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Grifis:..
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--- Anthea Winterstar ---
Narrato
- Parlato -
* Pensato *
Era il momento di regolare i conti, era per questo che si era tornati indietro nella dimora del fantomatico Yoshikage, l'uomo che secondo le loro indagini era stato l'assassino di tutte quelle povere ed innocenti ragazze, Anthea non poteva permetterlo perciò aveva seguito il drago e l'elfo senza esitazione all'interno della sua abitazione... E' così era cominciata la loro "missione"... Scovarlo e fermarlo erano queste le cose principali da fare...
Così finalmente erano arrivati tutti e tre davanti alla casa: Era abbastanza alta, tre o quattro piani circa, non sarà facile a quanto pare farsi strada dentro un'edificio del genere.
Stranamente la porta era già aperta, quella grande di ferro che li separava dall'interno vero e proprio della casa, ovviamente la ragazza ne era altamente sorpresa e questa cosa non faceva altro che farle salire brutti sospetti... Chi lascerebbe mai la porta aperta? Probabilmente è successo solo perché sembra un condominio, una persona con una collezione di mani non sarebbe mai così irresponsabile.
Iniziarono così il loro sopralluogo... A quanto pare il famigerato Yoshikage era lì a giudicare dalle cartelle della posta poste al lato della porta dove risaltava il suo nome scritto, stranamente, con la matita.
- E' qui, non ci sono dubbi... - Aveva detto lei seppure le sue parole forse erano fin troppo ovvie, ognuno poteva vederlo tranquillamente, Grifis aveva proposto la sua idea, ovvero di andare a controllare cosa c'era al primo piano e di trovare la porta delle scale. - Ok, nessun problema! -
Stavolta era convintissima a non far sfuggire il criminale per nessun motivo, la ricerca non era stata lunga e a quanto pare neanche infruttuosa, in fondo il piano non era così grande, e non ci era voluto molto per trovare una porta di vetro da cui dietro si vedevano delle scale che salivano.
- Ragazzi! - Aveva detto lei per attirare l'attenzione degli altri due aviatori. - Direi che ho trovato la porta che fa al caso nostro! - Diceva sorridendo, era impaziente e non aveva aspettato le parole di nessuno semplicemente aveva appoggiato la sua mano alla fredda maniglia della porta e l'aveva provata a spingere in avanti per aprirla, tanto era solo una porta delle scale e non dovevano esserci problemi... Vero?. -
Harium.
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La resa dei conti era vicina.
In quella logorante partita che era durata due giornate, i due fronti si erano dati battaglia in maniera subdola, indiretta. Il compito dell’assassino era quello di depistare le tracce, mentre quello degli investigatori era di scovare gli indizi necessari per battere sul tempo il nemico. Guardie e Ladri, un gioco spensierato tipico dei bambini, si era tramutato in un innegabile e truculenta realtà. Ma ora gli Aviatori erano vicini, tremendamente vicini. Il killer sarebbe stato circondato dalle operazioni congiunte dei militanti di Laputa. Con le spalle al muro, Yoshikage avrebbe fissato degli occhi imperiosi di giustizia. Avrebbe visto le stesse iridi che nelle ultime ore avevano analizzato le sue scene del crimine, gettando anche un sguardo nel passato. Ma sarebbe stato così facile? Un assassino che è sfuggito alle autorità di due presidi doveva avere di certo qualche asso nella manica. Ma i nostri erano pronti a questa evenienza. Erano pronti a portare quell’angolo di mondo verso la retta conclusione.
Passato e presente si ricongiungevano davanti a quella abitazione. Un normale condominio, dopotutto. Terrazzo, viale alberato, finestre. Tutto nella norma. Eccetto quel nome tra le caselle postali.
I tre Aviatori si sentirono più vicini che mai al loro obiettivo.
E ora dove ti nasconderai?
Disse a bassa voce il Drago, forse non sentito dai compagni.
L’androne del palazzo odorava di fogna e il ristagno dell’acqua scoloriva i muri e il soffitto. Quel vecchio edificio di Laputa aveva bisogno di essere ristrutturato, essendo in condizioni pressoché fatiscenti.
Grifis suggerì di ispezionare ogni piano alla ricerca del loro obiettivo. Anthea si diresse alla ricerca delle scale, che trovò poco dopo, segnalandone la presenza ai compagni.
Harium si voltò verso di lei e mentre camminava vide che la sua piccola mano stava abbassando la maniglia della porta. Il Sesto Senso dell’Astro era attivo e stava scandagliando l’edificio alla ricerca di qualche presenza. Grazie al suo potere, poteva scoprire quante persone si trovavano nel condominio e quale fosse la loro posizione. Se avesse trovato qualcosa, lo avrebbe segnalato ai compagni, per indirizzare le ricerche verso le tracce energetiche percepite.SPOILER (clicca per visualizzare)Mente Spettroscopica
La mente di Harium possiede un sonar energetico che gli ha permesso di orientarsi nell'Universo captando le energie circostanti. Tuttora il drago possiede questa abilità che gli permette di sentire la presenza e la posizione di energia in qualunque forma essa si presenti nel raggio di 30 metri. Il personaggio riesce ad analizzare il tipo di energia avvertita e l'intensità della stessa attraverso questo Sesto Senso.
