[EM] Serpenti sapienti

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    TRUE LOVE IS POSSIBLE ONLY IN THE NEXT WORLD — FOR NEW PEOPLE. IT IS TOO LATE FOR US. WREAK HAVOC ON THE MIDDLE CLASS.

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    "... e quando la bestia finalmente verrà uccisa, il giorno del Raduno verrà,
    il Signore si ridesterà dalle sue ceneri e tutto il creato
    banchetterà con le carni del Behemoth”




    S4Ozg





    Merovish.
    Una città in caos, in preda ad un raptus omicida e autodistruttivo che pareva trascendere i concetti di spazio e di tempo. Un città di nessuno, che per tutta la sua storia aveva visto nascere e cadere ogni volta nuovi dittatori, imperatori, alfieri, re e usurpatori sempre nuovi.
    Una città sull'orlo dell'abisso, che a dispetto di qualsiasi aspettativa, riusciva a reggersi su quel precario, pericoloso, affascinante equilibrio.
    Forse, proprio per quella curiosa caratteristica, era considerata da alcuni come una delle città più affascinanti di Endlos.
    Certo, forse non aveva un raffinato estetico, forse non era popolato da damigelle dalle gonne pompose quanto i loro petti, o da lord orgogliosi e pieni di se più di un pallone aerostatico.
    Ma era sicuramente affascinante. Il Bazar delle talpe, il cuore e l'anima di tutta Merovish. I cunicoli, le sue vene e i suoi capillari. La caverna del Sapere, la mente nascosta di quel titano di roccia e terra.

    Ed è proprio alla caverna del sapere che si spostano i nostri occhi curiosi, precisamente all'entrata, ove due figure si apprestavano a varcarne la soglia per poterne carpire i segreti.

    ”... ti sicuro che questa si chiama 'Sapere'? Me ha sempre inteso 'Serpente'.” mormorò con fare dubbioso il Boggart, mentre si rovesciava dal capo il cappuccio di cuoio che gli copriva il capo.
    SI era chiesto come mai una caverna dovesse avere un nome così strano. "Sapere." I nomi delle caverne Boggart erano molto più fantasiosi. Fin troppo, e qui mi fermo. Potrebbero esserci dei minori che non sanno cosa sia uno sgargatubo.
    Le vesti, leggere, lasciavano scoperte le corte braccia fino alle spalle, lasciando ben visibile il tatuaggio che lo contraddistingueva come uno dei quattro membri anziani degli Eversori, la E speculare.
    Un tatuaggio da lui stesso operato, usando l'antico inchiostro runico che gelosamente si portava dietro da quando aveva raggiunto la maggiore età (quindi, ad occhio e croce, un paio di secoli.)
    Ovviamente l'inchiostro non era ancora stato caricato di magia Boggart, ma quello era solo questione di tempo.
    Non era il solo tatuaggio nuovo sulla pelle del Boggart. Nella mano libera dal Guanto, si potevano benissimo vedere numerosi caratteri neri sulle nocche rossicce, splendenti come un calcio fra i denti.

    E poi successe qualcosa che non accadeva da molto. Il Boggart si stupì. Una volta dentro la caverna, si stupì della quantità immensa di libri che racchiudeva, sotto le sue volte di marmo e roccia.
    Doccioni interi erano stati scavati, secoli e secoli prima, nella stessa roccia della caverna, ricavando scaffali e quant'altro per poter ricavare quell'enorme fulcro di sapere.

    ”Qui lavorato un Boggart, sicuramente. Qualche centinaio, penso. E nani anche. E forse dei Qwart. Ma me no è sicuro di questo. “ commentò, con aria sognante. Quasi quasi si sentiva a casa.

    ”Come noi trova cosa noi cerca?” domandò al collega suo pari, riscuotendosi dalla sorpresa.


     
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    Erano, le Cave del Sapere, un luogo molto apprezzato da Aristotelis.
    Si era recato lì quando incontrò per la prima volta Dracace, e sempre lì era tornato per indagare sui misteriosi reperti che aveva ritrovato in vari luoghi del presidio del Sud; spesso, quando voleva studiare argomenti inerenti la regione di Endlos, passava le ore tra quei scaffali di roccia.
    Stavolta, era lì per cercare qualcosa che potesse fruttare agli Eversori qualcosa di molto importante: una base operativa.

    Sì, Zimmer, Cave del Sapere. Niente serpenti.

    Sbuffò in una minuscola risata alle parole del Boggart, mercante ed uno dei membri più anziani della gilda, come testimoniato dal tatuaggio della E a specchio che portava.
    I due mercenari avevano svolto pochi lavori insieme durante i loro primi mesi all'interno degli Eversori, ma ora le cose stavano cambiando, e c'era bisogno dell'azione combinata di tutti i membri più importanti per ottenere ciò che desideravano.
    E poi, con Zimmer il divertimento era sempre assicurato.

    Impressionante, vero?

    L'oplite vide il compagno meravigliarsi di fronte allo splendore di quella caverna, ed iniziò ad aggirarsi tra i vari scaffali, curiosando tra qualche libro e qualche pergamena.

