[Quest] Sunset Manor

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  1. Yoshikage Kira
     
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    Come tutte le storie, anche questa è iniziata per caso.
    Era una giornata di pioggia, di quelle grige e buie dove il Sole fatica a mostrarsi; e se ci riesce, il suo è un ben misero bottino: nient'altro che qualche raggio di luce che, fioca, sboccia qui o lì insensatamente.
    Era un giorno uggioso, di quelli che è bene restare chiusi in casa nel letto, magari dando piacere alle propria compagna... oppure chiusi in una bettola, per un motivo o per un'altro, sorseggiando quel genere di birra a basso costo e di altrettanto bassa qualità.

    Il caso stuzzicò l'aere come un bisbiglio.
    C'erano tre uomini, facce brutte, visi da briganti, e vestiti macchiati sangue ormai scuro e vecchio; stavano tutt'intorno a un tavolo, ogni tanto bevevano, più spesso bestemmiavano. Si lamentavano molto, più bevevano e più inveivano. C'erano solo loro, il locandiere, qualche cameriera dagli occhi spenti, che ad ogni tavolo cui si avvicinano credono d'avere una mano infilata su per le gambe, e... i protagonisti della storia.

    Senza saperlo, e peggio ancora senza volerlo, furono protagonisti di una furibonda lite fra i tre malviventi. Di cui uno, all'apice del dolore, allorquando fu infilzato da un coltellaccio, gridò a gran voce che preferiva vivere piuttosto che andare alla Villa. Ma ciò che stuzzicò tutti, o almeno quei pochi così astuti da porgere orecchio, fu l'urlo successivo dell'altro. Difatti, quello che teneva in mano l'arma affilata, rispose iracondo: " Non ti alletta il tesoro, codardo? " . Avrebbe taciuto subito dopo, e preda dei fumi dell'alcol, credette d'aver parlato abbastanza a bassa voce da non dover temere niente. E anche se qualcuno avesse sentito, in fondo mai avrebbero saputo ciò che lui, forse scioccamente, s'era fatto scappare da bocca.

    Villa. Tesoro. Due parole più che sufficienti a solleticare lo spirito degli avidi d'oro o di chi ha sete di un'avventura. E quei tre briganti, uno aveva un buco nel polmone destro... Aveva i minuti contati. E loro non potevano permetterselo... Avevano bisogno di un terzo uomo!



    Angolo del QM
      Bene, la flama enterprice è felice di accogliervi nella quest Sunset Manor^^
      Per prima cosa, quando avrò bisogno di specificare utente x utente userò specchietti appositi: saprete sempre, quindi, cosa comporterà una vostra scelta.
      Sì, avete capito bene. A me piace costruisce le quest creando situazioni di "scelta = conseguenza". Con la differenza che vado matto per i colpi di scena XD

      Dunque, tornando a noi. Di solito evito d'essere autoconclusivo ma, in alcune occasioni, lo sarò. Ciò accadrà sia per trama che, eventualmente, se uno di voi dovesse sforare il limite massimo per postare. Detto questo, passiamo alle specifiche della quest^^

      Angolo del QM - Generico
        I vostri personaggi si ritrovano, in un modo o nell'altro - avete carta bianca - nella Locanda (evitate soltanto cose come "passavo di lì"). Il maltempo vi costringe comunque a rimanere nella Locanda, dove i tre banditi finiscono con lo scannarsi. Sentite chiaramente le parole "villa e tesoro" (se uno dei vostri pg è originario di questo presidio, ha facoltà di conoscere già la diceria della Villa di Fanedell dove giace il tesoro).
        A questo punto, potete: 1) approfittare della morte ormai prossima di uno dei banditi, offrendovi come pseudo-mercenari (se avete passive di malia, usatele a profusione); 2) pedinare i banditi di nascosto, così da soffiargli il tesoro da sotto al naso; 3) non appena i banditi abbandoneranno il compagno in fin di vita, c'è la possibilità che questi vi dica dove si trova la Villa.

        Tre vie per tre di voi. Non vi è ordine di postaggio, per ora, ma sappiate che se uno di voi sceglie di fare il mercenario, agli altri toccherà il pedinamento oppure l'interrogatorio al moribondo. Dunque "chi primo arriva, meglio alloggia"^^

        La scadenza ultima per postare è fissata al 04 Settembre =)
        Buon divertimento!
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    stemmahylian
    Una Villa Misteriosa
    Rainy Day

    Narrato
    "Pensato"
    «Parlato di Richard»



    Una Locanda, da qualche parte nel Presidio Est.

    La pioggia cade nello stesso modo sul giusto e sul malvagio; e per nessuno non esiste un perché.
    Questo diceva William Somerset Maugham. E nessuno riusciva a dargli torto.
    Il manto della notte avvolse lentamente la città, incurante del sole che, fino ad un attimo prima, aveva illuminato il sentiero dei viaggiatori. Eppure, persino i suoi raggi vennero presto oscurati dalle nubi. E poi... pioggia. Una pioggia tranquilla, il cui scrosciante canto era appena sufficiente ad ovattare gli ormai lontani suoni del paese.
    Per la strada principale, rumore di passi. Passi placidi, che penetrano rumorosamente nella fanghiglia per poi abbandonarla senza rimpianto.
    Un uomo stava vagando per le vie di quel luogo con una certa calma, incurante di tutta quell'acqua che ne impregnava il mantello passo dopo passo.
    Un bagliore lacerò improvvisamente le tenebre di quella notte precoce, illuminando per un breve attimo il volto segnato di quel giovane uomo, mostrando solo per pochi attimi un sorriso divertito. In fine, il tuono.

    Richard S. LeRoy appariva un giovane come tanti, e come tanti altri "naufraghi" viaggiava avvolto in un superfluo mantello, nascondendo alla vista cose che, in quel semipiano che era l'Endlos, risultava futile nascondere. Eppure, proprio come tutti, aveva poco a cuore la pubblica opinione, ed agiva d'istinto conservando ed onorando le vecchie abitudini, che a modo loro lo rendevano la persona che era. Un tipo inusuale tra gli inusuali, una persona che non puoi avere la presunzione di conoscere, ma che devi scoprire poco per volta.
    E Richard, in effetti, a differenza di molti sorprese ne aveva parecchie da riservare, dai cliché alle peculiarità sue proprie. Un po' come quel lungo mantello rosso che lo avvolgeva tutto, nascondendone tanto il corpo che il volto, oppure il fatto che adorasse la pioggia.
    Il crescente peso del mantello non era ostacolo al placido ascolto del melodioso canto che l'acqua gli rivolgeva, e la sua gelida carezza altro non poteva che risvegliare caldi ricordi, ormai sempre più lontani, ma forse per questo sempre più preziosi.

    Non fu in cerca di riparo che quel giovane entrò proprio in quella taverna. Quando i lumi irraggiarono il suo volto non trovarono quel sorriso divertito, ma solo l'espressione assente dell'ennesimo viaggiatore in cerca di ristoro.
    Passi pesanti, i suoi, densi dell'acqua che aveva assorbito, e che ora stava rilasciando in una lunga scia man mano che s'approssimava al bancone.
    Si guardava attorno setacciando meticolosamente il locale, scrutando ogni angolo con cura alla ricerca di qualcosa o qualcuno, ma nulla sembrò attirare la sua attenzione. I suoi occhi passarono su ogni presente con superficialità disarmante, senza sostare su nessuno.
    Eventualmente, si accomodò su di uno sgabello al bancone, sospirando sconfitto.

    «Una birra.» chiamò.

    E poi attese pazientemente di venir servito, pronto a far propria l'attenzione del taverniere con una domanda. "Sto cercando un tipo che si fa chiamare Vince. E' uno smilzo ubriacone che dopo qualche boccale ha la parlantina facile. Sapete dirmi se si è visto in città, o se è venuto a bere qui?"
    Era quello, infatti, il motivo della sua deviazione presso quella locanda. A dirla tutta non aveva la più pallida idea di dove si trovasse, era a stento cosciente di trovarsi nel Presidio Est, e tutto ciò che si limitava a fare era seguire le nubi di pioggia, addentrandosi in ogni locanda che incrociava sul percorso.
    Questa, per altro, era una di quelle che meno gli piacevano. Non per via degli arredi, ma per il clima. Tutti sembravano essere soggiogati dalla vita e dal suo peso, persino il proprietario - che poco ma sicuro con quell'atteggiamento mogio prima o poi avrebbe perso tutti i suoi clienti - e le cameriere, che a giudicare dal modo di fare sembravano aspettarsi di venir seviziate da qualsiasi cliente e, cosa ben più grave, non sembravano nemmeno intenzionate a resistere. A concludere il quadretto, un trio di avventori particolarmente molesto. Un posto in cui non sarebbe di certo tornato.
    Quindi, in effetti, sì: fu il caso a farlo apparire proprio lì proprio quel giorno. Anche se a lui piaceva pensare che ogni cosa che accadeva era influenzata dalle trame del Flusso.
    Del resto, le vecchie religioni sono dure a morire, e poi era più romantico pensare che "qualcuno" gli suggerisse cosa fare. Così poteva dare a lui la colpa di tutto ciò che accadeva.
    ...un po' come Vince.
    Era colpa di quel santo se erano in viaggio per oscuri motivi, ed era sacrosantissima colpa sua se si erano separati, e ora lui per cercarlo era finito invischiato in quel che era finito invischiato.
    Perché sì, quell'individuo tanto riservato, che persino al chiuso preferiva tenersi ben avvolto in un mantello umido e pesante e che studiava l'ambiente con circospetta indifferenza, non riuscì a mantenersi in disparte, a guardare ciò che stava succedendo senza interferire.

    «Sia gentile, potrebbe darmi del disinfettante, o quantomeno un po' d'alcol? E poi c'è una specie di ospedale, o almeno un dottore, da queste parti...?» chiese con calma al taverniere, dopo che i malviventi s'acquietarono.

    Uno stupido sentimentalista...? No, probabilmente non era la definizione adeguata di quella persona. Alla fine, era solo un idiota che non riusciva a rimanere indifferente all'agonia dei delinquenti. Fondamentalmente, il motivo per cui voleva bene a Vince, si trovò a considerare.

    «Qualcuno mi vuole aiutare con quel ferito?» domandò ad alta voce a tutti gli avventori del locale, mentre si incamminava verso l'uomo con un buco sanguinante nel petto.

    Poteva essere salvato. Lui lo sapeva. Se quel tipo non soffriva di destrocardia, un intervento sufficiente poteva salvarlo.
    E forse, se non avessero provato ad attaccarlo, anche gli altri due delinquenti non sarebbero morti.
    They're call.


    » Richard S. LeRoy: Djin [Tecnocrate] (Basso: 5% | Medio: 10% | Alto: 20% | Critico: 40%)
    » Fisico: Illeso.
    » Mana: 100%

    » Abilità Passive

    Essenza del Djin del Tuono | Essendo composto di fulmini, ed essendo ovviamente padrone del proprio corpo, Richard può mutare il proprio aspetto a piacimento. Salvo per ritornare alla propria forma originale, questo potere non può comunque essere utilizzato in battaglia (egli sarà comunque in grado di mutare il proprio aspetto, ma ogni mutazione che comporterebbe qual si voglia vantaggio non concordato dai partecipanti non è consentita).
    Anche l'uso in Quest risulta limitato: salvo autorizzazione del Master, Richard non può fruire di quest'abilità per avvantaggiarsi durante la missione.


    » Equipaggiamento

    Cornamusa da Battaglia "Jaggi" | Sitratta a tutti gli effetti di una vera e propria cornamusa, anche se decisamente peculiare. E' concepita e realizzata per essere usata al pari di un martello da guerra, per questo presenta un lungo manico ed una "faccia" da impatto piuttosto grande. Tuttavia presenta alcune delle caratteristiche chiave delle cornamuse, e tali componenti a dispetto dell'apparenza non sono fragili. Non Impugnata.
    Banana da Battaglia | Una Banana. Una GRANDE Banana. Dalla lunghezza di 150 cm, dalla consistenza e dal sapore di una banana quasi matura (di quelle con la buccia ancora un po' verde), viene utilizzata da Richard in battaglia. Non importa quanti danni la banana subisca, non marcirà mai ed alla fine della battaglia tornerà in perfetto stato. Non impugnata.
    Farina di Mais | 10 sacchetti contenenti un kg di farina l'uno. Sembrano inutili, ma... Richard ha un uso anche per questi.
    Rupie d'Argento | Un borsello ben farcito di Rupie d'Argento, una delle monete del regno di Hyrule. Come è giusto che sia, Richard ha un buon uso anche per delle monete.
    Vermilion | Si tratta di un ciondolo di una certa importanza, per Richard. Probabilmente è l'unico oggetto che non ha un uso diretto in battaglia, ma questo monile gli scalda il cuore. Gli è molto caro.
     
