[LAM]Evocazioni: istruzioni per l'uso

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    "Credo nella magia, nell'evocazione degli spiriti, anche se non so che cosa sono; credo nel potere di creare a occhi chiusi magiche illusioni nella mente e credo che i margini della mente siano mobili, che le menti possano fluire l'una nell'altra, così creando o svelando una mente o energia unica, poiché le nostre memorie sono parti dell'unica memoria della Natura".
    W.B. Yeats

    Su Laputa il sole splendeva alto al di sopra delle nubi, coperto da quella coltre bianca, nascosto agli occhi degli abitanti del Presidio Errante che, ignari di molte cose, continuavano la loro vita di tutti i giorni, fra i vicoli stretti della Città Bassa, i campi del Latifondo, le stradine dei distretti industriali, le ampie vie della Città Alta e perfino fra i corridoi del Mastio. Intanto, lontano da tutti, vicino a campi lasciati a maggese, una dama in abiti maschili sostava in piedi davanti ad un ragazzo biondino, entrambi ad occhi chiusi, ed i loro sensi erano pronti ad accogliere ogni singola vibrazione d'aria, perchè era proprio in essa che i due trovavano d'origine della loro forza. Entrambi legati da un potere, da un destino e da un ideale, oltre che ad una parentela acquisita per loro volontà, si stavano allenando insieme affinchè ciascuno potesse trarre vantaggio dall'altro.
    evocazione

    -Bene, Ryusang.

    Disse lei, mentre gli mostrava un sorriso smagliante.

    -Oggi imparerai ad evocare un Elementale dell'Aria!

    Continuò annuendo tutta convinta.

    -Innanzitutto devi concentrarti sull'ambiente che ti circonda, sentire l'elemento al punto da entrare in perfetta sintonia con la creatura che devi evocare. Poi, concentra la quantità d'aria nel punto da te scelto, come a volergli dire dove è richiesta la sua presenza e, alla fine, attendi che lui scelga di manifestarsi.

    Con un movimento fluido, la mano della Dama del Vento si pose aperta innanzi a lei, mentre la bella chiudeva gli occhi per concentrarsi maggiormente. Ed intanto le nuvole sopra di loro iniziarono a vorticare inspiegabilmente, mentre il vento si levava forte al punto da smuovere alberi e semplici costruzioni. E tali raffiche iniziarono a convergere in un punto, sempre più rapide, sempre più insistenti.

    -Il segreto è entrare in sintonia con l'elemento. Se sbagli qualcosa potrebbe non apparire o, peggio, non riconoscerti come suo signore.

    Quando poi l'evocazione si sarebbe manifestata, lei avrebbe sorriso al figlio, per poi rivolgersi ad essa, indicando una piccola costruzione monolitica issata da loro stessi durante un precedente allenamento.

    -Distruggila.

     
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    Era passato più tempo di quanto la mente di un vivente potesse ricordare dall'ultima volta che le sue membra mortali vennero logorate, modificate, integrate, incantate ed altri indicibili esperimenti, condotti su di lui, così come su altre centinaia di "pazienti"; ma quel che succedeva lì dentro, rimaneva lì dentro.

    Le autorità, quelle che non erano ancora state corrotte perlomeno, neanche immaginavano che i progressi in campo mistico scientifico si fossero spinti tanto oltre le capacità dei normali individui da rasentare il potere divino, di cui ormai i Mistyent (scienziati che applicavano ai loro esperimenti, le antiche conoscenze dell'occulto) si sentivano padroni.

    Ciò che però ancora non capivano era per quale motivo lui, un detenuto apparentemente tanto simile agli altri che come lui venivano usati come cavie, fosse in grado di resistere ad ogni loro "prova".

    Ma era ormai passato molto tempo da quei giorni, non aveva senso continuare a rimuginarci, piuttosto sarebbe stato preferibile utilizzare quello stesso, quasi irrisorio per lui, frammento di tempo per qualcosa di più attinente al momento in cui si trovava. Per esempio, trovare un modo per restituire l'atmosfera, ormai morente, di un pianeta che stava a qualche centinaio di chilometri sotto di lui od anche...

