[LAM] Amor e ’l cor gentile sono una cosa.

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  1. Virginia Naïlo
     
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    -... e capisci che infondo non potevo fare altro, no?

    A parlare fu una ragazzina forse poco più che quattordicenne alla soglia di quella struttura chiamata Albero Casa. Indossava dei singolari paramenti sacerdotali, di un blu sì acceso ma tuttavia rilassante, esattamente come il velo della Madre. Camminava a passo spedito, distribuendo sorrisi a chiunque posasse gli occhi su di lei, augurando loro tutto l'amore e la gioia possibile, diversamente dal suo compagno di viaggio, scuro e silente -era solo molto timido!- nel suo abito nero, volto indecifrabile e coperto da una maschera.

    -Ovvio che avrei salvato la mia amica ad ogni costo, e poi non immaginavo mica mi avesse trovata così in fretta.

    Si fermò, mentre il rumore delle suole dei suoi scarponcini di cuoio produssero un leggerissimo eco fra le alte navate.

    -E poi... la ricordo ancora come un incubo.
    Una creatura spietata e sadica, ecco cosa era!
    Giunse durante la cerimonia in cui avrei preso il velo, e mi uccise davanti a tutti, per poi eliminarli tutti senza senso alcuno! Era opera del Diavolo ti dico! Una succube tentatrice, un abominio agli occhi misericordiosi del Cielo infinito!


    E così, fra argomentazioni ed esperienze di vita vissuta, il demone e la missionaria salirono le scale dell'Albero Casa, raggiungendo l'ingresso che precedeva l'ufficio del Gran Maestro.

    -E' qui che sta la mia Dru-dru?

    Domandò con faccino curioso ed innocente, esattamente come avrebbe fatto una bambina al suo accompagnatore.

    -Secondo te mi prenderà tra i suoi?

    Chi lo sa che faccia avrebbe fatto l'amica nel rivederla.

     
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  2. Karasu
     
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    Quella ragazzina non smise di chiacchierare per un singolo istante, da quando i due si incamminarono verso il lontano presidio dei cieli. Qualunque altro uomo si sarebbe strappato i capelli, al mal di testa che quell'interminabile parlantina vivace gli avrebbe indubbiamente causato… ma mai più felice si poté ritenere invece quel Demone, nell'udire da quella donna storie e ricordi che per lui brillavano come l'oro, più intenso e forte persino del colore dei capelli di lei. Poco importava se si era presa la confidenza di afferrarlo per il braccio, lungo l'intero tragitto affrontato "in allegria". Poco gli importava né tanto meno gli spiaceva, a quel Corvo astuto ed avido, l'esser stato scambiato per un pretendente della Dama del Vento; dopotutto… la definizione forse non sarebbe stata poi neanche così tanto sbagliata.
    A suo modo di vederla, ovviamente.
    Quanto gli sarebbe stata a cuore, al Dominatore, la nuova preziosa amicizia che si era appena guadagnato...

    « Sì: si trova qui. »

    Replicò compiacente, nel tono cupo della sua voce, quando giunsero infine dinnanzi alla stanza personale dell'Ufficiale. Peccato che quella ragazzina non avrebbe mai potuto cogliere la dolcezza di quel sapore che il Demone pregustava già nelle sue parole.

    -Secondo te mi prenderà tra i suoi?

    Peccato che quella ragazzina non avrebbe mai potuto cogliere l'infamia del suo sorriso, nascosto dietro il buio di quella maschera.
    Si voltò in direzione di Virginia, e l'abisso dei suoi occhi si posò sull'innocenza della naufraga.

    « Ne sono certo. »

    Sussurrò ancora una volta.
    Ne sono certo, ribatté maliziosamente nei suoi pensieri.
    La mano si poggiò poi lentamente sulla maniglia della porta...

    « Buongiorno... »

    yuyuv11082copia

    « ...Drusilia Galanodel. »

    Mai così tagliente sarebbe potuta essere la voce di quel Corvo.
    Mai così raggelante sarebbe potuta esser la visione del suo corpo, quando dalle tenebre del suo abito acuminato avrebbe intravisto finalmente la luce armoniosa di quella ragazzina.

     
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    Sostava seduta alla scrivania con un abitino leggero, la bella Drusilia. Quel giorno, ahimè, faceva particolarmente caldo, e l'albero casa era in una posizione particolarmente svantaggiosa, considerando che, da buon vegetale, era cresciuto nella zona più assolata dell'intera isola volante. Aveva un bel ventaglio di carta fra le mani, tutto decorato con delicatissimi disegni di fiori di ciliegio, e lo sventolava come non mai nella disperata ricerca di un pò di refrigerio. Accadde tuttavia che quando a varcare la soglia del suo ufficio fu il demone che portava il nome di Karasu, il Gran Maestro degli aviatori si paralizzò, memore del loro incontro passato. Gli occhi di giada erano spalancati, ed il ventaglio aveva smesso di danzare.