    Non ci resta che cercare attentamente, soprattutto nell'ala del presidio del Sud. Se il Fato è con noi, troveremo qualcosa d'interessante tra i testi riguardanti le costruzioni di Merovish.

    Il greco si diresse verso una zona meno in vista delle Cave, dove pile di libri antichi e polverosi erano poggiati su un tavolo di legno robusto.

    Anche se, in vero, l'intero Sud è una miniera di sorprese.

    Iniziò a leggere i titoli dei libri che comprendeva, ma molti erano in lingue totalmente sconosciute.

    In ogni caso, necessitiamo di un aiuto.

     
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  3. Zimmer
     
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    ” Niente serpenti...” ripeté poco convinto il buon molliccio, guardandosi attorno e cercando di districarsi in quell'infinità di scaffali e libri che coloravano l'ambiente.
    Se c'era una qualità che Merovish sicuramente aveva, erano i colori. Questa era una qualità molto apprezzata dal molliccio, vissuta principalmente nel caos belligerante del Bazar dove aveva messo radici. Era piacevole ritrovarla anche in quel luogo di sapere.

    ”Bhà. Libri libri libri... in Cunicoli i Boggart tramanda a voce storie e sapienza. Noi no ha bisogno di carta e di polvere.” borbottò, distogliendo lo sguardo. Aveva pur un ruolo da interpretare, no?

    ”Ala presidio Sud? Chiaro.” commentò spiccio, addentrandosi nella caverna cercando il volatile che il greco aveva chiesto. Cosa poi ci dovesse fare un volatile in una biblioteca,m questo non lo sapeva nemmeno il rossiccio, ma non poteva certo definirsi un esperto. Ne di biblioteche ne di volatili, a meno che non fossero Albatros.

    Nel suo girovagare incrociò numerosi studiosi tipicamente Merovishi. In una città come quella chi poteva avere interesse in cultura, scienza, storia?
    Ma i criminali e gli assassini più efferati, ovviamente.
    Con quel libro di botanica ci si poteva ricavare un portentoso veleno. Da quella parte, invece, vi erano alcune piantine catastali, che raffiguravano le abitazioni più antiche e importanti della città, indispensabile per questo o quel furto.
    In fondo quel posto celava un vero e proprio tesoro, e anche se non era tesORO, il Boggart ne riconosceva il valore.

    Mica fessi i mollicci, che credete?
    A parte quando non capivano che “l'ala di una libreria” non era un arto di un volatile, bensì una sezione.

    ”Trovato qualcosa?” urlò ad un certo punto il rossiccio per farsi sentire dal compagno (e attirando l'inimicizia di tutti i presenti. Non si urla in biblioteca ragazzi!), mentre varcava la sezione “mitologie e storie del sud”, più per sbaglio che per un motivo apparente.

    Ma non fu l'unico rumore a squarciare la quiete della lettura dei presenti, quel giorno.
    All'improvviso, all'entrata della biblioteca, si manifestò un gruppetto di umetti che, ad occhio e croce, avevano da poco passato la pubertà.
    Vestiti di pelle, bandane, catene, creste...
    Cavolo, anche a Merovish c'erano dei teppisti anni sessanta?
    Erano una mezza dozzina, armati di catene, coltelli e bastoni.

    ”Ok ragazzi! Fuori dalle palle, questo posto ora è nostro!” esclamò quello in cima al gruppo, anche abbastanza grandicello per la sua età.

    ”E' ora che qualcuno prenda in mano le redini di Merovish!” esclamò un secondo, colto da un improvvisa vena poetica.
    Già la biblioteca non era esattamente pienissima. I pochi che erano presenti levarono le tende, più per noia che per paura.
    Tra questi, ovviamente, non figuravano i due Eversori.


    Stato fisico: Incollume.
    Stato psichico: Regual-
    Energia: 100%
    Equip:
    Il Guanto
    Un piccolo regalino preso in prestito dai suoi fratellini giù nei cunicoli, questo guanto è l'apice della tecnologia dei Boggart. Una delle poche invenzioni che durante il collaudo ha fatto esplodere solo un paio di cunicoli, di cui il secondo solo per la presenza di materiale improprio.

    Il guanto fa convergere le linee cinetiche della materia attorno all'utilizzatore creando uno scudo traslucido che lo scherma da un possibile attacco frontale. Un espediente molto utile per sbalordire gli indigeni e vendergli delle bussole rotte, ma anche per potersi proteggere dalle loro pistole dopo che questi ultimi hanno scoperto che le bussole segnano una il nord, l'altra gli alberi e un altra il sole.
    Particolarmente efficace contro tecniche a distanza, pressoché inutile negli attacchi corpo a corpo.
    Costo variabile

    La Maverik
    La "Maverik" è il più grande successo del Boggart dopo la bussola fluorescente e la lancia senza punta per bambini: una pistola perfettamente funzionante!
    Gli ci sono voluti tre anni per riuscire a sparare un singolo colpo senza che il prototipo gli esplodesse in mano e altri quattro per colpire il bersaglio davanti al mirino e non il passante vestito di giallo che passava accanto a lui durante l'esperimento.
    Poveraccio.
    Comunque: alla fine ci è riuscito! La pistola spara, e anche piuttosto bene. I proiettili vengono sparati da una carica a gas che può essere ricaricata dall'apposita pompetta posta sotto la canna, mentre i proiettili stessi possono essere facilmente riciclati dal Boggart stesso.
    La pistola può portare nel tamburo fino a sei colpi calibro 38.



