[Quest] La Fame

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  1. Esse Kelevra
     
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    La-fame-ingresso-2


    Grande giorno per Sequerus! Grande giorno per la vita dell'uomo medio di Endlos! Qualcosa sta nascendo e cambierà la vita di tutti i panciuti borghesi che avranno abbastanza soldi per approfittarne.

    Oggi, grazie alle preziose richerche della Ununhexio, si inaugura il primo viaggio in aeronave civile. Fino ad ora questi mezzi, si rari, erano stati adoperati in rade occasioni. Ma oggi il mondo cambia, e Sequerus si è vestita a festa per accogliere l'arrivo della Cinatit, la prima aeronave da crociera.

    La giornata è piovosa, il cielo è torbido nonostante siamo prossimi al mezzodì, ma nulla può fermare la festa. La piazza davanti alla torre di trasporto è gremita di gente. Bagarini che cercano di vendere gli ultimi biglietti a prezzi esorbitanti, passeggeri emozionati e impauriti alla prospettiva del viaggio oltre le nuvole, strilloni, garzoni, e qualcun'altro che probabilmente sta lì unicamente con lo scopo di occupare i pochi spazi transitabili.

    La-fame-ingressoLa torre di trasposto, che nessuno sa bene in cosa consista, è illuminata a festa, decorata da drappi rossi e statue che richiamano le fattezze dei più grandi viaggiatori dell'ignoto. E' alta in modo indefinito, svetta fino alle nuvole. E nella sua sommità, una macchia rossa tra le goccia di pioggia, si può osservare la Cinatit.
    Davanti alla torre due grandi piantoni, con un grande impermeabile nero, il grande viso squadrato e un grande cappello a cilindo accolgono i novelli viaggiatori volta per volta.
    Fred e George sono i loro nomi, sfoderano una smorfia poco interpretabile come un sorriso e tengono una lista dei passeggieri, controllando le carte d'imbarco.
    Fred chiede armi, armature, e oggetti potenzalmente lesivi. Dopotutto, questa sarà una vacanza no?
    George invece fa un rapido controllo dei bagagli dei passeggeri e prende in custodia gli animali che verranno portati nel serraglio della Cinatit.

    Quindi che altro dire? La Cinatit è un luogo di lusso e sfarzo, quindi venghino signori.



    Che il viaggio sia di vostro gradimento.

     
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  2. Barone Mirtillo
     
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    Narrato
    §Pensato§
    - Parlato di Eve -





    Presidio Ovest, Sequerus

    Grande giorno per Sequerus, fuck yeah. Ma pure per Eve: aveva ricevuto una chiamata privata relativa alle sue qualità di guaritrice: un ambiguo caso di stress da iper-attività sessuale...Stranamente, la patologia era incredibilmente frequente, nella zona di Undarm. (Sì, Yoe.)

    Essendo poco distante, la Marid aveva deviato il suo viaggio, scarpinando fino a Sequerus solo per dare una manina al suo cucciolino elettrico. E questo voleva dire solo una cosa: avrebbe potuto chiedergli in cambio un GROOOOOSSO regalo.

    Mentre la Marid ricontrollava orario e obliterazione dei biglietti, si faceva largo pensosa fra la folla. Vestita in bianco e rosa, la gonna ondeggiava lasciando scoperte le cosce morbide, fasciate da candide calze provocanti. Al seguito il trolley dimensionale, oggetto indispensabile per ogni donna moderna, gentile cadeau del Mistico Gelataio.

    jpg

    Il cielo era plumbeo ed uggioso, con sporadici piovaschi. (peraltro segnalo anche nebbie al Nord e mari mossi in Liguria). Ma giustamente poco le importava: in fondo era fatta d'acqua, difficilmente si sarebbe buscata il raffreddore per un paio di gocce.

    Grazie alle magiche e generose tette di Drusilia, ormai lei e Richie erano dei VIP a Laputa: non facevano un cazzo di niente dal mattino alla sera, ma erano ricchi sfondati. Certo, il fatto che non esistesse la Guardia di Finanza, a Laputa, li aiutava non poco.
    Comunque ecco spiegato il motivo del lusso che si stavano concedendo: crociera in Aeronava. Estiqtsi. Eve sapeva della passione di Richard per quelle robe volanti, ci aveva pure fatto una Quest, ma poi Vince gli aveva dato buca.

    L'unica cosa che la lasciava perplessa, era la richiesta di un terzo biglietto. Apprezzava la generosità di Richard...Ma accidenti! Lui raccattava tutti gli animaletti che trovava, ma poi toccava sempre a lei occuparsene: lavarli, dar loro da mangiare, portarli a spasso....Quanto avevano speso in carote, nell'ultimo mese? E adesso sbucava fuori un'altra Loli da accudire...Cioè, erano carucce, ma questa volta la cuccia gliel'avrebbe costruita lui da solo.

    A breve distanza dalla torre di trasporto, il luogo convenuto per il raduno, la Sacerdotessa si fermò, in attesa. Sì, lo so. Una donna in anticipo a un appuntamento. Molto poco realistico...Ma cazzo, è un GdR fantasy, no?

    [...]

    Non lo salutò nemmeno: alzò il sopracciglio, le mani sui fianchi, e la squadrò come un giudice a una fiera canina, scettica.

    - E' lei? -

    Chiese, con voce annoiata, sbadigliando bellamente in faccia a entrambi. Ma poi si fece seria, e piantò negli occhi di Richard uno sguardo inquisitorio. IL tono era serio e pretenzioso.

    - L'hai avvisata? -

    Domandò, seccamente. Bisognava che Richard capisse che tenere una Loli in casa, comportava delle responsabilità.

    - E' castrata? -

    Non che ve ne fosse bisogno, intendiamoci, vista la tendenza a non crescere mai.

    - Ecco, dobbiamo farlo al più presto. Hai controllato se ha le pulci? -

    Gli disse, quasi facendo un elenco asettico di tutte le grane del caso.

    - Appena arriviamo a casa, dobbiamo passare al negozio a prendere qualche croccantino. -

    Disse.

    - Stavolta credi di poterti prendere la responsabilità di occupartene? Te lo dico, se non te ne occuperai come si deve, la utilizzerò per i miei esperimenti di trasmutazione vegetale, e la faccio diventare una betulla.

    Si fermò, quasi colta da illuminazione: prese a guardare la poveraccia, iniziando a meditare massaggiandosi pensosamente il mento. Poi parl, con una certa naturalezza tipica di Relena.

    «Ma secondo te come reagirebbe all'impollinazione?»

    - Allo stato attuale credo che sia ancora troppo vicina al regno animale. Dovremmo inniettarle qualche ricombinante.-

    «Già, credo sarebbe meglio. L'ultima volta che ho usato le radiazioni le cose non sono andate troppo bene. Non ci servono altri cadaveri...»

    - Hai già estratto dei plasmidi dalla ragazzina? -

    «OMG, mi stai chiedendo se l'ho uccisa per prendere del fottuto sangue?! »

    - Sì. -

    «Certo che l'ho fatto, perché non avrei dovuto?! Dì un po'... glielo iniettiamo ora?»

    - Meglio di no, nel laboratorio abbiamo qualche struttura costrittiva, sai com'è, tutti gli altri sono impazziti ed abbiamo dovuto sopprimerli. Una tantum mi piacerebbe sezionarli PRIMA che siano morti. -

    «Mh... Credi che potremmo usare anche la sua palla di pelo?»

    - Potremmo, ma non ci sarebbe utile. Stiamo lavorando sugli umani per un motivo, te ne sei scordato? Al limite posso usarla al posto del Swiffer. -

    «No, no, certo che no... è solo che è così giovane...»

    - Che sono questi ripensamenti?! Non mi pare ti fossi preoccupato troppo col neonato. -

    «Al neonato non mancavano 2 anni per diventare fertile e legalmente inseminabile...»

    - Questo è vero. -

    Concluse l'ampio botta e risposta, con un cenno di approvazione. Nel frattempo l'ora si era fatta piuttosto tarda, e il momento della partenza si faceva sempre più vicino. Concluse, giacchè tutto ciò che si doveva dire, era stato detto.

    - Perfetto allora! Ora non resta che darle un nome! -

    [...]

    jpg

    Non degnò di particolare attenzione i due gorilla in palandrana e cilindro: odiava i cosplay steampunk. Si limitò a porgere loro biglietto, carta d'imbarco, e documenti d'identità. E visto che i controlli di sicurezza erano immotivatamente stringenti, si sentì in dovere di dire.

    - Eve LeRoy. E Il mio corpo è un'arma da dichiarare. In tutti i sensi. -

    Disse seria. Per il resto era completamente disarmata: che le servivano le armi, quando una sua preghiera creava un armageddon di effetti magici acquatici?







    Edited by Barone Mirtillo - 8/10/2011, 14:29
     
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    Narrato
    Pensato
    «Parlato di Richard»



    Presidio Ovest, Sequerus.

