Novilunio

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  1. Rika Furude
     
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    ~Sede Yorozuya

    Era un giorno come tanti. Il sole batteva impietoso soltanto qualche dozzina di metri al di sopra delle zucche degli abitanti di Merovish esattamente come faceva ogni giorno, fuori lo straccivendolo trascinava il suo carretto e sbraitava la nenia stonata che ripeteva circa un centinaio di volte ogni giorno, ed alla Yorozuya si bighellonava senza lo straccio di un lavoro come ogni giorno. In verità, un impiego remunerativo che prevedeva un'eroica missione fatta di affascinanti fanciulle, graziose loli e situazioni oltre il limite dell'impossibile era appena piovuta fra capo e collo tramite telefono ad almeno uno dei celeberrimi mercenari prezzolati che costituivano l'agenzia. Peccato che questi avesse metaforicamente parlando battuto precipitosamente in ritirata chiudendo il telefono in fretta e furia e sbattendolo in faccia alla fortuna, entrando così a far parte della già chilometrica lista di elementi che avevano rifiutato cotanto onere e (dubbio, dubbio, dubbio) onore.
    Probabilmente c'era un motivo -un buon motivo- dietro al rifiuto istantaneo di tale accorata richiesta di aiuto, che oltretutto presumeva lauto compenso. E probabilmente quel motivo riguardava missioni passate, di quelle romantiche in cui c'è da proteggere dolcissime fanciulle e fronteggiare certe creature demoniache imparentate alla lontana con i lupi mannari, che però non mordono né ululano alla luna piena. Ma poco importa. Ciò che è perso è perso, un rifiuto è un rifiuto e non si torna più indietro.
    E si sa, per cruccio di molti la fortuna raramente bussa due volte alla stessa porta.
    Già.

    ~

    Yuriya Tachibana bussò sommessamente alla porta dell'Agenzia, guardandosi intorno per la milionesima volta da quando aveva messo piede nei quartieri bassi per soffermarsi su un trio di monelli scalzi che correvano ridendo giù per le strade come se temesse chissà cosa perfino da tre ragazzini. Le avevano parlato bene di un qualche stregone che si diceva eseguisse al giusto prezzo servizi di svariata natura, tutti quelli con cui aveva parlato l'avevano descritto come un tipo cupo e silenzioso e dal basso della sua totale mancanza di esperienza nel campo le era sembrata una descrizione sufficientemente incoraggiante per uno stregone. Credette di sentire dei rumori provenire dalla stanza, al che tormentò la montatura dei piccoli occhiali a pinza e si risistemò in un tic nervoso i capelli neri acconciati in due ciuffi voluminosi, tastandoli delicatamente con le mani, salvo poi passare le mani sull'ampia gonna stupendosi del fatto che non si era ancora consumata nonostante avesse ripetuto quel gesto almeno cento volte negli ultimi quaranta minuti. A vederla vestita in quel modo appariva quanto meno una nobildonna decaduta, peccato che non c'erano individui del genere a Merovish.
    Okey, normalmente non è una tipa nervosa: era Merovish a farle quell'effetto. Non era mai stata in una città così grande e già di per se la cosa le dava inquietudine, ma poi l'idea di essere sottoterra alimentava la sua claustrofobia e di certo non traeva conforto da tutte quelle voci sulla mala -che nella città delle talpe è dominante. D'altra parte però aveva davvero bisogno di una mano, e di tutte le agenzie rispettabili quella di quel tale Asama le era parsa la più competente.

    Cattura-150

    Certo lo zio poteva darle anche qualche suggerimento su come fare invece di dirle cosa fare e piantarla in asso ad arrangiarsi.

    « Mi scusi. »
    Avrebbe esordito bussando con un po' più di energia alla porta dopo essersi schiarita la voce, il tono gentile e contrito come lei stessa.
    « Sto cercando l'Agenzia Yorozuya »
    Avvicinò l'orecchio all'ingresso stando attenta a captare se qualcuno l'avesse udita.

