Il Vampiro e lo Strillone

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  1. †Steel†
     
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    Il miagolio di un gatto risuonò per un momento fra le scure mura di un vicolo senza nome, subito rotto dal clangore metallico di un qualche pugnale caduto dalle mani di un uomo morente.
    Caldi rivoli vermigli gli rigavano il collo, e a mano a mano che il tempo passava ed i suoi lamenti di acquietavano, sempre più la sua pelle sbiancava e raggelava, tanto da divenire pallida come la luna che rapidamente si alzava in cielo.
    Illuminato da quel candore, un nero figuro si dissetava col suo sangue.
    Qualche istante dopo, solo un gatto curioso ed il cadavere di un ladro riposavano nel buio della strada.



    ~ Sulla strada maestra

    S'asciugò le labbra rosse per il pasto, trovandosi ben presto circondato dalla folla del corso intenta a far ritorno a casa. Tutti sembravano andare da qualche parte, raggiungere una meta, ma non lui.
    Non aveva più alcuna casa a cui tornare, nessun brandello del proprio passato a cui aggrapparsi. Nel sonno aveva sognato di cose inenarrabili, vissuto vite che mai sarebbero state possibili, ma una volta sveglio, tutto appariva diverso.
    Aveva vagato senza meta a lungo ed anche ora che aveva modo di vedere quella splendida città il cui nome percorreva ogni leggenda, sentiva di non possedere alcuno scopo.
    Giorno dopo giorno riacquistava le proprie forza ed anzi sentiva scorrere in sé più potere di quanto la sua mente avesse ricordo, ma per quanto potere avesse percepiva di essere sempre più soverchiato dall'inerzia.

    Arrancava mesto e silenzioso fra l'indaffarata e beata gente, vedendo in ognuno dei loro volti lo sguardo che l'ignara preda riserba al cacciatore.
    Sotto lo sgualcito mantello nero e l'ampio cappuccio consunto le sue membra fremevano dal desiderio di altro sangue, dal desiderio di uccidere, cacciare, giocare, purché quel mortale senso di noia lo abbandonasse.
    Fu con quel pensiero fisso in testa e il dolce gusto del sangue sulle zanne che s'affacciò ad una delle vie laterali, girovagando senza meta in cerca di un posto tranquillo dove riposare.
    Affiancò le grigie e monotone mura dei palazzoni fiancheggianti la via, percorrendo la strada illuminata dagli alti raggi lunari, prima di accostare un basso muretto in pietra e lì soffermarsi un poco.
    Socchiuse gli occhi, lasciando che il suo sguardo si posasse sugli astri celesti, così da lasciare lo scarno e pallido volto appena scoperto. In pace, stette, senza che alcun uomo osasse posar piede su quella stretta strada plumbea, godendo unicamente della quiete e del freddo che gli penetrava nelle ossa.
    Almeno quello non era cambiato, negli anni.

    La condensa del respiro si alzò come fumo dalle labbra socchiuse, mentre una smorfia di irritazione gli si dipingeva sul volto.
    Un assordante rumore aveva sconvolto il silenzio che appena ora s'era soffermato a contemplare. Un suono di voci distanti - in particolare una fra esse - gli rimbombarono nelle orecchie e nelle membra.
    Calò il cappuccio sul viso e s'avviò in direzione del vociare.
    Quel che trovò, in quella buia via appena illuminata dai fuochi di una taverna, fu una folla curiosa, sulla quale dominava la figura d'un giovane anonimo.

    Le parole di costui descrissero il suo futuro.

     
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  2. The Propagandist¬
     
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    "... così, nella ricerca di una timida speranza nel buio delle loro vite, la platea deforma ogni parola ad immagine e somiglianza della propria condizione sociale.
    La chiave di volta nelle coscienze sviluppa il suo potenziale quando il messaggio è vago e abbraccia l'idea di una minaccia che mina la posizione di ognuno.
    Istilla nell'uomo il terrore di non avere ne lavoro ne sicurezza e avrai un uomo disposto a tutto pur di riaverle..."

