Un angolo di paradiso (parte 2)

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    The guru in the darkness...

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    L'Angolo di Paradiso.
    Un nome insolitamente adatto sia al presidio dove si trovava, sia per cosa trattava.
    Ebbene si, perchè quello non era un locale come gli altri;
    luci soffuse dai colori caldi si posavano su ciò che incontravano, scaldando l'atmosfera,
    creando piacevoli giochi di luci ed ombre pensato ad hoc per la situazione,
    uomini felici ai tavoli, fanciulle "allegre" e semisvestite tutte intente a servire i clienti.
    Davvero un angolo di Paradiso.

    -Buona sera, Signor Ambasciatore. È un onore per noi ospitarla. Scelga pure lei dove desidera sedersi e provvederemo all'istante.

    Il bellissimo sorrise maliardo, indicando un divanetto davanti il tavolo a pochi metri dal palco
    e dal palo.
    Forse era un posto riservato, ma la parola dell'Ambasciatore era legge lì,
    dunque lo condussero dove desiderava.

    -Altro, signore?

    Il giovane dalla chioma turchina mosse i lunghi capelli, portandoli indietro
    e lanciandogli un occhiata divertita.
    L'accompagnatore parve un attimo vacillare innanzi a tale bellezza,
    così fulgida ed evidente da farlo somigliare ad una donna.

    -No, grazie, va bene così.

    Lanciò un occhiolino, accavallando le gambe, mentre l'uomo si allontanava inquietato,
    sospettando di esser divenuto omosessuale per l'attrazione che aveva provocato il solo guardarlo in quella posa.
    Intanto una ballerina in abiti da infermiera partì con uno spogliarello,
    mentre lui iniziava a sorseggiare un drink offerto dalla casa.



    Si, è sul divanetto di Hayato XD
     
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  2. Hayato Gokudera
     
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    No, dai, non ci credo. Siamo ancora qui? Vuoi farmi passare per un porco depravato?
    Stai dicendo che non lo sei?
    Dico che hai già un pg pervertito, io dovevo essere quello che non aveva un cazzo per la testa, quello seriamente malato, quello che doveva far ridere!
    Sei in uno strip club, cosa cazzo speravi di fare? Il santarellino?
    ...Il paradosso comico? Non sarebbe male, provaci.
    Uff... Non avrei mai dovuto dare al mio personaggio il diritto di replica.
    Hayato si era assentato per andare in bagno. Quel mondo osceno lo turbava, quell'eisbizionismo oggettuale lo terrorizzava, quelle oscenità gratuite erano una spettacolarizzazione volgare della figura femminile. Si sentiva vibrare dentro, battere forte, a disagio.
    Asciugò le sue mani su un fazzolettino, cercando di tornare, scandalizzato, al suo posto.
    Occupato da un ragazzo che doveva avere seri problemi col suo barbiere.
    «Ehi, principessina, quel posto è occupato, non l'hai notato o avevi gli occhi troppo incollati ai culi di qualche squinzietta per rendertene conto?»
    Ma che cazzo, che fine ha fatto il santarellino che doveva essere fuori da tutto questo?
    Scusa, mi stavo disgustando di me stesso.

     
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    La ballerina ammiccava maliziosa, mentre l'Ambasciatore si godeva lo spettacolo. Era tutto davvero fantastico, un servizio praticamente impeccabile, ancora più accorto considerando la carica che portava con sè. Ah, quale cosa magnifica, il potere! E come se non bastasse un aitante giovanotto -probabilmente regalo del capo del locale, saggio conoscitore dei gusti "particolari" del Galanodel- giunse da lui, chiamandolo principessa e pretendendo di sedersi con lui a mirare lo spettacolo.

    angelsanctuaryv17005

    Ma che carino che era!

    -Principessa... Nessuno mi aveva mai chiamato così.

    Cinguettò allegro in sua direzione, e per un attimo gli fece anche gli occhi dolci.

    -Immagino che tu lo abbia detto perchè sono bello.

    Commentò pensoso ma evidentemente soddisfatto.

    -Ma tranquillo, mi fa piacere sentirmelo dire....