    Lingua di un Mercante Figlio di Puttana" [Passiva]
    Si può dire che sia la sua più spiccata qualità: sapersi togliere dai guai non usando la pistola, bensì l'arte oratoria.
    Anche se il suo vocabolario non è dei più forbiti o la sua pronuncia la più corretta su tutta Endlos, Zimmer è capace di imprimere nelle sue parole un senso di sicurezza e di veridicità che con gli anni di esperienza come mercante è riuscito pian piano ad affinare.
    Sa sempre trovare la parola giusta nella giusta situazione, riuscendo quando è necessario interpretare il ruolo del buffone o quello del serio.
    L'importante è riuscire a convincere gli altri che quello di cui si sta parlando è vero al cento per cento.






     
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    Non siamo tutti Boggart, Zimmer.

    Commentò sorridendo l'oplite mentre leggeva senza troppa attenzione una pergamena ingiallita.
    Di certo la compagnia era perfetta, quel giorno: il Boggart prometteva sempre divertimento, anche e soprattutto a sua insaputa.
    Era proprio fatto così, quel Molliccio. Un po' strano e con logiche tutte sue, ma estremamente efficace quando si trattava di pubbliche relazioni.
    Ovviamente, non sempre efficace coincide con legale, specialmente quando si parla di Zimmer.

    Così, quando il Boggart gridò dall'altro capo della biblioteca per domandare se ci fossero novità, il greco espresse il suo dissenso per quella mancanza di buonsenso aggrottando le sopracciglia mentre sbirciava le pagine di un tomo molto, molto interessante.
    Tuttavia, qualcosa stava per cambiare.
    Infatti, sei individui evidentemente fuori luogo avevano fatto irruzione all'interno delle Cave, brandendo armi da strada e sfoggiando un aspetto delinquenziale.
    Aristotelis li degnò di uno sguardo, senza cambiare espressione.

    Mmh...

    Quella distrazione non ci voleva: i due Eversori erano lì per svolgere un'indagine seria, non per dover perdere del tempo appresso a dei giovani in fase di ribellione adolescenziale.
    Tra l'altro, anche le loro pretese erano, come dire, spropositate.
    Chiuse, seccato, il libro che stava leggendo, prese un portacandele proprio accanto a sé e, seppur svogliatamente, chiamò il suo compagno.

    Zimmer! Pulizia!

    Poi, con una potenza inaudita, scagliò quel portacandele impugnato poc'anzi proprio in testa a quello che sembrava essere il capo dello sparuto gruppetto, alzandosi poi dalla sedia, senza elmo, né spada, né scudo, né giavellotto.
    In fondo, non ne aveva bisogno.

    Avete sbagliato era per prendere il controllo di Merovish, ragazzini.

    Un sorriso sornione indicava che le cose stavano per mettersi molto male per quei delinquenti scalcinati.
    Molto. Male.

    CITAZIONE
    Equipaggiamento:
    La corazza, l'elmo e la spada corrispondono alle rispettive rappresentazioni.
    Il thórax e l'epibraxiōníos sono i pezzi di protezione del tronco, assai resistenti e molto pesanti, così da poter sopportare anche i colpi più pesanti; il krànos protegge tutta la testa e gran parte del viso, resistente quanto la corazza ma meno pesante in proporzione per non soffocare l'oplite; lo xiphos ha un'impugnatura ad una mano, con una lama di ottantacinque centimetri di lunghezza, affilatissima e molto resistente agli urti, tale da poter sostenere scontri con altre armi.
    Lo scudo, un hoplon acquistato recentemente, si abbina perfettamente al resto dell'equipaggiamento, ed ha un diametro di circa centoventi centimetri.
    Da breve ha acquisito pure un giavellotto, simile alla normale dòry, potendo così riprendere la sua abilità di lanciatore: l'arma ha una lunghezza totale di centonovanta centimetri, con la punta lunga quindici centimetri.

    Passive: +50% Forza, +50% Resistenza, +25% Velocità, +25% Agilità; Immunità Influenze Psicologiche fino a Medio.

    Note: ho citato tutto l'equipaggiamento, tanto chissene frega. :geez:

     
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  5. Zimmer
     
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    E si, era proprio la giornata sbagliata per trovarsi nella Cave del sapere, quel giorno.
    Perchè quello era il giorno che i possenti Kómpra, i cobra dei cunicoli, avevano scelto per far loro la capitale del sud. Un piano architettato nei minimi dettagli, preparato con cura e con passione, dopo notti e notti passate sveglia a valutare la situazione politica di Merovish, dinalmente avevano scelto la loro prima conquista!
    La caverna del sapere.
    Perchè quella caverna? Ma perchè così tutti avrebbero riconosciuto la loro immensa sapienza, ovviamente! Non perchè fosse l'unico posto dove non vi era una altissima concentrazione di assassini. No di certo.

