva visto nella sua vita molti pianeti abitati da forme vegetali senzienti e piuttosto pericolose. Era necessario prestare attenzione, per non ritrovarsi dei viticci spinosi in posti poco consoni. Combattere contro un’intera foresta era dispersivo e molto faticoso, quindi il Kuthiano avrebbe preferito evitare di passare alle maniere forti.
    Sempre che le circostanze non diventino avverse…

    Arrivarono ad uno spiazzo illuminato dai raggi del sole. Era un paesaggio vagamente irreale, e ciò venne confermato dalla presenza di una farfalla dorata.
    Questa volteggiò fino all’elmo dell’oplite e sussurrò una parola incomprensibile. Il soldatino tentò di toccarla, ma lei volò via addentrandosi nel bosco.

    Raem chiese informazioni sull’accaduto in un maccheronico greco antico. Ariste rispose nella sua lingua madre, poi indicò con il dito il sentiero che la farfalla aveva percorso.

    Bid’daum non perse tempo a commentare, rivolgendo le sue parole soprattutto a Raem.

    Quello è certamente un segnale che ci condurrà in una trappola. La natura è piena zeppa di animali che fanno il giochino: “Oh guarda che bella lucina, avvicinati per vederla meglio…” e poi zac! Sei fottuto.

    D’altra parte, quella sembra essere l’unica pista e l’unico indizio che abbiamo…

    Io suggerisco di prendere quella direzione tenendoci a distanza, senza seguire esattamente il percorso battuto ma discostandoci di una decina di metri. Così eviteremo di finire esattamente nelle fauci della bestia che ci starà sicuramente aspettando.


    Il Kuthiano aveva passato la vita in allerta, pronto ad interpretare qualunque indizio come il segnale di un imboscata. Troppe volte la polizia aveva tentato di braccarlo con false riunioni o appuntamenti sospetti.
    Era sempre circospetto e dubbioso, una caratteristica che gli ha salvato la pelle in più di un'occasione.

     
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  9. Felì.
     
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    Decidete quindi di seguire la creaturina, con le dovute precauzioni, come suggerito coscienziosamente da Bid' Daum.
    Vi muovete fra il folto sottobosco, a qualche metro dalla pista indicatavi dalla farfalla, che svolazza ancora qualche metro più avanti, in una tiepida luminescenza.
    Continuate a camminare per circa un quarto d'ora nel silenzio placido della foresta che ora pare quasi benevola nei vostri confronti, quasi che l'insetto d'oro sia il vostro lasciapassare per quel luogo.
    Tuttavia il tempo passa e il paesaggio pare sempre uguale, come se stesse girando in tondo. State forse già per perdere la pazienza, per voltarvi e tornare da dove siete venuti, convinti che sia solamente una presa in giro dei simpatici spiriti arborei, quando improvvisamente vi trovate in mezzo ad uno sciame di farfalle.
    Una identica all' altra: sembra che le ali siano state imbevute nell'oro zecchino. Volano placide seguendo un percorso preciso, fino a che non si concentrano tutte nel medesimo punto a comporre una figura femminile.
    "Benvenuti a Fanedell signori!
    Immagino siate qui per me."

    La voce proveniva da un punto imprecisato della nube dorata che si riformava in continuazione, pulsante di vita.
    Forse avete trovato la Strega. Anzi, senza il forse.
    "Bengiunti Aristotelis, Raem: è un piacere incontrarvi di nuovo."
    Pronunciò nel suo greco orientale, mentre i lineamenti si facevano sempre più netti. Le farfalle le aderivanno al corpo ora. I capelli rossi, i tratti del viso nobili e la carnagione irragionevolmente chiara. Fissò i propri occhi dorati sul terzo componente della combriccola.
    "Tu devi essere un loro compagno. Benvenuto, io sono Beatrice Pandora."
    Questa volta usò l'idioma endlossiano, ammorbidito dal proprio accento straniero.
    "Capisco bene. Siete qui per la taglia, giusto? Prima che mi saltiate addosso e cerchiate di fare qualcosa di incredibilmente stupido, potreste ascoltarmi?
    Ho bisogno del vostro aiuto, sembra proprio che Selene vi abbia inviata a proposito. Posso ricompensarvi ampiamente, se accetterete il compito che ho in serbo per voi."


    QM Point!
    Avete trovato la vostra cara amica Pandora! La Strega additata come flagello del villaggio umano alle propaggini di Fanedell.
    Che fare? Potreste saltarle addosso e cercare di ucciderla!
    Oppure potreste ascoltare ciò che ha da dire, magari scoprireste qualcosa di interessante.
    Turnazione: Libera.
    Consegna: 20/21 giugno.
     