    Fece spazio sul divanetto, battendo le dita affusolate su un cuscinetto, facendogli segno di sedersi accanto a lui.

    -Me lo ripeteresti ancora?

     
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  4. Hayato Gokudera
     
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    Portami viaaaaaaaaaaaaa!
    Perchè?
    Questo tipo mi sembra uno a cui potrei far esplodere una bomba nel culo e che dopo direbbe che gli è piaciuto!
    Ma a te piace!
    Mi piace pensare di essere l'unico!
    ...Pensa a ruolare.
    Quel tipo non solo divagò in maniera discretamente irritante, ma soprattutto non fece neppure una mossa per cedergli il posto che gli spettava di diritto. Quello stesso posto che lui e Dino avevano prenotato da quasi un anno, riservato a loro e solo loro, divieto d'ingresso agli sconosciuti, fuori dai coglioni, non so se riuscite a starmi dietro. Del tipo che le rare volte in cui si va in posti del genere, non hai interesse a guardarti uno spettacolo stando in piedi, insomma.
    «No, te l'ho detto perchè con un filo di trucco in più non sarebbe stato possibile distinguerti da nessuna delle altre ragazze che lavorano qui.»
    Chissà perchè immaginò che sarebbe andato volentieri in giro vestito solo di un grembiule da cucina. Brr.
    «Dicevo, il mio posto. Sai, quello dove c'è il mio nome. Quella cosa chiamata prenotazione.»
    Roteò la mano intorno l'orecchio.
    Chissà come sarebbe stato quel tipo con i capelli a zero.
    Chissà dove avrebbe potuto trovare un paio di forbici.

     
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    «No, te l'ho detto perchè con un filo di trucco in più non sarebbe stato possibile distinguerti da nessuna delle altre ragazze che lavorano qui.»

    Il simpatico Quarion lo guardò con occhiatine maliziose, fino a che non riuscì a trattenere un risolino leggero e delicato, ovviamente dopo aver portato le belle dita affusolate alla bella bocca carnosa.
    Perchè lui era e restava un uomo di classe, ovunque.

    -Oh-oh-oh, ma che carino che sei!
    Adulatore ♥


    Con ciò era più che evidente che non l'avesse presa come un insulto, anzi...
    ...sembrava una dodicenne che aveva appena ricevuto complimenti dal più figo della scuola.
    Ma con un pò più di malizia.
    Quella, per lui, non guastava mai.

    «Dicevo, il mio posto. Sai, quello dove c'è il mio nome. Quella cosa chiamata prenotazione.»

    Dunque il bel Galanodel si spostò una ciocca ribelle con un fluido movimento della testa, provocando ammirazione, attrazione ed al tempo stesso invidia dalle donne presenti.
    Non fece tuttavia in tempo ad articolare una risposta sensata che sopraggiunse un buttafuori, che alla scena si era precipitato all'istante.

    -Problemi, signor Ambasciatore? Il ragazzo la sta importunando?

    Il bellissimo alzò lo sguardo aureo su di lui, con sguardo allegro e gioviale.
    E come non esserlo con tutti quei complimenti!

    -Assolutamente, è un ragazzo così grazioso!
    Ne facessero di più come lui,
    awwwwww ♥


    Cambiò infine posa, portandosi indietro e sbottonandosi la camicia.
    Aveva caldo.

    -Dice che il posto è occupato, ma dato che ormai siamo in due a rivaleggiare e c'è spazio per tutti, direi di risolvere la controversia sedendoci insieme a goderci lo spettacolo.

    Un luccichio inquietante balenò nel suo sguardo nell'osservare la zampa.

    -E dato che sei carino, ti offro pure da bere!

