[LAM] Primo Consiglio

Rigettare le nuove fondamenta.

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    "Quando ci rivolgiamo agli altri per un consiglio riduciamo il numero dei nostri nemici".
    Kahil Gibran


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    Una luce fioca sfuggita dalle vetrate opache vestite dei colori dell'autunno bagnava il pavimento di marmo e giada, i cui intarsi vorticanti davano l'idea di merletti raffinati, piuttosto che di figure geometriche. I mosaici sui muri e le volte parevano riflettere i colori caldi dei tre focolari accesi all'estremità orientale della sala, racchiusi in nicchie di pietra solo esternamente rivestite in legno, unite tra loro e terminanti in una alta colonna centrale che, nella sua imponenza, separava due drappi verdi posti alla sommità e due statue di dame in preghiera, le cui mani apparivano congiunte e sole, unica parte del corpo visibile, mentre il resto era celato da un modesto velo che, dal loro capo incoronato di gioielli autentici, scendeva fino ai piedi, anch'essi celati. E la volta drappeggiante traboccava di tessuti preziosi, tenuti allentati quasi a voler dar l'idea di onde di mare, mentre sui lati calavano stendardi dai motivi sconosciuti, forse celati fra le memorie dell'Albero stesso, in tempi antichi mai conosciuti su Endlos. Al centro, infine, un vasto spazio occupato solamente da due lunghi tavoli vuoti e delle sedie, illuminati da semplici candele, destinati a coloro che, adesso e nel futuro, avrebbero dovuto occuparli. E poi silenzio, perchè quando uno solo dei presenti avrebbe parlato, un'acustica perfetta ne avrebbe consentito l'ascolto anche nella parte più remota dell'enorme sala, perfino ai balconi del piano alto ove per questioni di spazio sarebbero stati ospitati coloro che potevano assistere al consiglio dei capi qualora fosse stato permesso di lasciarlo a porte aperte, senza tuttavia prenderne parte.
    E pensare che tutto ciò pareva vero; eppure altro non era che una copia perfetta della Sala del Consiglio del Mastio, creata magicamente dall'ala segreta dell'Albero Casa, nascosto all'ultimo piano dello stesso e che, grazie ai desideri del Gran Maestro, mutava il proprio aspetto a seconda di ciò che più conveniva.

    stanzaconsiglio2

    Lì, a capo di quell'immensa tavolata, nei pressi dei tre camini sempre accesi in quella sala ancora vuota, una dama di bianco vestita attendeva l'arrivo di due persone, i suoi fidati, in attesa di parlare loro riguardo questioni della massima importanza.
    I capelli scuri, sciolti e mossi nascondevano parzialmente il bel volto ovale, ed il capo chinato posava su dita intrecciate, gomiti sul tavolo, ed una lettera abbandonata sul legno sotto il suo sguardo smeraldino, e lì giaceva come un bianco altare su una volta altrettanto chiara, drappeggiata dalle maniche dell'abito della donna che quasi appariva intessuto di fili di luce.
    E poi silenzio, ancora silenzio.
    Ed attesa.



    Edited by Drusilia Galanodel - 18/11/2011, 17:23
     
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  2. Feng Yang Leng
     
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    Sotto il cielo di Laputa viaggiava un bianco spirito, lucente per la radianza del corpo, per la grazia del potere che possedeva, e per lo sfavillio della sua anima. Lieto come la pace fra le sofferenze di una guerra tropo lunga, giusto come un bel premio dato al bravo atleta.
    Senza fretta, facendo proprio ogni secondo che il tempo svelava, Feng Yang Leng s'avvicinava all'Albero casa dei Liberi Aeris Milites, dove Drusilia l'aveva convocato: un importante incontro, da quello che disse; fra comandanti, aggiunse. Certo, una così nobile riunione meritava il vestito più bello, e più adatto.
    Leggero come i beneamati pensieri, sfiorò appena la terra, e subito questa si rinverdì e sembrò cantare, e le porte della costruzione vennero aperte piano, rilucendo come avessero nel cuore un gioiello; il Guardiano sorrideva, ma aveva indosso un velo di seria eleganza, e dovunque camminasse le cose erano belle, e le creature si rallegravano e dimenticavano i brutti pensieri: una luce fra le ombre, che non può essere spenta.