    Oh, forse ora lo aveva capito.
    Anzi, molto probabilmente, ora la ragazza era anche d'accordo.
    "Ceti, il nuotatore del deserto".
    Mai nome fu più azzeccato.
    Persino dall'alto dei cieli, a cavallo del suo grifone, Jilian avrebbe dovuto aver chiara vista sul ricercatore che sotto di lei sfrecciava nella sabbia.
    Era velocissimo.
    La maggior parte del tempo rimaneva quasi invisibile, il manto di sabbia di sabbia scorreva sotto di lei immobile. ma di tanto in tanto, ecco che la superficie veniva scossa da dei movimenti. Una piccola scia di sabbia iniziava a cavalcare le dune in placida compostezza, almeno fino a quando non si allargava ed il corpo del ricercatore riemergeva, fendendo la sabbia al suo passaggio.
    Il Wink faticava a tenergli testa, e non furono poche le volte in cui il gruppo rischiò di disperdersi, almeno fino a quando lo sfiatatoio di Ceti non sollevava una gigantesca nube di sabbia che indicava ai compagni la sua posizione.
    Talvolta, per gioco, il nuotatore sfruttava le dune come delle rampe, proiettandosi in cielo e danzando nell'etere a pochi centimetri dalla ragazza, salutandola con un sorriso divertito.
    Un paio di volte cantò anche per lei. "All Night Long" di Lionel Richard e "Another One Bites the Dust" dei Queen. Non che fosse molto da cetaceo, o che avesse una playlist aggiornata, ma meglio quello del silenzio. Forse.
    Il loro viaggio durò "solo" tre giorni. Poi, il misterioso ricercatore fece qualcosa. Cosa, di preciso, era difficile da dirlo. Ma senza preludio alcuno Ceti fece un altro salto, e questa volta, quando si ritrovò ad affiancare la ragazza, le urlò.

    «Adesso! Seguimi! Dentro la sabbia! Veloce, o lo perderemo!»

    Fu più o meno così che la convinse a seguirla nelle profondità dell'abisso.
    Aiutato dal fatto che, letteralmente, afferrò la zampa del Wink e lo trascinò giù con sé.
    Entrarono nella sabbia, in una voragine di oscurità e calore. L'aria, la poca aria, aveva l'odore di zolfo. Prima o poi, la ragazzina - e forse anche il suo compagno, ma non ne era certo - avrebbe perso i sensi.

    [...]

    Al suo risveglio, Jilian si sarebbe trovata distesa su un letto. Accanto a lei la bestiola, e poco distante un vassoio con dentro almeno una decina di Muffin.
    Un rumore poco lontano avrebbe attirato la sua attenzione verso un uomo.
    Uno sconosciuto...?



    «Ben svegliata.»

    I vestiti e la costituzione inizialmente potrebbero trarre in inganno, ma salvo traumi eccessivi anche una come Jilian avrebbe dovuto riconoscere il volto che si era palesato oltre la spalla, e quella voce.
    Era Ceti.

    «Preparati velocemente. Siamo in ritardo.» le comunicò.

    Con fare rilassato chiuse l'armadio - ormai era pronto - e si avviò verso l'uscio.

    «Siamo a Sequerus. Hai dormito per circa 6 ore. E ora stiamo andando in un bel posto. Tranquilla: Ceti ti farà una sorpresa. Però dobbiamo sbrigarci, o faremo tardi.»

    Fece per uscire, ma prima di chiudersi la porta alle spalle il suo volto si riaffacciò ancora una volta.

    «Ah. Da queste parti sono conosciuto come "il pazzo ubriacone" e sono un pelino ricercato. Ma poco, eh. Non tanto. Ad ogni modo qui mi conoscono come Simon, quindi non chiamarmi così. Ah, non far vedere in giro che hai un grifone! La gente del posto ha uno strano approccio con le persone che hanno un grifone appresso. Laputa qui ha comunque influenza.»

    [...]

    Fu una lunga corsa. Quello era poco ma sicuro.
    Nessun tipo di autorità o forza dell'ordine sbarrò il loro passo, tuttavia la fretta del ragazzo era fuori da ogni dubbio.
    Viscido e sinuoso come un'anguilla (che bel paragone!) serpeggiò tra la folla in festa, conducendo per mano la sua giovane apprendista tra le vie di Sequerus.
    Gran bella città quella. Alla fine, se avessero avuto tempo sarebbe stata sicuramente una località da visitare. Purtroppo il Sandhole era apparso solo quel giorno, e far prima non era stato loro possibile.
    Per di più, la piccola era rimasta k.o. 6 autoconclusivissime ore, quindi anche volendo non c'era il tempo di un tour veloce della cittadina.

    [...]

    Eccoli lì.
    La torre di trasporto. Erano arrivati alla loro meta, ed in tempo record.
    Fu con un largo sorriso che Ceti/Simon poggiò la mano sulla spalla della bimba.

    «Siamo arrivati.» le sussurrò mentre riprendeva fiato.

    Poi poggiò entrambe le mani sulle spalle della ragazza, e la fece voltare verso una persona.
    Verso quella persona.
    Una fanciulla dai lineamenti leggiadri, dal vestito elegante e provocante ad un tempo, sogno proibito di ogni uomo.

    «Lo vedi quell'angelo dai capelli rosa?» chiese a Jilian, indicando la Marid con un cenno. «Lei è uno dei membri dell'equipe. La tua prima collega. Spero che andrete d'accordo, lei è la persona più dolce che conosco. Andiamo a presentarci, ti va?»

    Domanda retorica, ovviamente.
    Non attese di certo la risposta prima di spingerla in avanti, e richiamare l'attenzione di Eve con un cenno.

    «Hooooy! Siamo qui!»

    Il sorriso allegro di Ceti scomparve. La donna lo stava squadrando con serietà, e subito anche sul suo volto si dipinse la serietà. Di colpo, entrambi presero a scrutare la maghetta come se stessero squadrando un taglio di carne dal macellaio.

    - E' lei? -

    «Esatto.»

    - L'hai avvisata? -

    «Ci ho provato, ma ha detto che non ce n'era bisogno. Si è proposta volontariamente.»

    - E' castrata? -

    «Non ne ho avuto il tempo. Stavo preparando l'attrezzatura, ma si è svegliata. A questo punto dobbiamo rimandare.»

    - Ecco, dobbiamo farlo al più presto. Hai controllato se ha le pulci? -

    «Le ho fatto un bagno antipulci mentre dormiva, e l'ho anche vaccinata. Ho provato a metterle il microchip, ma quello che avevo si è danneggiato con la sabbia. Penso dovremo provvedere anche a quello.»

    - Appena arriviamo a casa, dobbiamo passare al negozio a prendere qualche croccantino. -

    «E che cavolo, li abbiamo finiti di nuovo?!»

    Non l'avesse mai detto. Come se non lo sapesse, che era colpa sua... Alla fine era lui quello che raccattava cani e porci e li portava tutti a casa...

    - Stavolta credi di poterti prendere la responsabilità di occupartene? Te lo dico, se non te ne occuperai come si deve, la utilizzerò per i miei esperimenti di trasmutazione vegetale, e la faccio diventare una betulla. -

    «Ouch... Dai, dai, calmati... Prometto che questa volta ci penso io! E non sporcherà a terra! Lo giuro! Nemmeno Reisen ha fatto i bisogni sul pavimento, no...? Abbi fiducia! ...sono responsabile io...!»

    Le ultime parole famose.
    Poi, prima che se ne rendesse conto, la mano corse al mento, mentre rifletteva.

    «Ma secondo te come reagirebbe all'impollinazione?»

    Effettivamente, anche in lui c'era una piccola Relena. Il che era preoccupante.

    - Allo stato attuale credo che sia ancora troppo vicina al regno animale. Dovremmo inniettarle qualche ricombinante.-

    «Già, credo sarebbe meglio. L'ultima volta che ho usato le radiazioni le cose non sono andate troppo bene. Non ci servono altri cadaveri...»

    - Hai già estratto dei plasmidi dalla ragazzina? -

    «OMG, mi stai chiedendo se l'ho uccisa per prendere del fottuto sangue?! »

    - Sì. -

    «Certo che l'ho fatto, perché non avrei dovuto?! Dì un po'... glielo iniettiamo ora?»

    - Meglio di no, nel laboratorio abbiamo qualche struttura costrittiva, sai com'è, tutti gli altri sono impazziti ed abbiamo dovuto sopprimerli. Una tantum mi piacerebbe sezionarli PRIMA che siano morti. -

    «Mh... Credi che potremmo usare anche la sua palla di pelo?»

    - Potremmo, ma non ci sarebbe utile. Stiamo lavorando sugli umani per un motivo, te ne sei scordato? Al limite posso usarla al posto del Swiffer. -

    «No, no, certo che no... è solo che è così giovane...»

    - Che sono questi ripensamenti?! Non mi pare ti fossi preoccupato troppo col neonato. -

    «Al neonato non mancavano 2 anni per diventare fertile e legalmente inseminabile...»

    - Questo è vero. -

    Esultò, il ricercatore, festeggiando quella piccola vittoria di Pirro con un gesto poco conveniente, ma che al suo animo diede molta soddisfazione.

    - Perfetto allora! Ora non resta che darle un nome! -

    «Se ne è scelta uno da sola. Dice di chiamarsi Jilian di Riva Ombrosa. O una cosa del genere. Dici che dovremmo lasciarla fare? Ad ogni modo, hai preso i biglietti?»