     
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  6. Hayato Gokudera
     
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    Non ricordava bene cosa ci fosse nel suo stomaco. Aveva pranzato qualche ora prima, robetta leggera, e bevuto parecchio. E tutto quello ribolliva, urticante, lasciando una sensazione di stomaco gonfio e rabbia furente che si espandeva in tutto il corpo.
    Non ci fece caso, ma le vene sui suoi polsi s'andavano gonfiando.
    Non ci fece caso, ma i muscoli del collo erano tirati, disegnando una forma grottesca, come cavi d'acciaio tesi e pronti e tagliare la carne che li conteneva.
    Non ci fece caso, ma la sua fronte era agrottata a disegnare tre rughe corrugate suprattutto tra i due sopraccigli.
    Se c'era l'essenza della rabbia, se fosse stato un concetto plausibile, ne era l'avatar, la rappresentazione infuocata in terra, tutto ciò che di più giusto potesse servire a rappresentarla.
    Poi un piccolo campanellino.
    Ambasciatore.
    Non ci arrivò subito. Prima rimase una voce in sottofondo, la chiamata di un bambino dal buio nel buio.
    Ambasciatore.
    Sapeva che doveva pensare qualcosa, ma non sapeva cosa. Un intero concetto fermo sulla punta della sua lingua.
    Ambasciatore...
    Niente.
    Un men che dignitosissimo silenzio aleggiava nei meantri della sua mente ottusa.
    DEVI CHIEDERGLI INFORMAZIONI, IDIOTA! PER LA BASE! È A LUI CHE PUOI CHIEDERE! È LA PERSONA CHE STAVAMO CERCANDO!
    ...
    Non serve gridare.
    Cazzo.
    E nonostante questo, non ci arrivò.
    Dio, cos'ho fatto di male per mettere al mondo un personaggio così imbecille?
    Fù un altro il pensiero che lo fece scattare, come un elastico. Che cambiò in un istante tutti i suoi pensieri, concentrandoli in un'unica allerta.
    Bevute gratis.
    Senza il tempo di pensare, senza il tempo di pianificare nulla, era già seduto accanto al tizio, con le braccia già allargate sul divanetto ed un sorriso assoluto rivolto verso il cameriere.
    «Allora, sentito cos'ha detto il mio carissimo amico? Un Manhattan, on the rocks. Rapido, bello!»
    Hayato, ti vendi più di una puttana.
    Silenzio.

     
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    Il cameriere guardò perplesso la scena, ma bastò uno sguardo rassicurante di Quarion a rimetterlo in riga; costui infatti gli fece un inchino, e sparì portando con sè le ordinazioni. Intanto la ballerina si era spogliata di ciò che la definiva infermiera, ma non di ciò che la rendeva donna, come se fosse stato possibile, poi.
    Eppure, gli occhi dell'Ambasciatore erano tutti per lui.

    -Ma dimmi, caro, da dove provieni esattamente?

    Sorseggiò la sua bevanda piano, gustandosela fino in fondo.

    -Un visino grazioso come il tuo l'avrei certamente visto da qualche altra parte, quindi immagino tu non sia delle mie parti.

    Una bella musica, luci soffuse, buona compagnia... cosa poteva chiedere di meglio? Si sentiva perfino più buono del solito quella sera, e tutto perchè aveva trovato un grazioso gentiluomo, molto diverso dai buzzurri con cui aveva a che fare giornalmente. Che poi non capiva come mai la gente fuggiva da lui, sebbene in molti lo adorassero letteralmente, Alfiere compreso. Vero era che infondo, il giudizio degli altri era lo specchio del suo credo; l'amore verso di lui o la paura di lui.
    Ma quel giovincello era diverso.
    Gli piaceva!

    -Ed in più giri solo soletto... hai almeno in posto dove andare a dormire?



     
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  8. Hayato Gokudera
     
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    Quell'infermiera carina carina
    aveva appena mostrato la patatina
    oh oh oh
    E su quelle tettine
    Scivolare come sulla neve
    trallallà


    Nella canzone che scorreva nella sua testa, le parole del suo nuovo migliore amico sembravano contorni, sottofondo di uno scenario molto più interessante ed irripetibile, sicuramente parole molto più comuni di una modella più gnocca di qualsiasi ragazza possiate mai avere che non si fa problemi a farvi vedere dove probabilmente si ma più probabilmente no l'hanno operata di appendicite scodellandovi in faccia la possibilità di liberarvi del vostro carico personale di feromoni dentro di lei o, al più tra le sue poppe.
    Gli rispose distrattamente.
    «Sto vagliando la possibilità di trasferirmi da queste parti. Sai dirmi qualcosa della zona del Garwek? Dicono che non sia il posto migliore per passarci una vacanza.»
    Tono azzerato, assorbito com'era dalla sculettante bellezza latina che gli ballava davanti. Uuuuuh, pelle più scura vicino al buco del culo.
    Eccitante.
    «Comunque si, mi ospita mamma Rain. Bel posto, anche se rifiuta sempre di allattarmi.»

