[LAM] Scambio Equivalente

ruolata Dru e Grifis

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  1. Grifis:.
     
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    Continua da Qui
    glacier_river
    Per il suo ritiro, per coprire la sua vergogna, aveva scelto un luogo governato interamente dal gelo... un luogo dove nessuno avrebbe potuto cercarlo, o disturbarlo. C'era una baita, forse abbandonata, da chissà quanto tempo, che lo accolse per più di due giorni: il primo speso sui propri pensieri, rimuginando e colpevolizzandosi; il secondo, invece, trascorso alla fredda morsa delle proprie responsabilità, il cui fallimento stava trasformandosi in un macigno insopportabile.

    Si era raccomandato, a missione finita, di fare rapporto sull'inettitudine dei suoi compagni.
    Ed eccolo, inetto fra gli inetti, diretto responsabile della distruzione di uno dei sigilli! Avrebbero fatto meglio i suoi commilitoni, qualora avessero fatto rapporto alla Dama, riferendole del suo insuccesso. Ecco, forse era da questo ch'era scappato...
    dopo quanto dettole, dopo quanto avvenuto, poteva avere il coraggio di guardare il Gran Maestro negli occhi?

     
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    "Va bene, siamo sinceri. Quasi tutti gli ostacoli sono cose secondarie, minuscole.
    Questo no.
    Questo è piuttosto grosso, e dovremo lavorare seriamente per superarlo. Dovremo essere irruenti, ambiziosi, sconsiderati e sfrenati per uscire da questa situazione. Dovremo essere giocolieri, saltatori con l'asta, lottatori, prestigiatori e contorsionisti.
    Siamo pronti a tutto questo?
    No?
    Certo che no.
    Chi mai lo è?
    Ora, con attenzione, possiamo farcela. Se facciamo tutte queste cose assieme non ci riusciremo. Se le facciamo una per volta nel giusto ordine, avremo successo. Qual'è il giusto ordine? Meglio non domandarselo. Bisogna procedere per tentativi, purtroppo, ma tante cose riescono subito bene".

    png

    Secondo girone: Latifondo, 7:12 p.m.
    Presidio Errante, Endlos.

    grif
    Le avevano detto che avevano fallito, le avevano detto di aver sbagliato tutti, e che a breve sarebbe tutto finito. Il volto della Dama del Vento, a quella notizia era diventato improvvisamente pallido, come se la bella fosse stata presa da un malore improvviso, turbata da una notizia che piombava sulla sua testa senza preavviso, che le strinse il cuore e lo imprigionò in una morsa di ansia e dolore. In quel momento, a quella notizia, la donna si sentì le gambe cedere, e furono in due gli aviatori che la presero al volo prima che sbattesse sonoramente a terra, colta da un malore improvviso. Al risveglio, una cerchia di compagni preoccupati per il suo stato, ed una misera consapevolezza che tuttavia le permetteva di non cadere ancora nello sconforto; i sigilli erano rotti, eppure nessuna creatura mistica era atterrata su endlos, nè erano giunte notizie di disastri improvvisi. Che fosse stata una finta profezia? Oppure mancava qualcosa che non era stato loro detto? In ogni caso, era necessario guardare la realtà, ed agire in base a quella. Non era accaduto nulla? Bene, avevano ancora speranza. Doveva solo radunare i suoi aviatori e stabilire una nuova strategia... eppure qualcosa non quadrava.

    Dov'era Grifis?

    Le dissero che lo avevano visto andare verso Nord, senza una particolare ragione. In quel momento, tuttavia, una ragione abbastanza valida per sparire in quella situazione non c'era, ed anche se fosse stato preso da una strana malattia, Drusilia non avrebbe mai permesso che un aviatore valido come il sergente Minos lasciasse il suo posto, non con un'apocalisse alle porte.

    -Voi preparate gli armamenti e mettete in allerta i presidi.
    Io vado a cercarlo.