    E ora tremate, al dominio dei Kómpra!
    Si ok, fatelo magari un altro giorno.
    Quello era davvero la giornata sbagliata per assaltare quella caverna. Ma che potevano saperne loro, poverini.

    ”Ahah! Scappate miseri inseUARGH!”
    Il candelabro interruppe quello che prometteva essere un discorso molto, molto toccante.
    Il leader dei Cobra si ribaltò su se stesso, atterrando di culo sul freddo marmo della caverna. Tutti i membri del gruppo fissarono sbalorditi il responsabile di quell'affronto.

    ”Chi...cosa... come hai osato! La pagherai cara!” esclamò il ragazzo, rimessosi faticosamente in piedi in uno scoppio abbagliante di originalità nel comporre le frasi.
    Bene, ora erano sei contro uno. Il primo era disarmato, se non si calcolavano candelabri o altri oggetti contundenti nei paraggi. Gli altri erano armati di spranghe, catene, coltellacci... insomma, armati.
    Non era uno scontro molto leale... poveracci. Ma in fondo loro non lo sapevano con chi avevano a che fare. E Zimmer invece? Che fine aveva fatto?

    La voce di un loro compagno, probabilmente entrato da un altro accesso, si levò da dietro a degli scaffali, accompagnata da diverse risate.
    ”Hey capo! Non ci crederai, qui c'è anche un nano rossARGHcrack.”
    No, ARGHcrack non erano le risate, men che meno il finale della frase.
    Pochi istanti dopo, il Boggart fece la sua comparsa, camminando tranquillamente verso il proprio compagno, trascinando per il colletto quello che sembrava un corpo con una strana protuberanza gelatinosa al posto della testa. Probabilmente, ma questo non potremmo mai saperlo, un tempo li risiedeva davvero una testa.
    I più attenti potranno notare come le mani del Boggart fossero grandi quanto la sua stessa testa, rosse come il fuoco e all'apparenza solide come la pietra.

    Il corpo fu depositato alla bene e meglio fra i due gruppi, mentre il nanetto rosso fischiettava.
    Dispostosi fianco al collega, scricchiolò le dita rivestite dalla roccia runica, provocando un inquietante scricchiolio.
    ”Voi ha tre secondi per andare a fare in c*lo. Me no piace uccidere, ma nessuno disturba Eversore mentre lavora.” commentò, mortalmente serio.
    Era forse la prima volta che si riferiva a se stesso col titolo di Eversore. La cosa gli piacque.

    I simpaticoni parvero non afferrare il messaggio, tanto che uno di loro si scagliò contro il duo, brandendo un coltellaccio da cucina come se fosse una spada laser.

    ”Sig.. umani.”


    Stato fisico: Incollume.
    Stato psichico: Ha appena schiacciato un idiota. Che volete di più?
    Energia: 80%
    Equip:
    Il Guanto
    La Maverik
    Skill:
    ”Lingua di un Mercante Figlio di Puttana" [Passiva]
    ”Stonefist”[Alto]
    Durante la Grande Guerra dei Cunicoli, molti Boggart si sono dati alla sperimentazione dei poteri runici e del loro naturale legame con mamma terra per poter in poco tempo aprire nuovi cunicoli o scavare trincee.
    Zimmer, a distanza di anni, ha perfezionato quel potere runico poco conosciuto, riuscendo a sintetizzare una nuova arma, completamente diversa da qualsiasi altra arma Boggart: gli Stonefist.
    Il Boggart si è tatuato (da solo, come abbia fatto non è dato saperlo) sulle nocche una serie di rune mescolando caratteri della roccia e della lava assieme, che quando attivate permettono di solidificare l'aria attorno alle sue mani formando una lega ad altissima densità simile alla roccia madre presente negli strati più profondi del suolo.
    Questo guanto, forgiato dal linguaggio runico, si ricopre in prossimità delle nocche di apposite borchie, formando così un autentico, grosso tirapugni integrale, vagamente rossiccio, per ovvie ragioni. Finalmente la scarsa prestanza fisica che caratterizza i Boggart non è più un ostacolo, e anche loro possono cimentarsi nella simpatica arte della scazzottata.
    I due pugni, così rinforzati, permettono a Zimmer di poter sferrare dei colpi molto potenti verso l'avversario, mantenendo comunque una discreta velocità di azione, come dei veri e propri tirapugni.
    Costo: alto spalmato su due turni. Ogni pugno utilizzerà un apposito slot tecnica, non sarà possibile sferrare più di un pugno per turno.








    Edited by Zimmer - 23/11/2011, 20:06
     
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    Non c'era che dire: Merovish era certamente una città piena di insidie e pericoli.
    In un battito di ciglia potevi ritrovarti derubato, con qualche osso rotto, preso in ostaggio o, se ti andava male, morto.
    Il problema della criminalità più o meno organizzata era una delle principali cause del degrado del Sud, nonché della sua pittoresca atmosfera.
    Ognuno pensava di avere ragione, la sua ragione, e l'unico modo per dimostrare che i proprio ideali fossero migliori di quelli altrui era ricorrere alla violenza, sottile o manifesta che fosse.
    Forse anche gli Eversori di Merovish seguivano questa logica; però, gli Eversori di Merovish avevano un grande pregio che mancava a molti altri sedicenti aspiranti al potere: un'organizzazione impeccabile.

