Walking the Desert

Building on Ruins ~ Preludio II

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    Con uno sbuffo sconsolato e abbattuto, l’uomo con la parte inferiore del volto scarnificata dal fuoco si lasciò cadere seduto ad un tiro di fionda da un pigro rivolo di lava -densa, arancione e incandescente-, lasciando che gli occhi scuri ed imbronciati vagassero per la brulla desolazione infernale che costituiva tutto il panorama della regione del Geisine.

    Sebbene fossero poche le forme di vita in grado di attecchire, adattarsi e resistere alla vita in quella geenna, per qualche ragione egli non sembrava risentire del calore soffocante che sempre aleggiava in quei luoghi mantenendone l’atmosfera ad una temperatura proibitiva, tanto che l’unico suo cruccio sembrava essere proprio quello di non esser inciampato in un’anima da che aveva preso a girovagare per il deserto dello Yuzrab.


    « Che palle. »
    bofonchiò il passeggiatore solitario
    « Settimane di viaggio, e non una fottuta città del cazzo. »

    Con uno strano verso simile all’abbaiare di un cagnolino, la bestiola di piccola taglia che aveva docilmente trotterellato al fianco dei polpacci del suo padrone per tutto il tempo di quella marcia, gli saltò allegramente in grembo, continuando a produrre quel suono acuto e fastidioso mentre dimenava la lunga e sottile coda a punta di freccia nel tentativo di rincuorarlo;
    distrattamente, quello sollevò la mano per cominciare a carezzarlo con fare ritmico e assente, dando in un sospiro sconsolato.


    Non doveva essersi accorto della vasta caverna dall’entrata macchiata di sangue
    che si apriva alle sue spalle.

     
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  2. Huo Yin Lei
     
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    Solo, a rimuginare su trame oscure, pensieri neri come la morte, stava il tetro Guardiano, accoccolato quale una preda impaurita dal cacciatore, o quale un predatore guardingo. Nella cava di pietra, fra sassi e cadaveri, e pezzi e sangue, e nauseabondi odori, rimestava nel bieco cuore propositi di vendetta, di odio e di semplice vanità.
    Non aveva che osceni desideri, sicché circuiva chiunque trovasse gustoso, e se non poteva averlo con il veleno delle parole, magari traviandolo o snaturandone l'anima, lo prendeva con la rabbia e la foga di chi sia a digiuno da secoli, e lo portava nella grotta di Geisine.
    Era quella la sua sporca tana nel mondo di Endlos, piena di ogni maledizione, e di crudeltà: una modesta galleria serpeggiava fin nella terra e lì, in basso, s'apriva una più ampia cavità, dove stava un trono sul quale sedeva orgoglioso, costruito di pietra e di ossa.

    Stava osservando i macabri corpi, brutalmente mutilati o delicatamente uccisi, appesi per le pareti della galleria, quando ecco dei passi farsi vicini, il Guardiano essendo a pochi metri dall'entrata, nascosto dall'oscurità del passaggio. Sembrava che qualcuno sostasse lì, all'imboccatura della sua tana, coraggioso, stupido o solo ignaro di cosa abitasse in quella cava? Poco male, in ogni caso: presto si sarebbe accorto dell'errore.
    Silenziosamente fece qualche passo, sì da poter essere udito quale un sussurro cupo e, steso attorno a sé un velo di tenebra, al punto che ora la galleria era completamente nera, e nessuna luce l'attraversava o ne usciva, parlò con la voce di un serpente nascosto e pronto a ferire:

    -O mosca, o moschettina,
    sei cieca, poverina!
    Sei cieca, sei bendata
    e annaspi disperata.
    Chi dunque vuoi pigliare?
    La benda a chi vuoi dare?
    Ti tocco e non mi vedi,
    t'inganno e non mi credi...
    sei cieca, poverina
    o mosca, moschettina...
    -

    Una cantilena, una filastrocca derisoria e provocante, un assalto delicato magari. Il tono calmo e quasi divertito, assunto dal tono serpentino dell'essere, pareva quello di un sadico assassino; ed era vero.