    Ed al suono di queste parole il Gran Maestro era salito in groppa al suo grifone e si era alzato in volo, diretto a Nord.

    png

    Eterna Distesa di Ghiaccio: Etlerth, 10:25 p.m.
    Presidio Settentrionale, Endlos.

    Mai come quel giorno fu soddisfatta del suo sistema di mappe in modo da orientarsi e -soprattutto- rintracciare i suoi associati. Le aveva trovate già all'interno dell'Albero Casa nel momento in cui l'avevano occupato, ed aveva approfittato della possibilità di modificarle per farle proprie. Il risultato era che tutti erano in grado di essere rintracciati dai loro pari e superiori, il che voleva dire totale reperibilità per le emergenze. E questa era una di quelle.

    -Eccoci qui...

    Sussurrò dando un colpetto leggero ad Aeglos che, splendido nel suo manto cristallino, raggiunse il suolo innevato, permettendo alla sua padrona di scendere e raggiungere la baita dove era segnato il nome del sergente sulla mappa.

    -Grifis! Aprimi ti prego!

    Disse bussando alla porta, aspettando che qualcuno le aprisse.

    -E' importante!

    Esclamò all'ultimo battito di nocche, per poi stringersi fra le proprie braccia, iniziando a tremare per il freddo.
    Era uscita così di fretta che aveva dimenticato pure il cappotto.

    hapo7888copia


    Aeris-Mappa



    La prima apparenza può spesso ingannare, perchè infondo son pochi ad ammettere di trovare particolarmente interessante un pezzo di pergamena vuota e ripiegata nelle tasche o negli zaini di molti aviatori. Beh, si, perchè infondo, anche se ce l'hanno tutti, cosa forse sospetta, resta il fatto che non esistono incantesimi per farlo mutare... tranne uno. Solo un Aviatore in carica è in grado di far apparire dei disegni, e non per propria volontà ma tramite il semplice contatto del dito indice e medio della mano sinistra. La magia è nei suoi disegni: raffinata fattura, in effetti, rappresentanti laghi, fiumi, boschi di Endlos che insieme si intrecciano in un groviglio di immagini che ne tracciano una cartina sommaria. Su di esso, con filamenti d'oro lucente, delle scritte, nomi di tutti gli associati della Liberi. Esse non son tuttavia disposte a caso, tantomeno sempre nelle medesime posizioni; ciascun nome si sposta, indicando la precisa locazione del rispettivo associato in tutto il piano dimensionale, sia esso in cielo, tra le case o sottoterra. Spariscono soltanto con la morte o l'allontanamento dalla gilda (volontario e non) dell'associato.

    Ma non son solo i fili d'oro a spostarsi, ed in alcuni, rarissimi casi, è possibile scorgere dei disegni animati...

    In rarissime circostanze, qualora ve ne fosse assolutamente bisogno, sarà possibile sfiorare con il dito uno di questi nomi, ed il disegno dell'arazzo muterà all'istante, descrivendo il paesaggio ove è la locazione dell'associato da rintracciare. Tale privilegio, tuttavia, non è da tutti. Solo Drusilia avrà la possibilità di rintracciare tutti indistintamente, mentre i comandanti solo gli associati della loro squadra, come anche i priori ed i sergenti avranno la concessione di occuparsi esclusivamente dei propri sottoposti.

    In realtà non si sa da dove provenga, tuttavia in molti dicono che erano già nell'Albero Casa ed il Gran Maestro ha semplicemente imparato ad utilizzarli per proprio conto personale.

     
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  3. Grifis:.
     