    Infine arrivò lì dove gli era stato comunicato, in uno dei nascosti recessi della dimora dei soldati del cielo; quando aprì le porte della stanza, questa aveva assunto l'aspetto d'un ambiente regale, verde e ligneo. Per l'arredo, la grandezza e la forma, poté indovinare essere la stessa sala che era nel Mastio, della quale aveva udito racconti, senza mai potervi prendere diretta visione: e tuttavia ora era lì, copiata dalla magia di quel luogo, ed era deserta, salvo per una bianca figura, splendida come l'alba sui ghiacciai. Drusilia Galanodel, il Gran Maestro dei Liberi Aeris Milites, sua più cara amica, sua famiglia e sua anima Affine, stava seduta all'estremità del lungo tavolo.
    Un lieto sorriso segnò l'arrivo della Tempesta, ed il piacevole ticchettio nel bastone sul pavimento ne scandiva i passi; aveva indosso una lunga tunica, bianca come la luce che portava nel cuore e, piuttosto che avere i bordi decorati d'azzurro, era tutta percorsa da trame e segni colorati come il cielo: ora più chiari, ora più scuri, parevano essere ghiacciati e dipinti assieme, e da come li si guardava, erano più o meno azzurri. Le candide ali erano riposte sulle spalle a formare una coperta di piume e, per la prima volta dopo tanti e tanti anni, il Primo aveva legato al collo un vero mantello azzurro, con nivei decori e fermato in petto con una bella spilla: era il proprio simbolo che portava nell'ordine di cui era parte, lì a Laputa; in onore dell'amica e dell'importanza dell'incontro.
    In ultimo, in mano reggeva un bastone di diamante, alla cui sommità era avvolta una sfera come il cielo e, accompagnato da bianchi capelli e da occhi azzurri, davvero si poteva dire che quello era incarnazione di cielo, di vento e del gelido candore. Nell'altra mano aveva un pacchetto, così familiare che oramai era associato alla sua figura.

    -Dal freddo Nord sono arrivato, mia amata Drusilia.-

    Disse, inchinandosi all'amica; poi pose il pacchetto sul tavolo e, svolgendolo, esibì un bel sorriso e s'avvicinò per dare alla ragazza un dolce bacio sulla guancia:

    -So quanto ami il cioccolato!-

    Ed ecco rivelato il contenuto! Dolci al cioccolato, di ogni forma e fattura; cremosi o secchi che fossero, nessuno aveva rovinato l'altro, tutti conservandosi perfettamente. Ed un dolce profumo si levava da questi.

    -Ho cucito questo nuovo abito, credi che sia carino? Non so, ho ancora qualche dubbio qui sugli orli, ma forse è solo paranoia!-
    Rise, fresco come una brezza mattutina
    -Bene! Come stai oggi mia cara?-

     
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  3. Evan O'Byrne
     
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    Seguendo le istruzioni fornitegli da Drusilia per raggiungere la Sala del Consiglio, Evan si scoprì piuttosto sorpreso nel ritrovarsi davanti una porta che non aveva mai visto prima, nonostante ormai avesse imparato a conoscere l’Albero Casa e i suoi anfratti.
    E quando fece il suo ingresso dopo aver percosso due volte con le nocche il battente ligneo dell’entrata, non si stupì più di tanto nel constatare come la stanza riproducesse alla perfezione la Sala del Consiglio di Laputa: doveva essere una delle numerose magie che l’Albero metteva a disposizione del Gran Maestro.


    « Buondì…! »

    Salutò pacatamente, reprimendo uno sbadiglio nei recessi del suo petto ampio e forte; davanti a lui, Drusilia e Yang. Entrando aveva colto solo qualche parole nel fiume di esuberanza del suo collega, un discorso circa “orli” di vestiti e “paranoie”… preferì non indagare.

    « Come state? »

    Il Corvo gettava sguardi incuriositi ora alle pareti, ora alla volte, cogliendo dettagli sempre nuovi e dei quali non poteva che meravigliarsi per l’incredibile verosimiglianza, che li rendeva praticamente indistinguibili dagli originali.

    « Però, che lavoro, sorellina… »
    continuò con un sorriso
    « spero tu abbia buone notizie per noi! »

     
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    A bussare alla sua porta giunse il Primo Guardiano, Feng Yang Leng, amico e leale compagno da ormai tempo immemore; prima ancora di raggiungere il semipiano misterioso ed impervio di Endlos, infatti, entrambi avevano condiviso parte della loro vita insieme, gioendo e piangendo, affrontando spalla contro spalla ogni avversità o cattiva notizia, ed anche nei lieti eventi si erano sempre e comunque sostenuti ed aiutati. Ormai, nonostante la Gelida Tempesta avesse preso la decisione di separarsi da lei ed andare a vivere nel freddo Nord, non poteva che esser considerato una persona di casa, uno della sua famiglia, e mai l'affetto di Drusilia per lui si sarebbe spento. Così come mai si sarebbe affievolito il rispetto fra i due, e fu per quello che Yang, approfittò della visita per creare un'altro dei suoi splendidi vestiti, indossandolo con la spilla che riportava il suo simbolo di aviatore con orgoglio e leggiadria. Ebbene, al suo arrivo Drusilia sorrise felice, ed andò ad abbracciarlo, prendendo poi fra le mani il fagottino contenente la cioccolata che lei tanto amava.

    -E' l'abito più bello che abbia mai visto!

    Commentò entusiasta.

    -Mi piacerebbe tanto averne uno così... diventi sempre più bravo, Yang.

    Cinguettò candida e gentile, ed intanto nella sala fece il suo ingresso il Corvo del Liberi.
    Sembrava sinceramente ammirato di quella copia così perfetta delle sale del Consiglio di Laputa, e lei se ne compiacque.
    Dunque, si avvicinò anche a lui, abbracciandolo forte, godendo del tepore del suo mantello nero e di quella sicurezza che solo lui era in grado di infonderle, quasi fosse un fratello maggiore.

