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|Mozart|.
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Non sopportava le riunioni. Specialmente quelle costruite dal nulla, su due piedi. Erano come vascelli imbastiti alla meno peggio, mandati così per tempeste per l'assurda e cieca convinzione che l'ingegno umano potesse, erroneamente, sopperire al tempo, alla pazienza... alla cura dei dettagli. Ciò nonostante, si presentò vestito della Sacra Armatura, con tanto di flauto stretto nelle dita bianche come gigli. A chiamarli era stato un tale Saggio di Sophia, a stento ne rammentò il nome - non era bravo in queste cose, lui - che li trattenne in una delle sale del Palanthas. Era stato reclutato nella cricca perché doveva un favore a qualcuno, quel genere di persona che alla prima è già lì col tuo nome sulla bocca, a ricordarti che gli devi qualcosa e che, per tanto, non t'è possibile rifiutare; non avrebbe mai ammesso di dover più favori di quanti ne dovessero gli altri a lui. Abbozzò un vago interesse alla mappa di Endlos, vista e udito caddero rispettivamente su quel dito che schiacciava l'Est e su quell'altisonante Oggetto Ignoto che pizzicò le sue orecchie disattente. Il tutto si era concluso con un'ordine banale: avrebbe dovuto indagare su questa presunta Riscrittura, e sul pericolo ch'essa costituiva per Endlos.
Il resto del viaggio fu un'appendice. Giunsero accompagnati da un Saggio fra i tuoi di Garwec, dove una immensa semisfera grigia li ghermì improvvisamente. Inutile agitarsi, tant'è che evitò: era stato stupido ad accettare, e se quella foschia voleva la sua vita, poteva anche prendersela... era stato lui, in fondo, a dargliela.
Poi, buio.*
Si ridestò in una stanza sconosciuta. Maledetti incantesimi, imprecò. Scosse il capo confuso, notando davanti a sé tal Rei e un certo Arthur. Il freddo del pavimento lo schiaffeggiò abbastanza da cancellare il ricordo sbiadito di una luce blu, che relegò di lì a poco negli archivi dell'oblio. La stanza era piccola, circolare, di appena sette o forse otto metri. Tanti libri, ammassati, e carte di ogni genere. Quindi vide una libreria con boccette colorate simili a quelle usate nell'Alchimia, e un lezzo di aria stantia e muffa riempì i suoi polmoni. Come se non bastasse, una figura misteriosa e a lui sconosciuta lo strappò dal limbo del torpore, riconsegnandoli intatta tutta la crudeltà lucida del mondo. Lo vide sorseggiare qualcosa, per poi esprimersi nei loro riguardi con parole che tradusse come una schietta dichiarazione: non siete di qui.» Di una cosa può essere certo, messere: non abbiamo intenzioni ostili. O, almeno, non io. «
parlò per primo, volendo instaurare un rapporto diplomatico con chi gli stava dirimpetto, non senza valutare la possibilità ch'egli si dimostrasse nemico, dovendo così far ricorso alla violenza.» Mi scuso per l'intrusione nel suo laboratorio. Io mi chiamo Mozart Von Baltasar, Cavaliere dell'Imperatore Hyoga, Generale di Francia e naufrago nell'Endlos. Con chi ho l'onore di parlare? « gli interessò di più interloquire con chi gli si parava dinanzi che con gli altri, onde appurare se il padron di casa fosse un alleato o un nemico.
Edited by |Mozart| - 21/9/2011, 10:40. -
R e i.
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C h a p t e r II | 1
Dream or Reality?
Non era la prima volta che la mia innata curiosità mi giocava un brutto scherzo. Anzi, a dire il vero era successo più volte di quelle che mi sarei voluta ricordare, nel corso dei miei viaggi nel multiverso. Ma sapevo di non poter ingannare me stessa: sin da quando i miei occhi si erano posati su quella misteriosa locandina, avevo percepito subito quel lieve formicolio che mi prendeva la nuca ogniqualvolta avevo il sentore di avere fra le mani qualcosa di interessante. E a quel punto non potei fare a meno di seguire le indicazioni dell'annuncio, per raggiungere il committente e venire a conoscenza di ulteriori dettagli riguardanti quella faccenda.
Rimasi piuttosto delusa dall'esito della breve riunione: quell'uomo, tal Rekishi, non solo si dimostrò piuttosto noioso ma non mi fornì nessun dettaglio di particolare rilevanza, eseguendo un briefing molto alla buona. Probabilmente in altre circostanze non avrei accettato di partecipare a una spedizione così frettolosamente organizzata, e sicuramente impreparata ad affrontare eventuali imprevisti. E non l'avrei fatto neanche in quel caso, se solo quell'uomo non avesse pronunciato quella fatidica parola: oggetto ignoto. A quel punto la mia curiosità non poteva più essere messa a tacere, se non investigando a riguardo. Soprattutto perché ero convinta di aver visitato gran parte del semipiano, nel corso del mio precedente soggiorno.