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Grifis:..
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--- Anthea Winterstar ---
Narrato
- Parlato -
* Pensato *
Troppo improvviso, troppo difficile da prevedere... Troppo e basta insomma.
Nessuno le aveva detto di stare attenta, in fondo era un semplice appartamento dove vivano anche altre persone, di sicuro Yoshikage non poteva mettere a rischio anche gli altri residenti o l'avrebbero scoperto tutti, no?
Speranze... Solo speranze erano quelle che nutriva, infatti Anthea riguardo quella situazione non si aspettava certo di trovare una bomba azionata dalla maniglia e non aveva neanche capito subito quanto stava succedendo fino a quando non si era ritrovata a volare all'indietro.
Era stato tutto troppo veloce ed improvviso: Il freddo metallo della porta era diventato tutto ad un tratto caldo, forse troppo caldo ma non abbastanza da far presagire quello che sarebbe successo dopo, poi solo un rumore sordo ed un dolore lancinante su tutto il corpo.
Quell'immenso dolore era durato ben poco, si era affievolito in un'istante mentre lei aveva preso a volare ad una spaventosa velocità all'indietro, aveva ancora un corpo? Non avrebbe saputo dirlo, non se lo sentiva più, sentiva solo la sua testa volare via e il vento andarsi a scontrare con la sua faccia in faccia in modo violento.
In realtà per quanto malconcio era il corpo c'era sempre, solo che ormai era molto più difficile da sentire visto il dolore che aveva ripreso di nuovo a scorrere, era caduta contro qualcosa, non avrebbe saputo dire cosa, non in quel momento almeno... La sua vista si stava annebbiando e già cominciava a non vederci più niente.
- H... Harium? -
La prima cosa che le era venuta in mente, sapeva che lui in un momento del genere sarebbe sicuramente venuto, la ragazza non aveva modo di vederlo ma anche l'aggeggio sulla sua spalla era diventato ormai un rottame, metà della sua vita se n'era andata mentre l'altra metà sembrava essere ancora lì quasi per miracolo.
Stava morendo? Non avrebbe mai pensato che sarebbe mai successo eppure non si sentiva particolarmente triste.
Credeva di poter sopravvivere? Può darsi.
Come c'era anche la possibilità che non aveva ancora ben capito quello che le stava succedendo...
Cercava di muovere il braccio ma questo rimaneva incollato al pavimento, alzarsi le risultava impossibile ed il suo corpo non rispondeva ad alcun stimolo... Non sapeva più cosa pensare, sarebbe morta davvero quindi?
Stavolta quel pensiero le aveva fatto paura, molta paura ed una piccola lacrima le era andata a scendere verso le guance.
Stava morendo davvero? Non lo sapeva ma non voleva chiedere conferma a nessuno, anche in quel caso sarebbe tornata ne era sicura... Credeva nella reincarnazione dell'anima e questo pensiero la faceva stare un po' più tranquilla, anche se la sua esistenza era sempre stata per metà dannata probabilmente almeno questo gliel'avrebbero concesso.
Avrebbe voluto asciugarsi quella lacrima ma il corpo non rispondeva, il dolore si stava affievolendo di nuovo insieme ai suoi sensi.
- H-Harium... Mi dispiace di non essere di alcuna utilità... - Diceva evidentemente triste verso quello che si supponeva essere il drago.
- Avrei voluto vedere di nuovo le stelle con te... - Diceva con un piccolo sorriso, in effetti quella era una delle poche passioni che aveva la ragazza, questo era l'ultimo pensiero che aveva espresso, anche la bocca cominciava ad essere pesante e comunque non trovava parole per scusarsi di essere stata così avventata.
Era partita con l'intento di portare giustizia ma le cose a quanto pare erano andate comunque storte.
"Sarebbe tornata" Era questo quello che continuava a dirsi nella testa e ci credeva veramente, perlomeno sperava che quella piccola preghiera le venisse esaudita, non aveva mai chiesto nulla agli Dei ma in questo momento aveva un disperato bisogno di loro.. -
Harium.
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Every Teardrop is a Waterfall. Innumerevoli auree popolavano l’edificio, tutti quanti erano umani. Alcuni possedevano un’energia vitale sbalorditiva per dei comuni civili, altri emanavano solo una stilla di vitalità. Questi dati discordanti affollavano la mente del Drago, che si stava chiedendo che senso potesse avere tutto ciò.
Ma molto spesso la vita è insensata, priva di apparente logica. Gli eventi più inaspettati ti travolgono come una slavina e tutto ciò che puoi fare è subire da vittima o assistere da testimone. I pochi esseri che si oppongono alle angherie della vita, i cosiddetti eroi o paladini della propria anima, si accorgono presto o tardi che i loro sforzi sono inutili.
Inutili come soffiare controvento.
Ma gli eroi continueranno a soffiare controcorrente, ad opporsi al Destino avverso, finché avranno la forza necessaria per ergersi contro gli eventi della vita.
