[LAM]Quando "difendersi" vuol dire "combattere".

Arruolamento di Psyche

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    "Aiuto è ciò di cui abbiamo bisogno.
    Aiuto è ciò che offriamo.
    L'aiuto ci arriva quando siamo in difficoltà. L'aiuto è la mano che offriamo quando gli altri hanno bisogno di noi. L'aiuto può essere una parola gentile o un atto straordinario, una mano stretta nel dolore o un gesto magnifico. Tenere aperta una porta è aiuto. Assistere un bimbo ammalato è aiuto. Può essere la cosa più piccola o la più grande, la più necessaria o quella non richiesta.
    L'aiuto è ciò che ci rende umani, ciò che ci separa dalle bestie
    e ci innalza fino agli angeli".

    png

    Secondo girone: Latifondo, 10:13 a.m.
    Presidio Errante, Endlos.

    druriflesso
    Erano in molti, tra quelli che vi arrivavano per la prima volta, a dire che Endlos altro non era che un posto assai bizzarro: mostri sconosciuti, creature inimmaginabili, figure leggendarie; in pratica si trattava del tipico luogo dove la realtà superava i sogni, e dove una sola ombra poteva diventare la ragione della propria morte. Imprevedibilità, ecco l'ingrediente segreto, ciò che rendeva così diverso quel semipiano da qualunque altro posto del multiverso. Infondo, a detta dei più, non esisteva nessun altro mondo generato da frammenti di altri, e non capitava spesso che intere regioni potessero apparire dal nulla -o scomparire nel nulla che le aveva generate- senza motivo alcuno, dettate dal puro caso, ed alla fine era sempre lo stesso caso a far giungere da terre lontane degli stranieri, viaggiatori spesso inconsapevoli, "naufraghi" per i nativi. Ed il caso, su Endlos, prendeva il nome di Maelstrom: tutti passavano di lì, prima o poi, ed era lui a decidere il come ed il quando.
    Anche Laputa era stata "vittima" inconsapevole di quel Dio, apparsa per ultima come presidio nel mezzo dei cieli dell'Ovest. E dopo una serie di lunghe e sanguinose guerre, era finalmente riuscita a farsi accettare, e prendere il suo posto nella politica e nelle tradizioni di quel nuovo mondo che l'aveva accolta. Su di essa v'era una enorme struttura, rigogliosa nel secondo girone. Aveva la forma di un albero, e sebbene fosse fatta di nuda pietra e legno, c'era chi giurava di averla sentita respirare. Nessuna verità, nessuna certezza comunque: solo voci correnti. Il suo nome era Albero Casa, e da poco aveva ospitato un nuovo ordine di soldati al suo interno, una gilda di soldati al servizio dell'Ordine e della Giustizia, in un mondo dove ordine e giustizia erano ancora da stabilire. Il loro capo era una fanciulla dai lunghi capelli castani e gli occhi verdi del colore dello smeraldo, una donna, una madre che in quel momento sostava nel suo ufficio, al piano più alto di quella torre alta e bellissima, rimirando contemplante il paesaggio bucolico circostante, baciato dal Sole, lambito dal Vento.

    Tutorial
      Ecco che apro, contemporaneamente alla giocata di arruolamento, un piccolo tutorial dove ti dò una infarinatura di base su regole, usanze e termini strausati da giocatori esperti e spesso lasciati senza spiegazione perchè considerati troppo comuni per porci attenzione. Ovviamente non ho nè la pazienza nè la memoria di elencare tutto, quindi questo angolo di scrittura non sarà altro che un piccolo tutorial in modo da darti le basi per muoverti senza ritrovarti bloccata o con dubbi amletici la cui soluzione è semplice ma la cui attesa ti rallenterebbe troppo. Quindi spero non mi manderai a quel paese se inizierò ad elencarti inezie ed apparenti "cretinate", perchè non sono a conoscenza del tuo livello, sebbene mi sia stato chiesto da farti da maestra, quindi preferisco partire dallo zero più assoluto piuttosto che darti nozioni spezzate e mandarti nella confusione più totale ^^".
      Detto questo, direi che si può iniziare! \^O^/

      Questa scena si apre come una semplice giocata.
      Su Endlos esistono quattro tipi di gioco:

      1. le scene masterate (tipo quella che hai svolto con QM Bonx);

      2. le Quest, simili alle scene masterate, se non per il numero di partecipanti che aumenta ad un minimo di due;

      3. le scene o giocate semplici (come avviene ora in questo topic);

      4. i combattimenti.

      Ciò non toglie che una scena semplice possa diventare un combattimento e viceversa, o che ad esempio in quest ed in scene masterate vi siano duelli. Quindi quelle che ti ho dato sono solo nozioni orientative, necessarie soprattutto nella richiesta di punteggi in bacheca, perchè ogni tipo di gioco ha valutazioni diverse ed è necessario saperle ricondurre al modello di base.

      Tornando a noi, ogni i tipo di giocata ha dei punti in comune con le altre, primo fra tutti il post introduttivo.
      Nel primo post si descrive sempre l'arrivo o l'esistenza del personaggio in una determinata ambientazione, soffermandosi su elementi del paesaggio, dell'aspetto fisico dei presenti o di sè stessi, di parti dell'ambientazione, di background* del personaggio o qualunque altra cosa che possa introdurre la presenza del tuo alter ego in quel posto ed in quella situazione. Non c'è una regola di base, avendo ognuno uno stile diverso, tuttavia è di sicuro il momento adatto per soffermarsi su dettagli che probabilmente durante la giocata finiranno poi per passare in secondo piano come il vento che soffia sulle spighe di grano o boh, uno sguardo, un dettaglio dell'abito o semplici decorazioni di un muro. Nel mio post ho detto l'essenziale per non appesantire la lettura di questo papiro, tuttavia spero che coglierai il mio consiglio per porre maggiore attenzione di quanta ne ho data io alla parte descrittiva e all'introduzione del tuo arrivo.
      Altro consiglio: evita di dilungarti troppo sull'introduzione; nessuno stabilisce limiti di post e per quanto sia piacevole una introduzione ben strutturata, di sicuro non piace ritrovarsi a dover leggere un poema inutile che ci si potrebbe anche risparmiare.
      Ricorda bene: la quantità non corrisponde mai con la qualità.

      A tal proposito, elenco un pò di regole base per la scrittura di un post, giusto per rinfrescarti la memoria e mettere ordine generale:

      Come postare:**
      Scrittura->Per la narrazione, portata avanti in prima, seconda o terza persona, si è soliti usare il font di base, anche se alcuni usano il corsivo. Il dialogo va posto fra virgolette, i pensieri fra asterischi. Questi due elementi, per risaltare maggiormente, sono spesso colorati, facendo attenzione a mantenere la stessa tonalità almeno per tutta la giocata, in modo da non confondere i giocatori che ruolano*** con te. Personalmente ritengo che inserire pensieri con asterischi sia poco narrativo e per niente caratterizzante, quindi ti consiglio di evitarli, sostituendoli con impressioni nel narrato. Queste ovviamente son semplici indicazioni, sei libera di adottare lo stile che preferisci, l'importante è che sia resa ben chiara la differenza fra le varie parti.
      Spoiler-> Nelle giocate semplici, in spoiler vengono inserite abilità passive e tecniche attive che potrebbero influire appunto nella giocata. In quel caso è meglio essere più concisi possibile, in modo da non aggiungere dettagli ininfluenti.
      Altro->- nel caso vi siano alcune cose non inerenti al gdr vero e proprio, è possibile segnalarlo fra OT. Se possibile comunque è meglio evitare per non "sporcare" i combattimenti, l'utilizzo di mp o msn per chiarimenti sarebbe meglio


      *Background: trascorso del personaggio; può includere sia quello accennato in scheda, sia eventi di giocate concluse dal personaggio.
      **Postare: termine slang, vuol dire "scrivere post".
      ***Ruolare: termine slang, vuol dire "giocare di ruolo".

    Tecniche Passive di Drusilia

    →Aura di Venere» L'amore è un sentimento intenso e profondo, simile all'affetto, alla simpatia ed all'adesione, ma molto più violento ed incontrollabile, impossibile da rendere appieno per chi non ha avuto mai modo di viverlo, rivolto verso una persona, un animale, un oggetto, o verso un concetto, un ideale. Oppure, può semplicemente essere un impulso dei nostri sensi che ci spinge verso una determinata persona. E' tuttavia soggettivo, ed è forse quello a renderlo così complesso; per alcuni è il volere che gli altri siano felici, un sentimento incondizionato e che richiede molto coraggio e accettazione, per altri è ciò che avvicina l'uomo ad un Dio lontano, altri lo ritengono semplicemente una utopia, qualcosa di non concreto. Sono infiniti i modi di pensare e vederlo, così tanti quanti sono le creature di ogni universo e dimensione. Drusilia Galanodel, insieme al fratello Quarion, rappresenta ogni singolo aspetto della carta di Arcani di cui sono i concetti incarnati. Loro son l'Amore, il due di Coppe, e lei è uno dei due calici traboccanti rappresentati dalla carta. Il due significa polarizzazione delle correnti; l'anima androgina dell'asso si è divisa ora in due parti che adesso cercano di ricongiungersi. Ecco perchè l'attrazione erotica non è solo di tipo sessuale, di cui è vessillo il gemello, ma in Drusilia diviene spirituale, visto che in lei v'è la ricerca dell'anima perduta. La carta mette enfasi sul collegare, indica l'occuparsi dell'amore e dell'armonia anche attraverso il pensiero, ed è proprio quello a suscitare effetti nelle menti di chi incontra la Dama del Vento. In termini gdr, costoro vedranno in lei ciò che amano, e per questo un musicista la riconoscerà come propria musa, o sentirà dolci melodie provenienti dai suoi passi, ed un pittore la vedrà come opera d'arte vivente, o un chierico fedele vedrà in lei l'impronta del suo dio. Tali reazioni possono essere infinite, come lo sono coloro che la incontreranno, assaporandone la persona, omaggiando la sua bellezza.
    NB: è una passiva (malia) di caratterizzazione, abbastanza di libera interpretazione.


    →Aura dei Giusti» Altro non è che una aura di "cárisma" che circonda alcuni degli appartenenti alla gilda. Tale aura è invisibile tuttavia splendente per chi è in grado di guardarla, ed è un concentrato di Salvezza, Misericordia e Grazia. Coloro che avranno modo di osservare un portatore di tali doni, vedranno nelle sue gesta, anche quelle non apprezzabili, la manifestazione più alta di Giustizia, perchè Aviatore è colui che scelse di avere il dono di una vita spesa al servizio dei fratelli "Ciascuno metta al servizio degli altri il dono che ha ricevuto". [cit.]

    →Resistenza alle Manipolazioni Psichiche» Drusilia, grazie al prolungato studio delle forze esoteriche, ha sviluppato sufficienti contromisure alle intrusioni e raggiri mentali: nel corso di una scena o di un combattimento, ella non subisce manipolazioni eventuali fino a livello medio.

    →Volontà di ferro» descrizione in scheda

    →Essenze e presenze nascoste» descrizione in scheda

    →Vista Ultra - Sviluppata1» descrizione in scheda

    →Vista Ultra - Sviluppata2» descrizione in scheda

    →Librarsi in volo» descrizione in scheda

    →Wind speed» descrizione in scheda

    →Angel's Fall» descrizione in scheda

    →Nature Reverence» descrizione in scheda

    →Veritas» descrizione in scheda

    →Arciere Arcano» descrizione in scheda

    →Chaos» descrizione in scheda

     
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  2. F!rework_21
     
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    << Svegliati, siamo arrivati. >>
    Alessandra aprì gli occhi di soprassalto. Aveva un gran mal di testa e si sentiva confusa. << Mmmh... ma dove sono? >>, farfugliò, aprendo la bocca in uno sbadiglio.
    << Siamo arrivati. >>, ripetè il suo interlocutore, rimettendosi al timone e riprendendo il suo lugubre viaggio. Alessandra lo guardò sparire all'orizzonte.
    "Ma chi...? Certo, ora ricordo!" Ma quanto tempo era passato? Ore, giorni, settimane? Non lo sapeva. Dalla mattina in cui si era recata al teatro greco per assistere alla conferenza di Platone tutto era cambiato per lei. Non era più la studentessa universitaria interessata alle nuove scoperte filosofiche; adesso era una viaggiatrice dei mondi. Prima l'Inferno e ora... questo. Alessandra si allontanò dalla riva del grande fiume che l'aveva trasportata fin lì mentre lei se la dormiva beatamente, chiudendosi nella sua giacca a vento azzurra. Ricordava che, poco prima che lasciasse le sponde infernali, la moglie di Giacomo -lei la donna e lui l'uomo che le avevano salvato la vita, quasi come in una bizzarra tradizione di famiglia- aveva sussurrato a Caronte qualcosa, probabilmente il nome della sua destinazione. Il risultato? Ancora una volta non sapeva dov'era. Navigare nell'incertezza sembrava essere il suo destino.
    Si guardò intorno. Una distesa di verde, apparentemente interminabile, si espandeva davanti a lei. Campi arati con cura e coltivati coprivano ogni centimetro quadrato di quell'area sconosciuta, eppure allo stesso tempo così familiare per lei. I suoi limitati sensi umani non potevano percepire altro, ma la sua mente le suggeriva, in una sensazione sfuggente, che quel luogo significava per lei qualcosa di molto più importante che una semplice pianura verdeggiante. Nonostante era sicurissima di non aver mai visto prima d'allora quel posto, provava la strana sensazione di esservi già stata una volta, tanto tempo prima... Forse per questo si sentiva così... al sicuro.
    La cosa più magnificente di quel paesaggio era un albero che s'innalzava fin quasi a toccare le nuvole sopra di lei. Alessandra si avvicinò di poco per osservarlo meglio.
    "Ma cosa...? Dio santo!" Quello non era un'albero! La pietra bianca che splendeva alla luce del Sole, emanando stupefacenti riflessi color ambra, glielò confermò. Era una costruzione! Almeno... la pietra era stata intagliata, e anche molto sapientemente, da una mano evidentemente umana, che aveva operato su tutta la struttura esterna e, infine, sullo splendido portone di legno che delimitava l'ingresso, tracciando strani ghirigori che sprigionavano riflessi di differenti colori. Apparentemente non era altro che una splendida opera di artigianato. Ma, all'intervento umano, si univa, in modo sorprendente, quello divino. La pietra, infatti, nell'estremità superiore, trapassava come in un'illusione magica, in lunghi e flessuosi rami ricoperti di foglie e la torre assumeva a tutti gli effetti la conformazione di un maestoso albero che assomigliava a un gigantesco baobab. Alessandra ne aveva ammirato una volta la figura su un libro che parlava di un principino in viaggio attraverso mondi sconosciuti e bizzarri. Proprio come lei, adesso...
    Le labbra di Alessandra si aprirono in una smorfia di ammirazione per quel capolavoro generato dalla collaborazione di ingegni sconosciuti. Attratta come da una calamita, decise di avvicinarsi ulteriormente, spinta dal desiderio di sfiorare quegli intagli con le sue dita, come faceva sempre, di nascosto, con le statue esposte nei musei.