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  3. Zimmer
     
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    "Non stringete mai la mano a un Boggart.
    E probabile che nel frattempo, il Boggart stia già stringendo il vostro portafogli."





    fHqrG




    La notte era calata repentina sulla piccola carovana, che di ritorno da un intensa giornata di compravendita non chiedeva altro che potersi riposare in pace, almeno quella notte.
    Viaggiavano ormai da una settimana, di ritorno dall'ultima “caccia”. Caccia che li aveva portati così lontano da casa, in un ambiente che era tutto l'opposto a quello cui erano ormai abituati. Era stato un sollievo per tutti e tre i membri del gruppo lasciare quelle montagne innevate e, anche se non lo a avrebbero mai ammesso, il deserto del Sud mancava un po a tutti.

    Ma Zimmer era un Boggart, e i Boggart vanno dove vanno i soldi. E che male c'era se, sulla via del ritorno, deviavano appena in percorso, conoscendo nuove terre e, sopratutto, nuovi polli da spennare?

    La pioggia li colse impreparati. Sicuramente qualcuno disse qualcosa di poetico e profondo su quelle simpatiche gocce d'acqua che imperlavano il cielo.
    Zimmer disse solo tante, tante bestemmie.
    Talmente tante che, al suo passaggio, le campane di una chiesa suonarono a lutto: evidentemente il parroco era appena morto.

    Le imprecazioni (che coinvolgevano un numero non meglio definibile di divinità, santi e patroni) seguitarono per tutta la serata, almeno fino a quando il buon 23 non intravide, in tutto quel buio, le luci di una locanda: porto franco dei viaggiatori.
    ”Capo, potremmo fermarci qui per la notte e ripartire domani. La portantina va riparata, piove dentro ormai.”

    Fermarsi in quella locanda voleva dire ritardare ulteriormente il loro viaggio, ma la strada ormai fangosa rendeva faticoso per il povero oliphant continuare ad avanzare. Senza contare che era stufo marcio di quella pioggia.

    E così si fermarono. L'animale, per forza di cose, restò fuori. In fondo a lui l'acqua non dispiaceva, l'importante era potersi riposare. Stoicamente si accucciò accanto all'edificio, attendendo pazientemente che lo schiavo lo liberasse del fardello della portantina.
    Nel mentre, il Boggart faceva il suo ingresso nella taverna.

    ”Chi me deve uccidere per un po di ALCOL?”

    Sicuramente un coso rosso, cornuto e alto quanto uno sgabello non passava inosservato all'interno di una taverna. Figurarsi se gridava come un ossesso fin dal primo passo dentro la stanza.

    Con estrema noncuranza, il rossiccio si accomodò al bancone, prendendo al volo quello che gli veniva offerto: un boccale di birra pieno fino all'orlo. Ne seguì un poderoso rutto.

    Il mercante si sporge appena sul bancone, cercando di attirare l'attenzione dell'oste per chiedergli quanto costasse prendere una camera e cosa si dovesse fare per annullare quel costo, quando tre tra i più rispettabili signori che lui avesse mai visto si alzano e iniziano a discutere animatamente.
    Il radar interno del piccolo mercante lo avverte che qualcuno ha menzionato la parola “tesoro”.

    Le pupille dei suoi occhi si rimpiccioliscono quasi a scomparire, mentre Zimmer perde interesse nella birra, nella camera e che dio ci aiuti, perfino del fatto che fuori pioveva e che fino a un secondo prima avrebbe venduto suo madre piuttosto che uscire di nuovo.

    Il che era difficile, visto che sua madre, come ogni matrona Boggart, era un ammasso di carne rosata grossa quanto un treno merci in ritardo di tre ore.

    Uno dei simpatici tizi finì accoltellato per terra, e questo aprì la strada al simpatico molliccio, che abbandonato il suo posto a sedere superò un paio di tavoli e scavalcò con mala grazia il corpo morente del poveretto, raggiungendo così i due.

    ” Salve si? Io ha forse bene inteso che a voi serve aiuto?” domandò, saltando su una sedia e scostando la veste in pelle, mettendo bene in mostra la propria pistola, tanto per far capire che non era un tipo rosso e basso.

    ”Io può dare voi mezzo di trasporto, oltre che due braccia forti e vogliose di lavoro. Voi interessa si?” era da intendere che il povero 23 era appena stato assunto, ovviamente a sua insaputa. Era comodo avere uno schiavo e un elefante da viaggio a portata di mano, certe volte.

    Qualcuno gridò aiuto, forse qualche buon samaritano che pensava di salvare il povero bucato che Zimmer aveva scavalcato poco prima.

    ”O forse voi vuole lavorare ancora con amico vostro si? Me è sicuro che quel buco in polmone si richiude presto si.” concluse, ovviamente ironico.


    Stato fisico: Incollume.
    Stato psichico: La parola “tesoro” lo ha acceso come poco altro.
    Energia: 100%
    Equip:
    Il Guanto
    Un piccolo regalino preso in prestito dai suoi fratellini giù nei cunicoli, questo guanto è l'apice della tecnologia dei Boggart. Una delle poche invenzioni che durante il collaudo ha fatto esplodere solo un paio di cunicoli, di cui il secondo solo per la presenza di materiale improprio.

    Il guanto fa convergere le linee cinetiche della materia attorno all'utilizzatore creando uno scudo traslucido che lo scherma da un possibile attacco frontale. Un espediente molto utile per sbalordire gli indigeni e vendergli delle bussole rotte, ma anche per potersi proteggere dalle loro pistole dopo che questi ultimi hanno scoperto che le bussole segnano una il nord, l'altra gli alberi e un altra il sole.
    Particolarmente efficace contro tecniche a distanza, pressoché inutile negli attacchi corpo a corpo.
    Costo variabile

    La Maverik
    La "Maverik" è il più grande successo del Boggart dopo la bussola fluorescente e la lancia senza punta per bambini: una pistola perfettamente funzionante!
    Gli ci sono voluti tre anni per riuscire a sparare un singolo colpo senza che il prototipo gli esplodesse in mano e altri quattro per colpire il bersaglio davanti al mirino e non il passante vestito di giallo che passava accanto a lui durante l'esperimento.
    Poveraccio.
    Comunque: alla fine ci è riuscito! La pistola spara, e anche piuttosto bene. I proiettili vengono sparati da una carica a gas che può essere ricaricata dall'apposita pompetta posta sotto la canna, mentre i proiettili stessi possono essere facilmente riciclati dal Boggart stesso.
    La pistola può portare nel tamburo fino a sei colpi calibro 38.

    23 (companion)
    Ho già detto che Zimmer era un abile mercante vero?
    Bhe ho mentito.
    Ogni tanto prende delle cantonate gigantesche. Come quella volta che ha venduto una bussola fluorescente in cambio di 23.
    Si, 23, quel inutile ammasso di pelle e ossi che lo segue trotterellando come un pulcioso.
    23 perchè, da che mondo è mondo, gli schiavi non hanno diritto a un nome... ma non possiamo mica dire "we, coso, portami l'acqua!" ... pertanto Zimm, siccome era il 23 acquisto che faceva quel giorno, ha iniziato a chiamarlo così.
    23
    Non si sa da dove sia saltato fuori, nemmeno quanti anni abbia.
    Non molti, a giudicare dalla statura di poco superiore a quella del Boggart... ma abbastanza da portargli la mercanzia. E poi cè sempre il rischio di rimanere bloccati da qualche parte, senza cibo ne acqua, no?
    Dicono che gli umani siano tanto teneri quanto inutili.

    Comunque, 23 arriva si e no al metro e venti, viene costantemente rasato per motivi di igiene e parla ogni tanto in vece del suo padrone. Non ha molta coscienza di se, ma sembra quasi intenzionato a non voler mollare il proprio padrone.
    Almeno quello bisogna riconoscerglielo.
    Il fisico è quello di un ragazzino umano medio, segnato ovviamente dalle intemperie ovvie della sua situazione, e solitamente veste con qualche straccio dai colori improponibili. Non deve mica andare a una festa di gala dei cunicoli, vero? Anche perché le feste dei cunicoli si svolgono, spesso e volentieri, a pubblico nudo.

    Oliphant (companion)
    Avete presente quei grossi, mastodontici, giganteschi elefanti che da soli potrebbero schiacciare una città senza nemmeno rendersene conto? Ecco, era un animale del genere che il caro Boggart andava cercando, per poter agevolare i suoi simpatici affari.

    Vi ho già fatto notare quanto fosse abile negli affari no?

    Zimmer è riuscito a comprare l'unico Oliphant nano esistente nell'universo. Quando a capito che non sarebbe cresciuto con il tempo, le sue imprecazioni si sentirono a distanza di continenti, seguite a ruota dalle grasse risate del venditore di Oliphant di piazza foglia, rinomato animalista.

    Nonostante la frustrazione del Boggart, possiamo comunque dire che l'aggettivo "nano" poco si addice alle fattezze del barripede che misura i sei metri e mezzo di lunghezza e i tre di altezza, pesando non meno di tre tonnellate. Ne più ne meno di un elefante convenzionale, ma che date le scarse dimensioni del suo padrone, più che soddisfacente.

    La particolarità di questo animale sono senza dubbio le zanne, due paia di simpatico avorio che spuntano come dei dentoni dalla bocca di questa tenera creatura. Il capo e la parte superiore della proboscide sono stati dipinti di rosso, come tradizione vuole, e sulla schiena è stata montata una grossa impalcatura che permette di caricarci sopra una grossa quantità di carabattole, le stesse che un giorno il Boggart riuscirà a vendere.






     
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  4. Dracace
     
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    Quando un mesetto prima aveva, con un radioso sorriso sul volto, annunciato agli eversori i suoi piani, la cosa non era sembrata poi così impossibile. Oltretutto, accumulare delle ricchezze per l’autofinanziamento è un concetto abbastanza semplice da comprendere. In seguito la faccenda era apparsa un po’ più impegnativa del previsto. Non tanto per la mancanza di bottini, siccome il semipiano pullula letteralmente di opportunità simili. Più per il fatto che, a quanto pare, la stragrande maggioranza dei figli di cagne che ne affollano le distese non fanno altro che scannarsi a vicenda nel tentativo di accaparrarseli. Comportamento non troppo insolito per un abitante di Merovish. Anche se questo non lo rende meno fastidioso.

    Comunque sia, una volta sguinzagliate le fedeli canaglie, a propria volta il non morto si incammina verso l’ignoto, pronto a racimolare ogni singola monete sulla quale riesce a mettere gli occhi. Dopo svariati tentativi, alcuni fiaschi e un discreto numero di successi, il prode acrobata raggiunge per la seconda volta nella sua non vita le radiosi vallate Fanedell. Sempre che si riesca a trovare uno capace di definire radioso una smisurata distesa di erba, resa incredibilmente fangosa dalla stramaledetta pioggia che, come in questo caso, scende giù da Garwec.

    Garwec. Basta il nome per far riaffiorare nell’antica mente dell’evocatore i ricordi del duro allenamento perseguito sull’altopiano della tempesta e dell’inusuale incontro che ne è scaturito. Chissà come se la passa il conte in quello stesso momento?

    E cosa vuoi che me ne importi ora di come sta un vampiro effeminato che se ne va in giro con tanto di cilindro? Che ne dici piuttosto di pensare a qualcosa di un cicinino più correlato alla nostra situazione? Come, non so … Il fatto che sto sprofondando fino al ginocchio in questa dannata melma? O magari puoi dirmi il motivo per cui tu, reggente della corporazione (come ami tanto definirti!) devi andare a sgobbare come uno scagnozzo qualsiasi. A, non dirmelo, il buon esempio, vero? Bhe, lo sai dove te lo puoi ficcare il tuo caro buon esempio, professore?

    Il vecchio lascia sfogare la seconda personalità del cadaverico corpo. Uno non può mica aspirare all’immortalità con l’aspettativa di passarla a discutere con un immaturo ladruncolo di strada. Poi un particolare attira l’occhio attento, mettendo in funzione quella sua mente mai stanca di congetture e ragionamenti. Non è tanto la locanda in sé a stupirlo, posti di un simile squallore ne esistono a decine nella sola capitale del Sud. É un simpatico elefante a incuriosirlo, un gigantesco esemplare accanto al quale fa bella mostra di sé uno schiavetto scheletrico e sotto peso. Impossibile non riconoscere il barripede e lo sfortunato 23, proprietà del miglior truffatore nonché venditore mai conosciuto dall’uomo. E dove si trovano loro, non può certo mancare il burbero boggart.