    Quanta volgarità.

    Questo fu il sarcastico commento dell'oplite alle prime parole di Zimmer. Inutile dire che il Boggart era stato lampante e assolutamente cristallino nell'incitare quel pugno di teppisti a svanire dalla circolazione, così com'è altrettanto superfluo sottolineare che quel gruppo non se ne andò e, anzi, continuò nella sua crociata destinata a fallire miseramente.
    Mentre con la mano destra Aristotelis stringeva lo schienale della sedia dove poco prima era seduto a leggere, il greco espresse il suo apprezzamento per la nuova sorpresa del compagno.

    Complimenti per la magia, Zimm.

    Il sorriso gentile che aveva ostentato fino a quel momento scomparve, per lasciare spazio ad un'imperturbabile espressione di ghiaccio.

    Ora, però, vediamo di muoverci.

    Senza attendere oltre, l'oplite lanciò la sedia contro uno dei delinquenti che stava avanzando contro gli Eversori, mirando in pieno stomaco.
    Sapeva che l'avrebbe colpito. In battaglia aveva affrontato sfide nemmeno lontanamente paragonabili a quella baruffa poco adatta ad un luogo di magnifica cultura come le Cave del Sapere.

    Non ho alcun rispetto per voi, sappiatelo. Ed ora, datemi una buona ragione per non battervi miseramente al suolo.

    Avrebbe concesso l'ultima possibilità di redenzione. Se avessero contraddetto a quell'avvertimento finale, soltanto una severa lezione li avrebbe attesi.

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    La corazza, l'elmo e la spada corrispondono alle rispettive rappresentazioni.
    Il thórax e l'epibraxiōníos sono i pezzi di protezione del tronco, assai resistenti e molto pesanti, così da poter sopportare anche i colpi più pesanti; il krànos protegge tutta la testa e gran parte del viso, resistente quanto la corazza ma meno pesante in proporzione per non soffocare l'oplite; lo xiphos ha un'impugnatura ad una mano, con una lama di ottantacinque centimetri di lunghezza, affilatissima e molto resistente agli urti, tale da poter sostenere scontri con altre armi.
    Lo scudo, un hoplon acquistato recentemente, si abbina perfettamente al resto dell'equipaggiamento, ed ha un diametro di circa centoventi centimetri.
    Da breve ha acquisito pure un giavellotto, simile alla normale dòry, potendo così riprendere la sua abilità di lanciatore: l'arma ha una lunghezza totale di centonovanta centimetri, con la punta lunga quindici centimetri.

    Passive: +50% Forza, +50% Resistenza, +25% Velocità, +25% Agilità; Immunità Influenze Psicologiche fino a Medio.

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    La sedia lanciata dall'oplite viaggiò in linea retta per schiantarsi precisamente alla bocca dello stomaco del poveretto, che perse tutto il suo slancio e si cappottò di peso sul pavimento, scivolando per qualche centimetro ancora. Un rivolo di sangue gli usciva dalla bocca, socchiusa in un ghigno innaturale. Questo, per sua fortuna, non era certo morto, ma per molti mesi avrebbe avuto seri problemi a defecare in posizione consona.
    Poveraccio.

    ”Voi visto tutti si? Lui ha lanciato sedia! Io no ha intenzione di ripagare.” biascicò il rossiccio, guardandosi attorno come per volersi assicurare che nessuno si stesse avvicinando per porgergli un possibile conto.
    Il che, forse, gli salvò il musaccio da un possibile sfregio. Un secondo assalitore, questo arrivando alle spalle, gli stava per saltare addosso.
    Crack!
    Il ventre del poveretto conobbe il simpatico destro del Boggart, ancora rivestito dallo Stonefist. Il corpo del simpaticone si accartocciò convulsamente, mentre scivolava a terra come una marionetta alla quale si erano tagliati i fili.
    Il Boggart si ripulì il pugno dale chiazze di sangue, sperando di non aver ucciso gratis per la seconda volta nella giornata. All'orecchio gli arrivò la frase dell'oplite.
    ”Magia? Puà!” commentò sputando a terra qualcosa di indefinibile e dal colore improbabile.
    (Qualsiasi cosa fosse si animò e sgattaiolò in un angolo, pronto a parassitizzare qualche incauto esserino.)
    ”Magia è per fragili ometti barbuti. Boggart usa alchimia, potere di mamma terra e papà Cunicolo.” borbottò, a mo di spiegazione.
    No, i magi a lui stavano davvero poco simpatici.

    ” Maledetti! Cobra, ritirata!” esclamò il ragazzino. Bisognava dargliene atto, sapeva riconoscere una sconfitta.

    ”23! Tu chiude porte, ora!” esclamò il molliccio verso l'uscita. I poveracci si girarono a controllare chi fosse questo fantomatico 23... forse una guardia del corpo grossa quanto un armadio?




    23, che in quel momento stava facendo l'inventario del magazzino al Bazar delle Talpe, starnutì.