    -Grazie Evan, ma questo non è il mio lavoro, piuttosto un mio desiderio.

    Gli parlò con voce leggera e pacata.
    Dunque si separò, facendo loro segno di accomodarsi, per poi sedersi a capotavola. Nonostante mantenesse sul bel volto un dolce quanto benigno sorriso, i due avrebbero già inteso che qualcosa non andava; difatti, non appena il silenzio sarebbe tornato a regnare fra loro, lei avrebbe preso fra le mani quella lettera lasciata abbandonata sul tavolo, sollevandola e mostrandola con un rapido gesto. Poi l'aprì, ma non lesse il contenuto parola per parola; troppe volte i suoi occhi si erano soffermati su quelle righe, troppi per ripetere ancora una volta quei versi che, ormai, aveva praticamente imparato a memoria. Lei preferì riassumere semplicemente la faccenda. Sarebbero stati loro a decidere se crederle o meno.

    -Questa lettera appartiene al nostro Hevril, attualmente nella nostra sede a Garwec. Dice che l'amministrazione della Squadra Rossa e di una filiale come quella in cui si trova, tra resoconti di spie ed accumulo di denaro per la nostra gilda è fin troppo pesante per lui, un lavoro titanico. Per questa ragione mi ha mandato la richiesta di assegnare il suo titolo di Comandante ad un soldato della sede centrale, così che lui possa occuparsi solo ed esclusivamente della filiale e continuare a darci modo di finanziarci a dovere.

    Posò la lettera nuovamente su quella superficie lignea che le aveva già fatto da letto, lasciandola tuttavia aperta.

    -Fratelli miei, in altre situazioni avrei preferito trovare soluzioni diverse, tuttavia non voglio mentirvi nel dire che ben presto accadranno molte cose, e Laputa balla sul filo di un rasoio. Non sono ancora notizie certe, e vi prometto che quando sarà il momento approfondiremo tutti questo argomento, ma credo conveniate con me che essere prudenti non è mai una cattiva scelta.

    Sospirò, e le mani si congiunsero, mentre le dita sottili andavano ad intrecciarsi come un ricamo.

    -Abbiamo bisogno di altri aviatori, ed abbiamo bisogno di maggiore mobilità, non solo per noi ma anche per non mandare allo sfracello gli accordi fra presidi che abbiamo stipulato con tanta pazienza e sudore. La mia proposta è quella non solo di trovare un nuovo capo ai rossi, ma di creare una nuova squadra più mobile e veloce, in modo da sopperire un possibile ritardo o andare in avanscoperta quando i verdi sarebbero troppo visibili.

    Gli occhi verdi scivolarono dal ghiaccio limpido ed azzurro di Yang all'acciaio freddo e grigio di Evan.

    -Anche questa squadra avrà bisogno di un capo, dunque se accetterete la mia proposta, vorrei avere da voi dei nominativi da prendere in considerazione. So che siete arguti e nel giusto, dunque vi prego di darmi il vostro parere.

    Detto ciò smise di parlare, concedendo loro la parola con un cortese gesto del capo.
    Il primo consiglio del Liberi Aeris Milites era iniziato.

     
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  5. Feng Yang Leng
     
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    -Oh! Posso confezionarti un abito se vuoi! Magari dopo la riunione!-
    Tutto felice rispose all'amica, notando l'arrivo di Evan, il secondo Comandante presente al consiglio
    -Salve! Spero sia una buona giornata, Comandante Evan!-

    Così, salutatolo, andò a prendere posto accanto all'amica, a destra di lei; credendo di dover attendere ancora Hevril, Comandante dei Rossi, la Tempesta rimase assai stupita di sapere la lettera che Drusilia aveva sul tavolo fosse proprio di quello, e che recava un contenuto dolceamaro, tant'è che il Guardiano era scisso fra l'essere felice per la nuova vita del ragazzo, e l'intristirsi a causa dell'abbandono di questi fra la rosa dei Comandanti.

    -Credo-
    Parlò, piano e dubbioso, come se dovesse convincere anche se stesso
    -Che un Aviatore felice sia meglio di Un Comandante che non riesca a compiere il proprio dovere, e per questo si duole!-

    Mentre Drusilia parlava, annunciando la decisione, da parte loro, di nominare due nuovi Comandanti, e una conseguente nuova squadra, Yang aveva fatto cenno con la mano ad entrambi i presenti di favorire dal pacchetto che aveva portato, prendendo i dolci al cioccolato che volevano: certo era un dono per l'amica, ma educazione ed ospitalità erano proprie dell'Essenza, sicché fu ben contento che anche Evan potesse servirsene. Quando, infine, la fanciulla terminò il discorso, ecco il Primo prendere parola, composto e sereno come una bella statua di ghiaccio:

    -Evan è un guerriero valoroso, e ben comanda i soldati Verdi-
    Un cenno col capo per inchinarsi al compagno
    -I Rossi hanno bisogno di un cuore nobile, e credo Hevril fosse troppo giocoso per condurre un'armata. Ma l'ha fatto, e nessuno ne ha avuto da lamentarsi!-
    Sorrise, pensando al biondo ragazzo tutto immerso nel suo caro Casinò
    -E chi, fra quelli, ha cuore più magnifico e brillante di Jattur? E' così devoto, mia cara, che avrebbe sempre sulla bocca il tuo nome ed il tuo comando, e poiché tu guidi da regina, e non sei mai in errore, la sua fiera condotta darebbe lustro, e bella gloria, al suo reparto, e a tutti i Liberi Aeris Milites.-

    Mai s'era espresso in una maniera tanto compita e calma, sempre avendo preferito un cinguettio gioioso e frizzante, divertito dalle belle cose che succedevano; e però adesso si esigeva un grande rispetto, e forse non tutti avrebbero gradito troppa semplicità, benché nel suo cuore, e sul volto, il Guardiano restava allegro e spensierato, ma ora aveva aggiunto e eleganza ed una sorta di patina antica, come un potere a lungo sopito che dia segni di risveglio, una nobiltà leggera e ormai dimenticata.

    -Quanto all'altra squadra, benché io sia d'accordo con i tuoi pensieri, vorrei sapere quale mansione dovrebbe svolgere! Sai, per meglio nominare il suo futuro condottiero!-

    Anche in un serio momento, come era quello, il Bene del Primo volava festoso nell'aria dipingendo l'ambiente ed i cuori degli altri con i freschi colori di buone sensazioni, e naturali predisposizioni ad una condotta priva di rabbie, o rancori. Un faro nel mare dei cupi pensieri.



    Considero, come sempre, attiva la passiva che risana l'ambiente e infonde negli altri, stimolandoli, tanti buoni sentimenti
     
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    La Dama del Vento chinò il capo in un gentile gesto d'assenso, mentre sul suo volto era disegnata una espressione assai pensosa. Nel momento in cui Yang aveva fatto il nome di Jattur, in lei era giunto il ricordo dell'avvertimento che le fece il suo primo giorno da aviatore, e cioè che non lo sarebbe stato per sempre. Lui era infatti su Endlos per un'altra missione, una missione che lei conosceva bene peraltro, ed aveva scelto quel "lavoro" solo in occasione di una lunghissima sosta. Endlos non era la sua patria e lui non era un esiliato come tutti loro; prima o poi qualcuno lo avrebbe richiamato indietro. Sollevò il capo, cercando di mostrare all'amico albino un sorriso rassicurante, prima di prendere educatamente parola, in modo da non interrompere nessuno, approfittando di un attimo di più che giusto silenzio da parte del Comandante Verde che, evidentemente, rifletteva bene sulla situazione anche dal punto di vista militare.

    -Se Evan è d'accordo con noi, bisognerà tuttavia domandarglielo.
    L'arruolamento del Sergente Shattur è stato stipulato sotto particolari condizioni, dunque, nonostante ammetto io stessa che fra i rossi è sicuramente il migliore, oltre che la carica più alta sotto Hevril, non abbiamo la certezza assoluta che accetti. In ogni caso, me ne vorrei occupare personalmente per questioni di privacy, ovviamente se questo non è un disturbo per voi.


    Chiuse quel discorso con un dolce sguardo, e così ne fece della lettera davanti a loro.
    Poi continuò.

    -Riguardo la nuova squadra, invece, credo che tu possa intuire facilmente il loro scopo, avendo presenziato ad un incontro ufficiale con me al Pentauron. Quella volta, infatti, abbiamo stipulato un accordo militare, esattamente come è accaduto ai tempi della nostra fondazione con l'Est. Qualora uno di loro chiedesse supporto in questo periodo, se non creassimo un'altra squadra, saremmo costretti ad inviare i Verdi o i Rossi o entrambi, lasciando Laputa scoperta. Alla luce di ciò che vi ho accennato prima, vi dico che non possiamo permetterci una simile leggerezza. Dobbiamo aumentare il numero di squadre, in modo da poter giostrare meglio le nostre forze.

    Non credeva di essere diventata così realista, e non credeva di aver pensato davvero una cosa simile.
    Eppure era successo... a quanto pare stava crescendo.

    -Evan, tu cosa ne pensi?

     
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  7. Evan O'Byrne
     
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    Dopo aver educatamente salutato Yang e ricambiato le gentilezze di Drusilia, Evan seguì i suoi colleghi all’ampio tavolo e si accomodò, preparandosi ad ascoltare le ragione che lo avevano condotto sino lì. Stava per domandare che fine avesse fatto Hevril (magari il loro simpatico sfondaletti era impegnato a testare qualche nuovo materasso…), ma il Gran Maestro e la lettera che stringeva tra le mani fugarono tutti i suoi dubbi.

    -Questa lettera appartiene al nostro Hevril, attualmente nella nostra sede a Garwec. Dice che l'amministrazione della Squadra Rossa e di una filiale come quella in cui si trova, tra resoconti di spie ed accumulo di denaro per la nostra gilda è fin troppo pesante per lui, un lavoro titanico. Per questa ragione mi ha mandato la richiesta di assegnare il suo titolo di Comandante ad un soldato della sede centrale, così che lui possa occuparsi solo ed esclusivamente della filiale e continuare a darci modo di finanziarci a dovere.