Finché ci sarà qualcuno a credere in loro.
Ma non era quello il giorno. Quella giornata si era tramutata in una tragedia. Improvvisamente, in un battito di ciglia, nell’arco di tempo di una singola, impetuosa deflagrazione.
Le orecchie non sentivano più, assordate dal roboante scoppio.
Gli occhi si chiudevano, in un riflesso automatico delle palpebre per preservare l’integrità delle cornee.
La mente era confusa, affollata di pensieri e di sensazioni disorientanti.
Eppure il corpo dell’Astro si mosse.
Si posizionò in maniera inconscia, con le braccia aperte, in ricezione. Perché tra tutti i pensieri che sfrecciavano nella sua testa, uno solo riuscì a prevalere su tutti.
Anthea!
Harium afferrò la ragazza sbalzata dall’onda d’urto alla cieca, muovendosi per istinto. Le sue forti braccia draconiche accolsero nel loro accogliente abbraccio quella povera ragazza orrendamente ferita. La sua epidermide si macchiò del sangue della giovane, ma ciò non aveva importanza. Senza pensarci due volte, il Drago portò la ragazza fuori dall’edificio, lontano da quel covo di morte.
Mentre reggeva la ragazza, parlò rivolto al ciondolo che portava al collo. Era un frammento di AI, un oggetto di comunicazione in dotazione agli aviatori. Si mise in contatto con il quartier generale, e parlò in fretta rivolto alla pietra magica.
Parla l’aviatore Harium. Abbiamo un ferito alla città bassa, ripeto: abbiamo un ferito. Mandate dei rinforzi!
Parlò a perdifiato ed in maniera concitata mentre correva fuori dal palazzo. Arrivò nel giardino e poggiò delicatamente il corpo di Anthea sul prato antistante il condominio. Fu allora che sentì l’aviatrice chiamare debolmente il suo nome. Il volto della ragazza venne rigato da una lacrima di tristezza.
L’Astro s'inginocchiò al fianco della compagna, commosso e spaventosamente consapevole che la fine era vicina. Il Sesto Senso del Drago, che lo aveva aiutato in più di un’occasione, dandogli sempre una percezione in più della realtà, questa volta sembrava opporsi ai suoi desideri. Percepiva chiaramente che l’aura di Anthea stava calando vertiginosamente, ma per una volta non voleva crederci. Voleva abbandonarsi alla convinzione che la ragazza ce l’avrebbe fatta, che i soccorsi sarebbero arrivati di lì a poco.
La flebile voce dell’aviatrice espresse con tristezza un profondo rammarico, radicato nell’anima di Anthea. La ragazza pensava sempre di non essere in grado di fare determinate cose e aveva poco fiducia in sé stessa. Si scusava spesso con gli altri e si rimproverava di non essere stata d’aiuto. Il Drago la rassicurò, con la voce rotta dal pianto.
Non è vero Anthea, tu mi hai fatto coraggio durante queste indagini, mi hai aiutato a portare questo peso. L’abbiamo sorretto insieme… ieri notte abbiamo fatto una promessa! Avevi detto che avremmo combattuto insieme, aiutandoci vicendevolmente contro quel MOSTRO. Ti prego non andartene, resisti…
Il Drago stava versando lacrime amare. Ogni goccia che lambiva le sue gote era gravosa come una cascata.
Già, come una cascata.
Era proprio nei pressi di una cascata che i due aviatori si erano conosciuti. Lui, fiero dragone che sorvolava le vette dell’Est, e lei, mezza-demone rinnegata dalla sua gente e inviata in una dimensione troppo crudele.
Loro, insieme, chiamati dal Fato nell’ordine dei Liberi Aeris Milites, per mostrare al mondo un po’ d’idilliaca giustizia, di cui si parla tanto in modo altisonante, ma che in concreto manca ovunque.
La Giustizia, se fosse esistita veramente, non avrebbe permesso che una giovane venisse uccisa così brutalmente. Non avrebbe permesso a Kira di seminare lutti in tutti i presidi. Non avrebbe permesso che Harium vagasse per miliardi di anni nello spazio siderale, senza patria e senza futuro.
Un’ultima stella si accese debolmente sul volto di Anthea, mentre pronunciava le sue ultime parole.
Gli Astri del cielo erano così belli visti dal basso. Scrutando verso nuovi mondi e infiniti orizzonti, anche la ragazza avrebbe trovato un luogo da chiamare casa, un posto che l’avrebbe accettata per quello che era.
Con il volto ancora stravolto dal pianto, Harium bisbigliò all’orecchio dell’aviatrice, per essere sicuro che lei sentisse una voce amica mentre lasciava questo mondo.
Anthea, grazie per la tua compagnia. Grazie per essere stata coraggiosa, per aver accettato di difendere i deboli e gli innocenti. Il tuo sacrificio non sarà dimenticato. Grazie di essere esistita, sono sicuro che ci rivedremo un giorno. In un altro luogo. In un altra vita...
Sentì sulla pelle l’ultimo respiro di Anthea. L’ultimo battito del suo cuore umano risuonò come un sordo eco.