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    z23zh
    La porta della baita era aperta.
    Anzi, si può dire che s'era aperta sentendo arrivare la Dama. Un leggero alone spettrale di colore azzurrino serpeggiava dall'uscio, dileguandosi poco dopo aver abbracciato l'aria fredda. Una luce pulsante e maligna vibrava oltre la porta, come se un nucleo possente e iridescente si muovesse di prova vita.
    Una gran quantità di mana pulsava oltre quell'uscio e, allorquando la figlia dei venti ne avesse varcato la soglia, ad attenderla c'era un Grifis disadorno della sua armatura, della sua pelle, del suo aspetto. In posizione fetale, racchiuso in spiragli di ghiaccio, vento e tenebra... Entrambe le mani cingevano il capo, come se stesse piangendo nell'austerità della sua trasformazione; ma non c'era un volto, né occhi e né bocca. Soltanto un nucleo di mana ed energia, che magicamente si sospendeva a mezz'aria pulsando come un cuore che innamorato batte per la sua lei.

    Chissà, poteva la voce della Dama giungere al Sergente?
    Cosa ne sarebbe nato da tutto ciò? Un Grifis nuovo o... un nemico da sconfiggere?
    Forse da tutto ciò dipendeva il destino non soltanto degli Liberi Militi, ma forse perfino dell'Endlos!

     
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    Rimase di sasso quando vide la porta di quella baita aprirsi da sola, fausto presagio di qualcosa che certamente non le avrebbe fatto piacere. E pensare che di cattive notizie, quella giornata, ne aveva già avute abbastanza. Il bel viso di silfide impallidì ancora di più nel ritrovarsi davanti una scena così cruda, teso in una espressione indecifrabile, tirata, piuttosto rara da ammirare, considerando il carattere tranquillo della donna. Il sergente Minos, il suo sergente verde, sostava innanzi a lei in posizione fetale, o almeno fu quello che le disse il suo istinto, perchè l'affascinante elfo era ora irriconoscibile. I lunghi capelli chiari, lo sguardo di ghiaccio, i lineamenti raffinati, la pelle chiara, tutto era ridotto ad una massa informe che ricordava qualcosa di molto simile ad un processo non naturale, una trasformazione non benedetta dalla Madre Terra verso un figlio che era stato preso da qualcosa che evidentemente non aveva ancora fatto bene i conti con lei. Fino a che Grifis sarebbe rimasto sotto le sue bianche ali di Galanodel, nessuno avrebbe mai osato fargli qualcosa, soprattutto non davanti ai suoi occhi del colore dello smeraldo. Avrebbe agito prima che fosse troppo tardi, lo avrebbe salvato, a costo di fare un macello; ma lì non v'erano nemici da trucidare, nè colpevoli su cui infierire. Lì c'era solo il suo soldato, ed era in pericolo.

    guarda

    -Grifis.

    Si avvicinò piano verso quella sorta di embrione, insicura sul da farsi.

    -Grifis... rispondi.

    Le mani affusolate si sarebbero avvicinate piano all'elfo, superando la barriera eterea che lo circondava come una gabbia, o forse una protezione. Raggiunse la sua pelle, e la sfiorò piano prima di posare i palmi ed afferrargli le spalle con delicatezza. Non incontrando difficoltà, cercò anche di spostarlo, ma per quanto si sforzasse fu tutto inutile. Si sentì inutile, stanca ed arrabbiata. Cosa avrebbe dovuto fare? Non era certo una sacerdotessa, e non era certa che lui fosse posseduto da qualcuno o qualcosa. Lei infondo era solo una maga troppo assuefatta al combattimento, totalmente incapace di dedicarsi professionalmente a questioni così delicate; sin da quando era in Accademia, infatti, era sempre stato Yang ad occuparsi di quello...

    -Grifis, santo cielo... che ti succede???

    Il suo tono di voce era alto, agitato, e con le braccia cercava di spingerlo, come a volergli dare degli scossoni nella disperata speranza di poterlo ridestare da quel sonno non naturale. Desiderava salvarlo, ma prima di tutto che lui reagisse.

     
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  5. Grifis:.
     
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    YnQPO

    Si alzò di colpo, ridendo malvagio del dispiacere di lei. Era un'ombra le cui fauci e i cui occhi ridevano, brillando di un rosso cremisi. Avvinghiò quasi istintivamente il corpo del Falco, salvo poi ringhiare contro la Dama. Era come se quella creatura spettrale si fosse accalcata al corpo dell'aviatore, possedendolo poco per volta.