Fu dunque senza esitazione che mi misi in cammino, assieme ad altri avventurieri assoldati per l'occasione e al saggio stesso, per raggiungere la misteriosa zona. Conoscevo il fenomeno della rescrittura, e dunque sapevo benissimo che anche nel giro di poco tempo Endlos poteva mutare la propria morfologia in maniera piuttosto significativa: era già capitato che intere porzioni del semipiano finissero ingoiate dal nulla, e altre invece comparissero in un battito di ciglia, dove prima vi era invece solamente l'imperversare del Maelstrom. In un certo senso era questo che rendeva Endlos più interessante di altri posti che avevo visitato. Ma sentivo che quella volta vi sarebbe stato qualcosa di diverso ad attendermi. Era solamente una sensazione tuttavia, e solo il tempo avrebbe potuto darmi ragione o torto.
Quando arrivammo nella zona calda, finimmo tutti risucchiati da una strana coltre di nebbia, e prima ancora che potessi rendermi conto del fatto che in quella foschia vi fosse qualcosa di anomalo, la coscienza mi scivolò via dal corpo. Arrivai a questa conclusione solo in seguito tuttavia, quando mi risvegliai in una piccola stanza, sdraiata su un divano, senza il ricordo di essermi mai addormentata. Una sensazione strana, una di quelle che non avevo mai provato prima. Mi alzai rapidamente dal mio giaciglio, mettendomi a sedere, proprio di fronte all'unica persona che non riconoscevo all'interno di quella camera. Il ragazzo aveva un'espressione strana in volto, e non aveva un'aria molto amichevole, anche se a giudicare dalla situazione, doveva essere stato lui a portare tutti lì.
« ... »
Restai in silenzio, osservandolo in volto e massaggiandomi la testa, mentre il ragazzo parlava. Mi sentivo lievemente intontita, ma non stavo male: diedi una rapida occhiata al mio corpo, giusto per assicurarmi che le parole dell'individuo fossero fedeli alla realtà dei fatti, e non rimasi delusa per fortuna. Nessuna ferita. Restava tuttavia quella sgradevole domanda nella mia testa: dove ero finita? E soprattutto, come ci ero finita? Attesi che il cavaliere dall'armatura dorata terminasse la sua frase, prima di proseguire con la mia:
« E qui sarebbe? »
Chiesi con voce neutra, sperando di ottenere ben presto una risposta. Non mi presentai, sia perché al momento avevo altre priorità al di fuori di quelle di socializzare con un perfetto sconosciuto, sia perché evidentemente le presentazioni non erano importanti neanche per il ragazzo, dato che si era 'dimenticato' di dirci il suo nome.SPOILER (clicca per visualizzare)| Abilità Passive ♣ __________________________________ __ _
Swift Bolt
Abilità Passiva
Se c'è una cosa che Rei ha imparato nel corso della sua vita, è che qualsiasi esperienza - anche la peggiore - può portare inaspettati benefici sulla lunga durata, ed è anche per questo che secondo lei nessuno dovrebbe mai rimpiangere le scelte fatte. Rei odia profondamente il suo passato: il suo paese, la sua gente, il sistema che l'ha partorita solamente per renderla schiava... tutto quanto riguardi i primi anni della sua vita. Ma il tempo trascorso a soffrire, fra incessanti allenamenti e rigidi addestramenti militari, l'ha resa anche un avversario temibile per qualunque altro suo pari non adeguatamente preparato. La sua muscolatura e i suoi tendini si sono rinforzati molto, e hanno raggiunto un grado di elasticità notevole (particolare reso possibile anche da alcune differenze fisiologiche dovute alla sua razza, simile ma non uguale a quella umana) e sono in grado di reggere molto bene gli sforzi prolungati. I suoi movimenti sono più rapidi della norma, difficili da seguire per un occhio non adeguatamente svelto, e le sue capacità acrobatiche sono particolarmente sviluppate a loro volta. E questo non è tutto: anche il sistema nervoso della ragazza è decisamente più efficente della norma, e questo le garantisce dei riflessi superiori, che la rendono in grado di prevedere con maggiore facilità gli attacchi nemici e di reagire quindi prontamente a essi.
{Doppia abilità passiva inclusa in un solo testo, che aumenta l'Agilità e i Riflessi del 50% - 10 Pt.}
Only One Way to Live
Abilità Passiva
Torture fisiche e psicologiche e rigide imposizioni etiche e comportamentali prima, scontri all'ultimo sangue e situazioni di estremo pericolo poi, han contribuito a forgiare una guerriera dalla mente salda e decisa, e dal carattere freddo e imperturbabile: Rei ne ha viste davvero di tutti i colori nella sua vita, e ne ha subite altrettante: le sue cicatrici ne sono le silenti testimoni.La sua sopportazione alle ferite e al dolore in generale è notevolmente superiore rispetto alla norma, anche se questo ovviamente non significa che ella non ne provi: semplicemente sa resistere meglio ai suoi effetti, e mascherarli bene agli occhi dei nemici.Ma quello che si è rafforzato nel corso degli anni non è stato solamente il corpo, bensì anche la mente. Difficilmente Rei potrà perdere il controllo e cadere vittima di condizionamenti emotivi di qualsiasi tipo, perchè oltre a essere dotata di una ferrea volontà e un'incrollabile determinazione, la ragazza è anche ben ferma sulle proprie idee e sui propri - pochi - ideali. Giocare con la sua mente non sarà impresa facile per nessuno, e di questo si può star certi.