Harium si alzò in piedi, sconvolto dal dolore della perdita. Sentiva un vuoto dentro di sé, come se la ragazza si fosse aggrappata ad un brandello della sua anima prima di andarsene. Se così era stato, lui gli avrebbe concesso volentieri il suo spirito, se ciò la poteva confortare nel viaggio verso l’aldilà.
Il libro della vita di Anthea Winterstar si chiudeva quel giorno. L’ultima pagina recava una gocciolina nell’angolo del foglio.
Una lacrima di Drago.
Harium levò il muso verso il cielo. E ruggì.
Fu un latrato di dolore, che giungeva dal profondo dello spirito. Harium gridava contro il cielo, gridava contro il dolore della vita e la tristezza dell’esistenza.
Ma soprattutto rinnovava la sua promessa.
Ora che la lista delle vittime di Yoshikage Kira si era allungata di un nominativo, il Drago Cosmico non poteva più starsene con le mani in mano.
Se non esisteva la dea Iustitia, era giunto il momento di crearla.
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Grifis:..
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Harium.
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Quando il suo Sesto Senso gli comunicò che la vita di Anthea si era spenta prima dell’arrivo dei soccorsi, l’Astro sospirò profondamente, quasi a voler lasciar uscire tutta la sua malinconia.
La tristezza lo pervadeva ancora, ma nei recessi del suo animo stava andando a formarsi una nuova prospettiva.
Vendetta.
Vendetta.
Vendetta!
In quel covo di morte che si ergeva nella periferia di Laputa, si nascondevano di sicuro altre insidie. Se la maniglia conteneva una trappola, probabilmente anche altri oggetti nascondevano tali pericoli. Quello che prima sembrava un normale condominio malridotto, si presentava ora come un’inespugnabile fortezza minata. Harium rifletté sulla situazione.
Devo aguzzare l’ingegno. Pensa Harium, pensa! Dove potrebbero esserci altri ordigni? Si troveranno in punti strategici, per incastrare qualche intruso ma facendo in modo che i residenti non vengano colpiti. Possibile che tutte quelle persone si ricordino a memoria l’ubicazione di tutti gli ordigni? Non è più probabile che gli oggetti siano contrassegnati da qualcosa di facilmente riconoscibile per chi conosce il codice segreto, ma ignorabile per un avventore qualunque? In più, i punti di passaggio obbligato dovrebbero esserne sgombri, in quanto un complice del dinamitardo, pur sapendo l’ubicazione della bomba, non sarebbe in grado di evitarla con un salto…
Poi un’altra idea fulminò la mente del Drago, assorta in machiavelliche meditazioni.
E se stessi sbagliando dando per scontato troppe cose? Chi lo dice che le bombe non siano programmate per esplodere in vicinanza di estranei?
È tutto troppo rischioso, come posso fare?
I dubbi e le insicurezze vennero spazzate via da una solinga e virulenta convinzione.
Il delitto di Anthea non deve rimanere impunito.
Volse lo sguardo per un’ultima volta verso il corpo senza vita dell’aviatrice. Vide all’orizzonte dei grifoni in volo che a breve sarebbero giunti sul luogo. Il suo dovere era continuare la missione, ai funerali e al lutto avrebbe pensato in seguito, covando fino a quel momento tutta la tristezza e la commozione.
Riposa in pace.
Camminò verso l’entrata del palazzo, percorrendo un viottolo privato. Lo sguardo di Harium si soffermò sui candidi ciottoli ornamentali disposti lungo il tragitto. La ghiaia fece venire allo Spettro una geniale idea.
Si chinò per raccogliere molte manciate di sassolini, con cui si riempì la bisaccia. Dopo averla riempita, ritornò nell’atrio dell’esplosione. Le pareti erano annerite in corrispondenza della detonazione, c’erano tracce del sangue versato da Anthea e diverse spaccature nel pavimento. Non vi era traccia di Grifis.
Concentrandosi, il Drago riuscì a percepire l’aura dell’aviatore verde qualche metro sotto. Probabilmente il pavimento era crollato e il suo compagno si trovava intrappolato nel seminterrato. La sua aura non era particolarmente disturbata, segno del fatto che non era in pericolo. Harium continuò in solitario, avendo notato che per il momento sembrava impossibile aiutare Grifis. Attraversò l’atrio facendo attenzione a passare per le piastrelle precedentemente calpestate: le bombe potevano annidarsi ovunque.
Il suo Sesto Senso era più acuito che mai, nel tentativo di decifrare le fonti energetiche emanate dagli oggetti che potessero essere ordigni.
Arrivò davanti alle scale. Della porta non era rimasto niente; solo un vano sformato indicava che un tempo c'era un uscio in quella posizione. Pazzesco come un atrio potesse diventare un inferno da un istante all’altro. Se solo Anthea avesse… No, non doveva pensarci. Doveva farsi forza e proseguire.
Gli scalini marmorei salivano verso il primo piano, disposti in due rampe separate da uno breve spiazzo. Il corrimano arrugginito completava il quadro surreale.