    Quando il gruppetto si rese conto che all'uscita delle caverne del sapere non c'era nessuno, si girarono verso il Boggart, come per chiedere spiegazioni. Ma il Boggart non era più li, ora era molto più vicino e con la pistola Maverik puntata verso i testicoli del capogruppo.
    ”Tu no ha sentito cosa mio compagno ha detto? Ho tu parla o tu muore. Me fa offerta da svenarsi: barba,capelli e sepoltura, tutto incluso. Che tu dice?”

    E il ragazzino fece quello che ogni ragazzino farebbe con una pistola puntata ai gioielli di famiglia: iniziò a sudare.
    ”Cosa diavolo volete da noi? Che vi abbiamo fatto?”

    Il Boggart ghignò, offrendo uno dei suoi sorrisi più sadici.
    ”Greco! Questo no capisce molto bene mia lingua. Tu può traduci si?”
    commentò, in un chiaro invito a somministrare una buona dose di ultraviolenza ai presenti, tanto per convincerli che il 3x2 era un offerta stralimitata.


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    ”Lingua di un Mercante Figlio di Puttana" [Passiva]
    ”Stonefist”[Già pagato]
    Durante la Grande Guerra dei Cunicoli, molti Boggart si sono dati alla sperimentazione dei poteri runici e del loro naturale legame con mamma terra per poter in poco tempo aprire nuovi cunicoli o scavare trincee.
    Zimmer, a distanza di anni, ha perfezionato quel potere runico poco conosciuto, riuscendo a sintetizzare una nuova arma, completamente diversa da qualsiasi altra arma Boggart: gli Stonefist.
    Il Boggart si è tatuato (da solo, come abbia fatto non è dato saperlo) sulle nocche una serie di rune mescolando caratteri della roccia e della lava assieme, che quando attivate permettono di solidificare l'aria attorno alle sue mani formando una lega ad altissima densità simile alla roccia madre presente negli strati più profondi del suolo.
    Questo guanto, forgiato dal linguaggio runico, si ricopre in prossimità delle nocche di apposite borchie, formando così un autentico, grosso tirapugni integrale, vagamente rossiccio, per ovvie ragioni. Finalmente la scarsa prestanza fisica che caratterizza i Boggart non è più un ostacolo, e anche loro possono cimentarsi nella simpatica arte della scazzottata.
    I due pugni, così rinforzati, permettono a Zimmer di poter sferrare dei colpi molto potenti verso l'avversario, mantenendo comunque una discreta velocità di azione, come dei veri e propri tirapugni.
    Costo: alto spalmato su due turni. Ogni pugno utilizzerà un apposito slot tecnica, non sarà possibile sferrare più di un pugno per turno.






     
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    Va bene, va bene, scusa. Complimenti per l'alchimia, allora.

    Con Zimmer bisognava sempre usare le parole giuste. Bastava sbagliare un articolo e quel Boggart avrebbe potuto fare qualcosa di molto pericoloso.
    Come venderti una multiproprietà.

    Sei sicuro che non muoiano, con i tuoi colpi?

    Domandò dubbioso il greco, dopo aver visto gli effetti degli Stonefist usati dal Molliccio; non che il tizio colpito dalla sedia stesse meglio, ma un conto era usare poteri occulti, un altro usare la semplice e pura forza che gli Dèi avevano elargito generosamente all'oplite.
    Almeno, quei criminali da quattro soldi finalmente capirono con chi avevano a che fare, e provarono pure a scappare, se non fosse che Zimmer, con un abile gioco di parole, li confuse al punto da arrivare a minacciare uno di loro puntandogli la sua pistola alle gonadi.

    Non esagerare, Zimm.

    Aristotelis si preoccupò di tenere un minimo a freno il compagno, sempre dal temperamento focoso.
    Avrebbe preferito che quel gruppo di scapestrati fosse riuscito a fuggire, ma ormai il danno era fatto e bisognava concludere in maniera consona tutta quella situazione.

    Facciamo così...

    L'oplite prese la spada lasciata sul tavolo, e la sguainò facendola scintillare sotto la luce irregolare delle Cave.
    La lama era perfettamente pulita ed affilata.

    Voi ci rivelate qualche segreto interessante e noi vi lasciamo andare vivi.

    Un'organizzazione, per quanto inconcludente e indisciplinata, doveva sempre avere un punto fermo sul quale contare.
    Aristotelis sperava che i ragazzetti, spaventati, avrebbero consegnato loro qualche informazione che si sarebbe potuta rivelare utile agli Eversori; che avrebbero, insomma, ceduto il loro punto fermo in cambio delle loro inutili vite.

    CITAZIONE
    Equipaggiamento:
    La corazza, l'elmo e la spada corrispondono alle rispettive rappresentazioni.
    Il thórax e l'epibraxiōníos sono i pezzi di protezione del tronco, assai resistenti e molto pesanti, così da poter sopportare anche i colpi più pesanti; il krànos protegge tutta la testa e gran parte del viso, resistente quanto la corazza ma meno pesante in proporzione per non soffocare l'oplite; lo xiphos ha un'impugnatura ad una mano, con una lama di ottantacinque centimetri di lunghezza, affilatissima e molto resistente agli urti, tale da poter sostenere scontri con altre armi.
    Lo scudo, un hoplon acquistato recentemente, si abbina perfettamente al resto dell'equipaggiamento, ed ha un diametro di circa centoventi centimetri.
    Da breve ha acquisito pure un giavellotto, simile alla normale dòry, potendo così riprendere la sua abilità di lanciatore: l'arma ha una lunghezza totale di centonovanta centimetri, con la punta lunga quindici centimetri.

