[EM] Boy's Roots

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    La folla era onnipresente nel Bazar del Talpe.

    La mole di persone, il vociare indistinto e il viavai di acquirenti erano scene ricorrenti.
    C’erano mercanti che tentavano di far tuonare la loro voce al di sopra del baccano dilagante.
    C’erano compratori che scrutavano le bancarelle, accompagnati da guardie del corpo che pensavano all’incolumità del loro protetto e delle grosse somme di denaro che trasportava.
    C’erano ladruncoli che speravano che i bodyguard si distraessero e c’erano ladri professionisti che sapevano già da qualche giorno chi puntare.

    In mezzo alla bolgia c’era anche Bid’daum. Il mercenario non si trovava proprio in mezzo alla fiumana di persone ma era vicino alla bancarella del suo collega Zimmer. Quest’ultimo si era assentato da qualche ora e aveva chiesto a Bid’daum (parole testuali): “Bipede, tu può fare guardia a mia merce, sì? Bibidi Bobidi, se qualcuno allunga mano, tu taglia e mette in vasetto lì.”

    Il Kuthiano aveva accettato di malavoglia, essendo costretto dalle circostanze.
    Quel giorno era stato organizzato un incontro con un possibile interessato a schierarsi nelle fila degli Eversori. Il luogo era quello: la vastissima bancarella di Zimmer, poco lontana da un pilastro di roccia che poteva servire da punto di riferimento.
    Mancavano cinque minuti all’ora stabilita.

    Il Castigo - seduto vicino al bancone pieno di oggetti - stava aspettando il novellino. Sembrava che il suo sguardo fosse distratto e che chiunque sarebbe riuscito a rubare qualcosa.

    Niente di più sbagliato.

    Il Boggart aveva lasciato in ottime mani i suoi averi. In più bastavano l’aspetto di Bid’daum e la reputazione che lo accompagnava per avere un deterrente da eventuali problemi.

    Rimase seduto a sentire la baldoria del mercato, mentre la sua mente perversa tramava oscuri piani di morte.

     
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  2. Astronaut.
     
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    Merovish.
    Non avrebbe mai, e dico mai , voluto andarci, sopratutto per le voci che giravano attorno a quel ritrovo di mercenari, assassini e stupratori.
    Dopotutto, a Istvàn si era anche trovato bene, bella città e bella gente, oltre che cibo incomparabile.
    Ma, come a volte succede, un uccellino era andato a sussurrare buone nuove alle sue orecchie, buone nuove su quel bel mondo a cui andava incontro, giorno dopo giorno,
    Endlos era un pò come un GdR: individui di tutte le razze, classi, mestieri diversi e poi anche corporazioni, gilde.
    E quest'ultime erano di interesse particolare per il supereroe.
    Inserirsi in un gruppo di individui capace di offrirgli sostentamento, protezione ed un alloggio era fondamentale per sopravvivere in terre sconosciute, totalmente estranee a quelle dalle quali egli stesso proveniva.
    E una gilda di Merovish, nel presidio del sud,
    Così, si era imbarcato in quel lungo viaggio da est a sud, completato su carri di contadini e carovane di mercanti e dormendo su letti di paglia, o su terra bagnata.
    Era stata dura, per uno abituato prima agli autobus e poi agli elicotteri militari.
    Ma ce l'aveva fatta, fuck yeah.
    Introdottosi all'interno dei cunicoli che costituevano la città, che la rendevano un labirinto, s'era imbattuto in gente decisamente poco raccomandabile, in lucertoloni umanoidi che tanta fiducia non gli ispiravano, in tizi incappucciati che sembravano usciti da un video dei Cannibal Corpse.
    Aveva svoltato talmente tante volte da credere quasi sempre di essersi perso ma poi un pilastro di roccia, il segno indicatogli nel suo responso alla candidatura, accese la speranza.
    Fece pochi passi, tanti da permettergli di intravedere un essere bizzarro, assurdo.
    Che, probabilmente, era il suo obbiettivo.
    Spinse con un gesto meccanico gli occhiali su per il viso, quando la figura avvistata era a poco più di due passi da lui.
    Uno sguardo di troppo, e poi parlò.
    Sei tu...il tizio della gilda
    Sentenziò, con tono basso e rauco.
    Troppo lungo il viaggio, troppo lungo.
     
