[EM] Mi hanno dato una mappa scadente

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  1. Falkner
     
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    Caldo. Troppo caldo.
    Tanta sabbia, poco vento.
    Tanti morti, pochi vivi.
    Ma COME ***** ABBIAMO FATTO ad arrivare qui?
    Odio il Presidio Sud. Anche a Merovish, dove si vende abbastanza bene e la temperatura è decente, si rischia la gola di più ogni minuto che passa.
    E io, da perfetto idiota, mi sono inoltrato nel deserto.
    Se mai reincontrerò il collega che mi ha fornito questa mappa, si ritroverà un bel marchio a fuoco proprio lì.
    E va bene. Sono andato dalla parte sbagliata, basterebbe tornare indietro. E invece non posso. Il problema dei deserti è proprio quello: non hai mai la minima idea di dove ti trovi. Se mi fossi infilato in un ghiacciaio per sbaglio, sarei potuto tornare indietro in un baleno.
    Se non mi sbaglio Garwec dovrebbe trovarsi in quella direzione...
    Sprono il muolo che incomincia lentamente a muoversi verso nordest trascinandosi dietro il carro.
     
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    Era passato abbastanza tempo dall'arrivo di Aristotelis in quella che lui chiamava "la regione oltre la Persia".
    Per il greco, Endlos continuava a rimanere parte del suo mondo, la Terra, e ancora non immaginava nemmeno che si trattasse di un altro universo totalmente differente, nonostante avesse vissuto esperienze ed incontri con esseri a dir poco sovrumani: semplicemente, si era abituato a quelle creature, pensando che "al di là della Persia" tutto ciò fosse normale.
    Tra l'altro, trovandosi a dover vivere in quello che era conosciuto come il Presidio del Sud, oltre ad assistere in prima persona a quel via vai di razze assai particolari, l'oplite dovette anche abituarsi a quelle temperature insopportabili che caratterizzavano enormemente il deserto dello Yuz-Rab, soprattutto perché gli capitava sovente di attraversarlo per motivi di lavoro od altro.

    Così, quando di ritorno da una consegna d'armi nelle oasi vide una figura in lontananza ferma tra le dune, gli sembrò giusto cercare di capire la situazione, almeno per identificare chi fosse quella persona e assicurarsi che non avesse bisogno di aiuto.
    Perché si sa, nel deserto una mano fa sempre comodo, soprattutto se ad aiutarti è qualcuno con praticità del luogo.

    Mh...

    Dopo aver scrutato per alcuni secondi il fare dell'individuo, Ariste decise di avvicinarsi: strinse bene il mantello, si coprì la testa con la cappa e si avviò.

    Una volta giunto a pochi metri, urlò all'uomo che portava con sé pure un mulo ed un carro.

    Le serve una mano?

     
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  3. Falkner
     
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    CITAZIONE
    Le serve una mano?

    Potrebbe essere un utile aiuto... oppure un predone...
    Potrebbe togliersi prima quel mantello? Preferisco evitare brutte sorprese, e non riesco a vedere se ha o no armi... Se è disarmato e conosce il posto, allora forse può guidarmi verso Garwec, l'Altopiano della Tempesta. Se è armato ma non ha brutte intenzioni, posi subito le armi e poi parleremo. Se è armato e vuole derubarmi... feci una pausa fissando minaccioso il figuro poco lontano da me, le consiglio di scappare prima che accada qualcosa di parecchio spiacevole. Sottolineai questa minaccia prendendo Spaccafacia e rendendone la superficie visibilmente incandescente con un semplice trucchetto da mago.
    Ci sono poche cose certe nella vita, ma una di queste è che essere marchiati a fuoco è un'esperienza senza dubbio spiacevole.
    equipaggiamento
    (IMG:http://i51.tinypic.com/rj2kwo.jpg)
    Spaccafacia
    Arma principale del mercante, inastata su di un manico per la lunghezza di 140 cm. Non ama utilizzarla, però quando c'è da spaccare, questo martello spacca bene assai.
    (IMG:http://i55.tinypic.com/f1lkk3.jpg)
    Armatura
    Il giaco di maglia sotto è presente, ma è indossato solo nelle terre selvagge.
    (IMG:http://i55.tinypic.com/2lk8rqg.jpg)
    Frantumuso
    Arma usata dal mercante quando è in pericolo e non c'è abbastanza spazio per manovrare Spaccafacia, oppure quando cavalca su Pasquale.
    (IMG:http://i55.tinypic.com/w7fs0m.jpg)
    Pasquale
    Il mulo di Bienvenu, solitamente trascina il carro ma in casi estremi può essere impiegato come cavalcatura.