    Passive: +50% Forza, +50% Resistenza, +25% Velocità, +25% Agilità; Immunità Influenze Psicologiche fino a Medio.

    Note:

     
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  9. Zimmer
     
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    Gli Stonefist, che già prima avevano iniziato a sfrigolare, si dissolsero nell'etere, lasciandolo una leggera nuvoletta di pulviscolo rossastro. Ora le mani del molliccio erano grosse la metà.
    Il dito scivolò con discrezione sul grilletto.
    Certo, era riuscito ad estrarre l'arma, ma riuscire a sparare con quel manoni era un impresa all'infuori dalla sua portata.

    Ora era tutta un altra storia... ma di certo non avrebbe sparato.
    Il piombo costa, e anche tanto ultimamente.
    Ma questo come potevano saperlo quei poveretti?
    Il messaggio era stato spedito, recapitato, aperto e letto.
    Meglio non fare i fighi contro quei due pazzi.

    Il gruppo rabbrividì all'unisono quando l'oplite esibì la sua lama, che proiettava bagliori terrorizzanti per i presenti. Il Boggart ridacchiò mesto. Gli piaceva quel bipede, ed era qualcosa di nuovo.

    ”No, loro no è morti. Almeno, quello li do di certo.” commentò in risposta, indicando con il piede il corpo dell'ultimo colpito dallo stonefist, che ora stava piangendo in angolo, reggendosi la pancia con tutte e tre le mani.
    Forse lo aveva colpito un po troppo forte.
    Il primo invece... bhe, in anatomia il molliccio non era un genio, ma se ti mancava la testa il più delle volte eri fatto.
    E a quel tipo mancava parecchio cranio.

    ”Vediamo di muoverci, me no vuole perdersi incontro di oggi ad arena. Anziani contro serpente.” commentò seriamente il rossiccio.
    Inutile aggiungere che i serpenti avrebbero vinto sempre, ma MAI contraddire un anziano!

    I teppisti comunque sembravano duri di comprendonio. Solo dopo qualche secondi, uno di loro tentò con voce tremante di parlare.

    ”Bhe... ci sarebbe la leggenda del Behemoth ...
    provò, evitando di entrare in contatto diretto con gli altri compagni.
    ” Taci idiota!” lo rimbeccò quello che sembrava il leader, ma non aggiunse altro, vista la generosa palpata ai gioielli con la canna della Maverik.
    ”Tu zitto sta si? Me no ha voglia di sparare te. Per ora.” commentò il molliccio, rivolgendo poi la sua attenzione a quello che aveva intavolato il discorso.

    ”Cosa sarebbe questo...Bemolot?” chiese, sbagliando completamente la pronuncia.
    ”Dice niente a te, Greco?”

    con voce intimorita, il ragazzo proseguì
    ” Behemoth... è solo una leggenda ma.. sembra che le dune dello Yuzrab nascondano la Grande Creatura, il Behemoth, e che questa creatura sia capace di donare il potere di controllare il cielo e la superficie come se fossero una cosa sola...
    E'... è questo il motivo... il motivo per cui noi siamo qui. Volevamo cercare delle informazioni ma...
    la voce gli si ruppe e il ragazzo si chiuse in un silenzio sconfortato.

    Il molliccio diede un occhiata al compagno.
    ”Che tu dice? Noi può essere interessati a qualcosa del genere?” domandò all'oplite. Domanda retorica.
    Cosa ne avrebbero fatto ora i due dei poveri Cobra?

    Stato fisico: Incollume.
    Stato psichico: Ha appena schiacciato un idiota. Che volete di più?
    Energia: 80%
    Equip:
    Il Guanto
    La Maverik
    Skill:
    ”Lingua di un Mercante Figlio di Puttana" [Passiva]







     
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    Le ultime minacce dei due Eversori ebbero la meglio sulla fragile, fintamente coraggiosa resistenza dei ragazzini, tanto che, uno di essi, spifferò qualcosa.

    ... anziani contro serpenti?

    Behemoth?

    L'oplite cercò di scavare nella sua mente, provando a ricordare se avesse già sentito un nome del genere.
    Gli sembrava familiare, ma era un'impressione infondata. Quella parola era una completa novità.

    Mai sentito.

    Il teppistello continuò a parlare, raccontando quella che sembrava essere una storiella presa direttamente dalle tribù di nomadi del deserto.
    Eppure, chi meglio di Aristotelis sapeva che dietro ogni leggenda albergava sempre una piccola verità?
    Quel patetico tentativo di eversione stava rivelandosi come una grande fonte d'ispirazione per il greco ed il Boggart.

    Oh, sì. La cosa è molto interessante.

    Si avvicinò a Zimmer ed al gruppetto, lentamente.

    Spero che abbiate qualche altro passatempo, oltre progettare colpi di stato, perché non vogliamo più vedervi in giro.