    Affrettando il passo, si fionda all’interno del locale, rischiando per poco di prendere a spallate la porta, anziché aprirla. Ora, per quanto un trapassato in piena decomposizione possa convogliare le attenzioni delle più annoiate platee, in quella specifica occasione un altro spettacolo eclissa l’impetuosa entrata. Proprio in quel momento tre ubriaconi si alzano e iniziano a battibeccare animatamente a proposito di un tesoro nascosto in una qualche villa. Poi uno finisce accoltellato e nuovamente la calma si impossessa del locale. Al rossiccio, che come gli altri presenti non ha notato l’arrivo del suo datore di lavoro, basta un istante, letteralmente un battito di ciglia, per abbandonare il bancone e precipitarsi verso i due superstiti alcolizzati. Sempre pronto a tutto per fare cassa, il solito molliccio. Se lasciata nelle sue esperte mani, la cosa non può che concludersi con la felice facciona tuberosa che si allontana dai due temporanei colleghi, ancora confusi su come e quando il tesoro gli sia stato preso da sotto il naso. A preoccuparlo è invece il comportamento di un altro cliente del locandiere. Un misterioso viandante, avvolto in un lungo manto rosso, che sembra interessato alle sorti del moribondo. Se l’uomo non muore e viene salvato, la riconoscenza potrebbe spingerlo a raccontare qualcosa al proprio salvatore sul suddetto tesoro, ostacolando in qualche modo i piani del mercante. Meglio intromettersi ora, stroncare il problema sul nascere e porre fine alle sofferenze dello sfortunato.

    Già, ma come far notare al boggart la propria presenza? Quello quando fiuta l’odore dell’oro diventa cieco, sordo e impermeabile a qualsiasi altra cosa. Bhe, tanto vale far parlare il ragazzo e sperare che la nota voce riesca a raggiungere le orecchie del compagno.
    Già, e come al solito io devo pedestremente obbedire a ogni tuo ordine.
    Brontola un poco il giovane, un silenzioso lamento interiore che nessun’altro, oltre a Raem, percepisce.

    Sconfitto ancora una volta sul fronte della supremazia, Veret si dirige a passo sicuro verso il premuroso sconosciuto, rispondendo alle sue richieste di aiuto.

    Ci penso io, amico! Posso fare pressione sulla ferita mentre tu cerchi delle bende o qualcosa di appropriato per tamponarla.
    La frase è detta con fare concitato, per dare un minimo di spiegazione al tono particolarmente alto utilizzato. Ciò detto, cerca di chinarsi frettolosamente sul morituro, le mani putride pronte a infettare la ferita. Dopotutto, non c’è miglior biglietto per l’inferno di dieci dita ben mangiucchiate dai vermi che rovistano nelle tue interiora.
     
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  5. Yoshikage Kira
     
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    Zimmer
      Diavolo d'un Boggart. Il suo fiuto per gli affari, e ancor più per l'oro, era la spinta evolutiva di una razza che, da sola, poteva crear da zero un impero industriale, costruito sulla vendita fraudolenta di cianfrusaglie di nessun valore. Era proprio questa spinta che lo mosse, facendolo avvicinare a quel duo di briganti più mezzi ubriachi che mezzi senzienti. Se non fossero stati imbevuti d'alcol fino ai capelli, avrebbero accettato l'offerta di Zimmer come una manna dal cielo; in questo caso, si limitarono a ridere come due cretini, senza tralasciare commenti come "pollo" o "ricordiamoci d'ammazzarlo, dopo". Due geni, insomma.
      Quel genere di persone senza cervello cui un Boggart può trarre profitti fino a scoppiare!

      Insomma, Zimmer, adesso divenuto parte dei Briganti, non doveva far altro che convincerli a far presto; a lasciare il locale prima che altre orecchie indiscrete, osassero anche solo origliare. E se avesse tentato, il mercante fraudolento avrebbe scoperto che, per far muovere quei due malvimenti, non era necessaria nemmeno una passiva di malia.
      Ah l'alcol, la fonte e la soluzione a tutti i problemi della vita!
    Funambolo dei cieli
      Che Zimmer provasse a convincere i malviventi a darsi una mossa oppure no, il Funambolo poté astutamente intingere le dita nelle ferite del moribondo. Ma quest'ultimo, che tanto tempo per vivere più non aveva, sarebbe morto comunque; la sua dipartita avrebbe agevolato il Boggart senza dubbio, frenando chiunque altro dalla caccia al tesoro che, se portata a successo, darà alla Gilda degli Eversori così tanti fondi da comprarsi due o tre presidi assieme.

      Il Funambolo non doveva far altro, quindi, che appizzare le orecchie e star sull'attenti. Seguendo le tracce del Boggart, avrebbe potuto in un secondo momento affiancarlo - togliere da mezzo i malviventi e arraffare il tesoro, poteva essere un piano degno di questo nome. Oppure, se ne avesse avuto desiderio, poteva nascondersi a bordo della portantina dell'Elefante... nella speranza che il trio usasse il grosso mammifero per muoversi nei boschi silvani.
    Richard
      Ahimè, quant'è triste e maligno il mondo.
      Richard avrebbe visto il malcapitato morire sotto ai suoi occhi, ma non perché l'altro, giuntogli in aiuto, aveva le dita sporche. Era semplicemente destinato a perire, ma non prima d'aver voluto affidare al suo soccorritore quanto di più prezioso aveva con sé. Avrebbe fatto scivolare dalla tasca una borraccia d'argento, di quelle che si usano per portar con sé liquori e quant'altro. Avrebbe invitato il giovane al suo fianco a prenderla, approfittando che il Funambolo e Zimmer fossero troppo distratti per farvi caso.

      L'oggetto, che sembrava nient'altro che un ricordo, o un memento alla triste sorte del defunto, conteneva in sé un piccolo scompartimento. Se Richard avesse raccolto l'oggetto si sarebbe accorto di questo particolare soltanto dopo, rigirandolo fra le dita e analizzandolo con attenzione.
    Angolo QM
      Per prima cosa, ecco la turnazione e un sunto di cosa è accaduto:

      Zimmer: hai una fortuna sfacciata, i due tizi sono troppo ubriachi per capire la tua utilità alla loro causa; e sono talmente rincretiniti che si fanno scappare cose come "dopo ammazziamolo". Ovviamente, non potevi aspettarti dell'altro da due zotici.
      Dato che i due bandini sono ubriachi, se li convici a uscire subito alla ricera del tesoro... loro ti seguiranno. Quindi hai facoltà di muoverli autoconclusivamente: ti chiedo soltanto, in caso, di terminare il post facendo uscire il boggart e il duo dal locale. A quel punto, a te scegliere se fartela a piedi o sull'elefante.

      Funambolo: Riesci a infettare la vittima, ma tu non sai che era comunque destinata a morire, quindi il fatto che sia crepata ti fa solo supporre che la tua azione si andata a buon fine.
      Avendo tu scelto di seguire il Trio, la tua priorità è: non perderli di vista. Le tue azioni, almeno per questa parte, devono conformarsi a quelle di Zimmer. Se lui esce, tu esci. Se lui resta, tu resti. Hai però piena facoltà di decidere se precederli a piedi (magari favorito da passive di sorta) o di nasconderti sulla portatina dell'elefante, qualora Boffart ne faccia utilizzo (usa un baule, un sacco, quel che ti pare!).

      Richard: il tizio doveva morire, e te ne accorgerai anche da solo. Il fatto che ti lascia quella borraccia d'argento è ovviamente fonte d'interpretazione per te (ovvero, ragisci in base al tuo carattere). Nessuno si accorgerà che lui te l'ha data, per tanto se decidi di raccoglierla resti a giocherellarci seduto al bancone... per scoprire che ha uno scompartimento. Che cosa contiene, te lo dirò io^^

      Signori, avete tempo fino a giorno 06 Settembre =)










     
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  6. Zimmer
     
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    Il simpatico ex trio, ora duo, si espresse con solarità ed allegria alla proposta del Boggart, probabilmente prendendolo per uno stupido. O per un sottovaso. L'intelletto dei due, purtroppo o per fortuna di Zimmer, non escludeva nessuna delle due ipotesi. Molto stoicamente il molliccio sorrise, allegro, ridacchiando.
    ”Si certo, ma prima che voi due mi uccidiate avrò premura di rimuovermi entrambi i testicoli e darli da mangiare al mio barripede.” esclamò, con un allegria fuori dal comune. Ovviamente la precedente frase fu espressa nell'arcaico linguaggio dei $a$$i, l'arcaica lingua Boggart. Dall'esterno suonò più o meno come un lungo rutto prolungato.

    L'allegria espressa comunque in quel suono pregno di significato fece ridere ancora di più i due ubriachi, che tornarono ad osservarlo, ridacchiando. L'attenzione generale si spostò poi sull'ex moribondo, ormai trapassato.
    Al suo capezzale, chino come un angelo della morte c'era niente popò di meno che il suo capo.
    Zimmer si incurvò appena, bestemmiando a mezza voce. Facciamo anche un quarto va.

    Sperava di potersi tenere per se quel bel tesoro che aveva tutta l'intenzione di recuperare e sottrarre ai due poveracci, ma ora che il capo lo aveva visto (e molto probabilmente aveva anche intuito cosa stavano facendo li) il tesoro andava condiviso.
    Altra bestemmia.
    D'altronde quell'accordo che aveva stretto con lui, tempo fa, lo obbligava ad agire così, in modo da poter usufruire dei vantaggi che il loro gruppo offriva.

    Ne era un valido esempio la cassa piena di diamanti che era chiusa in uno scomparto segreto della portantina.

    ”Se gentili padroni vuole seguire me, me porta a veicolo. Poi noi procede si?” commenta, piattamente, dirigendosi verso l'uscita. Fa qualche passo, poi si gira nuovamente verso i due, che ancora tentennano.
    ”Me ha la migliore birra di Endlos su oliphant!” esclama, sfoggiando un sorriso a (numero da definire) denti. Ecco la parola magica.
    Chiunque altro si sarebbe domandato se era sensato seguire due ubriaconi che vilantavano un tesoro.

    Uscendo dalla taverna, il Boggart passò con noncuranza accanto al datore di lavoro, lanciandogli un occhiata eloquente. Le occhiate dei Boggart sono famose. Si scriverebbero interi poemi su queste occhiate, se solo qualcuno si prendesse la briga di farlo.

    Stava quasi per allungare la mano artigliata verso la porta, quando questa si aprì da sola e sull'uscio comparve niente popò di meno che 23, lo schiavo umano del Boggart.
    ”Hu capo. Ho appena finito si scaricare tutta la roba dall'oliphant, compresa la portantina. Hai già preso una camera?” domandò, facendo poi volgere un occhiata interrogativa ai due che seguivano il proprio padrone.

    ”Perchè tu fa sempre stupidaggini? Noi deve partire! Riimballa tutto, subito!”

    Il povero schiavo si guardò attorno, spaesatissimo.
    ”Ma... hai detto tu di... e poi piove... ed è notte, dove vuoi andare?” chiese, titubante.

    ”Stupido di uno schiavo! Forse tu è sordo? Muovi quel tuo culo ossuto o giuro che me ci fa nuovo set di posate!” esclamò il rossiccio, avvicinandosi minaccioso.
    ”Tu lascia aperto serbatoio acqua.. tanto noi no ha bisogno. Tu no domanda, noi fa lavoro per bene ok?” borbottò, con molto più bassa. Lo schiavo annuì e il gruppetto finalmente uscì dalla taverna.

    Ci volle quasi una ventina di minuti prima che la portantina fosse nuovamente montata e attrezzata sul dorso dell'oliphant. Questi, per nulla dispiaciuto di ricominciare il viaggio, guardava con relativo sospetto i due ubriachi che si divertivano a dargli dei buffetti sulla proboscide.

    Tutte le casse (ovviamente sigillate, visti gli ospiti) erano state sistemate nuovamente nel sottofondo in legno, in modo da dare spazio ai tre di stare comodi sulla portantina, mentre un piccolo scompartimento sulla fiancata sinistra della struttura in legno era stato volutamente lasciato aperto. Umido e poco illuminato, la cisterna per le provviste d'acqua (indispensabile per chi viveva nel deserto) era abbastanza grande per ospitare un corpo umano. Chiunque, uscendo dalla porta della taverna, la avrebbe notata subito.

    ”Allora, miei cari amici. Dove noi va?” domandò Zimmer, una volta sedutosi sulla superficie in legno della portantina. Da notare come l'oliphant sia ancora seduto sulle zampe, in modo che, se per puro caso qualcuno volesse saltare dentro la cisterna, potrebbe farlo benissimo e senza essere notato dai due ubriachi.

    2BEES




    Stato fisico: Incollume.
    Stato psichico: La parola “tesoro” lo ha acceso come poco altro.
    Energia: 100%
    Equip:
    Il Guanto
    Un piccolo regalino preso in prestito dai suoi fratellini giù nei cunicoli, questo guanto è l'apice della tecnologia dei Boggart. Una delle poche invenzioni che durante il collaudo ha fatto esplodere solo un paio di cunicoli, di cui il secondo solo per la presenza di materiale improprio.