    Carro con sopra merce comune ed esotica di molti generi per un valore totale di 2000 mo. Nessuno di questi oggetti ha un'utilità in battaglia.

    Abilità passive
    Versatilità
    E' utile sapere affrontare varie situazioni, Bienvenu l'ha capito molto presto ed ha deciso di sfruttare al massimo il suo talento innato per apprendere. Quando Bienvenu vede eseguire per tre volte una tecnica di consumo Basso o Medio appartenente ad una delle sue classi, la apprende. Passiva

    Riconoscere i trucchi
    I mercanti spesso imbrogliano, si sa, ma spesso vengono anche imbrogliati. Bienvenu ha imparato a prevenire alcuni trucchi comuni, ma per avere una marcia in più ha deciso di imparare a riconoscere le illusioni minori e ad impedire alcune manipolazioni mentali. Passiva, riconosce le illusioni fino a livello Medio e resiste alle influenze mentali fino a livello Medio

    Tecniche utilizzate
    Riscaldare
    Con un moderato sforzo, Bienvenu è in grado di rendere incandescente una parte di metallo dalla lunghezza massima di 1 metro. Il metallo può trovarsi ovunque nel raggio di 5 metri da Bienvenu, pertanto si può riscaldare anche l'equipaggiamento metallico proprio o altrui. Non funziona su artefatti nemici. Consumo: Basso
     
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    L'errante nel deserto palesò i suoi pensieri, chiedendo al greco di fargli capire le sue reali intenzioni.
    L'oplite non comprese alla perfezione le sue parole, ma intese il senso generale, rimanendo a scrutarlo per pochi istanti.
    Sicuramente quell'uomo era in grado di difendersi da solo più che bene, tanto da cercare di intimorire Ariste con quel piccolo spettacolo di magia.
    Dal suo canto, il greco non aveva assolutamente intenzione di dar adito ad incomprensioni, così levò la cappa dalla testa ed aprì il mantello, rivelando ciò che vi era sotto: un'intera panoplia nera, pesante e resistente. La sua "armatura", insomma.
    Quel giorno aveva lasciato lo scudo a Merovish, ma portava comunque con sé la spada, che estrasse e prese dalla parte della lama, rivolgendone l'impugnatura allo sconosciuto.

    Questa è l'unica.

    Un gesto rischioso forse, ma Ariste era sempre pronto a difendersi, vi fosse stata la necessità.
    Subito dopo, aggiunse.

    Il mio nome è Aristotelis.

    Osservò in lontananza l'orizzonte, apparentemente calmo e statico come il deserto stesso.
    Sapeva che quella tranquillità era del tutto apparente. Una tempesta sarebbe giunta.

    Garwec è lontana. Qua non è sicuro. Presto ci sarà una tempesta.

    Si espresse deciso, con il suo accento greco. A dire la verità conosceva poco Garwec, in quanto vi era andato soltanto una volta e solo di passaggio, ma era sicuro del fatto che prima di arrivare lì sarebbero stati coinvolti in un vero inferno.

    È meglio andare a Merovish.

    Rinfoderò la spada, e chiuse nuovamente il mantello. Avrebbe aspettato una risposta dello sconosciuto, volendo capire se era intenzionato a seguirlo o meno.