    Fece un cenno al Molliccio, intimandogli di abbassare l'arma.
    Quando fu faccia a faccia con il delinquente più avanzato rispetto agli altri, il suo sguardo era lo specchio della minaccia.

    Non mettetevi più tra i piedi degli Eversori di Merovish.

    Pronunciò il nome di gilda infondendogli un peso quasi materiale. Serviva che delle bande del genere si tenessero lontane dalle organizzazioni serie.
    Poi, come a voler allontanare una mosca, Aristotelis indicò loro di andare via.
    Quando l'avrebbero fatto, si sarebbe rivolto a Zimmer.

    Abbiamo qualcosa di nuovo da cercare: Behemoth.

    Senza quei miserabili tra i piedi, la ricerca nelle Cave del Sapere sarebbe stata molto più veloce e, soprattutto, fruttuosa.

     
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  11. Zimmer
     
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    Quella che era sembrata inizialmente una gran rottura di scatole si era risolta infine per qualcosa di molto, molto utile agli Eversori.
    Ora avevano un obbiettivo da cercare in quello sconfinato mare di conoscenza. Era una labile traccia, ma Zimmer sapeva riconoscere una storiella da qualcosa da cui trarre profitto. Era il suo lavoro saper ascoltare e da li trovare gli appigli per guadagnare soldi.

    Mentre l'oplite minacciava morti dolorose e sfighe varie, infatti, il buon Boggart era intento a mormorare qualcosa a bassa voce con uno dei teppistelli, quello stesso che aveva commentato l'attività annunciata dal rossiccio.
    ”Allora noi è d'accordo no? Tu punta centone su anziano, se tu vince io da te mille. Se tu perde, io tengo centone più altri tre. Affare fatto no? Tu mia rovina guarda. Mia rovina...” mormorò, costernato, mentre intascava una borsa piena di monete d'oro. Il ragazzo, tutto contento, si rassettò la tunica e si allineò assieme ai suoi compagni, con un sorriso ebete sulla bocca.
    Che fine aveva fatto il tappo rosso e incazzoso che aveva quasi ammazzato due di loro?
    Sembrava quasi che Zimmer si trasformasse in un altra persona in quelle occasioni.

    ”Bene bene! Visto voi? Voi è bravi ragazzi infondo. Perchè voi vuole giocare a rivoluzione? No è gioco per bene... se voi vuole giocare, voi viene alla Quinta Bolgia! Io li organizza incontri amichevoli, tornei non ufficiali, poker... Se poi voi vuole, io può anche vendere voi qualcosa si? Super scontato si? Da svenarmi proprio.” chiocciò il molliccio, che stava proprio pensando di ampliare le proprie attività. Una bella bisca clandestina poteva rendere davvero molto.

    Dopo essersi schiarito la voce ed essere tornato nel personaggio dell'Eversore, il molliccio li squadrò severamente. ”Voi bravi ragazzi si? Ma no importuna Eversori ancora. Noi è persone molto impegnate, no ha tempo per andare a funerali di bravi ragazzi.” commentò lapidario, prima di lanciare un cenno d'intesa al proprio compare.

    Il gruppo finalmente si decise a levarsi dalle scatole, commentando amaramente quello che era accaduto e trascinandosi via i loro feriti (e un morto acefalo).
    ”E Cobra vanno via... speriamo di no incontrare mai Re Cobra. Me no vuole avere niente a che fare con persone così” commentò il molliccio, senza sapere bene nemmeno lui cosa stesse dicendo.

    Senza dire una parola all'oplite, il rossiccio si voltò e tornò a immergersi in quel mare di libri, cercando la sezione “Leggende del deserto”. Un posto suggestivo del genere sicuramente aveva un reparto simile.
    Chi lo sa, magari avrebbe trovato anche quel libro riguardante le ali. Qualunque cosa servisse.



     
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    Con un abile espediente mercantile, il Boggart si fece amici quei delinquenti, intascando pure dei soldi.
    Quando si trattava di affari, il Molliccio lasciava emergere la sua vera personalità: il mago della truffa.
    L'oplite trattenne a stento le risate, concentrandosi su quello che avevano da fare, e senza pensare al Re Cobra citato da Zimmer.
    Ogni tanto quel nano rosso diceva cose davvero incomprensibili.

    Questa volta dovrebbe essere più facile.

    Seguì il compagno alla ricerca di informazioni, meglio ancora se queste erano sotto forma di storie folcloristiche riguardanti questo fantomatico Behemoth del deserto.

    ~

    Zimm! Vieni qua!

    Questa volta fu Aristotelis a chiamare a gran voce il Boggart, dimenticando l'educazione.
    D'altronde, aveva appena trovato quello che cercavano: una pergamena che parlava del Behemoth, con tanto di mappa con esatta locazione.

    Direi che ci siamo.

    Non potevano chiedere di meglio.
    L'oplite prese la pergamena, infilandola in una tasca del suo mantello, e si avviò verso l'uscita insieme al compagno.
    Una volta sull'uscio della biblioteca, si voltò verso i pochi addetti e presenti nelle Cave del Sapere.

    Perdonate la nostra maleducazione, signori.

    E i due Eversori scomparvero oltre le grandi porte, avviandosi nei cunicoli di Merovish.
     
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