    Il guanto fa convergere le linee cinetiche della materia attorno all'utilizzatore creando uno scudo traslucido che lo scherma da un possibile attacco frontale. Un espediente molto utile per sbalordire gli indigeni e vendergli delle bussole rotte, ma anche per potersi proteggere dalle loro pistole dopo che questi ultimi hanno scoperto che le bussole segnano una il nord, l'altra gli alberi e un altra il sole.
    Particolarmente efficace contro tecniche a distanza, pressoché inutile negli attacchi corpo a corpo.
    Costo variabile

    La Maverik
    La "Maverik" è il più grande successo del Boggart dopo la bussola fluorescente e la lancia senza punta per bambini: una pistola perfettamente funzionante!
    Gli ci sono voluti tre anni per riuscire a sparare un singolo colpo senza che il prototipo gli esplodesse in mano e altri quattro per colpire il bersaglio davanti al mirino e non il passante vestito di giallo che passava accanto a lui durante l'esperimento.
    Poveraccio.
    Comunque: alla fine ci è riuscito! La pistola spara, e anche piuttosto bene. I proiettili vengono sparati da una carica a gas che può essere ricaricata dall'apposita pompetta posta sotto la canna, mentre i proiettili stessi possono essere facilmente riciclati dal Boggart stesso.
    La pistola può portare nel tamburo fino a sei colpi calibro 38.

    23 (companion)
    Ho già detto che Zimmer era un abile mercante vero?
    Bhe ho mentito.
    Ogni tanto prende delle cantonate gigantesche. Come quella volta che ha venduto una bussola fluorescente in cambio di 23.
    Si, 23, quel inutile ammasso di pelle e ossi che lo segue trotterellando come un pulcioso.
    23 perchè, da che mondo è mondo, gli schiavi non hanno diritto a un nome... ma non possiamo mica dire "we, coso, portami l'acqua!" ... pertanto Zimm, siccome era il 23 acquisto che faceva quel giorno, ha iniziato a chiamarlo così.
    23
    Non si sa da dove sia saltato fuori, nemmeno quanti anni abbia.
    Non molti, a giudicare dalla statura di poco superiore a quella del Boggart... ma abbastanza da portargli la mercanzia. E poi cè sempre il rischio di rimanere bloccati da qualche parte, senza cibo ne acqua, no?
    Dicono che gli umani siano tanto teneri quanto inutili.

    Comunque, 23 arriva si e no al metro e venti, viene costantemente rasato per motivi di igiene e parla ogni tanto in vece del suo padrone. Non ha molta coscienza di se, ma sembra quasi intenzionato a non voler mollare il proprio padrone.
    Almeno quello bisogna riconoscerglielo.
    Il fisico è quello di un ragazzino umano medio, segnato ovviamente dalle intemperie ovvie della sua situazione, e solitamente veste con qualche straccio dai colori improponibili. Non deve mica andare a una festa di gala dei cunicoli, vero? Anche perché le feste dei cunicoli si svolgono, spesso e volentieri, a pubblico nudo.

    Oliphant (companion)
    Avete presente quei grossi, mastodontici, giganteschi elefanti che da soli potrebbero schiacciare una città senza nemmeno rendersene conto? Ecco, era un animale del genere che il caro Boggart andava cercando, per poter agevolare i suoi simpatici affari.

    Vi ho già fatto notare quanto fosse abile negli affari no?

    Zimmer è riuscito a comprare l'unico Oliphant nano esistente nell'universo. Quando a capito che non sarebbe cresciuto con il tempo, le sue imprecazioni si sentirono a distanza di continenti, seguite a ruota dalle grasse risate del venditore di Oliphant di piazza foglia, rinomato animalista.

    Nonostante la frustrazione del Boggart, possiamo comunque dire che l'aggettivo "nano" poco si addice alle fattezze del barripede che misura i sei metri e mezzo di lunghezza e i tre di altezza, pesando non meno di tre tonnellate. Ne più ne meno di un elefante convenzionale, ma che date le scarse dimensioni del suo padrone, più che soddisfacente.

    La particolarità di questo animale sono senza dubbio le zanne, due paia di simpatico avorio che spuntano come dei dentoni dalla bocca di questa tenera creatura. Il capo e la parte superiore della proboscide sono stati dipinti di rosso, come tradizione vuole, e sulla schiena è stata montata una grossa impalcatura che permette di caricarci sopra una grossa quantità di carabattole, le stesse che un giorno il Boggart riuscirà a vendere.






     
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  7. Dracace
     
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    Il corpo del moribondo non ostacola in alcun modo la mortifera penetrazione. Mentre Veret preme, palmo su palmo, con forza contro il petto dell’uomo, questo si abbandona mollemente al proprio destino, osservando il filo della propria vita assottigliarsi di secondo in secondo. Ad occhio e croce non gli resta nemmeno più un ora di vita e sicuramente le forze ancora in suo possesso sono talmente esigue da impedirgli di rivelare a chicchessia qualsiasi cosa inerente il fantomatico tesoro. Un'altra volta i piani del professore sono stati eseguiti pedestremente.
    Allora, queste bende? Arrivano o no?
    La voce gli esce di gola concitata, con tono furente. Se deve interpretare la parte del buon samaritano, tanto vale impegnarsi un minimo. Certo, le sembianze non lo aiutano un gran ché, in questo caso, ma si sa, si fa ciò che si può.

    Mentre è ancora chino su colui che può ormai essere definito un condannato, le vuote pupille dell’immortale languiscono i vividi occhi del boggart. Per un istante interminabile i due si parlano, a dispetto del luogo e dei presenti. Un discorso muto, privo del superfluo linguaggio a cui troppo fedelmente ci affidiamo. Un interloquire di segni, un dialogale di espressioni, anche un sordido e irrefrenabile ghigno di beffa nei confronti di chi, ancora una volta, si è ritrovato nelle ormai ben pasciute schiere delle loro vittime.

    Poi il tempo torna a scorrere e nel momento in cui il giovane si alza in piedi, ogni possibile tracci delle inudibili parole si è volatilizzata. Su quel viso smunto non c’è altro posto se non il cordoglio per l’ennesimo morto ammazzato, né primo né ultimo di una sfilza lunga quanto l’esistenza stessa dei mortali.
    Lascia perdere le bende. Non c’è più niente da fare per questo povero diavolo.

    Così va il mondo



    Con un ultimo cenno a mo’ di saluto, si lascia dietro i due sconosciuti, uno riverso a terra, faticosamente restio ad esalare, l’altro in piedi, al suo capezzale.

    I preparativi per il viaggio durano quasi mezz’ora, un evidente concessione del rossiccio per permettere al suo datore di intrufolarsi sulla groppa del caro bestione. Mentre scala la grigia schiene dell’olifante e trova rifugio nel capiente scompartimento, una sola domanda adombra il placido fluire dei suoi pensieri. Cosa ne sarebbe stato del bottino se la sua strada non avesse sfiorato quella del compagno?
     
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    Mors tua vita mea

    Narrato
    "Pensato"
    «Parlato di Richard»


    Soltanto una vita vissuta per gli altri è una vita che vale la pena vivere. asserì Albert Einstein, e Richard a modo suo rispettava quell'aforisma.
    Eppure, non basta essere pronti ad aiutare il prossimo per salvare una vita. In tanti anni, lo aveva imparato anche quel giovane immaturo che lui era. E come coloro che in passato avevano assistito più volte alla morte, anche lui aveva sviluppato una certa indifferenza allo scoccar dell'ultima ora di chi vicino a lui non era.

    Era stato piuttosto felice di vedere che anche nell'Endlos era rimasta un po' d'umanità, un qualcosa che a modo suo ricordasse Celentir, Arianrhod. E alle parole di quello sconosciuto si limitò ad annuire per tornare a prendere delle bende dalle mani dell'oste. Con quel che la bettola offriva si avvicinò nuovamente presso il ferito, ignaro della poco nobile pratica di quel misterioso samaritano x, che di certo non si era sprecato a presentarsi ma aveva trovato il tempo di inveirgli contro.

    «Grazie per l'aiuto.» gli disse gentilmente, accovacciandosi presso il morituro.

    Lascia perdere le bende. Non c’è più niente da fare per questo povero diavolo.

    «Non lascerò niente d'intentato. Non me lo perdonerei...»

    Imprecò in modo sufficientemente rumoroso nell'analizzare attentamente le sue condizioni. Il problema, lì, non era solo una coltellata. Quel tipo era messo molto peggio di quanto non sembrasse. Ed il fatto che per qualche oscura ragione la ferita sembrava più grave di una "mera" coltellata, oltre che precocemente infetta, non era certo l'elemento più schiacciante per decretar quel verdetto.
    L'applicazione delle bende, alla fine, altro non fu che un prolungar la pena di un individuo dal destino già segnato, aveva ragione quello sconosciuto.

    Così va il mondo

    «Non... non sempre. A volte... a volte...»

    Non terminò nemmeno la frase. Non aveva troppo senso, ormai.
    "Buono" sussurrò invece mesto a colui che s'accingeva a spirare, mentre si muoveva leggermente. Non aveva senso che si agitasse. Non c'era nulla che lui potesse fare per aiutarlo.
    E forse, anche quel tizio lo aveva capito. Chi lo sa quale oscuro pensiero lo spinse a sprecare gli ultimi brandelli di forza nel tirar fuori, cautamente, una borraccia - qualcosa del genere - per poi offrirgliela in segretezza. Che volesse nasconderla ai compagni? Che fosse un modo per ringraziarlo?
    Non lo sapeva. Ciò nonostante, la sua mano fu rapida ad accettare quella specie di dono. Provò a chiedere spiegazioni, ma fu troppo tardi. S'incupì leggermente il suo volto: il tizio era morto. Ma la sua giornata non sarebbe cambiata. Proseguire alla ricerca di Vince, tale restava il suo proposito.
    Pragmatico e concreto, terminò di applicare la sua fasciatura. Un atto dovuto o l'ostinazione di un uomo dal cuore debole...? Non proprio. La fredda indifferenza di una persona dal cuore gelido, piuttosto.
    Quel tizio era un delinquente. Ed era circondato da delinquenti. Ora che era passato a miglior vita, i suoi averi non gli appartenevano più, e anche se avesse avuto dei cari a loro non sarebbe giunto nulla, se non un cadavere. Magari anche deturpato.
    Dunque non si fece il minimo scrupolo nel fingersi "uomo sensibile" e fasciare un cadavere, mentre come un qualsiasi saprofago tastava ogni tasca alla ricerca di qualsiasi oggetto, anche di quello più inutile. Anche l'immondizia sarebbe stata prelevata e giudicata. E' noto, l'immondizia di uno è il tesoro di un altro.
    E poi chi lo sa, magari avrebbe trovato una foto della sua famiglia, e mosso a compassione avrebbe portato loro qualcosa. O magari no. Le vie del signore sono infinite, no?
    A questo mondo, sono i saprofagi quelli che fanno più strada. Buoni e cattivi si azzannano al collo l'un l'altro, e solo chi non si fa coinvolgere campa realmente a lungo.
    Lui... si faceva coinvolgere, ma come aveva appena dimostrato sapeva tirarsene fuori con una tranquillità incredibile. Mormorò qualche sciocchezza, poi concluse il tutto con "Amen", lasciando che gli astanti scambiassero quella serie di suoni senza senso per una silenziosa preghiera.
    Lasciò lì il cadavere fasciato e tornò al bancone, dove la sua birra lo attendeva ancora.
    Iniziò a buttar giù un sorso mentre analizzava vagamente il bottino, attento più ai propri movimenti che a quelli dei presenti, deciso a non far trapelare nessun luccichio. Non voleva attirare l'attenzione delle iene su di sé, quantomeno non mentre un cadavere apparentemente più appetibile le attendeva qualche passo più in là.
    Finita la birra, e finito di giocare con ciò che aveva rinvenuto, il piano originale prevedeva il riprendere del cammino. Pioggia o meno, Vince non poteva essere troppo lontano.
    Di certo non poteva prevedere quali sorprese lo attendevano celate in quella borraccia...


    » Richard S. LeRoy: Djin [Tecnocrate] (Basso: 5% | Medio: 10% | Alto: 20% | Critico: 40%)
    » Fisico: Illeso.
    » Mana: 100%

    » Abilità Passive

    Essenza del Djin del Tuono | Essendo composto di fulmini, ed essendo ovviamente padrone del proprio corpo, Richard può mutare il proprio aspetto a piacimento. Salvo per ritornare alla propria forma originale, questo potere non può comunque essere utilizzato in battaglia (egli sarà comunque in grado di mutare il proprio aspetto, ma ogni mutazione che comporterebbe qual si voglia vantaggio non concordato dai partecipanti non è consentita).
    Anche l'uso in Quest risulta limitato: salvo autorizzazione del Master, Richard non può fruire di quest'abilità per avvantaggiarsi durante la missione.