    Psyche.
    Abilità passive:
    -Sesto senso: un'innata capacità extra-sensoriale, quello che si può definire un "sesto senso". Psyche in quanto tale (e non tanto Alessandra come donna) è in grado di percepire oltre i sensi di un normale essere umano (ad esempio riesce a sentire la presenza di un nemico (ovviamente soprattutto se questo è dotato di un'aura particolare) a patto che si trovi entro un raggio di 30 m, un po' come un animale è in grado di "prevedere" un terremoto prima dell'uomo.

    -Empatia: le capacità extra-sensoriali di Pysche, unite con la sensibilità propriamente umana di Alessandra, le permettono di instaurare con le persone (e potenzialmente con ogni creatura) un tipo di rapporto molto profondo, in quanto Psyche riesce a entrare in sintonia con le sensazioni del suo interlocutore e a comprenderle autonomamente (per esempio riesce a "sentire" la sofferenza di qualcuno e la prova a sua volta su di sè.) Si tratta dunque di un'abilità a doppio taglio: da un lato la avvantaggia perchè le permette di capire le intenzioni di un potenziale nemico (ad esempio sentendone la rabbia) dall'altro, la rende fragile e in balia delle sensazioni altrui. Deve lavorare per perfezionare questa abilità e limitarne i danni.

    -Carisma: questa abilità appartiene invece esclusivamente alla "parte umana" di Psyche, Alessandra, e può tradursi in una capacità di suscitare fascino e apprezzamento nell'avversario, che può spiazzarlo per un secondo, in quanto questo non capisce se si trova o meno di fronte a un nemico. Può risultare molto efficace, tutto dipende dalla predisposizione dell'avversario, ed ha un raggio d'azione di 30 m.


    Tecniche (attive):
    -Levitazione

    -Shift

    -Meditazione

    -Sensibus

    (per approfondimenti vedere scheda personaggio.)


    Edited by F!rework_21 - 4/10/2011, 16:02
     
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    Secondo girone: Latifondo, 10:23 a.m.
    Presidio Errante, Endlos.
    (Ufficio del Gran Maestro).

    Dall'alto dell'Albero Casa il Gran Maestro poteva osservare ben oltre ciò che normalmente avevano modo di percepire gli altrui sguardi, perchè la sua era una posizione privilegiata, strategica, che le permetteva una panoramica molto più estesa della norma, in parte favorita dall'altezza, in parte della struttura stessa di quella strana torre a forma di albero. Dalla sua poltrona, posta innanzi ad un'enorme finestra, poteva ammirare il confine occidentale segnato dalla terra di Klemvor, e poi oltre le mura del Pentauron, fino all'estremo suo perimetro che ne segnava il confine con l'Est, esattamente dove si trovava il sommo Lord Aeon, carica suprema ed innegabile di quel semipiano. In molti sussurravano fosse lui il creatore del semipiano stesso ma, ovviamente, erano solo voci, come lo erano quelle riguardanti la sua essenza divina. Nulla di dimostrato, in pratica, ma non necessariamente falso.

    -Gran Maestro, è permesso?

    Nella stanza entrò un giovane uomo in livrea.
    Era alto, bello, e dalla muscolatura forte, armoniosa e guizzante sotto il ferro della sua cotta di maglia.

    -Una sconosciuta è ferma alle porte del palazzo.
    Non appare nei registri di Laputa, ed anche se non sembra pericolosa mi è sembrato opportuno informarla.


    La bella donna a cui si era rivolto il soldato mettendosi sull'attenti gli fece un cenno leggero con la mano, ed il giovane si mise a riposo.

    -Grazie dell'avviso, Deniol, da adesso me ne occuperò io.

    png

    Secondo girone: Latifondo, 10:23 a.m.
    Presidio Errante, Endlos.
    (Albero Casa, piano terra).

    -Buongiorno, signorina.

    Una voce soffice e vellutata accompagnata da un forte profumo di rose fresche avrebbe accarezzato i sensi della fanciulla che sostava vicino alle porte, e qualora si fosse voltata, avrebbe ammirato una donna in abito bianco. La sua veste era lunga fino alle scarpe, di seta come la stoffa, leggera e soffice, decorata alle estremità da ghirigori delicati quanto raffinati. Il volto era bello, delicato e dolce come il sorriso che rivolgeva, adornato da lunghi capelli mossi tenuti sciolti sulle spalle e la schiena, leggeri al vento, del colore della terra.

    -E' nuova di queste parti?

    Gli occhi del colore degli smeraldi su soffermarono sui suoi, mentre le labbra rosse come petali di stendevano, curvandosi in un delicato sorriso, mostrando denti lisci e chiari come perle in uno scrigno.


    Tutorial
      Ok, molto bene, andiamo avanti.
      Iniziamo ora a scendere nei dettagli. Innanzitutto, come avrai notato nella prima parte del mio post, ho mostrato la ragione per cui si cerca di utilizzare un solo colore nel parlato del personaggio. Capita a volte, infatti, che si citino discorsi in prima persona fatti da un altro, sia questo un proprio png*, usato per l'occasione come comparsa, oppure un personaggio giocato da altri. Nel secondo caso è da specificare che nel gdr non è possibile in alcun modo utilizzare e/o muovere a proprio piacimento personaggi altrui. Gli unici casi in cui è possibile sono quando il giocatore che possiede quel determinato personaggio ha dato il suo esplicito e totale permesso per farlo. Altra piccola nota rilevante è di non intaccare il background del presidio dove ci si trova utilizzando un png proprio legato ad esso che può dare informazioni fuorvianti ai lettori, oppure comportarsi in modo scorretto rispetto l'ambientazione. Ad esempio, se tu usi per una giocata un personaggio soldato di Laputa, dovrà comportarsi come soldato e non come, ad esempio, alcolizzato, perchè così facendo si scredita la guardia cittadina che di background è abbastanza fiscale sulla questione di disciplina militare. E' questo il motivo per cui certi tipi di pg li giocano quasi esclusivamente staffer o personaggi con cariche in un determinato posto. Qualora un utente volesse crearne uno non è affatto vietato, tuttavia dovrà fare molta, molta attenzione a ciò che fa/dice, magari chiedendo chiarimenti allo staff competente.

      Altro dettaglio importante: il condizionale. Mi risparmierò la solita tiritera su quanto sia importante la lingua italiana, le sue forme verbali e queste in particolare, perchè nonostante sia essenziale per un gioco in cui la scrittura prende tutto, non è quello il punto a cui voglio arrivare. In gdr si usa il condizionale per indicare azioni fattibili, ma che potrebbero non verificarsi, a seconda di cosa decidono i giocatori con cui ruoli. Ad esempio: nella seconda parte del mio post, ho detto che il tuo pg sente la voce ed il profumo di rose provenienti da Drusilia. Ho poi aggiunto che se si fosse voltata, avrebbe visto l'aspetto della mia pg nel dettaglio. Questo potrebbe non verificarsi, perchè magari la tua pg vuole rimanere di spalle. Io non posso saperlo, non potendo manovrare il tuo pg, dunque ho usato il condizionale. Sebbene sembri una cretinata, è bene tenerlo a mente, perchè spesso dire la stessa frase in indicativo potrebbe non corrispondere con una detta in condizionale, e finiresti per peccare di poca sportività (in gdr si usa il termine "lamer"). Se io avessi detto "Una voce soffice e vellutata accompagnata da un forte profumo di rose fresche accarezzò i sensi della fanciulla che sostava vicino alle porte, e quando ella si voltò, avrebbe ammirato una donna in abito bianco", tu, per rigor di logica e per non negare ciò che dice il tuo compagno di gioco, saresti stata in un certo qual modo costretta a voltarti, cosa che immagino riterresti assai fastidiosa (come tutti del resto).


      *Png: acronimo di Personaggio Non Giocante. Su endlos è usato per indicare personaggi o comparse privi di scheda, che comunque possono essere utilizzati a scopi narrativi.


    Edited by Drusilia Galanodel - 21/11/2011, 12:17
     
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  4. F!rework_21
     
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    La pietra bianca (forse marmo?), al tocco era quasi vellutata, proprio come aveva immaginato Alessandra. "Che disegni strani...", pensò, accarezzando i contorni di quei complicati ghirigori con le dita. Poteva ammirare l'incredibile riflesso che producevano, disegnando un colorato arcobaleno sulla sua mano.
    -Buongiorno, signorina.
    Quella voce sconosciuta si insinuò tra i suoi pensieri e il suo istinto le suggerì di rimanere immobile. "Cavolo, forse non avrei dovuto avvicinarmi così tanto..."
    -E' nuova di queste parti?, aggiunse la voce.
    Alessandra, stranamente, non provava paura. Quella voce femminile la rassicurava. Forse perchè era morbida e vellutata o forse perchè, non appena l'aveva udita, era stata investita dal profumo di mille rose appena colte. "Che voce magica!" Una voce tanto bella non poteva nascondere cattive intenzioni...
    Alessandra si voltò. Quella voce non rendeva giustizia alla donna che si trovò davanti! Una dea in abito bianco, adornato da preziosi ghirigori, e dallo splendido volto, incorniciato da lucenti capelli castani che le scendevano, lunghi e mossi da onde delicate, sulle spalle. Gli occhi, di un verde smeraldo molto simile ai suoi, si piantarono nelle iridi di Alessandra, addolciti da un delicato sorriso, che mostrava denti bianchi e lucidi come perle e labbra rosse e morbide come petali di rosa. Tutto, in quella donna, emanava fascino e allo stesso tempo rispettabilità.
    Il sorriso dolce di quella splendida donna sembrava spronarla a parlare e a fidarsi di lei. E, effettivamente, Alessandra non sentiva di essere in pericolo. Era una di quelle sensazioni che provenivano da qualche angolo sconosciuto dentro di lei e che tante volte, allertando i suoi sensi, le avevano salvato la vita durante il suo peregrinaggio in quei mondi.
    Le parole non le vennero subito, intimidita com'era dalla maestosità della sua interlocutrice, ma alla fine riuscì a rispondere:
    << Ehm... salve. Mi dispiace se l'ho disturbata, ma questo palazzo... è davvero magnifico. Non ho potuto fare a meno di avvicinarmi. Io non sono di qui, anzi, provengo da un posto molto, molto lontano... >>, la sua voce si spezzò, riempiendosi di nostalgia, poi riprese:
    << Lei saprebbe dirmi dove mi trovo? >>
     
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    Pensato
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    Laputa; Albero Casa.

    Lei, probabilmente, lo percepì. E non fu così improbabile che la cosa la inquietò.
    Non per nulla, ciò che si stava avvicinando all'Albero Casa la gente comune lo definiva "disastro". O "sciagura", "empio anatema", tutti epiteti che ben calzavano, e che, però, nella loro semplicità non potevano definire in maniera esatta la portata di quella tragedia.
    Una tragedia che avanzava lenta. Lenta e costante.

    Era a trenta metri circa. Una sorta di fremito, la Forza ebbe. O almeno, così avrebbe detto Yoda.
    Una "manifestazione di energia", se vogliamo, ma pur nella sua vaghezza coloro che erano più forti ed allenati, o semplicemente più dotati, poterono percepire.
    L'immobilità non era sua caratteristica. Pian piano la distanza si riduceva, divorata da un lento incedere.
    Ineluttabile, inarrestabile.
    Era ancora distante, eppure una lugubre voce vibrava nell'etere. Non urla, non parole, sussurri forse. Mormorii che il vento trascinava con sé, pronto a regalarli a coloro che tendevano le loro orecchie.