    Ah finalmente ci incontriamo.
    Per quante volte ti ho vista nei suoi pensieri.
    Quante volte ti ho vista dai suoi occhi.
    Dama Drusilia, la forza motrice e la causa della rovina d'innumerevoli cuori.
    L'amore al suo stato puro: dolore, sofferenza, sacrificio, insoddisfazione.

    Cosa c'è di meglio?
    Cosa può spingere di più un uomo dell'abisso della depravazione?
    La guerra? la morte? la fame?
    Oh no... l'amore.

    Fortuna che questo pazzo scriteriato è innamorato soltanto dei tuoi ideali, e del sogno che tu così ostinatamente porti avanti. E' così follemente convinto di poter realizzare un regno, dove i Liber Aeris Milites scacceranno le ingiustizie.

    Non pensi che sia sciocco? Ah, che diavolo te lo dico a fare: sei tu la mente malsana dietro a tutto questo!
    HAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHA

    La voce maligna si sperse nella stanza, mentre quello che prima sembrava un uovo trasparente assunse una colorazione sanguigna, iniziando ad avvolgere il corpo di Grifis in filamenti di tenebra. Una chiazza di sangue andava formandosi al di sotto del falco sospeso nell'aria, da cui strani gorgoglii e voci roche echeggiavano.

    La tua voce non può raggiungerlo, ora.
    Lui è mio... completamente mio.
    Presto farà la sua scelta e rinascerà come me, Phemt!
    E io ancora una volta farò guerra al vostro mondo!

    Non c'era davvero nulla che potesse impedire una tale catastrofe?

     
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    Il volto dolce e bellissimo della Dama del Vento era trasfigurato in una maschera impassibile, forse tesa per il susseguirsi così rapido degli avvenimenti, forse ora realmente spaventata per ciò che stava realmente accadendo. Eppure non vacillò, nè parve scomporsi; osservò l'ombra maligna avvolgere il sergente quasi a proteggerlo, anche se entrambi sapevano che non era quella la reale ragione. Infondo si sa che il diavolo non è mai così brutto come viene disegnato...

    occhiinc

    -Allora è meglio chiarire due cosette, signor Phemt.

    Gli occhi fissarono quelli della bestia, ed in quegli smeraldi parve brillare una fiamma, da troppo tempo assopita eppure sempre pronta ad esplodere.

    -Magari potresti riuscirci con altre creature, ma credo che ti sopravvaluti troppo se credi di poter convincere me su queste assurdità.

    Si avvicinò di un passo, sorridendogli fiera, mentre l'aura riflessa sul suo abito pareva divenire palpabile, assumendo toni azzurrini, per poi prendere forma, abbracciando le braccia, il seno e la vita. Erano bastati semplici riflessi, e la donna che gli era davanti non era più quella che appariva, ma la creatura alla sua sostanza; lo stesso Amore allo stato puro di cui prima quel mostro si burlava. Lo stesso Amore che ora sostava innanzi a lui nella sua pura essenza arcana, ancora più bella di prima, creatura celestiale dalle tre bianche ali piumate.

    -Ciò di cui parli è solo perversione, egoismo, edonismo mascherato.

    L'aria attorno a lei parve vibrare, mentre l'odore di chiuso e stantio che li circondava si dileguava, dando spazio ad un delicato profumo di rose fresche.

    -L'Amore è si dolore, si sofferenza, sì morte.
    Ma è in questi che trova compimento, e mai vacilla o vi è sconfitto.


    Una breve pausa, angelo contro demone, in lotta per un corpo e l'anima che racchiudeva.

    -Io vado oltre la guerra, la morte, la fame, vado oltre anche al tuo abisso della depravazione.
    Coloro che a me son devoti non sono vittime ma vincitori, armati di ciò che rende umani, ciò che li separa dalle bestie
    e che li innalza fino agli angeli.