    » Equipaggiamento

    Cornamusa da Battaglia "Jaggi" | Sitratta a tutti gli effetti di una vera e propria cornamusa, anche se decisamente peculiare. E' concepita e realizzata per essere usata al pari di un martello da guerra, per questo presenta un lungo manico ed una "faccia" da impatto piuttosto grande. Tuttavia presenta alcune delle caratteristiche chiave delle cornamuse, e tali componenti a dispetto dell'apparenza non sono fragili. Non Impugnata.
    Banana da Battaglia | Una Banana. Una GRANDE Banana. Dalla lunghezza di 150 cm, dalla consistenza e dal sapore di una banana quasi matura (di quelle con la buccia ancora un po' verde), viene utilizzata da Richard in battaglia. Non importa quanti danni la banana subisca, non marcirà mai ed alla fine della battaglia tornerà in perfetto stato. Non impugnata.
    Farina di Mais | 10 sacchetti contenenti un kg di farina l'uno. Sembrano inutili, ma... Richard ha un uso anche per questi.
    Rupie d'Argento | Un borsello ben farcito di Rupie d'Argento, una delle monete del regno di Hyrule. Come è giusto che sia, Richard ha un buon uso anche per delle monete.
    Vermilion | Si tratta di un ciondolo di una certa importanza, per Richard. Probabilmente è l'unico oggetto che non ha un uso diretto in battaglia, ma questo monile gli scalda il cuore. Gli è molto caro.
     
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  9. Yoshikage Kira
     
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    Zimmer
      Era come avere in mano due marionette, vero?
      Stupidi. Ubriachi, eppure abbastanza lucidi da immaginare il suono tintinnante dell'oro nelle dita tozze e nerborute. Avidi figli di puttana. Ma torniamo a noi...
      Il Boggart era a sua volta un gran bel pezzo di malandrino: non gli ci volle nulla a trascinare quei babbei dietro di sé, così come comandare allo schiavo la preparazione del viaggio fu per lui solo un preludio. l'Antipasto del viaggio, composto da un tratto di foresta sotto la pioggia, non poteva certo fermarlo.

      A preparativi ultimati, ed elefante pronto, uno dei due banditi gli si fece di fianco e iniziò a dirgli, fra un rutto e un'alitata d'alcol, la direzione. E poco dopo, rivelò anche le ragioni della sua sicurezza:

      Ah, quel figlio di cagna che ho accoltellato!
      Lui e la sua mappa, pensava di poterla fare a me: ma io ho una memoria fotografica. Non ho bisogno di lui, anche così so benissimo dove andare e come arrivarci, a quella villa.
      E tu, sgorbio, fa muovere il culo a questo bestione; c'è una montagna d'oro fra questi alberi, e non vedo l'ora di tuffarmici dentro. Muhahahahahahah.

      Dio da il pane a chi non ha i denti! Quel tizio aveva la fortuna sfacciata di poter ricordare perfettamente la mappa del compagno ormai morto, così anche ad occhio sapeva dirigere la spedizione fino alla meta. L'unico intoppo era la pioggia e la pesantezza dell'elefante, che in una foresta non poteva certo vantare chissà quale agilità.

      Qualora il Boggart si fosse fidato del tizio, avrebbe impiegato almeno un'ora buona per giungere a quel che sembrava un grosso cimitero, mezzo sepolto fra alberi, piante e fango.
      Morningwood: questo il nome che capeggiò su di una scritta in muratura. E lì, da qualche parte, c'era l'ingresso per la villa!

    Funambolo dei cieli
      A quanto pare, lo scaltro figlio di un Boggart, nonché Boggart a sua volta, notò la presenza del Funambolo. Ma che fosse vero o solo un'impressione, il fatto che il mercante avesse scelto come trasporto quel pachiderma non poteva che essere un segno del destino. La villa, il tesoro... tutto sembrava volgere a favore del Funambolo, come se il destino avesse improvvisamente aperto una porta alla sua Gilda.
      E lui, solo lui ne aveva la chiave!

      Se si fosse deciso a seguire quel trio, avrebbe notato come Zimmer avesse lasciato volutamente pronta la cisterna; e quale migliore nascondiglio? Avrebbe avuto modo anche di ascoltare il discorso del ladrone, potendo così ringraziare la sua buona stella. In questo caso, però, avrebbe impiegato anch'egli un'ora per giungere al cimitero di Morningwood.
    Richard
      Né frugare né analizzare i resti del corpo del maledetto bandito furono di alcun aiuto, per Richard. Tutto quel che poté capire di lui era visibile e deducibile anche ad occhio nudo, e oltre alla borraccia non serbò per lui nessuno oggetto degno di valore. Che vada a farsi fottere, il bastardo. L'Inferno aveva già una poltrona per lui.

      Frattanto, sarebbe rimasto da solo al locale assieme a chi lo gestiva e alle cameriere ormai fin troppo abituate alle mani lunghe dei clienti, o ai loro turgidi membri quando dovevano, per forza di cose, aprire o la bocca o le gambe a seconda dell'evenienza. La borraccia, poi, sembrava soltanto un pezzo di metallo senza valore... eppure, l'incauta pressione delle mani avrebbe fatto scattare una molla, una minuscola molla che, schioccando, avrebbe fatto scivolare la base dell'oggetto: un doppio fondo! Però, furbo il tizio.

      L'interno dello scompartimento rivelò qualcosa di utile, oltre ad una data e a un nome, spiegata in più parti il giovane Richard rivenne una mappa dei Boschi Silvani. Era molto antica, certamente di fattura elfica, e sopra v'era addirittura una firma... Phemt. Chissà chi diavolo era. Certo, non il brigante.

      In ogni caso, la mappa punta precisamente alla Villa e, a quanto pare, o da quel che ne puoi dedurre, reca perfino una scorciatoia per raggiungerla. Forse, Richard poteva raggiungere la villa prima di quei maledetti... Chissà, quel tesoro poteva essere suo. Poteva comprarsi parecchie cose... o forse farci qualcosa di nobile, ad esempio permettendo a quelle povere ragazze di cambiare vita e lavoro! A lui la scelta.
    Angolo QM
      Dunque, ricapitoliamo:

      Richard: il cadavere ti dice poco, e di oggetti ovviamente non ha praticamente niente. Il tuo armeggiare con la borraccia apre il doppio fondo, rivelando una mappa antichissima della foresta. Con essa, sai ogni cosa: dove crescono i fughi e dove i cerbiatti vanno a riprodursi. A questo punto, oltre a interpretare la scoperta come meglio credo, hai la possibilità di anticipare il trio e il Funambolo.
      In poche parole, se decidi di partecipare alla caccia al tesoro (le motivazioni sono atua discrezione, potresti pure non averne XD), sappi che sarai presente al cimitero almeno mezz'ora prima che giungano gli altri. In questa mezz'ora hai modo e tempo di studiare la mappa, cercando di capire quale sia l'ingresso della villa, tenendo presente che l'unico indizio reale a tua disposizione è quel nome "Phemt".

      Funambolo: Quel che sta capitando puoi interpretarlo come una manna dal cielo, una vera e propria benedizione. Indipendentemente dal fatto che tu ti accorga o meno del fatto che Zimmer sa della tua presenza, il fatto che ogni cosa paia tornare a tuo favore non può essere un caso: hai facoltà di farti dare un passaggio, vieni a sapere che il ladro ricorda a memoria, minuziosamente, la mappa, e in caso di necessità un compagno di gilda può essere indubbiamente una spalla su cui contare.
      Nonostante questo, hai facoltà di interpretare i segni "del destino" come preferisci, hai carta bianca. Così come hai facoltà libera di scegliere come approcciarti agli aiuti che ti vengono, apparentemente, dati; infine, se decidi di salire definitivamente sulla cisterna, avendola Zimmer preparata apposta per te, giungerai dopo un'ora al cimitero.
      A quel punto, puoi o scendere e cercare di nascosto l'ingresso alla villa, o startene comodo nella cisterna e aspettare che loro la trovino per te.

      Zimmer: non penso ci sia molto da dire, tu sei alla guida, il tizio ti rivela la sua formidabile capacità, e tu non puoi che reagire come preferisci. Durante il viaggio puoi anche interagire con i due tizi, parlarci, e far dire loro risposte o far fare cose (come rutti XD). Dopo un'ora, vedete il cimitero di Morningwood. Ovviamente, puoi sia scendere e visitarlo a piedi... sia sfondare tutto e andarci di elefante XD

      Ultima cosa, passato il tempo previsto (mezzora per Richard - un'ora per Zimmer e Dracace), omettete se vi vedete o se v'incontrate. Presumete che il cimitero sia bello grosso, e attenetevi comunque alla descrizione che ne fa Hylian, dato che ci arriva per primo.

      La turnazione è quindi Hylian, Dracace, Zimmer.
      Avete tempo fino a giorno 10^^

     
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    "Pensato"
    «Parlato di Richard»


    Deludente invero: oltre alla borraccia - vuota per altro - l'uomo non possedeva null'altro. Niente spiccioli, nessun coltello, e chi lo sa, magari anche i vestiti che aveva addosso non gli appartenevano. Inoltre era umano, quindi non poteva nemmeno sperare di far qualcosa con il suo scalpo, di scuoiarlo o di rivenderne le ossa.
    Un vero peccato. Ah, se è dura la vita del saprofago!
    Ma, beh, bisogna saper perdere, e comunque aveva rimediato una borraccia. Carina, in verità. Tuttavia anche se era in argento sembrava valere ancora meno delle sue monete. Che fregatura!
    Oh, vabbeh, amen. L'avrebbe disinfettata e l'avrebbe usata per sé. O l'avrebbe regalata a qualcuno. Magari a Raphael. A lui piaceva bere, e piacevano i gingillini come quello.
    ...a lui piaceva qualunque cosa, a patto contenesse un alcolico. Foss'anche un cartone del latte.
    Come si dice, non sempre si può vincere, no?
    Eppure, il Flusso a volte è capriccioso. Eventi che sembrano esser già scritti possono mutare così, con un sospiro del fato, ed ecco che un'altra chance venne proposta al ragazzo. Non sempre si può vincere, ma questa volta pareva esser stato lui a fare punto: un click meccanico lo fece sobbalzare, e di colpo si ritrovò un pezzetto di carta a sporgere dal fondo della borraccia.
    Ok, Vince s'era giocato un gingillo. La borraccia l'avrebbe tenuta lui. Era quella la "vittoria"? Una borraccia con doppio fondo meccanico...? Certo che no: il pezzettino di carta al suo interno era la cosa interessante, ed altro non si rivelò che essere una mappa!
    Una mappa che nella sua infinita precisione riconducibile solo all'arte elfica - ben poche le razze dotate di simil tratto, pochissime quelle conosciute per simili fatture - altro non faceva che indicare con pazzesca precisione dove la famosa "villa" si trovava.
    Una villa che a quanto pareva sembrava essere piena zeppa di cose di valore.
    Molti pensieri affollarono la semplice mente del profanatore di cadaveri, compresa l'assurda ipotesi di bruciare la mappa. Lui non era solito a mostrarsi predatore, statisticamente parlando il 50% delle prede catturate vengono poi rubate, e a prescindere dal risultato finale si spendono molte energie durante la caccia. La vita del saprofago invece è infinitamente più piacevole: "vai, vivi, goditela, e arraffa tutto quello che trovi".
    Solo che, poi, a ben pensarci, perché bruciare quell'opportunità?
    Insomma, perché erano lì? Perché lui e Raphael erano andati in quel semipiano? Non ci erano forse andati per iniziare una nuova vita? E non era "i soldi non comprano la felicità" la stronzata più grossa che un essere umano potesse proferire?!
    Cavolo, anche Vincent avrebbe approvato: avere soldi è bene. Avere molti soldi è molto bene. Mandare a farsi fottere l'amico disperso per cercare una villa che - dicono - abbia un misterioso tesoro al quale è interessato un tizio dall'aspetto evidentemente pericoloso era dunque cosa buona e giusta, suo dovere, fonte di salvezza (e discreta fatica, certamente).
    Non sarebbe stato divertente provare a non farselo mettere a quel posto dal leone, ma hoy, di tanto in tanto anche la iena si rompe le palle di aspettare e va a caccia, no...?

    «Grazie per la birra.» disse cordialmente all'oste, mentre la mappa veniva accuratamente piegata e nascosta sotto il mantello.