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  10. Dracace
     
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    Addentrandosi ostinatamente tra la fitta vegetazione, evitando con cura il bel tracciato segnalato dalla farfalla, Raem continua a mantenersi guardingo, aspettando di essere da un momento all’altro trafitto con svariate lame, invisibili ai suoi occhi. Invece, quasi a dispetto del forte scetticismo che aleggia sul gruppo, niente di pericoloso o malevolo accade all’allarmato trio, e l’insetto dorato continua a planare su e giù con una tranquillità ultraterrena. Sconfitto sul piano concettuale, il dotto cerca di cavare comunque un senso di ostilità più o meno acuto da quell’innocua apparizione. Ed eccolo infatti borbottare tra sé come il tutto sia palesemente frutto di un illusione e lo stesso movimento non sia altro che un appannaggio dei sensi, mentre in verità i mercenari si trovano ancora fermi nella radura, a perdere tempo prezioso.

    Ma quando vengono circondati da tante paia di identiche ali, che si uniscono a formare una ben nota figura umana, anche il dotto deve arrendersi all’evidenza che forse in qualche posto sono giunti. Dopo la sua comparsa, ascolta le parole della fattucchiera con crescente interesse e, sebbene il suo scarnificato viso non lo dia a vedere, anche un pizzico di scetticismo. Tutto sommato al loro primo incontro la ragazza aveva pensato bene di apostrofare l’alfiere del sud sull’uso a lei molesto dei poteri persuasivi, nella capitale del suo stesso regno. Con precedenti simili, qualsiasi orazione pronunciata in seguito impallidisce al solo confronto, creando in lui pesanti preconcetti sul suo modo di agire.

    Non mette comunque in dubbio le parole della giovane o, per meglio dire, non le soppesa più di tanto. Per quanto lo riguarda, il punto non è chi o cosa abbia causato il disagio ai paesani. Il nucleo della faccenda riguarda unicamente l’incarico affidato agli eversori e il suo completamento. L’accademico è stato pagato per portare indietro una testa di strega, ed è una chioma intrinseca di magia che consegnerà in cambio. Ma non è detto che questo capo debba per forza essere quello di Beatrice. Forse è il verbo ricompensare che lo dispone a un più pacato giudizio nei suoi riguardi, o forse è l’impressione dell’insufficiente vantaggio tattico o del territorio sfavorevole. O ancora il fatto che, di fronte a un cospicuo tornaconto, la corporazione a cui l’evocatore fa capo è solita non tirarsi mai indietro, e quella situazione non fa eccezione. Resta però ancora un dubbio da chiarire, ed è Veret ad esporlo, prima che il coinquilino riesca a formulare un altro dei suoi eruditi soliloqui.

    Probabilmente mi sono perso qualcosa, e non sarebbe di certo la prima volta, ma chi diamine è Selene?
     
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    Una volta decisi sul da farsi, i tre mercenari si impegnarono a seguire la farfalla dorata a debita distanza, senza camminarle dietro a pochi passi ma sfruttando invece il folto del bosco per non essere troppo esposti ad eventuali attacchi a sorpresa.
    Così, serpeggiando tra un albero e l'altro, il trio si lasciò parecchi metri alle spalle la radura illuminata a giorno, senza perdere di vista l'insetto magico.
    Rispetto a Raem, che pareva parecchio all'erta, Aristotelis si mostrava meno circospetto, avanzando tranquillamente e a passo sicuro.
    Se pur era vero che quella farfalla poteva rappresentare benissimo una trappola, altrettanto probabile era il fatto che, se avessero voluto attaccarli a tradimento, avrebbero potuto ancora meglio farlo prima, quando i loro sensi erano più rilassati.
    Pertanto il greco si sentiva più che autorizzato a concedersi un minimo di sicurezza in più.

    Tuttavia, dopo che la camminata iniziò a farsi monotona tanto negli spostamenti quanto nell'ambientazione, i primi sospetti iniziarono a serpeggiare anche nella mente di Ariste.

    È tutto uguale.

    Da quel semplice pensiero, l'oplite venne subito smentito quando, improvvisamente, alla singola farfalla dorata se ne unì uno sciame intero, anch'esso completamente dorato, andando a distribuirsi ordinatamente per formare una figura umana.
    Lo già stupito Aristotelis rimase ancor più sorpreso quando, oltre a parlare, quella figura femminile si rivelò essere una loro conoscenza.
    Capelli di fuoco, fisico aggraziato, occhi dorati come le farfalle e carnagione lattea; l'aveva già incontrata al Sud: Beatrice Pandora.

    Il greco sorrise.

    Questa è una vera sorpresa.

    Ma forse non doveva esserla.
    L'oplite si tolse l'elmo, tenendolo sottobraccio e passandosi una mano tra i corti capelli.