Consapevole del fatto che ogni centimetro poteva celare la fine, Harium mise una zampa artigliata nella bisaccia e lanciò una manciata di ghiaia davanti a sé.
Come un invitato ad un matrimonio getta il riso sui novelli sposi, allo stesso modo l’Astro lanciava i ciottoli sulle scale. La similitudine tra le due situazioni finiva qui, in quanto il clima di tensione e sofferenza era l’esatto opposto all’atmosfera festaiola tipica delle nozze. La motivazione di questo gesto è presto detta: eventuali esplosivi sarebbero esplosi a vuoto al contatto con i sassolini.
Dopo aver testato la sicurezza della scalinata gettando sassi ovunque potesse passare, Harium passò con fare circospetto, senza abbassare mai la guardia.
Giunse al primo piano, popolato da dieci persone, già percepite dal suo occhio mentale. Di questo gruppo, un trio di persone mostrava una forza vitale straordinaria, atipica.
Non si trattava di semplici civili.
Che siano scagnozzi del killer? In questo caso, loro sono in vantaggio numerico e la loro forza è considerevole.
Se non si rivelassero nemici, potrei chiedergli la posizione del bersaglio.
Le circostanze impongono cautela: sono nella tana della vipera, meglio tenere un basso profilo.
Harium si nascose dietro un mobile abbandonato nel corridoio del piano, solo dopo aver lanciato preventivamente un’altra manciata di sassi presi dalla bisaccia. Il Drago attese che una delle persone percepite venisse allo scoperto, per mantenere il vantaggio dell’effetto sorpresa.
Anche se l’esplosione dell’atrio li avrà già messi in allarme…
Lo scontro fisico sembrava avvicinarsi e la magia fremeva nelle vene dell’Astro. Rimase nascosto dietro al grosso armadio abbandonato, raccogliendo le energie e concentrandosi su di un’altra esplorazione mentale dell’edificio.
Forse concentrando tutte le sue energie in una singola analisi avrebbe potuto scoprire qualcosa con il suo Sesto Senso, qualcosa che prima gli era sfuggito.
Chissà se le pareti gli avrebbero ancora parlato, com’era successo il giorno prima a Sequerus…. -
Grifis:..
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Lentamente, la ragazza riprese conoscenza, e questo -insieme all’arrivo dei rinforzi- fu sufficiente a rendere il Nibbio già un po’ più tranquillo: ora che Yoko li aveva raggiunti, il biondino sarebbe stato propenso a lasciare la loro esca in un posto sicuro e proseguire le indagini per rimettersi sulle tracce del misterioso tipo che li aveva condotti fin lì, ma... prima ancora di aver modo e tempo di esporre il suo pensiero alla Volpe, la giovinetta si era già rimessa -incautamente- in movimento.
L’uscita della stanza passava attraverso due porte, ma loro non ebbero bisogno alcuno di vagliare e scegliere la strada da seguire: la presunta presenza di una sorta di strano felino sulla soglia di destra la respinse al punto da spingerla verso l’uscio di sinistra; perplesso, il Sergente rivolse uno sguardo interrogativo al Magister, poi si strinse nelle spalle, e si affrettò a seguire la ragazzina per sincerarsi che non finisse in qualche altro pasticcio.
L’incuria e le esplosioni avevano -forse- lasciato la palazzina in uno stato di degrado, abbandono e decadenza tale da presentare crolli in più punti, così -per evitare le ostruzioni dovute alle macerie- il terzetto si risolse a cercare una possibile via di uscita al piano sottostante; là, un foro in una parete immetteva in una stanza piuttosto male in arnese.
Ryusang tese l’orecchio, alla ricerca di tracce che potessero smascherare una qualche minaccia, e ne sentì provenire strani rumori che non riuscì ad identificare; in attesa di capirci qualcosa di più, avanzò all’interno e gettò un’occhiata attraverso le larghe crepe nelle pareti.. -
Harium.
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L’attesa fu snervante.
Passarono i minuti e il silenzio gravava su quel piano come un macigno. Harium era nascosto dietro il mobile, con il fiato sospeso. Il cuore batteva all’impazzata e lo stress aumentava costantemente.
Poi all’improvviso ci fu la svolta. Un verso animalesco richiamò l’attenzione dell’Astro, che sbirciò il corridoio antistante.
E lo vide.
Vide il rettile gigante che aveva assassinato le donne e poi era fuggito.
Vide il sicario che usciva allo scoperto dalla sua tana.
Vide il carnefice di Anthea.
Il Drago poi non vide più, accecato com’era dalla rabbia. Il suo corpo si mosse in autonomia, guidato dalla furia istintiva. Uscì dal suo nascondiglio e scattò verso il nemico ad una velocità pazzesca. Tutto merito della magia, che permise al Drago di avvicinarsi in un battito di ciglia alla creatura verde. Quando fu abbastanza vicino, avrebbe menato un fendente con il rostro del gomito destro, affilato come una sciabola. Il colpo era diretto al collo dell’animale e se fosse andato a segno avrebbe sgozzato quella bestia immonda.