    CITAZIONE
    Equipaggiamento:
    La corazza, l'elmo e la spada corrispondono alle rispettive rappresentazioni.
    Il thórax e l'epibraxiōníos sono i pezzi di protezione del tronco, assai resistenti e molto pesanti, così da poter sopportare anche i colpi più pesanti; il krànos protegge tutta la testa e gran parte del viso, resistente quanto la corazza ma meno pesante in proporzione per non soffocare l'oplite; lo xiphos ha un'impugnatura ad una mano, con una lama di ottantacinque centimetri di lunghezza, affilatissima e molto resistente agli urti, tale da poter sostenere scontri con altre armi.


    Passive: +50% Forza, +50% Resistenza, +25% Velocità, +25% Agilità; Immunità Influenze Psicologiche fino a Medio.

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  5. ¬nanaki
     
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    Il caldo del deserto era soffocante. Non per le membra, così abituate a qualsiasi sforzo da essere insensibili ad una calura così mite, ma per gli occhi. Dannazione, gli occhi gli stavano bruciando come fuoco. Il mal di testa che aveva colto Campione durante il viaggio dimensionale lo attanagliava con decisione, scuotendogli il cervello con inesorabile crudeltà. Questo, abbinato al riflesso continuo che si infilava sotto le sue palpebre stanche, era insopportabile.

    "Meglio l'Arena, di questo dannato posto", pensò mentre camminava solitario fra le dune. Era giunto ad Endlos da appena tre giorni, ritrovandosi all'improvviso catapultato in quel deserto a milioni di anni luce dalla sua Arena, e da quell'istante non aveva fatto altro che camminare. Aveva trovato altre carovane, gremite di strani erranti dalla pelle scura e gli occhi profondi, ma al di là di qualche informazione non aveva avuto contatti con anima viva.

    Aveva pensato molto, molto a lungo a tutto ciò che lo circondava. Aveva ponderato con attenzione le circostanze, le informazioni ricevute e ciò che gli suggerivano i sensi, e l'effettività di quella realtà lo stava torturando: un altro mondo? Come? Dove? Perchè? Aveva forse perso un combattimento? Quella era la sua punizione, l'esilio?

    La sua memoria, purtroppo, non focalizzava gli ultimi ricordi riguardanti il suo mondo. Era tutto confuso, disperso fra le dune sabbiose e gli infinity déjà vu, e il mal di testa, dannazione, il mal di testa era insopportabile.

    "Mmh, altri erranti?". La sabbia si posò, poggiata sul manto affine da un alito di vento, e gli occhi di Campione scorsero qualcosa di differente dal puro baluginare del deserto. Altri erranti, forse, o comunque fosse indigeni di quel nuovo - nuovo? - mondo - nuovo, si -. Non si chiese se fosse saggio avvicinarsi, dopotutto lui era Campione. Avvolto in qualche straccio di pelle e cuoio, senza alcun velo a coprire la testa e con un grande paio di manette lucenti ai polsi, prolungò il cammino fino ad avvicinarsi abbastanza da essere in portata di voce.

    "Voi!"
     
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  6. Falkner
     
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    Il figuro aprì il mantello, rivelando una strana armatura nera di fattura esotica e porgendomi la spada corta dalla parte del manico.
    CITAZIONE
    Questa è l'unica.
    Il mio nome è Aristotelis.
    Garwec è lontana. Qua non è sicuro. Presto ci sarà una tempesta. È meglio andare a Merovish.

    Poi rinfoderò la spada e richiuse il mantello.
    ç@§§°! Tutto, ma non Merovish!
    Conosce qualche posto sicuro da quelle parti? Preferirei mantenere la testa sul collo per il maggior tempo possibile, non so se mi sp-
    CITAZIONE
    "Voi!"

    Sobbalzai.
    Chi va là? E soprattutto, che bisogno ha di urlare così?
     