{Doppiaabilità passivainclusa in un solo testo, che aumenta la resistenza al dolore e alla stanchezza eche protegge da abilità passive di manipolazione emotiva, come paura, intimidazione, charme, ecc. -105Pt.}| Equipaggiamento ♣ ________________________________ __ _
Therion [Arma Bianca - Spada]
Spada media munita di lama affilata in acciaio temprato, il filo - dritto e squadrato - misura approssimativamente un metro di lunghezza, 5cm di larghezza e 0,5 cm di spessore, e presenta alcune incisioni decorative lungo tutto il filo, scritte in Reeniano antico. Il manico della spada è stato realizzato in maniera semplice, tale da ottimizzarne l'utilizzo, ed è stato rivestito di un tessuto ad alta aderenza, così che sia più difficile perdere la presa dalla spada durante il combattimento. Una buona arma, equilibrata ed affidabile, che segue Rei ovunque da ormai innumerevoli anni.
AMD (AntigravMobileDevice) [Oggetto]
Si tratta sostanzialmente di un piccolo dispositivo metallico, di forma circolare, che è direttamente innestato nel guanto destro dell'uniforme di Rei: questo oggetto è in grado di ricevere direttamente gli impulsi elettrici del cervello grazie alla membrana in fibra muscolare artificiale che compone il guanto a cui è collegato, e dunque si attiva automaticamente quando la ragazza lo desidera. Come il nome stesso suggerisce, il dispositivo è in grado di annullare - in loco e quasi completamente - la forza di gravità, e questo garantisce a Rei la possibilità di atterrare anche da altezze normalmente proibitive senza riportare danni alle gambe a causa della caduta. Il dispositivo per funzionare richiede energia, che viene risucchiata direttamente dalla riserva di mana dell'utilizzatore (per un consumo pari a Basso), e il suo effetto è limitato alla sola persona che lo utilizza, con una durata di circa 3-4 secondi complessiva.
NSPP (NanoShieldProtectivePlate) [Oggetto]
Quest'altro dipositivo invece - di tipologia difensiva - è parte integrante del guanto sinistro dell'uniforme di Rei, che difatti presenta diverse piccole placche metalliche sparse lungo tutta la zona superiore dello stesso: mediante l'invio di un intenso stimolo energetico da parte della ragazza (un consumo pari a Medio) il dispositivo attiverà un campo energetico attorno al quale le placche metalliche si andranno a posizionare, formando una sorta di cerchio-scudo frontale (le placche sono dei nano-droidi che hanno lo scopo di contenere l'energia e farle assumere la forma desiderata). Questa barriera energetica sarà in grado di arrestare efficacemente gli attacchi magici/spirituali che non superino l'intensità energetica dello scudo, in caso contrario invece si limiterà a ridurre i danni.
Database Portatile [Oggetto GdR]
Piccolo computer portatile di forma rettangolare, che può essere trasportato sia in tasca sia fissato su uno dei due avambracci: possiede diverse schede di memoria a elevata capienza e intercambiabili. Contiene al suo interno diverse applicazioni utili, e la possibilità di connettersi a dispositivi simili anche a distanza, ma Rei lo utilizza principalmente come diario di ventura, e come archivio dati di tutti i pianeti su cui è stata e di tutte le civilità che ha studiato. Contiene innumerevoli informazioni.
Antidolorifici [Oggetto GdR]
Semplice contenitore in plastica bianca, all'interno del quale vi sono delle pillole antidolorifiche che Rei è solita portarsi dietro ovunque, visto che i dolori al ventre la possono colpire da un momento all'altro, e senza preavviso.Mana Residuo ♣ 100%
Stato Psicologico ♣ Confusa, intontita e incuriosita.
Stato Fisico ♣ Ottimale.
Note ♣ Buon divertimento anche a voi. -
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Palanthas, ufficio privato di Khymeia, Via della Genesi.
Chedya, Presidio dell'Est.
Endlos.Un distinto uomo dagli abiti eleganti sostava in piedi vicino ad una scrivania lucida e pulita sulla quale erano posate pagine e pagine di appunti scritti a mano, calcoli per lo più, di una creatura che aveva deciso, secoli addietro, di perdere l'anima pur di continuare la sua disperata ricerca del sapere. Negli ultimi cinquecento anni portava il nome di Arthur, ed attualmente si era stabilito a Palanthas, luogo più consono su Endlos per perpetuare lo scopo della sua non-vita. Una storia singolare la sua, ma piuttosto simile a quella della donna a lui poco distante, occhi d'oro e capelli di fiamma.
-Credo sia tutto, è giunto il momento di partire.