    - Ok, è deciso: catturerò uno di quei graziosi "scodattoli"... "scuoiotti"... "scoloratoli"... No, forse era "scoiattoli"; sì, sì, suona meglio così: li chiamerò "scoiattoli". -

    Pensò l'Aria, appena prima di fare dietrofront per tornare ad un pianeta visitato appena un paio di secoli prima, riconoscibile dallo Spazio grazie alla grande distesa di liquido azzurro-blu che bagnava la terraferma e, poco più in alto, quei teneri e morbidi ammassi di etereo "bianco". Poi, ancora, avrebbe proseguito in direzione di uno di quegli ammassi di terra, verso uno di quelli che gli abitanti del pianeta chiamavano "Parco Nazionale", dove il terreno era ancora "vivo", al contrario di molte altre zone.

    Una volta arrivato abbastanza in basso da riuscire a vedere... L'inquinamento era ormai giunto anche lì, uno degli ultimi baluardi della Natura, distruggendo ciò che della scintilla vitale era rimasto sul pianeta.

    - Uhm... Niente "scoiattoli", immagino... -

    Pensò infine, rimettendosi in viaggio, alla ricerca di qualcosa, senza però sapere di cosa effettivamente si trattasse; magari semplicemente alla ricerca del proprio futuro o di un destino, anche in prestito...

    ariaalch

    Lentamente, l'Aria cominciò a trovarsi più che qua, la sua stessa essenza venne dilaniata, spezzata, attirata da forze esterne in un luogo finora mai nemmeno visto. Per lui fu quasi come se il suo corpo venisse spezzato brutalmente, in pezzi talmente piccoli da far sembrare un granello di sabbia, un enorme massiccio roccioso. Ed ognuno di quei pezzettini, veniva trasportato da quella a quell'altra dimensione, attraversando i confini dello spazio e forse persino del tempo giungendo lì dove una donna l'aveva chiamato.

    -Che succede?! Perchè qui? Ma soprattutto... dov'è "qui"?-

    Pensò l'Evocazione, mentre gli ormai ultimi frammenti di sè lo raggiungevano, od almeno quelli che non furono irrimediabilmente persi durante il terribile processo.

    °Distruggila°

    Disse la donna che a quanto pare era responsabile della sua venuta in quel Mondo; le sue parole furono quasi come un guinzaglio per Aeriel, imbrigliando i suoi pensieri, convincendolo che ciò che la donna desiderava fosse esattamente ciò che anche lui desiderava; si trattava di accontentare lei per gratificare anche sè stesso. Non fu un ordine per lui, ma una semplice verbalizzazione di ciò che stava nella mente di lui.

    Senza il minimo dubbio, senza il minimo tentennamento, lentamente l'evocazione sollevò il braccio destro, il palmo rivolto verso il bersaglio che desiderava polverizzare ed il polso stretto dalla manetta che si legava alla propria gemella sul suo polso sinistro. In un battibaleno, una sfera di terribili raffiche di vento, imprigionate in un involucro sferico dal diametro di circa 30cm.

    L'energia del vento, venne quindi scagliata veloce come un proiettile esploso dalla canna di un'arma da fuoco; in un istante raggiunse l'obiettivo, e in un tempo altrettanto breve, del bersaglio non rimase altro che polvere e quella che poteva sembrare sabbia.

    Felice sin nel profondo del proprio animo, Aeriel Glade si girò verso la sua evocatrice, sorridendo gentilmente, anche se la maschera inespressiva ne avrebbe coperto l'espressione gioiosa, così come qualsiasi altra.
    Non sapeva il perchè si sentisse in quel modo, lui che era appena stato inconsapevolmente privato del libero arbitrio ed ora obbediente come un cane verso la propria padrona.

    Altro, mia Signora?