    [...]

    L'imbarco, in teoria, non sarebbe stato un problema.
    Eve s'era data da fare. Sia lui che la giovane associata impugnavano fieramente spada (biglietto) e scudo (documentazione varia), e potevano avanzare senza timore alcuno verso i controllori, al fianco della Regina dei Mari.

    «Richard LeRoy.» si presentò, favorendo la documentazione. «E sono il detentore del suo corpo.»

    Un sorriso complice, sul suo volto, mentre indicava ai due le provocanti curve della sua signora.

    «Tranquilli, ho il porto d'armi per quelle due "bombe intelligenti" che si porta appresso.» scherzò.

    La cosa più problematica, tuttavia, non era nascondere l'armamentario a norma di legge che era la Marid stessa, quanto la sua pistola. Quella in teoria doveva consegnarla.
    Ma, non voleva farlo.
    E ci mancherebbe! Era sua, e guai a chi la toccava!
    Solo che nasconderla era un pelino... problematico.
    Per questo, l'idea geniale.
    Indovinate un po' cos'era quella cosa lunga e dura che sporgeva leggermente dai pantaloni? :8D:

    «Ragazzi, ragazzi... Guardatela... Potete biasimarmi? Io la vedo tutto il giorno, tutti i giorni... Sono fortunato, eh? :guru: »

    Questo avrebbe detto, se gli avessero fatto domande in merito all'attrezzo che si intravedeva.


    Sotto spoiler i dati rilevanti in possesso di Richard:

    Hime: Revolver 6 colpi, con appunto solo 6 colpi. Nascosto nelle mutande di Richard.
    Essenza del Djin del Tuono: L'abilità passiva di Richard presente anche ai tempi di Spyke °°/ In pratica, il suo essere mutaforma.
    Djin Insanity: Resistenza agli attacchi psionici ed alle malie.
    Carisma: Semplicemente, Carisma XD Una passiva di charme da naturale Carisma. Beh, Richard è Carismatico, no? :8D: Con un attrezzo del genere nei pantaloni, chiunque sarebbe carismatico XDDDDD

    Maggiori dettagli in scheda, raggiungibile dal link in firma (la seconda immagine, quella più in basso).
     
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    --- Jilian Shadow ---

    pmJOy

    Narrato
    - Parlato -
    * Pensato *




    Ok, ne erano successe veramente di tutti i colori, prima il viaggio nel deserto che l'aveva costretta perlopiù a rimanere stesa sul manto del grifone a dormire incapace di fare qualsivoglia altra cosa perché troppo stanca per rimanere lucida durante il viaggio.
    Aveva visto ben poco Ceti che nuotava nei deserti visto che non era stato molto il tempo in cui era rimasta abbastanza sveglia e cosciente per guardarsi intorno, quel caldo le toglieva tutte le energie che già le mancavano da sole di solito, poi il fatto che volava anche e questo la rendeva un po' più vicina al sole era un pensiero per lei totalmente inaccettabile al momento.

    L'unica cosa che la confortava era che stava viaggiando mentre dormiva e che quindi quel viaggio non le era sembrato poi così tanto lungo, per fortuna il suo Wink era instancabile e sempre vigile, al contrario degli altri animali non aveva praticamente mai bisogno di dormire... Praticamente l'esatto contrario della sua padrona.

    Così passarono quei tre giorni tra gioie e dolori, ma soprattutto tra muffin mancati e mai visti... Dannato deserto dove non c'era nessuno e pensare che alla ragazzina non erano neanche mai andati a genio i posti così caldi.

    «Adesso! Seguimi! Dentro la sabbia! Veloce, o lo perderemo!»

    - ...? - Figuriamoci... Quando aveva sentito quelle parole era già debole di suo visto che si era appena risvegliata dal suo lungo sonno così aveva seguito senza indugio Ceti dentro la sabbia appena arrivata l'aveva colta un senso di claustrofobia e un'odore allucinante e nauseante alla gola.

    * Zolfo... * Le era venuto alla mente spontaneo ma che ci faceva dello zolfo lì?
    Non aveva neanche fatto in tempo a chiederselo che i suoi sensi erano svaniti... Di nuovo... E l'avevano lasciata addormentata per l'ennesima volta sulla schiena del grifone.

    [...]



    Si era addormentata a quanto pare... Comprensibile e anzi sarebbe stato molto più strano se questo non sarebbe successo, non si ricordava neanche bene cosa aveva sognato ma era sicura che non era stato affatto bello... Ad ogni modo le ci era voluto un po' di tempo per svegliarsi e un'altro po' ancora per aprire per bene gli occhi, anche se si guardava attorno non capiva dov'era finita, sapeva solamente che era sopra un letto.

    "Ce ne hai messo di tempo per svegliarti, eh..."

    Era stato il suo Wink a dirlo mentalmente infatti guardando dalla parte destra del letto lo aveva notato, forse la palla di pelo non aveva dormito neanche questa volta, la ragazza aveva fatto un piccolo sorriso per poi accarezzare l'esserino.

    - Puoi dirmi dove siamo? - Ma non ce n'era bisogno a quanto pare. «Ben svegliata.»

    Solo la voce le aveva fatto capire chi era quel tizio, Ceti non ci voleva molto a capirlo...

    «Preparati velocemente. Siamo in ritardo.»

    - Ma... Solo dieci muffin? - In condizioni normali avrebbe pensato più che altro a quale fosse il luogo dove stavano andando ma aveva fame al momento.
    - Uff... - Finiti i muffin con circa 6 morsi (non 6 morsi per ognuno ma 6 morsi in totale eh... (e ci vuole un cavolo di talento per farlo)) aveva annuito alle ultime raccomandazioni del ragazzo per poi seguirlo, non aveva alcun vestito oltre a quello che si era portata dietro ora che ci pensava e a questo avrebbe dovuto rimediare al più presto visto che non poteva certo andare in giro sempre con le stesse vesti...

    [...]



    Era da un bel po' di tempo che non correva come aveva fatto oggi, dove stava andando però? E perché? Non aveva né la forza né il coraggio di chiederlo quindi si limitava a seguire passivamente Simon/Ceti per quella strana città.
    Però perlomeno era contenta che a circondarla non c'era il più il soffocante caldo del deserto ma il clima mite di una città, era molto meglio in quel modo, aveva quasi cominciato a pensare che in quel mondo ci fosse solamente il caldo ed il freddo visto che il ragazzo aveva parlato solamente di quei due climi ma per fortuna non era affatto così...
    La corsa era arrivata alla fine dopo un po' di tempo, erano arrivati a quanto pareva.

    «Siamo arrivati.»

    Aveva ragione ma non aveva detto niente... E che cavolo poteva dire ora che il fiato le mancava a causa della lunga e dura corsa fatta per arrivare fin lì?

    «Lo vedi quell'angelo dai capelli rosa? Lei è uno dei membri dell'equipe. La tua prima collega. Spero che andrete d'accordo, lei è la persona più dolce che conosco. Andiamo a presentarci, ti va?»

    C'era stato solo un piccolo cenno di assenso visto che lei continuava ad essere incapace di parlare occupata invece a riprendere il fiato perduto, come avrebbe scoperto solo dopo quello indicatole non era un'angelo ma una donna e soprattutto non era affatto dolce visto che la trattava alla stregua di un'animale, poco tempo e i due parlando l'avevano già esclusa dal discorso come se non fosse neanche lì ad ascoltarli però.

    «Non ne ho avuto il tempo. Stavo preparando l'attrezzatura, ma si è svegliata. A questo punto dobbiamo rimandare.»

    Questo era il punto che l'aveva spaventata più di tutti ma ci aveva pensato fortunatamente il suo Wink a rassicurarla che non era vero visto che lui era rimasto sveglio tutto il tempo ed aveva monitorato la situazione.
    Per il resto del discorso credeva solamente, o forse era più giusto dire che sperava, che era tutto falso, dopo quindi un paio di battute affatto carine era venuto il tempo di imbarcarsi in quella che sembrava una bellissima aereonave ma c'era un piccolo ostacolo, gli animali sembravano non poter salire.

    - E va bene... Non respirare e non sbattere gli occhi, per te dovrebbe essere facile, no? - Detto fatto il Wink si era trasformato in quello che sembrava una semplice palla di pelo neanche tanto grande lei se l'era messa sopra i capelli a mo' di cappello e così aveva provato a salire con nochalanche, quel tipo di cose le venivano bene in fondo e sperava che funzionasse visto che il Wink potrebbe essersi sentito male durante il viaggio se non stava vicino a Jilian per questo sperava che non li separassero.

    Il biglietto l'aveva preso da Richard mentre i documenti per l'identificazione ce li aveva da sé fortunatamente, non bisognava far altro che sperare quindi...
     
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  5. William de la Croix
     
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    Quindi il programma deve richiedere questi input per poi calcolarli così per dare questi output...potrei gestire la cosa con queste istruzioni e invece lasciare questa parte all'utente...sì!
    Stamattina sembrava più difficile!


