[LAM] Tu scendi dalle stelle

ruolata d'ingresso di Sasaki

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  1. Sasaki Kojirou
     
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    New Life

    Post n° 1


    Ossa, carne, muscoli, nervi e sangue, un intreccio che andava delineandosi, un macabro concerto sotto la direzione di una mano sacrilega...Il giovane giapponese non credeva ai propri occhi, il rituale si stava compiendo, il suo eroe stava davvero rinascendo a nuova vita!
    E fu così che Sasaki Kojirou ritornò nel mondo dei vivi!


    "No...non è possibile..."

    Disse guardando il suo nuovo corpo saturo di magia nera fino all'inverosimile. Era morto quattrocento anni prima e tale doveva restare! Prese di slancio la spada che aveva al fianco, la estrasse, la lama nera non emise alcun bagliore.

    "Ti chiamerò Darkmoon. Ora Darkmoon dammi nuovamente il riposo eterno!"

    Provò a pugnalarsi ma la magia nera lo curò costantemente impedendogli dunque di andarsene! L'Otaku confermò che in effetti l'incantesimo prevedeva l'immortalità.
    In uno slancio di felicità il giapponesino corse incontro al proprio eroe.
    In uno slancio di rabbia il suo eroe gli mozzò di netto la testa.
    Tuttavia essaà rotolò rovesciando gli ingredienti dell'incantesimo di una ciotolina e questo piccolo inconveniente causò qualcosa che Sasaki si sarebbe ricordato a vita.
    Per sempre insomma.

    Il portale d'evocazione che si stava ancora chiudendo e che era già instabile di suo, impazzì letteralmente risucchiando l'impotente Sasaki al suo interno: quella fu l'ultima volta che rivide il suo mondo natio, dopodichè il buio totale.
    Al suo rinvenire vedeva solo un cielo splendente e capì che stava precipitando ma svenne di nuovo per la stanchezza...la sua stessa magia era provata da quello che era stato un viaggio tra il continuum spazio-temporale ed era un miracolo che fosse sopravvissuto al Maelstrom.
    Ricordò solo qualcosa di morbido e piumato che lo raccolse, così delicatamente che prima di svenire del tutto pensò forsse un angelo o un cuscino volante.
    Cosa o chi aveva salvato il samurai volante?

    CITAZIONE
    Legenda:
    narrato
    *pensato*
    "parlato"
     
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  2. Grifis:.
     
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    Aria.
    Qual vento sulla pelle, di un piacere così...
    L'onde di un azzurro crine mosso da eolo, e lo sguardo perso verso orizzonti che mai aveva creduto, in passato come adesso, di rivedere o d'assaporare.
    Allargò le mani, sapendo che la Caska - fido grifon - non avrebbe mai permesso che lui cadesse; e quando le dita del Cavalier si poggiarono sul di lei crine, la bestia nobile e orgogliosa sibilò di un piacere sottile, che s'incurva e s'incespica via via per lo piumaggio castano.

    Flap. Un battito d'ali, ed eran già più su.
    Una svolta, una curva - che capriola. L'animale possente non si perdeva una nuvola, né il vento che giocondo cantava fra i muscoli tesi e forti.

    E' un parto dolceamaro, è vita d'aria
    o notte bianca
    T'amo, e sai che l'anima mia m'è stanca.


    Cantò lui, colmo di gioia.
    Ma il suo canto ebbe sì breve vita, giacché s'accorse che un'anima incolume cadeva dal cielo; e cadendo, senza freni, non avrebbe forse incontrato lo sfracelo del suolo duro? Lì, a Laputa, metri e metri s'anteponevano ad un umano appiglio, mentre li cieli dove errava il Presidio eran sgombri e senza un'approdo. Già visibili le montagne, attendevano l'ora fatale: sulle vette rese bianche dalle neve, una tintura di rosa avrebbe ritinteggiato l'ambiente.
    grifis2
    No!, giammai.
    Un colpo di redini, ed ecco che l'alato re dei cieli piombò in picchiata.
    Aprì i suoi possenti artigli, calcolando, calibrando, senza errore, la persona che necessitava del loro tempestivo intervento. Di rapidi battiti d'ali s'istruì la falcata, e il fischio del vento gridò aiuto da tutte le parti.