    Era dunque così che si sentiva un'evocazione? Profondamente riconoscente del poter assecondare i desideri di chi riusciva a richiamarli strapparli dal proprio mondo, ferendoli oltre la normale sopportazione del corpo e della mente.
    Essere evocati voleva quindi dire questo? L'elementare avrebbe certamente provato gusto nel ragionare a proposito di un simile argomento, così sconosciuto, quasi sempre ignorato.
    Ma il legame dell'evocazione era troppo forte, anche per lui; era semplicemente felice, nella sua ignoranza, di aver potuto eseguire un comando di lei.
    La sua Evocatrice.

    ariaalch

     
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    Il Nibbio

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    Reprimendo uno sbadiglio sonoro, il Nibbio si costrinse per l’ennesima volta a prestare attenzione a quel che stava facendo, cercando di restare immerso nella sua meditazione e di ignorare quanto bella fosse quella giornata... ma il sole al di là delle nubi era splendente e luminoso, e rimanere tenacemente concentrato sulla lezione che gli stava venendo impartita si stava già di per sé rivelando un’impresa.

    Ad occhi chiusi, stava facendo esattamente quello che gli era stato detto, e cioè
    “sentire il vento”, ma la brezza profumata che gli scompigliava la zazzera bionda non smetteva di mettergli addosso una voglia matta di abbandonare le armi, sbracarsi su qualche prato del latifondo, e trascorrere il tempo oziando e sgranocchiando schifezze come patatine e altri snack dolci.

    Ma non si poteva, perché lui era un Aviatore.
    E un Aviatore ha il dovere di tenersi in esercizio, in forma, e sempre pronto all’azione!
    Tanto più che, quell’oggi, i suoi soliti allenamenti con Jattur erano stati sostituiti da una lezione di magia nientemeno che sotto la guida del Gran Maestro... un onore non comune e certamente non per tutti, dal momento che non era certo lui l’unico Elementalista dell’Aria in circolazione.


    -Bene, Ryusang.
    lo apostrofò la donna, schiudendo le iridi di smeraldo e sorridendogli
    -Oggi imparerai ad evocare un Elementale dell'Aria!

    Lei annuì con convinzione;
    lui assentì con aria volenterosa.


    -Innanzitutto devi concentrarti sull'ambiente che ti circonda, sentire l'elemento al punto da entrare in perfetta sintonia con la creatura che devi evocare. Poi, concentra la quantità d'aria nel punto da te scelto, come a volergli dire dove è richiesta la sua presenza e, alla fine, attendi che lui scelga di manifestarsi.

    Drusilia mosse un solo cenno, con la mano e -sotto lo sguardo dei suoi occhi cerulei pieni di meravigliata aspettativa- il Sergente vide le nuvole sopra le loro teste cominciare a vorticare come sospinte da una volontà aliena... senza sapersene spiegare il motivo, mentre le folate crescevano di numero, frequenza e intensità, il giovanotto si ritrovò persino a trattenere il fiato.
    Le vide radunarsi in un punto, e -in religioso silenzio- attese.


    -Il segreto è entrare in sintonia con l'elemento.
    Se sbagli qualcosa potrebbe non apparire o, peggio, non riconoscerti come suo signore.


    E quando l’evocazione apparve là dove la Dama aveva ingiunto comando, Ryusang si disse che: no, decisamente non gli sarebbe piaciuto per nulla dover richiamare uno di quei cosi come aiuto in battaglia per poi ritrovarselo contro!

    L’essere che si era appena palesato in risposta alla convocazione aveva un che di sinistro e spettrale. E per “un che” si intendeva
    un mucchio di cose. Tanto per cominciare era bianco e incolore come un lenzuolo... o come uno di quei fantasmi che si aggirano per i manieri cadenti con in testa un lenzuolo, e anche se Drusilia sorrideva raggiante, il Nibbio non poté far a meno di rabbrividire.

    -Distruggila.

    Con la voce impostata di un insegnante che esegua una dimostrazione, la donna mosse quell’ordine all’indirizzo di un povero ed innocente muretto, e la creatura pallida si mosse lenta ma solerte per eseguire: sollevò la destra, e i ceppi metallici assicurati al suo polso tintinnarono; poi, una sfera di correnti eoliche compresse partì come un proiettile contro il bersaglio. Polverizzandolo. Ma la cosa più inquietante fu la sua faccia (?) inespressiva.