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  7.  
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    Lo smarrito nel deserto non sembrò molto felice di ricevere la proposta del greco.
    E in effetti, come biasimarlo: Merovish era una tana infernale, piena di pericoli ed insidie.
    Questo, però, solo se non conoscevi il posto, e se eri un totale sprovveduto; e poi, tutto era più sicuro del deserto dello Yuz-Rab, pure un labirinto come la capitale del Sud.

    Conosco i posti.

    Parlava fissando fermamente negli occhi il suo interlocutore. Lo faceva sempre, quando era serio e sicuro di ciò che affermava.
    Ad un certo punto, un'altra voce si aggiunse nel coro muto della sabbia trascinata dal poco vento.
    L'oplite scrutò quella nuova figura, così alta ed imponente, che si stagliava contro l'accecante luce del giorno.

    Quante probabilità ci sono di incontrare due dispersi nel deserto, l'uno a poco tempo dall'altro?

    Pensò sorridendo tra sé e sé Ariste, abbastanza meravigliato da quel duplice e fortuito incontro.
    Alzò una mano, facendo un gesto a quel gigante vestito di stracci.

    Cerchi aiuto?

    Anche l'uomo col mulo era rimasto sorpreso da quella nuova comparsa, ed il tutto era assolutamente plausibile.
    Semplicemente, l'oplite non voleva perdere tempo con troppi convenevoli e desiderava sbrigarsi al più presto per andare a rifugiarsi.

    A breve arriverà una tempesta.

    Aristotelis esordì lapidario, aspettando di vedere le reazioni del nuovo arrivato.
    Probabilmente anche lui avrebbe preferito andare a cercare un luogo sicuro dove proteggere la pellaccia.


    CITAZIONE
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    La corazza, l'elmo e la spada corrispondono alle rispettive rappresentazioni.
    Il thórax e l'epibraxiōníos sono i pezzi di protezione del tronco, assai resistenti e molto pesanti, così da poter sopportare anche i colpi più pesanti; il krànos protegge tutta la testa e gran parte del viso, resistente quanto la corazza ma meno pesante in proporzione per non soffocare l'oplite; lo xiphos ha un'impugnatura ad una mano, con una lama di ottantacinque centimetri di lunghezza, affilatissima e molto resistente agli urti, tale da poter sostenere scontri con altre armi.


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  8. ¬nanaki
     
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    Scusate l'enorme ritardo, internet key...... Grrr.

    Li scrutò per cinque lunghi secondi, fermandosi per poi riprendere i pesanti passi sulla sabbia fina. Il mal di testa gli fece chiudere gli occhi un istante; non era facile piegare quel colosso di Campione, ma quella strana sensazione che gli attanagliava la testa era insolitamente violenta e intensa. "Il viaggio, se effettivamente ne ho compiuto uno, mi ha fatto questo?" pensò, mentre arrivava ad avvicinare i due individui. Riaprì gli occhi, mentre la sua mente fredda e precisa cercava di analizzare il suo stato interiore.

    "Io sono Campione, primo combattente di Dlar'Gaeht, e vi chiedo conferma del mio dubbio..."

    Aveva un tono deciso, scalpitante, ma in qualche modo frenato dal forzato rispetto che aveva imparato a concedere a chiunque, sul suo mondo. Ignorò le voci dei due uomini, preso dai suoi pensieri, e continuò.

    "Questo mondo non viene conosciuto come Oryn, giusto?"

    Teneva le braccia basse, apparentemente appesantite dalle pesanti manette in acciaio - o un materiale alquanto simile - che portava ai polsi. Era vestito di qualche straccio di pelle e cuoio, ma la lancia che torreggiava sulla sua schiena e il suo portamento, in qualche modo, gli donavano un'aria imperiosa e fiera.

    Se davvero fosse stato così? Se davvero si fosse ritrovato in un mondo diverso? A cosa sarebbe andato incontro? Punizioni? Morte? Disonore? O... libertà?
     