    C'è mancato poco.

    Avrebbe detto quel Cavaliere dal crine del cielo e gli occhi da falco.
    In armatura d'argento, bardato di tutto punto, come gli eroi di grandi gesta narrate dai menestrelli. Avrebbe sospinto il corpo dell'improvvisato paracadutista in groppa a Caska, che sbuffò irritata pur non potendo esimersi; e tornando a carezzare le ali di Eolo, già Laputa era più vicina.

    GRIFIS

     
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  3. Sasaki Kojirou
     
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    Giochi del destino

    Post n° 2


    Al suo risveglio la cosa morbidosa e piumata era ancora li ma la sorpresa più grande per il nostro redivivo samurai fu che era pure viva vegeta e volante!

    "Ma che diavolo sta succedendo?!"

    Chiese concitato. Si accorse poi che non era solo: un uomo cavalcare quel possente destriero, un cavaliere bardato d'armatura

    "Penso io debba a te, anzi a voi la mia vita. Permettimi di ringraziarti e scusami se ti ho costretto a raccogliermi come l'ultima delle donzelle in difficoltà. Credimi se ti dico che è alquanto imbarazzante per me."

    Gli scappò una risata smorzata subito dalla bellezza del paesaggio che lo fece trasalire: in giappone a suo tempo era al massimo stato su di una torre alta si e no trenta metri, stare a quell'altezza, volare su di quella creatura erano sensazioni nuove ed incredibili.
    Ripensò a ciò che gli era appena successo e si ritrovò a pensare che, tutto sommato, non tutti i mali vengono per nuocere.


    "Scusa la mia maleducazione ma sono ancora intontito e non ho pensato di presentarmi: mi chiamo Sasaki Kojirou e sono un ronin morto circa quattrocento anni fa...non spaventarti però, non so come sia possibile ma so solo che esisto perchè qualcuno mi ha ridato la vita."

    Il suo tono per un attimo si era fatto triste, poi però riprese vigore proseguendo col discorso

    "Ad ogni modo questo posto mi sembra diverso da quello da cui provengo, il Giappone, non ho mai visto simili paesaggi e creature...tu sai dirmi dove siamo?"

    Nel frattempo continuava a godersi lo spettacolo che si presentava ai suoi occhi, lo affascinava così tanto che una domanda gli scappò quasi involontariamente

    "Ehm...Posso averne anche io uno di questi animali volanti?"
     
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  4. Grifis:.
     
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    Berserk1

    E gli fece sfoggio del miglior fra i suoi sorrisi.
    Contento di saperlo ancora vivo, e sano perfino, si rallegrò abbastanza da cantare in cuore la gioia d'aver sottratto un uomo ad una caduta, altrimenti, fatale. Caska mugugnò di un ruggito sommesso, poco avvezza a farsi cavalcare da qualcheduno che non fosse il suo padrone; e questi, accorgendosi del lamento del suo destriero orgoglioso, accorse a carezzarle la chioma: qual prima donna!

    Voi mi battete in anzianità, messere. Son io quindi a dovervi porre il dovuto omaggio e il necessario rispetto: è così che vuole, d'altronde, l'etichetta.
    Io mi chiamo Grifis, Minos anche è la mia Tribù Elfica; e sono vecchio di almeno cinquant'anni, pochi certamente per voi, ma tanti qui ad Endlos.


    Nessun pensiero volse alla differenza, abnorme, d'età che distingueva il salvato dal salvatore. Benché, in realtà, fosse più il tempo vissuto dall'elfo che non quello del Samurai: d'altronde costui era morto quattrocento anni fa, e d'un uomo si contano gli anni di vita e a poco valgono quelli di morte; e se quest'equazione è vera, allora i ronin non avea più anni di quanti ne dimostrasse dal giorno in cui era stato sepolto.

    Avrete certamente capito che codesto luogo non è il Giappone di cui mi parlate; invero, io sono l'unico uomo ad aver attraversato quella tempesta che ha divorato voi, messere: il Maelstrom. E' da esso che siete giunto, è da esso che forse un giorno tornerete.

    Una svolta, una spinta... e già il Grifone acuistò moderata velocità; e dinnanzi a loro due si stagliò imperiosa la figura di un castello, la cui baso era sommersa fra le nuvole, e la cui sommità, invece, grattava dolcemente il cielo.

