[EM] Minatori

"Lascia che sia un Boggart
a trovare un proiettile
tanto disgustoso
quanto letale."

E si, come si dice, squadra che vince non cambia! E perchè cambiarla, dato il simpatico duo aveva così egregiamente portato a termine il proprio ligio dovere, l'ultima volta? Quelle zanne si vendevano benissimo, sopratutto sotto la guida del simpatico e molleggiante Boggart. L'unica nota che non gli fu gradita era la spartizione del bottino... ma in fondo era un guadagno non indifferente anche così. Sopratutto se il gruppo gli dava la possibilità di mettere le mani su altri oggettini rivendibili. Ormai era una autorità del bazar di Merovish, e i suoi acquirenti premevano per qualcosa di più esotico delle sue lampadine rotte. Che per inciso, si vendevano benissimo. Anche più delle bussole prive di ago.

Il viaggio era stato lungo e faticoso. O almeno, lo era stato per chi aveva camminato: Zimm aveva passato gran parte del tempo appollaiato sulla portantina del proprio Oliphant, sonnecchiando e sognando montagne d'oro. Avevano attraversato così tutta Endlos, alternando locande a campi organizzati in fretta e furia, lavoricchiando qua e la e facendosi odiare da gran parte delle popolazioni che andavano a toccare lungo il viaggio.
Ed ecco che il caldo veniva sostituito dal freddo, la sabbia del deserto, ormai un ricordo, diventava prima terreno roccioso, poi erboso, poi nuovamente roccioso.
Insomma: un viaggio sufficientemente impegnativo.

Ed ecco stagliarsi all'orizzonte l'immagine del loro obbiettivo, la montagna che, secondo la loro fonte, doveva nascondere nelle sue viscere un giacimento che avrebbe portato al gruppo di mercenari una fortuna monetaria che avrebbe fatto impallidire i guadagni ottenuti con la vendita delle ossa suine. Inutile dire che gli occhi del Boggart assunsero la forma delle gemme che si aspettava di trovare.

” Io spera che questo viaggio servire a qualcosa. Me è Boggart impegnato, tu sa bene.” commentò il rossiccio, vagamente irritato del fatto che il proprio mezzo di trasporto non fosse adatto alla scalata di una montagna. A questo proposito, ventitré fu incaricato della custodia del barripede e del suo carico.

”Se manca anche solo una lampadina, tua pelle viene strappata, cotta in olio bollente e ricucita addosso al contrario. Con tue budella io decora mia stanza, chiaro? “ lo informò, cordialmente. Normale amministrazione in fondo.

La scalata fu sicuramente più complicata per il compagno del rossiccio, comunque. Grazie al dispositivo Icarus, il Boggart riuscì a superare con discreta facilità gli strapiombi, le scalate e le insidie della montagna. Almeno, questo finché il freddo non congelò le ali meccaniche del povero Zimmer, le cui bestemmie e imprecazioni riecheggiarono per tutta la vallata, ingigantite dall'eco.

Alla fine i due si affacciavano in quel buco che doveva celare tutto quel bendi dio che andavano cercando così ardentemente, rendendoli capaci anche di sfidare quell'oscurità, talmente fitta da sbarragli quasi fisicamente il passaggio.

” Buco ricorda tanto me mia casa.” commentò piatto il Boggart, mentre sputava a terra. Da buon abitante dei cunicoli quale era, si era premurato di portarsi dietro, oltre che al solito equipaggiamento, una serie di piccoli oggettini dalla sua scorta personale, tanto per non trovarsi impreparato.

Le leggeri vesti in pelle del Boggart erano state prontamente sostituite da una tenuta più consona alle temperature: il molliccio sembrava un pacco avvolto nelle pelli. Da queste, Zimmer estrasse due bastoni di legno, la cui punta era stata precedentemente preparata e avvolta da tela imbevuta da petrolio. Con un gesto della mano, la runa del fuoco incisa sul palmo accese le due fiaccole e il molliccio consegnò la seconda al proprio compagno.
”Me è nato e maturato in Cunicoli come questi, bui come la pece e articolati tanto che quelli di Merovish possono sembrare un parco giochi. Nessun membro dei Cunicolidaiqualisitorna si perderà in questa buchetta per neonati di porco.” ugiolò il Boggart, gonfiando il petto. Poi lanciò al compagno un piccolo pacchetto, avvolto anch'esso da delle pelli.
”Se bipede però ha difficoltà, può segnare suo percorso. Me no si offende se lui no si fida, almeno me non deve fare da guida turistica a ritorno.” commentò infine, agitando la torcia verso l'interno della grotta. L'oscurità si dileguò, ma solo per un istante e solo in un area circoscritta.
La verità era che i gessetti dovevano servire a Bid'daum a trovare la via di uscita nel caso fosse accaduto qualcosa al Boggart. Non si scherza con la nuda roccia, il molliccio lo sapeva bene.

”Noi entra, prende gemme e noi esce. Facile facile, noi ricchi subito dopo. Tu solo attento stai a no far fare BOOM a tutta montagna, Bidibi Bodibi.” mormorò sottovoce, addentrandosi per primo nell'oscurità.