    Lasciò qualche moneta in più all'oste, congedandosi poi con un vago inchino tanto da lui quanto da quelle ragazze che di vivace avevan ben poco. Quindi ancora una volta tornò per strada, e prese a camminare verso il bosco.
    La mappa... le aveva dato solo una breve occhiata, e per sicurezza l'aveva portata con sé, nascondendola con cura, ma non ne aveva reale bisogno per il momento. L'immagine, nella sua memoria, era ancora sufficientemente nitida per un'analisi approfondita.
    Note su note spiegavano con una precisione quasi nauseante qual'era la strada migliore per arrivare al luogo d'interesse, e di colpo sapeva addirittura tutti i nomi delle piante che avrebbe incontrato.
    Si fece un appunto mentale, dicendosi che anche se il tempo era cruciale, avrebbe dovuto raccogliere ogni pianta interessante lungo il cammino. Certo, non avrebbe deviato di molto solo per raccogliere un po' d'erba, ma se c'era anche la minima possibilità che di alcune delle piante lungo il percorso sarebbero potute tornar utili, allora bisognava coglierle mentre ancora poteva.
    E poi... nulla. Prese a correre.
    Se voleva giocare al piccolo cacciatore di tesori, allora doveva farlo per bene, altrimenti Vince lo avrebbe preso per il culo a vita. E dunque ora che aveva il vantaggio strategico di poter superare gli altri "concorrenti" in velocità conveniva esser lesti ed approfittare della gentilezza del Flusso.
    Anche se, in effetti, c'era la possibilità che anche questi avessero una mappa. Quindi poteva imbattersi in loro lungo il percorso, o peggio superarli senza accorgersene e ritrovarseli più vicini alla propria schiena di quanto non sarebbe auspicabile.
    La cosa più logica che gli venne in mente di fare fu abbandonare il mantello: punto primo pesava, punto secondo senza quello non l'avrebbero riconosciuto, e c'era una discreta possibilità che non tentassero d'ammazzarlo. Non a vista, quantomeno.
    Non rallentò nel lasciar scivolare via il cappuccio, mostrando una chioma di capelli del color della notte e le iridi blu cobalto. Perse qualche passo invece nell'abbandonarlo definitivamente, mostrando stivali di cuoio del colore del fango sovrastati da pantaloni e maglia di un colore verde militare, non eccessivamente distante da quello delle foglie con le quali aveva intenzione di celarsi.
    Seppur scelto il percorso e deciso di muoversi rapidamente per recuperare il terreno perduto, avrebbe cercato di fare attenzione a non finire direttamente in seno ai "rivali", ed a non lasciar tracce ove mai questi per una qualche ragione fossero finiti a percorrere il suo stesso sentiero dopo di lui.

    "Questa partita voglio vincerla." si disse alquanto ottimista.


    » Richard S. LeRoy: Djin [Tecnocrate] (Basso: 5% | Medio: 10% | Alto: 20% | Critico: 40%)
    » Fisico: Illeso.
    » Mana: 100%

    » Abilità Passive

    Essenza del Djin del Tuono | Essendo composto di fulmini, ed essendo ovviamente padrone del proprio corpo, Richard può mutare il proprio aspetto a piacimento. Salvo per ritornare alla propria forma originale, questo potere non può comunque essere utilizzato in battaglia (egli sarà comunque in grado di mutare il proprio aspetto, ma ogni mutazione che comporterebbe qual si voglia vantaggio non concordato dai partecipanti non è consentita).
    Anche l'uso in Quest risulta limitato: salvo autorizzazione del Master, Richard non può fruire di quest'abilità per avvantaggiarsi durante la missione.


    » Equipaggiamento

    Cornamusa da Battaglia "Jaggi" | Sitratta a tutti gli effetti di una vera e propria cornamusa, anche se decisamente peculiare. E' concepita e realizzata per essere usata al pari di un martello da guerra, per questo presenta un lungo manico ed una "faccia" da impatto piuttosto grande. Tuttavia presenta alcune delle caratteristiche chiave delle cornamuse, e tali componenti a dispetto dell'apparenza non sono fragili. Non Impugnata.
    Banana da Battaglia | Una Banana. Una GRANDE Banana. Dalla lunghezza di 150 cm, dalla consistenza e dal sapore di una banana quasi matura (di quelle con la buccia ancora un po' verde), viene utilizzata da Richard in battaglia. Non importa quanti danni la banana subisca, non marcirà mai ed alla fine della battaglia tornerà in perfetto stato. Non impugnata.
    Farina di Mais | 10 sacchetti contenenti un kg di farina l'uno. Sembrano inutili, ma... Richard ha un uso anche per questi.
    Rupie d'Argento | Un borsello ben farcito di Rupie d'Argento, una delle monete del regno di Hyrule. Come è giusto che sia, Richard ha un buon uso anche per delle monete.
    Vermilion | Si tratta di un ciondolo di una certa importanza, per Richard. Probabilmente è l'unico oggetto che non ha un uso diretto in battaglia, ma questo monile gli scalda il cuore. Gli è molto caro.
    Borraccia d'Argento | Altro non è che una borraccia vuota. E' dotata di un sottofondo. Ad una normale stima pare non valere molto.
    Mappa di Phemt | Una mappa precisa e dettagliata dei Boschi Silvani, dove sembrano essere riportate persino una per una le specie che vivono in quell'ecosistema e dove è facile incontrarle.

     
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  11. Dracace
     
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    Il trasporto risulta meno scomodo del previsto. Punto primo lo spazio a sua disposizione è più che sufficiente per contenerlo, supino, le braccia lungo i fianchi. Cosa che gli evita complicate applicazioni delle poche nozioni di contorsionismo ottenute dalla madre circense del giovane proprietario del corpo. In secondo luogo ogni parola detta dai quattro sopra di lui è a portata d’orecchie. Ultimo, nel caso in cui si dovesse …

    Ha sentito bene? L’uomo ha appena detto che il tizio accoltellato possedeva una mappa dei dintorni con sopra indicata la collocazione della villa? Dannazione, ma è mai possibile che a questo mondo …
    Vedi qual è il problema dei tuoi cosiddetti “piani perfetti”? Non funzionano mai! No, voglio dire, quante volte è già successo negli ultimi giorni una cosa del genere? Devo mettermi qui ad elencarle?

    La voce dell’antico sapiente risuona amplificata in quella mente condivisa, investendo in pieno col suo flusso di rabbioso risentimento la fragile personalità del giovane.
    Nuovo sibillar ti conface per scatenar la mia ira!
    Esiste un’unica cosa in tutto il semipiano capace di far imbestialire il solitamente calmo evocatore più di un interruzione dei suoi ragionamenti. Due interruzioni dei suoi ragionamenti, a brevissima distanza l’una dall’altra.

    Sottospecie di ladruncolo indisponente con abissali carenze disciplinari! Probabilmente la peggior reincarnazione mai avvenuta in tutta la storia della negromanzia. Comunque, a mente fredda, è particolarmente avventato affermare a priori che l’avventore di rosso ammantato si sia impossessato della mappa. Insomma, uno così ben disposto verso il prossimo non è certo il tipo che si mette a frugare nei cadaveri, non ti pare? Probabilmente a quest’ora sarà ritornato alla sua birra, chiedendosi qual è l’origine del male nel mondo o qualche altra smielata filosofia del genere. No, assolutamente. Nessun motivo per cui allarmarsi.
     
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  12. Zimmer
     
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    La pioggia continuava incessante a cadere dal cielo, in parte fermata dalle chiome degli alberi, in parte dal tendaggio della portantina piazzata sulla schiena del barripede, che lentamente, con passo flemmatico ma inesorabile, si faceva largo fra la vegetazione, afferrando di tanto in tanto qualche rametto con la proboscide e ficcandoselo in bocca, masticando rumorosamente.

    Era stato in molti posti interessanti nell'ultimo mese: il deserto del sud, le montagne congelate del nord e prima la pianura ora la lussureggiante dell'est. Che dire, una bella serie di cambiamenti! E a un animale grosso sei metri e pesante svariate tonnellate che viveva per diversi secoli, i cambiamenti piacciono molto. Aiutano a lenire la noia.

    Il caro 23, invece, stava comodamente appollaiato, come suo solito, sulle due zanne di sinistra dell'animale, con le gambe appoggiate su quelle di destra. Praticamente, appeso così, lasciava che la pioggia gli scivolasse placida sul cranio rasato, imperlandosi sulle guance e sulle sopracciglia. Lo sguardo, volto in avanti, era diretto verso cose che solo chi era stato schiavo tutta la vita poteva vedere. Come se stesse ascoltando una musica lontana. Lontana e triste.

    Il Boggart, dalla ringhiera di legno della portantina, lo osservava di nascosto. Quanti anni erano che se lo tirava dietro? Perchè non era ancora scappato? Ne aveva avute parecchie, di occasioni. Il molliccio si diede un poderoso schiaffone sulla guancia, come faceva ogni volta che rischiava di diventare sentimentale.

    Pff. Sentimenti. Sapete chi hanno tanti sentimenti? I poveri pirla che prendono a martellate le mogli con trofei di golf. I professionisti non avevano sentimenti. Avevano standard.

    Uno dei due ubriachi si avvicinò barcollando, riferendogli storie su mappe memorizzate e mappe scritte lasciate indietro.

    ”Frugare in tasca a morto per prendere mappa no he? Troppo complicato per vostre testoline di sterco si?” esclamò con un sorriso a tutto tondo verso l'interessato, che barcollò appena vista la grossa mole di parole dette dal piccolo mercante.

    ”Ci avevi detto che c'era della birra qui, sgorbio!”
    esclamò il secondo, accorrendo in soccorso dell'amico, che si sedette per evitare di barcollare giù dalla portantina.

    Il rossiccio sbuffò sonoramente, camminando verso il fondo della portantina, aprendo la botola che dava sul gavone di stoccaggio, dove conservava le merci. Ne estrasse due bottiglie di birra che lasciò ai due, mentre per lui si riservava una lattina nera, dalla quale spiccava un arpa stilizzata color del grano.
    Andavano celebrate le radici dei Boggart, evitando di bere birraccia da due soldi. Che se la bevessero quei due, la birraccia.

    Dopo un sorriso servizievole il Boggar si ritirò nuovamente sulla ringhiera della portantina, sedendosi sull'orlo e poggiando i piedi rossi sulla testa grigia dell'elefante.
    Estratta da chissà dove una chitarra, il mercante iniziò a suonare una melodia continua, per guidare nella marcia l'animale. Questi, gradendo il gesto, arricciò la proboscide, ondeggiando le orecchie a ritmo.

    ROBtL




    I due ubriachi iniziarono a bere avidamente dalle rispettive bottiglie, iniziando a canticchiare a squarciagola qualche canzonetta locale.
    Al diavolo qualsiasi effetto sorpresa, era quasi impossibile che non li si sentisse arrivare.
    Passata quasi un ora, il Boggart iniziava a dubitare delle indicazioni dell'uomo, che più di una volta si era sporto dalla portantina per vomitare sulla fiancata dell'elefante.
    Questi si esibì infine in un barrito stizzito, facendo ondeggiare pericolosamente la proboscide.
    ”Tu sicuro è che questa strada è giusta si? Perche se no è...” la minaccia fu interrotta da un rutto e da un indicazione fatta a mano aperta. Davanti allo sguardo stupefatto dell'oliphant, la foresta finiva e iniziava quello che sembrava un cimitero. Un GROSSO cimitero.

    ”Per i sacri spiriti delle Ziette e le Matrone.” esclamò il Boggart a mezza voce, nella sua lingua natia. A separarli da campo santo c'era un robusto muretto a secco che si alzava per quasi due metri e una cancellata in ferro battuto, erosa dal tempo e semi sfondata dalle perversioni del tempo. Nulla di invalicabile per un animale di quelle dimensioni, ma Zimmer lo conosceva bene ormai. L'animale non avrebbe mai sfondato il muro di un cimitero. Se si viveva tanto a lungo, si finiva per diventare rispettosi per le salme.

    A meno che non si era un Boggart.

    ”Questo posto è?” domandò senza togliere gli occhi dalle fila di lapidi e pietre tombali lasciate a ricordo di chissà chi. Diversi ettari di terreno bruciato dal sole e reso paludoso dalle piogge. Erba secca, marmo devastato dal tempo, mausolei sconsacrati si vedevano a perdita d'occhio. Non che si potesse vedere molto, visto che l'intero ambiente sembrava circondato da una proverbiale nebbia che andava a infittirsi con la distanza.

    Senza perdere un secondo, il Boggart sfruttò la felicità dei due ubriachi per prendere la scaletta di corda e lanciarsi giù dalla fiancata dell'oliphant. Appeso per i piedi, a testa in giù, si ritrovò così all'altezza della botola del serbatoio dell'acqua.
    Senza tante cerimonie lo aprì e, come aveva sperato, ci trovò dentro il proprio funambolo preferito.
    ”Biglietti prego.” esordì, con un ghigno. Ispezionò il serbatoio, verificando che il tipo non avesse fatto danni. ”Capolinea, grazie per aver scelto la Boggart Airlines.” commentò rapido, risalendo per la scaletta ma lasciando aperta la botola, chiaro invito a togliersi dai piedi e continuare a seguirli con il Tacco Express.

    L'oliphant si mosse per sfondare definitivamente il cancello, che si abbatté sul suolo con un cigolio che dire che era inquietante era come paragonare l'acqua di rose allo sterco di elefante.
    Una volta che la creatura si sedette sulle zampe, la truppe scese, capitanata dal Boggart.

    ”Me pensava che noi andava in una villa si? Se questa è Villa, si deve ristrutturare tutto.” commentò il rossiccio, facendo avanzare i due e seguendoli cautamente. Una mano scivolò con noncuranza all'interno delle vesti in pelle, accarezzando il calcio della pistola. Non si sapeva mai.

    Stato fisico: Incollume.
    Stato psichico: Grazie al trasporto, non è stanco per il viaggio.
    Energia: 100%
    Equip:
    Il Guanto
    Un piccolo regalino preso in prestito dai suoi fratellini giù nei cunicoli, questo guanto è l'apice della tecnologia dei Boggart. Una delle poche invenzioni che durante il collaudo ha fatto esplodere solo un paio di cunicoli, di cui il secondo solo per la presenza di materiale improprio.