    E gli sorrise affabile, dolcemente, perchè se era davvero quello il fantasma di Grifis, lei era certa che il suo aviatore lo avrebbe sconfitto.

    -Ma non mi soffermo più di tanto, perchè so che la tua meschinità ti spingerebbe a negare.
    Forse non capiresti nemmeno, perchè io non ti appartengo.
    Tu non puoi comprendermi, ma Grifis può.


    Lo sfidò, e nel cuore la piena fiducia nell'elfo.
    Per rialzarsi era necessario cadere, e lei sapeva che lui si sarebbe rialzato.
    E se avesse chiesto aiuto, lei era lì.

    -Se Grifis ama, allora farà la scelta giusta.

     
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  7. Grifis:.
     
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    1jypt

    Oltre la luce, passando per il buio.
    Nelle infinite distese della coscienza della vita, che trasmigrando di anima in anima si contorce, si percuote, e nei fini cosmici di sé stessa, soggiace infinitamente appollaiata sul filo del destino; e come un tonfo continuo e ripetuto, così forte eppur dolce, battevano i desideri di innumerevoli personalità. Menti illustri, volti sciocchi, scialbi pensatori e audaci taciturni. Li vide, tutti aggrovigliati in una spirale di pensieri, così intrinsecamente profonda e così invidiabilmente perversa, che ne ebbe paura e ammirazione nello stesso attimo.
    E lui, che galleggiava immerso in questo niente, si disperdeva come fogli di carta. Poi si ricomponeva, un attimo dopo, allorquando il suo ego avesse finalmente raggiunto la lucidità necessaria per tenersi a sé.

    Chi sei?, chiese.
    Io sono l'Idea del male.
    Io sono la chiave di volta, l'unione di ciò che è e ciò che sarà.
    Gli rispose.
    Cosa vuoi da me, Dio?
    E' stato scritto che tu fossi qui, da prima che la tua progenie nascesse.
    E' stato predetto il tuo viaggio nel maelstrom, come il tuo fallimento nel Pentauron.
    Era destino, questo nostro incontro.

    E io allora, cosa sono?
    Tu sei l'Idea in sé.
    Tu sei l'Iperuranio: non sei né ciò che era, né ciò che sarà.
    Tu sei ciò che è adesso.

    E dimmi, cosa posso essere?
    Tutto ciò che vuoi tu, io lo voglio per te soltanto.
    Perciò scegli: ciò che vorrai essere, sarai.

    Trattenne il fiato. Come a voler cercare nel profondo una ragione, una motivazione. Furono tante le idee che ebbe, e tutte valide. Vendetta. Morte. Guerra. Pace. Conquiste. Perfino l'amore. Le vagliò tutte, ma temporeggiò comunque....

    *

    Lo spirito maligno serpeggiò tutt'intorno, appestando la stanza della sua immonda essenza. Oramai il corpo di Grifis era coperto da uno strano cristallo ovale, di un rosso simile al sangue. Mani frattanto sbucavano dal pavimento, indecise su cosa buttarsi. Già, perché nel suo profondo Grifis era, adesso, sottoposto a una scelta; scelta che non sapeva comportasse un sacrificio, che quelle creazioni aberranti che dondolavano dal pavimento non avrebbero tardato a divorare.

    Nutri molta fiducia in te, come in questi tuoi aviatori.
    Me ne compiaccio, avessi avuto anch'io tanto amor proprio: avrei evitato di estinguere metà della razza.
    Si calò poi sul guscio, che stava iniziando a rompersi. Un simbolo fiammeggiante capeggiava dirimpetto la Dama, segno che Grifis aveva ormai fatto la sua scelta! AHAHAHAHAHA
    Si, Grifis. Si! Buon sangue non mente... ho fatto bene a lasciare che la mia progenie vivesse nascosta! Tu sei il prescelto! Vai Grifis...
    la sua risata avrebbe raggelato chiunque.
    Ormai era ad un passo dalla rinascita!

    *

    -Se Grifis ama, allora farà la scelta giusta.