Annega nel tuo sangue, assassino.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato fisico: illeso
Stato mentale: vendicativo
Energia: 100 – 5 = 95%
Armi naturali:
- 5 artigli su ciascuna mano, lunghi ciascuno 10 cm, affilati come rasoi e molto resistenti.
- 2 speroni, uno per gomito, lunghi 25 cm, possiedono le stesse caratteristiche degli artigli.
Passive:
Mente Spettroscopica
La mente di Harium possiede un sonar energetico che gli ha permesso di orientarsi nell'Universo captando le energie circostanti. Tuttora il drago possiede questa abilità che gli permette di sentire la presenza e la posizione di energia in qualunque forma essa si presenti nel raggio di 30 metri. Il personaggio riesce ad analizzare il tipo di energia avvertita e l'intensità della stessa attraverso questo Sesto Senso.
Attive utilizzate:
DislocazioneCITAZIONEAli ha ciascuno al core ed ali al piede,
né del suo ratto andar però s'accorge:
ma, quando il sol gli aridi campi fiede
con raggi assai ferventi e in alto sorge,
ecco apparir Gierusalem si vede,
ecco additar Gierusalem si scorge;
ecco da mille voci unitamente
Gierusalemme salutar si sente. - Torquato Tasso
Accumulando le energie nelle gambe, il Drago può muoversi a velocità altissima nel raggio di 5 metri. Veloce come il vento, letale come la tempesta.
Consumo: basso
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Condividesti appieno il pensiero che sorse spontaneamente nella testa di Ryusang: mettere prima di tutto al sicuro la ragazza. Aveva già rischiato fin troppo al primo tentativo, non avevate certo molta voglia di andare a bussare -o peggio, sfidare- ancora una volta la fortuna...
Premure sprecate, tuttavia, esattamente come già era successo non molte ore fa: non volle sentire alcuna ragione, tant'e che non appena riprese i sensi si mise immediatamente all'opera alla ricerca dei suoi mancati assassini. Sorse spontaneo un altro quesito, nei tuoi pensieri: aveva una ben che minima coscienza di quello che le era appena successo? L'aveva rimosso, non se ne era neanche mai resa conto, o la sua determinazione era tale da superare persino un incontro diretto con la morte?
Una cosa era certa: quella ragazzina non era normale.
Ti domandasti in che modo riuscì a percepire la presenza di quella strana creatura, estranea sì ai tuoi occhi, ma non certo ai sensi della tua magia: vi era qualcosa, da quella parte... riuscisti a distinguerlo abbastanza chiaramente. E non ti piacque per niente.
Il silenzio fu la risposta che rivolgesti allo sguardo interrogatorio del Nibbio, un silenzio dubbioso e prudente; quella ragazzina... eravate sicuri che non fosse in qualche modo coinvolta o più profondamente legata alla vicenda? Al di là delle vittime familiari, si intende.
Non avevate molta scelta, in ogni caso: vi avviaste lungo l'unico percorso che si presentava come apparentemente sicuro, ritrovandovi a dover scendere obbligatoriamente di un piano. La sala di arrivo raggiunta al termine del percorso non parve tuttavia condurvi al cospetto degli individui ricercati, ma... quei suoni non poterono far a meno di attirare la vostra attenzione.
L'oro dei tuoi occhi vide il giovane biondino avviarsi immediatamente a sbirciare lungo le fessure delle pareti, istintivo come suo solito. Diversa fu di conseguenza la tua scelta, che ti spinse più prudentemente a restare vigile ed in attesa per qualsiasi tipo di novità.
Se mai ve ne fossero state al di là della parete, gli occhi cerulei del Nibbio sarebbero stati sicuramente ben più che scaltri nel catturarli e comunicarteli; dal tuo canto, invece, le tue attenzioni sarebbero state rivolte a tutto il resto: scenario circostante, ragazzina, e parete stessa.
Eravate stati colti alla sprovvista una volta, non sarebbe dovuto succedere ancora.SPOILER (clicca per visualizzare)Elenco passive possedute:
Fioritura del Loto
Avete mai osservato una persona suonare il pianoforte? E’ come se le mani del pianista appartenessero a due individui totalmente differenti; ciascuna nel suo piccolo produce la sua elegante melodia, pulita e distinta. Insieme, invece, formano un’incantevole meraviglia per l’udito.
L’idea di tale potere magico, peculiarità che solo un individuo totalmente votato alla magia avrebbe mai potuto realizzare, consiste proprio nel riprendere questo principio. La capacità di scindere in maniera perfettamente pulita la corrente magica che attraversa il proprio corpo, ha permesso al demone-volpe di saper richiamare e maneggiare due incantesimi differenti nello stesso istante. Due eleganti e distinte magie, che combinate in un unico incanto sono capaci di dar vita ad una spettacolare melodia.
In termini di gdr, il potere passivo permette di richiamare due differenti incantesimi contemporaneamente, facendo assorbire ad uno l'altro, riconfigurandone gli effetti per la rimodellazione di una particolare tecnica che presenterà le caratteristiche di entrambi.
Il consumo e la potenza della magia finale saranno dati dalla somma delle caratteristiche delle due tecniche di base.