    Il Corvo sgranò gli occhi e ristette in silenzio, colto assolutamente in contropiede dalla decisione del suo collega. Non lo conosceva a fondo, ma lo aveva preso in simpatia e con lui aveva condiviso momenti di assoluto divertimento. Tuttavia non poteva permettersi di indugiare nei ricordi, e anzi ammirò la scelta di Hevril di cedere la posizione a qualcuno che fosse più disponibile a sobbarcarsi il peso di un tale incarico.

    -Fratelli miei, in altre situazioni avrei preferito trovare soluzioni diverse, tuttavia non voglio mentirvi nel dire che ben presto accadranno molte cose, e Laputa balla sul filo di un rasoio. Non sono ancora notizie certe, e vi prometto che quando sarà il momento approfondiremo tutti questo argomento, ma credo conveniate con me che essere prudenti non è mai una cattiva scelta.
    Abbiamo bisogno di altri aviatori, ed abbiamo bisogno di maggiore mobilità, non solo per noi ma anche per non mandare allo sfracello gli accordi fra presidi che abbiamo stipulato con tanta pazienza e sudore. La mia proposta è quella non solo di trovare un nuovo capo ai rossi, ma di creare una nuova squadra più mobile e veloce, in modo da sopperire un possibile ritardo o andare in avanscoperta quando i verdi sarebbero troppo visibili.
    Anche questa squadra avrà bisogno di un capo, dunque se accetterete la mia proposta, vorrei avere da voi dei nominativi da prendere in considerazione. So che siete arguti e nel giusto, dunque vi prego di darmi il vostro parere.


    Evan abbassò il capo, sospirò pesantemente e strofinò il dorso delle dita sulle labbra, puntellando il gomito sul braccio sinistro, conserto al petto; Drusilia chiedeva un nome.
    La mente corse ai suoi sottoposti e subito gli apparve innanzi agli occhi un volto sbarazzino incorniciato da una zazzera di capelli biondi: Ryusang. Un ragazzo in gamba, volenteroso – forse un po’ troppo impulsivo e scavezzacollo. Ad Evan sfuggì un mezzo sorriso, ma nella sua considerazione s’affacciò prepotente la giovane età del ragazzo, alla quale era connessa in modo inscindibile l’inesperienza.
    Eppure, c’era qualcun altro…


    -Credo
    e qui principiò il candido collega, animato da quella cortese allegria che mai aveva visto abbandonare il suo viso e il suo buon cuore
    -Che un Aviatore felice sia meglio di un Comandante che non riesca a compiere il proprio dovere, e per questo si duole!
    Evan è un guerriero valoroso, e ben comanda i soldati Verdi.

    e subito il Corvo ricambiò il cortese cenno del capo di Yang
    I Rossi hanno bisogno di un cuore nobile, e credo Hevril fosse troppo giocoso per condurre un'armata. Ma l'ha fatto, e nessuno ne ha avuto da lamentarsi!
    E chi, fra quelli, ha cuore più magnifico e brillante di Jattur? E' così devoto, mia cara, che avrebbe sempre sulla bocca il tuo nome ed il tuo comando, e poiché tu guidi da regina, e non sei mai in errore, la sua fiera condotta darebbe lustro, e bella gloria, al suo reparto, e a tutti i Liberi Aeris Milites.
    Quanto all'altra squadra, benché io sia d'accordo con i tuoi pensieri, vorrei sapere quale mansione dovrebbe svolgere! Sai, per meglio nominare il suo futuro condottiero!


    Il giovane moro si ritrovò a condividere gli interrogativi e le scelte dell’Essenza, ma ancora non aveva dato voce alle sue considerazioni, ritenendo più saggio ascoltare sino alla fine cosa avessero da dire gli altri partecipanti al consesso; così facendo, aveva avuto modo di cogliere l’umore della riunione e farsi un quadro completo della situazione.

    -Se Evan è d'accordo con noi, bisognerà tuttavia domandarglielo.
    L'arruolamento del Sergente Shattur è stato stipulato sotto particolari condizioni, dunque, nonostante ammetto io stessa che fra i rossi è sicuramente il migliore, oltre che la carica più alta sotto Hevril, non abbiamo la certezza assoluta che accetti. In ogni caso, me ne vorrei occupare personalmente per questioni di privacy, ovviamente se questo non è un disturbo per voi.
    Riguardo la nuova squadra, invece, credo che tu possa intuire facilmente il loro scopo, avendo presenziato ad un incontro ufficiale con me al Pentauron. Quella volta, infatti, abbiamo stipulato un accordo militare, esattamente come è accaduto ai tempi della nostra fondazione con l'Est. Qualora uno di loro chiedesse supporto in questo periodo, se non creassimo un'altra squadra, saremmo costretti ad inviare i Verdi o i Rossi o entrambi, lasciando Laputa scoperta. Alla luce di ciò che vi ho accennato prima, vi dico che non possiamo permetterci una simile leggerezza. Dobbiamo aumentare il numero di squadre, in modo da poter giostrare meglio le nostre forze.
    Evan, tu cosa ne pensi?