Lei rimase in silenzio, annuendo alla sua Corona.
Mai Arthur Friederick Giles ebbe allieva più meritevole.
Si chiamava Pandora.
-Non so quanto durerà questa cosa, nemmeno Rekishi può saperlo, quindi lascio a te i miei studi, qualora tardassi a fare ritorno.
A quel punto, la strega gli si avvicinò a passi spediti, piantandosi infine innanzi a lui con faccia improvvisamente seccata.
-Ah, se non ci fossi io, qui andrebbe tutto a rotoli!
E mentre le labbra di lui si incurvavano leggermente in un rarissimo sorriso sincero, lei gli sistemò la cravatta, allacciata male per la fretta di partire. Poi il vampiro si voltò, dopo aver chinato il capo in segno di saluto, e fu inglobato dalla nebbia innaturale oltre lo stipite che li collegava magicamente a Garwec, sede principale dei laboratori del Saggio.
-Fai buon viaggio, e vedi di tornare!
Urlò lei, ma l'uomo era già scomparso.
∞Interno della sfera (?)
Garwec, Presidio dell'Est.
Endlos.Se fosse stato vivo, probabilmente sarebbe stato il freddo del pavimento a ridestarlo da quel sonno indotto, non naturale e probabilmente causato da magie e droghe, anche se nel suo stato attuale non poteva davvero esserne certo.
Sta di fatto che lui non era vivo, e non era colto da brividi e lievi spasmi su quel pavimento, esattamente come non provava gusto nell'assaggiare i cibi o l'odore stantio di muffa che avrebbe dovuto riempirgli i polmoni e disgustargli l'olfatto, piccoli "tesori" dell'essere umani che lui aveva scambiato volentieri per ottenere più tempo rispetto suoi coetanei ateniesi. Forse Arthur si ridestò semplicemente perchè era così che i loro sequestratori volevano.
Si sollevò a fatica sulle proprie braccia, ancora spaesato, e si rese conto che uno degli accompagnatori reclutati dalla Corona di Sophia era già sveglio. Poi, improvvisamente più vispi, gli occhi grigi ed indagatori del Saggio andarono a percorrere le pareti della sala circostante, molto simile ad una dei suoi laboratori alchemici, quello dove lavorava con gli acidi, mettendo a fuoco solo in un momento successivo la presenza che sostava innanzi a loro. Si trattava di una creatura dall'aspetto di uomo, venticinque anni circa, abiti insoliti e volto non particolarmente sereno. Forse era uno studioso come loro.
«Incredibilmente non avete nulla che non vada. Non avete riportato fratture, i vostri organi sono intatti, il flusso sanguigno nella norma e nessuna ferita superficiale riportata di recente.»
A quelle parole, il Nosferatu ricordò improvvisamente il modo in cui erano giunti, inglobati da una sfera grigia e poi arrivati chissà dove. Restava di fatto capire se l'uomo si riferiva a ferite di un possibile viaggio infradimensionale oppure a quelle riportate da chissà quali esperimenti su di loro, cavie inconsapevoli.
«Nessuna mutazione esterna particolarmente vistosa ed abiti inadatti al Sesto Distretto. Non so chi siate ma certamente non siete di qui.»
Improvvisamente si rese conto che probabilmente era più sensata la prima delle sue ipotesi, soprattutto notando la reazione del ragazzo nel vedere che indossavano abiti diversi dai propri, sicuramente non comuni nel suo ambiente. A quel punto fare due più due non era poi così complicato: si erano ritrovati in un posto totalmente estraneo ad Endlos. Forse quella sfera altro non era che manifestazione del Maelstrom stesso, e li aveva trascinati chissà dove.
Rimase in silenzio durante tutto il discorso del compagno di viaggio, in volto sbiancato -per quanto fosse possibile per un vampiro- e gli occhi fissi su un punto imprecisato del pavimento. A quanto pareva, oltre che indagare, avrebbero anche dovuto trovare un modo di tornare indietro.
-Arthur Friederick Giles, per servirla.
La sua voce era fredda e pacata, sebbene fosse profondamente turbato.
Non fece domande, ritenendo che non v'era necessità di aggiungere altro; da buon osservatore preferì studiarlo ancora prima di decidere che ruolo avrebbe avuto quel figuro nelle loro ricerche, restando nel muto silenzio contrapposto al continuo vociare dei suoi pensieri.SPOILER (clicca per visualizzare)Abilità Passive
Dono Oscuro:
Arthur è un vampiro, dunque clinicamente morto. A tale caratteristica conseguono vari vantaggi e/o svantaggi; ad esempio non può essere ucciso se non con il famoso paletto in legno di frassino, di Siliquastro (comunemente chiamato "albero di Giuda"), Biancospino o semplicemente la luce del Sole. L'acqua santa gli provoca dolore ma non lo ferisce e tende ad allontanarsi dai crocifissi, nonostante non gli facciano nulla....insomma ha tutte le caratteristiche del classico vampiro. In più odia l'aglio ma solo perchè puzza.