Un buio innaturale avvolse i due avventurieri, protetti solo da quella flebile lucetta delle due lanterne. In effetti era proprio il massimo disporre di una quantità pressoché illimitata di lampadine e doversi accontentare di una torcia crepitante a petrolio.
Mai che il Boggart usi sue risorse, del resto. Perchè farlo quando si possono rubare comodamente due torce nel villaggio vicino?

”Tu va piano bipede... noi no sa cosa cè in cunicolo. Forse Boggart, come me. In quel caso, corri!”

Il molliccio sembrava quasi preoccupato di doversi addentrare nuovamente in un cunicolo, sopratutto con quella oscurità ad avvolgerli. Merovish era molto più spaziosa, molto più fruibile. Addirittura l'oliphant del mercante ci passava agilmente attraverso. Qui a malapena stavano i due.
La domanda rivoltagli dal compagno lo colse alquanto di sorpresa. Quali creature potevano scegliere di vivere in un posto tanto buio, nella morsa invernale della montagna?

”Me no è esperto di fauna locale. Ma se qualcuno vive qui, è qualcuno di sicura tenacia.” commentò il rossiccio, avanzando cercando di vedere oltre il ristretto campo visivo creato dalla torcia. Al rumore di passi, Zimmer si immobilizzò, con i sensi all'erta.
”Tu bipede! Tu porta sfiga!” esclamò petulante il Boggart, mettendo immediatamente mano alla pistola, estraendola dalle vesti pesanti e tenendola sollevata.

Ma neppure una minaccia di morte avrebbe potuto allarmarlo di più, una volta alzato lo sguardo seguendo la luce proiettata dalla torcia del compare. Un intera vena luccicava, rimandando la luce rossastra abbellita da milioni di riflessi colorati.
Diamanti! Esclamò l'eversore
”Soldi a palate!” retificò subito l'avida creatura, iniziando a stimare a prima vista quanto avrebbe potuto ricavare vendendo quelle meraviglie al bazar delle talpe.

”Tu tiene d'occhio grotta si? Se vedi Boggart delle caverne, urla!” informò, prima di attivare l'Icarus e, sfruttando i getti d'aria compressa (e non le ali, visto la scarsità di spazio), andò a finire abbracciato a una roccia sporgente dalla volta, proprio a fianco al giacimento. Se avesse voluto, avrebbe potuto allungare la mano per poterle sfiorare. Subitò attivò i Googles, che gli scattarono sul viso alternando le numerose lenti colorate.

”Soldi! Tantissimi soldi! Noi può comprare mezza Merovish con questi!” informò rallegrandosi, esagerando come al solito sulle stime.

E' il suo lavoro, dopo tutto.

Dall'alto della sua posizione, Zimmer era talmente concentrato nella valutazione estimativa di quelle bellissime meraviglie della natura che la caverna aveva rivelato. Dal sorriso ebete e dalle iridi scintillanti, si poteva intuire come queste gli stessero per fruttare un mucchio di soldi.

”Cosa tu dice bipide? Tu era su pianeta che stava scoppiando? domandò distrattamente il molliccio, aggrappato a quella roccia sporgente in una posa alquanto precaria, il volto allungato sulle pietre preziose.

”Forse anche Zimmer era su pianeta. Si chiamava forse...
Il ragionamento del Boggart fu interrotto dal grido del compagno eversore, che arrivò tanto inaspettato quanto ingigantito dall'eco del cunicolo.
” Non, mai stato su pianeta che si chiama così. Peccato esploso è, a me piaceva andare li.”
borbottò il rossiccio, abbandonando la presa e piroettando verso il basso.

Atterrando, ovviamente, di gengiva. Imprecazioni varie ed eventuali.

Fu allora che udì' la voce all'interno della sua testa (che prese a picchiettarsi con il pugno, come a voler far uscire un moscerino da un orecchio.) Il golem appena apparso si stagliava imponente davanti a lui.

” Oh. Buongiorno!” esclamò il Boggart, agitando la mano verso la creatura, per attirarne l'attenzione. Il tono non era spaventato, anzi, pareva quasi solare. Il tono di un mercante che tenta di fregare un pollo.

”Noi depredare te?” il Boggart rise, composto. ” Noi no ladri, sasso parlante. Onorevole sasso parlante. Vede tu si, in quelle tue orbite di pietra? Me piccolo e fragile, e anche rosso! Me no ladro, ne guerriero! E vede mio amico la? Nooo troppo pallido lui è! E con capelli rossi anche si! “

Altra pausa, dove bellamente il molliccio si sedette, come se stesse discutendo di bussole davanti a un falò.

”Noi è ricercatori! Vede tu occhiali con lenti? Noi osserva. Noi studia! Noi no tocca, noooo, e perchè mai? Ma tu è grosso e saggio, onorevole sasso che parla... tu capisce a noi, sicuro che è così!” la voce suadente del Boggart stava pian piano diventando suadente.

”Sicuro che è così?” domandò poi, come a voler chiedere conferma. In tutto il suo discorso non aveva nemmeno una volta provato ad estrarre la pistola (col cavolo che i suoi pallettoni scalfivano quel coso di pietra) ma aveva provveduto a tenere sempre un palmo puntato verso la creatura, ovviamente con discrezione.

Intanto macinava informazioni e cercava una via di uscita. Ma sopratutto pensava... da quando i Golem parlano telepaticamente?