    -Buongiorno a te... Karasu.

    Disse in tono poco convinto, mentre il corpo formoso arretrava fino a fermarsi sullo schienale della poltrona.

    -Ciao Dru! Da quanto tempo!

    Un faccino birbante era intanto spuntato da dietro il lungo abito nero, per poi manifestarsi interamente, attaccato ad un corpicino di blu vestito.

    -Sono tornata da te, ed il tuo amico mi ha aiutata!

    Esclamò innocente come non mai, e se la Dama del Vento era già pallida, adesso era sbiancata completamente, un misto di stupore e sorpresa, esattamente come se avesse visto un fantasma.

    -Vi... Virginia? Ma...

    Che poi, in un certo senso, era vero.

    -Ma tu... tu non eri... si, cioè... morta?

    Lo sguardo spaventato assunse un leggero tono interrogatorio, e poi andò a posarsi irrimediabilmente su quello del Dominatore, che sostava dietro l'amica come un'ombra funesta. Drusilia non parlò, eppure era evidente che nella sua testa si rincorrevano ed intrecciavano un numero infinito di supposizioni ed incertezze.
    Cosa diavolo aveva in mente?
    E soprattutto... come diamine aveva fatto?!?!?

     
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  4. Karasu
     
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    Non si aspettava una reazione differente da parte del Gran Maestro, il Demone che portava la maschera sul volto: dapprima per la sorpresa -forse sgradita?- nel vederlo presentarsi così presto al suo cospetto (e per di più nella sua tana), e secondariamente per la comparsa dalle sue spalle della giovane ragazzina.
    Stupore, certo... chi non ne avrebbe avuto, nell'incontrare un'amica proveniente da un altro piano dimensionale, chissà quanto distante, sia nello spazio che nel tempo. Era esattamente questo il genere di stupore che il Corvo si aspettava di vedere dipinto negli occhi della bella Dama del Vento, e non certo quello più difficilmente intuibile delle parole da lei invece pronunciate al momento della sua comparsa: morta?
    Gli occhi taglienti del Dominatore si focalizzarono immediatamente in direzione dell'ingenua biondina, squadrandone con incredula attenzione i lineamenti del corpo; ne aveva sentito il calore, nella presa che l'aveva accompagnato nella lunga camminata. Cosa voleva dire, dunque? Non che fosse il dettaglio di maggior rilevanza per i suoi attuali interessi, ma... saper qualcos'altro in più su quella ragazzina, e perché no, probabilmente anche del legame che l'intrecciava all'affascinante Drusilia, non avrebbe certo potuto fargli male.
    Come se non gli fosse stato riferito già abbastanza.

    La schiena del Demone si poggiò lentamente sulla porta spalancata dalla quale erano arrivati, rivolgendo ai presenti solo il fianco sinistro. Sembrava quasi fosse desideroso di attenderle lì, buono e tranquillo, lasciando loro tutto il tempo di cui avrebbero avuto bisogno per parlarsi, chiarirsi, spiegarsi quei tanti particolari mancanti di cui sicuramente l'incantevole Ufficiale avrebbe avuto desiderio di conoscenza.
    In assoluta riservatezza, presumibilmente... senza occhi indiscreti pronti a farla sentire a disagio ad ogni parola pronunciata dall'esuberante Virginia.
    Karasu questo lo sapeva, e non sarebbe stato certo così stupido scortese dal restare ad ascoltare una conversazione dalla quale non gli sarebbe stato concesso di filtrare la ben che minima informazione che non gli riguardava minimamente. Attese dunque che l'affascinante Dama riponesse su di lui lo smeraldo dei suoi occhi, risultando ora il Demone ampiamente visibile in posizione più defilata, per riprendere ancora una volta a parlare.

    « Avrete tante cose da raccontarvi... »

    Sussurrò quasi comprensiva la sua bassa voce, diretta ben più alle orecchie della bella Galanodel, che non a quelle ingenua dell'ignara ragazzina.