    Drusilia aveva ben centrato il problema; in caso di urgenza, sarebbe stato necessario spostare solo due o tre Aviatori Verdi, e non un intero squadrone da battaglia; Laputa non sarebbe mai rimasta sguarnita e loro avrebbero onorato il patto, fornendo al contempo aiuto strategico e militare… era fiero che la sua sorellina ragionasse come un vero generale – quale era, in effetti.

    « Non mi perderò in inutili panegirici e spiegazioni ovvie. »
    esordì pacatamente il gerarca dei Verdi, agganciando lo sguardo dapprima allo zaffiro di Yang e poi allo smeraldo di Drusilia
    « Approvo quanto detto e concordo nella valutazione che avete fatto di Jattur; la decisione finale, in ogni caso, spetterà a lui. E non ho problemi che tu conduca il colloquio in privato: ognuno ha il diritto di preservare i propri segreti. »
    portò i pugni inguantati di nero sul tavolo, tenendo le braccia asciutte e forti
    « Nella situazione in cui ci troveremo a versare e anche in quella attuale, non trovo d’uopo che Laputa si privi del suo unico contingente armato; occorre che la cavalleria pesante resti in loco… del resto non mi meraviglierei se stesse per accadere qualcosa, l’Autarca è sempre più sfuggente, e le sue apparizioni sempre più rare, per non dire del tutto estinte.
    In questo momento Laputa è fragile, e noi dobbiamo fare tutto per preservarne l’integrità e l’immagine di solidità presso gli altri Presidi, che così faticosamente abbiamo costruito. »

    ritirò le braccia al petto e rivolse un’occhiata greve e compassata ai suoi due colleghi
    « Di conseguenza, avete tutto il mio appoggio. »

    La serità che rendeva il volto di Evan nobile e fiero non faceva che accrescere il tono posato - ma inamovibile - delle sue parole; l'irlandese sapeva essere tanto composto, impietoso e razionale nei suoi incarichi quanto leggero e incline allo scherzo nel momento libero.

    « Ritengo che Grifis possa essere un buon comandante; ha le doti combattive necessarie, unite a una feldeltà non indifferente nei tuoi confronti, oltre che a un buon spirito di sacrificio. Ritengo possa essere una saggia scelta affidargli un incarico di tale importanza. »
    tacque per un istante, valutando il peso di quel silenzio che saturava l'aria con la sua tensione
    « Che ne pensate? »



    Edited by Evan O'Byrne - 28/11/2011, 18:02
     
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    Non vi fu un attimo solo in cui il Gran Maestro aveva provato fino a quel momento il terrore più puro, ancor meno mostrato ai suoi Aviatori. Eppure, quel giorno, a quell'ora, le parole del Comandante O'Byrne graffiarono nella coscienza sporca della Dama del Vento come lo fanno nei timpani i suoni di unghie sulla lavagna.
    Dannazione.
    O quel giovane era spaventosamente attento ai dettagli, oppure doveva ammettere di aver fallito clamorosamente nella messa in scena che aveva preparato da sola, aiutata solo qualche volta dal Gufo Bianco ad interpretare comparse e testimoni del tutto casuali. E maledetto quel lungo naso verde che era sparito, lasciandola a "domare" un presidio tutto intento a divincolarsi e contrattaccare come un toro ad una corrida.

    -Ehhhh...

    Lasciò scivolare dalle proprie labbra un sospiro poco convinto.

    -Purtroppo gli impegni di quel goblin -a quanto mi ha detto proprio ieri- sembrano "rapirlo" tutti i giorni, ed è costretto ad andare quà e là, su e giù... insomma un pò ovunque.

    Tagliò corto, abbassando lo sguardo.
    Se c'era una cosa che odiava oltre a doversi fingere Alfiere era decisamente mentire a persone che per lei erano davvero come fratelli. Per quanto avrebbe dovuto farlo ancora? Vero sì che quelle bugie erano per proteggerli, loro e tutti gli abitanti di Laputa, tuttavia quella non era esattamente la strada che avrebbe preferito percorrere.

    -Tornando al discorso principale, credo che i nomi da voi proposti siano obbiettivamente i più adatti ad un ruolo simile.
    Grifis mi ha dato dimostrazione di devozione assoluta in passato, a me e agli ideali che cerchiamo di portarci come stendardi, dunque posso riporre in lui tutta la mia fiducia. Per Jattur vale più o meno lo stesso discorso; si è sempre dimostrato affidabile e competente, e non dimentichiamo che al Day Two fu lui a dirottare la nave di quei mostri verdi. Hanno entrambi carattere, intelligenza, coraggio, e sono fra le nostre schiere da davvero tanto tempo; se Yang non ha da aggiungere riguardo il Sergente Minos, direi che la scelta sia questa.


    Concluse la bella, con l'accenno di un sorriso sulle labbra rosse.

    -Detto ciò ci sono ancora due argomenti di cui vorrei discutere con voi.

    Disse, e con un gesto della mano spostò la lettera su di un lato.