Visione Notturna:
Essendo un vampiro, gli occhi di Arthur hanno la caratteristica di avere una nitida visione notturna, anche più potente di quella dei felini; esattamente come se fosse pieno giorno.Equipaggiamento
Anello dei Galanodel:
Anello forgiato appositamente per Arthur, gli permette di muoversi alla luce del sole senza rimanere incenerito.
IMMAGINE ALLEGATA
Sacca di sangue:
Sacca impermeabile contenente mezzo litro di sangue.
IMMAGINE ALLEGATA
Occhio del Drago:
Spada a una mano in acciaio.
IMMAGINE ALLEGATA
Lingua del Vampiro:
Pugnale con lama in acciaio.
IMMAGINE ALLEGATA
Revolver:
Il revolver, rivoltella, o pistola a tamburo è attualmente un tipo di pistola a retrocarica a ripetizione semplice (tecnicamente arma corta a ripetizione multicamera monocanna), caratterizzata da un serbatoio a tamburo capace di compiere illimitate rivoluzioni intorno al proprio asse longitudinale; dal particolare moto del tamburo deriva il nome. Comprende anche un set di proiettili sia normali che d'argento.
IMMAGINE ALLEGATA. -
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Edited by Luxifer - 5/5/2012, 00:15. -
|Mozart|.
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» No... Non di nuovo!!! «
imprecò, durò poco ma si sentì per tutte le quattro mura del posto. Dannazione. Non poteva aver varcato ancora la soglia di un nuovo mondo, di cui doveva adesso imparare tutto... Usi. Costumi. Non sapeva nemmeno se avrebbe faticato, come era stato nell'Endlos. Riuscì a calmarsi molto a stento, approfittando che l'altro spiegasse ai presenti quanto stesse precipitando la loro situazione. La sua, in particolar modo, non gli parve aver mai preso un vero e proprio decollo. Arenatosi nella conflittualità del suo voler tornare, si trovò curiosamente denudato dall'impulso che, nel suo cuore, gridava a gran voce i Presidi; anziché mettere piede nuovamente in Francia, bramò il semipiano... non poté credere a se stesso!» Nuovo mondo, nuovi problemi. Accidenti.
commentò seriamente, rivolgendosi a coloro che l'accompagnavano durante quella disavventura. Cercò prima un loro assenso, salvo poi continuare:
Così questo posto ha dei Distretti, e noi siamo alla base... sa molto di torre, o sbaglio? «» Tu dici che stanno venendo a prenderci, e la cosa non mi piace. Per niente. Perciò penso che non resti altro da fare che fuggire... «
in un primo momento, il suo sguardo di ghiaccio congelò sulla figura del loro salvatore; poi fece cenno agli altri di darsi una mossa, di cercare un riparo sicuro tra la feccia.
Quindi, voltatosi per l'ultima volta verso l'uomo, suonò una melodia rapida e intensa... Un'improvviso e potente sbuffo di vento avrebbe incalzato il padrone di casa, facendolo rovesciare a terra e ferendolo in più parti, ma solo superficialmente. Quindi, varcato l'uscio della porta, senza voltarsi si lasciò scappare un:» Così non sarai costretto a mentire. Addio. «.
Avrebbe atteso poi il resto della compagnia, prima di chiudersi la porta alle spalle. Non mancò di intentare una prima forma di cooperazione, rivelando ai presenti che il flauto e la musica erano le sue armi migliori, per mezzo delle quali poteva attaccare, difendere, muovere l'aria o creare illusioni. Infine, menzionò la sua propensione al volo... Fatto ciò, attese che gli altri facessero altrettanto. Se volevano uscirne, dovevano ottimizzare i loro poteri: tutti insieme.. -
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All'imprecazione del compagno di viaggio, il vampiro posò una mano sulla spalla in segno di conforto, restando tuttavia attento alle parole di colui che si era presentato come medico, il volto freddo ed impassibile di una maschera di cera. Aveva detto loro molto meno di quanto avrebbe potuto davanti ad una tazza di buon thè, tuttavia le informazioni date erano necessarie quanto vitali.
Innanzitutto ora sapevano il nome del posto dove si trovavano, Gardia per l'esattezza, nel sesto distretto, per essere ancora più precisi. Un distretto povero, dove forse restava ancora un pò di umanità a quanto gli parve di intuire. Infondo lui li aveva salvati, e quelli "cattivi" erano ai "piani alti".
Altra brutta notizia, ahimè, è che per anni la gente aveva cercato di attraversare un certo Infinity Mist che dava tanto l'idea di passaggio e barriera, un pò come il globo che li aveva risucchiati.
Dunque, oltre che non accompagnargli, non li avrebbe nemmeno aiutati ad uscire.
-Più che torre, direi piramide.
Disse al musico con ironica freddezza.
-Comunque è un vero peccato che tu non voglia avere a che fare con noi.
Continuò altrettanto impassibile.
-Si, noi veniamo da fuori, e siamo qui come esploratori.
Ci sarebbe servito un medico, oltre ad una guida del posto...