    Il guanto fa convergere le linee cinetiche della materia attorno all'utilizzatore creando uno scudo traslucido che lo scherma da un possibile attacco frontale. Un espediente molto utile per sbalordire gli indigeni e vendergli delle bussole rotte, ma anche per potersi proteggere dalle loro pistole dopo che questi ultimi hanno scoperto che le bussole segnano una il nord, l'altra gli alberi e un altra il sole.
    Particolarmente efficace contro tecniche a distanza, pressoché inutile negli attacchi corpo a corpo.
    Costo variabile

    La Maverik
    La "Maverik" è il più grande successo del Boggart dopo la bussola fluorescente e la lancia senza punta per bambini: una pistola perfettamente funzionante!
    Gli ci sono voluti tre anni per riuscire a sparare un singolo colpo senza che il prototipo gli esplodesse in mano e altri quattro per colpire il bersaglio davanti al mirino e non il passante vestito di giallo che passava accanto a lui durante l'esperimento.
    Poveraccio.
    Comunque: alla fine ci è riuscito! La pistola spara, e anche piuttosto bene. I proiettili vengono sparati da una carica a gas che può essere ricaricata dall'apposita pompetta posta sotto la canna, mentre i proiettili stessi possono essere facilmente riciclati dal Boggart stesso.
    La pistola può portare nel tamburo fino a sei colpi calibro 38.

    23 (companion)
    Ho già detto che Zimmer era un abile mercante vero?
    Bhe ho mentito.
    Ogni tanto prende delle cantonate gigantesche. Come quella volta che ha venduto una bussola fluorescente in cambio di 23.
    Si, 23, quel inutile ammasso di pelle e ossi che lo segue trotterellando come un pulcioso.
    23 perchè, da che mondo è mondo, gli schiavi non hanno diritto a un nome... ma non possiamo mica dire "we, coso, portami l'acqua!" ... pertanto Zimm, siccome era il 23 acquisto che faceva quel giorno, ha iniziato a chiamarlo così.
    23
    Non si sa da dove sia saltato fuori, nemmeno quanti anni abbia.
    Non molti, a giudicare dalla statura di poco superiore a quella del Boggart... ma abbastanza da portargli la mercanzia. E poi cè sempre il rischio di rimanere bloccati da qualche parte, senza cibo ne acqua, no?
    Dicono che gli umani siano tanto teneri quanto inutili.

    Comunque, 23 arriva si e no al metro e venti, viene costantemente rasato per motivi di igiene e parla ogni tanto in vece del suo padrone. Non ha molta coscienza di se, ma sembra quasi intenzionato a non voler mollare il proprio padrone.
    Almeno quello bisogna riconoscerglielo.
    Il fisico è quello di un ragazzino umano medio, segnato ovviamente dalle intemperie ovvie della sua situazione, e solitamente veste con qualche straccio dai colori improponibili. Non deve mica andare a una festa di gala dei cunicoli, vero? Anche perché le feste dei cunicoli si svolgono, spesso e volentieri, a pubblico nudo.

    Oliphant (companion)
    Avete presente quei grossi, mastodontici, giganteschi elefanti che da soli potrebbero schiacciare una città senza nemmeno rendersene conto? Ecco, era un animale del genere che il caro Boggart andava cercando, per poter agevolare i suoi simpatici affari.

    Vi ho già fatto notare quanto fosse abile negli affari no?

    Zimmer è riuscito a comprare l'unico Oliphant nano esistente nell'universo. Quando a capito che non sarebbe cresciuto con il tempo, le sue imprecazioni si sentirono a distanza di continenti, seguite a ruota dalle grasse risate del venditore di Oliphant di piazza foglia, rinomato animalista.

    Nonostante la frustrazione del Boggart, possiamo comunque dire che l'aggettivo "nano" poco si addice alle fattezze del barripede che misura i sei metri e mezzo di lunghezza e i tre di altezza, pesando non meno di tre tonnellate. Ne più ne meno di un elefante convenzionale, ma che date le scarse dimensioni del suo padrone, più che soddisfacente.

    La particolarità di questo animale sono senza dubbio le zanne, due paia di simpatico avorio che spuntano come dei dentoni dalla bocca di questa tenera creatura. Il capo e la parte superiore della proboscide sono stati dipinti di rosso, come tradizione vuole, e sulla schiena è stata montata una grossa impalcatura che permette di caricarci sopra una grossa quantità di carabattole, le stesse che un giorno il Boggart riuscirà a vendere.






     
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  13. Yoshikage Kira
     
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    Richard
      La fortuna è una ruota. A volte va per un verso, molto spesso pende per l'altro.
      E' come il mare, lo vedi calmo ma non sai che corrente tira sotto.

      Così era il destino anche, specialmente per il trio; e a maggior ragione per Richard, che aveva fra le mani il segreto per tanto di quell'oro da comprarsi perfino una castello nell'aldilà. O magari, comprarsi tutto l'aldilà e l'aldiqua.
      La sua corsa fu in un primo tratto quella di un boscaiolo: si fermò a raccogliere erbe, e pianta d'interesse. Cosa voleva farci, una tisana? O forse.... veleno. Già, astuto il tipo. Insomma, aveva avuto modo di precedere di almeno mezzora il trio e, vinto dal desiderio della caccia al tesoro, poté finalmente entrare nel cimitero di Morningwood. Gran brutto posto. Triste. Sporco. Pieno zeppo di ratti. Gran brutto posto, per riposare in eterno. Si potevano perfino vedere alcune bare sbucate da terra, e una era perfino bucata e dentro c'era un sorcio che stava mangiucchiando... Lasciamo stare.

      Adesso, non restava che mettersi a cercare l'ingresso per la villa. La mappa, d'altro canto, non diceva niente di particolare sull'argomento, dunque solo l'intuito poteva aiutare il giovane Richard. Il suo solo indizio era il nome Phemt, che magari poteva essere scolpito su qualche qualche marmo, o forse su una lapide... Poteva non essere così, ma il punto cui indicava la Villa era ubicato laddove, sulla mappa, non era segnato nessun cimitero.

      Il tempo della ricerca sarebbe terminato, allorquando il rumore della voce del Boggart avrebbe preannunziato l'arrivo del trio e del loro pachiderma.
    Zimmer
      Giunto al cimitero, lo spettacolo era obbrobrioso e indecoroso. I malviventi, troppo ubriachi per capire, annasparono come dei pesci fuori d'acqua. Uno di loro cadde su una lapide, rompendola di netto. Stranamente non grido, lasciandosi invece sfuggire un risolino isterico. Buffo tipo. Di quelli che, nelle storie dell'orrore, crepano per primi e in modo assai brutale.

      L'unica speranza era riposta nell'altro tizio, la cui memoria del posto vacillò dal momento che, sulla mappa, non c'era nessun cimitero: solo un punto rosso nei boschi. Sentirlo imprecare era quanto di poco rassicurante potesse esserci al modo, superato solo da....

      Lupi. Ulularono nel cuore della notte. Feroci. Malvagi. Di colpo i loro occhi gialli si accesero nel buio, ringhiando.. sbavando. S'acquattarono lentamente fra le cripte, e le tombe, perfino dietro l'elefante. Sgusciarono in due gruppi da cinque, e lentamente si separarono dividendosi. Astuti bastardi.

      In pochi attimi erano tutti attorno, e sembravano puntare direttamente al bandito che prima aveva rotto la cripta! L'attacco seguì di lì a poco, molto poco. I due banditi iniziarono a sparare, ma la loro mira faceva schifo. Il Boggart e il suo servo avrebbero dovuto cavarsela da soli...
      frattanto che l'elefante, spaventato, abbandonasse il suo padrone a un triste destino.

      Immagine dei Lupi. Passive da considerare: PU in Agilità e Velocità del 50%. Artigli e zanne.

      REALLY_Mad_Wolf_from_H3LL_by_nikontom


    Funambolo
      La ruota girò ancora una volta, e il favore era tutto il suo; caro Funambolo chiuso nella cisterna. Aveva la fortuna di essere al sicuro, per cui i Lupi non poterono attaccare chi era così ben nascosto. Eppure, quando l'elefante prese a scappare, tutto sembrò dovesse andare a rotoli!

      Almeno finché l'animale, sfondando una parte del muro di recinzione, fece oscillare e cadere la cisterna sul fianco. Catapultato via, il Funambolo si ritrovò a vagare fra piante, tetti di cripte e piccole lapidi. Fino a ruzzolare davanti a un cancello, nascosto chissà dove nel cimitero. Una scritta dorata avrebbe colpito i suoi occhi e la sua anima...

      Sunset Manor.
      Lei era lì. Lui era là.
      La villa.

      Avanti, entra.
    Angolo QM
      Dunque, ricapitoliamo:

      Richard: sei nel cimitero, la tua ricerca continua. La mappa ahimè non sembra dirti niente del cimitero. Come se non esistesse. A parte questo, la tua mezzora corre... corre veloce, e non hai tanto tempo! Cerca una tomba o qualcosa con il nome Phemt, finché non trovi un muro con una targa e sopra quel nome. Quando la troverai, sentirai il Boggart arrivare e dire qualcosa (presumibilmente, l'ultima delle sue frasi). Decidi se nasconderti o tentare il tutto per tutto, sfondando il muro. Pondera bene la decisione.

      Zimmer: arrivate al cimitero, e scopri che nella memoria fotografica del tizio manca alcunché sul cimitero. Inoltre, il coglione di turno rompe qualcosa, fa rumore, e dei lupi poco graziosi e molto incazzati sbucano. Siete accerchiati e - premetto - non sarà uno scontro difficile, dato che sembrano volersi pappare il tizio che ha fatto rumore ;D
      Fossi in te, avrei una mezza idea sul da farsi XD

      Funambolo: bello mio, hai culo XD Scherzi a parte, ho dovuto far scappare l'elefante per portarti in una situazione di netto vantaggio; ho descritto cosa ti accade, quindi sei libero di reagire come ti pare. Se hai passive di resistenza o attive di difesa, puoi usarle per uscirne illeso. Una volta visto il cancello puoi attraversarlo. La villa, però, ancora non si vede ;)

      Piccolo appunto: Zimmer non temere per l'elefante, non l'hai perso. Mi serviva per Dracace, a fine questo lo riavrai per intero XD Fidati. Non ti fidi? Peggio per te :sisi:

      La turnazione è quindi Hylian, Zimmer, Dracace.
      Avete tempo fino a giorno 12^^

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Una Villa Misteriosa
    Il maledetto cimitero

    Narrato
    "Pensato"
    «Parlato di Richard»


    C'è chi dice che l'ottimismo è il profumo della vita.
    Beh, Richard provò ad assaporarlo, quel profumo. E, per un po', fu piacevole, potremmo dire. Il vero problema dell'ottimismo, però, è che quando ti lasci andare, poi è deprimente quando le cose non vanno come si sperava, e ovviamente ci si resta male. Quindi, alla fine, l'ottimismo era solo una premessa alla depressione. E Richard se ne ricordò quando sentì il Boggart parlare di ristrutturazione. "C'ha ragione." pensò, ma questo di sicuro non rendeva meno amara la piccola sconfitta di non aver trovato la villa per primo.
    Di fatto, tanti cari saluti al vantaggio accumulato.
    Dopo una giusta scorta di piante il Djin era comunque riuscito ad arrivare con un margine di vantaggio considerevole, ma sprecato un minuto buono tra le varie imprecazioni nell'aver trovato una casa, si, ma quella dei morti e non del tesoro, aveva preso ad esaminare l'ambiente circostante senza però ottenere nulla. Secondo una mappa, non doveva esserci un cimitero, lì. Quindi doveva esserci un qualche segno che riconducesse al covo del bottino. Eppure niente, nada, niet, zero, solo lo spreco di tutto quel prezioso tempo che lo separava dagli altri predatori, con un timore di venire scoperto sempre crescente ad ogni minuto che passava.
    Un'ultima speranza era sorta quando, più per caso che per meticolosa ricerca, si era imbattuto in quel maledetto "Phemt" inciso su una targa di un muro.

    «Phemt.» recitò, leggendo.