    Altro, mia Signora?

    Arretrando di un passo, il Nibbio restò a fissarlo con sospetta circospezione.
    In attesa che facesse ritorno da dovunque egli fosse venuto.

     
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    Osservò la sua evocazione obbedirle con aria soddisfatta, mani alla vita e sorriso sornione.

    In effetti doveva ammettere che richiamare elementali le dava una certa soddisfazione, nonostante non fosse proprio il tipo di magia che lei preferiva; molto più comodo era infatti plasmare l'aria direttamente ed agire soli, innanzitutto perchè non era sicuro al cento per cento che l'evocazione obbedisse, e poi coinvolgere "terzi" in un qualsivoglia tipo di conflitto, in particolar modo i duelli, era visto dalla Dama del Vento come un modo molto poco cavalleresco di chiedere rinforzi quando non vi era la necessità impellente. In pratica non aveva per lei molto senso scomodare le forze cosmiche per qualche scaramuccia tra uomini, detta in termini più consueti. Tuttavia il buon mago era quello che, pur non utilizzandoli, era in grado di conoscere il più alto numero di incantesimi possibile, così come un buon elementalista doveva imparare ogni tipo di interazione fattibile con la propria materia prima. La conoscenza stessa aveva bisogno di spaziare, perchè più era vasta, maggiori erano le risorse a cui attingere in caso di difficoltà. Quella non era una scaramuccia nè un duello: quello era un addestramento, una lezione di vita che chissà, un giorno avrebbe perfino potuto salvare quella del suo adorato Ryusang. Fu solo per tale consapevolezza che compì quell'atto a lei poco congeniale, e sempre per la stessa ragione continuò la sua spiegazione, mentre la creatura opalescente senza volto attendeva il prossimo ordine.

    -Come puoi notare, l'evocazione è ben riuscita!

    Indicò l'essere umanoide in realtà molto più simile ad un fantasma di quanto si aspettasse.
    E nonostante ciò, sembrava davvero contenta.

    -Se tutto va bene, l'elementale continuerà ad assecondarti, tuttavia la sua presenza nel piano dimensionale in cui è convocato ha un tempo limitato, dunque devi stare attento a non perdere tempo quando è con te.

    Affermò con ditino sentenzioso, con sguardo serio tipico di una maestrina.

    -Se poi vogliamo essere più precisi, la durata va da pochi secondi ad un minuto circa, almeno così accade per magie come questa.

    Infine, come se si fosse improvvisamente ricordata di qualcosa, portò una mano al volto con fare pensoso, e dopo pochi attimi di stasi, iniziò a fissare turbata il povero Aeriel, che probabilmente di quella situazione aveva capito poco e niente, a meno che non gli fosse già capitato di essere stato evocato, ovviamente.

    -Si, cioè... in teoria il minuto è passato quindi...

    Guardò Ryusang spaesata, e poi l'elementale dell'aria con sguardo interrogativo.

    -... cioè... tu... sei ancora qui...

    Sebbene volesse fare una domanda all'evocazione stessa, ciò che uscì dalle morbide labbra rosse fu solo l'affermazione di un dato di fatto fin troppo evidente.
    E poi boh, era confusa.

     
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    L'evocatrice commentò con fare abbastanza soddisfatto la riuscita esecuzione dell'evocazione stessa (ovvero il semi-trasparente Aeriel), poi spiegò al suo allievo alcune delle particolarità di quel tipo di magia... proprietà che, a quanto pareva, stavano mancando all'elementale dell'aria, o perlomeno il suo tempo in quella dimensione si sarebbe essere già dovuto esaurire.

    Invece era ancora in quel Mondo, richiamato in modi a lui non del tutto noti. Cioè, anche lui conosceva quel tipo di magia, le evocazioni, ma non gli era mai capitato di evocare qualcosa di tanto... coscente quanto lui: in genere si trattava perlopiù di aggregati di istinto e forza, non certo qualcuno con cui si può avere una conversazione, no?

    Sono Aeriel Glade.