    « Per cui... »

    Il suo volto si girò, lentamente, rivolgendo ancora una volta il suo sguardo tagliente verso quello incerto e sorpreso del Gran Maestro, sicuro ora di possederne tutte le attenzioni.

    yuyuv11061copia

    « ...credo che sia il caso di lasciarvi da sole. »

    Esattamente: da sole. Perché lui sarebbe uscito dalla stanza, sarebbe uscito dall'Albero Casa...
    ...e lì fuori lui l'avrebbe attesa. Non serviva neanche specificarlo con le parole, poiché quel gesto "di saluto" per lei sarebbe stato sicuramente più che sufficiente.
    Garanzie le aveva promesso, garanzie le aveva portato: era il caso di ricambiare la cortesia, non è vero?

    « A presto. »

    Salutò poi stavolta con le parole, prima di oltrepassare silenziosamente la soglia della porta.

     
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    Impeto e tempesta

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    Nel momento in cui Karasu scomparve dietro la soglia della porta, le due iniziarono a parlare. I loro racconti furono lunghi ed animati da sincera amicizia perchè, nonostante tutto, nonostante gli anni, la morte ed il fatto che fossero entrambe su un altro mondo per ragioni diverse, era come se non fosse mai cambiato nulla. Non erano cambiati i loro sorrisi, non erano cambiati i loro sguardi, i loro gesti, il loro affetto, e sebbene non condividessero il sangue, per entrambe fu come ritrovare la propria famiglia dopo anni di esilio forzato. Fu un momento sacro, idilliaco, e nemmeno il Corvo volle sporcarlo della sua purezza. Nel mentre le due narrarono le proprie avventure dal momento della loro separazione, delle sensazioni, di ciò che le aveva segnate nel profondo. In un modo o nell'altro, si dissero tutto, e solo alla fine si congedarono; con un gesto amichevole, Drusilia la accompagnò in una stanza vuota di quella struttura, dandole modo di riposare e tranquillizzarsi per tutto quel girovagare. Intanto, disse, avrebbe fatto una passeggiata.

    A trovare un amico, per l'esattezza.
    Un amico che la attendeva al piano terra, fuori dalla sede di gilda.

    png

    Oltrepassato l'atrio di ingresso, la Dama del Vento vide Karasu sostare nella penombra appena fuori dall'albero. Il loro incontro, osservò con un sorriso, avveniva dunque nelle stesse circostanze del primo, se non fosse per il fatto che lui aveva deciso di restare ben visibile ai suoi occhi smeraldini fin dal principio, come a ricordarle che non era ancora finita e che a quell'atto corrispondeva un prezzo da pagare. Ora non restava che sapere quanto alto fosse, o il tipo di versamento da fare.

    -Bene... eccoci qui.

    Iniziò Drusilia, avvicinandosi a lui ed annunciando la sua presenza.

    -Hai trovato Virginia, ed anche se non ho la più pallida idea di come tu abbia fatto, credo sia doveroso ringraziarti per il disturbo di averla ricondotta da me.

    Disse, e lo sguardo serio volò oltre l'orizzonte.

    -Ma dal nostro incontro precedente avevi parlato di uno scambio di favori, o qualcosa di simile, quindi immagino che tu voglia qualcosa.

    Sorrise, ed il suo sorriso sembrava di ghiaccio.
    Il capo si voltò, in modo da inquadrare l'uomo nero vicino a lei.

    -Cosa desideri da me, Karasu?

     
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  6. Karasu
     
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    Nessuno avvicinò il Demone, fintanto che il suo corpo rimase nascosto in quell'ombra, silenzioso e paziente. Furono tanti i passi che risuonarono vicini nelle sue orecchie, e furono tanti i respiri che raggiunsero ed accarezzarono la sua chiara pelle: bambini, guerrieri, aviatori; eppure nessuno di loro ebbe neanche l'accortezza di notarlo, avvolto nel buio così tetro del suo stesso abito.
    Solo chi già sapeva, avrebbe potuto sospettare della sua sinistra presenza.
    Solo chi già l'aveva sperimentato, aveva imparato a riguardarsi con cura dal gelo che li avrebbe potuti avvolgere d'improvviso dalle tenebre.

    Drusilia gli si avvicinò, a passo sicuro e deciso; il volto era cupo, scuro, di chi aveva già messo da parte la rinnovata felicità per andar incontro al prezzo che avrebbe dovuto scontare, per averla raggiunta. Il Corvo non si mosse, imperturbabile e maledetto, fino a quando la bella Dama non sorrise: un sorriso gelido almeno quanto l'ombra in cui il suo corpo ritrovava rifugio da quella luce che lui stesso bramava.