     
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  2. ~Deadly Sin
     
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    ~Sede Yorozuya - Secondo Piano [perchè al primo c'è il baretto]

    Sì, faceva caldo. Tanto caldo.
    Doveva essere iniziata la stagione fredda. Troppo caldo.
    Eppure era quasi totalmente sicuro che lì, nel loro piccolo-ma-funzionale bilocale, un ventilatore fungeva da piacevole coinquilino. Sì, avevano un ventilatore. Niente aria condizionata, troppo da ricchi! E poi Cristiano aveva detto loro una volta, a testa alta come chi la sa più lunga di te, che un tipo al pachinko gli aveva assicurato che i condizionatori causano il cancro, roba seria mica da poco. Ventilatore. Red voleva il ventilatore. Dove diavolo era finito il ventilatore???

    -Socio, io adesso non voglio fare il disfattista, ma sto caldo mi ha obbligato a togliere la giacca. Chi di dovere intenda. -

    Una tragedia.
    E guardavano la tv, lui e il socio. Un programma con dei tipi su un'isola, trama poco chiara. Non gli interessava troppo, il soffitto aveva una macchia di muffa più interessante.
    Il suo socio, che rispondeva al nome di Vaairo, con due "a", giaceva con camaleontico mimetismo sul divano, solo dio sa quanto abbia bevuto la scorsa sera. La cosa grave è che però, di soldi in casa non ce ne stanno, nonostante Vaairo insista con la sua boiata del "vai tra che i soldi arrivano se li spendi, è tipo il karma": di soldi se ne spendono, ma alla porta non bussa una beneamata cippa.
    *Toc Toc*
    Cazzo. Odiava dare ragione a quell'ubriacone.
    Si alzò in piedi, scoccando una lunga occhiata piena di intesa che il suo socio avrebbe sicuramente ricambiato e compreso, poi attese. Sì, avrebbero aperto la porta insieme.
    Camicia bianca con maniche arrotolate ai gomiti, cravatta col nodo un po' sfatto.. Ma tremendamente figo.

    -Dica-

    Sarebbe stata la sua unica risposta, con aggiunta di opzionabile madame/monsieur in pessimo accento francese. Perfetto ed enigmatico, yeaaaaah.
    Lavoro in vista? Si spera, ancora un po' di inattività e avrebbe perso la sua tartarughina, sia mai.

     
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  3. Vaairo
     
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    Il formidabile mercenario aveva decisamente visto giorni migliori. Il suo portafoglio, pure.
    Il fondo pensione, anche. La cassa benessere, manco a parlarne.

    « Quella muffa prima o poi si metterà a cantare, parola mia. »
    Aveva la vista annebbiata dal torpore; quel caldo era così soffocante che avrebbe fatto imprecare persino quei muri di mattone e cartongesso, figuriamoci una muffa che, ne era certo, aveva visto muoversi non più tardi di qualche minuto prima.
    Asama era fuori casa da tre giorni, ormai. Il lugubre stregone aveva lasciato dire di aver trovato un incarico di minore importanza, concernente la disinfestazione di una famiglia di geist in un maniero vicino Undarm. Così, a casina erano rimasti Red e Vaairo.
    E senza spericolate missioni in vista, non si poteva far altro che bere, guardare la tv e giocare d'azzardo.
    Solo che la prima costa, e la terza pare non renda come rendeva in passato.
    A ben pensarci, anche la seconda costa. Maledetto canone e dannata antenna. I canali che si prendevano a Merovish non erano esattamente i più entusiasmanti.

    Vai tra che i soldi arrivano se li spendi, è tipo il karma, dunque.
    Fermamente convinto di tale assioma, Vaairo se ne stava stravaccato sul divano a bere birra; in effetti, stava a testa in giù, le cosce poggiate sullo schienale e le gambe penzoloni. Lo aiutava a concentrarsi, quella posizione. Ma anche no.
    Era solo annoiato.

    Bussarono.

    In un primo momento, non ne fu certo.
    Insomma, le allucinazioni capitano, soprattutto quando hai un po' troppo sangue alla testa e un po' d'alcool in pancia.
    Quel figo di Red, però, si era effettivamente alzato, segno che quel sommesso tamburellio sulla porta non era stato uno scherzo della sua immaginazione.
    Ma dai.

    « 'Rivo. »

    Ricambiò l'occhiata d'intesa col socio, poi si diede da fare nel vincere la forza di gravità e quell'incredibile caos che era la sua camicetta bianca.
    Corse alla porta, aspettando un cenno per aprirla in combo.
    One, Two, Three, On the go.