    Disse l'elementale all'ormai spaesata evocatrice, cosicché non lo prendesse per una magia finita male in modo che evitasse di tentare di terminarlo.

    Non sono ben certo di come la vostra magia si sia legata a me trasportandomi in questo luogo, ma...
    #CONSIDERANDO QUELLA SCOLLATURA E QUEL CHE FA INTRAVEDERE...#
    credo potrei restare qui. Almeno per un po'.

    Disse l'Aria, la cui voce fu opportunamente nascosta da quella del ben più "focoso" Lavi che decise che la sua motivazione fosse ben più importante di quella del compagnio.

    Cosa?!

    Gli chiese Aeriel, accorgendosi di quel che era parso dicesse; per tutta risposta, una scia fiammeggiante partì dalla sua stessa ombra, diretta verso il cuore della donna... od almeno a quello che gli stava appena davanti, un bel paio di...

    #TETTE!#
    #Fermo, Lavi...#

    Tentò di dire una voce più lieve, dolce ed insicura... Inutilmente, visto che, evitata l'evanescente ed inutile tentativo di presa dell'Aria, ormai lo spirito del fuoco sarebbe stato in diruttura d'arrivo. All'ultimo, ricordandosi di essere un elementalista, oltre che un elementale, Aeriel eresse un morbido muro d'aria, capace di fermare la folle corsa del Fuoco, lasciando lo spiritello immobilizzato a mezzaria, appena davanti al suo bersaglio, mentre cercava di divincolarsi dalla "fatale" presa.

    Lui è Lavi, mio compagno di viaggio insieme a lei.

    Mentre lo disse, un altro essrino uscì dalla sua ombra, eseguì un cortese inchino e si presentò:

    #Il mio nome è Devi, lieta di conoscervi.#

    Naturalmente, durante le presentazioni, l'elementale di fiamma ancora tentava di liberarsi dall'invisibile prigione, sprizzando talvolta qualche fiammella, più come lamento che per una qualche effettiva utilità. Randendosene conto, dagli occhi di Lavi iniziarono ad uscire quelle che sarebbero state lacrime se fosse stato in carne ed ossa invece che di fuoco e fiamme (probabilmente si trattava di "fuoco liquido" o lava poco densa), ma nè lui nè le sue "lacrime" avrebbero bruciato, poichè il suo scopo, ora, non era danneggiare o combattere, ma sperimentare almeno un poco di quella splendida morbidezza che faceva sfoggio di sè; così vicina a lui, eppure così lontana.

     
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    Il Nibbio

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    -Come puoi notare, l'evocazione è ben riuscita!

    Così esclamò con evidente soddisfazione la Dama del Vento... ma tutto ciò che il Nibbio riusciva a vedere in quel momento era quanto quello spettro pallido e dallo sguardo fisso -che Ryusang scrutava a sua volta con altrettanta fissità- fosse terribilmente inquietante.

    -Se tutto va bene, l'elementale continuerà ad assecondarti, tuttavia la sua presenza nel piano dimensionale in cui è convocato ha un tempo limitato, dunque devi stare attento a non perdere tempo quando è con te. Se poi vogliamo essere più precisi, la durata va da pochi secondi ad un minuto circa, almeno così accade per magie come questa.

    Il biondino annuì all’indirizzo della sua maestra con fare diligente, e accolse quelle informazioni con un certo sollievo: sapere che tra poco quella creatura sarebbe tornata da dove era venuta, alleggerendo l’aria della sua opprimente e sinistra presenza, generò in lui una certa aspettativa... aspettativa che iniziava a trascinarsi come un moribondo lontano dal fronte mano a mano che passano i minuti.

    Ma il tempo scivolò oltre, e non successe nulla, tanto che anche la bella Dama del Vento cominciò a trovare la cosa innaturale... si prese il mento in una mano -pensosamente-, appuntò gli occhi di smeraldo sulla sagoma dell’elementale, e schiuse le labbra rosse per esternare le sue perplessità.