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    La noia fu compensata dall’arrivo atteso.
    Un tipetto mingherlino, slanciato e occhialuto, lo raggiunse. I capelli neri dell’altro erano disordinati, quasi arruffati. L’altro lo scrutò per qualche istante, prima di proferire una frase con fermezza.
    Il nuovo tipo non lo sorprese particolarmente. Sembrava il solito ragazzo disordinato, più adatto alla scrivania che al campo di battaglia. Eppure la sua esperienza gli aveva insegnato a non fidarsi troppo dei pregiudizi.
    Le persone più anonime possono nascondere i segreti più interessanti.
    Sperò vivamente che fosse il caso di quel tipo, perché se non nascondeva nulla si straordinario avrebbe combinato poco o nulla.

    Ma cosa poteva spingere un individuo mediocre a contattare un’organizzazione attiva ed energica come gli Eversori? Forse le apparenze lo stavano ingannando.

    Rispose con uno sbuffo e si alzò dalla sedia.

    Potrei anche non essere “il tizio della gilda”. Potrei essere un attaccabrighe armato e di cattivo umore; e adesso tu avresti un bel po’ di grane.

    Rivolse uno sguardo furbesco al suo interlocutore. Sembrava recare con sé il sottotitolo: “mai fidarsi troppo”.
    Riprese a parlare per rassicurare il novizio.

    Per tua fortuna non è così: sono io la persona che cerchi.
    E, per inciso, mi chiamo Bid’daum.
    Come mai hai chiesto di incontrare un membro dell’organizzazione?


    Quasi una domanda retorica, ma voleva essere sicuro che il ragazzo fosse lì di sua sponte.
    Era curioso di sapere che carte aveva da mostrare quel giovincello. Nascondeva un poker d’assi o stava solo bluffando?


     
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  4. Astronaut.
     
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    Grane? Oh, beh, non cerco grane, no.
    Iniziava un pò a preoccuparsi, viste le sembianze non proprio rassicuranti del suo interlocutore.
    Sembrava un demone uscito da qualche anime dei primi anni '90, quelli pieni di tizi del genere.
    Tipo Yu degli spettri o Inuyasha, per intenderci.
    Ma, ringraziando la dea fortuna, era proprio "il tizio della gilda", quello che si era appena alzato di fronte ai suoi occhi.
    Bid'daum il nome, decisamente bizzarro.
    Ma, dopotutto, chi era uno che si faceva chiamare Dacre per sentenziare sul nome di una persona creatura come quella?
    Perché, potevo chiedere di incontrare uno che non è dell'organizzazione per entrarvi? Perché, senza offesa, tu mi fai un pò paura.
    No, non era ironia.
    Il piccolo supereroe era serio, un pò come Deadpool quando non vuole fare le battute ma risulta stronzo lo stesso.
    Si accorse poi, con tremore ed imbarazzo, della grande cavolata sparata, agitando le braccia per l'aria e mostrando l'espressione più infantile possibile.
    No, no.
    ODDIO, VOLEVO DIRE C-CHE....ho chiesto di incontrare un membro per entrare nella gilda, ecco! Credo che i miei ideali siano molto vicini ai vostri, e credo che raggrupparsi in una gilda sia fondamentale anche per sopravvivere!
    Facepalm alla Picard.
    E ce vole.
     
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    Kuthian

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    “A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio.”

    Una massima da tenere ben presente.
    Le fioche speranze che nutriva verso quello sconosciuto furono spazzate come foglie dal vento. Il tipo stava facendo gaffe a ripetizione. Scosse il capo in gesto di dissenso.

    Senti ragazzino, Merovish non è un gioco.
    Al primo sbaglio sei sbranato senza pietà, ti distrai un momento e finisci nelle grinfie di torturatori capaci di farti desiderare la morte come liberazione.


    Parole dure, accentuate dal cipiglio severo del Kuthiano. Tuttavia non una virgola era fuori luogo o non veritiera.

    Non credere che la nostra organizzazione sia l’ancora di salvezza dei deboli. Chi entra a far parte del gruppo deve contribuire ai nostri progetti: non cerchiamo zavorre e pesi morti.
    Se ci hai contattato perché non sei in grado di sopravvivere da solo e hai bisogno di protezione, ho un solo consiglio per te: scappa da qui prima che qualcuno t’ammazzi.