Il potere ha effetto solo su tecniche di consumo basso e medio, e non potrà mai legare insieme tecniche fisiche e magiche.
Fioritura del Loto II
Per lungo tempo la Volpe ha dedicato le sue risorse allo studio delle trame magiche. Dopo esser riuscito a scindere univocamente le correnti energetiche che attraversano il suo corpo, il suo principale intento è stato quello di riuscire a trovare una chiave che gli permettesse di legare i suoi incantesimi con quelli dei suoi compagni. Grazie ad approfonditi ed avanzati esperimenti, il demone argentato è ora in grado di riconoscere in un tempo estremamente ridotto l'essenza stessa che anima le magie, riuscendo dunque a modificare i suoi incanti in modo che siano in grado di intrecciare la loro trama magica con quella degli alleati, assorbendoli e dando loro una nuova forma e forza.
In termini di gdr, questo potere permette a Yoko di estendere la Fioritura del Loto anche ad incantesimi appartenenti ad alleati. Per fare ciò, ovviamente, sarà necessario il consenso da parte dell'altro giocatore.
Percezione Magica
La magia è ben più che una passione per la Volpe. Pochi possono vantare una conoscenza così premurosamente approfondita, al punto da riuscire ad individuarla con una naturalità disarmante.
Peculiarità del demone-argentato è infatti quella di essere in grado di percepire la presenza di trame magiche nell’aria, riuscendo ad identificarne la tipologia (elementali, evocazioni, illusioni), definendone la gravità (imminente, distante) ed il pericolo (alto o basso livello). Se l'incantesimo rientrerà in un raggio di 5 metri attorno alla Volpe, sarà in grado di identificarne la direzione od il raggio ricoperto.
Nota: identificazione generale, non riconosce l'effetto della magia ma riesce solo a classificarla secondo quei parametri.
Esempio: se davanti a Yoko è presente un'illusione, lui non riesce a capire quale o cosa sia, ma solo che c'è ed è di un certo livello
Riserva Energetica
Fra le più disparate caratteristiche che avvolgono il mondo di Endlos, senza dubbio una delle più care ed immediatamente percepite dal demone d'argento è la differenza di potenziale energetico richiesto per richiamare i suoi incantesimi. Per favoreggiare la sua innata passione, dunque, è stata premura della Volpe sottoporre la sua riserva magica ad un duro allenamento, permettendogli non senza fatica di oltrepassare i limiti normalmente imposti.
In termini di gdr, la passiva consente a Yoko di avere un 10% aggiuntivo in mana, arrivando dunque al 110%.
Mente Inviolabile
Temuto ladro nel Mondo del Makai, rispettato Elessal Artis Doctus nel regno di Celentir.
La Volpe d'Argento, Demone dalla forte esperienza e dalla prorompente personalità, è uno Spettro che difficilmente abbasserebbe
di buon grado il capo a qualcuno. Il suo sguardo, ora scaltro e sereno, nasconde solo apparentemente la sua innata natura demoniaca,
predominante aspetto del suo carattere che lo porta a fronteggiare qualsiasi individuo senza che questi possa influenzarlo o condizionarlo in alcun modo.
In termini di gdr, la passiva rappresenta una difesa dalle malie.. -
Grifis:..
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Uno sguardo ceruleo nel buio gli restituì dettagli sfuggenti e frammentati dell’uomo del mistero, elementi che potevano essere tanto d’aiuto quanto inutili e ingannevoli, se filtrati attraverso la lente falsata dalla penombra, o distorta dai suoi sensi sottoposti ad un’infinità di possibili variabili... tutte cose che non contribuivano certo ad individuare il giusto bersaglio su cui scaricare le intemperanze del suo temperamento irruento.
Se avesse potuto esser certo di ciò che aveva visto, il Nibbio avrebbe azzardato che si trattava di un vecchio: un vecchio signore in abito elegante, con i capelli canuti e impomatati; ma, non se la sentiva di sbilanciarsi troppo sentendosi incontrovertibilmente certo di qualcosa.
Vista la delicatezza della situazione, anche uno come lui -uno del tipo “elefante in una cristalleria”- arrivava a capire che per riuscire a sbucare da qualche parte in quella strana indagine bisognava usare cautela.
L’unica cosa di cui poteva dirsi piuttosto sicuro, era che il fuggitivo stava dirigendosi ad una porta -probabilmente diretta al secondo piano (facile ipotizzare che stesse cercando di dileguarsi!)-, e che oltre alla pistola, reggeva in mano anche un... un... un qualcosa che lo costrinse a ridurre gli occhi a due fessure per la sua bizzarria: era stato come vedere due braccia quasi sovrapposte...
« Ehi, tu, coso...! »
urlò alla sagoma in fuga
« Fermo dove sei! »
» C'E' QUALCOSA NELLA STANZA! «
Il biondino fece per gettarsi all’inseguimento, quando l’urlo improvviso della loro giovane esca gli strappò un sobbalzo, congelandolo sul posto; poi, qualcosa gli urtò la gamba assestandogli una bella botta che lo costrinse a stringere i denti per non lasciarsi andare in imprecazioni assai ben poco fini ed eleganti.