    -Essendo due su tre dei nostri Sergenti passati di grado, credo sia ora di farne di nuovi. Ne desidero solo uno per squadra, compresa quella che sarà affidata al neocomandante Minos. Dunque vi chiedo, per vostra esperienza o sentito dire, chi tra gli aviatori semplici potrebbe essere meritevole di tale titolo.

    Una mano salì sul capo, affondando fra i capelli castani, portandoli poi indietro con un gesto leggiadro.

    -E già che ci siamo, non ho ancora deciso il colore della nuova Squadra. Essendo truppe in un certo qual modo "mercenarie" e prive di bandiera, proporrei il bianco, che è appunto un colore neutrale.

    Concluse, per poi guardare prima il giovane irlandese e poi l'angelo del nord, in attesa di un loro parere su entrambe le faccende.

     
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  9. Feng Yang Leng
     
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    -Povero Signor Raylek! Fare l'Alfiere è stancante, lo immagino bene!-

    Aggiunse la Tempesta, lievemente accigliata; ma anche quel pensiero, come molti altri che stavano germogliando nella sua bianca mente, vennero spazzati via dal vento della necessità, poiché ora Evan aveva favorito un nuovo nome, e toccava al Guardiano accettarne la nomina o rifiutarla.

    -Sapete, sono molto felice che tutti noi abbiamo avuto subito pensieri per Jattur! E' così positivo!-
    Sorrise, battendo le manine come fosse quello un gioco di indovinelli
    -Credo, sì, di aver sentito parlare di Grifis. Sapete, però, che passo molto del mio tempo a Nord, e pure comunichi spesso con Drusilia, venire a sapere le belle notizie, o quelle brutte, è certamente meno efficace che viverle. Pertanto, non posso che rimettermi al vostro giudizio, che ritengo assai preciso e corretto. Se avete fatto il suo nome, egli sarà certamente valido.-
    Fece cenno di sì col capo, tutto guizzante
    -Sì sì, approvo!-

    Bene, una parte del consiglio era terminata, e la successiva forse sarebbe stata più complessa, anche se non meno interessante: si doveva, infatti, nominare i Sergenti per ogni squadra, nonché decidere il colore della sezione appena creata, e già Drusilia aveva optato per una bellissima tinta!

    -Beh, c'è quel drago carino, non trovate? Com'è che si chiama? Harium, vero? Non so, credo che sarebbe in grado di fare il Sergente, no? Sì, nella nuova squadra.-
    Gli occhi ora brillavano come zaffiri
    -Squadra per la quale, peraltro, sono favorevolissimo al colore scelto! Il bianco è...Beh...Lo sapete tutti che mi piace!-
    Rise, buffo, e poi tornò a parlare
    -Quanto ai Verdi, Ryusang è già sergente! Per i Rossi, invece, vorrei che fosse Evan a scegliere, lui che, meglio di me, conosce la vita di Laputa.-
    Chinò il capo, un po' deluso e triste
    -I Blu non sono molti, e di alcuni ho perso le tracce: staranno vivendo le loro bellissime avventure! Ad ogni modo, vorrei prendermi del tempo prima di nominarne il Sergente, se a voi non dispiace...-

     
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  10. Evan O'Byrne
     
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    -Ehhhh...

    Drusilia sospirò, ed Evan la guardò in tralice, con una strana luce negli occhi bigi, capace di renderli ancora più affilati e taglienti di quanto non fossero

    -Purtroppo gli impegni di quel goblin -a quanto mi ha detto proprio ieri- sembrano "rapirlo" tutti i giorni, ed è costretto ad andare quà e là, su e giù... insomma un pò ovunque.
    Tornando al discorso principale, credo che i nomi da voi proposti siano obbiettivamente i più adatti ad un ruolo simile.
    Grifis mi ha dato dimostrazione di devozione assoluta in passato, a me e agli ideali che cerchiamo di portarci come stendardi, dunque posso riporre in lui tutta la mia fiducia. Per Jattur vale più o meno lo stesso discorso; si è sempre dimostrato affidabile e competente, e non dimentichiamo che al Day Two fu lui a dirottare la nave di quei mostri verdi. Hanno entrambi carattere, intelligenza, coraggio, e sono fra le nostre schiere da davvero tanto tempo; se Yang non ha da aggiungere riguardo il Sergente Minos, direi che la scelta sia questa.


    Decise di lasciar cadere l’argomento “Alfiere” con un aplombe degno del miglior diplomatico, di certo inaspettato in un irlandese duro e puro come il Comandante dei Verdi.
    Ascoltò – piuttosto – i commenti del gran Maestro su dui aviatori, limitandosi a registrarli con un pacato cenno del capo coronato d’ebano.


    -Detto ciò ci sono ancora due argomenti di cui vorrei discutere con voi.
    Essendo due su tre dei nostri Sergenti passati di grado, credo sia ora di farne di nuovi. Ne desidero solo uno per squadra, compresa quella che sarà affidata al neocomandante Minos. Dunque vi chiedo, per vostra esperienza o sentito dire, chi tra gli aviatori semplici potrebbe essere meritevole di tale titolo.
    E già che ci siamo, non ho ancora deciso il colore della nuova Squadra. Essendo truppe in un certo qual modo "mercenarie" e prive di bandiera, proporrei il bianco, che è appunto un colore neutrale.