    Quella è Laputa, il Castello Errante.

    Era era lì che si diressero.

     
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  5. Sasaki Kojirou
     
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    Laputa

    Post n° 3


    Il cavaliere davvero molto cordiale si presentò come un elfo di nome Grifis: Sasaki si ricordò del termine elfi, da dove proveniva venivano considerate creature fantasiose ma tutto sommato forse provenivano solo da un altro mondo visto che ne aveva uno davanti.

    "Diciamo che mi sento ancora un giovincello tutto sommato!"

    Disse ridacchiando: i suoi 29 anni da vivo e 400 da morto se li portava veramente bene ma forse era tutto merito della magia nera che gli aveva dato un corpo nuovo e vigoroso come era al suo massimo splendore. Mentre ascoltava attentamente un nome lo colpì: Endlos...probabilmente il nome del luogo ove si trovava!
    Inoltre gli fu spiegato che era stato spedito qui tramite il Maelstrom il quale doveva esser stato collegato al portale d'evocazione tramite quell'incidente involontario.


    *Mai mozzare teste se non sai dove vanno a rotolare poi...*

    Pensò anche se ora con meno amarezza, la sua situazione sembrava parergli sempre più un inaspettato colpo di fortuna man mano che il tempo passava:Chissà se da quelle parti o presso la corte di quel cavaliere avrebbe potuto prestare i suoi servigi da ronin. Li poteva forse vivvere davvero la vita che aveva sempre desiderato.
    Rigorosamente in groppa ad uno di quei cosi alati.


    "Laputa? Essa è forse la città da cui provieni? Sono proprio curioso di vederla, sembra esser davvero qualcosa di maestoso! E perchè mai si chiama Castello Errante? Si muoverà mica?"

    Aveva un tono talmente ingenuo che si sarebbe messo a ridere da solo se si fosse ascoltato.
     
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  6. Grifis:.
     
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    Lo sguardo suo puntato sull'orizzone, come a voler catturar immagini, altrimenti, irraggiungibili.
    Sotto la spinta del forte grifone, il Castello Errante fu sempre più vicino e sempre più bello a vedersi.
    E nel frattempo, le domande del ronino trovarono degna risposta nel tono pacato gentile e cordiale dell'elfo Grifis.

    Errante, giacché essa mai è nello stesso posto.
    Endlos è divisa per Presidi: nord, sud, ovest ed est. E ognuno di questi ha il suo Alfiere, il suo regnante. Laputa è però l'unica a non aver un territorio proprio, se non l'infinità del cielo!


    S'assicurò che l'altro fosse a lui degnamente aggrappato, quindi svoltò verso destra approcciando il maniero volante per ch'elle vie preferenziale, mediante le quali era possibile entrare in loco senza destare l'allarme dei Liber Aeris Milites.

    Prima mi avete chiesto se è possibile avere un Grifone.
    Sì, sì è possibile. I Liber Aeris Milites sono la forza protettrice del Castello, e sono divisi in Aviatori Blu Rossi e Verdi. Io faccio parte di quest'ultimi, e in quanto tale ho diritto a Grifone per i miei spostamenti. La gilda è da sempre detentrice della pace della città, quanto dei cieli che la circondano; eppure essa non si ferma, non soltanto, alle nuvole o a ciò che è sospeso nell'aria: varie ramificazioni della gilda si possono trovare in altri presidi, laddove la Giustizia e la Pace debbono prevalere!


    Cercò di spiegar all'altro qual'era la grandiosità della forza militare laputiana, e sperò che le sue parole, colpendo il vivo interesse dell'uomo, potessero indurlo in qualche modo a unirsi alla causa per cui lo stesso Grifis aveva fatto giuramento. Una vita da martire... che aveva scelto personalmente.

    Se è nel vostro interesse, nobile samurai, posso condurvi al cospetto del Gran Maestro.
    La Dama del Vento è d'animo gentile e caritatevole, e al tempo stesso una figura di prim'ordine per tutti noi. Lei avrà sicuramente piacere nell'accorglievi nella gilda.


    Disse e frattanto già i tetti del castello eran più vicini, così come la città.