    [Capitolo 3 "Consenso e Ovazione", Versetto 17-20]




    " ...La coscienza del popolo di Endlos deve essere destata!
    Il VERO popolo di Endlos!"


    Edward Whispers, propagandista dell'organizzazione Signa Infero, asseriva con tono preoccupato l'allarme che da mesi lanciava per le piazze di tutte le più grandi città del presidio Nord.
    Quella gente asservita dalla triste quotidianità subiva l'insulso incedere degli eventi senza opporsi, e questo, lui, la Signa Infero, non poteva permetterlo.

    " Guardate il valore delle vostre vite!
    Osservate con quale baratro dovete confrontarvi ogni giorno!
    Sapete meglio di me di chi è la colpa...
    I Naufraghi che ammorbano la nostra terra ci stanno togliendo tutto:
    Lavoro
    Denaro
    Speranze
    Libertà
    e ora anche la Vita!
    Chi sono loro per fare questo a noi?
    Veri nativi di Endlos?"


    Gli occhi di smeraldo lampeggiarono a quelle parole dette con vigore e convinzione.
    La mano stretta al manico di quel suo megafono e la sinistra che con modo rapace teneva quel suo adorato manuale, davano l'idea di un uomo devoto al solo messaggio che diffondeva.
    Con un chiaro sguardo a tutti i presenti; pochi, per le dimensioni di Najaza, tanti, per la temperatura di quel pomeriggio oscurato fin troppo prematuramente, cercò in ognuno di loro un ultimo briciolo di attenzione per il messaggio finale.
    Il cuore pulsante di quell'Ideale che animava lui e tutta l'organizzazione.

    " Uomini e donne del Nord,
    liberatevi delle catene del silenzio che i naufraghi hanno posto a voi e alle vostre famiglie!
    Sciogliete i bavagli che vedo distintamente sulle vostre labbra!
    Non più Dividi per Presidi,
    ma Uniti per Endlos!"

     
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  3. †Steel†
     
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    Strillava e recitava parole e frasi oramai impresse nella memoria, parlando alla bocca di quel suo bizzarro aggeggio, arringando la rada folla che curiosa gli si era fatta incontro. Avvicinandosi al gruppo, prestando quella poca attenzione che ci si aspetterebbe da un uomo in cerca di un qualsivoglia passatempo, non poté fare a meno di chiedersi il perché di quella gente.
    Non era stupido e aveva ben compreso che la fiumana di parole vomitate da quel giovanotto possedessero più retorica che significato. Non capiva di cosa parlasse quando questi si riferiva ai Naufraghi, dubitando che potessero essere dei qual certi dispersi per mare. No, non comprendeva il significato di quelle parole, ma certamente non poteva trattarsi che di un'invettiva contro qualche odiato nemico.
    Unicamente per questo, per cercare di capire il significato di quel discorso così ovviamente chiaro al resto della gente, restò ad ascoltare.
    Quando infine la voce del giovane esplose in un motto di chiusura, al tono dei suoi verbi si unì il fragore di qualche applauso, seguito da esclamazioni di protesta e assenso. Tutto ciò bastò a renderlo conscio di due cose: che nel sonno qualcosa doveva aver sconvolto Endlos - probabilmente l'arrivo di questi fantomatici Naufraghi - e che la massa informe della comune plebaglia era capace di infiammarsi per delle semplici e vaghe parole che poco esprimevano se non la frustrazione di certi strilloni.
    Sorrise amaro, sbuffando a metà fra l'ironico e il divertito, prima di bisbigliare sottovoce:

    Skazhite lyudyam chto oni hotyat uslyshatʹ, i ona budet priznanie.

