[EM] Il cerchio si allarga

Nel quartiere più malfamato del Pentauron, nel vicolo dimenticato da Dio con il nome di “Strangers road” c’era un pub (meglio definito come “postaccio in cui si ha la certezza di ficcarsi nei guai”).
Le luci erano soffuse, c’erano loschi individui al bancone del bar.
Tutto ad un tratto la porta fa SLAM!

Ma non è un guercio quello che varca la soglia.

Con passi lenti e cadenzati, un tipo minaccioso attraversa il locale. Tutte le teste si girano nella sua direzione, tra ghigni sommessi e volti corrucciati. Impossibile stabilire quale delle due reazioni fosse la più problematica…

Ma tutto ciò a Bid’daum non importava.

Senza preoccuparsi degli innumerevoli sguardi che aveva puntati contro – probabilmente focalizzati sul vistoso corno del cliente – tirò dritto e si mise a sedere al tavolo più lontano dalla porta.
Era abituato a quel genere di ambienti. Poco cambiava se il locale si trovava a Merovish, al Bloodrunner o in qualche pianeta lontano. Le caratteristiche erano sempre le medesime: c’era un barista svogliato con una rivoltella in tasca, degli avventori attaccabrighe armati fino ai denti e un ultimo tipo di clienti. Quest’ultima categoria comprendeva anche Bid’daum, ed era quella dei menefreghisti.

Essi erano armati con qualcosa di più efficace di qualunque lama: avevano l’atteggiamento superiore (si noti bene: non altezzoso) e lo sguardo sicuro. Un veterano di mille battaglie non sarebbe potuto essere più spregiudicato di Bid’daum.

Stava covando nella sua mente traviata molti pensieri degni del criminale che era. Essi andavano dal ricattare i presenti fino ad un’ipotetica rissa (con relativo spargimento di sangue) che avrebbe potuto scatenare con un solo cenno. Erano tutti giochini mentali, fatti perlopiù per ingannare l’attesa.

Infatti il Kuthiano stava aspettando.

Pochi giorni prima gli Eversori avevano ricevuto notizie di un possibile interessato ad entrare nell’organizzazione criminale. Il colloquio di lavoro si sarebbe svolto lontano dal territorio dei mercenari, nel quartiere corrotto del Pentauron. Fu designato proprio il Castigo per quest’incombenza.

Tamburellò distrattamente le dita sul piano del tavolo.
Sperò che il novizio arrivasse in fretta: era troppa la tentazione di levare da quelle facce del cazzo quei sorrisini attaccabrighe.

L’attesa non durò a lungo. Varcò la soglia un uomo, che indossava un’insolita maschera anti-gas. Corrispondeva alla descrizione che i loro informatori avevano fornito.
Gli avventori del locale sembravano averlo già visto, a giudicare dai mormorii che accompagnarono il suo ingresso. Il tizio si avvicinò al suo tavolo, ordinò da bere e si sedette.
Per rompere il ghiaccio, azzardò un’uscita scherzosa.
Sfortunatamente Bid’daum non era in vena di ridere.

Rimase serio, lo squadrò per qualche attimo e poi rispose.

Non ho attraversato mezza Endlos per venire ad ubriacarmi nel primo postaccio che mi capitava a tiro. Siamo qui per parlare di affari.

Gelido il suo modo di fare, quasi scontroso.

Arriviamo subito al dunque, senza inutili giri di parole.
Nelle fila della nostra organizzazione ci serve gente con le palle. Ci servono guerrieri che non abbiano problemi a sporcarsi le mani, ci servono mercenari disciplinati.

Lo guardò dritto negli occhi. Le iridi rosse sembravano brillare di una sinistra sfumatura vermiglia.

Che credenziali hai? Cosa dovrebbe convincermi a portarti con me a Merovish?

Bid’daum attese la risposta del suo interlocutore.
Il viso era congelato in un’espressione di sfida.

Una sottile partita di atteggiamenti si stava consumando il quel tavolo. Ciascuno tentava di carpire dall’altro quante più informazioni possibili, senza lasciarsi sfuggire il minimo dettaglio.