    Non voleva perdere tempo con un ragazzino che aveva travisato completamente il senso della gilda degli Eversori.
    Cosa avrebbe potuto dire quel tipo per far cambiare idea a Bid’daum e convincerlo a metterlo alla prova?


     
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  6. Astronaut.
     
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    Era molto imbarazzante manifestare le proprie inadeguatezze sin dal primo incontro con una persona, ma essere fatti così non si poteva nascondere con tanta facilità.
    Dacre era decisamente spaesato.
    Le critiche mossegli dall'abnorme essere (forse) alieno erano sicuramente mirate a disorientarlo, a confondergli le idee al punto tale da farlo balbettare in maniera ancor più vergognosa.
    Ma i supereroi non sono solo disegnati come uomini dotati di grande volontà, lo sono.
    E sì, Dacre è un superoeroe in carne ed ossa.
    Sopravvivere da solo?
    Beh, si. Non sono in grado di sopravvivere da solo.

    Esordì, la voce calda e ferma.
    Ma chi è veramente in grado di sopravvivere, in un mondo arduo come questo? Il mondo da cui provengo era costellato di conflitti, di gente pericolosa, ma credo che Endlos sia anche peggio.
    E questa città ne è l'esempio.

    Aprì le braccia ad indicare il circondario, quasi in una posa alla Cristo di Rio de Janeiro.
    Gli occhiali riflettevano luce, rendendo vuote le lenti e ipnotica quella posa epica.
    E tu Bid'daum? Davvero ti credi capace di poter sopravvivere da solo?
    Nessuno è stato creato per esistere senza essere aiutato da qualcun altro.
    Noi coesistiamo.
    Non credi, Bid'daum?

    Stese il braccio destra dinanzi a sé, aprendo la mano e ponendovi lo sguardo sopra.
    Quegli occhi vuoti in realtà squadravano la figura di Bid'daum per captarne la reazione, la quale non poteva essere poi così cattiva. Aveva comunque paura di una risposta malvagia, vista l'indole forte, dura, sulla quale l'imbarazzo dell'adolescente aveva sbattuto inerme.
    In qualsiasi maniera, comunque, il discorso che aveva redatto era stato molto aulico, quasi filosofico.
    Nulla da togliere a quell'espressione stranita che ora si dipingeva sul suo volto, sicuro di aver fatto una scemata e pronto a domandare "E' quella l'uscita?" oppure a sfoderare le sue armi.
    Fiducia, Dacre, sù.
    Scusa per il post brutto ç__ç
     
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    Kuthian

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    Facile riempirsi la bocca di belle parole. Troppo semplice nascondersi dietro la parola “coesistere”.
    Come si può giustificare l’estrema solitudine e la profonda amarezza sentenziando che gli uomini hanno bisogno gli uni degli altri?

    Almeno una cosa quel ragazzo sembrava averla capita: Endlos – e nello specifico Merovish – era pericolosa. Sempre meglio di nulla, così se fosse morto, avrebbe potuto pensare di essere crepato perché il mondo è spietato.

    No, non credo.

    Rispose lapidario il Kuthiano.

    Non credo nell’armonia. Non credo nel prossimo.
    Non credo di aver avuto mai bisogno di qualcuno.
    Tutto quello che ho fatto, l’ho fatto in solitudine.


    Lanciò un’occhiataccia ad uno sbarbatello che voleva avvicinarsi di soppiatto alla ricca bancarella che il Castigo stava custodendo. Bastò questo per allontanarlo e fargli capire che doveva spostarsi altrove.
    Questa scena fece balenare un’idea nella mente del mercenario, che dopo una breve pausa riprese a parlare.

    Solo recentemente mi sono associato a questo gruppo a cui vuoi affiliarti pure tu. L’ho fatto poiché sono agevolato enormemente nei miei scopi.
    Senti, non sono un amante delle chiacchere: se entri nella gilda incontrerai altre persone molto più socievoli di me. Però prima devi dimostrare di avere le palle.
    Vedi quella bancarella laggiù?