    E adesso?

    L'evocatore, ora Veret, si rivolse alla donna, senza che Ariste potesse capirlo.
    Probabilmente avrebbero iniziato a parlare in quella lingua sconosciuta per chiarire la situazione, perciò per il momento il soldato si limitò a poggiarsi ad un tronco d'albero in attesa di sapere come stavano i fatti.

    Vi prego di volermi poi informare sulle eventuali decisioni prese, grazie.

    Si rivolse chiaramente a Beatrice ed a Raem, gli unici che potessero comprenderlo.
     
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    La passeggiata nel bosco si rivelò monotona e troppo tranquilla per i gusti di Bid’daum. La farfallina continuava a volteggiare nervosamente per quella che sembrò un’eternità. La pazienza del Kuthiano stava per andarsene definitivamente quando la farfalla raggiunse tante altre sue simili. Il gruppo volteggiò pulsante di vita, generando una forma umanoide. Una figura femminile emerse d’un tratto dallo stormo di insetti. Era una ragazza dai capelli rossi, la carnagione pallida e i lineamenti ipnotici.

    Una figacciona irlandese, insomma.

    La tipa parlò ai suoi due commilitoni in una lingua sconosciuta al Kuthiano, ma con tono decisamente cordiale. Poi si rivolse al Castigo, dandogli il benvenuto e presentandosi come Beatrice Pandora.
    Ok, la gnocca ora aveva anche un nome. Quanto ci sarebbe voluto per il numero di telefono?
    Peccato che Bid’daum fosse in servizio e le circostanze forse avrebbero imposto il suo omicidio.

    Pace, mi toccherà ucciderla.

    Poi sembrò che Beatrice avesse capito i pensieri del criminale: disse infatti di non aggredirla senza aver prima ascoltato cosa aveva da dire. C’era odore di ricompensa nelle parole della strega, tanto che il capo si era già dato fare, attirato probabilmente anche lui dal profumo delle ricchezze.
    Bid’daum analizzò con logicità la situazione.

    Se svolgiamo il compito che ci vuole assegnare (qualunque esso sia) e poi ci intaschiamo la sua ricompensa, potremo poi ucciderla senza problemi per portarla al capo villaggio. Due piccioni con un fava, insomma. Ma prima bisogna capire se il gioco vale la candela, quindi in pratica…

    E diede voce ai suoi pensieri.

    …in cosa consisterebbe la tua ricompensa?

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  13. Felì.
     
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    La Strega li osservò per un paio di secondi, stranamente compiaciuta dall' avere compagnia. Sì, facevano proprio al caso suo. Era da tempo che pensava a bandire una richiesta di aiuto, ma come al solito, vuoi per l'orgoglio da lich, vuoi perchè aveva sempre un sacco di roba da catalogare e scoprire, non si era mai messa seriamente all'opera. Eppure la sua Dea l'aveva ricompensata.
    "Non importa mio buon amico.
    Vorreste seguirmi, gentilmente? Ho un paio di faccende da sbrigare, ma nel frattempo posso spiegarvi in cosa consiste la mia richiesta."

    Si concesse uno dei suoi rari sorrisi e ripetè l'invito in greco, unicamente per Ariste, nel mentre diede alle spalle ai tre uomini, cominciando ad incamminarsi nella foresta, scomparendo alla loro vista.
    "Dovete sapere che esistono vari modi per recuperare un' anima..."
    Cominciò, mentre procedeva tranquilla fra i tronchi. Ogni tanto si chinava, accarezzava le foglie o sussurrava ai fiori qualche parola gentile.
    "Ma quando parliamo di un' anima molto antica c'è un solo metodo per recuperarla: scendere nell' Ade a recuperarla."
    Fece un' altra pausa, mentre sistemava l'innesto artificiale che la Strega aveva fatto ad una quercia neonata, dall' aria un po' malaticcia. Si rassettò l'abito, alzandosi nuovamente in piedi, ad osservare i tre paladini.
    "Se potessi andrei da sola, ma sono stata bandita molti anni or sono ed ora mettere un solo piede negli Inferi mi costerebbe qualcosa di più della Vita stessa.
    Ma voi, se ascolterete i miei consigli, potrete penetrare tranquillamente e riportarmi ciò che cerco.
    Posso darvi il doppio, anzi il triplo, di quello che vi hanno promesso i contadini, oltre a qualche oggetto che potrebbe tornarvi utile nella vostra faticosa vita da mercenari."

    Ripetè il tutto, brevemente, per il greco, così da non escluderlo dalla conversazione.