L’atmosfera era tesa e rilassata allo stesso tempo. Si era giunti ad un sottile equilibrio che separava la pace dalla guerra.

D’altro canto il Kuthiano non poteva fare altrimenti: l’unico possibile esame a cui poteva sottoporre il novizio era quello psicologico. Le altre attitudini si sarebbero scoperte sul campo, a meno di non fare a botte fuori sul marciapiede.

Suvvia, erano gentiluomini loro.
Già, lo erano.
Prima di essere corrosi da quel mondo schifoso...

Il suo interlocutore reagì bene alle sue provocazioni. Non perse le staffe e non fece altri gesti sconsiderati.
Almeno il primo test poteva dirsi superato.

Il Castigo si rilassò sulla sedia, perdendo quell’espressione tesa che lo caratterizzava fino ad un instante prima.

Non ho altra scelta se non crederti sulla parola, suppongo.

Osservò l’altro finire il drink e decretare la sua capacità di assassino.
Bid’daum aveva qualcosa da ridire.

Sai, uccidere è troppo sbrigativo…



…il divertimento finisce sempre troppo in fretta.

Una punta di sadismo, giusto per non farsi mancare nulla.
Ma in un attimo la pazzia che era emersa sul suo volto venne ricacciata nel profondo dal buon senso.
No, non era quello il momento adatto per avere una crisi. Ci sarebbero state altre occasioni in cui lasciare le briglie della sua follia...

L’altro dichiarò di come fosse più facile concludere i negoziati con una buona percentuale di alcool nel sangue. Soprattutto se si reggeva bene qualche drink di troppo.

Comunque sia, t’illustro brevemente il nostro lavoro.
Siamo sostanzialmente un eterogeneo gruppo di mercenari, adatti a qualunque tipo di missione.
Non mentirei se ti dicessi che saremmo in grado di scendere negli Inferi e tornare indietro con quello che ci serviva. Tutto ciò, ovviamente, si accompagna ad un forte gioco di squadra.
I rancori personali finiscono in secondo piano se di mezzo ci va la riuscita della missione.

Incrociò lo sguardo del barista che asciugava distrattamente i bicchieri appena lavati. Probabilmente si aspettava chissà quali problemi anche quella sera, magari sarebbero incominciati proprio dal tavolo di quei due tizi strambi.

O forse no, chissà?

Magari stava pensando di chiudere baracca e burattini e di trasferirsi in qualche posto più tranquillo… chi può dirlo?

Il Kuthiano distolse lo sguardo dal barman e terminò il discorso.

Questo è quanto posso dirti al momento. Ora manca solo la tua risposta.

E qualche decina di miglia che separava il Pentauron da Merovish, ma queste erano sottigliezze.

Aveva accettato e da quel momento le fila degli Eversori avrebbero vantato un killer in più. C’era da chiedersi quanto avrebbe retto una gilda con una così grande concentrazione di portatori di morte. Forse era una follia del Destino oppure il puro caso aveva creato quell’agglomerato di uomini.
La fermezza dei loro obiettivi era però un fatto concreto, la loro volontà aveva la forza di un ariete da sfondamento. Senza contare che erano uno sparuto gruppo di uomini con la stessa efficienza bellica di un esercito…

L’altro richiamò l’attenzione del barista, chiedendo due drink.
Lo guardò negli occhi, quasi a sondarlo fin nei recessi dell’anima. Avrebbe visto la sua anima infetta e profana?
Bid’daum poteva vedere senza problemi quella dell’altro. Era diversa, e ciò l’aveva attirato fin da subito. Non commise mai l’imprudenza di rivelare la sua capacità di vedere gli spiriti, era uno dei suoi assi nella manica.

L’ordinazione fu portata con sciatteria dal barista, probabilmente offeso.
Per un attimo pensò che il ciccione potesse aver sputato nel liquore per ripicca.
Poi distolse questo pensiero e sollevò il bicchiere.

Alla nostra collaborazione!

E affogò nell’alcool quella serata nel Bloodrunner. La sua missione era compiuta, ora poteva concedersi volentieri qualche drink di troppo.