    Fu una voce a scuoterlo dalla sua indecisione. La conosceva? Si, certo. Ma doveva l'aveva già sentita? Perché gli era così familiare? Fu in ogni caso la spinta che lo convinse a riflettere, a ricalcolare per bene tutte le varianti della sua equazione. E mise così davanti tutto ciò che più amava al mondo, qualcosa che non avrebbe ceduto mai, per nessuno, per cui avrebbe combattuto, e ucciso perfino. Così protese la mano, mirando il vortice da cui un simbolo di fiamme sorgeva. E, sfiorandosi poi le labbra, disse:

    xx3T4

    IO VOGLIO...
    LE ALI.


    *

    Di colpo la stanza si riempì di una luce abbacinante.
    Un suono sinistro e stridulo proveniva dal guscio che, spaccandosi poco per volta, rilasciava stralci del viso o delle apparenze del Falco. Lentamente, anche se per pochi istanti, la sua figura fu coperta di un nero tonale, come se le tenebre fossero discese su di lui. Ma proprio quando quell'entità malvagia, Phemt, stava per avvinghiarsi a lui, un freddo improvviso investì la baita. Solo la dama ne sarebbe rimasta incolume, mentre lo stesso spirito, atterrito, si dileguò. Poco dopo, due ali di grifone distrussero il guscio di ghiaccio, lasciando che da esso si ergesse un'elfo con il petto come se avesse l'inferno a gran dispitto.

    Spoglio di abiti, ma rinnovato nell'orgoglio, il nuovo Falco avanzò verso lo spirito dei venti, carezzato da fiocchi di neve e dal sole, che seppur debolmente, adesso baciava le sue gote. Per nulla imbarazzato, nonostante fosse ignudo, protese la mano verso il Gran Maestro. Era cambiato, Grifis: qualcosa di nuovo era dentro di lui adesso, qualcosa che nessuno avrebbe mai potuto comprendere, se non Drusilia stessa. Aveva perduto qualcosa, vero, in cambio di molto altro... Il calore di un cuore capace di amare, per il freddo in grado di attanagliare i nemici. E le ali, quelle di un Grifone, con cui volare in alto e raggiungere i suoi sogni.

     
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    "Quando qualcosa va storto, spesso gridiamo:
    "Non è giusto!".
    Ma dove prendiamo questa pazza idea che le cose debbano essere giuste,
    se le risultanze indicano chiaramente che non è così?
    Tutti noi nasciamo con gradi diversi di intelligenza, bellezza, talento, e nessuno dice che non sia giusto. Nel corso della vita si verificano ingiustizie. Veniamo incolpati quando non è stata colpa nostra. Dobbiamo fare delle cose che non crediamo di dover fare. Facciamo qualcosa di buono, e questo passa inosservato.
    La vita non è giusta,
    e noi dobbiamo farcene una ragione, lamentarci di meno ed andare avanti."


    png

    bellaqg
    La Dama del Vento sostava innanzi alla creatura chiamata Phemt, azzurro cielo contro rosso sangue, ferma e bella, ali bianche spalancate, sguardo fisso e penetrante. Attendeva paziente la scelta del suo sergente e sebbene paresse una statua, in lei v'era un retrogusto di dubbio, perchè fra le sue parole non era stato detto tutto. Lei non sapeva cosa avrebbe fatto Grifis; poteva solo immaginarlo, supponendo ciò che davvero provava, ma i cuori delle persone sono volumi assai complicati da leggere, labirinti intricati in cui l'Amore ha il solo accesso e nemmeno il loro proprietario ne conosce l'esatta struttura. Lei non sapeva cosa sarebbe accaduto, e la sua sicurezza era data solo da un'incrollabile fiducia nella morale dell'elfo rimasto lontano da lei per ben trent'anni senza mai dimenticarla. Ed improvvisamente il momento avvenne, e la stanza si riempì di luce. Per un attimo la donna credette nel peggio, ed anche la creatura ebbe gli stessi pensieri negativi. Tuttavia fu solo un'impressione ed il falco prese il sopravvento, tornando nuovamente in forma umana. E lei sorrise, nonostante in cuor suo si sentì colta da un'improvvisa tristezza. Aveva si cambiato qualcosa, era sì di nuovo rinvigorito, ma aveva ceduto il suo cuore.