    Energie: 100% - 20% = 80%

    Equip:

    CITAZIONE
    Morcarch (Zanna della Tenebra)

    "Quando l'insaziabile fuoco bruciò le tempeste e le sprofondò nell'Abisso, lì prese forma Morcarch: oscuro vessillo di tutto ciò che in questo mondo è male e corruzione, questi esalta l'empia malignità, dilaniando ogni cosa sia santa e pura..."

    La perversione di Morcarch tutta s'inerpica per la nera elsa della katana, sulla quale danzano folli simboli di fulmini e brutture, e da questa continua la tetra marci nella rossa lama. Quest'ultima è la vera Morcarch: la lama che, per la grande avidità del fuoco s'è fatta rossa, sanguigna e tanto ardente da poter bruciare anche solo alla vista, e ciò che un occhio attento riesce a scrutare in questa sono fiamme vive e terribili, danzanti nella follia dell'abisso da cui si generano. Ad ogni modo, ben più oscuro dello perfidia dell'oggetto, è ciò che questo è in grado di operare: la tetra lama non si cura degli spiriti, né di gusci vuoti; Morcarch colpirà il corpo del mondo, dilaniandolo.

    Analisi dell'arma:

    Lunghezza elsa: 30 cm

    Lunghezza lama: 120 cm

    Lunghezza complessiva: 150 cm

    Analisi dell'abilità:

    La lama passa attraverso fantasmi, spiriti e tutte le essenze incorporee, come fosse una normale spada; nel caso colpisse una creatura dotata di anima, la lama provocherà terribili dolori, al pari di una mutilazione effettuata con uno strumento ad altissima temperatura; nel caso si trattasse di materia inerte, il taglio sarà semplicemente molto profondo a causa dell'elevata affilatura dell'arma.


    Passive in uso:

    CITAZIONE

    Manto del Crepuscolo

    <i>"Dovunque sia Luce, il Terzo porterà l'Ombra; dovunque sarà pace, il Terzo porterà disperazione; dovunque è santità, il Terzo la muterà in empio peccato..."

    Sorgente del male più terrificante, puro ed oscuro, il Terzo Guardiano getterà nella disperazione chiunque lo accosti, ed il mondo appare sporco, come se il bene venisse distrutto ed ogni traccia di serenità cancellata: un cadavere in pace apparirà sofferente e deturpato, ogni speranza morrà ed il bene avrà difficoltà ad attecchire; la buona realtà attorno al Guardiano si ridurrà, poiché tutto il male e tutta la corruzione del Mondo sono da lui rappresentate, e per lui riversate nel Mondo.


    Analisi dell'abilità:

    Raggio d'azione: 7 metri con centro Yin

    CITAZIONE
    Nota 1: L'effetto svanisce al di fuori dell'area, ed il Guardiano ne è immune,godrà del bene e del male nell'esatta misura in cui gli sarà stato causato (qualora dovesse subirne).

    CITAZIONE
    Nota 2: Questa abilità non riscontra effetto qualora il Fulmine sia impegnato in un combattimento.


    CITAZIONE

    Nero sguardo di serpe

    "...Il Terzo non teme la Tenebra, poiché egli la domina e da essa trae blasfemo piacere, i segreti svelandone..."

    Nessuna cosa può nascondersi agli occhi del Guardiano, nessuna che si creda tanto scaltra da rifugiarsi nella scura tenebra: i rossi occhi di Huo Yin Lei penetrano i cupi veli del Buio, poiché questi dal buio vengono, e con loro tutto lo spirito dell'Essenza. Che sia notte o che ci si sia privati di luce, il Fulmine potrà osservare e vedere, perché è l'oscurità la sua vera luce.


    Analisi dell'abilità:
    Gli occhi del Terzo Guardiano non sono influenzati dalla condizione di buio, sia essa naturale (notte) oppure indotta (da tecniche oppure da azioni, come ad esempio chiudere porte e finestre), pertanto egli avrà una visione perfettamente nitida di cose e persone, assolutamente uguale a quella che normalmente possederebbe in condizioni di luce.