    Indicò distrattamente un bancone ad una decina di metri di distanza. Un goblin era intento a lucidare una spada di bronzo. La merce esposta era variegata, ma un oggetto particolare attirò l’attenzione del Kuthiano.

    Se riesci a rubare quel vaso di ceramica intarsiato senza farti sgamare, sei dentro. Ok?

    L’obiettivo era ben visibile: un recipiente di porcellana lucida e bianca come la spuma del mare. Gli intarsi dorati donavano una tale brillantezza a quel manufatto che sembrava una stella caduta sottoterra e atterrata dolcemente sul bancone dell’esserino verdastro.
    Il problema era che si trovava sotto gli occhi di tutti, primo fra tutti il venditore che non avrebbe perso di vista facilmente la sua roba.

    Serviva un diversivo, bello grosso per giunta. Poi il ragazzo avrebbe avuto qualche secondo per prendere l’oggetto e dileguarsi.

    Era una bella sfida, ci sarebbe riuscito?

     
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  8. Astronaut.
     
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    Up on a hill, here's where we begin
    This little story, long time ago


    Labbra screpolate, quelle su cui Dacre passava nervosamente la lingua, quasi ad saggiarne la frastagliata conformazione per distogliere il fatto che le proprie parole, generate dalla sua mediocre intelligenza, erano state smontate con maliziosa semplicità da Bid'daum.
    Di demone l'aspetto, di demone il cuore, quindi.
    Anche se, a dirla tutta, la superbia dell'eroe traboccava da tutti i pori, in quel maestoso discorso da lui imbastito. Purtroppo, quel tono di saccenza e presunzione era stato, come ribattevano gli insegnanti e i genitori, il problema che più rendeva antipatico l'Elwood ai suoi coetanei, la cosa che lo isolava di più dal resto della massa.
    E, con molta probabilità, un atteggiamento del genere era anche voluto.
    Rubare quel vaso, dici?
    Nelle sue parole l'individuo avrebbe potuto facilmente notare l'esitazione e l'incertezza che stavano tempestando l'animo del ragazzino senza sosta.
    Era strano che qualcuno chiedesse ad un eroe, ad un supereroe, paladino della giustizia, supremo protettore dell'umanità, di infrangere uno dei comandamenti principali che si poneva per rispettare il proprio animo.
    Ma, d'altronde, Dacre non voleva quell'appellativo. Lo aveva rifiutato tempo prima, assieme alla sua libertà.
    Aveva lavato via in un bagno di lacrime la prospettiva di divenire l'essere predominante per percorrere la carriera di uomo comune.
    Si era macchiato di tradimento del suo paese, di tradimento della fede dei suoi conterranei, di tradimento dei propri amici.
    Come se a Dacre, degli altri, importasse qualcosa.
    Lo farò.
    Spinse gli occhiali insù per il naso e iniziò a camminare, dando le spalle a Bid'daum.
    Affrettò il passo, il palmo della mano destra leggermente aperto.
    Tre piccole bolle incandescenti stavano prendendo forma attorno le sue dita, e l'espressione che si stava formando sul suo volto era fredda e triste al tempo stesso, perché sapeva che, per la sua sopravvivenza, avrebbe ferito altre persone.
    Era la cosa che meno avrebbe voluto fare al mondo, ma doveva.
    Aveva paura della morte, dopotutto.
    Agitò il braccio destro, muovendolo con un gesto veloce verso l'alto, e lasciando andare le sue piccole creature.
    Nel suo profondo non voleva nuocere gravemente a nessuno, e colpire il grande soffitto del Bazar delle Talpe.
    Quei criminali non sarebbero mancati a nessuno, ma Dacre avrebbe avuto terribili rimorsi.
    Boom.
    Mormorò, mentre le sfere da lui lanciate compivano il proprio tragitto, trovando una tragica meta in quella pietra giallognola.
    Esplosero, riversando tutto il proprio fragore nell'antro che era quella parte di Merovish.
    Spaventose, le fiamme si levarono alte manifestandosi in nuclei multipli, scatenando il caos tra persone tanto coraggiose.
    Praticamente di fianco al vaso, Dacre sperò nella ritirata del pittoresco goblin per afferrare l'oggetto designato da Bid'daum per la sua prova finale.
    Scappa, goblin, scappa.
    E non tornare più.