Si voltò verso l'uscita, tuttavia non si mosse.
-Infondo, se usciamo vivi da questa faccenda, potremmo pure portarti con noi.
Lì fuori è molto meglio di come è qui dentro.
Sperava in un cambio idea dell'uomo, e l'unica loro speranza era istillare la scintilla del dubbio, dargli modo e tempo di riflettere.
-Dunque ce ne andiamo, Alrios Dottore errante.
Chi lo sa, potremmo rivederci... ma credo che la scelta spetti a voi soltanto.
Un sorriso affilato e complice, prima di afferrare una fiala vuota sugli scaffali, e gettarla a terra con tutta la forza che aveva, lasciando che esplodesse in mille frammenti. Alle guardie sarebbe sembrato un segno della colluttazione, per il medico un biglietto da visita.
Gli aveva dato un modo per trovarli.
-Andiamo, non c'è più tempo.
E così, il gruppo sarebbe scomparso, ricercati prima ancora d'aver compiuto infrazioni. E nel mentre, durante la corsa, avrebbe spiegato loro d'avere il sangue di Caino, e di essere un Brainiac, creatura dedita alla scienza e tecnologia, oltre che il primo Alchimista ed ingegnere di Palanthas.SPOILER (clicca per visualizzare)Sotto consiglio del QM preciso di essermi portato un kit da esplorazione.. -
R e i.
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C h a p t e r II | 2
Dream or Reality?
Poche parole uscirono dalla bocca di quell'individuo, ma furono sufficienti perché io potessi farmi una vaga panoramica sulla situazione in cui ci trovavamo: eravamo evidentemente penetrati in una zona del semipiano che fino ad ora era rimasta separata dal resto di Endlos, attraverso questa 'Infinity Mist'. E a quanto pareva, c'era già qualcuno a cui la nostra presenza non andava particolarmente a genio... insomma, era decisamente il caso di muoversi, e per fortuna anche gli altri due arrivarono alla mia stessa conclusione. Mi chiesi in che stato d'animo si potessero trovare i miei compari, probabilmente nuovi a quel genere di situazione.
« Bene... direi che è già ora di levare le tende per noi. »
Mi alzai con relativa calma dal divano e controllai di avere con me ancora tutto l'equipaggiamento. Avremmo potuto recuperare informazioni su quel posto strada facendo, per ora dovevamo accontentarci di quel poco che il medico ci aveva spifferato, sperando di non incappare tanto presto in quelle guardie di cui parlava. Non battei ciglio quando Mozart - mi sembrava di ricordare si chiamasse così - colpì senza mezzi termini il nostro 'salvatore', dando sfoggio di una particolare tecnica offensiva, poiché intuivo già la ragione per la quale aveva fatto una cosa simile. Sarebbe servito a rendere più credibile la storia che il medico avrebbe raccontato alle guardie da lì a poco. Quando tuttavia giunsi sulla soglia della porta, preferii non infierire ulteriormente su quel ragazzo, che in fin dei conti ci aveva aiutato, sgarbato o meno. Senza contare che era stato gentile a sistemarmi sul divano. Si meritava un piccolo ringraziamento.
« Ti saluto, bello... »
Senza mutare espressione, gli mandai un bacio a distanza, limitandomi semplicemente a muovere le labbra. Poi mi voltai e seguii gli altri due in una fuga senza meta per le strade del sesto distretto di un mondo sconosciuto. Nel mezzo della corsa, mi sarei limitata a spiegare agli altri due le mie naturali attitudini al corpo a corpo, tralasciando gran parte dei particolari sulla mia esperienza di esploratrice e di studiosa, sia perché sapevo di essere ben poco credibile, sia perché preferivo risparmiare fiato in vista di una fuga che non si sarebbe probabilmente conclusa a breve. Del resto, avevo sempre preferito che di me fossero i fatti a parlare, e non le parole.. -
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Edited by Luxifer - 5/5/2012, 00:16. -
|Mozart|.
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Gli parve d'essersi tuffato in un fiume in piena, abbandonando la sicurezza, seppur precaria, dell'imbarcazione; e la folla costituì una grande corrente, un via vai che non seppe dominare, e di cui ne rimase confuso e stordito. Quasi boccheggiando, alla ricerca di un appiglio o di un punto per riferirsi, finalmente il marasma ebbe modo di separarsi. Eppure, orrore lo colse nel veder all'orizzonte l'avanzata di alti colossi: creature di tale foggia mai ne aveva vedute prima, e non seppe inizialmente come reagire. Era però sicuro che stare lì in mezzo li avrebbe esposti... ma prima di poter dire o fare alcunché, una voce giovanile gli strappò l'attenzione. Lo vide tirare un lembo degli abiti di Arthur, e si sorprese quando consigliò loro il da farsi. Non se lo fece ripetere.