    "Dì alla gente ciò che vuole sentire, ed essa ti acclamerà."
    Era un detto che gli ripeteva suo padre ogni qual volta tentasse di istruirlo ai modi di corte, a renderlo il Nobile che ci si sarebbe aspettato fosse. Povero caro padre, così vecchio e impaurito dalla morte da rinnegare la propria natura, disposto ad abbandonare l'istinto della caccia che scorreva nelle sue vene pur di non attirare gli sguardi di chi l'avrebbe visto per qual era realmente: un diavolo.
    Fissò gli occhi sanguigni sulla figura dell'oratore, attendendo altre sue parole, curioso.

     
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  4. The Propagandist¬
     
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    Stupidi ignoranti senza senno.
    Come credevano di poter migliorare la loro esistenza se non per mezzo della lotta?
    A nord avevano perso tutti completamente la ragione, presi dai loro reciproci problemi avevano dimenticato cos'era la fratellanza e l'orgoglio di appartenere alla terra di Endlos.
    C'era chi addirittura osava pretestare!
    Il propagandista ignorò palesemente quei patetici dissidenti alle sue parole chiare, cristalline, ma sopratutto veritiere.

    " La vera soluzione a tutto questo è unirsi alla Signa Infero!
    Difendete voi e le vostre famiglie dalla minaccia dei Naufraghi del Maelstorm!
    Proteggete le vostre case da un'invasione che sta sterminando le nostre speranza e uccidendo il nostro futuro.
    Uniti contro i naufraghi.
    Uniti per Endlos!"


    Tentò ulteriormente il propagandista ad arringare quella folla assopita nel loro stesso egoismo.
    Gli occhi di smeraldo saettarono contro qualche protestante con il chiaro obiettivo di zittirlo, mentre la mano sinistra teneva stretto il manuale in cuoio rosso che portava sempre con sè.
    Ci sarebbe riuscito, qualcuno di loro si sarebbe unito alla causa.
    Dovevano!
    Erano anche loro cittadini di Endlos!



    CITAZIONE
    Esprimere un Ideale »
    Edward in qualità di propagandista ha il dovere di adempiere al suo compito per mezzo dell’informazione e la diffusione della vera ed autentica realtà. In qualità di personaggio incaricato di esprimere gli alti ideali della Libertà, della Giustizia Sociale e della Moralità, egli ha incanalato ogni sua più cieca convinzione in quello che più di tutti gli permettere di annunciare il messaggio di cui si fa portatore: La Voce. Per mezzo delle sue parole, le persone che avranno modo di ascoltare le sue tesi rimarranno affascinate da così tanta convinzione e fervore. Le sue abilità di oratore si catalizzeranno nel chiaro senso di attenzione che possono percepire i presenti nei suoi confronti.
    [Passiva]

     
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  5. †Steel†
     
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    Uh?!
    Qualcosa in quelle parole urlate al vento lo aveva incuriosito.
    Forse i Naufraghi? Sconosciuti volti di individui che costui voleva dipingere come presunti nemici di Endlos? No, gli era ormai ben chiaro il fatto che quella parola non gli suggerisse nulla, non significasse nulla per lui.
    Che fosse la minaccia d’invasione che con tanta veemenza e sicurezza sobillava a quello sparuto gruppo di gente infreddolita e priva di uno svago alternativo in quella fredda serata?
    No, erano state due parole, due soli vocaboli a colpirlo, richiamandolo all'attenzione più di quanto si aspettasse, portandolo ad ascoltare ciò che il giovane aveva da dire con rinnovato interesse. Signa Infero, così l'aveva chiamata.
    Che cosa poteva essere, un'associazione? Una milizia forse? A giudicare dal tono del suo intero discorso non si sarebbe aspettato meno di un folto gruppo di estremisti guerrafondai a sostenere una simile propaganda. Se ben aveva compreso le dinamiche che avevano portato quello sconosciuto mingherlino a rivolgersi a loro, davanti all'insegna d'una locanda, al calare di una scura nottata tersa: allora le cose potevano rivelarsi effettivamente interessanti.
    Dopotutto cosa può un uomo consumato dalla fame e dall'inerzia se non cercare cibo e svago che allietino un poco le sue giornate?