    E poi, come per magia... niente. Niente di buono, almeno. L'ottimismo crollò a pezzettini quando sentì in lontananza l'arrivo del barripede e le ciance di chi lo cavalcava. Una situazione simpatica quasi quanto pestare feci di compagno canino sul marciapiede.
    Desideroso di evitare scontri inutili, si limitò a nascondersi, grosso modo. Nessun accorgimento particolare, in verità, si piazzò dietro il primo ostacolo che era capitato, e nel momento in cui il gruppo di sciagurati fu attaccato dai lupi iniziò a prestar loro progressivamente meno attenzione, fino ad un'equa divisione della stessa tra i tre cui era scappato il "cavallino" e la targa "Phemt".
    Beh, cavolo, ora che c'erano testimoni non poteva più studiarla a dovere, ma qualche sguardo poteva comunque darlo. Cercare di individuare porte segrete, vedere quanto è vecchio quel muro rispetto alla roba che ha attorno ed alle piante, vedere se c'erano lucchetti o pietre sporgenti o qualsiasi sorta di "congegno attivatore"... Boh, qualcosa! Che ne sapeva, lui, di che andava cercato? Magari più tardi avrebbe provato a vedere se si spostava e/o premeva...
    Le uniche cose che sapeva erano che uno, quella pioggia aveva un che di familiare. Una sorta di piacevole retrogusto. Qualcosa tipo... che so... pollo. Sapeva di pollo, quella pioggia. Parola. E due, in genere i lupi non apprezzavano quelli della sua razza, quindi se non faceva cose stupide in teoria non l'avrebbero filato di striscio. Tre, anche se quei lupi fossero stati malati a pensare che lui era commestibile, con quella pioggia escludeva si potesse sentire il suo odore. Soprattutto dopo che aveva sguazzato tra le erbe.
    Bon, era intelligente, ma che ci dovesse fare con quella targa non ci arrivava proprio...
    Morale della storia, "Pessimista" è meglio, almeno non ti fai viaggi mentali che non stanno né in cielo né in terra...


    » Richard S. LeRoy: Djin [Tecnocrate] (Basso: 5% | Medio: 10% | Alto: 20% | Critico: 40%)
    » Fisico: Illeso.
    » Mana: 100%

    » Abilità Passive

    Essenza del Djin del Tuono | Essendo composto di fulmini, ed essendo ovviamente padrone del proprio corpo, Richard può mutare il proprio aspetto a piacimento. Salvo per ritornare alla propria forma originale, questo potere non può comunque essere utilizzato in battaglia (egli sarà comunque in grado di mutare il proprio aspetto, ma ogni mutazione che comporterebbe qual si voglia vantaggio non concordato dai partecipanti non è consentita).
    Anche l'uso in Quest risulta limitato: salvo autorizzazione del Master, Richard non può fruire di quest'abilità per avvantaggiarsi durante la missione.


    » Equipaggiamento

    Cornamusa da Battaglia "Jaggi" | Sitratta a tutti gli effetti di una vera e propria cornamusa, anche se decisamente peculiare. E' concepita e realizzata per essere usata al pari di un martello da guerra, per questo presenta un lungo manico ed una "faccia" da impatto piuttosto grande. Tuttavia presenta alcune delle caratteristiche chiave delle cornamuse, e tali componenti a dispetto dell'apparenza non sono fragili. Non Impugnata.
    Banana da Battaglia | Una Banana. Una GRANDE Banana. Dalla lunghezza di 150 cm, dalla consistenza e dal sapore di una banana quasi matura (di quelle con la buccia ancora un po' verde), viene utilizzata da Richard in battaglia. Non importa quanti danni la banana subisca, non marcirà mai ed alla fine della battaglia tornerà in perfetto stato. Non impugnata.
    Farina di Mais | 10 sacchetti contenenti un kg di farina l'uno. Sembrano inutili, ma... Richard ha un uso anche per questi.
    Rupie d'Argento | Un borsello ben farcito di Rupie d'Argento, una delle monete del regno di Hyrule. Come è giusto che sia, Richard ha un buon uso anche per delle monete.
    Vermilion | Si tratta di un ciondolo di una certa importanza, per Richard. Probabilmente è l'unico oggetto che non ha un uso diretto in battaglia, ma questo monile gli scalda il cuore. Gli è molto caro.
    Borraccia d'Argento | Altro non è che una borraccia vuota. E' dotata di un sottofondo. Ad una normale stima pare non valere molto.
    Mappa di Phemt | Una mappa precisa e dettagliata dei Boschi Silvani, dove sembrano essere riportate persino una per una le specie che vivono in quell'ecosistema e dove è facile incontrarle.
    erbe | Un mix di erbe raccolte seguendo le indicazioni della mappa. Magari potevano avere qualche uso. Alla meno peggio, ci si potrebbe fare una camomilla...
     
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  15. Zimmer
     
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    E a quanto pare, il nostro affezionatissimo Zimmer aveva visto giusto. E ancora, per l'ennesima volta, non aveva dato retta al suo istinto. Quel cretino.
    ”Tu, maledetto pezzo di sterco!” esclamò diretto al loro navigatore personale, che li aveva condotti chissà dove a chissà quale distanza dalla loro meta. Si vedeva lontano un miglio che nemmeno lui sapeva bene dove si trovava. Non che ci volesse un genio per capire che quella non era una villa ma un cimitero eh.
    Ma avete mai provato a distinguerle, una volta ubriachi marci? Ecco, per l'appunto.

    Il rossiccio accompagnò l'insulto con un calcio, e un rumore sordo ne fu il risultato. O forse no? Il tonfo veniva da più in la ed era sicuramente più forte di quello che poteva causare il calcetto di una creatura alta settanta centimetri e qualche tappo di bottiglia.

    No, il rumore veniva dal secondo amante della birra, che si era schiantato allegramente contro una lapide, spezzandola in tronco e riversandosi su di questa, ridendo caustico. Doveva essere bello resistente per spezzare una lapide intera, ma di questo poco ci importa al momento.

    ”Non dovremmo fare rumore... qualcuno potrebbe sent...” il povero schiavo non fece nemmeno in tempo a terminare la frase che un lungo ululato squarciò il silenzio, facendo comparire su quel sipario lapidario delle nuove comparse. Lupi. Tanti lupi. Tanti lupi Incazzati. Sembrava il titolo di un film serie Z.

    Prima che il gruppo potesse rendersene conto, questi amici ferini li avevano già circondati, e già ringhianti come tante fiere si apprestavano a lanciarsi sui nostri affezionatissimi compari.
    I due balordi subito misero mano ai ferri, aprendo il fuoco e facendo strage di rametti, foglie, lapidi, aria.
    O povero ossigeno. Resisti, compagno, arrivano i nostri!
    Di cosa hanno paura i lupi? ”Der Foco!” esclamò a caso Zimmer, estraendo prontamente la pistola e lanciandola teatralmente verso il proprio compare, che lestamente la prese al volo mirando l'istante successivo in mezzo ai tanti occhietti che li fissavano.

    Il nostro Boggart, invece, piantò i palmi delle mani in avanti, con un sorriso che poco di umano poteva avere.
    Bella forza, manco lo era umano lui.

    Comunque: le rune del fuoco incise sui palmi delle mani del Boggart si illuminarono di rosso, scaldandosi e proiettando due colonne di fuoco d'avanti a lui, incendiando l'ossigeno che lo separava dalle creature, mentre il rossiccio muoveva abilmente le mani per creare un anello di fuoco attorno a lui e al proprio schiavo, abbastanza ampio da illuminare buona parte di quell'angolo di cimitero.

    ”Indietro, cani! Voi indietro, o me arrostisce voi e vi cucina con spezie che valgono occhio di testa!” e figuriamoci se la minaccia non doveva avere una sfumatura economica.

    Bhe, a rincarare la dose, l'oliphant fece qualcosa che Zimmer non gli aveva mai visto fare. Scappava. Quell'elefante aveva viaggiato ovunque, nel vero senso della aprola. Aveva caricato senza timore i Tusk del sud, i Golem del nord, i Draghi dell'est. Quei lupi dovevano averlo atterrito davvero.
    Il rossiccio aprì la bocca per protestare verbalmente a quella mancanza di spina dorsale, ma un movimento lo distrasse. Uno dei lupi, forse il più temerario, balzò oltre le fiamme, addentando il piccoletto alla spalla, affondando i denti nella carne coriacea.

    Il povero lupo avrebbe subito staccato la morsa, sputacchiando e bestemmiando in lupese per il pessimo sapore, se il Boggart non lo avesse abbracciato, lasciandosi trascinare e colorandosi di violetto. Mentre la runa del Vesteletale si caricava di energia, le vesti del Boggart si ricoprivano di lunghi aculei affilati come rasoi, ricoprendolo come un riccio e penetrando nel corpo del lupo, tingendone il manto di rosso. A fatica, Zimmer si levò di dosso il cadavere, sputando a terra.

    ”Avanti voi! Avanti! Me ha proprio bisogno di rifare guanti e mantella!” ululò irato, mentre si tamponava la spalla per fermare il sangue.
    23 aprì il fuoco attraverso le fiamme, chissà se avrà più fortuna del duo di balordi, lasciati volutamente a se stessi dal Boggart?

    Stato fisico: Morso alla spalla, sanguinante. Nulla di grave, basta un po di latte +.
    Stato psichico: Vuole farsi dei guanti nuovi. E come biasimarlo.
    Energia: 80%
    Equip:
    Il Guanto
    La Maverik
    23 (companion)
    Oliphant (companion)
    Tech & Passive:

    Vestito per uccidere.
    L'eleganza di un Boggart è commisurata a quanto questa possa uccidere una possibile preda. I berserker Boggart sono famosi per portare cucita tra le vesti una runa speciale che, a comando, trasforma le vesti in un autentica macchina di morte.

    Indovinate chi produceva queste suddette rune, quando era ancora ben accetto nei cunicoli?
    Ecco, Zimm l'ha rubata proprio a lui.

    I comodi e leggeri vestiti di pelle del Boggart si ricopriranno, a comando, di spine e aculei affilati come rasoi, in grado di penetrare nelle carni più avventate che troppo si avvicineranno al povero e indifeso Zimmer. Questa tecnica può benissimo essere utilizzata come dissuasore difensivo (quanti di voi darebbero un morso a un riccio, così, solo per provare?) che come vera e propria arma.
    La morale è: non abbracciate mai un Boggart, a meno che non sia nudo.
    E anche in quel caso non fatelo lo stesso. [Costo medio]

    Barbecue!
    A chi non piace un buon Barbecue? L'aria aperta, le chiacchiere con gli amici, le birre, l'odore della carne che sfrigola... bhe che dire, anche tra i cunicolo Boggart è molto in voga, il giovedì pomeriggio, lasciarsi andare ad un buon Barbecue. Però questo ha fatto sorgere dei problemi: l'assenza di legna da ardere (hanno provato a strappare le radici, ma gli alberi franavano distruggendo diversi cunicoli e non era il caso.) e sopratutto le indicibili emissioni di fumo che, in uno spazio ristretto come le gallerie Boggart, poteva saturare e portare ad asfissia in pochi minuti.
    Bhe, la cultura Boggart ha porto rimedio anche a questi problemi! Grazie a delle speciali rune intagliate direttamente sui palmi delle mani dei così detti Boggart mangiafuoco (o Piromani, nel mondo esterno) questi possono generare un flusso di liquido infiammabile che prende fuoco a contatto con l'aria, miscela esclusiva di fabbricazione Boggart. Questo li rendeva in grado di schizzare un autentica fiammata in un raggio di due metri, abbrustolendo tutto ciò che incontra sul suo cammino. Proprio per questa particolarità, il getto di fuoco non può che durare per pochi attimi (un turno), onde evitare che le mani dei mollicci prendino fuoco da sole.
    E il problema del fumo? Niente paura, anche qui i Boggart hanno trovato una soluzione. Basta non respirarlo.
    Zimmer ovviamente si è fatto incidere le rune sui palmi delle mani in contrabbando, ma nonostante questo riesce a usarle con perizia e sufficiente maestria da abbrustolire la carne della cena, condita con tutti quei poveracci che tentano di truffarlo.
    Effetto collaterale dell'uso: queste rune sono pensate per cuocere la carne, animare feste e rallegrare gli animi. A uso finito, è molto probabile che una lattina di birra gelata faccia la sua comparsa dalle pieghe spazio-dimensionali.
    Le vie della magia Boggart sono infinite.
    Consumo: medio.


    Lingua da mercante.

    Si può dire che sia la sua più spiccata qualità: sapersi togliere dai guai non usando la pistola, bensì l'arte oratoria.
    Anche se il suo vocabolario non è dei più forbiti o la sua pronuncia la più corretta su tutta Endlos, Zimmer è capace di imprimere nelle sue parole un senso di sicurezza e di veridicità che con gli anni di esperienza come mercante è riuscito pian piano ad affinare.
    Sa sempre trovare la parola giusta nella giusta situazione, riuscendo quando è necessario interpretare il ruolo del buffone o quello del serio.
    L'importante è riuscire a convincere gli altri che quello di cui si sta parlando è vero al cento per cento.

    Ovviamente, non avendo poteri paranormali, questo non sarà mai possibile, ma la sua sicurezza e la sua parlantina porterà l'interlocutore ad avere meno dubbi a riguardo, tendendo a fidarsi delle parole del Boggart.


    NOTE:
    Se per il Qm va bene, autorizzo Dracac a usare per un po il mio Oliphant, che comunque lo riconosce come capo gilda e gli può, se serve, fornire assistenza. Non snaturatemelo, vi prego.

    Se è possibile, a fine quest vorrei poter conservare la pelle scuoiata di un lupo XD






     
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41 replies since 28/8/2011, 14:54   683 views
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