    Work hard and say it's easy, do it just to please me
    Tomorrow will be different, so I'll pretend I'm leaving



    Health: Illeso.
    Mind: Concentrato sull'obiettivo, pronto a rubare il vaso e tornare da Bid'daum.
    Power: 95%
    Hidden Powers:
    March:
    Marzo è il mese preferito di Dacre. Il risveglio della primavera, lo sbocciare dei petali sugli alberi sono sensazioni che regalano al supereroe pace e riposo del proprio spirito.
    Ma quelle emozioni scatenate sono la rappresentazione dei propri poteri, leggiadri e fugaci, così poco percepibili eppure presenti.
    Dacre è maestro nella manipolazione dell'energia psionica, suo campo praticamente dalla comparsa del Masterpiece nel suo DNA.
    La costruzione di campi di forza invisibili ad occhio nudo, lo spostamento di oggetti (e dunque l'uso della telecinesi) e qualsiasi altra forma di psicocinesi sono quindi sciocchezzuole per lui eseguibili in qualsiasi momento.
    [Passiva - Manipolazione dell'energia Psionica (Telecinesi ecc.)]
    Used Powers:
    .Fireflies:
    Esplosioni.
    Fuoco, napalm. Spesso, in guerra, Dacre ha avuto a che fare con questi elementi di assassinio, con queste armi di distruzione di massa presenti in natura. E spesso, visti i suoi poteri, si è visto obbligato a creare le stesse situazioni, a ricreare quelle bombe esplosive, non volendo usare quelle dall'uomo costruite.
    Così si è trovato a plasmare piccoli involucri di fuoco teleguidati, simili a splendenti lucciole, che esplodono al solo contatto con la materia, riversando fiamme in quantità sull'obbiettivo colpito.
    [Basso: 3 involucri ]
    Annotations: L'antico vaso andava portato in salvo :guru:
     
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    Guardò con attenzione il ragazzo dirigersi verso il bersaglio.

    Non gli sfuggirono le tre sfere luminescenti che si erano generate nella mano dell’esaminando.
    Bid’daum attese che mostrasse i suoi trucchi.

    Quando ritenne che il momento fosse opportuno, inviò il suo colpo. I globi saettarono verso la copertura della grotta sotterranea, facendo piovere le fiamme sulla strada sottostante.
    Il fuoco si propagò su qualche telo del mercato, e qualcuno sarebbe tornato a casa con delle scottature quel giorno. Tutto sommato fu molto fumo e poco arrosto.

    I mercanti si affrettarono a gettare dell’acqua sul principio delle fiamme, scongiurando il rischio di perdere la loro preziosa merce. Il goblin spostò la sua attenzione su quell’esplosione poco distante, probabilmente pensando – non a discostandosi troppo dalla realtà – che fosse opera di un teppistello.
    Sfortunatamente per Dacre la distrazione durò poco e, mentre il ragazzo se la stava svignando con l’anfora, il nano verde notò che gli avevano appena rubato un pezzo da novanta dalla sua bancarella. La creaturina iniziò a strepitare convulsamente.

    Ehi, ladruncolo! Cosa pensi di… NGH!!!

    La frase rimase mozzata in gola. Il mercante cadde a terra con la testa tra le mani, colpito da una lancinante emicrania. Tutto ciò era opera di Bid’daum, che era intervenuto con tempismo per evitare al novellino l’attenzione di tutto il Bazar. Gli era bastato indirizzare un frammento della sua anima verso l’omino verdognolo e quest’ultimo era stato investito dall’energia spirituale del Kuthiano. Il maglio distruttivo del suo spirito stava lacerando l’anima del goblin, che sarebbe rimasto in stato pietoso per diverse settimane, e forse segnato per tutta la vita.

    Il novellino tornò da lui con il vaso tra le mani, pensando di averla fatta franca con le sue sole forze. Bid’daum scosse la testa e disse con tono misto tra delusione e crudeltà.

    Una prova mediocre, pivello.
    Delle fiamme così deboli e banali hanno attirato l’attenzione per troppo poco tempo. In più molte persone ti hanno visto lanciarle verso il soffitto.
    Quel che è peggio è che il goblin ti ha visto scappare con il vaso e sono intervenuto personalmente per zittirlo, altrimenti avresti avuto tutto il Bazar contro. Quelli che hanno visto il furto si stanno trattenendo perché ci sono io insieme a te, e mi conoscono abbastanza bene da non rischiare una rissa.