    Cammina con lo sguardo basso e la mano sinistra ferma davanti a sé come se tenesse un libro, muovendo la destra come se avesse una matita e stesse scrivendo qualcosa di importante.
    Magia? Capacità psioniche di qualche genere? Favori divini?
    No. Niente di tutto questo.
    Lo aiuta solamente a pensare meglio, a riflettere in modo ordinato senza perdersi nei meandri dei suoi stessi pensieri. Pochi metri prima della torre alza la testa guardando avanti con un'espressione soddisfatta in volto: ha risolto il problema che l'ha afflitto per due giorni.
    E alzando lo sguardo nota che solo pochi altri lo separavano dal controllo ad opera di quei due bruti in impermeabile e l'ingresso nella torre che l'avrebbe poi portato alla nave volante, alla Cinatit. Allora rapido si controlla una dopo l'altra le tasche dei pantaloni, dei jeans senza nessun segno particolare, estraendo poi dalla tasca destra alcuni fogli ripiegati su sé stessi e un pò logori: la carta d'imbarco ed il documento d'identità avvolti attorno alla lettera del suo capo recante i dati dell'incarico di lavoro.

    Quando arriva davanti ai due, dopo tre persone che parlano tantissimo vantandosi di cose a suo dire inutili, il ragazzo si limita a guardare il piantone alla sua destra mentre gli porge i documenti. L'espressione è seria e sembra quasi annoiata mentre si sfila la borsa a tracolla e la porga all'altro, etichettandolo come colui che deve controllare se ha armi o simili.
    Ma solo vestiti, alcuni foglietti ed il computer del ragazzo, Gianni!!, potranno essere trovati in quella che sembra più una borsa scolastica che un bagaglio per un viaggio.
    In tutto questo lo sguardo del ragazzo non modifica minimamente espressione: gli occhi blu rimangono fissi su quelli dell'uomo mentre quello controlla. Non si sa mai che possano danneggiare la fonte del suo lavoro...

    William de la Croix...


    Vorrebbe aggiungere che non ha niente di pericoloso con lui, ma si limita ad aspettare.
    Se poi tutto va bene e non ci sono problemi di sorta riprenderà lo zaino sfoderando un...

    Grazie.

    ...condito da un sorriso sincero.
    Dopo essersi rimesso lo zaino in spalla con molta nonchalance prosegue verso l'interno della struttura, cercando gli ascensori per salire fino alla Cinatit.
    Non una parola in più, non rimane più tempo del dovuto...anonimo, proprio come gli piace essere per le folle.
     
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  6. Esse Kelevra
     
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    Voi tutti!
    CITAZIONE
    Passate senza problemi il check-in, Fred e George, dall'alto dei loro grandi sguardi grigi, sembrano statue semoventi, che non reagiscono a a battute o provocazioni. In particlare, alla frase, "E Il mio corpo è un'arma da dichiarare. In tutti i sensi." Fred si è limitato a spuntare una casella e pronunciare grigiamente la parola "mago".
    Il piccolo e batuffoloso wink riesce a passare inosservato e rimanere con la sua padrona, cosa che non si può dire invece per il pistolone che Richard porta tra le gambe.
    Fred molto grigiamente chiaramente solleva un sopracciglio davanti al tentativo di imbarcare un'arma, e insiste sul doverla "abbandonare nell'apposito contenitore, da cui verrà trasportata all'armeria della Cinatit."
    Puoi insistere e tentare, ma Fred è un metal detector vivente, mi sà che non lo freghi..xD
    Per William invece, più nell'anonimato, non c'è nulla da dire, passa. Non faceva nulla di male lui...

    I clienti più ricchi sicuramente si troveranno a loro agio camminando nei corridoi della torre di trasporto. La carta da parati floreale pregiata accompagna i passi dei partecipanti al viaggio, le luci illuminano il luogo come oro splendente e il rumore dei passi può essere quasi considerato un suono delicato al contatto con il tappeto di velluto rosso. Poche centinaia di metri, due angoli da svoltare e nessuna via possibile in cui perdersi, per poi trovarsi in una sala circolare larga si e no una ventina di metri. Tavoli e sedie danno sostanza all'ambiente e una graziosa fanciulla, con una gonna forse troppo corta per l'età che mostra, vi sorride.

    Salve, il mio nome è Susanna.
    Accomodatevi, tra pochi minuti verrete portati al Cinatit. Se gradite, posso servirvi una vasta gamma di drink e per qualsiasi domanda tenterò di rispondervi esaurientemente.

    Il sorriso è perfetto sul suo viso, come è giusto che sia per qualsiasi hostess di classe.
    Il luogo di ristoro è un posto dove tranquillizzarsi prima del viaggio e da cui arrivare all'hangar, senza che i clienti stessi se ne accorgano.
    Bhe, certo, magari i più attenti e i meno alcolizzati possono notarlo, ma semplicemente, la stanza sale, si possono notare le pareti scorrere verso il basso mentre la stanza, senza suono alcuno, si muove verso l'alto.

    aeronave

    Alcuni clienti nemmeno si rendono conto che tutt'un tratto si trovano davanti alla meraviglia della tecnologia moderna.
    La cinatit si staglia in mezzo al cielo viola e rosso, davanti ai viaggiatori, rossa come una rosa (Voci di corridoio dicono che il nome originale fosse Red Rose.) Anima in metallo ovviamente, ma coperta di legno per un puro gusto estetico, decorata di drappelli e incisioni in oro.
    I novelli esploratori dei cieli si accalcano lungo le scale mobili per mettere piene nel veliero volante


    Allora, apparte che sono contentissimo visto che questa è la prima immagine che pasticcio a photoshop!XD
    La pistol di richard proprio non la faccio passare, invece il wink, bho, sarebbe stato troppo metagame rilevarlo.
    Per qualsiasi domanda c'è il topic in bacheca, gli mp, e potete chiedermi msn!=) se volete intavolare una discussione con la hostess, basta chiedere!xD
     
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    Narrato
    Pensato
    «Parlato di Richard»



    Presidio Ovest, Sequerus.

    «Se non la pianta di riferirsi a "quello" come ad una pistola, la faccio querelare per molestie.» asserì secco il Djin. «Ma come si permette, dico io! E sentiamo, magari vorrebbe che mi calassi le braghe proprio davanti a lei, vero? E perché non davanti a tutti, già che ci siamo?! La pianti di ledere alla propria immagine. Cos... cosa?! MA NON SIA RIDICOLO! IO LA FACCIO SBATTERE IN GALERA! POLIZIA! C'è un poliziotto da qualche parte?!»

    Prese ad urlare, il Topazio. A sbraitare peggio di Paperino. Non gli importava nulla di quanto fosse grosso quell'energumeno o del fatto che avesse un metal detector infilato su per il retto, certe cose non se le faceva dire di certo.
    Ci volle molta forza di volontà per darsi una calmata e smettere di urlare, ma non per questo tra i due finì lì.
    Fred - così sembrava chiamarsi il tizio - voleva chiaramente combattere, e cascasse il mondo se il Djin non alzava il bianco guanto della sfida e non gli dava 'na sberla che il segno rosso gli sarebbe rimasto per gli anni a venire!
    Non importavano tutte le scemate che quel tizio avesse da dire, lui rispose a tutto. Sollevò ogni possibile obiezione, citò qualsiasi cavillo legale inerente ciò che sentiva, mostrò più e più volte i propri documenti, ed anche se non urlò più il tono di voce non si fece meno insofferente.
    Il diverbio proseguì per parecchio, e la cosa sembrava destinata a durare per l'eternità, fino a quando uno dei due non fosse crollato senza fiato. E Richard Simon LeRoy era uno stramaledetto Djin, oltre che un bastardo egocentrico ed egoista che se voleva una cosa se la prendeva - e senza complimenti.
    Che significava? Significava che il suo concetto di stanchezza era praticamente inesistente, e che era prontissimo a schierare dei legali pur di salire a bordo come e quando voleva, o di far revocare ogni singola fottuta licenza a quell'aeronave se non ci riusciva.
    "Se non sono contento io, non lo sarete nemmeno voi" sembrava tutto ciò che riuscisse a concepire.
    Poi, accadde l'incredibile.
    Richard "SL" chinò il capo.

    «Che sia messo a verbale. Io non volevo farlo. Voi siete coscienti della vostra scelta, e vi state accollando tutti i rischi.»

    Non parlò, sibilò. Sibilò astioso quella minaccia, prima di sollevare l'arma e di riporla lì dove era stato richiesto.

    Sollevò appena il capo, ed un feroce odio nei suoi occhi trafisse l'orizzonte, prima di concentrarsi sulla Zaffiro, che più avanti lo attendeva. E lei divenne l'oggetto del suo rancore più profondo, e lei vide, e lei capì.
    Del resto, non esisteva segreto alcuno tra di loro. Si conoscevano. Si conoscevano ad un livello così profondo, che l'uno formulava i pensieri dell'altro, e silenziosamente vi rispondeva, conscio che quel messaggio non detto sarebbe stato percepito.

    Ed infatti, ecco che ella gli si approssimò, e poggiò le candide labbra su quelle di lui. Gli aveva carezzato i capelli, gli aveva sorriso, e con un atto semplice aveva mitigato molto del furore del Topazio.
    L'amava, lui. L'amava per tanti, tanti motivi. L'amava anche per questo.