Abbassare lo sguardo per trovare l’origine di quella seccatura fu puro istinto, ma Ryusang riuscì a mettere a fuoco quel che lo aveva colpito solo quando questi si arrestò al centro della stanza... e quel che vide lo lasciò abbastanza perplesso: sembrava una qualche sorta di macabro giocattolo, un’automobilina decorata da un teschio che continuava a blaterare sempre la stessa frase “Look at My Way”.
» Quello che avete davanti a voi si chiama Sheer Heart Attack.
Non so come avete evitato le mie trappole esplosive, né come siete arrivati lì con quella ragazzina... Voi LAM siete sempre un problema per me, sempre.
E avete anche la faccia tosta di entrare qui, in casa mia.
Sheer Heart Attack... uccidili.Uccidili tutti. «
L’aggeggio si mise in movimento con rapidità, ma anche il Sergente fu svelto; dopotutto, per fare quel che intendeva, aveva bisogno di poco sforzo e quasi nessuna preparazione: sollevò una mano in direzione del rumoroso affare che puntava su Yoko, e mosse appena un poco il polso, come se da quella distanza potesse schiacciarlo. Curioso come -senza esercitare la minima pressione- il vuoto d’aria così ricreato dal biondino nella zona circostante potesse riprodurre in potenza lo stesso effetto. Quel coso con le ruote avrebbe dovuto restare fermo e immobile, incapace di muoversi.
Beh, adesso basta però: Ryusang ne aveva piene le tasche quanto le scatole di quella situazione e di quello squilibrato. Era l’ora di scuotersi e fare qualcosa. Qualsiasi cosa. L’indagine era cominciata si e no da qualche ora, e il Nibbio era già stufo di farsi sballottare qui e là dagli eventi come una banderuola; era il momento di far capire a quel tizio -chiunque fosse- che non poteva andarsene in giro a fare quello che voleva nella loro città.
Doveva mandargli un qualche segnale.
Com’è che faceva Gain a far funzionare l’intimidazione?
Ah, sì... Provocazione e Aggressività.
« Oh... e così noi LAM ti diamo fastidio...? »
scandì con a voce alta, tagliente e canzonatoria per il disprezzo che lo pervadeva
« Vieni a dirmelo in faccia, cagasotto. »SPOILER (clicca per visualizzare)Status Fisico: Caviglia dolorante
Status Mentale: Attaccabrighe
Energie Residue: 110% - (5%) = 105%
Void Echo: Una delle più semplici applicazioni del potere derivante dall’affinità con l’etere, rende possibile far decadere gli elementi o annullare attacchi che necessitano di interazione con l'aria semplicemente rarefacendone i componenti presenti.
Consumo:Variabile> Basso. -
Harium.
User deleted
Nel tempo di una decisione tutto può cambiare.
Cambiò il modo di interpretare la realtà.
Cambiò la collocazione dei Giusti e dei Rei.
Ma soprattutto cambiò il corpo di quel dinosauro.
La testa mozzata divenne quella di un ragazzo, così come il corpo rettiliforme divenne quello di un umano.
La furia cieca del Drago lo aveva portato ad uccidere un ragazzo innocente, come lo era Anthea. In nome di una vendetta, aveva superato il confine imposto dal raziocinio per tuffarsi nell’errore.
Ma fortunatamente poteva ancora fare qualcosa. La sua natura di Drago delle Origini gli permise di percepire l’anima sofferente del ragazzo appena ucciso. Attirò lo spirito verso di sé, per poi accogliere nella sua mente quell’anima inquieta e strappata alla vita.
Avrebbe consolato quell’anima, cullandola in un dolce giaciglio incorporeo.
In fin dei conti, quella morte poteva essere vista come una liberazione. Ora quel ragazzo era libero dalle grinfie dell’assassino che abitava quella casa.
Quando quell’incubo sarebbe finito, Harium avrebbe riportato in vita il ragazzo, per ridargli indietro l’esistenza che aveva malamente estirpato. Così avrebbe potuto vivere di nuovo, lontano dalla follia criminale. Nel frattempo, avrebbe accolto quello spirito presso di sé, come monito ad agire con più prudenza.
Alle sue spalle si frantumò una porta e da essa fuoriuscì un bestione tricorno. Una voce indistinta gli urlò di correre e l’Astro, oppresso e frastornato dalla piega degli eventi, non poté far altro che seguire il suggerimento. Attraversò di corsa il corridoio; il triceratopo accorciava sempre di più la distanza.
Giunto in fondo, la voce gli disse di saltare dentro il condotto dell’ascensore. Harium balzò spalancando le ali eteree per ampliare il salto. Venne colpito di striscio alla schiena e il contraccolpo lo portò ad aggrapparsi al bordo del piano successivo.
Il dinosauro precipitò nel buio, mentre l’Astro sentì una mano (amica?) che tentava di aiutarlo.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato fisico: contusione alla schiena
Stato mentale: confuso
Energia: 95%
Passive:
Mente Spettroscopica [Auspex raggio 30 metri]
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