    « Yo! »

     
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  4. Rika Furude
     
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    Proprio mentre Yuriya Tachibana bussava alla porta dell'agenzia Yorozuya, meno di un piano più in basso due uomini vestiti in un completo nero giacca e cravatta salivano con tutta la calma di questo mondo e discutevano amabilmente. Uno dei due somigliava vagamente a John Travolta, avete presente quello di Greese e La Febbre del Sabato Sera? Ecco, lui, solo più vecchio di quasi vent'anni, con un'aria terribilmente inadeguata in quel completo che deve essere costato un occhio, e sopratutto con un principio di stempiatura nascosto dai capelli tirati all'indietro che gli arrivavano fino alle spalle ed erano al contempo ordinati ed un po' maranza -aiutandoci con un certo dialetto del nord dai toni molto efficaci. Ma come, John Travolta stempiato e maranza? Beh, non era proprio John Travolta. Solo uno che gli somiglia e che ha l'aria da gangster, tutto qui. Il suo compagno invece era un nero, uno di quelli con la faccia che sembrava sporca, e barba e basette accuratamente tagliate con cura quasi maniacale a formare ordinate figure geometriche: una "U" rovesciata sotto il naso ed ai lati del mento, rettangoli perfettamente simmetrici dalle orecchie fin quasi al mento, stando bene attenti ad aggirare gli zigomi tipici degli afroamericani d'altri tempi. Era l'unico genere di persona capace di portare i capelli afro e trasmettere timore invece di una grassa risata -già, perché di solito i capelli afro perfettamente stondati tendono a far ridere, non ti fanno cagare sotto come in quel caso.
    Comunque, i due erano molto calmi nel salire le scale, e anche se sembravano dei mafiosi fatti e finiti ad incrociarli in quel momento lungo le scale uno non avrebbe fatto nemmeno tanto caso a loro, così come loro sicuramente non avrebbero fatto troppo caso a lui.

    « Ti ricordi di Antoine, mezzo nero e mezzo samoano, lo chiamavano "Tony Rocky Horror" »
    Dice il nero, attaccando discorso
    « sì, mi pare, quello grasso! »
    « Beh, io non me la sentirei di chiamarlo grasso, ha problemi di peso, che deve fare? E' samoano... »
    « Credo di sapere di chi parli, e allora? »
    L'altro non capisce bene dove vuole andare a parare il compagno.
    « Beh, Marsellus gli ha dato una bella ripassata. In giro corre voce che sia stato per la moglie di Marsellus Wallace. »
    « Che cosa ha fatto, se l'è scopata? »
    « No, no, no, no, niente di così grave... »
    « Cosa, allora? »
    « Le ha fatto un massaggio ai piedi... »

    « Un massaggio ai piedi? »
    Il nero annuisce
    « mh-mh. »

    « Tutto qui...? »
    Lui annuisce di nuovo, come a voler dire "eggià, tutto qui"
    « mh-mh. »

    « E allora Marsellus che ha fatto? »
    « Ha mandato a casa sua un paio di scagnozzi, l'hanno portato sulla veranda e l'hanno buttato di peso fuori dal balcone, il negro si è fatto un volo di quattro piani. Di sotto c'era un giardinetto ben curato, col tetto di vetro, come quello delle serre... il negro c'è passato attraverso. Beh, da allora non è capace di esprimersi molto chiaramente. »
    « Cazzo, un vero peccato. »
    La prima rampa finì, fecero un pezzo di corridoio fatiscente e passarono alla seconda, l'ultima prima del secondo piano.