    Edited by Grifis:. - 10/7/2011, 16:48
     
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  7. Sasaki Kojirou
     
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    Tracciando la linea del Destino

    Post n° 4


    Mentre ancora sempre più si avvicinavano Sasaki ascoltò con interesse sempre maggiore ciò che il suo salvatore gli raccontava: apprese così un po della geografia di Endlos ed ebbe modo di sentire per la prima volta parlare della Liber Aeris Milites, la gilda protettrice di Laputa e, più in generale, della giustizia in tutta Endlos.

    "Aviatori?"

    Esclamò sorpreso; allora Grifis non era l'unico a poter volare ma vi era probabilmente un'intero squadrone volante! Il samurai ascoltò la descrizione della gilda sentendo nascere dentro di sè il desiderio di farvi parte ma non solo per ottenere un simpatico Grifone ma anche per i suoi ideali di giustizia e pace.
    I signori feudali del suo tempo erano solo uomini subdoli e abietti e si era sempre domandato se da qualche parte non vi fosse qualcuno a cui prestare i propri servigi che fosse portatori di ideali puri e retti.


    "Le tue parole mi riempiono di gioia, sarebbe un onore poter asservire i vostri stessi ideali e sarà un piacere per me incontrare questa Dama del Vento di cui vai tessendo grandi lodi!"

    Era deciso ormai: Sasaki voleva entrare a far parte di quel gruppo, abbandonati ormai i propositi suicidi irrealizzabili, si era reso conto che la sua nuova vita si presentava come un'opportunità più unica che rara ed era intenzionato fortemente a non lasciarsela scappare!
     
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  8. Grifis:.
     
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    Innumerevoli i tetti a sfrecciare sotto di loro. Tanti i comignoli, ancor più le case; e nel vento giocondo che carezzava i suoi capelli, Grifis non disdegnò all'altro un giro panoramico del loco: gli mostrò le contrade, i borghi, e il Castello, nonché il Palazzo del Leone sede della Cancelleria. Sorvolò brevemente l'Albero Casa, sfiorandone le fronde a poco a poco, sicché paresse il suo volo legiadro come una carezza.

    Questa è la nostra sede, l'Albero Casa: il nome descrive perfettamente il clima interno della Gilda. Nevvero?

    Sorrise a quella domanda, rimandando un vago pensiero alla Dama: chissà che gioia le avrebbe rinnovato il viso, sapendo che un'altro cor gentile desiderava unirsi alla loro causa. Forse per questo s'affrettò ad aggiungere:

    Noi siamo gli unici, ahimé, a detenere un saldo appiglio di pace e reciproca giustizia; altrove il mondo è corroso dal male, e difatti la città è ancora memore di un'attentato avvenuto non molto tempo fa. In quell'incidente perse la vita un pover'uomo, e pare che la colpa sia di una creatura maligna evocata o dalla Signa Infero o da dissidenti politici.

    Per un attimo lo sguardo suo si fece cupo. No, non poteva convidere affatto il pensiero che esistesse una forma razziale, o dispreggiativa, nei confronti dei naufraghi: coloro che giungevano ad Endlos da un'altro mondo, e abitavano per tanto uno dei Presidi.

    Imparerete a vostre spese che vi sono persone che hanno pregiudizi razziali nei confronti di chi, come voi, naufraga in questo modo da un'altro sconosciuto. Badate a costoro, non fidatevi e siate scaltro: molti di costoro non daranno valore alla vostra vita, e cercheranno di strapparvela come si toglie un giocattolo a un bambino.

    Frattanto che il timbro soave della sua voce mettesse in guardia il Samurai dall'agire, malato e sciocco, di questi difensori del sangue puro; Caska sbatté le ali iniziando una lenta discesa verso la sede centrale dei Liber Aeirs Milites, e una volta attraccato il grifone saldamente a uno dei tanti approdi, Grifis accompagnò il samurai verso gli interni della gran casa. Non prima però d'aver avvisato la Dama del suo arrivo mediante un messo della gilda: in questo modo non sarebbe stato affatto inatteso il suo ingresso nell'ufficio del Gran Maestro.



    CITAZIONE
    OT: allur, se vuoi puoi fare un post statico^^ La scena per ora si chiude qui, e continuerà nell'ufficio del gran maestro ;) :/OT

     
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7 replies since 8/7/2011, 09:55   149 views
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