    «Io vi do il tempo - anzi, il tempo sono io.»

    Una splendida mattina, quella, per Laputa. Cielo terso, vento clemente, sole gentile ed affettuoso, pronto ad abbracciare tutti gli abitanti del Presidio Volante nella sua morbida luce.
    Eppure, c'era chi poteva sostenere che per l'Albero Casa, quel giorno di splendido non aveva nulla. Proprio nulla.
    Perché quello lì stava tornando. Lui, e tutta la malvagità che seco recava.

    «Il tempo a volte è strano... ma il tempo è galantuomo: Io non vi imbroglio... ma non mi si può imbrogliare

    Quindici, ormai, erano i metri che separavano il "portasciagura" dalle due vittime sacrificali.
    Del resto, quella figura aveva deciso di stabilirsi a Laputa molto, molto tempo fa. E se la distruzione non aveva colpito ogni luogo della pacifica isola, un sacrificio doveva esserci. E quale animo era più nobile di quello della Dama dei Venti? Lei sola aveva avuto il coraggio di abbassare la propria lama, e di offrirsi a sacrificio, di immolare sé stessa all'insaziabile fame di quel... mostro. E sempre e solo a lei esso puntava, quando muoveva verso la civiltà in cerca di qualcosa potesse soddisfarlo.

    «Io vado piano... ma non mi si può fermare. Dà tempo al tempo, e i conti devono tornare.»

    La sua voce, ormai, era chiara. Non più un regalo dell'etere dedicato solo a chi sapeva riceverlo, ma l'appena udibile sussurro di un figuro che oramai era a sette metri da loro.
    Un passo, un altro passo, un altro ancora, ed i metri erano cinque.
    Un gelido sguardo andò a trafiggere la padrona di casa. Quasi che quegli occhi senza tempo e senza età potessero ucciderla lì, sul momento. E poi il medesimo sguardo andò a minacciare l'Albero Casa, la sua sommità per la precisione.
    Molto breve fu invece l'istante in cui anche la fanciulla sconosciuta beneficiò della sua attenzione.

    Aveva udito chiaramente la domanda posta alla Dama del Vento, mentre si avvicinava, eppure in quell'istante anche un essere tanto pericoloso capì che poco opportuno era irrompere negli altrui discorsi.
    Persino i mostri come lui avevano un certo decoro.
    E dunque, vide, e passò oltre.
    Breve cenno del capo nell'affiancare le due che sostavano presso l'uscio di quel luogo.

    Come avrebbe reagito, colei che era la patrona di Laputa? Che avrebbe fatto vedendolo entrare senza fornirle spiegazione alcuna?
    Fermarlo, non poté. Qualunque tentativo sarebbe stato ignorato.
    Che finalmente la vera natura di mostro si sarebbe scatenata dentro quel luogo? Che il sacrificio della Signora dei Grifoni non gli bastasse più?!

    Non passarono nemmeno due minuti.
    Un forte fragore.
    Su, nel cielo.
    Una finestra era letteralmente esplosa, e per essere precisi, sì. Era proprio l'ufficio del Gran Maestro.
    Una figura era stata letteralmente scagliata contro quella finestra, tanto che i frammenti di vetro sarebbero caduti lontano, molto al di fuori dei confini di Laputa, se qualcosa non avesse interrotto il loro volo.
    Ben diversa, la sorte che toccò a colui che s'apprestava a diventar cadavere.

    Non è leggero come il vetro, il corpo umano, e non ci vollero molti metri prima che la gravità iniziasse a reclamare il giusto tributo.
    Cadde. E cadde. E cadde ancora, da quell'altezza inverosimile, dalle fronde dell'albero di pietra.
    Nessun urlo, nessun fiato, solo il rumore di un corpo che cade, il fischio che fa mentre il suo corpo sfida il vento.

    Un tonfo.
    Secco.
    A tre metri circa dalle due, era avvenuto uno schianto.

    Chi avrebbe avuto il coraggio di guardare il cadavere?
    Chi avrebbe avuto il coraggio di smuovere le sue spoglie, di scrutarne la figura?
    Un ragazzo giovane, in verità. Capelli del medesimo colore del mare in tempesta, occhi del colore dell'oro più puro, spalancati e persi nel vuoto.
    Il volto, miracolosamente immune alle devastanti conseguenze dell'impatto, ostentava chiaramente le linee giovani di un ragazzo audace, che aveva ancora molto da vivere. Non un sorriso felice, non un sorriso triste, sulle sue labbra. Solo una rassegnazione, angosciosa più che mai agli occhi di chi la scrutava proprio a causa della serenità con cui era stata affrontata.
    Un ragazzo del genere meritava di morire...?

    «Ciao Dru.»

    Argh!
    Il cadavere ha parlato! Il cadavere ha parlato!


    «Sono venuto a trovarti.»

    Nonostante le ossa polverizzate, nonostante la sua sagoma fosse ancora ben impressa nel terreno, e quello schianto fosse autentico e puro, il cadavere ricominciò di colpo a respirare, e placidamente si liberò da ogni costrizione, affondando i palmi nel suolo e sollevandosi.
    Si impose. Dritto. Pancia in dentro, petto in fuori, posizione scultorea, mentre eroicamente voltava il capo di lato, osservando un punto appena appena sopra l'orizzonte; le braccia correvano ai fianchi.

    «Volevo fare l'entrata a effetto, entrando dalla finestra e rotolando. Ma... eri fuori. Quindi sono entrato da dentro e mi sono buttato di sotto. Bella pensata, eh?»

    Un sorriso a trentadue denti, mentre osservava la dama tutto contento. La guardava come se si aspettasse dei complimenti, o quantomeno un croccantino, se non altro.
    Era lui.
    Era lì.
    Era Richard.
    Era l'unico tizio al mondo in grado di generare sventura semplicemente esistendo, e quando la disgrazia non incombeva naturalmente su di lui e su tutto ciò che toccava, era egli stesso a farsi fautore del suo destino, e grazie alle sue scelte illuminanti attirava attorno a sé quell'aura di negatività per lo più dovuta alle occhiate di odio che molti LAM gli lanciavano di nascosto, quando Drusilia - l'unica che lo capiva (circa una volta su venti in verità, ma bisognava capirla, era umana anche lei, più o meno...) - non guardava.
    Il sorrisetto spensierato scomparve, così come la contentezza. Una smorfia di contrito disappunto crucciò il suo volto, mentre grandi occhi lucidi urlarono all'improvviso la loro sofferenza.

    «Solo che non sono riuscito a rotolare... Era alto... Mi sono fatto male...»


    OT
    Ciao ^^ Piacere di conoscerti ^^ Vedo che Dru ti sta facendo un piccolo tutorial, ed ho deciso di darle una mano °°/ Sempre che a te non dispiaccia, ovviamente, parteciperò un po' anche io XD
    Ed il modo in cui intendo aiutare, almeno per ora, è sottolineare cosa è bene non fare nelle giocate XD
    Tipo saltare giù dai palazzi e pretendere di non morire, suona molto irrealistico, soprattutto se non si fa uso di apposite tecniche °°/ Quindi non farlo, è una cosa che si tende a penalizzare molto XD

    Una cosa cosa seria, invece, e da tenere in considerazione, è l'ordine di Post °°/
    Durante i combattimenti e le quest seguire l'ordine e rispettare la "fila" prima di rispondere è tassativo.
    In questo caso, da quando mi sono "infiltrato" io potrebbe sorgere il dubbio su chi dovrebbe intervenire prima. Quando è così, si tende semplicemente a mantenere l'ordine precedente, aggiungendo "l'infiltrato" lì dove s'è scavato la fossa da solo. Ad esempio, ora toccherebbe a Drusilia, perché se non ci fossi stato io avrebbe risposto lei °°/
    Per quanto concerne invece le scene libere come questa, la cosa si fa molto più malleabile. Ci si accorda in maniera privata ed amichevole, non è raro che si lasci libero l'ordine degli interventi. Tuttavia, Drusilia ti chiede gentilmente di aspettarla °°/
    Ha in serbo per me tante tante parole cattive XD E vorrebbe dirle quanto prima xD

    Poteri passivi:

    Essenza del Djin del Tuono: L'abilità passiva caratterizzante di Richard, ossia la sua capacità di cambiare aspetto più o meno a piacere...
    Djin Insanity: Resistenza agli attacchi psionici (fino a consumo Medio) ed alle malie.
    Carisma: Semplicemente, Carisma XD Una passiva di charme da naturale Carisma. Beh, Richard è Carismatico, no? :8D: Ditemi voi se non è carisma lanciarsi dall'ultimo piano di un albero di pietra gigantesco solo per rompere un vetro! XD
    Dato che è l'unica passiva significativa, al momento, spieghiamola un pelino meglio: genericamente parlando, Richard esercita influenza sugli astanti. La reazione dei singoli è totalmente soggettiva, e scaturisce ovviamente da ciò che Richard fa e dal carattere di chi lo osserva/ascolta. Solitamente la uso per sottolineare cosa Richard vuole trasmettere, ma... Al momento non vuole trasmettere niente XD Solo che, poverino, si è fatto la bua XDDDD

    Maggiori dettagli (e descrizioni più suggestive ed approfondite) in scheda, raggiungibile dal link in firma (la seconda immagine, quella più in basso).
     
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    Presidio Errante, Endlos.
    (Albero Casa, piano terra).

    -Una naufraga...

    Sussurrò appena la donna, non appena la straniera si rivolse a lei; a parte la palese sorpresa dipinta sullo sguardo di tutti i nuovi arrivati davanti al mastodontico Albero Casa, il semplice fatto che le avesse chiesto dove si trovava non lasciava dubbio alcuno. Infondo non poteva dire di essersi persa... Laputa volava. Arrivarci avrebbe dovuto significare un sacco di barriere, percorsi obbligati e presenza assidua di un numero imprecisato di guardie e soldati. Nessuno arrivava a Laputa perchè si era perso. O si era lì per un motivo, o si era un naufrago, e le parole della fanciulla avevano appena scartato la prima ipotesi.

    -Questo è l'Albero Casa, situato su Laputa, città volante.

    Sorrise gentile, per poi continuare.

    -Comunque tranquilla, a meno che non ti sporgi non c'è modo di cadere, e l'isola non è mai crollata.

    La rassicurò, ma immediatamente il corpo sinuoso della donna parve irrigidirsi, come se si fosse accorta di qualcosa, evidentemente non visibile agli altrui sguardi. Qualcosa che si sarebbe manifestato molto, molto presto...
    ...
    SBAM!
    ...ecco.

    Un qualcosa di molto simile ad un cadavere spiaccicato al suolo sostava ora vicino le ragazze, di cui una forse spaventata mentre... l'altra sicuramente no. No, no, Drusilia non era nè insensibile nè tantomeno sadica -forse-, piuttosto abituata a quello strano modo di fare da parte del Djin del tuono che, totalmente imprevedibile come una massa di elettroni impazziti, si dava alle più disparate dimostrazioni di... di... beh si, dimostrazioni di qualcosa, ecco.

    «Ciao Dru.
    Sono venuto a trovarti.»


    Disse Richard, rialzandosi contro ogni aspettativa.

    «Volevo fare l'entrata a effetto, entrando dalla finestra e rotolando. Ma... eri fuori. Quindi sono entrato da dentro e mi sono buttato di sotto. Bella pensata, eh?»

    La Dama del Vento lanciò uno sguardo dolce verso la nuova arrivata, come a volerla rassicurare che, nonostante tutta quella situazione fosse senza senso, in realtà andava tutto bene.

    «Solo che non sono riuscito a rotolare... Era alto... Mi sono fatto male...»

    Drusilia annuì perplessa, vedendolo quasi in lacrime. Poi si rivolse alla ragazza.

    -Lui è Richard... anche se sembra strano è un bravo ragazzo.

    Dunque si sarebbe avvicinata a lui, guardandolo teneramente.

    -Ti abbraccio se mi prometti che non mi mandi una scossa elettrica.

    Gli tese le braccia in segno di conforto.

    -Anche perchè così facendo provochi danni all'ozono e diventi causa della morte delle balene.

    Continuò con voce vellutata e gentile.

    -Insomma, lo sai pure tu che le balene hanno fame...