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    Campione era il suo nome.
    Il gigante che avanzava barcollando nella sabbia si presentò a quella maniera, con un aggettivo che raccontava più di tante possibili storie l'identità di quello sconosciuto che oscurava il sole con la sua stazza.
    Il suo tono di voce era particolare ed incalzante, e l'oplite lo capiva a difficoltà.

    Oryn?

    Non aveva mai sentito parlare di un posto simile. Evidentemente anche Campione si era ritrovato all'improvviso molto lontano da casa sua, come Aristotelis.

    Questa regione si chiama Endlos.

    Guardandolo dal basso verso l'alto, l'oplite ipotizzava quali misteri nascondesse Campione, soffermandosi in un secondo momento a studiare le pesanti manette che aveva ai polsi l'energumeno.

    Mh... Non è tempo di pensare a questo.

    Prendendo l'iniziativa, il greco si girò, rivolgendosi verso Merovish, ed iniziò ad incamminarsi.

    Seguitemi. Altrimenti, aspettate la tempesta.

    CITAZIONE
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    La corazza, l'elmo e la spada corrispondono alle rispettive rappresentazioni.
    Il thórax e l'epibraxiōníos sono i pezzi di protezione del tronco, assai resistenti e molto pesanti, così da poter sopportare anche i colpi più pesanti; il krànos protegge tutta la testa e gran parte del viso, resistente quanto la corazza ma meno pesante in proporzione per non soffocare l'oplite; lo xiphos ha un'impugnatura ad una mano, con una lama di ottantacinque centimetri di lunghezza, affilatissima e molto resistente agli urti, tale da poter sostenere scontri con altre armi.


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  10. Falkner
     
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    Grosso? No, troppo riduttivo.
    Avevo di fronte non un grosso uomo, ma l'essenza stessa della forza muscolare con un paio di manette ai polsi, una lancia sulla schiena e qualche straccio per coprire l'indispensabile.
    Sì, rende meglio l'idea... ed è pure più elegante, non trovate?
    CITAZIONE
    "Io sono Campione, primo combattente di Dlar'Gaeht, e vi chiedo conferma del mio dubbio..."

    Ah, un gladiatore. Avevo sentito parlare di certi mercanti di schiavi che riducevano in schiavitù la gente e la scagliavano nell'arena, ma non avevo mai visto un gladiatore. Men che meno uno che girava libero, ma ammanettato. A ben guardare, era una contraddizione in termini.
    CITAZIONE
    Questo mondo non viene conosciuto come Oryn, giusto?

    Allora sei un naufrago... tutto si spiega.
    CITAZIONE
    "Oryn?
    Questa regione si chiama Endlos.
    Seguitemi. Altrimenti, aspettate la tempesta."


    Meglio Merovish che morire di sete, direi... fai strada.
    Metto in movimento il carro.
     
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  11. ¬nanaki
     
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    Endlos. Dunque era questo il nome della regione in cui era arrivato? Fissò gli occhi sul cielo. Il giorno, purtroppo, non poteva rivelargli la volta celeste che su Oryn conosceva ormai a memoria. Uno dei pochi lussi che aveva ottenuto, divenendo Campione, era la vista del cielo dal suo alloggio. Avrebbe aspettato, per tentare di orientarsi rispetto all'Arena e al suo padrone, ma l'opzione che non fosse solo in un'altra regione, ma addirittura su un altro pianeta, era sempre più concreta.

    "Non temo la tempesta."

    Disse fra sè e sè, abituato com'era a dover dimostrare la propria forza e la propria tempra in ogni istante della sua esistenza. Guardò i due individui, e percepì il nome di Merovish; se era una città, da lì poteva ottenere ciò che gli serviva. Informazioni, cibo, libertà.

    Mosse i primi passi, seguendo il carro e l'individuo vestito d'armatura, e solo allora ricordò che portava le grandi manette ai polsi. Erano unicamente un simbolo, ormai. Nessun incantamento di vincolo, nessun condizionamento mentale, solo un monito a ricordare la sua prigionia.