     
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    L'infermiera non faceva altro che ballare... e fissare Quarion. E ballava e fissava Quarion, e si domandava perchè tutti, TUTTI gli occhi erano su di lei tranne che i suoi, completamente assorto sul volto del suo carissimo amico. Che fosse...? No, impossibile. Più dei tre quarti di tutte le ballerine che lavoravano in quel posto ci erano andate a letto, e quelle a cui non era successo era solo per mancanza di tempo dell'Ambasciatore, impegnatissimo nel suo lavoro. E allora perchè la disdegnava? Era forse brutta??? Certo, lui era obbiettivamente pià bello di lei, con quei capelli da fare invidia agli stessi angeli, quegli occhi d'oro preziosi e bellissimi, quel viso dalla pelle chiara e lucente... oh, il signor Galanodel era bellissimo! Magari a fine esibizione avrebbe potuto avvicinarlo... magari entrava anche lei fra le "elette"! Peccato che lui continuava a pensare solo al suo amichetto, sorridendo malizioso ed intenerendosi alle sue parole.

    No, un attimo...

    -♥ Oh-oh-oh! Ma che dolcino che sei! ♥

    Cinguettò tutto contento il Galanodel, facendogli una carezzina come se l'altro fosse un bimbetto coccoloso. E pensare che lui, "mamma Rain" l'aveva già incontrata, e di lei sapeva molto. Anche se avrebbe in effetti preferito approfondire la conoscenza più a fondo di così, anche se forse lui avrebbe fatto fatica a permetterglielo.
    Rain mascalzoncello!!! ♥

    -Beh, di sicuro, se hai intenzione di andare ad Est, è probabilmente il meno ospitale e sereno... si.

    Annuì l'ambasciatore, avvicinandosi piano piano ad Hayato.

    -Ma nei miei lunghi viaggi ho visto posti molto peggiori, quindi infondo dipende dai punti di vista suppongo.

    E poi si sarebbe avvicinato ancora, a pochi centimetri dal bel volto sbarbatello.
    Sorrideva innamorato estasiato, il bellissimo Quarion.

    -Ma lo sai che hai dei bei capelli?

     
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  10. Hayato Gokudera
     
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    Si, si, sculetta bbbbbbbbbbbbbbbbeiby!
    Se avessi avuto del pop corn in questo momento, uno la volta, uno lo mangerei e l'altro lo userei per provare a vedere come te la cavi con i colpi di pistola lì da dove meno ci se lo aspetterebbe.

    Smettila.
    Tutto divertente insomma, ma c'era solo un problema, quel tizio parlava. E non di roba che potesse interessargli, tipo... Garwek. Era un'occasione unica e quel tipo pensava solo ai suoi problemi di vista?
    Messo così vicino gli copriva la visuale.
    «Si, lo so. Se non ci vedi bene posso chiedere che ti facciano degli occhiali per parlare con la gente mettendola a fuoco anche da distanza umana.»
    Lo scostò col capo, piegandolo da un lato, cercando di seguire lo spettacolo.
    «Comunque, in che senso inospitale? C'è qualcosa di cui dovrei preoccuparmi?»
    Scivolò di una ventina di centimetri lungo la poltrona, così da allontanarsi un altro po' e vedere degnamente la magnificenza, la grandezza della natura.
    E di quelle poppe.

     
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    -Non sono cieco, è la tua bellezza che mi abbaglia ♥

    Rispose prontamente l'Ambasciatore, mentre la ballerina gli mandava occhiate maliziose che, al momento, lui non colse.