    << E sentiamo, cosa sarebbe questa Signa? >> e la smorfia amara che gli era dipinta sul volto mutò in un sorrisetto ironico; il tono delle sue parole sfociava nel beffardo: << Un gruppo di altri chiacchieroni da piazza forse? >>

    Alcune persone si voltarono verso di lui mentre si faceva largo fra il gruppetto, avvicinandosi così alla terza fila, in modo che il ragazzo lo vedesse chiaramente.
    Gli rivolse degli occhi fiammeggianti di curiosità e derisione, stando però ben attento a non permettere che nessuno sbirciasse sotto le ampie falde della cappa che gli oscurava il viso. Benché fossero passati sicuramente molti anni, infatti, non poteva essere sicuro dell'assenza di cacciatori in giro, né immaginava come avrebbero potuto reagire i cittadini alla vista del suo aspetto.
    Per ora era meglio rimanere ben celati, nascosti nell’anonimato, almeno fin quando non avesse recuperato le forze.

     
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  6. The Propagandist¬
     
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    Il volto del propagandista rimase impassibile a quella critica tanto scontata quanto bassa e mediocre nella sua applicazione.
    Lo sguardo smerldino di Edward trafisse quel cappuccio codardo che era intervenuto poco prima.
    Stupida ignoranza...
    Piaceva chiamarla così il propagandista, anche quando quelle osservazioni venivano fatte per ferire e denigrare la benefica ventata che voleva portare l'Unico e vero Ideale salvifico di Endlos.

    " La Signa Infero è un'associazione di cittadini di Endlos, che,
    come voi tutti,
    ha constatato la crescente diminuizione del lavoro,
    le condizioni disagiate a cui le famiglie di endlos devono sottostare,
    le catastrofi imposte dai viaggiatori dimensionali!"


    Avrebbe asserito il propagandista, volgendo la sua attenzione su tutta la platea che lo stava ascoltando. Doveva calcolare bene ogni parola detta, ogni concetto espresso.
    Nel profondo dei loro cuori c'era un rancore da risvegliare, il motore propulsore di un'azione che esigeva il suo scotto, a costo di macchiarsi le mani con il sangue dei naufraghi.

    " Nella realtà che ci circonda v'è solo desolazione!
    Noi vogliamo costruire su Endlos qualcosa che riporti nuovamente speranza alle sue rispettabili genti.
    L'adesione a far parte di questo movimento per la liberazione di Endlos dalle catene imposte dai signori naufraghi è completamente gratuita!
    In cambio, la Signa vi offre protezione e la possibilità di partecipare attivamente alla miglioria delle vostre condizioni sociali!
    Vi offriamo la possibilità di costruire con le vostre mani
    il futuro per i veri figli di Endlos!"


    L'espressione concitata e concentrata nel dare a quelle parole il vero tono che meritavano.
    Non erano vane promesse, ma un sistema che la Signa Infero aveva impalcato con cura e che vedeva la popolazione nativa al primo posto, prima di qualsiasi altra cosa.
    Questo era l'obiettivo del Vero e Unico Ideale.
    Dare Speranza a quella Endlos disastrata...