    « Però bisogna ammetterlo, quando uno gioca col fuoco, prima o poi si brucia. »
    Di tutta risposta il nero fissa il suo collega, come a voler dire "ma che cazzo stai dicendo??", quindi esclama con una sfumatura di fastidio nella voce:
    « che vuoi dire? »
    « Perché non si va a fare un massaggio ai piedi alla nuova moglie di Marsellus Wallace! »
    « Secondo te non ha esagerato? »
    « Beh, Antoine probabilmente non si aspettava che reagisse come ha fatto, ma... doveva pur aspettarsi una reazione. »
    « Ma è un massaggio ai piedi, non è niente, io lo faccio sempre a mia madre. »
    « No, è mettere le mani in modo intimo sulla nuova moglie di Marsellus Wallace. Voglio dire, è così grave come se gliel'avesse leccata, no. Ma è lo stesso fottuto campo da gioco! »
    « Ohohoh, aspetta, fermo lì, leccarglielo a una troia e farle un massaggio ai piedi non è la stessa cosa. »
    « Non lo è, ma è lo stesso campo da gioco. »
    « Non è neanche lo stesso campo da gioco, cazzo. Ora senti, forse il tuo metodo di massaggi è diverso dal mio ma sai... toccare i piedi di sua moglie e infilare la lingua nel più sacro dei suoi buchi non è lo stesso fottuto campo da gioco, non è lo stesso campionato, e non è nemmeno lo stesso sport. Guarda, il massaggio ai piedi non significa un cazzo! »
    In quel momento imboccarono il corridoio, dove verso la metà una ragazzina di sedici/diciassette anni aveva appena bussato ad una porta, da cui aveva fatto capolino la testa rossa di un giovane, affiancato poco più in là dal suo collega e socio in affari che non era visibile dai due. Non che a loro importasse molto...

    « Ma tu l'hai mai fatto un massaggio ai piedi? »
    « Ooooh, non venirmi a parlare di massaggi ai piedi, perché io sono un maestro di piedi massaggiati! »
    « E ne hai fatti molti? »
    « Cazzo! Ho una tecnica che, levati, niente solletico, niente di niente. »
    « E a un uomo glielo faresti un massaggio ai piedi? »

    Si fermarono entrambi.
    Silenzio. Poi il nero fece un altro paio di passi nel corridoio e proruppe

    « ... vaffanculo. »

    « ... l'hai fatto a molti? »
    « Vaffanculo. »
    L'altro ridacchia e incalza
    « ... Sai, mi sento un po' stanco, me lo faresti un massaggio ai piedi? »
    « Basta, eh, hai capito? Cominciano a girarmi le palle! »
    Estrasse la pistola e annuì con la testa alla ragazza.
    « E' lei? »
    Il suo compagno lo imitò ed entrambi puntarono la pistola.
    « O è lei, o è sua sorella gemella. A te risulta che abbia una sorella gemella, Jules? »

    ~

    Yuriya rimase un po' perplessa quando invece dell'individuo alto, ammantato in abiti esotici e dall'aria misteriosa gli aveva aperto un tipo dall'aria un po' trasandata ed i modi di fare affabili, al cui fianco subito si mise un altro uomo più alto e più largo di spalle, seppure parimenti trasandato e pure lui piuttosto giovane, anche se sul momento non riuscì a dargli un'età precisa.

    « Ehm, è l'agenzia Yorozuya...? »
    Disse titubante, temendo di aver sbagliato porta e candidamente ignara del fatto che pochi metri alla sua sinistra due uomini in completo giacca e cravatta avevano appena sollevato due nove millimetri e le stavano puntando proprio su di lei.
    « Ecco, forse io... »
    Forse niente, in effetti.
    E' un po' difficile parlare se a pochi metri di distanza due tizi ti svuotano il caricatore addosso...


    CITAZIONE
      Ok, ci sono due tizi che stanno sparando alla vostra datrice di lavoro, o quanto meno aspirante tale. C'è bisogno che vi dico cosa fare...?



    Edited by Rika Furude - 8/10/2011, 22:16
     
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  5. ~Deadly Sin
     
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    Scusa se rido pensando a Vincent Vega e socio xDDD


    « Ehm, è l'agenzia Yorozuya...? »