    Tecniche utilizzate:


    CITAZIONE

    Prigione oscura

    "...Nella scura perdizione è la contorta gioia del Guardiano, e dove sia tenebra lì egli s'esalterà..."

    Dal nero pozzo di potere dell'Essenza venga la tenebra, e questa si stringa nell'aria e sulla terra, avvolgendo il Fulmine del suo oscuro malessere; si farà cupola, e sarà tanto densa e maledetta che nulla potrà essere visto, a meno che gli occhi non brillino di luce più acuta. Nemmeno il brillare del fuoco potrà essere scorto, pure che questo si trovi davanti gli occhi di chi guardi: calore, dolore certamente, ma luce mai, dall'Abisso divorata.

    N.B.: come scritto, è un buio talmente fitto che non potranno essere viste luci (è la Tenebra del Terzo che, appunto, divora la luce) oltre alla normale condizione di cecità per i corpi opachi. Ad ogni modo, fonti luminose di intensità superiore al Consumo di questa tecnica potranno essere scorte; inoltre è necessario avere passive o tecniche adeguate per potere riuscire a vedere in condizione di buoi estremo per poter vivere serenamente all'interno di questa cupola.

    Consumo: Alto
    Durata: 2 Turni
    Estensione: 7 metri di raggio con centro il Guardiano (la cupola si muove con lui)

     
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    -O mosca, o moschettina, sei cieca, poverina!
    Sei cieca, sei bendata e annaspi disperata.
    Chi dunque vuoi pigliare? La benda a chi vuoi dare?
    Ti tocco e non mi vedi, t'inganno e non mi credi...
    sei cieca, poverina o mosca, moschettina...
    -

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    D’un tratto, mentre lo sguardo scuro contemplava con fare assente la curva appuntita della suola delle sue scarpe, e la sua mano si muoveva ritmica sul pelo del suo animaletto, una voce sussurrante provenne da qualche parte alle sue spalle, richiamando indietro l’attenzione del disperso sulla realtà, insieme a tutta la sua presenza di spirito, assopitasi frattanto nella noia indotta da quel paesaggio brullo e desolato.

    Istintivamente, l’uomo con la parte inferiore del volto scarnificata si volse in quella direzione, ma contemplando la densa oscurità della caverna si ritrovò perplesso; arcuò un folto sopracciglio rosso come i capelli, e si passo la lingua sui denti lasciati in parte esposti dalle labbra consumate dal fuoco.


    « Aren...? »

    Il viandante non riusciva a vedere nulla all’interno di quella caverna, ma quel nome corrispondeva all’unica persona che conosceva capace di blaterare rime e ritornelli simili senza la minima vergogna, per questo -seppur con interrogativa perplessità- parlò al buio immaginando che nascosto lì dentro ci fosse proprio il suo collega.

    « Questa non l’avevo mai sentita nel tuo repertorio... »
    proseguì, convinto di conoscere chi avesse di fronte
    «Comunque: che diavolo ci fa il tuo culo ossuto da queste parti? Non stavi ad Ovest? »

    Nel frattempo, lo strano cagnolino -non meno sinistro del suo padrone- trotterellò fino all’ingresso della antro, e si sedette ad un passo dal limitare dell’oscurità, fissando il Terzo con i suoi occhietti e sferzando piano la coda a punta di freccia, quasi in cenno di saluto.

     
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  4. Huo Yin Lei
     
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    Chiuso nella scura ombra, il nero animo del Terzo aveva catturato una preda ignara, e come era divertente saperlo confuso! Chissà chi era quell'Aren per il quale aveva scambiato il Guardiano! Ad Ovest, diceva? Forse Yoe aveva avuto modo di incontrarlo..Tuttavia correre nella sala del trono a prendere la sfera e parlare con Lei sarebbe stato troppo rischioso, e quello sciocco forestiero avrebbe scoperto l'inganno. No...Meglio tenere il gioco fino a quando la corda non si fosse spezzata, e solo allora azzannare.