     
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  7. †Steel†
     
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    Alcuni risero alle sue parole, altri continuarono a fissare gli occhi sul propagandista e a squadrarlo vacuamente, impassibili e silenziosi.
    Lui no, lui scrutava con attenzione il volto del giovane oratore, sorridendogli con quella smorfia divertita e ironica. Come c'era da aspettarsi costui gli rispose con un'occhiata indignata, quasi stesse scrutando un essere inferiore, privo di intelletto alcuno, buono solo a seminar discordi tra i ranghi di chi gli prestava orecchio con tanta parsimonia.
    Sempre più infervorato si rivolse al gruppo, misurando ogni parola, studiando attentamente il proprio discorso, cercando di insinuarsi nella mente dei propri ascoltatori e rivolgerli dalla propria parte, plasmarne le convinzioni e risvegliando in essi istinti repressi.
    D'altra parte, non era forse anche lui lì, preso ad ascoltare le parole di quell'uomo? La verità è che lui non era lì perché raggirato da qualche gioco di parole o convinto da quella retorica. Lui era lì perché voleva esserlo, perché una prospettiva allettante si stava facendo strada nella sua mente.

    Partecipare? Combattenti, dunque.

    Oh il tono delle sue parole era così duro, quasi alterato.
    Non aveva più senso girarci intorno, sin da quando lo sconosciuto aveva nominato quell'organizzazione aveva avuto la sensazione che non si trattasse solo di un mucchio di protestanti e oratori porta a porta. Se era un esercito ciò che quella gente cercava e bramava, allora tanto valeva dirlo apertamente.
    Dopotutto le sue parole sembravano così indignate, ma i suoi occhi così felici...

     
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  8. The Propagandist¬
     
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    Lo sguardo attento del propagandista fissò nuovamente quell'interlocurtore indisponente, il suo volto tradiva un certo interesse, le sue parole erano più ambigue ora...
    Nemmeno quelli che erano i suoi sostenitori poterono sentirsi fiduciosi sull'approvare o meno quella domanda, tanto risoluti in quello scontro verbale, da temere la perdita di quell'unico vessillifero che si era fatto avanti nel propagandistico intervento di piazza.
    Il tono dell'oratore si sarebbe detto perplesso, ma allo stesso tempo pacato, nella ricerca di una qualche chiarezza in quel confronto.
    Non capiva, il propagandista.

    " Certo!
    La partecipazione è libera.
    Se qualcuno sente di voler intervenire con mano in questa crescente crisi
    deve solo arruolarsi nelle forze armate della Signa Infero
    e lottare per sè stesso e per Endlos!"


    Erano ovvietà alle orecchie di Edward, ovvietà che forse aveva lasciato intendere alle menti più fini o schermato in maniera fin troppo eccellente.
    Lo sguardo del propagandista si lanciò nuovamente su tutta la platea nella ricerca di uno sguardo illuminato, in un'azione che dichiarasse le intenzioni di quella folla assente.
    Forse, anche il Nord era un luogo sterile alla propaganda...

     
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  9. †Steel†
     
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    Ed ecco finalmente la verità.
    La confessione del ragazzo era stata attenta, vaga e dubbiosa quel tanto che bastava per non inimicarsi la platea in ascolto, probabilmente troppo spaventata e pavida perché potesse accettare di entrare in quello che aveva tutta l'aria di essere un corpo di milizie.
    Ma lui capì, realizzò ciò che già sapeva e poté finalmente essere sicuro di cosa fare.
    Sorrise, facendosi largo fra la gente che lo separava dall'oratore, fermandosi ai suoi piedi e rivolgendogli lo sguardo.

    Se mi prometterete divertimento e sangue, allora avrete i miei servigi.

    E dunque gli mostro il proprio viso senza più remore.
    I suoi occhi scarlatti erano intrisi di sangue e il suo ghigno ben confermava le sue parole. Dopotutto era ciò che voleva. Niente gli interessava degli scopi di quell'organizzazione né degli intenti, giacché non aveva in odio nessuno, men che meno questi fantomatici Naufraghi di cui non aveva mai sentito parlare.
    Tutto ciò che desiderava era un sollazzo momentaneo che lo traesse dal giogo della noia e della fame. Il campo di battaglia sarebbe stato il suo posto e fintanto che loro gli avrebbero servito protezione e cibo, lui sarebbe stato fedele.
    O almeno per ora.