    Il ragazzo era come una pianta, piccola e poco più che un germoglio.
    Tuttavia aveva delle radici solide, forse aveva semplicemente bisogno di imparare.
    L’Eversore continuò a parlare.

    Però hai compiuto la missione assegnata, e questo non è da trascurare. Nella nostra organizzazione le missioni hanno la priorità su tutto; il fine giustifica i mezzi.

    Sottolineò forzatamente quell’ultima frase. Era un detto che rispecchiava molto bene la mentalità del Castigo.

    Non mi hai ancora detto come ti chiami, ma se vuoi rimanere anonimo per me non fa differenza.
    Per me sarai semplicemente un Eversore.


    A modo suo, uno dei membri superiori della gilda aveva accettato nell’organizzazione quel ragazzo. Lo congedò con queste parole.

    Sarai contattato nei prossimi giorni, e inizierai a lavorare a breve.
    Adesso sparisci dalla mia vista e stai lontano dal Bazar per qualche giorno: i mercanti sono vendicativi con i ladri, ma prima o poi dimenticano anche loro.


    Si sedette sulla sedia vicino alla bancarella di Zimmer, ignorando la presenza del ragazzo con cui si era intrattenuto fino a quel momento. Sembrava che non esistesse più per Bid’daum.

    In verità, nessuno esisteva per lui.



    Attive usate:

    Aggressione spirituale
    Questa tecnica leggendaria permette a due anime rivali di superare le barriere fisiche del corpo e di scontrarsi apertamente. Nel caso particolare, Bid’daum aggredisce con un’emanazione di spirito l’avversario. Lo spirito in movimento è visibile solo agli individui con vista per le presenze spiritiche ed è sotto forma di raggio. L’anima aggredita di solito è colta di sorpresa e le persone in grado di sostenere uno scontro di anime senza soccombere sono veramente poche. La forza distruttrice dello spirito può portare a danni permanenti all’anima del nemico, che si sentirà spossato e profondamente sconvolto da quest’attacco sferrato verso l’ultima frontiera della mente. Nel caso in cui la discrepanza fra le due forze in gioco fosse molto alta, il più debole spesso trova la morte.
    Tipo: attacco
    Consumo: Alto

    Note: È successo quello che è successo perché non hai imbastito una strategia particolarmente accurata e perché la tecnica usata era troppo debole (un misero basso, in una scena libera puoi permetterti di più!).
    Non interpretare le mie osservazioni come critiche, volevo solo farti notare come si reagisce alle richieste di un QM. Questa volta era una scena molto libera e non è successo quasi nulla, ma in una quest potresti ficcarti nei guai se imbastisci delle strategie semplici e poco elaborate.
    Ora che ho finito la paternale, posso dirti che la scena mi ha divertito molto (a dispetto di quello che dice quel briccone di Bid’daum XD). Spero che sia stato altrettanto per te ^^
    Fai pure il tuo ultimo post, poi manderò in valutazione.

    Benvenuto negli Eversori! :epicre:

     
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  10. Astronaut.
     