    -Ho finito prima.-
    Disse, la voce più simile a quella usata per la macabra filastrocca
    -Sono bravo, dovresti saperlo.-
    Un risolino, a metà fra il sadico e il pudico
    -Che ci fai qui, credevo avessi altro da fare.-

    Era vero? Certo il Fulmine non poteva saperlo: ma la sua perfidia lo spingeva a parlare, al limite fra la menzogna e la verità, imbarcandosi su di un sentiero spinato dall'istinto e dal caso: un rischio che Huo Yin Lei amava così tanto da farne quasi una religione.

    -Che adorabile animaletto.-

    Disse, rivolto alla bestiola che s'era fermata al limitare della grotta, e che, inspiegabilmente, guardava l'esatto punto dove era l'Oscurità. Al diavolo i passi falsi.



    Come il turno precedente, è ancora attiva la cupola di oscurità assorbi-luce

     
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    -Ho finito prima. Sono bravo, dovresti saperlo.-

    « Mah... Sarà... »

    La risposta dell’uomo fu scettica, ma tutto sommato contenuta; questo semplicemente perché -in realtà- avrebbe voluto mandarlo a quel paese e fargli presente che anche quel componimento faceva a dir poco schifo, né più né meno degli altri... ma visto che, solitamente, chi era tanto stupido da irriderlo in quella maniera finiva smembrato in maniere orribili nel giro di pochi secondi, il rosso preferì evitare la seccante perdita di tempo che avrebbe comportato il dover di nuovo mettersi a ricucire i pezzi.

    -Che ci fai qui, credevo avessi altro da fare.-

    « Eh...? Ma che dici...? »
    l’uomo dalla faccia scarnificata dal fuoco getto uno sguardo perplesso nell’ombra
    « E’ proprio perché ho da fare che sono qui, non te lo ricordi più?
    Piuttosto: tu ne hai già trovato qualcuno? »


    Seppur era stato in parte convinto dalla messinscena del Terzo,
    le parole che il Guardiano incautamente aggiunse tradirono il suo inganno.

    -Che adorabile animaletto.-

    « Lo stesso che ad ogni riunione proponi di abbandonare ad una piazzola di sosta...? »
    la faccia del viandante si contrasse in una smorfia interrogativa
    « Non puoi essere Aren. Lui non capisce un cazzo.
    Ora sono curioso di vedere che faccia hai... Mostrati. »

     
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  6. Huo Yin Lei
     
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    Poco alla volta, sembrava che le parole abiette del terzo stessero infettando l'ingenuo orecchio di quel tale che s'era avvicinato alla grotta dentro la quale il Nero potere dimorava.

    -Certo che l'ho trovato.-

    Rispose, alla domanda di quello; ma quando stava per dirsi soddisfatto, ecco aver colto un dettaglio che, invece, Aren avrebbe nominato al contrario, pur forse con lo stesso sarcasmo.

    -Ghghgh-
    Sogghignò delicato, l'inganno scoperto
    -Credevo capissi il sarcasmo...Evidentemente mi sbagliavo.-
    Rispose alla minaccia dell'uomo, modulando la voce per renderla simile alla filastrocca dell'inizio

    Dopo qualche secondo, in tempo per udire la risposta del viaggiatore, il Nero Animo mosse qualche passo verso l'uscita della grotta, pur rimanendovi nascosto e, smessi i panni dell'inganno, sibilò con la sua voce calda

    -Ad ogni modo, non troverai nulla qui dentro, in casa mia.-

    Uscì: i lunghi capelli neri si drizzavano ispidi, ora scendendo come frecce, ora saettando ai lati; gli occhi come fiamme sanguigne, le labbra affilate e belle, i denti come zanne taglienti, il sorriso macabro e lo sguardo severo.
    Alto e muscoloso, vestito di neri panni, e rossi decori, logori dal tempo e dalla battaglia, e ancora qualche pezzo di armatura indossava, lucida come l'abisso. Al fianco sinistro una lunga spada ricurva.

    -A meno che tu non cerchi cadaveri, o pezzi di cadaveri.-

    Una smorfia sembrò farlo sorridere orgoglioso.