    «Beh... ti affido la piccola Jilian... Io vi raggiungo tra un po'. Ho bisogno di bere qualcosa.»

    Una mera frase di facciata, una mera recita, priva di significato.

    - Mi mancherai... -

    Tsk. Sorrise.
    Non l'avrebbe mai abbandonata, e lei lo sapeva. Erano ancora vicini, ancora legati.
    Loro erano legati per l'eternità a venire.
    Jilian, invece, era un discorso a parte.
    Si girò verso quella bambina, il Djin. La squadrò per lunghi secondi, ora con distacco, ora con preoccupazione, ora con affetto.
    In un moto di sconforto le poggiò dolcemente le mani sulle spalle. Lei non poteva capire, era troppo piccola...
    E poi, lei non era una di loro. Non avrebbe mai potuto sentire quella silenziosa voce che le stava parlando. Poteva affidarsi solo alle fallaci parole...

    «Resta vicino alla mamma, e non preoccuparti.»

    Le fece un occhiolino, sorridendole, e poi indicò con un cenno della testa Eve, che la stava aspettando.

    «Tornerò prestissimo. Prima che tu te ne accorga. Quindi non avere paura.»

    Si sollevò, in fine, e le carezzò una guanciotta, prima di regalarle un sorriso fiducioso.

    «Ti fidi di me?» le chiese.

    Si allontanò così. Con quella frase.
    Mentre un'avventura aveva inizio, mentre una nuova storia stava per esser narrata, nel mondo dell'Endlos, quel ragazzo si disperse, lasciandosi inghiottire dalla folla di persone senza volto, trascinato via in un nulla fatto di tutto.
    Un solo suono, prima che fu troppo lontano.
    Il motivo per cui lo chiamavano "Ceti del Mare Oscuro".
    Il lamentoso canto delle balene. E come presto la Cinatit avrebbe scoperto, le balene hanno fame.

    No, signori. Questa non era la fine della storia, per Richard. Al contrario. Questo era l'inizio, l'inizio di un viaggio che sarebbe finito in tragedia. Non poteva saperlo, quel piccolo individuo. Non sapeva cosa gli riservava il futuro. Ma una era la convinzione, e Kronos gli era testimone. Li lo stava giurando davanti al rappresentante massimo del Tempo, lui che della Fenice giammai aveva abbandonato le vestigia. Nessuno lo avrebbe mai separato dalla sua principessa. Nessuno che prima non avesse saggiato la sua ira.

    Il passato, il presente, il futuro... scorsero tutti davanti ai suoi occhi, mentre il Von Seamond veniva trasportato via dalla corrente di persone.
    Non era padrone del destino. Non lo era su Celentir, non lo sarebbe divenuto su Endlos. Ma non per questo le antiche conoscenze eran perdute.
    Lui fu ciò che più è vicino all'Ombra della Fenice, signore delle tenebre, detentore dell'Ossidiana, maestro della segretezza.
    Scomparve nel nulla.
    Nessuno lo vide, nessuno lo percepì, nessuno ne fu in grado tra quella massa di mediocri che via l'avevano trascinato.
    Ritornò, ritornò una volta ancora nei pressi dell'imbarco, questa volta cullato dalle ombre, insidiato dalle tenebre, nascosto all'occhio ed alla percezione.
    Era lontano. Lontano diversi metri. Un prezzo da pagare per vedere senza essere visto. Ma ivi attese. Osservò l'imbarcarsi di tutti, ed osservò il contenitore e soprattutto la sua arma.

    Prima o poi, anche quella doveva essere imbarcata, assieme a tutte le altre. Ed allora avrebbe colpito.
    Solo allora avrebbe rischiato d'esser visto, mentre si muoveva veloce di ombra in ombra, cercando di non perder mai traccia del suo più prezioso avere terreno.
    Non importava come lo avessero trasportato.
    A mano, su di un carrello, per mezzo di un nastro o per teletrasporto. Lui avrebbe seguito lo stesso identico percorso. Nascondendosi, se possibile. Combattendo, se necessario.
    Se l'avessero costretto, sarebbe ricorso alla più oscura e malevola tra le sue folgori. Ma non era questo che desiderava.
    Il suo desiderio era di un viaggio tranquillo, e gli era stato negato.
    Ma da che mondo è mondo, lui era persona ragionevole: poteva accettare delle condizioni. L'impiegato aveva parlato di sicurezza, di non poter consentire la presenza di armi al di fuori dell'apposito ambiente della Cinatit. Molto, molto bene.
    Significava che se Hime non poteva stare con lui, sarebbe stato lui a far compagnia ad Hime.
    Doveva viaggiare nella stiva? L'avrebbe fatto.
    Ma che fosse chiaro a chiunque avesse provato a fermarlo, non sarebbe sceso ad altri compromessi. Quel cimelio era tutto ciò che gli rimaneva del passato, era il suo ricordo più antico, la testimonianza che, secoli addietro, qualcuno riuscì a non provare odio per lui. Non l'avrebbe lasciata.
    Mai.


    Beh, se la pistola non va a Richard, allora è Richard che non va alla pistola xDDDD
    Devo affrontare una qualche scena per vedere se riesco o meno a raggiungere l'arma, o il master mi concede di finire nel bagagliaio senza nulla di particolare? XD


    Edited by Hylian Mage - 15/10/2011, 22:31
     
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  8. Barone Mirtillo
     
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    Narrato
    §Pensato§
    - Parlato di Eve -




    Torre d'imbarco Cinatit

    Le dispiacque un pochettino per Richard: quegli energumeni non avevano il minimo senso dell'umorismo, e avevano dato problemi, come volevasi dimostrare. Oltre a dargli la manina per confortarlo un po', la Marid accarezzò un paio di volte i capelli del Topazio, sorridendogli. Sapeva come sarebbe finita, ancora prima che cominciasse: gli schioccò un tenero bacio sulle labbra, prima ancora che parlasse. Era quasi un modo per non fargli sentire la solitudine.

    «Beh... ti affido la piccola Jilian... Io vi raggiungo tra un po'. Ho bisogno di bere qualcosa.»

    - Mi mancherai... -

    Gli disse, improvvisamente malinconica. Sapeva che Richard e il suo amico ubriacone avevano una passione per le grosse Aeronavi...E non solo loro. Su Endlos c'erano più navi volanti che navi normali, a quanto capiva. E le dispiaceva vedere Richard farsi il viaggio nella stiva...

    Lo seguì con lo sguardo, finchè non svanì fra la folla.

    Tacque, stringendo forte forte la manina della sua piccola.

    [...]

    - Roba di lusso, questa bagnarola, eh? -

    Si sentì in dovere di dire a Jilian, mentre percorrevano la torre di trasporto, calcando i passi di un corridoio di foggia floreale, illuminati di opulenta luce aurea. Il tappeto vermiglio, morbido come il velluto, aggiungeva un tocco di esageratezza che probabilmente era pari solo all'ego del Signore dei Massacri.

    - Sarà il caso di adeguarsi, mi sa. -

    jpg

    Disse, principalmente a sè stessa: facendo ricorso a una frazione dei propri poteri, mutò i suoi abiti modaioli da viaggio in qualcosa di più consono: un lungo abito scuro, lunga gonna con orli in pizzo, ed una tiara di tessuto a fermarle i capelli. Violacea stoffa, connubio di sobrietà e stile: le candide braccia cinte da guanti della medesima tinta.

    - Segui mammina, piccina mia! ♥ -

    Poco oltre, l'ambiente declinava in una sala circola, dove trovavano luogo un gran numero di sedie e di tavoli, con tanto di personale di servizio: una giovane hostess si fece infatti avanti ad accogliere i gentili viaggiatori.
    Caruccia, invero, anche se la gonnella della divisa era audace. Ma d'altronde molti ricconi erano dei vecchi porcelli, quindi la cosa era comprensibile.

    Salve, il mio nome è Susanna.
    Accomodatevi, tra pochi minuti verrete portati al Cinatit. Se gradite, posso servirvi una vasta gamma di drink e per qualsiasi domanda tenterò di rispondervi esaurientemente.


    Iniziava ad essere anche lei incuriosita, allorchè notò l'impercettibile movimento della sala.

    Ma d'altronde lei era abituata a percepire il movimento delle molecole di idrogeno e ossigeno, come poteva sfuggirle?

    La rivelazione avvenne con l'apparizione finale del loro velivolo: maestoso, rosso, orlato d'oro. Niente di meno che un veliero celeste di tutto rispetto, forse fin troppo lussuoso, a suo parere. Ma lei che ne sapeva, in fondo? La cosa più simile su cui aveva volato ero il Sapphire, che poi era solo un edificio che galleggiava a 10 metri dal suolo.

    - Visto che bel viaggetto di ritoVno vi ho oVganizzato? -

    Disse, con un sorriso soddisfattissimo in direzione della sua piccola Loli. Ovviamente l'accento radical-chic era adeguato alla situazione. Poi guardò Jilian e disse con tono autoritario:

    - Questo è un posto di classe, quindi tu compoVtati bene, signoVinella! E non allontanaVti da mamma! Finchè non siamo a boVdo, dammi la manina...Così non ti peVdi. -

    Le fece, tendendole per la seconda volta una mano, in un delirante (quanto immotivato) momento materno.
     