» Presto, togliamoci da qui! «
cercò di convincere il gruppo a togliersi dalla strada, evitando uno scontro improponibile con quelle che sembravano guardie pesantemente armate e corazzate. Checché li attendesse laddove il giovincello stava indicando loro, lo preferì di gran lunga ad uno scontro di cui temeva risvolti negativi e, chissà, perfino fatali.. -
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Ciò che videro fuori fu per il vampiro cosa assai insolita quanto inaspettata; vero era che, trovandosi in un altro mondo, potevano incontrare di tutto, ma dopo il primo incontro col medico errante, un bel giovane senza mutazioni apparenti, gli parve assai insolito incontrare creature di tal tipo.
Che fossero cavie di esperimenti genetici?
O magari erano solo figli di razze inferiori sottomesse?
E perchè mai, allora, il giovane che li aveva soccorsi si era dato ad una vita di povertà?
Tanti interrogativi vorticavano nella sua mente di scienziato, acquietati solo dalla piena consapevolezza che senza prove non poteva dare risposte certe, oltre che proporre strategie concrete e ben pensate. Preso da quei pensieri, quasi non si rese conto dei due colossi che si avvicinavano a loro, enormi e minacciosi. Fu solo lo strattone di un bambino a destarlo da quella singolare ipnosi di idee, e la voce del compagno di viaggio che suggeriva loro di spostarsi, esattamente come tutti gli altri.
-Si.
Annuì piano con la testa, guardandosi bene intorno, dunque seguì il ragazzino.
Probabilmente non era una mossa particolarmente pensata, ma di certo doveva dar conto che erano stati già aiutati da qualcuno dei bassifondi, ed anche se tutto ciò rischiava di essere una trappola, si sarebbero comunque trovati a dover scegliere fra una supposizione avverabile nel 50% dei casi contro un 100% ed oltre qualora fossero rimasti lì senza far niente.
Infondo erano ricercati.
Si diresse verso il bambino ma, prima di entrare nel luogo indicato, estrasse dal suo kit di esplorazione una provetta vuota, e la ruppe vicino la soglia.
Infondo il biglietto da visita al medico non era poi stato così casuale.SPOILER (clicca per visualizzare)Chiedo perdono per il ritardo. -
R e i.
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C h a p t e r II | 3
Dream or Reality?
Le parole del ragazzo erano state veritiere a quanto pareva, perché quello in cui ci ritrovammo tutti una volta fuori dalla sua abitazione aveva proprio l'idea di essere un ghetto di qualche tipo. Arricciai il naso e strinsi lievemente le palpebre, colpita in pieno da quella zaffata di odori non propriamente piacevoli, ma stetti ben attenta a non perdere di vista i miei compari in mezzo a quella folla che nostro malgrado ci aveva investiti. Non persi neppure l'occasione per osservare di sfuggita, di tanto in tanto, le bizzarre mutazioni che caratterizzavano ognuno degli individui che ci sfrecciavano affianco, domandandomene la causa. Alcuni di loro giravano con delle maschere antigas, e per me non era un buon segno: poteva significare che quell'aria irrespirabile fosse in realtà tossica, e non solo maleodorante. Ma purtroppo non avevamo tempo da perdere in preoccupazioni e supposizioni: dovevamo trovare una via di fuga sicura.
E proprio quando l'idea mi passò per la testa la folla cominciò a dissiparsi misteriosamente, fino a quando non fui in grado di vedere la causa di tutto quel trambusto: due colossi d'acciaio dall'aria poco amichevole si trovavano in mezzo alla strada, non troppo distanti da noi, e qualcosa mi diceva che erano le guardie di cui parlava il medico. Erano state più veloci di quanto asseriva, ma per fortuna non sembravano ancora averci notato. Il mio sguardo saettò rapidamente da una parte all'altra dell'insolito scenario, alla ricerca di una qualche scappatoia, ma le parole di uno dei miei compagni mi spinse a riportare tutta la mia attenzione sul gruppo.
« Mh? »
Notai solo in quell'istante che un bamboccio dalla faccia semi-squamata ci aveva indicato una possibile via di fuga, rappresentata da una porticina poco distante. Generalmente non mi fidavo degli sconosciuti, ma visto che si trattava di un bambino forse era una buona idea fare un'eccezione per quella volta... e in ogni caso i miei due partner avevano già preso la loro scelta. Dunque non mi restava altro che seguirli, sperando di non finire dritta dritta in una trappola.
* Sempre meglio che affrontare due titani bardati di tutto punto... no? *
In cuor mio speravo di aver ragione. Ma anche in caso contrario, sarei stata pronta a fare quello che mi riusciva meglio: uccidere.. -
..
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R e i.
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C h a p t e r II | 4
Dream or Reality?
Le sorprese non erano ancora finite a quanto sembrava, e in fin dei conti me lo sarei dovuta aspettare, visto che avevamo messo piede - nostro malgrado - in un mondo a sé stante, che non aveva nulla a che vedere con Endlos... almeno per quello che ne sapevo fino a quel momento. Non appena fui dentro, quell'odore intenso e acre mi colpì violentemente le narici, proprio come poco prima aveva fatto l'aria del sesto distretto. Ma quella volta c'era qualcosa di diverso: subito dopo aver mosso qualche passo in mezzo a quella strana nebbiolina rossa che permeava il locale, cominciai a sentirmi strana, confusa, quasi stordita.