     
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    Ghghgh! Credevo capissi il sarcasmo...Evidentemente mi sbagliavo.-

    Un ultimo sussurro nel buio precedette l’avanzata di qualche passo del suo misterioso interlocutore, lasciandone la tetra presenza ad indugiare sul limitare dell’ombra offerta dal riparo della caverna, là dove la torrida luce del giorno -che sempre prosciuga quanti si ergono a sfidare il cielo di mezzodì nelle terre del Sud- tagliava un confine netto tra l’oscurità e la sabbia dorata.

    -Ad ogni modo, non troverai nulla qui dentro, in casa mia.-

    Ancora un ultimo passo, e la voce fantasma acquisì corpo e volto, e i suoi occhi videro lo sconosciuto, e lo trovarono tenebroso e perverso: lunghi e selvaggi capelli neri, occhi rossi come tizzoni di braci ardenti, e denti feroci come quelli di una belva.
    Gli fu subito simpatico.

    -A meno che tu non cerchi cadaveri, o pezzi di cadaveri.-

    « I cadaveri mi piacciono... »
    considerò l’uomo dal volto sfigurato, alzandosi in piedi e rivelandosi non meno alto
    « Solo che devo farne di freschi...e non trovo una cazzo di città. »

    Nel rivolgersi al Guardiano, non nascose una smorfia pensierosa.

    « Non è che sai dirmi dove posso trovare qualche villaggio, o qualche carovana? »

     
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  8. Huo Yin Lei
     
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    Non paura, né un velo di timore, ma solo un distaccato e quasi piacevole disinteresse fluì dalle labbra dello straniero, intristito dalla mancanza di ciò che aveva dichiarato apprezzare: cadaveri; freschi, per l'esattezza. Una dolce anima persa in cerca di un nobile passatempo, una vocazione prelibata od una gustosa prova di abilità? Il serpente che era nel Guardiano, ancora interdetto, nel suo sguardo sanguigno, se gioire dell'incontro o sentirsi offeso per un lavoro emulato, volle accertarsi della missione di quell'uomo dal volto sfigurato:

    -E dimmi, straniero-
    Modulò la voce come fosse un soffio di drago, un veleno corposo
    -Perché mai vorresti uccidere tante belle cose? Che male ti hanno mai fatto? E' la noia a guidarti, una vocazione oppure un severo lavoro?-
    Chiese, lo sguardo ardente al pensiero dell'atto stesso dell'uccisione
    -Se è per lavoro, beh...-
    Sembrava sognare ad occhi aperti, in una turpe espressione, a metà fra l'affascinato e l'eccitato
    -...Che rozze, brutte e cattive persone che devono essere quelle che ti hanno affidato l'incarico!-

    Avanzava, sfacciato e disumano, lasciando dietro sé una scia oscura di terrore, incupendo l'aria al suo passaggio, tanto che le pietre che circondavano la grotta, e contornavano la lava di Geisine, sembravano essere insanguinate e corrotte da un peccato mortale, gridavano aiuto e piangevano, maledicendo l'inferno in terra, incarnato dal nero corpo di Huo Yin Lei. E così, se avesse quello teso la mano verso l?essenza, questa sarebbe stata orrenda e corrotta, e se il piccolo cagnetto avesse incrociato il potere del Terzo, sarebbe divenuto immondo e sporco, un abominio di terrore, e tutti avrebbero respirato una nera aura, in cui il Male e l'aberrazione quasi assumevano forma solida.

     
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    -E dimmi, straniero: perché mai vorresti uccidere tante belle cose?
    Che male ti hanno mai fatto? E' la noia a guidarti, una vocazione oppure un severo lavoro?
    -

    Quegli occhi rossi come il sangue, il vino e i rubini lo fissarono con perplessità,
    pur ardendo nei loro recessi della fiamma entusiastica del desiderio.
    Desiderio di morte, sangue e carneficina. Condivisibilissima, per quanto lo riguardava.