    -E comunque non hai da preoccuparti, semplicemente paragonandolo a Chedya, ad esempio, non credo vi sia paragone. Lì il tempo non è mai bello, e non si sente la musica rilassante che investe perpetuamente questa valle, rassicurando i nostri animi e dando loro giusto riposo.

    Sospirò, lanciando un bacio volante alla ballerina, che iniziò a ridacchiare tutta contenta.

    -Si, vero è che ci sono due città dove poter abitare senza problemi, ma una è tutta grigia e triste, piena di macchinari infernali e scienziati pazzi. Non a caso lì dimora anche un Saggio di Palanthas, Arthur, dove si dedica ai suoi esperimenti strani.

    Dunque si girò, guardando Hayato dolcemente.

    -E poi c'è l'altra, una sorta di paese dei balocchi, ma a quanto ho capito a breve sarà piena di Aviatori. So che la mia sorellina ha intenzione di dare lì casa ad alcuni suoi amichetti.

    Infine lo spettacolo cessò, e le luci sul palco si spensero.

    -E' un vero peccato che tu voglia andare lì.
    Se volevi avevo i giusti agganci per farti trasferire in un bel posticino sopra di me.


    Sorrise deliziato.

    -O anche sotto, infondo c'è sempre spazio.

     
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  12. Hayato Gokudera
     
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    C'era qualcosa in quella situazione, sapeva, che gli sfuggiva. Forse quel curioso pacco oltre il tanga della tipa vestita da studentessa che aveva appena sfilato via la sua gonnellina al tavolo accanto.
    Forse la palese erezione che compariva a quel tipo capelluto con cui stava parlando che sembrava più gonfia ogni volta che gli si avvicinava.
    O forse il barista che serviva da bere senza fare gli scontrini.
    ODDEI DEI CIELI!
    QUEL BARISTA NON FACEVA GLI SCONTRINI!
    Non poteva restare in un posto del genere, si sentiva sporco dentro. No, no, decisamente no.
    Aveva raccolto abbastanza informazioni, ora aveva fretta di abbandonare quel posto e dare un nuovo senso all'idea di "base segreta" esposta dal suo aracnocapoccia. Aveva il numero di telefono della tipa vestita da infermiera ed aveva il suo tampone vaginale, che avrebbe sottoposto a controllo presso Dino per essere sicuro che non avesse malattie e poter compiere il primitivo rito dell'accoppiamento spinto e violento con lei.
    Oppure, come al solito, Dino avrebbe assunto il suo aspetto per farlo al posto suo. Beh, capita.
    Sistemò la sua cravatta e si sollev, dando un ultimo sguardo allo stuolo di ragazze dispiaciute.
    «Tornerò presto, ragazze.»
    Poi al suo interlocutore.
    «È stato un piacere, ma l'ora è tarda.»
    E QUI NON FANNO I CAZZO DI SCONTRINI.
    «Ci saranno altre occasioni per rivederci. A presto!»
    Un leggero inchino che fece cadere sul suo viso i capelli grigi.
    Era tempo di andare via da lì, per chissà quanto tempo, prima di sistemare tutti i punti della sua personale lista di cose da fare.
    Un cenno alle ragazze.
    «A domaniiiiii!»

     
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    Rimase un attimo perplesso il bel Quarion, nel momento in cui il dolce Hayato si levò di scatto, sospettando avesse deciso di battere improvvisamente in ritirata come gran parte degli stranieri che avevano a che fare con lui.
    Ma questa volta fu diverso.

    «È stato un piacere, ma l'ora è tarda.
    Ci saranno altre occasioni per rivederci. A presto!
    »

    Ma... quindi non stava battendo in ritirata?
    Non stava fuggendo da qualche donnina allegra per dimostrare a sè stesso la propria virilità dopo una serata con lui?
    Oh, amore bellissimo!!!!!

    -Oui mon capitain ♪

    Quarion lo guardò con un sorriso larghissimo e colmo di gioia, annuendo al suo saluto con fare mesto e comprensivo.

    -A' demain!

    Infine bevve un ultimo bicchiere di alcolico.

     
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12 replies since 9/8/2011, 18:48   166 views
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