    « Nel nostro ultimo incontro... »

    Le sue labbra sottili si schiusero, liberando la sua oramai nota e tagliente voce, mentre i lineamenti affilati del Demone si affacciarono dalla penombra per esporsi lentamente alla figura sinuosa del Gran Maestro.

    « ...ti avevo promesso delle garanzie. »

    Precisò immediatamente, nella calma più composta ed assoluta del suo volto.
    Sapeva quali fossero i pensieri della giovane Dama del Vento, sapeva quali fossero le sue considerazioni... e chiunque altro li avrebbe potuti anche solo immaginare, osservando la severità non troppo velata dei suoi splendidi smeraldi.
    Fu per questo che il Corvo uscì allo scoperto, anche se solo per un istante.

    « Se avessi... voluto qualcosa in particolare da te » e sottolineò chiaramente con cura quella parola, quel desiderato che la Galanodel in realtà mascherò così gentilmente nella sua espressione « non credo che sarei venuto a domandartelo. »

    Né tanto meno l'avrebbe richiesto con un patto.
    No, non ne avrebbe assolutamente avuto bisogno: non con una sua cara amica ben stretta fra le sue mani, non con un ostaggio così prezioso da poter valorizzare...
    Mai la sua voce avrebbe potuto suggerirgli direttamente queste parole, sì veritiere ma altrettanto brutali. Ma il suo sguardo penetrante, eloquente e così subdolamente intriso di un'orrida e riprovevole intesa...

    « ...non trovi? »

    ...era certo che sarebbe valso ben più di mille parole, di fronte all'arguzia di quella donna.
    Le sue mani scivolarono nelle sue tasche, ancora una volta.

    « E' vero: io desidero qualcosa da te.
    Ed è qualcosa che non posso ottenere in altro modo. »


    I suoi piedi, poi, si distaccarono lentamente dal suolo, portandolo con i suoi passi impercettibili a voltare completamente le spalle alla figura affascinante del Gran Maestro, senza alcun tipo di preavviso.
    Se ne stava andando.

    « Ma ricorda, Drusilia... »

    Si bloccò per un istante, mostrando per l'ultima volta il profilo del suo volto.

    « ...non puoi muoverti nell'ombra, senza che tu stesso ne diventi una sua parte. »

    E d'improvviso svanì, senza aspettare alcuna risposta, dagli occhi della giovane Galanodel.
    Non disse niente stavolta riguardo un loro prossimo incontro, ma una cosa era certa: si sarebbero rivisti ancora una volta.
    Poteva giurarci.

     
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    Lasciò che l'ombra chiamata Karasu si facesse concreta e le parlasse.
    Esattamente come la prima volta in cui si erano incontrati, lui le disse che se davvero avesse voluto qualcosa da lei, ucciderla ad esempio, non avrebbe certamente perso tempo in inutili parole, siano esse per intimorire, tranquillizzare o stipulare patti o alleanze. Se davvero era così, la Dama del vento si trovava davanti un uomo che non chiedeva mai, che si prendeva ciò che voleva con una semplicità ed una naturalezza che aveva dell'inquietante. Eppure, lui era lì per darle garanzie, garanzie di un patto, qualcosa che in apparenza sarebbe andato contro ogni principio di un uomo simile a quelle ipotesi.
    Allora perchè era lì da lei?
    Perchè continuava ad apparire nella sua vita come un uomo nero, parlandole di scambi di favori?
    Perchè lei e non Kalia, Gabriev o Raylek? Infondo era solo un Ufficiale, un semplice braccio destro.
    Lei non era la mente, e forse non lo sarebbe mai stata.
    E allora perchè tutto questo interesse?

    -Karasu...

    Cercò di parlare, ma lui continuò, rivelando che in realtà c'era qualcosa, un desiderio che lo spingeva verso quella strada, che gli imponeva di comportarsi in quel modo, di legarsi a lei. Ma non disse altro, e quella frase che per lei sembrò così tanto in sospeso bruciò come e più di mille domande senza risposta. Quasi non ascoltò in un primo momento ciò che lo Spettro disse dopo, unica possibile spiegazione a quel suo comportamento. Probabilmente ci avrebbe riflettuto in seguito, di notte nel dormiveglia, cogliendo dettagli sottili e momentaneamente invisibili. Ora solo due quesiti rimbombavano nella sua testa.

    -Cosa desideri, Karasu? Perchè io?

    Ma furono solo parole vuote al vento, e chissà se la voce di donna avrebbe mai lambito l'ombra che si allontanava.
    Chi lo sa se avrebbero mai avuto una risposta.

     
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6 replies since 12/9/2011, 21:06   164 views
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