    Tutorial
      Continuiamo! =D

      Una sezione molto molto importante di questo tutorial, e che se giocheremo ancora continuerò a ripetere fino all'esasperazione, riguarda una cosa che in gdr viene chiamato "metagame". Analizziamo la parola: "game" sappiamo tutti che vuol dire, e "meta" sicuramente non è riferito al significato del rispettivo termine greco, che indica una posizione nello spazio. Tale prefisso si riferisce implicitamente alla metafisica inquanto parte della filosofia che, andando oltre gli elementi reali e dell'esperienza sensibile, si occupa di aspetti più universali. Come la metafisica, il metagame va oltre ciò che viene riportato nel gioco, ciò che fanno i personaggi e cosa dicono, degenerando in qualcosa di molto poco realistico, molto poco sportivo e, in generale, molto poco gradevole a livello di gioco. Faccio qualche esempio:
      Mettiamo che Drusilia ti dica una bugia (che non faccia particolari espressioni poco convinte, che non si tradisca con le proprie parole) e che invece di dire che sei a Laputa, ti dice che sei ad Est. Il tuo personaggio non può saperlo, ma tu giocatrice lo sai perchè lo hai letto nel narrato. Se il tuo personaggio dice a Drusilia che mente, e non ha passive o tecniche in scheda che possano supportare tali affermazioni, stai facendo metagame, ed è una cosa SBAGLIATISSIMA.
      Altro esempio: A e B stanno facendo una giocata di pubblica lettura ma segreta in gioco (ad esempio parlano chiusi in un bunker antiatomico o in un linguaggio in codice che sanno solo loro). In seguito una terza persona C dice ad un altra D, entrambe estranee alla giocata prima citata, quello che si son detti A e B, senza aver ottenuto quelle informazioni in gioco direttamente o indirettamente o con autorizzazione di entrambi i giocatori A e B (ovviamente spiegando come sono venuti a conoscenza dei fatti). Anche questo è metagame, forse anche più grave del primo.
      Altro esempio, molto più blando ma altrettanto frequente: io e Hylian decidiamo che lui entri nella mia gilda. Il fatto che due giocatori si siano accordati per una cosa, qualunque essa sia, non implica che anche i personaggi lo siano. Ad esempio, se il suo pg non dà nè modo nè convince la mia ad arruolarlo, anche se io e lui siamo d'accordo, converrai con me che non posso far fare cose ad un personaggio che non centrino niente con il contesto. Per agire in linea con un personaggio servono motivazioni valide. Ovviamente se Dru fosse totalmente folle o totalmente sconsiderata, potrebbe tranquillamente decidere adesso che entri perchè lo trova puccho, o perchè ha una scarpa viola(?), o perchè si diverte di più con i maschi, o perchè è martedì... O.ò ma in ogni caso, resta la motivazione valida che è folle e/o sconsiderata XD
      Spero di esser stata chiara, perchè è un punto fondamentale.


      Detto ciò la chiudo qui, in modo da focalizzare l'attenzione su questo in particolare.
     
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    -Una naufraga...
    Per quanto flebile, il sussurro della bella donna era giunto alle orecchie di Alessandra.
    "Nau...fraga? Beh, effettivamente l'espressione è azzeccata. Sono davvero una naufraga..."
    La zona dove si trovavano, nel frattempo, si stava riempiendo di gente. Alessandra si guardò intorno, ancora più intimidita dalla presenza di quei nuovi arrivati. Scrutando i loro volti, aveva potuto notare che essi manifestavano una palese sorpresa. Forse la percepivano come un'intrusa. Del resto, quella era la loro terra. Lei invece... probabilmente non sarebbe mai riuscita a ritornare a casa.
    Mai come in quel momento Alessandra sentì di essere sola, pur in mezzo a tutta quella gente.
    Poi la donna parlò nuovamente e Alessandra abbandonò gli sguardi stupiti degli astanti e si volse verso di lei.
    -Questo è l'Albero Casa, situato su Laputa, città volante., le disse sorridendo gentilmente, per poi proseguire:
    -Comunque tranquilla, a meno che non ti sporgi non c'è modo di cadere, e l'isola non è mai crollata.
    ...aveva detto... città volante?! Ma lei non si era accorta di niente! Del resto... neanche sulla Terra si avvertiva la sua velocissima rotazione.
    "Beh, per lo meno non sono più all'Inferno..."
    E poi... quel paesaggio, quel palazzo -l' "Albero Casa"- per non parlare dei modi affettuosi di quella donna, che l'aveva accolta con tanta gentilezza... tutto di quel luogo le infondeva sicurezza. Sperò di essersi definitivamente lasciata alle spalle il pericolo e la paura, quando, d'un tratto, la donna si irrigidì. Alessandra inclinò la testa di lato, come a interrogarla con lo sguardo.
    SBAM!
    Senza lasciarle il tempo di rendersi conto cosa stava accadendo, l'aria si riempì di un rumore tremendo. Un tonfo assordante, ma allo stesso tempo cupo, da far accapponare la pelle. Per un momento Alessandra credette che fosse arrivata la fine del mondo... per lo meno di quel mondo. Istintivamente, si voltò verso l'origine di quel frastuono. Ma se ne pentì all'istante.
    << Cos... aaaargh!!? >> Una sagoma... una figura umana -o per lo meno le sembrò così- giaceva al suolo, inerte. A pochi passi da lei. Si sentì svenire, ma rimase paralizzata, incapace di pensare.
    «Ciao Dru. Sono venuto a trovarti.»
    D'un tratto la sagoma si rialzò e parlò, come se non fosse stata spiaccicata al suolo un attimo prima. Al terrore si accompagnò l'incredulità. Ma sì, stava sognando! Non c'era altra spiegazione. Neanche l'aver attraversato l'Inferno poteva dare un senso al fatto che un uomo era appena resuscitato davanti ai suoi occhi.
    "Domani mi sveglierò e sarà tutto a posto..."
    «Volevo fare l'entrata a effetto, entrando dalla finestra e rotolando. Ma... eri fuori. Quindi sono entrato da dentro e mi sono buttato di sotto. Bella pensata, eh?», continuò a parlare la figura onirica.
    La donna le lanciò uno sguardo dolce. Non lasciava trasparire alcuna preoccupazione, anzi! Si comportava come se quella fosse la normalità! Come faceva?! "Ma certo, nei sogni tutto è possibile...!"
    «Solo che non sono riuscito a rotolare... Era alto... Mi sono fatto male...», aggiunse la sagoma. Sembrava stesse per piangere, come se il problema fosse solo un ginocchio sbucciato! Poi la donna si rivolse a lei:
    -Lui è Richard... anche se sembra strano è un bravo ragazzo.
    "Ah, ora mi presenta pure il cadavere?! Andiamo bene!"
    Alessandra rimase lì, incapace di rispondere. Con lo sguardo vuoto, osservò la scena che seguì, come se non la riguardasse da vicino e lei fosse solo una semplice spettatrice della "se stessa" che si trovava in quel sogno irreale.
    -Ti abbraccio se mi prometti che non mi mandi una scossa elettrica., la donna aveva teso le braccia al non-morto, Richard, come a voler abbracciare un vecchio amico che non vedeva da tempo.
    -Anche perchè così facendo provochi danni all'ozono e diventi causa della morte delle balene. Insomma, lo sai pure tu che le balene hanno fame...
    Percepiva tutto come se fosse incredibilmente distante. Forse era colpa dello schock.
    "Sì, dovrò svegliarmi al più presto... decisamente."
     
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    Narrato
    Pensato
    «Parlato di Richard»



    Laputa; Albero Casa.

    Seppur contrito nel suo dolore e nella sua disperazione, il Djin ascoltò le parole della donna.
    La vide avvicinarsi, e notò lo sguardo intenerito. Lei... lei capiva... Lei capiva il suo dolore...

    «Fa male...» mormorò. «Fa male, Dru... Fa male...»

    -Ti abbraccio se mi prometti che non mi mandi una scossa elettrica.

    Ma... ma come...!
    Lei... lei era quella che lo capiva... Quella che lo accettava! Quella che accettava la sua natura, il suo essere quello che era!
    Come poteva dirgli una cosa così crudele? Come poteva chiedergli di non essere sé stesso?!
    La vide allargare le braccia, ed ora a piangere non furono più solo i suoi occhi, ma anche il suo cuoricino...
    Come poteva credere, quella donna malevola, che lui avrebbe rinunciato al suo essere un energoforme solo in nome di un gesto tanto miserevole quale un abbraccio?!? Che valore aveva, un abbraccio, se era vincolato a delle condizioni?!
    E pensare che l'ultima volta che le aveva dato la scossa s'era pure arrapata "divertita"...
    Giuda!

    -Anche perchè così facendo provochi danni all'ozono e diventi causa della morte delle balene.

    Il fluire disperato dei suoi pensieri e dell'amaro che restava dopo un simile tradimento si bloccò. Si bloccò di colpo.
    La guardò intensamente, se aveva qualcosa da dire doveva dirlo subito.

    -Insomma, lo sai pure tu che le balene hanno fame...

    «Le balene...» ripeté. «Le balene...»

    Era sconvolto.

    «Hanno fame, Dru... Le balene hanno fame!»

    Urlò. E dopo averlo urlato, scoppiò in un pianto a dirotto, tuffandosi tra le braccia di lei.
    Lo faceva per lui...! Lei si che lo capiva!
    Era per il suo bene che gli aveva detto di non lanciare fulmini!
    Santa, santa donna...
    Santa donna che si ritrovò a fare da cuscino emotivo (e fisico) a quel povero, piccolo grande elementale, che nel giro di un mezzo secondo l'aveva già infradiciata tutta con le sue copiose lacrime, e che finalmente aveva dato uno scopo anche a quegli airbag. Cose che fino a quel giorno sembravano non aver quasi senso, quasi motivo di esistere, ma finalmente tutti poterono capire che Nostro Signore ha un disegno per tutto.
    Se Dru era così, era perché Richard ne facesse cuscino. Nostro Signore agisce nel nome dei giusti, quel che fa non è mai vano. Ora, lo sapeva anche Richard.
    Pianse.
    Pianse, e si beò.
    Pianse tanto, e si beò il doppio.
    A un certo punto, smise di piangere.
    Ma continuò a bearsi.
    Già che c'era, si creò anche un "ricordo tattile" della situazione.
    E poi, di punto in bianco, si sollevò dal suo sostegno.
    Sostegno emotivo, certo.
    Sì.

    «Sto... sto bene. E' passato... E' passato.»

    Annuì lentamente, poi si voltò.
    Diede loro le spalle per qualche attimo, mentre il vento prese a turbinare attorno alla sua figura.
    Per un attimo, un breve istante, la cupa aura che aveva accompagnato il suo arrivo parve esplodere, farsi di colpo pressante ed opprimente, quasi - persino - tangibile.
    Poi, come era tornata, scomparve ancora. Lasciando nell'aria solo una vaga sensazione di pericolo.
    Si tornò a voltare, il Djin. E lanciò un'occhiata penetrante a Drusilia.



    Sono proprio un fiqo.

    Quello l'unico, singolo pensiero che attraversò la sua mente. Come mai tra le sue mani fosse comparso un libro, invece, nessuno lo avrebbe mai saputo.

    «Sono venuto a trovarti perché c'è un problema, Dru. Un problema serio.»

    Non stava scherzando. Allungò un paio di passi verso di lei, arrivandole di fronte, e guardandola dall'alto con decisione.
    Fermo, saldo, ma al contempo dolce, le prese le spalle cercando di darle forza.

    «E' pesante, la faccenda. Mi servono 20 grifoni. Di quelli più forti e resistenti che hai. Forse 30.»

    La lasciò, allontanandosi di qualche passo. Aprì il libro, ed iniziò a scorrere tra le pagine, alla ricerca di qualcosa.

    «Lo sai anche tu... le cose, prima o poi, finiscono. Il tempo consuma tutto.»

    Piccola pausa densa di pathos.

    «Ormai è andato, Dru. Prima o poi, doveva succedere. Nulla è eterno, a questo mondo. Va rimp... mi spiace dirlo, ma è la realtà. Bisognava rimpiazzarlo. Io non posso permettermi sentimentalismi. Le cose devono funzionare, tutto deve essere al suo posto, e anche lui va rimpiazzato. E dopo aver vagliato tutte le soluzioni, sono arrivato ad un'amara conclusione. Senza di lui, nulla avrebbe più avuto lo stesso sapore... spero tu capisca cosa intendo. Ho dovuto fare delle scelte, Dru. E alla fine l'ho fatto. Ho deciso di comprarlo. Ed ora mi servono i tuoi grifoni per trasferirlo. Altrimenti, potrebbe essere pericoloso.»

    Il libro venne chiuso rumorosamente, e le iridi dorate lanciarono uno sguardo colmo di emozione. Dolore? Disperazione? Rimpianto?
    Difficile dirlo.

    «Ho comprato tutto il fottuto zuccherificio, e adesso sfido chiunque a finire lo zucchero!» urlò di colpo, esaltato. «A Villa LeRoy lo zucchero non mancherà mai più, Dio Dugongo

    Un dito venne di colpo puntato contro il petto della sconosciuta, mentre occhi ardenti la divoravano letteralmente, quasi volessero scrutarne l'anima in preda a sempiterna collera.

    «TU! Anche tu potrai venire, e prenderti un te, o un caffè, o quello che ti pare, e metterti tutto lo zucchero che ti pare! TANTO-NON-FINISCE!»

    Questo le urlò dietro.
    Poi socchiuse gli occhi, si rimise dritto, e fece un profondo respiro.
    Un perfetto gentiluomo sorrise leggermente alla fanciulla, inchinandosi al suo cospetto e carezzandone i contorni con lo sguardo, studiandola senza essere indiscreto.

    «Piacere di fare la vostra conoscenza, Milady. Come diceva poc'anzi la mia assistente, il mio nome è Richard. Richard S. LeRoy, ma una creatura tanto soave può chiamarmi come preferisce.»

    Sorriso sincero, occhi brillanti, gestualità appena accennata, ma decisamente teatrale e di classe.
    L'esatto opposto dello "psicopatico dello zucchero".

    «Se mai vi capiterà di passare per la Città Alta, venite pure a trovarmi. Villa LeRoy è sempre felice di accogliere ospiti.»