    Poteva liberarsene in qualsiasi istante, con la pressione dei propri muscoli, ma non lo fece. Non era ancora certo delle possibilità che aveva di divenire libero.

    "Verso Merovish, dunque."
     
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    Alla fine, si incamminarono.
    Preoccupandosi di percorrere la via più breve, Aristotelis avanzava veloce tra le dune, ben conscio delle direzioni prese di volta in volta.
    La tempesta non sarebbe dovuta arrivare troppo presto, quindi avevano ottime possibilità di scamparle.
    Ma non si poteva mai dire l'ultima parola, in quel deserto.

    Cosa ci fate nel deserto?

    Chiese, interrompendo quel silenzio, spinto dalla curiosità e dalla voglia di conoscere meglio quei due individui.
    Bisognava sempre tenersi svegli mentalmente, per evitare di pensare soltanto al caldo e alle sofferenze che esso comportava.

    Perché hai quelle manette?

    Stavolta si rivolse soltanto a Campione.
    Che fosse uno schiavo sfuggito ad una carovana? Non gli sembrava plausibile, vista la sua stazza spropositata.
    Forse era un combattente di proprietà. Ce n'erano tanti, a Merovish.
    Per un attimo, l'oplite ripensò alla sua Grecia.
    L'attimo dopo, tornò a guardare l'orizzonte, in cerca delle rocce e dei laghi di vetro in prossimità di Merovish.

    CITAZIONE
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    La corazza, l'elmo e la spada corrispondono alle rispettive rappresentazioni.
    Il thórax e l'epibraxiōníos sono i pezzi di protezione del tronco, assai resistenti e molto pesanti, così da poter sopportare anche i colpi più pesanti; il krànos protegge tutta la testa e gran parte del viso, resistente quanto la corazza ma meno pesante in proporzione per non soffocare l'oplite; lo xiphos ha un'impugnatura ad una mano, con una lama di ottantacinque centimetri di lunghezza, affilatissima e molto resistente agli urti, tale da poter sostenere scontri con altre armi.


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  13. Falkner
     
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    Pasquale va a passo dietro Aristotelis, trascinandosi dietro il carro. Possono dire quello che vogliono, ma il mio mulo è meglio di un cammello. Anche nella sabbia del deserto, continua a muoversi senza accennare a fermarsi per il sole rovente che invece fa sudare parecchio ME. Mi asciugo la fronte.
    Spero proprio di non dover rimanere a lungo in questo inferno...
    La guida interrompe il silenzio.
    CITAZIONE
    Cosa ci fate nel deserto?

    Mi ci perdo, è abbastanza evidente... cercavo di raggiungere Garwec con una scorciatoia e mi sono trovato qui, senza sapere come uscirne. In poche parole, un mio collega mi ha ingannato e non sarà felice del mio ritorno.
     
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  14. ¬nanaki
     
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    I due individui che aveva incrociato, in quell'estraneo arrivo su "Endlos", parevano non conoscersi. Gli era capitato di essere diffidente, nell'Arena, di fronte ad avversari che fingevano l'odio reciproco per poi riversare la loro rabbia contemporaneamente sul Campione, ma in quella situazione non percepiva un pericolo imminente.

    Nonostante fosse difficile notarlo, data la sua stazza e l'imponente muscolatura, si era vagamente rilassato nel camminare. Manteneva un portamento fiero, mentre le iridi guardinghe scrutavano attorno e addosso ai suoi due improvvisati compagni, ma i nervi erano quieti e tutt'altro che scattanti. Il calore, che sopportava da tanto, alternato al gelo notturno lo aveva irritato al punto che il suo fisico aveva dovuto scegliere: l'esaurimento o la calma. Per fortuna era giunto alla seconda opzione.