    QM Point!
    Uhhh!
    Beatrice scopre le proprie carte.
    Potete decidere: aiutare la strega (ciò vi farà accedere ad una serie di quest) oppure contrastarla (ciò potrebbe portare a conseguenze spiacevoli). Deliberate!
    Turnazione libera.
    Consegna: 20/21 giugno.

     
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  14. Dracace
     
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    Ancora con la storia del buon amico? Voglio dire, si sono visti due volte in tutta la loro vita, come fa a sfoggiare tutta quella confidenza? E poi quell’insopportabile sorrisetto sprezzante, proprio non riesce a mandarlo giù. Tanto per cambiare gli tocca dar ragione al professore, Beatrice non è altro che una ragazzetta troppo viziata rimasta a lungo a crogiolarsi nel suo regno incantato, perdendo quei minimi contatti con la realtà indispensabili per sapersi relazionare con la gente. Per non parlare del terribile complesso di …

    Così com’è emersa, la personalità del giovane viene ricacciata a fondo nel corpo decomposto, ed è ancora una volta Raem a mantenere il pieno controllo della fetide membra. In parte il dotto concorda con l’opinione del compare, ritenendo se non altro dubbioso l’agire della giovane. Però ogni difetto caratteriale vacilla davanti all’opportunità di affrontare ciò a cui quasi tutti vorrebbero fuggire, e quasi nessuno riesce effettivamente ad evitare. Chiamarlo Ade, al di là, limbo, paradiso o inferno, non cambia ciò che effettivamente è l’essenza del luogo. Una zona transitoria, in cui le anime meritevoli possono attendere per la successiva reincarnazione e le più nere, piene di bassi istinti peccaminosi, scontano, prima di poter nuovamente accedere al mondo dei mortali, una pena così lunga da sembrare eterna. I guardiani di questo luogo sono imponenti entità energetiche, raffigurate nell’immaginario collettivo sotto forma di demoni o mostruose creature. L’accademico le conosce bene, in quanto solo grazie a un complicato incanto è riuscito a sfuggire alla loro implacabile sorveglianza. A pensarci bene neppure per l’evocatore la meta del viaggio è particolarmente sicura e accogliente, per lo meno non più di quanto un tavolo di gioco lo sia per un noto baro. Eppure rischio e fortuna sono il sale della vita e tremila pezzi d’oro sono una somma di tutto rispetto, praticamente impossibile da non accettare. Resta solo più da convincere gli altri due a seguirlo nella folle discesa. E da concordare gli ultimi dettagli, naturalmente.

    Ben venga la caccia in loco di morti, per un bottino si’ ricco e prezioso. Ma di una cosa necessito ancora : una capo di donna, vero o fasullo, da consegnare agli stolti paesani. Mantengo la parola, se data, dopotutto. Testa ho promesso e testa quei avranno.


     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    La strega invitò il gruppo a seguirla mentre sbrigava delle faccende, cosicché potesse delucidarli sulle sue intenzioni mentre svolgeva i suoi lavori.
    Così, Raem, Bid'daum ed Aristotelis seguitarono dietro Beatrice, che nel frattempo trattava e curava alcune piantine, ora parlando con queste, ora sostenendole con nuovi innesti, ed altri svariati metodi.
    Finalmente iniziò a parlare di ciò che contava veramente: la sua controproposta alla richiesta dei contadini bifolchi.
    Si rivolse prima agli altri due mercenari, nella lingua di Endlos; nel frattempo l'oplite si soffermò ad osservare un piccolo albero appena visitato dalla donna.
    Poi, anche il greco venne informato sul fatto, e ciò che sentì lo rese molto interessato ad aiutare la strega Pandora, tanto che volse immediatamente il suo sguardo sul suo volto, squadrandola intensamente.

    Recuperare un'anima... Nell'Ade?

    Non gli importava la ricompensa in denaro, non più almeno. Aveva tra le mani l'occasione di visitare il Regno dell'Oltretomba, dimora di uno tra gli dèi più importanti di tutto l'Olimpo, per quanto il Signore dei Morti non soggiornasse nel Monte sacro.

    Puoi davvero condurci nell'Ade?

    Non tradiva più il vivo interesse mostrato poco prima, ma si concentrò a soppesare la veridicità del verbo della strega.
    Certo, vi erano stati altri uomini, grandi eroi greci, che avevano camminato nelle distese sotterranee dell'Ade, ma erano dei predestinati, i prescelti degli dèi!
    Aristotelis, invece, sembrava essere malvoluto dai potenti Signori. Eppure, in quella strega poteva risiedere la svolta della sua nuova vita.

    Si girò verso i due compagni, guardandoli fermamente ed inequivocabilmente.

    Signori, io seguo la strega Pandora.

    Disse questo, e si rimise l'elmo.
     
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