    -...

    E questo voleva dire che aveva scelto di allontanarsi da lei, in un certo senso.
    Ma ciò che era andava oltre tutto quello. Rappresentare una forza così benigna, infondo, aveva anche i suoi lati positivi, e nel corso della sua esistenza la Dama aveva avuto modo di comprendere il significato intrinseco della libertà, per quanto a volte potesse rivelarsi dolorosa. Il sergente, insieme a lei, aveva deciso di lasciare alle proprie spalle un capitolo della sua esistenza, che forse era stato spiacevole. Dunque non v'era ragione alcuna di dispiacersi. E poi, il vuoto che si sarebbe lasciato dietro, forse sarebbe stato colmato da qualcun altro, forse ancora più bisognoso di lui dell'aiuto che l'arcano Drusilia poteva donare.

    -Beh, a quanto pare siamo entrambi nudi...

    Rispose imbarazzata, guardandolo in volto con aria leggermente triste, eppure ancora sorridente.
    Lui ignudo innanzi a lei, lei spoglia delle sue vesti ufficiali, viva nella sua pura essenza.
    Se fosse stato possibile, sarebbe sembrata ancora più bella.
    Sorrise ancora, e poi tornò come prima; le bianche ali si sciolsero in una scia di piume brillanti, che scomparvero all'apparire di bianchi fiocchi di neve, mentre l'abito azzurro lasciava il posto alle sue vesti di cittadina Laputiana. Anche lei tese la mano verso di lui, afferrandola dolcemente, ed avvicinandosi per abbracciarlo.

    handsj

    Dunque prese il mantello, e gli cinse le spalle con fare materno, mentre le labbra rosse si posavano sulle gote dell'elfo ormai fredde, quasi fossero senza vita. Ed infine pensò che infondo dispiaceri sono in parte per lei ed in parte per ciò che aveva perso: un amico, una persona amata, un figlio che se ne va di casa e prende il volo. Per ogni cosa che se ne andava, qualcosa aveva iniziato la sua vita, anche se senza di lei; il suo dolore era soltanto il ponte fra la vecchia vita e la nuova, un ponte di lacrime forse. Lo avrebbe scoperto solo con il tempo.

    -Rivestiti ora, sergente Grifis.
    Torniamo a casa.


    Perchè non è detto che la scelta giusta sia quello che vogliamo.
    Perchè la libertà si paga con il sangue, il sacrificio
    e le lacrime.

     
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  9. Grifis:.
     
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    pS6XK

    Con un sorriso sincero lasciò che il mantello della Dama coprisse le sue nudità, e quindi, ringraziandola, s'apprestò a raggiungere la fida compagna di mille avventure; Caska sostava fuori dalla baita, giunta di seguito a Drusilia poiché in pena per il suo padrone. L'animale scalpitò furente, quasi fosse arrabbiato per la fuga del Falco, il quale ancora gioviale si scusò carezzandole il manto. Quindi, raccolta l'armatura scintillante, la indossò onde poter restituire il mantello al Gran Maestro.

    Si. Torniamo a casa.

    Disse, salendo in groppa a Caska. Quindi, quasi a tradimento, lanciò una palla di neve raccolta poc'anzi verso il viso della Dama; e ridendone, come un bambino dall'animo allegro, l'avrebbe invitata a raggiungerlo.
    Un gesto, il suo, volto a stemperare il futuro prossimo venturo...
    e la battaglia per la salvezza di Endlos che verrà.

    touching-the-sky-Dawn-Reader-painter-artist-polar-circle-Antarctic-Arctic-polar-exhibition-w350

     
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8 replies since 5/10/2011, 13:44   159 views
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