    -Si, cioè... in teoria il minuto è passato quindi...
    Drusilia cercò anche l’aiuto da parte dell’allievo,che si strinse nelle spalle
    -... cioè... tu... sei ancora qui...

    Sono Aeriel Glade.
    disse l’essere... e Ryusang pensò al nome di un deodorante

    Non sono ben certo di come la vostra magia si sia legata a me trasportandomi in questo luogo, ma... credo potrei restare qui. Almeno per un po'.
    #CONSIDERANDO QUELLA SCOLLATURA E QUEL CHE FA INTRAVEDERE...#
    una nuova voce -una voce crepitante- si aggiunse a quella del fantasma
    Cosa?!

    Una scia di fuoco si dipartì dall’ombra dell’evocazione, diretta contro Drusilia, e subito il Nibbio scattò per pararsi davanti alla Mamma suo Superiore, pronto a fargli scudo col suo corpo da quello che aveva tutta l’aria di essere una minaccia. O forse no.

    #TETTE!#
    #Fermo, Lavi...#

    Quando una nuova voce si aggiunse al capannello, il proiettile incandescente che si rivelò essere uno spiritello del fuoco arrestò il moto della sua parabola... tanto che quell’ingiunzione troppo dolce per essere un comando sarebbe passata per esserne la causa se non fosse nuovamente intervenuto il fantasma a dipanare la concitazione del momento.

    Lui è Lavi, mio compagno di viaggio insieme a lei.

    #Il mio nome è Devi, lieta di conoscervi.#
    si presentò la nuova entità, senza tuttavia palesarsi

    « Ehm... Pia-piacere... »
    ...e, beh: in tutta quella stranezza, era il caso che anche lui spiccicasse due parole
    « Io... io sono Ryusang... »

    Tuttavia, come un bravo soldato, l’Aviatore non abbandonò la sua posizione:
    in piedi, a difesa del Gran Maestro.

     
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    Era così presa dai suoi dubbi amletici che quasi non si rese conto che tutti la stavano fissando; sobbalzò solo nel momento in cui fu l'evocazione stessa a rivolgerle la parola.

    Sono Aeriel Glade.

    Lei lo fissò con sguardo stupito.

    Non sono ben certo di come la vostra magia si sia legata a me trasportandomi in questo luogo, ma... credo potrei restare qui. Almeno per un po'.
    #CONSIDERANDO QUELLA SCOLLATURA E QUEL CHE FA INTRAVEDERE...#

    Le labbra rosse si spalancarono in una espressione inorridita, mentre i pugni si stringevano, pronti ad un attacco repentino quanto violento, nato dal suo orgoglio di "signora" ferito da espressioni così ardite, rivolte per giunta da un uomo nascosto dietro la maschera. O almeno così pensò all'inizio, fino a che non vide una pallina infuocata saltare via e precipitarsi su di lei al suon di "tette" (aveva detto davvero tette?!?!?) fino a che non fu fermata dai presenti. Lo vide piangere, una cosina piccolina e pucciottina con dei lacrimoni che disegnavano due piccoli fiumi sul suo faccino tondo tondo. A quella visione, i suoi istinti omicidi calarono improvvisamente, e decise quindi di perdonarlo, qualunque cosa fosse.

    -Beh, il piacere è mio. Io sono Drusilia, Drusilia Galanodel e...

    Gli occhi si spostarono sulla zazzera bionda del Sergente che le si era messo come scudo, da bravo ometto di casa.

    -...e lui è il mio bambino! <3

    Disse vomitando miele, accogliendo fra le braccia flessuose la testolina dell'aviatore, stringendolo al seno e riempiendolo di bacetti come fanno le mamme fiere dei propri bambini per qualche bel voto a scuola, qualche premio importante o un'azione particolarmente buona.

    -Comunque se lo desideri potete restare, vero Ryu-ryu?

    Domandò al pulcino avvolto dal suo abbraccio da chioccia, continuando a coccolarlo senza pietà, imprimendogli amore ad ogni schiocco di labbra.