    Bon, continuiamo il piccolo tutorial parallelo del "non si fa" XD
    La scorrettezza di oggi è l'autoconclusività, a seguito della quale spiegheremo anche il counter.
    Essere autoconclusivi, di per sé, è una cosa brutta. E' da ricordare infatti che siamo qui per giocare, ognuno ha diritto di giocare e ognuno deve poter giocare come vuole, nel rispetto del gioco altrui. Essere autoconclusivi viola apertamente il diritto al gioco degli altri, imponendo loro delle cose invece che lasciargli la possibilità di scegliere.
    Oltre ad essere moralmente sbagliato, essere autoconclusivi è anche un "reato" (evviva i paroloni! XD) punito dal regolamento, che trova gravi penalizzazioni soprattutto durante le Quest e - particolarmente - durante i duelli. Essere autoconclusivi demolisce il punteggio in sportività, cosa che quasi sempre corrisponde al perdere. Persino in un gioco come l'Endlos, dove vittoria e sconfitta sono parole abbastanza vuote.

    Per "Autoconclusività" si va ad intendere, appunto, il creare una situazione di gioco che si apre e si chiude con le proprie mani, senza permettere a terzi di intromettersi e di esercitare il proprio libero arbitrio.
    L'esempio più banale è il seguente:
    "[...]e fu con tutta la tranquillità di questo mondo che il Topazio pose fine alla faccenda.
    Un gesto, solo uno, e la folgore risuonò per tutta Laputa.
    Drusilia non ebbe scampo, il fulmine la raggiunse e la folgorò prima che potesse avere il tempo anche solo di capire cosa era successo. Crollò semplicemente come un sacco di patate, priva della sua vita.

    «Non hai il diritto di cambiarmi, donna. Io sono e sarò sempre me stesso. Chi non è in grado di accettarmi, non merita di incrociare il mio cammino.»

    Così dicendo, il Djin si allontanò dall'Albero Casa.
    Doveva prepararsi. Ben presto, l'intera isola volante sarebbe venuta a cercarlo.
    Aveva appena posto una fine alla vita del suo Ufficiale più illustre.[...]"

    Questa suggestiva "manifestazione d'affetto" è quanto di più scorretto possa esistere, poiché come si evince Richard ha deciso - da solo e senza possibilità di appello - che Drusilia non solo non schiva, ma crepa pure.
    Questo è un po' il caso limite, in cui lo staff potrebbe decidere di intervenire in prima persona, e che comunque in un modo o nell'altro avrà conseguenze e sanzioni.
    Poi, ovviamente, esistono numerosi gradi di autoconclusività.
    Il più lieve è quello che riguarda l'ambiente. Fondamentalmente, anche il solo scrivere che respiri è autoconclusivo XD Anche il solo prendere in mano una bottiglia.
    Chi ti dice che qualcuno non te lo impedisce?
    Eppure, in questi casi, anche per la semplice necessità di gioco, non si considera la cosa come errata. Non ci sarebbe gioco se il tuo personaggio non fosse libero di fare quel che vuole. Il punto, quindi, diventa semplice: puoi fare quel che ti pare, a patto di non privare i personaggi chiave della giocata della loro libertà.
    Piccola disambiguazione: ho detto "personaggi chiave" e non "personaggi dei partecipanti" perché talvolta - per lo più in quest - si ricorre come espediente narrativo a dei PNG. Pur rimanendo un personaggio di rilevanza infima, il PNG controllato attivamente fa parte della storia ed anche lui deve poter avere un suo margine di manovra.

    Ora, un giusto dubbio sarebbe il chiederti in cosa, questa volta, ci sia stata l'autoconclusività.
    La risposta è nel "bearsi" del davanzale di Drusilia. Ed è un'autoconclusività subdola, in cui si cade facilmente.
    Fondamentalmente, l'errore non è il bearsi in sé. Drusilia ha allargato le braccia ed ha detto a Richard "vieni qui". Quindi automaticamente Richard ha la possibilità di arrivare al "luogo designato" ed il diritto di agire come crede, volendo poteva anche morderla, a rigor di logica essendo stata lei a chiamarlo non poteva evitare una reazione del genere.
    L'autoconclusività sta invece nel fatto che io ho dato per scontato l'assenza di reazione.
    Il seguito al "bearsi" è stato descritto partendo dal presupposto che Richard fosse ancora sano e non pestato a sangue.
    A questo punto, qualunque azione intrapresa da Drusilia che altera la condizione di Richard da me descritta (ossia che non ha danni - fisici o morali) sarebbe considerata counter.

    Vengono considerate Counter tutte quelle azioni - legittime e non - che impediscono all'avversario di reagire.
    E questa condizione può essere attuata in una sola occasione: quando, nel tuo turno, vai a fare delle cose che, per definizione, il tuo avversario non può evitare - o peggio, che alterino il continuum del suo intervento precedente.

    L'esempio migliore che io abbia mai visto nel caso di Counter è quello portato nel regolamento di Endlos:
    Se un tizio descrive "ti tiro un pugno", e tu rispondi "uso il filo della spada per parare il pugno", sei rea di Counter.
    Questo perché il tuo avversario ha già scritto che ti sta tirando un pugno. Tu con la tua azione stai assestando un danno che il nemico, per coerenza, non può evitare.
    I pugni non si bloccano a comando ed a comodità, quindi il tuo nemico è costretto a subire danno.

    Sulla linea della coerenza e della logica è anche una mossa intelligente, su questo non ci piove. Però dal punto di vista della correttezza le cose cambiano. Tu stai deliberatamente sfruttando il gioco altrui per i tuoi "porci comodi", rendendo il gioco degli altri predeterminato, univoco, privo di scelte e quindi sgradevole.

    Il concetto di "counter" si estende in generale a tutto. Tutto ciò che agisce dentro una timeline descritta dagli altri, e che quindi per gli altri diventa immutabile (se io descrivo un arco di tempo dalle 4 alle 5, e uno dice che alle 4.15 fa una cosa, io non posso tornare indietro nel tempo e replicare, per poi saltare di nuovo in avanti), costituisce counter.
    Se Drusilia scrive che mi tira un ceffone, anche se dovesse usare il condizionale non sapendo se ci riesce o meno, sta facendo counter, poiché anche se io ho lasciato il tempo materiale per farmi prendere a ceffoni in quel che ho scritto dopo Richard non è ferito, e lei sta deliberatamente mutando una realtà da me già descritta.
    Se lo fa, diventa rea di counter.
    Tuttavia, è bene sottolineare che tra i due, quello scorretto sono stato io, poiché appunto privando lei del libero arbitrio ho commesso autoconclusività. Dru sarebbe libera di commettere il "crimine", passando felicemente dalla parte del torto in sede di correzione (pur sapendo che stava per fare un counter bello e buono, lo ha fatto deliberatamente), o potrebbe non farlo e quando qualcuno valuterà la giocata noterà tranquillamente che io sono stato autoconclusivo su di lei, passando dunque io per il criminale del caso; anche se magari era involontario °°/

    Poi, ovviamente, i vari gradi di autoconclusività sono relativi. Cioè, in un ambiente amichevole ci si permette qualche libertà extra, tipo il famoso "ricordo tattile" (XD), che ad esempio anche in quell'ambiente dovrebbe esser stato comunque un tentativo, non necessariamente Drusilia ha una guardia così bassa nei confronti di Richard e non sarebbe impossibile vederlo fare movimenti "non consoni" XD
    Io mi sono permesso di essere autoconclusivo solo a titolo di esempio (ceeeeerto bug7), ma addirittura certe cose si possono concordare assieme, a me capita sovente di muovere nei miei post personaggi dei miei amici, così come esorto loro a muovere Richard nei rispettivi post.
    Tuttavia è bene sapere che certi comportamenti non si dovrebbero seguire, perché può capitare di giocare con persone sconosciute e che potrebbero vedere in piccole autoconclusività collaterali come questa un problema o addirittura un elemento particolarmente fastidioso, che conseguirebbe nel sorgere di un contenzioso sgradevole per ambo le parti °°/

    Fine della piccola lezione; morale della favola, le tette di Dru sono dure, dovrebbe imbottirle un po'.*
    *Attenzione: potrebbe non corrispondere a verità.
     
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    E' vero, probabilmente la ragazza era rimasta shockata. Tutti i naufraghi che incontravano Richard lo erano... più o meno. Per un attimo le passò di mente il giorno in cui giunse praticamente nello stesso posto una creatura che ben presto sarebbe divenuta un aviatore; si chiamava Harium, ed era un drago. Già, ma per loro immensa, incommensurabile fortuna, non era uno di quelli permalosi, perchè per quante gliene aveva dette il suo Djin del tuono, immaginava già l'intero Albero Casa totalmente in fiamme, con tutte le persone dentro. Roba da far accapponare la pelle al sol pensiero. Tuttavia, ora, il caso era ben diverso, innanzitutto perchè Richard non la stava trattando da animale domestico da adottare e coccolare, e poi perchè Drusilia, al momento, era totalmente concentrata a contenere gli istinti e le reazioni sempre più randomiche del ragazzo. Forse non era educato, almeno dal suo punto di vista, ma nessuno come lei poteva sapere quanto fosse necessario fare coccole a Richard in quel momento.

    -Su, su, coccolino. E' tutto passato...

    Gli diede qualche pacca sulla spalla mentre lui versava lacrime e lacrime sul suo vestito, bagnandolo tutto. E quando fu davvero tutto passato, lui si levò dritto e fiero, facendola partecipe della ragione di quella visita.

    «E' pesante, la faccenda. Mi servono 20 grifoni. Di quelli più forti e resistenti che hai. Forse 30.»

    Il sopracciglio della dama si curvò perplesso, mentre lei continuava a fissarlo. Non che fosse tirchia, tuttavia le richieste di quel ragazzo peggioravano di giorno in giorno, divenendo sempre più logicamente inquietanti, oltre che dispendiose a livello di forze e danaro. Al che cercò di ricordare un possibile deterrente, o qualcosa che potesse riguardare quella richiesta, ma non trovò nulla. L'unica cosa di cui avevano parlato era del negozio della città bassa dove si vendeva lo zucchero, dato che l'ultima volta che era andato a farle visita, questo mancava. Semplici informazioni stradali e qualche soldino per farsi una piccola scorta, nulla di più.

    «Ho comprato tutto il fottuto zuccherificio, e adesso sfido chiunque a finire lo zucchero! A Villa LeRoy lo zucchero non mancherà mai più, Dio Dugongo!»

    Bene, ora il problema ce l'aveva lei... ed anche bello grosso oltre che pesante. E mentre pensava a come diavolo risolvere quel pasticcio, un pensiero non faceva altro che vorticarle nella testa, non dandole mai pace.

    -Ma come diavolo hai fatto a comprare lo zuccherificio con 4 fiorini??? E soprattutto... quale zuccherificio? Io ti avevo mandato ad un negozio...

    Lo guardò di sbieco, mentre si rendeva conto della perplessità della sua ospite che aumentava. Sospirò, portandosi le mani alla vita, rivolgendosi finalmente a lei in modo da spiegarle tutto, o almeno il possibile prima che si lanciasse dal parapetto credendo che in quel mondo cadere da non si sa quanti piani d'altezza non facesse nulla.

    -Allora... ricapitoliamo. Innanzitutto non sono la sua segretaria, ma l'Ufficiale di questo presidio; una sorta di braccio destro del regnante. Oltre a ciò sono anche a capo di una gilda di volontari che combattono per mantenere l'ordine in tutti i presidi di questo piano dimensionale. Probabilmente non lo sai, ma questo posto, Endlos, è abitato da molta gente come te. Io stessa provengo da un altro mondo se può farti sentire meglio...ed anche Richard.

    La mano eburnea si posò sul morbido seno e poi ad indicare il ragazzo con lei, prima di continuare.

    -Viviamo tutti qui perchè, in un modo o nell'altro, è Endlos stesso a reclamarci, strappandoci via dalle nostre case e dai nostri cari. Quindi credevo fosse giusto, con tutti questi arrivi, mantenere un pò di ordine, anche perchè non sempre sono tranquilli e ben disposti come te.

    Sorrise gentile, lanciando un'occhiata divertita a Richard.

    -E comunque non ti spaventare per le cose che fa. Lui non è umano... è fatto di elettricità, dunque diciamo che la sua soglia del dolore e della vita in genere è molto diversa da noi. Quindi sarei felice se non tentassi di imitarlo mai, perchè con te potrebbe non funzionare, non so se mi spiego...


    Tutorial
      Sotto suggerimento di Daligar, ecco un nuovo argomento del tutorial, e cioè le passive da gioco. Sebbene si chiamino tutte "passive", cioè le tecniche da 5 pt che hai in scheda, queste possono variare tantissimo a seconda della funzione che hanno. Dato che stiamo facendo una giocata semplice, direi di parlare di quelle utili soprattutto nelle giocate. Ve ne sono tante, impossibili da elencare perchè troppe, tuttavia esiste un piccolo gruppo di passive comuni che spesso vengono travisate, non lette o interpretate da schifo anche da giocatori più o meno esperti, dunque ritengo giusto discuterne. Si chiamano "malie".

