[SI] Giorno d'Arruolamento... Verso il reo Fato che ci accomuna

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  1. Sigfried Von Velsing
     
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    Narrato
    Parlato
    -Pensato-
    Parlato altrui


    -Chissà qual'era la percentuale dell'evento che avrebbe portato ad un mio ritorno in questo luogo... Pensavo avrei potuto metterci una pietra sopra, senza dover più tornare ad attingere a questo periodo di memorie.... Quanto si diverte il Fato, con noi inermi pedine.-

    Fu un lieve sobbalzo dovuto ad un piccolo vuoto d'aria, a far riemergere Castor dalle sue riflessioni. Si alzo dal sedile che aveva occupato, stiracchiandosi e sgranchendo le spalle tramite pressione esterna delle braccia, portate dietro la schiena con le mani intrecciate.
    Un rapido e distratto sguardo, attraverso il locale del mezzo ove si trovava, gli trasmise un senso di solitudine e malinconia. Era totalmente vuoto, ad esclusione del controllore, e dell'autista racchiuso nel cubicolo del suo posto di guida.
    Castor si avvicinò con passo lento e cadenzato al controllore.


    Sa dirmi fra quanto dovrebbe arrivare il mezzo, esattamente?

    L'interpellato, quasi svegliandosi sul momento, a metà fra il confuso e il sorpreso, rispose con tono basso e poco chiaro, come gli facesse fatica scandire bene le parole.

    Uh? Vediamo... Dovrebbero mancare alcuni minuti prima di raggiungere Najaza.

    Un impercettibile spasmo muscolare aveva fatto increspare le labbra del ragazzo in un segno di disgusto, alle parole incerte del controllore. Subito nascosta questa fugace sensazione, riprese a parlare.

    Grazie dell'imprecisione... E sa anche indicarmi come raggiungere la via principale, partendo dall'attracco?

    Il sonnecchiante controllore pareva non essersi accorto né della smorfia, ne del suo tono sarcastico, mentre prendeva il tempo per pensare alla risposta.

    È facile. Poi te lo mostro appena scendiamo. Ora siediti. Stiamo per atterrare. Fa sempre un bello scossone quando tocca terra, il vecchio Joe.

    Si allontanò, senza proferir parola, avvicinandosi al finestrino di poco prima. Rimase in piedi, osservando l'esterno che ormai aveva i connotati di una eterea città, e non più solo di bianchi nembi o qualche solitario volatile.
    L'attracco avvenne in pochi secondi, con lo scossone previsto dal controllore. Castor non si era mosso di un millimetro, rimanendo con le braccia conserte e le gambe ben piantate sulla superficie del mezzo.


    Eccoci arrivati. Vieni che ti mostro.

    Grazie... delle premure.

    Nei brevi istanti in cui Castor era rimasto alle spalle del tizio, aveva avuto tutto il tempo di collegarsi ai suoi Naniti, e formare la sua armatura completa, ad esclusione del Distretto del visore.
    Silenziosamente e quasi istantaneamente la restante armatura andava prendendo forma sopra ai vestiti blu scuro che si intravedevano fra i vari Distretti fissi, espandendosi come un qualcosa di vivo fino a diventare operativa, con un avviso tramite sinapsi, direttamente nella mente di Castor. Raggiunta in un istante la strada, rimanendo leggermente indietro, vide il controllore alzare un braccio per indicare la direzione da seguire.


    Eccola là! Se vai sempre dritto arrivi alla strada principale, non puoi sbagli....

    Non riuscì a finire la frase che vide, e sentì, Castor sfrecciare lontano da lui, nella direzione indicatagli un momento prima.
    Oltre al ronzio sommesso che aveva preceduto un soffocato e sordo "botto", segno dell'avviamento dei Repulsori sintetizzati per l'occasione, il controllore aveva visto solo una piccola nube di polvere seguire i rapidi movimenti del giovane, prima di perderlo di vista.


    ---------



    All'interno della sua armatura intera, Castor si sentiva un altro. Non aveva ricordo di nulla che potesse paragonare alla sensazione di trovarsi libero, di sentirsi così a suo agio... Immerso nel vivo del suo, recentemente acquisito, nuovo essere.
    Si diresse quindi verso la strada principale in breve tempo, letteralmente levitando a qualche centimetro da terra mentre i Repulsori, sintetizzati nel Distretto Stivali, lo sospingevano in avanti a velocità maggiorata. il corpo proteso leggermente in avanti per sostenere la spinta ricevuta, ed al contempo permettere che essa fosse lineare e fluida.
    E la meta era, purtroppo, già stata raggiunta. Flettendosi indietro, portando quindi gli stivali in avanti, aveva arrestato il suo moto, atterrando nuovamente a terra mentre i Repulsori veniva riassorbiti all'interno, insieme alle parti mobili dell'armatura.


    Così questo è il posto dove dovrei trovare.... Minerva Justice... Spero non mi abbiano fatto fare dei giri a vuoto, o la Signa Infero perderà molti punti.

    Così Castor entro in quella che sembrava una taverna di medio livello. Abbastanza ben tenuta fuori, ma senza dar particolare mostra di abbellimenti vari od arredo di qualità eccezionale.
    Ed infatti l'interno non era da meno, riempito di tavoli in legno laccato più o meno rovinati.
    Muovendo gli occhi rapidamente all'interno del locale, solo una figura gli parve potesse essere quella che cercava.
    Vuoi per il sesso e la procace descrizione che gli avevano fornito, vuoi per il semplice fatto che altri avventori femmina a cui rivolgersi non c'erano. E a dire il vero, nemmeno altri avventori in generale.


    Eh-ehm... È lei Justice Minerva?

    Note:
    Passive: +25% Forza e Velocità; +50% Resistenza. Sensor Array (Auspex)
    Attive: Repulsor On, power-up alla velocità. Consumo Applicato: Medio - 10%


    aggiunta l'ultima frase, che mi son reso conto sia sparita non so perchè ò.ò


    Edited by Sigfried Von Velsing - 26/7/2011, 15:38
     
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  2. Felì.
     
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    La prosperosa donna alzò gli occhi dall' agenda, con fare piuttosto scocciato a dire il vero. Aveva prenotato l'intera taverna, proprio per non essere disturbata durante il lavoro, e allora perchè c'era sempre qualche imbecille che romp...
    Inarcò le sopracciglia a metà fra la sorpresa e la gioia.
    Castor Rinzleian, dal suo metro e novantuno di altezza, la fissava in modo piuttosto interrogativo.
    "Sì ragazzo, sono io Minerva Justice."
    Doveva avere giusto un paio di anni in meno di lei, ma il modo di porsi che l'uomo aveva nei suoi confronti aveva appena scavato una voragine fra i due. Voragine di cui Minerva non poteva che bearsi: amava sentirsi superiore.
    "Sai perchè sei qui, giusto? Siediti."
    La durezza che aveva usato nel parlare trasformavano quello che poteva apparire come un invito, educato, in un ordine perentorio.
    "Dimmi.. Castor. Cosa ti ha interessato della Signa Infero?"
    Neanche gli stesse facendo un colloquio per assumerlo a friggere patatine in un McEndlos invece che per un' Organizzazione criminale mascherata da partito politico. Dettagli. Sottigliezze!
    Cerco di assumere l'espressione più cordiale possibile, scoprendo un ordinata fila di denti candidi in un sorriso.
     
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1 replies since 25/7/2011, 21:24   46 views
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