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    Teso, forse troppo.
    Non era mai stato un ladro, e in realtà non lo sarebbe mai stato, per questo la sola idea di dover rubare un onesto (ma nemmeno un pò) mercante tendeva i suoi muscoli fino all'estremo.
    Lo scagliare quella sua tecnica era stato un diversivo, progettato con la mente ingabbiata da timori del genere, fallimentare.
    Quell'inferno di fiamme che sarebbe dovuto scatenarsi all'interno di quell'aria chiusa era stato estinto dalla poca concentrazione di D., che nel dosare la sua energia s'era trattenuto fin troppo.
    Il diversivo era diventato un innocua pioggia di deboli fiammelle che dal soffito si riversavano su bancarelle vicine, causando pochi disordini e non facendo altro che danneggiare innocenti mercanti che nell'atto dell'eroe terrestre non c'entravano niente.
    Il goblin l'aveva scoperto e lo stava fermando, lo stava per consegnare agli oblii della morte, o ancor peggio costretto all'omicidio.
    La sua inadeguatezza in quel momento, agli occhi di Bid'daum, aveva parlato per lui, e il demone rossastro era intervenuto a riportare l'equilibrio e ad evitare guai al povero, piccolo Dacre.
    Non sapeva cosa il suo non ancora compagno avesse fatto a quell'esserino, che si rannicchiò stringendo tra le mani la testolina verdastra, ma a prima vista sembrava una sorta di pressione psichica, simile a quella che egli stesso era capace di esercitare a comando.
    Con lo sguardo rivolto al demone e il vaso saldo tra le mani, ritornò a passo lento presso la bancarella a cui il suo esaminatore faceva da guardia.
    Felice in volto, scoinvolto all'interno.
    Sapeva benissimo che tutto ciò che era accaduto non era nemmeno per un briciolo suo merito, conosceva la verità dietro lo sguardo severo di Bid'daum.
    Quel volto inumano recava la prova di ciò che Dacre aveva intuito ripensando semplicemente su ciò che aveva fatto, e su come lo aveva fatto.
    Deglutì nervosamente, deluso da sé stesso per essere stato, come poi spesso gli capitava, fin troppo superbo e fin troppo fiducioso di sé.
    Avrebbe voluto stupire Bid'daum, ma alla fine era riuscito a stupire solo sé stesso per quant'era stato immaturo.
    Le parole del Castigo furono immediate e dolorose come un pugno nella pancia, facendo valere il proprio peso nella psiche dell'Elwood.
    Ricordi della sua precedente vita riaffiorarono copiosamente sotto i colpi di quelle frasi taglianti come lame affilate, donando al supereroe sempre più motivi per piangersi addosso.
    Basta, Bid'daum, basta.
    Implorò timidamente con la voce strozzata dalla prepotenza delle lacrime che stavano affiorando sotto le lenti opache degli occhiali.
    Non voleva che qualcun'altro lo giudicasse, bastava già la sua troppo severa considerazione di sé stesso.
    Dacre, per quanto possa importarti. Mi chiamo Dacre, e non ti chiedo di ricordarlo.
    Non te lo chiedo.

    Era conscio che, per il demone rossiccio che altero e superbo riempiva i suoi occhi di H2O, il ricordo di quel ragazzino immaturo e tanto ostinato a dimostrare qualcosa non sarebbe stato altro che una fastidiosa rimembranza di una persona inutile quanto stupida.
    Non spese parole di commiato per separarsi da Bid'daum, né tanto meno si voltò a dargli segni.
    Ciò che vedeva era solo l'uscita, una scappatoia da quel pomeriggio così inutile eppure così pieno di significato.
    Gli Eversori di Merovish erano oramai entrati nella sua pelle, e il loro nome ardeva doloroso nella sua mente.
    Per quanto le voci imponevano a Dacre di rifiutare i metodi di questo gruppo di mercenari, e per quanto Bid'daum gli avesse dimostrato che quelle notizie non erano false, l'eroe era entrato a farne parte.
    Sarebbe stato l'unico vincolo a quella terra, l'unica via di maturare in Endlos.
    Aveva solo paura.


    Ok, grazie per la ruolata :D
    Volevo solo dire che l'impostazione della ruolata del furto è stata puramente voluta, pur essendo io consapevole delle conseguenze.
    Quello a cui tengo di più, e ci si può credere o no, è l'interpretazione del personaggio, e non essendo Dacre abituato a rubare o a creare azioni diversive, l'interpretazione più plausibile era, secondo il mio parere, la più fallimentare possibile, anche visto che Dacre, dopotutto, non è né un ladro, né un assassino, né un mercenario o qualsiasi altra sorta di criminale.
    Lo so che per la sopravvivenza del personaggio è necessario imbastire meglio le azioni, e questa è sempre stata la mia pecca maggiore che poi mi ha portato sempre di più a sviluppare personaggi meno portati al combattimento, ma qui mi sono comportato in questa maniera unicamente per questi motivi e perché poi, essendo una ruolata libera, non poteva succedere niente di grave al personaggio.
    Detto questo, mi sono divertito molto anche perché è servito dal punto di vista della maturazione a Dacre, che ora si mangerà Bid'daum ogni volta che lo vede xD
    Grazie ancora.
     
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9 replies since 20/11/2011, 17:02   159 views
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