      Per malia indichiamo una sorta di ascendente, come può essere il carisma o la capacità di incutere paura senza far nulla in particolare. Nel gdr spopolano in maniera assurda, perchè in un certo senso caratterizzano molto alcuni tipi di personaggi. Tuttavia, oltre che la questione della caratterizzazione, la malia ha in effetti dei riscontri utili anche a livello di gioco (non per niente non paghi certo 5 pt a vuoto!) Ad esempio, in una quest, se un personaggio o un png ha una malia, chi gli sta intorno e non è provvisto di apposita difesa (tecniche passive anti-malia) è costretto ad avvertire questo ascendente, e a comportarsi di conseguenza. Ad esempio, se io ho un'aura di terrore, chi mi sta intorno e non è difeso, quando vedrà il mio personaggio sarà preso da una paura assurda, ed avrà timore di rivolgergli perfino la parola, o di guardarlo negli occhi. Se ho un'aura... non so... di fiducia, la gente che mi vede proverà immensa fiducia in quello che dico e faccio ecc...
      Le malie, in termini di gioco, come tutte le altre passive, valgono come una tecnica attiva lanciata a livello medio, dunque è possibile fermarle o lanciarle anche attraverso tecniche attive, tuttavia è molto più comodo tenerle come passive, così che possano avere una durata perenne.

      Altro dettaglio che aiuta ad interpretare le passive di altri giocatori è quella che noi chiamiamo "introspezione". E' vero, è possibile comprendere le sensazioni dei personaggi grazie a quello che fanno, tuttavia ci son momenti in cui non basta, in cui è bene andare oltre affinchè il post acquisti qualità e spessore. Ora, detto tra noi, nelle giocate si usa poco, perchè in un certo senso sono una sorta di ruolate informali. A meno che non si giochi da schifo, non ci sono livelli da raggiungere particolari. Ovviamente, se ti interessa far buon gioco sarai attenta comunque, ci mancherebbe, ma il livello varia da giocata a giocata, oltre che da personaggio a personaggio. In altre situazioni come le quest o i combattimenti, invece, è necessario nonchè vitale (soprattutto nei combattimenti) scrivere post di spessore maggiore del solito, in modi e per ragioni che affronteremo nella prossima giocata che faremo.

      Al momento ti dico solo che introspezione altro non è che parlare dei sentimenti, sensazioni e simili del tuo personaggio alla luce degli eventi in cui si trova, un pò come hai fatto nel post precedente quando la tua pg vede la gente che la fissa e si sente sola. In questo post ti ho dato modo di far riflettere il tuo personaggio sulla sua condizione, quindi cerca di allenarti un pò ora, in modo da prenderci la mano, perchè la prossima volta che ne parleremo sarà molto più difficile. Accadrà quando ci occuperemo del combattimento ed approfondiremo questo argomento fino a sviscerarlo tutto per bene, perchè è ciò che distingue un ottimo giocatore da un bravo giocatore e basta.

      Detto ciò... buon post! =D
     
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    «Le balene... Le balene... Hanno fame, Dru... Le balene hanno fame!»

    "Le balene...?! Ma di che stanno parlando?!"
    Alessandra osservò quella scena ancora in trance. L'urlo assordante dell'uomo-volante rimbombò nella sua mente e, con gli occhi della protagonista del suo sogno, lo vide scoppiare in un pianto dirotto e correre tra le braccia della donna, accogliendo l'invito che gli aveva fatto poco prima.

    «Sono venuto a trovarti perché c'è un problema, Dru. Un problema serio. E' pesante, la faccenda. Mi servono 20 grifoni. Di quelli più forti e resistenti che hai. Forse 30.»

    aveva così ripreso a parlare il giovane, dopo essersi staccato dall'abbraccio.
    Alessandra era sempre più confusa, tutte quelle parole per lei non avevano senso. E aveva ancor meno senso che a pronunciarle fosse qualcuno che pochi attimi prima si era lanciato da una torre altra non si sapeva quanto!

    «Lo sai anche tu... le cose, prima o poi, finiscono. Il tempo consuma tutto.»

    l'individuo fece una piccola pausa per poi riprendere, con enfasi degna di un attore di teatro, a recitare quelle battute astruse:

    «Ormai è andato, Dru. Prima o poi, doveva succedere. Nulla è eterno, a questo mondo. Va rimp... mi spiace dirlo, ma è la realtà. Bisognava rimpiazzarlo. Io non posso permettermi sentimentalismi. Le cose devono funzionare, tutto deve essere al suo posto, e anche lui va rimpiazzato. E dopo aver vagliato tutte le soluzioni, sono arrivato ad un'amara conclusione. Senza di lui, nulla avrebbe più avuto lo stesso sapore... spero tu capisca cosa intendo. Ho dovuto fare delle scelte, Dru. E alla fine l'ho fatto. Ho deciso di comprarlo. Ed ora mi servono i tuoi grifoni per trasferirlo. Altrimenti, potrebbe essere pericoloso.»

    La botta era stata bella forte, su questo non c'era dubbio. Forse non ne era uscito poi così tanto illeso come sembrava apparentemente!

    «Ho comprato tutto il fottuto zuccherificio, e adesso sfido chiunque a finire lo zucchero!»
    urlò, esaltato.
    Alessandra ebbe un sussulto. L'aveva spaventata!

    «A Villa LeRoy lo zucchero non mancherà mai più, Dio Dugongo!»

    All'improvviso il cadavere vivente puntò un dito contro di lei. Il suo sguardo dorato era talmente intenso e penetrante che Alessandra abbassò istintivamente il proprio. Stavolta l'aveva messa in imbarazzo!

    «TU! Anche tu potrai venire, e prenderti un te, o un caffè, o quello che ti pare, e metterti tutto lo zucchero che ti pare! TANTO-NON-FINISCE!»

    "...cosa vuole questo pazzo da me?!"
    Alessandra lo guardò allibita, tanto che forse quella domanda poteva trasparire dalla sua espressione. Sempre più esterrefatta, vide poi il tipo ricomporsi e assumere l'aria da perfetto gentiluomo. Le sorrise e, come un cavaliere d'altri tempi, le si inchinò davanti. Adesso, lo poteva osservare meglio: visto così sembrava un normale giovane, forse di 18 o 20 anni, se si escludevano i capelli blu e gli occhi di uno stupefacente colore dell'oro. E poi, certo... se si escludeva che doveva essere morto da un pezzo...
    Quel tipo la inquietava, ma al contempo la divertiva. Era davvero strano!
    Solo allora che le era così vicino, Alessandra lo avvertì. Era come se l'aria fosse divenuta tutta a un tratto elettrica. E quella strana aura proveniva proprio dallo sconosciuto.
    "Che strana sensazione... è come se sia la sua presenza a caricare l'aria di elettricità..."

    «Piacere di fare la vostra conoscenza, Milady. Come diceva poc'anzi la mia assistente, il mio nome è Richard. Richard S. LeRoy, ma una creatura tanto soave può chiamarmi come preferisce.»

    disse il giovane, rivolgendole un sorriso sincero, mentre l'oro dei suoi occhi brillava e l'intero suo corpo si muoveva con grazia ed eleganza.

    «Se mai vi capiterà di passare per la Città Alta, venite pure a trovarmi. Villa LeRoy è sempre felice di accogliere ospiti.»

    Beh, nonostante tutto doveva rispondergli. Sarebbe stata scortese altrimenti.

    << Ehm... beh, p...p...piacere >> per la soggezione, incespicò un po' nelle parole, ma poi si riprese: << io mi chiamo Alessandra, Alessandra Rossi. >>

    Poi la dama che l'aveva accolta richiamò la loro attenzione e si rivolse ad Alessandra:

    -Allora... ricapitoliamo. Innanzitutto non sono la sua segretaria, ma l'Ufficiale di questo presidio; una sorta di braccio destro del regnante. Oltre a ciò sono anche a capo di una gilda di volontari che combattono per mantenere l'ordine in tutti i presidi di questo piano dimensionale. Probabilmente non lo sai, ma questo posto, Endlos, è abitato da molta gente come te. Io stessa provengo da un altro mondo se può farti sentire meglio...ed anche Richard.

    "Un'Ufficiale..?!"
    Alessandra era sbigottita. Gli smeraldi dei suoi occhi brillavano di ammirazione per quella donna che si preoccupava del bene della sua città. Ne sarebbero servite di più anche sulla Terra, di donne con una tale dignità e in grado di farsi rispettare allo stesso modo.

    << Ooooh! >> si lasciò sfuggire un'esclamazione di apprezzamento, poi continuò: << sono onorata di conoscerla, signora. >>

    Non sapeva quali potevano essere le parole più adatte da rivolgere a una figura così importante e si sarebbe inchinata al suo cospetto, se la donna glielo avesse lasciato fare.

    -Viviamo tutti qui perchè, in un modo o nell'altro, è Endlos stesso a reclamarci, strappandoci via dalle nostre case e dai nostri cari. Quindi credevo fosse giusto, con tutti questi arrivi, mantenere un pò di ordine, anche perchè non sempre sono tranquilli e ben disposti come te.

    << Ma allora... anche voi siete... naufraghi come me? >>

    Se era così, loro potevano capirla. Potevano sapere cosa significava avere la consapevolezza che avrebbero anche potuto non fare più ritorno a casa. Ma forse a loro non importava più, forse ormai ai loro occhi era quella la loro vera casa. Chissà da dove venivano... forse era davvero impossibile tornare indietro, una volta messo piede su quel lontano mondo.
    Endlos... li aveva "reclamati".
    Anche lei si sentiva così. Qualcosa dentro di lei le suggeriva che non era giunta lì per caso. E forse Endlos lo sapeva prima di lei e l'aveva richiamata a sè. Era assurdo da pensare, ma... era lì per uno scopo. E doveva scoprire quale.
    La voce dentro di lei urlava. "E' Endlos la tua casa... resta qui."
    Ma lei pensava che la sua casa fosse dove c'era chi l'amava, dov'era nata e cresciuta. Cosa ci faceva lì? Non era fatta per quel mondo... ma forse, in realtà, non era fatta per nessun mondo.

    -E comunque non ti spaventare per le cose che fa. Lui non è umano... è fatto di elettricità, dunque diciamo che la sua soglia del dolore e della vita in genere è molto diversa da noi. Quindi sarei felice se non tentassi di imitarlo mai, perchè con te potrebbe non funzionare, non so se mi spiego...

    Alessandra annuì, assente. La donna l'aveva riportata alla realtà e lei era stata ben felice di ritornarci. Quei pensieri, quella voce... facevano solo male.
    Forse doveva abituarsi all'esistenza di esseri così diversi da quelli che aveva sempre conosciuto fino ad allora e imparare a conviverci.
    Del resto... anche loro sembravano capaci di sentimenti autentici, molto simili ai suoi. Quella donna era stata davvero gentile con lei e quel giovane... era davvero uno spasso!
    Cosa contava, d'altronde, che cos'era o di cos'era fatto...? Aveva imparato che l'apparenza è la prima cosa che si vede, ma l'ultima che si deve ascoltare.
    Però... la curiosità rimaneva. Come aveva fatto a sopravvivere?! Quella che vedeva sul suo corpo sembrava pelle a tutti gli effetti... E... no! Certo che non aveva intenzione di imitarlo!
    Dopo un lungo silenzio, riempito da questi pensieri, Alessandra rispose alla donna:

    << Non si preoccupi. Sul mio pianeta si può morire per molto meno. >>

    Poi si rivolse nuovamente a Richard. Finalmente riusciva ad attribuirgli un nome, un'identità reale! Fino a quel momento non aveva potuto fare a meno di vederlo come una specie di fantasma fuori dalla realtà, dalla sua realtà per lo meno, ma ora che sapeva come stavano le cose... tutto assumeva un'altra prospettiva.
    Sapeva che molto spesso basta cambiare posizione per vedere le cose come sono realmente.

    << Ma lei... è sicuro di star bene?! Anche se... beh, anche se non è umano, com'è possibile che non abbia nemmeno un graffio...? Quella >> lo indicò << non è... pelle? >>

    Edited by F!rework_21 - 15/10/2011, 15:38
     
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    Narrato
    Pensato
    «Parlato di Richard»



    Laputa; Albero Casa.

    Riconobbe l'imbarazzo nella voce della fanciulla, e ne sorrise.
    Un sorriso di quelli sereni, placidi. Frutto di dolcezza, e non di malizia o derisione. In qualche modo, tutto quell'imbarazzo era quasi tenero.

    << Io mi chiamo Alessandra, Alessandra Rossi. >>

    «Un nome che delizia l'orecchio di chiunque lo oda...» fece prontamente.

    Ed il suo sciorinare complimenti sarebbe andato ben oltre, ma Dama IngrifataGrifone aveva deciso di prender la parola, quindi si limitò a sollevare le spalle, e scuotere la testa. Senza perdere quel sorriso.
    Annuì poco convinto alla parte dell'ufficiale. La preferiva segretaria, ovviamente, e da qualche parte provò il desiderio di contraddirla apertamente, ma... Beh, anche lei aveva il diritto di far finta di essere importante, no?
    Non si oppose, dunque, quando la giovane Alessandra fu colta dalla classica reazione di chiunque alla vista dei power ranger dei poveri, quelli che si facevano chiamare LAM.
    Per quanto suo disio sarebbe stato utilizzare il proprio ascendente al fine di liberare la donzella dalle grinfie della "Dru" - a suo dire, non era lei ad irretire la gente, era colpa degli altri! Degli altri e delle carte... - si limitò ad osservare e scrollar le spalle.
    Annuì vagamente, quando la donna esplicò il compito dei P.R. grifonmuniti, mentre più convinto fu il movimento del capo alle parole dell'ospite.