     
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  10. The Propagandist¬
     
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    Il propagandista aveva inteso bene quell'attimo di incertezza nella definizione di quell'uomo dall'approccio decisamente anomalo.
    Gli occhi del propagandista incrociarono lo sguardo ferale di quello che a tutti gli effetti si presentava come suo futuro compagno nella Signa Infero.
    La mano guantata, candida come i fiocchi di neve che stavano cominciando a scendere sulla città, si strinse in un pugno.
    Nemmeno Edward sarebbe stato capace di capire il significato di quell'impulso.
    Un sopracciglio si inarcò al passaggio di un pensiero tanto significativo quanto essenziale.

    " ...Sei un nativo?
    La tua famiglia vive su Endlos da tre generazioni?"


    Non gli avrebbe creduto sulla parola, mai, ma una volta dentro la Signa Infero i dati e lo studio degli alberi genealogici erano praticamente traducibili come un verdetto:
    Alla Verità, si premiava con le armi e la divisa.
    Alla Menzogna, si otteneva la Morte certa.

     
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  11. †Steel†
     
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    Ora erano faccia a faccia, solo loro due.
    La gente d'intorno non contava più, non esisteva più, perché solo lui tra tutti era mosso dal desiderio della lotta, della morte. Il patriottismo non era un lato del suo io, ma il richiamo del sangue era troppo forte perché si tirasse indietro da una così ghiotta opportunità.
    L'aveva capito, il propagandista, forse ne era stato nauseato, perché il suo corpo si irrigidì in un attimo nell’ascoltare le sue parole.
    Si leccò un labbro: in fondo era giovane, non poteva ancora comprendere il piacere del massacro.

    << ...Sei un nativo? La tua famiglia vive su Endlos da tre generazioni? >> Queste domande all'inizio lo lasciarono un attimo perplesso, non comprendendo bene il perché di quegli interrogativi. Si riprese subito, tuttavia, ammiccando al ragazzo con fare altezzoso e vagamente stizzito:
    << Ragazzo, io batto queste terre da più di un secolo e mio padre ha potuto vedere questo luogo prima ancora che gli uomini lo abitassero. >> Sorrise sardonico, rivolgendogli uno sguardo tetro << La mia generazione è sempre esistita. >>
    E provocatoriamente al termine della frase gli mostrò le zanne, sperando che il buon senso dello sconosciuto arrivasse a realizzare con chi stesse parlando e il perché le sue parole sarebbero state vere.
    I ricordi erano lentamente svaniti con il progredire del tempo, ma non c'era dubbio che il suo bisnonno avesse abitato le caverne insieme ai primi vampiri e gli insediamenti insieme agli uomini. Per questo motivo non poteva permettere che il suo nome fosse infangato dal dubbio.
    Lui era la storia di Endlos.

    Per tutta risposta il giovane gli rivolse uno sguardo acido, probabilmente irritato dal tono sprezzante con il quale gli si era rivolto. Tuttavia non si scompose, aspettando di vedere come finisse.
    Dopo qualche attimo lo sconosciuto scese dal suo piedistallo di legno, rivolgendogli uno sfuggente "Si vedrà." e subito dopo presentandosi come Edward Whisper della Signa infero. Frettolosamente raccolse le sue cose, mentre la folla si disperdeva.
    Gli disse qualcosa riguardo all'attendere un contatto che avrebbe dovuto scortarlo ad Ovest, per un non ben precisato motivo e fino ad allora attendere a Najaza.
    Vlad non gli rivolse altre parole, limitandosi ad accennare con il capo e a squadrarlo freddamente, come a valutarne le intenzioni.
    mentre lo vedeva allontanarsi, però, sapeva che da lì a poco avrebbe avuto di che divertirsi.



    Chiusura autoconclusiva come d'accordo tra i due partecipanti.


    Edited by †Steel† - 6/7/2011, 18:03
     
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