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  9. William de la Croix
     
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    In quei momenti il ragazzo, per quanto disinteressato, non riesce a fare a meno di alzare lo sguardo davanti a sé, scoccando un'occhiata curiosa al Djin che sbraita contro i due uomini, stizzito ed arrabbiato.
    Alza il sopracciglio destro quando quello parla di doversi calar le braghe, abbassando lo sguardo verso i propri pantaloni e considerando per un attimo l'ipotesi che abbassarli sia la prassi...

    No, non può essere.
    Forse ha qualcosa che non dovrebbe avere...almeno spero



    La prima cosa su cui si ferma lo sguardo del ragazzo è la strana associazione di elementi molto distanti tra loro: carta da parati -generalmente economica, scelta di chi ha pochi soldi- con motivi floreali abbastanza ricercati ed il pavimento ricoperto di velluto rosso -non esattamente quello che si trova nelle case dei contadini-.

    Il ragazzo rallenta il passo osservando colui che prima ha fatto tanta confusione mentre parla con la bambina che è con lui, salutandola e dicendole di non aver paura, come se andasse da qualche altra parte. Con passo lento e quasi misurato li supera guardando avanti e facendo finta di niente, però l'attenzione volge verso di loro, verso le poche parole pronunciate dal padre alla sua bambina (?).
    Subito dopo però arrivano tutte le persone che devono salire sulla Cinatit con il loro vociare ed i loro schiamazzi che distraggono il ragazzo: troppe persone e troppo rumorose: accelera il passo cercando di allontanarsi da quella folla senza però dare nell'occhio.

    Rallenta solo quando oltrepassa, per primo, la soglia di una sala circolare abbastanza grande piena di tavoli e sedie e con una ragazza che sorride.

    Salve, il mio nome è Susanna.
    Accomodatevi, tra pochi minuti verrete portati al Cinatit. Se gradite, posso servirvi una vasta gamma di drink e per qualsiasi domanda tenterò di rispondervi esaurientemente.

    Salve, il mio nome è Susanna.
    Accomodatevi, tra pochi minuti verrete portati al Cinatit. Se gradite, posso servirvi una vasta gamma di drink e per qualsiasi domanda tenterò di rispondervi esaurientemente.


    Il ragazzo sorride di rimando, guardandosi attorno per cercare un posto a sedere.
    Non una parola, non un suono.
    Se non fosse che è perfettamente visibile da tutti nessuno potrebbe dire che si trova in quella sala: non cerca la conversazione con qualcuno o un modo per passare il tempo prima di salire sulla nave. Le poche parole che si possono sentire dalle sue labbra sono quando Susanna si avvicina a lui chiedendo cosa desidera:

    Una vodka, liscia, senza ghiaccio.

    Il tono rimane basso, misurato, quasi abbia paura di farsi sentire. Però si può notare nell'articolazione delle parole come questa frase sembra si sia allenato molto a dirla: impeccabile e senza sillabe poco comprensibili.

    Aspettando di salire sulla Cinatit, William si siede comodo sul divanetto che ha scelto, guardando le pareti mentre si muovono e buttando un pò l'attenzione sui discorsi delle altre persone: essere "un tipo qualsiasi" non vuole dire non farsi i fatti degli altri, e si sa: i de la Croix sono curiosi nel DNA.
     
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    --- Jilian Shadow ---

    pmJOy

    Narrato
    - Parlato -
    * Pensato *




    Per poco si sorprese anche lei di essere riuscita a far passare il suo animaletto per un semplice cappello, sorpresa che però si era curata bene di non far apparire anche nel suo volto, cosa che le veniva decentemente bene, probabilmente il fatto che in questo "sport" aveva fatto abbastanza pratica da piccola la aiutava.
    Infatti quando era giovane mostrava sempre al nonno una perfetta imitazione di "faccia da cerbiatto ferito" per guadagnare qualche muffin al cioccolato seppure ormai questa abitudine l'aveva persa nel tempo.

    Purtroppo non era andata molto bene però tutti però... Visto che al momento dell'imbarco proprio l'uomo che l'aveva portata in quello strano posto era stato fermato... Prevedibile cosa era successo da quel momento in poi: I due litigarono.

    Una litigata che tra l'altro non si poteva proprio classificare come corta e questo era un problema.
    Lei non poteva certo correre dentro l'aeronave e lasciarlo lì sotto a "combattere" con l'energumeno all'entrata, ed era un po' noioso dover assistere a quella scena quando quello che dovevano fare sembrava essere semplicemente un viaggio tranquillo e niente di più.

    Ma non era neanche quella la cosa che la preoccupava di più.
    L'oggetto delle sue preoccupazioni al momento era il Wink, non poteva certo rimanere senza respirare per tutto il tempo, eh.

    Jilian quindi si era messa a sospirare, sospirava ogni volta che sentiva il respiro del Wink così da coprirne il suono così da non accumulare possibili sospetti sul suo eccentrico cappello, per fortuna quel giorno l'animale sembrava essere molto in vena di gare di apnea visto che aveva preso alla fin fine poche boccate d'aria durante tutto il lunghissimo litigio.

    Poi era successo l'impensabile: Richard aveva chinato la testa arreso, non che Jilian lo conoscesse poi tanto bene ma aveva sentito a pelle che c'era qualcosa di strano in quel comportamento, quasi che non era da lui.

    <<che sia messo a verbale. Io non volevo farlo. Voi siete coscienti della vostra scelta, e vi state accollando tutti i rischi.>>

    Come non detto: Quelle non sembravano affatto le parole di una persona che si era arresa, magari a qualcuno poteva sembrare una minaccia a vuoto ma qualcosa in quel momento l'aveva messa all'erta... Probabilmente non era una semplice minaccia a vuoto e infatti nel momento in cui lui era tornato dalle due ragazze aveva fatto un saluto un po' strano.

    Aveva visto il saluto tra il ragazzo ed Eve e qualcosa da dentro le stava dicendo che c'era molto di più in quel saluto, curioso... Jilian non capiva spesso le cose fino a quando non le venissero spiegate eppure stavolta aveva capito che c'era qualcosa che non andava seppure non avrebbe mai saputo dire che cosa in particolare.

    Aveva notato che ora l'attenzione dell'elementale si era spostata su di lei, la guardava ma l'unica cosa che riusciva a fare ora Jilian era guardarsi i piedi incapace di sostenere quello sguardo, Richard se n'era forse accorto?
    Si era accorto che la ragazzina aveva notato che c'era qualcosa che non andava?

    <<resta vicino alla mamma, e non preoccuparti.>>

    Si era limitata ad annuire con tristezza, una strana tristezza che non dovrebbe appartenerle normalmente eppure l'aveva accettata con passività, stesso discorso per la parola "mamma" visto che quella non era certo la sua vera madre...

    <<tornerò prestissimo. Prima che tu te ne accorga. Quindi non avere paura. Ti fidi di me?>>

    Aveva annuito di nuovo stavolta con più vigore non trovando però un modo per fermarlo, qualcosa le diceva che sarebbe anche potuta finir male tutta quella storia però non sapeva che dire o cosa fare per fargli cambiare idea.

    - Fa attenzione... - Questa era l'unica cosa che era riuscita a dire prima di vederlo andare via sommerso dalla gente, aveva sbagliato forse, non sapeva più dirlo neanche lei.

    [...]



    Così entrarono le due, Jilian era rimasta con Eve, la ragazza che sin dall'inizio aveva parlato di lei quasi come di un'animale, eppure l'atmosfera tra loro due sembrava già essere cambiata.

    - Roba di lusso, questa bagnarola, eh? -

    Effettivamente guardandosi in giro tutto quello che poteva notare era un'ostentato sfarzo ovunque, quindi erano quelli i gusti del posto?
    Non poteva effettivamente dire che le piacevano però erano particolari, perlomeno questo studio del nuovo mondo riusciva a distrarla dal pensare a cosa diavolo stava facendo l'elementale, lei d'altra parte continuava semplicemente a seguire la ragazza dai capelli rosa che a quanto pare sapeva anche cambiare vestito forse con qualche sorta di magia.

    - Segui mammina, piccina mia! ♥ -

    - Ok. - Diceva guardandosi ora intorno un po' più rilassata, si sentiva quasi inadeguata per quel posto, non poteva di certo dire che era vestita per l'occasione, al momento aveva solo un vestito da poter scegliere e di certo non era proprio il massimo dell'eleganza.

    * Fa niente immagino... * O meglio sperava che fosse così.

    Aveva notato la hostess di sfuggita la hostess, essendo impegnata a guardarsi intorno non ci aveva neanche fatto molto caso.

    Poi aveva visto finalmente sbucare il velivolo su cui avrebbero viaggiato: Era rosso e bello, in fondo era contenta di vedere che sarebbe stato proprio quello il mezzo su cui avrebbe viaggiato.