    «Esatto. E vi assicuro, mia signora, che non siamo i soli. Quasi tutti, a Laputa, ci sono finiti. Per una qualche ragione, pare che nessuno volesse venir qui, ma tutti qua stanno...»

    Effettivamente, sembrava che finire a Laputa fosse più facile che prender la metro...

    -E comunque non ti spaventare per le cose che fa. Lui non è umano...

    «Gné gné gné... Manco lei è umana!» rispose, visibilmente contrariato.

    Ed a sua volta, il Djin puntò il dito contro il seno dell'aviatrice. Solo che, quel suo gesto, non voleva indicare lei come persona, quanto piuttosto "una con delle tette del genere può essere umana?!"
    Un pensiero che non esplicò, certamente. E di sicuro non c'era bisogno che fosse lui a dire ad Alessandra "non farti l'operazione per averle come lei... non vale proprio la pena".
    Cioè, era una cosa che la gente sapeva, non voleva offendere la di lei intelligenza con una frase tanto superflua...

    << Ma lei... è sicuro di star bene?! Anche se... beh, anche se non è umano, com'è possibile che non abbia nemmeno un graffio...? Quella non è... pelle? >>

    Voltò il capo, il Topazio. Ed inclinò leggermente il capo, cercando di assicurarsi che Alessandra si riferisse a lui.

    «Mia Dama, datemi il "tu", non merito tanta formalità. E non vi preoccupate di me. Come diceva la segretaria, ben poco ho io di umano.»

    Schioccò le dita, il Djin, ed una scintilla balenò nell'aria.
    Quasi ammaestrata, questa sembrò balzare verso il cielo e farvi capriole, prima di ricadere preda della gravità, scomparendo sotto la "pelle".
    Ancora, Richard schioccò le dita. Ed ancora un piccolissimo lampo saltò nel cielo, ricadendo. Questa volta, però, il giovane fu rapido ad afferrarlo tra l'indice ed il pollice. E la scintilla divenne flusso. Un flusso continuo e rettilineo.
    Vi soffiò, Richard, e come spago questo iniziò a volteggiare, finché la sua stessa essenza non iniziò ad avvolgersi su sé stessa, ricreando dopo poco delle lettere.
    "Un mondo senza spago... è il caos." scrissero i lampi, prima che le dita si chiudessero. E quando la mano si riaprì, senza trucco e senza inganno non vi fu alcuna saetta.

    «Dru, prendo in prestito le tue labbra.» dichiarò tranquillo e sorridente.

    Mostrò ad Alessandra la mano vuota, la rigirò più volte per farle vedere che nulla ivi era contenuto, e dunque si fece prossimo alla sua assistente, poggiandole un dito sulla boccuccia di rosa, impedendole fondamentalmente di replicare.

    «Non v'è trucco e non v'è inganno, guardino, siori, guardino! Dalle labbra di questa donna si sprigiona la vita!»

    Ed in un gesto teatrale il Topazio tirò via quel dito, disegnando un ampio arco nel vento.
    Lungo, vibrante di folgore furiosa, un filo di saetta si generò a partire dalle labbra dell'Ufficiale, seguendo il disegno del pagliacciodell'illusionista.
    Corse, quel filo; seguì la danza. Ed ecco che apparve. Seduto a terra, con la lingua di fuori, ad ansimare rumorosamente.
    Un cagnolino fatto di sola sagoma, che si muoveva reale, in tutto e per tutto.
    Abbaiò persino, prima di iniziare a scodinzolare.

    «Ta dah!» si fece da solo, prima di inchinarsi.

    Il cagnolino, dal canto suo, ignorò al quanto il suo genitore, iniziando a zampettare attorno a Drusilia in cerca di coccole.
    Era solo un cucciolo, e per quanto, volendo, il suo destino crudele lo voleva morto di lì a qualche minuto - la sua non era vera vita, quella folgore era destinata spegnersi - non mancava certo della voglia di vivere e giocare. Iniziò a leccare spudoratamente la donna, finendo di inzupparla d'acqua.
    Alla fine, Drusilia avrebbe avuto bisogno della tintoria, oltre che di un bagno profumato. Prima puzza di Djin e ora puzza di cane... molto... molto signorile, vero?
    Eu du Can numero 7, il famigerato profumo dell'Ufficiale di Laputa.

    «La mia "pelle" è tale finché sono io a volerlo, mia signora. Drusilia potrà sentire il mio cuore battere sotto questo petto solo finché sarò io a volerle fare questo regalo. Volete vedere cosa sono io...? Temo ve ne spaventereste.»

    L'indice della mano destra sembrò bruciare improvvisamente, la pelle prese a crepitare, e presto ciò che sostituì quel dito fu una serie di scintille e saette. Disegnò nel cielo una rosa, e poi la afferrò, porgendola alla giovane.
    Una rosa di folgore, che però non l'avrebbe ferita. Una rosa senza spine, la cui bellezza presto sarebbe scomparsa assieme all'affettuoso quadrupede.
    In fine, l'ultimo prestigio fu afferrare quel dito di saette e staccarlo dalla mano quasi fosse entità a parte.
    Rigirò la mano priva di dito - niente trucco e niente inganno, signori - e la chiuse a pugno. Quando la aprì, il dito era lì.
    E c'era pure la rima. Fuckin' Yeah.
    In fine, si voltò verso Drusilia, ancora - presumibilmente - alle prese con la bestiola. Eh, era la mamma, lei! Una mamma che gli aveva fatto una domanda, sulla quale lui aveva glissato... E sulla quale decise di tornare, prima che s'arrabbiasse.

    «Quattro fiorini... Diciamo che vicino ci ho messo anche qualche... Qualche certa foto... Si, insomma...»

    Fu rapido ad allontanarsi di qualche passo, l'elementale, ed a dare le spalle alle due.
    Passò qualche secondo, prima che si girasse con sguardo serio e sicuro di sé.

    «Lo sapevate?!» urlò di colpo. «Il calendario degli antichi romani aveva solo dieci mesi! Ma gli avanzavano sempre due foto della Ferilli! Sapevatelo! ... ...così gli è venuto il... il sospetto... che... che magari era di dodici...»

    S'azzittì, il teatrante, abbassando quello sguardo fino a poc'anzi colmo di pathos, e deciso a cambiare argomento.
    Ancora una volta s'intristì, poverino.

    «Potevo... potevo farlo pure io... Il calendario... Più una forma di pu... di pudore mio... più che il fatto che non me l'hanno chiesto...»

    ...avrebbe voluto farlo, il calendario...


    Bon, anche questa volta mi è venuta a mente una piccola perla del "non si fa", quindi anziché darti un consiglio sulle malie come avevo preventivato prima di scrivere il post, ci mettiamo a parlare un po' di Metagame °°/

    Come ha detto Dru, il metagame significa giocare ponendo come basi l'assurdo. O meglio, giocare fornendo al proprio personaggio una conoscenza assurda ed inverosimile.
    Il classico esempio, più facile di tutti, è che Richard si mette a parlare con Dru in Lylatiano (lingua presa da un gioco) e che Alessandra - mossa per altro da una giocatrice che sono abbastanza sicuro non ha la più pallida idea di che gioco sia Lylat Wars 64 - riesca a comprendere ciò che si dicono.
    Tuttavia, detta così è semplice da evitare, come cosa.
    Esistono casi più infidi, di metagame.
    Ad esempio, io nella parte finale ho fatto metagame nel mio post. In che maniera? Perché ho parlato di Antichi Romani.
    Ora, in condizioni normali, Richard sarebbe liberissimo di fare il verso a tu-sai-chi-e-dru-invece-no. Tuttavia, nel caso specifico, io ho scelto una citazione precisa agli Antichi Romani.
    Domanda: perché proprio gli antichi romani? Insomma, guarda un po', il tuo pg studia grecia e roma, e Richard se ne esce con Antichi Romani... In questa situazione, tu saresti liberissima di accusarmi di metagame.
    Richard non può e non deve sapere di che si occupa Alessandra. Tu non hai fornito nessun indizio carpibile, ed i due non si conoscono ancora.
    Il mio atto deliberato, che potrebbe essere giustificato con un banalissimo "non lo sapevo", può essere visto benissimo come metagame gratuito e non gradito.
    E penalizzato dallo staff.
    Quindi, attenzione. Attenzione a non farti influenzare dalle cose che tu sai ma il tuo pg non sa, e attenzione che il metagaming fatto di proposito si sgama sempre. E viene penalizzato.
    Non pensare di essere più furba degli altri cercando di gabbare mascherando la cosa °°/ Non funziona mai xD

    Gioca invece cercando di evitarlo, e se proprio devi farlo, assicurati che sia perché il tuo pg è così, e non te lo stai inventando dal nulla.
     
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    Lo sguardo dolce della Dama del Vento accarezzava la figura esile e sperduta della dolce Alessandra, evidentemente sorpresa e poco a suo agio, cercando di pensare ad un modo per farla star meglio. Infondo era quello il suo compito, ed anche se non avesse voluto -cosa assai improbabile- avrebbe comunque agito in quel modo per dare il buon esempio agli aviatori presenti, infondendo in loro buoni propositi e la coscienza che erano gli unici in quel mondo ad essersi presi l'onere di proteggere tutti i nuovi arrivati. E non era solo una questione di moralismo, perchè di fatto, ormai, di tutti i naufraghi che giungevano su Endlos, erano sempre in meno a salvarsi e sempre maggiore il numero di creature distrutte, annichilite prima ancora di rendersi conto di trovarsi in un'altra realtà. E loro sapevano perfettamente cosa voler dire essere soli in terra straniera; infondo avevano dovuto affrontare anche una guerra a tal proposito... ma quella era un'altra storia.

    -Certo che siamo naufraghi come te, cara.

    Le rispose sorridendo.

    -Ed è proprio perchè conosco la tua condizione che ti invito a rimanere qui per un pò, in modo che noi aviatori possiamo proteggerti nel mentre tu prendi coscienza di questo nuovo mondo.

    Annuì discreta, mentre Richard ricominciava con le sue scene deliranti, condite da qualche trucchetto di magia. E tra questi, il famoso "trucchetto del cagnolino", in modo da accalappiarsi l'attenzione delle fanciulle. Perchè? Beh... il cagnolino era... carino. Ed allora si rese conto che, tempo addietro, non aveva conosciuto un Djinn, ma un bambino elettrico.
    Sospirò, mentre prendeva il cagnolino puccioso fra le braccia e si faceva coccolare.

    -Beh, mi basta che tu non abbia distrutto nulla. Per i grifoni si può fare, ma solo dopo il tramonto, perchè adesso sono impegnati nelle ronde.

    Annuì convinta.

    -Non posso disturbarli per questo.

    Lo guardò di sbieco.

    -E comunque, non sono la tua segretaria...


    Tutorial
      Passiamo all'ultimo -o quasi- argomento del tutorial di questa giocata.
      Riguarda il punto della situazione.
      Vero è che le giocate libere sono... "libere", nel senso che puoi parlare di ciò che vuoi, quando vuoi e più o meno come vuoi, ma in genere si tende a mantenere un ipotetico "punto" della situazione, un fine ultimo che, più o meno, si tenterà di realizzare durante la giocata. Ovviamente, se si vuole essere realistici, potrebbe anche non accadere, e se si è convinti nonostante questo "fallimento" è necessario lavorarci di più, facendo più di una scena.
      Nonostante ciò che ho detto prima, mi permetto di fare una eccezione in questa giocata; non per qualcosa ma essendo un tutorial credo sia necessario un minimo di struttura, anche per aiutarmi a fare accenno a tutte le questioni di base, abbastanza difficili da riunire in un solo contesto. Dunque analizziamo questa giocata ed analizziamo i punti che ci eravamo prefissate (se sbaglio, dato che ho scarsa memoria, prego a chiunque di correggermi):

      1. Arrivo di Alessandra (fatto);

      2. Incontro con Drusilia (fatto);

      3. Spiegazione di cosa sono i LAM (fatto, più o meno... se vuoi maggiori dettagli basta che Alessandra chieda ^^);

      4. Richiesta di Alessandra di entrare nei LAM (questo temo debba farlo il tuo personaggio, perchè la nostra gilda è di volontari, ed accetta di arruolare solo su richiesta degli interessati);

      Terminata questa simpatica scaletta, era mia intenzione aprire un'altra giocata, diversa da questa, anche se ti lascio la sorpresa del "cosa si farà", quindi eviterò di dare maggiori dettagli. Detto ciò, riassunto il da farsi, chiariti i dubbi, cerchiamo di far concludere al meglio questa scena ed in maniera fruttuosa, cosicchè possiamo passare al livello successivo!

     
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    -Certo che siamo naufraghi come te, cara.

    la donna aveva risposto alla sua perplessità sorridendo e poi aveva continuato:

    -Ed è proprio perchè conosco la tua condizione che ti invito a rimanere qui per un pò, in modo che noi aviatori possiamo proteggerti nel mentre tu prendi coscienza di questo nuovo mondo.