    Ascoltò le parole dei due uomini, inarcando un sopracciglio, e poi fissò lo sguardo sull'oplita. Abbassò dunque lo sguardo sulle mani, che effettivamente erano cinte dalle manette. Lo sapeva, ma non aveva calcolato che se davvero era in un luogo estraneo a Oryn esse potevano incutere chissà quale timore nel prossimo.

    "Sono appena arrivato, qui, su Endlos..."

    Disse lanciando una rapida occhiata al deserto per poi tornare ad Aristotelis.

    "Anche se non ho compreso il modo in cui ho viaggiato."

    Grugnì, quasi, e fissò ancora le manette. Erano poco più di un filo d'erba, per l'entità della forza che serbava nel corpo. Gonfiò i bicipiti, in un'apoteosi di vene esaltate, e con uno sforzo allontanò i polsi in un gesto secco. La catena delle manette, come simbolo della sua apparente liberazione dal giogo dell'Arena, si spezzarono.

    "Queste erano un ricordo di un mondo distante."

    Lo disse con convinzione solo apparente nella voce. Era vero che ora - a quanto aveva capito - era su un mondo distante, lontano dall'Arena, lontano dal suo Padrone, lontano dalla guerra di ogni giorno, ma era comunque difficile concepire che tutto ciò fosse finito. Era difficile concepire che quello fosse, a tutti gli effetti, un nuovo mondo.
     
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    Ebbene, un mercante ingannato ed un naufrago erano quei due particolari compagni di traversata del deserto.
    Aristotelis si interessò a quei due individui, iniziando a ragionare su come avesse potuto sfruttare al meglio quell'incontro inaspettato.
    La sua gilda stava iniziando ad espandersi pian piano, e stringere nuovi accordi mercantili e arruolare nuovi membri si sarebbe rivelato utile alla causa degli Eversori.

    Una scorciatoia, ha!

    Sbuffò ironico, pensando allo scherzo di cui era stato vittima il mercante col mulo.
    L'unica scorciatoia rappresentata dal deserto era quella verso la morte. Non sempre, ma la maggior parte delle volte.

    Non proprio un buon collega.

    Era davvero raro che l'oplite si concedesse toni informali. Era evidente che da quando era su Endlos cambiava impercettibilmente ogni giorno.
    In ogni caso, era sempre più incuriosito da Campione.
    Questi infatti era giunto in quella regione senza sapere come, proprio come il greco, e nonostante fosse spaesato manteneva un portamento fiero e attento, come se non poteva essere altrimenti.
    Quando ruppe le manette che poco prima lo costringevano, l'oplite parlò.

    Strane cose accadono qui. Io stesso non so come sono arrivato.

    Erano finalmente vicini a Merovish, così il greco decise di sondare il terreno e cercare di capire quali fossero i loro obiettivi.
    Come sarebbe potuto apparire insolito ai due nuovi conosciuti, si fermò e si girò a parlare.

    Ascoltate, devo porvi una domanda: che scopi perseguite, giorno dopo giorno?

    Sicuramente si sarebbero trovati spiazzati di fronte ad una così improvvisa interrogazione.
    In ogni caso, qualora non avessero voluto rispondere, non avrebbe domandato null'altro, e avrebbe proseguito nella camminata.

    CITAZIONE
    Equipaggiamento:
    La corazza, l'elmo e la spada corrispondono alle rispettive rappresentazioni.
    Il thórax e l'epibraxiōníos sono i pezzi di protezione del tronco, assai resistenti e molto pesanti, così da poter sopportare anche i colpi più pesanti; il krànos protegge tutta la testa e gran parte del viso, resistente quanto la corazza ma meno pesante in proporzione per non soffocare l'oplite; lo xiphos ha un'impugnatura ad una mano, con una lama di ottantacinque centimetri di lunghezza, affilatissima e molto resistente agli urti, tale da poter sostenere scontri con altre armi.


    Passive: +50% Forza, +50% Resistenza, +25% Velocità, +25% Agilità; Immunità Influenze Psicologiche fino a Medio.

    Note:

     
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