    - Visto che bel viaggetto di ritoVno vi ho oVganizzato? -

    Non capiva il perché di quel cambio di pronuncia ma si era limitata a sorridere come faceva sempre.

    - Già, è bello in effetti. - Diceva ammirata per poi ricordarsi di un piccolo dettaglio. - Ma... Esattamente dove siamo diretti? - Aveva chiesto spaesata visto che non ne aveva la minima idea e ancora nessuno glielo aveva detto.

    - Questo è un posto di classe, quindi tu compoVtati bene, signoVinella! E non allontanaVti da mamma! Finchè non siamo a boVdo, dammi la manina...Così non ti peVdi. -

    Si era limitata ad annuire di nuovo ripensando ai suoi vestiti... Non erano adatti in fondo, con un'ultimo sospiro le aveva afferrato di nuovo la mano aspettando finalmente la partenza, ora che ci pensava sarebbe stato carino trovare uno specchio chissà come appariva con il Wink in testa a mo' di cappello...
     
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  11. Esse Kelevra
     
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    Renaissance_ballroom_by_maxetormer


    Superate le scale la Cinatit si apre ai visitatori con un grande salone.
    L'alto soffitto permette una perfetta distribuzione della luce nella grande sala, illuminata da una soffusa luce tendendte al verde, che placherà gli animi dei viaggiatori più ansiosi. La musica di sottofondo, in pieno stile jazz, di quello che si suonava solo nei primi anni del '900, avvolge tutta la sala e accompagna i clienti nei loro primi passi verso il futuro. Perchè dovete esserne consci, questo è il futuro.

    L'hostess Susanna sta in capo al gruppo, conducendo le persone all'interno del veliero sconosciuto fino a fermarsi davanti ad un immenso focolare.

    Ancora benvenuti. Ora vi posso effettivamente all'interno della Cinatit. [applausi]
    In questo viaggio ci preoccuperemo di fornirvi i comfort migliori ed esaudire le vostre richieste. La cinatit è munita, oltre che delle vostre suite naturalmente, di due sale da ballo, tre piscine, una cucina aperta ogni ora del viaggio, quattro sale da pranzo e due saloni per trascorrere il viaggio nel modo che preferite. Inoltre vorrei informare i maghi qui presenti che, come sono stati disarmati i guerrieri, anche voi lo siete. Ci dispiace per questo invenevole ma la cinati ha in se un sigillo magico che proibisce le variazioni di quantità magica al suo interno.
    [Vedete la povera susanna imbarazzata come poche persone al mondo]
    Ad ogni modo il viaggio durerà un giorno e, partendo da Sequerus, arriveremo alla Chediya, nel presidio dell'est.

    Adesso alcuni stuart, i nostri collaboratori di viaggio, vi accompagneranno alle vostre camere.


    Alle sue parole un gran gruppo di ragazzi di bell'aspetto scesero dalle scalinate ai suoi fianchi, avvicinandosi ad ogni gruppo di persone.


    William

    CITAZIONE
    Vieni accompagnato alla tua stanza. Un grande letto a baldacchino, una finestra ovale verso il cielo, un armadio, un minibar e un bagno a parte. Lo stuart ti riferisce che tempo un ora ci sarà un rinfresco con musica al salone superiore poi, sempre che tu non abbia altre richieste si congeda. Sul letto trovi un deplian che vanta il Cinatit e una cartina per poterti ambientare all'interno.

    Barone&Palazzo
    CITAZIONE
    Il vostro stuart vi chiede se siete in compagnia di una terza persona, dopodichè, corridoio dopo corridoio, venite accompagnate in una grande stanza. Tre letti a baldacchino, tre grandi armadi, due finestre ovali piazzate tra i letti e due bagni, più altri comfort vari. Lo stuart si assicura che lo chiamate qualora vi serva qualunque cosa, vi informa di un banchetto al salone superiore che avverrà da li ad un ora, dopodichè si congeda. Su ogni letto è presente una broshur (che non sò come si scrive..o.o) e una mappa della Cinatit.

    Hylian
    CITAZIONE
    Apparte che ti devo delle scuse particolari per non aver fatto quella giocata privata, scusa. Comunque, riesci a penetrare nei magazzini a terra in qualche modo, e da la ritrovi la tua pistola mentre veniva trasportata in un rullo. Problema, è in una teca di vetro che a primo impatto sembra infrangibile. Ad ogni modo, da li la tua unica possibilità per salire sulla nave e mischiarti ai bagagli. L'unica cosa veramente curiosa è che, mentre ti arrovellavi per salire sulla Cinatit, noti che un uomo, con un cappello un pò troppo calcato sul viso, poggia molto furtivamente una valigia nel rullo che trasporta le armi, e si allontana. Tu non fai in tempo ad intervenire perchè questo significherebbe perdere il volo. Dopo neanche 15 minuti di sbalottamento ti ritrovi nei magazzini della Cinatit.

    Ovviamente tutto succede perchè ho considerato che richard voglia far parte del volo. Se cambia idea per qualche motivo, ignora tutto quello che ho scritto e rimani a terra..xD

     
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  12. Barone Mirtillo
     
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    Narrato
    §Pensato§
    - Parlato di Eve -




    Cinatit




    E' il dischiudersi di un sipario sfarzoso, il termine delle eleganti scale: la sala che delizia gli astanti, o per meglio dire il salone, mantiene l'atmosfera barocca di poco prima...Ed anzi, la esibisce e la porta ai limiti ultimi: le volte, titaniche ed ariose, diffondono ovunque una luminescenza smeraldina, all'insegna della più rilassante cromoterapia.

    - Uh, Jazz. A te piace? -

    Domandò la Marid, ancora la mano intrecciata a quella della loro piccolina. Le sorrise. Sì, certo, non si diventa madri da un giorno all'altro, ma Eve aveva sviluppato in modo rapido l'istinto materno, ed era contenta di portarsi dietro quella mini-adulta. Soprattutto perchè non aveva dovuto partorirla, sorbirsi le voglie, il travaglio, le smagliature, le pappette e i pannolini.

    La Hostess tutta panna ricomparì, zuccherosamente pronta a dissertare dinanzi ad un abnorme focolare. Così, per cortesia, la Marid si sprecò a unirsi all'applauso. Lo diceva, lo diceva: aveva bisogno di una fottuta Tech di applauso.

    - Ottimo. Niente magia. Che cosa fastidiosa. -

    Per lei, che era pura Magia Elementale, e peraltro del tipo più mutevole, era una seccatura. In quelle condizioni non poteva nemmeno allungarsi la frangetta, o cambiarsi magicamente i vestiti, come poco prima. Sbuffò, come una bambina viziata.
    Mentre uno stuart faceva loro strada fra i corridoi di quel dedalo volante, la Marid non potè fare a meno di pensare al povero Richard...Conoscendolo avrebbe provato a salire spacciandosi per pacco postale, o qualcosa di simile.
    Però...Però...
    Se lui non era lì, non c'era alcun male nel far cadere per un po' l'occhio sul bel sederino dello stuart. :guru:
    Non male, non male. Non al livello di quel famoso Jattur Shattur, ma comunque notevole, per essere il sedere di un png anonimo.

    - C'è stato un imprevisto all'imbarco, e siamo sole. Grazie per la cortesia, comunque...Bel ragazzone. -

    Disse la Marid, lasciando una mancia generosa: tanto pagava Richard. E Richard era pagato dalla tettona dei grifoni :geez: bello volare gratis, eh? E pensate, su Endlos non ci sono nemmeno magistrati gay-comunisti che rompono le scatole sui voli di Stato. :geez:

    Distesa sul morbidissimo letto a baldacchino, la Marid sfogliava distrattamente la Brochoure e la mappa della nave: di fatto era pronta, e non doveva nè cambiarsi d'abito nè rinfrescarsi in uno dei due bagni di cui era dotata la cabina.

    - Ah, la mia valigia è dimensionale, dentro c'è anche qualche vestito per te, se ti serve. Comunque...Tutto bene, piccola? Anche il tuo coso batuffolo? -

    Le chiese, sbadigliando. In fondo un'ora era lunga da far passare, ed Eve era particolarmente insofferente alla noia.

    - Qualcosa di cui ti andrebbe di chiacchierare? O idee per passare il tempo? -

    Proseguì. Certo, parlando non si fa caso al tempo: ovviamente all'ora convenuta per il banchetto, Eve si sarebbe avviata: il problema di avere un corpo di foggia umana, era proprio il sostentamento.

     
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    --- Jilian Shadow ---

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    - Parlato -
    * Pensato *




    Di nuovo il paesaggio che guardava era cambiato, immagini su immagini le passavano davanti agli occhi ora che era dentro quello strano velivolo dall'ambiente sfarzoso insieme alla ragazza che si stava improvvisando sua madre.
    Quel fattore in realtà la imbarazzava per più aspetti visto che seppure agiva in modo materno, erano entrambe perfette sconosciute perciò Jilian non sapeva mai che cosa doveva dire e cosa no.

    - Uh, Jazz. A te piace? -

    - In realtà non molto, preferisco la musica classica. - Aveva detto ad Eve quasi a volersi scusare, però in fondo quella era la pura e semplice verità, anzi, la musica jazz tra i tanti generi che potevano capitare era uno di quelli che le piaceva di meno.
    In questo caso aveva semplicemente risposto sinceramente, mentire su una cosa del genere non aveva il minimo senso.