    Ebbene, era già la seconda volta che veniva posta quella domanda. Adesso, che non si appaia superficiali, ma con davanti due fighi di questo calibro ci si potrebbe pure sforzare un po' di più per intraprendere una conversazione. Non so, "ciao", "piacere", "che bei capelli".. Parlare di lavoro tende ad azzerare l'interesse nella maggior parte dei casi.
    Ma va bè, qui stiamo parlando dello Yorozuya, Agenzia Tuttofare! Nella parcella è compreso insieme al risultato garantito anche un bel contorno umoristico con magari l'aggiunta di qualche condimento un po' osè. Si divaga? Si divaga.
    Mentre il nostro Rosso si accingeva ad esibirsi in uno dei suoi migliori sorrisi, dovuto alla presenza, bella seppur celata, di una nuova possibile(?) cliente, ecco che a smorzare le acque apparvero due completi giacca-cravatta, indossati da un nero e un bianco.
    Armani.
    Armati.
    Non serviva fare due più due per capire che le intenzioni dei due giovanotti ben vestiti non fossero delle migliori: solitamente ci si presenta e poi si estraggono le armi, magari dopo diversi bicchierini che hanno la tendenza di alzare la temperatura, o dopo aver scoperto che qualcuno bara a poker. Che poi, ci vuole maestria a barare a poker!
    Comunque, il nostro duo meraviglia (Red e Vaairo) sapeva come fare. Non avevano seguito un addestramento speciale da guardie del corpo, nè avevano agito spesso come tandem, ma una cosa collegava le loro semplici menti maschili: l'apparizione dei soldi all'orizzonte. Il Rosso si fece avanti, abbracciando letteralmente la ragazza dai piccoli occhiali, e subito si gettò all'indietro tirandosela dentro l'appartamentoufficio, perproteggerla da eventuali colpi. Subito dopo si sarebbe alzato, restando tuttavia accucciato ed estraendo dalla tasca il bastone elettrificato, pronto a dare man forte al suo socio in caso di bisogno.

    -Signorina, ha trovato la Yorozuya. E credo che, indirettamente, lei ci abbia già ingaggiati.-

    Senza neanche voltarsi, da vero macho. Il tutto nella speranza che quei due là fuori fossero DAVVERO lì per lei. Se fossero stati dei creditori avrebbero fatto seriamente una grandissima figura di merda.



    Edited by ~Gian - 24/10/2011, 17:40
     
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  6. Vaairo
     
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    Avete presente quelle situazioni da film thriller da prima serata?
    Ecco, quello era proprio l'intro della pellicola.

    Diciamocelo: per gli idioti il mondo è spesso semplice. Bianco o nero, amici o nemici, debitori o creditori.
    Si cerca i primi, si fugge dai secondi.
    Ora, la scena era questa: i tizi in completo nero che venivan su dalle scale potevano essere chiunque; in effetti, Vaairo non li notò neppure, almeno fino a quando furono ad una manciata di passi di distanza, intenti a discutere di un qualcosa di indefinito. Ovviamente, un uomo normale non va pensando "ehi, questi sono killer, attenzione, cautela, pericolo!". Certo che no. Uno pensa: "sono normali passanti che stan curandosi dei cazzi propri", proprio come quando, uscito da un bar per prendere una boccata d'aria, osservi svogliato la gente che passa.

    In sintesi, non è che gli stesse prestando poi tanta attenzione.
    Almeno, non fino a quando indicarono la ragazzina.
    Ed estrassero due gran belle semiautomatiche.

    Per un istante si sentì offeso: ecco, una volta che il lavoro sembra girare bene qualcuno ti manda tutto a puttane. Magari erano quelli della Skull Corp, quella banda di mercenari piuttosto organizzata che Nadiya mandava avanti... Maledetta concorrenza.
    Ma un eroe non può perdersi in questioni di futile denaro (?); anni e anni trascorsi sui campi di battaglia forgiano una certa esperienza, una prontezza d'animo che, qualora non l'avesse posseduta, bè, quella ragazzina sarebbe già stata stecchita a terra da qualche secondo.

    « MA CHE CAZ- »
    Il grido giunse in combo con il rosso amico, che aveva fulmineamente agguantato la ragazzina per strapparla dalla cascata di pallottole dei sicari. E' stato in quel momento che il nostro buon Vaairo, gettandosi innanzi e levando il braccio sinistro piegato di fronte al viso, aveva evocato uno scudo d'acciaio impenetrabile su cui si infransero i proiettili in un tintinnìo frastornante.

    « Chi diavolo... »
    Questo sparì immediatamente, bandito dallo stesso mercenario; con uno scatto poderoso balzò sui due, forte della sua incredibile possanza fisica.
    Le braccia erano larghe e tese, i muscoli gonfi per un doppio colpo d'avambraccio da perfetto wrestler.
    « ... credete che siamo?! »


    CITAZIONE
    Status: mana 95%, usato Scutum a livello basso.
    WE ARE THE YOROZUYA, MOTHERFUCKERS!

     
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5 replies since 1/10/2011, 04:03   96 views
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