« Ma che... »
Sussurrai a bassa voce quelle parole, prima che un capogiro mi prendesse e mi costringesse ad avvicinarmi alla parete di sinistra, nel tentativo di cercare un qualche supporto sul quale appoggiarmi per mantenermi in piedi. Posai la mia mano sopra al muro, chinandomi lievemente in avanti. Poi chiusi le palpebre, cercando di riacquistare la concentrazione necessaria a capire dove diavolo eravamo finiti: davvero era una trappola? Forse quel gas che stavamo inalando era un qualche tipo di sonnifero. Eppure nessun sonnifero del quale io ero a conoscenza aveva degli effetti simili... quel fumo mi stava causando anche diversi flashback improvvisi sul mio passato. E ogni immagine che mi passava davanti agli occhi era come un ago nel cervello.
« ... »
Mi sforzai di riacquistare la posizione eretta, riaprendo gli occhi e squadrando l'ambiente circostante. La figura che si trovava in fronte a noi, a qualche passo di distanza, attirò immediatamente la mia attenzione, anche prima che cominciasse a parlare: era un ibrido fra una donna e un serpente. Non sembrava avere intenzioni ostili, ma non potevo esserne certa: ogni mia percezione stava lentamente sfumando. Ascoltai in ogni caso le sue parole con tutta l'attenzione che riuscivo ad avere in quei momenti, almeno fino a quando dei drappeggi sulla destra della stanza non si levarono, donandoci la vista di una seconda parte del locale.
« Interessante... »
Mi accorsi di aver recuperato il mio tono di voce abituale mentre commentavo la scenetta che mi si parava dinanzi, ma non dedicai più di qualche secondo alle belle forme delle danzatrici mutanti, e riportai quasi subito il mio sguardo sulla misteriosa creatura che aveva detto di chiamarsi Lara.
« ... ma credo di poter parlare per tutti qui, quando dico che al momento abbiamo altre priorità. »
Strabuzzai gli occhi al termine della frase, visto che mi ero accorta che la vista mi si stava appannando. Speravo ancora che non fosse una trappola quella in cui eravamo finiti, anche se a dirla tutta quella brutta sensazione non ne voleva sapere di andarsene. Forse era anche quella un'illusione causata dai fumi allucinogeni... o forse no.
« Qual'è il prezzo per delle informazioni su questo posto? »
Cercai i suoi occhi nel domandare, visto che amavo il contatto di sguardi quando contrattavo o comunque discutevo: spesso dagli occhi potevo intuire parte di quello che l'altro pensava. Ma in questo caso la cosa si sarebbe potuta rivelare più ostica del previsto, visto che a malapena riuscivo a distinguere gli occhi azzurri della lamia.. -
|Mozart|.
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Lo colse uno strano torpore. Anzi no, prima lo raggiunse la sorpresa, mista a sgomento; solo dopo il languore arrancò feroce, come la salsedine che s'increspa sulle navi, sulle case... nel cuore degli uomini. Non fu bonaccia però, non una sensazione di pace, quanto di pacata ansietà: il mondo tutt'intorno si dipingeva con tinte fosche, e lui n'ebbe a suo modo un certo timore. Non gli piaceva, per niente.
Udì, quasi di strascico, il soggiungere di una voce femminile che soltanto dopo poté riconoscere, proveniente da quel che sembrava un serpente dotato di seno, o dei seni dotati di pitone; al di là del doppiosenso, fu davvero quella la prima cosa che poté notare di lei. E non era poi così nuovo a simili costrutti della fantasia, giacché le Sirene, del cui nome lui si fregiava, non erano forse per metà bellissime fanciulle e per l'altra uccelli rapaci?
Restò così a fissarla, non potendo muoversi nemmeno quando fu lei a ricambiare l'intesa, con un'analisi approfondita del suo giovane corpo; e quando riprese a parlare, mostrando a lui i piaceri del dialogo e della carne, ebbe a chiedersi se non avessero barattato una morte di spada per una di piacere. Rabbrividì.
Attese quindi che la sua compagna terminasse quanto stava proferendo, per aggiunger di più:» Parli di prezzi e di servizi... ma non ho fiducia nelle tue parole. Perché dovrei? Anche qualora volessi pagare, cosa mi da garanzia che non venderai nuove informazioni ai prossimi venturi?
Avrebbe concluso, riassumendo brevemente il succo di tutto il suo pensiero; o forse fu costretto, perché gli effluvi che inibivano la sua mente non gli concedevano una concentrazione sufficientemente arguta. Si sentì come un bambino che tenta di ragionare con un anziano, venendo superato sia in esperienza che in saggezza...
Informazioni come "persone dall'abbigliamento ed un aspetto mai visti prima": quanti sono, chi sono, dove sono andati... Ci guadagneresti un bel po', o sbaglio? «
e sperò di potersi riprendere, il più presto possibile..