     
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    Così come Lavi schizzò verso (il seno del)la Dama del Vento, il ragazzino dai capelli del color del grano sotto il sole del mezzodì si lanciò a difesa della donna, non che ne avesse bisogno, in effetti, specialmente considerando la "minaccia".

    Dopo che il moto dello spiritello infuocato (ed ingrifato) si arrestò per merito della magia dell'Aria e che si passasse alla presentazione del trio, anche i due unami... tsumani... ah, no, umani; vabbè, quei due si presentarono, seppur inizialmente con qualche incertezza.
    Drusilia Drusilia Galanodel e suo figlio Ryusang, o Ryu-Ryu come lo chiamava lei; nomi buffi i loro, anche se il nome dato dalla madre al figlio, un poco lo spaventava, conoscendone uno dei significati in una lingua di uno dei Mondi che popolavano uno degli universi.

    Mentre la donna presentava il "bambino", lo gettò tra i suoi seni, suscitando un'invidia infinita nel povero Lavi, che, ancora immobilizzato, allungò le braccine in direzione delle due morbide avete-capito-cosa e stringendo e riaprendo compulsivamente i pugni, come volerle effettivamente afferrare dalla distanza.

    Lei, diede infine a loro il permesso di restare. Di chi si trattava veramente, per potersi effettivamente permettere a lui ed agli spiritelli che lo seguivano nei suoi viaggi, di restare in quelle terre, in quel Mondo? Si trattava forse di una frase pronunciata con leggerezza e disattenzione, uscita dalla bocca di una maga elementalista qualsiasi? O si trattava, ancora forse, di qualcuno con effettivamente tutto quel potere? Una regina forse, considerando che i suoi comandi, finora, non gli erano mai sembrati fuori luogo od eccessivi, seppur decidendo parte del destino di lui, l'immortale presenza dell'Aria.

    Allora così sia: resteremo in questo luogo.
    Vi ringraziamo per la vostra gentile ospitalità.
    Ehi! Ringraziate anche voi, da bravi!

    #Graaazie.#

    Disse subito la piccola Devi, palesandosi per un attimo dall'ombra di Aeriel, così che potessero vedere il suo grazioso inchino, al che, con tono canzonatorio e palesemente sarcastico (considerando la sua posizione... sospesa), Lavi tentò di imitarne la voce:
    #Già... graaazie davvero!#
    Ed infine si arrese, fermandosi, facendo cadere le braccia lungo i lati del suo corpicino ed abbassando testa e sguardo.

     
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    Il Nibbio

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    Sotto lo sguardo perplesso, accigliato, e vagamente incredulo del biondino, la pallottola fiammeggiante che era rimasta appesa a mezz’aria come un quadro su una parete cominciò a piagnucolare, lasciando che grandi lacrimoni di lava fusa gli rotolassero lungo le guanciotte adorabili... E stai sicuro che adesso, vista la sua carineria, il Gran Maestro gli avrebbe perdonato il suo gesto!

    -Beh, il piacere è mio. Io sono Drusilia, Drusilia Galanodel e...

    Ecco, appunto: vedi?! Ci era passata sopra senza dirgli una parola.
    Il Nibbio era così impegnato ad essere indignato per la mancanza di rispetto di quella lucciola rossa, che fu colto completamente di sorpresa quando la donna alle sue spalle lo ghermì a tradimento per... beh, sì:
    coccolarlo.

    -...e lui è il mio bambino! <3
    cinguettò col tono dolce e allegro di un fringuello mentre lo abbrancava
    -Comunque se lo desideri potete restare, vero Ryu-ryu?

    « Ma... Uhm... Beh... Sì... Immagino di sì. »
    balberrò il biondino, cercando di disincastrarsi con imbarazzo da quella presa
    « Se ci tengono... »

    Allora così sia: resteremo in questo luogo.
    Vi ringraziamo per la vostra gentile ospitalità.

    acconsentì quell’inquietante volto cereo dagli occhi fissi
    Ehi! Ringraziate anche voi, da bravi!
    #Graaazie.# #Già... graaazie davvero!#

    A quanto pare, le stranezze di Laputa
    erano destinate a moltiplicarsi di giorno in giorno...

     
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