    -Sapete, sono molto felice che tutti noi abbiamo avuto subito pensieri per Jattur! E' così positivo!
    Credo, sì, di aver sentito parlare di Grifis. Sapete, però, che passo molto del mio tempo a Nord, e pure comunichi spesso con Drusilia, venire a sapere le belle notizie, o quelle brutte, è certamente meno efficace che viverle. Pertanto, non posso che rimettermi al vostro giudizio, che ritengo assai preciso e corretto. Se avete fatto il suo nome, egli sarà certamente valido.-
    -Sì sì, approvo!-


    Anche Yang aveva espresso il suo parere, che sembrava decisamente favorevole al Sergente verde.

    -Beh, c'è quel drago carino, non trovate? Com'è che si chiama? Harium, vero? Non so, credo che sarebbe in grado di fare il Sergente, no? Sì, nella nuova squadra.
    Quanto ai Verdi, Ryusang è già sergente! Per i Rossi, invece, vorrei che fosse Evan a scegliere, lui che, meglio di me, conosce la vita di Laputa.
    I Blu non sono molti, e di alcuni ho perso le tracce: staranno vivendo le loro bellissime avventure! Ad ogni modo, vorrei prendermi del tempo prima di nominarne il Sergente, se a voi non dispiace...-


    Lo sguardo d’acciaio del moro si era fissato sulla danza delle fiamme che ardevano nel camino, gettanti bagliori aranciati che accedevano di calore quell’ambiente immenso e – all’apparenza - freddo. Quando riprese a parlare – dopo qualche attimo di silenziosa ponderazione – i suoi occhi erano ora adagiati sulla deliziosa figura di sua sorella, non prima, però, di aver rivolto un sorriso cordiale alla Tempesta, così contento per il colore proposto.

    « Da quel che ho visto, Harium è un buon elemento; non avrei nulla in contrario… Per l’altro Sergente… beh, nominerei Shelke; mi sembra valida, ma non ho dati sufficienti su cui poter formulare un giudizio. Preferirei che la analizzi il rosso.
    E se Yang è così entusiasta del bianco.. che bianco sia, allora. »


    Chiosò con un sorriso rivolto nuovamente alla Bianca Essenza; una domanda, però, si era insinuata nella mente del giovane, una domanda che non poteva ridurre al silenzio del pensiero…

    « Dru… ma non c’è un po’ di birra? Questi camini fanno venir sete! »

     
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    La Dama del Vento ascoltò in educato silenzio le impressioni dei suoi più stretti collaboratori, trovandosi inoltre completamente d'accordo con essi. Il suo sguardo smeraldino sfiorò gentile il volto candido di Yang, così felice per tali avanzamenti da parere un bambino alla vigilia del Natale. Sorrise all'idea, annuendo quando lui propose il Drago Harium per i Bianchi e domandando tempo per il sergente della propria squadra poichè si trovava ancora nel dubbio. Era una giusta richiesta ed, ovviamente, il Gran Maestro gliel'avrebbe concessa.

    -E' giusto ciò che chiedi, perchè infondo chi nomineremo sarà tuo più stretto assistente nonchè tuo sostituto. So inoltre che nella tua squadra ci sono molte promettenti reclute, dunque trovo giusto prenderle in considerazione ed attendere il tempo favorevole per compiere una buona scelta, come immagino tu voglia fare.

    Infondo non era poi così difficile capire Yang, o magari era per lei un libro aperto per tutti gli anni trascorsi insieme o per il legame di affinità che legava ogni Guardiano ad una ed una sola creatura.

    -La tua richiesta è pienamente accolta; ti lascio tutto il tempo che ti serve a patto che sia vigile ed attento come infondo sei sempre stato.

    Concluse con una carezza al giovane albino, prima di rivolgersi al forte Evan, capo indiscusso della cavalleria dei cieli.

    -Anche la tua considerazione è giusta. So per sentito dire di quanto sia brava e competente quella fanciulla e quanto potrebbe esser conveniente porla a livello di Sergente, tuttavia è altrettanto corretto attendere un parere del nuovo Comandante, se nutriamo anche solo un dubbio in proposito.

    La mano eburnea si strinse incoraggiante a quella del giovane irlandese, mentre lei lo guardava con occhi pieni di promesse.

    -Sono felice di avere voi come miei consiglieri, amici e fratelli.
    Penso sinceramente che siate una delle mie più grandi fortune, e spero che i nuovi Comandanti dimostrino presto di essere al vostro livello.


    Sospirò mesta, levandosi dalla sua postazione a capotavola, per poi fissare i camini accesi e lanciare un'occhiata divertita al Comandante Verde, che come suo solito si ritrovava a mostrare -inconsapevolmente o non- la sua vera indole di irlandese coi controfiocchi.

    -Uhm, diciamo che la sto conservando per i festeggiamenti...

    E tra lo stupore generale, lei lanciò loro un'occhiolino.
    Il bello doveva ancora arrivare...

     
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