    Alessandra aveva ascoltato attentamente tutto il discorso della donna: le sue affermazioni l'avevano tranquillizzata. Adesso, si sentiva meno sola e si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. Era bello sapere che avevano condiviso esperienze simili e, anche se non li conosceva, si sentiva legata a quei due dallo stesso destino.

    << Grazie, sono stata davvero fortunata ad averla incontrata. Penserò alla sua proposta... >>

    Del resto, le alternative non erano molte.

    «Mia Dama, datemi il "tu", non merito tanta formalità. E non vi preoccupate di me. Come diceva la segretaria, ben poco ho io di umano.»

    Il giovane le aveva rivolto nuovamente la parola, riprendendo a muoversi e a parlare in modo teatrale. Ora che aveva scoperto la verità sul suo conto, non le faceva più paura come prima. Era solo un po'... pazzo, quello sì. Ma probabilmente non dipendeva neanche dalla sua natura.

    << Beh, come preferi...sci. Ma anche tu, ti prego, dammi del tu. Non sono ancora così vecchia per il voi! >>

    Alessandra gli rivolse una risata cristallina, come a fargli capire che il suo essere-non-umano per lei non era un problema.
    Quasi ad offrirle una dimostrazione di ciò che era -o forse per pura mania di protagonismo- il ragazzo dai capelli blu, aveva preso a schioccare le dita, dando origine a lampi di elettricità che si erano messi a danzare e a crepitare davanti agli occhi di Alessandra, lasciandola di stucco. Era uno spettacolo!
    Poi, intrappolando uno di quei lampi tra le dita, vi aveva soffiato e il suo soffio, quasi fosse magico, aveva tracciato delle strane parole, trasformando temporaneamente il cielo in uno schermo cinematografico.
    Dopo di che, i lampi erano scomparsi, rituffandosi nella pelle del giovane.

    << Wow... è magnifico! >>, si complimentò Alessandra.

    «Dru, prendo in prestito le tue labbra.», si rivolse poi il prestigiatore alla donna.

    Evidentemente la dimostrazione d'abilità non era finita. L'Ufficiale sembrava abituata a quello spettacolo, come se fosse una sorta di rituale di iniziazione a cui il giovane sottoponeva tutti i nuovi arrivati. E probabilmente lo era. Alessandra, dal canto suo, ne era affascinata.
    Dopo averle mostrato la mano vuota, da esperto prestigiatore, si diresse verso quella che doveva essere la vittima abituale di quel rito e poggiò un dito sulle sue labbra, declamando a gran voce, come se si stesse rivolgendo a una platea colma di gente:

    «Non v'è trucco e non v'è inganno, guardino, siori, guardino! Dalle labbra di questa donna si sprigiona la vita!»

    Con un ampio gesto, quel prestigiatore improvvisato aveva tirato fuori dalla bocca dell' Ufficiale un'altra saetta e, facendola danzare, le aveva dato la forma... di un cane. Un cane vero, con tanto di bava alla bocca e voce per abbaiare! E... saliva per leccare, dato che stava letteralmente inzuppando la donna, che, nel ruolo della valletta di quello strambo mago, aveva deciso di accogliere tra le braccia la tenera bestiola.

    «Ta dah!», il giovane sottolineò la sua esibizione, prima di fare un inchino.

    CLAP, CLAP, CLAP., Alessandra gli battè le mani, divertita da quello spettacolo.

    «La mia "pelle" è tale finché sono io a volerlo, mia signora. Drusilia potrà sentire il mio cuore battere sotto questo petto solo finché sarò io a volerle fare questo regalo. Volete vedere cosa sono io...? Temo ve ne spaventereste.»

    Così dicendo, costruì con le saette una rosa, e gliela porse, come testimone del suo essere. Era incredibile pensare che in quell'oggetto c'era parte di lui.
    Alessandra la prese. Forse avrebbe potuto scottarsi, ma non ci aveva pensato. L'aveva accettata e basta, istintivamente.
    Poi, Richard si lasciò andare a una serie di sproloqui sugli antichi romani e sui calendari (ma cosa centrava la Ferilli?!).
    Forse tutta quella elettricità gli faceva questo effetto. Bisognava capirlo...!
    Con la rosa crepitante tra le mani (non le aveva fatto male!) Alessandra maturò la sua decisione. Sarebbe rimasta lì, su Endlos. Si era resa conto che il suo mondo non aveva più niente da offrirle. E comunque non aveva dimenticato Giacomo... se era finita lì, doveva esserci un motivo e lei doveva scoprire quale. Probabilmente si trattava di lei, ma non era ancora sicura... su quel mondo la sua voce interiore sembrava stranamente più viva che mai. Cos'era e da dove proveniva...? Forse era proprio su Endlos la chiave di tutto.

    << Signora, ho riflettuto su quello che mi ha chiesto... mi farebbe piacere restare qui e imparare da lei come sopravvivere al meglio su questo mondo. Può insegnarmi e aiutarmi a chiarire i miei dubbi? Sono sicura che lei è la persona più adatta. >>
     
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    «Non è la vecchiaia, milady, a farmi usare il "voi", ma la tua folgorante bellezza. Ad essa, nessun tributo sarà mai sufficiente... Eppure, se può farti piacere, sarò lieto di esaudire questo tuo desiderio...» rispose.

    E se la tirò alquanto, con movenze eleganti e rob'appresso. Del resto fu ben felice della reazione che riuscì a scucire ad Alessandra. Un giochino di prestigio semplice il suo, improvvisato e molto meno articolato dell'ultima volta, eppure sorrisero, l'una e l'altra dama, e vi fu anche un applauso.
    E nessuna domanda scomoda! Cosa chiedere di più?
    Ovvio, il consenso di Drusilia per la questione zuccherificio, no?

    -Beh, mi basta che tu non abbia distrutto nulla. Per i grifoni si può fare, ma solo dopo il tramonto, perché adesso sono impegnati nelle ronde.

    Sospirò il Djin, mentre con sapienza inclinava il capo di cinque gradi circa, ed un profondo sorriso si dipingeva sul suo volto.
    Sicurezza di sé e dei propri mezzi, quasi arroganza in quell'espressione. Ed un pizzico di felicità, e di grinta.
    Ecco cosa raffigurava - cosa voleva raffigurare - mentre con greve accento e voce profonda rispondeva alla dama presta-polli.

    «Sapevo di poter contare su di te. Grazie... Davvero.»

    -Non posso disturbarli per questo.

    Indice e medio corsero rapidi alla tempia, nell'imitazione di un Roger. Nessun problema, la pazienza non era mai stata un suo problema. Se Drusilia aveva detto che s'aveva da fare, presto o tardi sarebbe stato fatto. Lo zuccherificio sarebbe stato spostato.

    -E comunque, non sono la tua segretaria...

    «Gah...!»

    Si voltò pungolato nel vivo, guardandola un po' come... un po' come... un po' così, tipo:


    «Oh, andiamo...! Ancora con quella storia dell'immagine pubblica...? La gente non vuole rappresentanti seri e distinti, la gente vuole vedere nei superiori persone come loro, persone umili, con lavori normali...! Gente che cerca di sbarcare il lunario in modo tranquillo...! E poi che diamine, ti pago! Ti pago quello che vuoi!»

    E sì, caspita. Quanto voleva? Un fiorino l'ora? Dieci? Cento? Mille fiorini al secondo?! Glie li avrebbe dati dannazione!
    ...tanto era lei che li dava a lui, quindi che problema c'era se lui tornava a darli a lei...

    << Signora, ho riflettuto su quello che mi ha chiesto... mi farebbe piacere restare qui e imparare da lei come sopravvivere al meglio su questo mondo. Può insegnarmi e aiutarmi a chiarire i miei dubbi? Sono sicura che lei è la persona più adatta. >>

    Ha.
    Persona...! Adatta...! Dubbi!!!
    Quella superstizione così dura a morire...! I dubbi! Con quella formula chimica così assurda...! Sette per quindici elevato al logaritmo di tre meno Cane fratto moltomila...!
    ...la formula chimica dei dubbi...!
    Ma andiamo...!
    Bah, buon per Drudru. Un pane e un coperto in più da farsi sgravare dal fisco, alla fine, no? Tanto quella aveva più posti letto che prosperità, e questa era una frase coraggiosa.
    Il limite di quel Sen(Dru) tendeva ad infinito, dannazione. Un po' come la sua mano tendeva a voler esser Tangente al Seno. Della funzione, certamente.

    «Signore, io temo che mi congederò.» asserì in fine il nostro, ammantandosi di serietà. «Spero di rivedervi presto, e passare del piacevole tempo in vostra compagnia.»

    Allargò le braccia, offrendosi di salutare l'Ufficiale del Presiblablablamiannoioascriveretuttiititoli con un gesto di tenerezza, ma lasciandole la scelta se accettare o meno.
    Poi rivolse un elegante inchino alla sua vittimapadawan, offrendosi di porgerle un baciamano.

    «Semmai avrete bisogno di aiuto, venite a cercarmi, madama. Non c'è molto che la Dama del Vento non possa offrire, ma per tutto il resto, un sorriso caldo e magari un buon tè sul quale passare qualche piacevole momento, sapete chi cercare.»

    E dunque si voltò, incamminandosi con un fare da fiqo sborone "io sono Pro e me ne vado camminando verso il sole del tramonto per fare scena".


    Bon, dato che non mi sono venute in mente altre perle del "non si fa" - le cose più ovvie mi pare di averle dette xD - vi lascio sole a fare le cosacce xD
    Tanto la giocata sta per essere chiusa xD
    Se la presenza di Richard serve ancora, comunque, Dru, chiamalo pure xD Tanto lo sai pure tu che non ha un cazzo da fare, e che doveva solo fare l'uscita sborona xD
     
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    Secondo girone: Latifondo.
    Presidio Errante, Endlos.
    (Albero Casa, piano terra).

    Sospirò la bella mora agli atteggiamenti da superstar del Djin Topazio, eppure sorridente perchè, per quanto a volte potesse essere insopportabile, a tratti aveva dei lati teneri. E per quante gliene diceva, e lui ne diceva a lei, nonostante per una volta e mezza aveva tentato di ucciderla, sapeva anche essere carino. E lei gli voleva bene.

    -Ci sentiamo stasera allora.

    Si congedò col giovane, per poi rivolgersi infine alla dolce naufraga.
    Le posò una mano su di una spalla, gentile, e poi si rivolse a lei con tono cordiale.

    -Se lo desideri posso darti una stanza in questo luogo. Appena ti sarai riposata, farò in modo di prepararti a questo mondo e chissà, magari potrei perfino chiarirti le idee.

    E così, presa sottobraccio, l'avrebbe portata con sè nell'Albero casa, e lì le avrebbe dato asilo fino a che, come gli altri, sarebbe stata pronta a spiccare il volo.


    Tutorial
      Ok, l'ultimo messaggio del tutorial.
      Premetto dicendo che, dopo aver letto i tempi di risposta, ho supposto che nel migliore dei casi hai preparato in anticipo i post, mentre nel peggiore hai scritto di getto. Indipendentemente dal livello del post, è mio consiglio nel secondo caso non scrivere mai di getto, piuttosto prepararli in modo da limare bene lo stile ed alcuni dettagli che magari di getto potrebbero non piacerti appieno. Sconsiglio anche il primo caso, cioè quello di scriverti prima i post della risposta. Così facendo si condiziona fortemente la giocata, perchè di fatto tu non sai mai cosa potrei scrivere o meno. Ed anche se scrivessi qualcosa di compatibile col tuo precedente elaborato, questo comunque condiziona la naturalezza dello svolgimento della giocata. E' come se i post diventassero a sè stanti, e ci sarebbe davvero poca, se non nulla, interazione con ciò che accade intorno. E nel gdr l'interazione è TUTTO.
      E con ciò, passiamo all'impatto grafico del post.
      Come avrai notato, i post miei e di Hylian sono molto curati a livello stilistico. Premetto che l'aspetto deve essere scelto e valutato solo dallo scrittore, quindi ti darò solo i comandi da seguire per effettuare le operazioni di base riguardo il testo:

      immaginetut

      immagine2copia

      E con ciò, direi di chiudere qui con questo tutorial. A breve aprirò la seconda parte. Perdona il ritardo ma mi ci vuole un pò per fare qualcosa di decente XD

    Con questo ho finito =)
    Questa è la prima giocata tutorial che ho realizzato, e spero che ti sia piaciuta perchè è una cosa del tutto nuova per quanto mi riguarda XD
    Da adesso sei libera di aprire le giocate che desideri, anche con altri, tenendo conto che il tuo personaggio attualmente vive all'Albero Casa. Se non trovi utenti, puoi proporti con un nuovo topic in bacheca. Ti chiedo soltanto di non fare combattimenti, almeno per il momento. Io appena avrò tempo, spero entro il fine settimana (ma anche domani se ho le forze), aprirò un'altra giocata tra Drusilia ed Alessandra in cui ti insegnerò (e Dru insegnerà alla tua pg) a combattere. Sappi che sarà molto più pesante di questo, quindi ti chiedo di ripassarti qualche regolina e di fare pratica con quel poco che ti ho detto =*
     
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14 replies since 3/10/2011, 22:03   258 views
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