    Così era venuta di nuovo Susanna a fare un piccolo discorsetto: Jilian era contenta di sentire quelle parole, se la cucina era aperta ogni ora del giorno voleva dire anche che c'erano muffin al cioccolato, in abbondanza per giunta, che aspettavano solamente che lei li mangiasse.
    Per il resto era abbastanza indifferente, non aveva bisogno di utilizzare la magia in un viaggio di piacere, dopo il discorso erano venuti dei ragazzi a scortare le due nella loro nuova camera: Anche quella stanza era abbastanza lussuosa, tre letti, tre armadi e persino due bagni separati, forse un po' piccola ma le andava benissimo comunque, non che fosse abituata poi a così tanto lusso eh...

    - Ah, la mia valigia è dimensionale, dentro c'è anche qualche vestito per te, se ti serve. Comunque...Tutto bene, piccola? Anche il tuo coso batuffolo? -

    - Non preoccuparti sto benissimo ed anche lui. - Aveva detto indicandosi il batuffolo ancora in testa che per tutta risposta aveva sbadigliato, poi si era illuminata ascoltando quello che aveva da dire. - Effettivamente mi servirebbe tanto un vestito decente, grazie infinite per il pensiero. - Aveva detto contenta frugando qua e la per un vestito che poteva servire per l'occasione, una volta che aveva trovato un vestito tutto sommato semplice di colore verde scuro si era infilata nel bagno per provarlo uscendo da lì poco dopo, stranamente anche la taglia era precisa alla sua.

    - Sì... Direi che va bene. Grazie ancora. - Aveva detto con un altro largo sorriso prima di sedersi su uno dei letti.

    - Qualcosa di cui ti andrebbe di chiacchierare? O idee per passare il tempo? -

    Era un bel dilemma effettivamente, trovare un modo per far passare una lunghissima ora non era affatto semplice.

    - Hmmm... Non so, potremmo conoscerci un po' meglio, che ne dici? - Aveva chiesto dubbiosa all'elementale prima di aggiungere imbarazzata. - Esattamente quanto sai di me? - Qualcosa doveva per forza sapere visto che aveva persino un vestito della sua stessa taglia, una coincidenza di questo genere le sembrava troppo strana, e comunque Richard le aveva detto qualcosa su di lei prima di mandarla in questo viaggio, no?
     
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    Pensato
    «Parlato di Richard»



    Presidio Ovest, Sequerus.

    Pedinò silenzioso l'addetto cui toccò l'ingrato compito di dover maneggiare il contenitore delle armi.
    Chi lo sa, se quell'omuncolo riuscì a percepire dei brividi quando l'empio sguardo si focalizzò su di lui. Chi lo sa, se era un omino paranoico, in grado di percepire occhi in ogni ombra, e sinuosi movimenti alle sue spalle. Chi lo sa se - complice una percezione superiore a quella dell'uomo medio - quello sfortunato fu in grado di percepire l'astiosa aura di un'ombra che danzava tra le ombre, avvicinandosi sempre più.
    Eppure no, non era reo quell'omuncolo, e non vi fu ragione d'attaccarlo. Anche se non si trattenne dal lanciare sguardi di pura fiamma liquida quando quell'essere insignificante toccò il suo avere più caro, ed a riporlo in una teca. Odio e rancore condensati in una semplice occhiata, eppure era quello lo sguardo che faceva fuggire anche le fiere più aggressive.

    Ad ogni modo, in fine, la teca fu poggiata sul rullo delle armi, così come numerosi altri oggetti, e dopo aver attivato il nastro l'addetto lasciò la stanza, permettendo al Von Seamond di tuffarsi letteralmente a pesce sulla teca, afferrandola con avidità e lasciandosi trascinare a sua volta dai rulli manco fosse un pacco a sua volta.
    Fu più o meno in quel momento che scorse il tizio "sospetto" poggiare una valigia sul nastro delle armi. Ed immediatamente, il suo pensiero fu quello di andare ad esaminare detta valigia. Eppure... boh. Ormai era sul nastro. Ed aveva la sua Hime - ci si era avvinghiato attorno per la precisione. Quindi il resto... boh. Amen.
    In un primo momento si disse "appena arrivo nella stiva ispeziono la valigia", ma i successivi minuti non furono esattamente tranquillissimi. Si ritrovò sbatacchiato qui e là, cocciando ora contro i rulli, ora contro il soffitto, ora contro altri bagagli. Un inferno di "ouch" al termine del quale s'era scordato persino come si chiamava!

    E ora... niente. Si apriva la finestra temporale in cui Richard non aveva più o meno un ca**o da fare fino alla fine del volo. Dunque sì, iniziò ad ingegnarsi per passare il tempo.
    Punto primo doveva aprire la teca. Possibilmente senza fare casino, o qualche controllore sarebbe venuto a pescarlo. Quindi... passò i primi momenti a bordo della Cinatit non ascoltando l'hostes, non ammirando la nave, non beneficiando della musica Jazz (che per altro lui avrebbe apprezzato, a differenza di certe bambine viziate), ma cercando ora di forzare il lucchetto, ora di crepare il vetro, ora di inventarsi qualcosa.
    Beh, aveva un sacco di tempo davanti, quindi ovemai la teca si fosse rivelata più ostica del previsto sarebbe passato a forzare qualsiasi altra cosa fosse forzabile (altre teche, altre armi, addirittura le valige dei semplici vestiti) in cerca di oggetti utili, fossero anche solo delle forcine per tentare di scassinare il lucchetto o - nel migliore dei casi - una rarissima graffetta, con la quale avrebbe costruito in perfetto stile MacGyver un reattore termonucleare a fissione con il quale avrebbe alimentato una saldatrice utilizzata poi per scogliere una lega di ferro-uranio-tungsteno da far percolare sul vetro, facendolo quindi brillantemente evaporare e raggiungendo finalmente la sua adorata arma.
    ...
    Sì, poteva essere più fantasioso, il suo MacMentore con una graffetta aveva fatto molto altro, ma... insomma, era stanco, contuso, e ora come ora voleva solo la sua fottutissima pistola!
    Solo allora si sarebbe messo l'anima in pace, limitandosi a scassinare ancora due o tre valige giusto per tirarne fuori i vestiti e costruirsi un comodo giaciglio con baldacchino, in cui adagiarsi e sonnecchiare un po'.

    Eh, dopo tutta quella fatica fatta di If e periodi ipotetici ci voleva il meritato riposo, no?
     
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  15. William de la Croix
     
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    William cammina con disinteresse, aspettandosi di entrare in una nave volante 'standard' e senza niente di speciale...appena davanti a lui si trova una grandissima sala tendente al colore dello smeraldo, illuminata con luci che infondono calma e riempita da una musica che regala la stessa sensazione allora beh, allora si ferma sul posto, aprendo leggermente la bocca, catatonica, ed ammirando l'alta volta della sala.

    Superato da tutti gli altri passeggeri William si riscuote solo quando l'hostess comincia a parlare suscitando così un applauso generale.
    Appena finisce il suo piccolo discorso dove spiega che anche i maghi sono privati della possibilità di lanciare i loro incantesimi degli uomini le passano accanto e si dirigono verso ogni gruppo presente nella sala, il giovane compreso.

    William segue senza alcun interesse lo stuart che l'accompagna nella sua stanza, nella sua suite. Si prodiga a descrivere il letto a baldacchino, la finestra dalla quale è possibile vedere il cielo, il minibar, il bagno completamente fornito, dopo una piccola pausa avvisa che in meno di un'ora dovrebbe esserci un rinfresco con tanto di musica per poi aspettare qualche frase dal ragazzo lo guarda con sguardo interrogativo, una cosa come "tutto quello che hai detto è bello, c'è altro?". Lo stuart dopo pochi secondi capisce l'antifona, congedandosi con la sua consueta gentilezza e lasciando William solo nella stanza a scrutare ed analizzare più cose possibile.

    Un viaggio di lavoro...questo è un viaggio di lavoro!
    Ma perché mi hanno concesso persino l'inaugurazione della Cinatit?!


    Mentre questi pensieri scorrono nella mente del ragazzo lui non perde tempo: apre ante, cassetti, controlla sotto al letto, guarda il bagno, sotto l'armadio...insomma, scruta attentamente la stanza, forse per assicurarsi non ci sia niente di sospetto, forse per avere piena coscienza di come sono disposte le cose al suo interno...

    Si ferma solo notando e prendendo la brochure posata sul letto a baldacchino. La legge avidamente quasi sia l'indizio chiave per un indovinello millenario. Due pagine di assoluta vanteria della Cinatit che viene descritta come un veicolo divino, con tanto di mappa e descrizione dettagliata di tutte le stanze importanti della nave...
    Una lettura basta. Appena giunge al punto dell'ultima frase William lancia la brochure nuovamente sul letto, uscendo poi dalla stanza ed incamminandosi sicuro verso il salone dove ci sarà il rinfresco.
     
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21 replies since 8/10/2011, 11:42   459 views
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