    « Uccidere non è malaccio come passatempo... »
    rispose il rosso, grattandosi pensosamente il mento scarnificato e riarso dal fuoco
    « ...ma la mia vocazione sono le sevizie: è una cosa che mi rilassa...! »

    -Se è per lavoro, beh...Che rozze, brutte e cattive persone
    che devono essere quelle che ti hanno affidato l'incarico!
    -

    « Mah... Boh: che ne so? »
    fu la replica dello straniero, accompagnata da una scrollata di spalle
    « Non sono io che mi occupo di curare quel genere di affari:
    a me dicono quello che devo fare, e io lo faccio. Poche rogne, e tanto divertimento. »


    Mentre il Guardiano avanzava, spargendo ovunque segni evidenti della sua corruzione e malvagità, il girovago gli rivolse un sorriso -tutto denti- in tralice e uno sguardo d’intesa, e non batté ciglio nel rimirare la devastazione che si spandeva da quella figura nera e fulva.
    Anche il cagnetto, pur restando immobile e scodinzolante al suo posto, non riportò alcun mutamento; forse un’anomalia, o forse un segno... Un segno che, peggio di così non poteva degenerare.

    « Facciamo così: se mi porti al più vicino centro abitato... »
    propose l’uomo, sollevando un indice per enfatizzare il suo discorso
    « ...ti offro un Crimson Midnight alla Nicolaj. Che sarei io. »

     
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  10. Huo Yin Lei
     
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    Che fosse il presidio Sud ad attirare animi così negri? Ah! In barba a quelli che dicono il fuoco essere sacro e puro! Il fuoco corrompe e distrugge, godendo e crepitando come una bestia ingorda. E lì, nell'infiammata desolazione di Geisine, due spiriti rossi erano convenuti, l'uno come tetro abitante, l'altro come fortuito ospite.

    Non solo, ma quello straniero, che disse chiamarsi Nicolaj, non parve affatto terrorizzato dalla scura aura del terzo, e anche, quando camminava, pareva sorridere allo scempio che si spandeva dietro l'Essenza. E quando il cagnetto venne investito dal nero potere, non mutò aspetto, sicché il fulmine capì quell'animale essere tanto corrotto nel cuore che non poteva peggiorare.
    Ma allora...Tutti ricevono visite piacevoli! E dire che nella sua grotta non capitava mai nessuno che fosse interessante!

    -Mpf!-
    Spirò divertito, soddisfatto quasi
    -Vedo che sei un buongustaio. Le sevizie sono così...divertenti!-
    Ghignò, pensando a tutte quelle finora da lui create
    -Oh, d'accordo. Sono due giorni che non faccio altro che giocare coi morti.-
    Si leccò le labbra, cupido e perverso
    -Mi mancava giocare coi vivi.-

    Concluse, sorridendo diabolico; senza aggiungere altro, voltò a destra facendo cenno a quello di seguirlo. In poco tempo sarebbero arrivati alla più stupida città che il Sud potesse avere: tormentata dal fantasma del Terzo, ancora non si decideva a scomparire, trovandosi un luogo sicuro dove potersi riprodurre.

    -Andiamo a fare spesa...di anime.-

    Lapidario e divertito, eccitato e senza remore. E chissà che Nicolaj, se si fosse dimostrato spietato e turpe in giusta misura, non potesse dirsi alleato del Terzo Guardiano.

     
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    -Mpf! Vedo che sei un buongustaio. Le sevizie sono così...divertenti!
    Oh, d'accordo. Sono due giorni che non faccio altro che giocare coi morti
    Mi mancava giocare coi vivi. Andiamo a fare spesa...di anime.
    -

    Il Guardiano gli rivolse un sorriso diabolico e malevolo, e Nicolaj ricambiò con una smorfia analoga della bocca scarnificata; poi, senza aggiungere altro a quel gesto di intesa, si alzò e si preparò a seguire i passi della sua guida.
    Guaendo gioiosamente, il cagnetto arrancò dietro di loro nella sabbia rovente.

     
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10 replies since 28/9/2011, 16:12   193 views
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