[EM] Face Off

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    Lavora per gli Eversori e gli Eversori si prenderanno cura di te.
    Era, questo, una sorta di patto non scritto nei documenti della gilda di Merovish, eppure valido quanto qualsiasi altro punto del contratto d'arruolamento.
    D'altronde, era importante la cooperazione e fiducia reciproca tra i membri dell'organizzazione, poiché sarebbe stata proprio quella coesione a portare gli Eversori di Merovish lontano, sempre più avanti nella scalata al potere.

    Quella volta, Aristotelis avrebbe aiutato un nuovo membro arruolato pochi giorni prima da Bid'daum: Klaus von Schneider.
    L'oplite aveva dato appuntamento al Mascherato davanti ad una taverna poco conosciuta della città, in modo da poter seguire vie secondarie d'informazione per aiutare Klaus.
    Dovevano agire lontano da occhi indiscreti, vista la situazione: il greco non sapeva tutti i dettagli della situazione, ma sapeva che il Mascherato era braccato da qualche organizzazione, o qualcosa del genere.
    Avrebbe chiesto maggiori dettagli al diretto interessato, al momento dell'incontro.

    Così, aspettò davanti alla taverna, seduto su una grezza panchina di legno e l'elmo posato accanto a lui.
    L'oplite aveva il mantello che nascondeva tutta la sua panoplia, eccezion fatta per scudo e giavellotto; probabilmente, il nuovo Eversore avrebbe riconosciuto Aristotelis proprio per le sue armi.
    Altrimenti, gli sarebbe bastato notare il tatuaggio che questi portava sulla spalla destra, il segno inconfondibile che lo certificava Membro Superiore della gilda.

    CITAZIONE
    Bene, diamo inizio alla scena.
    Primo post assolutamente libero, semplicemente presentati al mio pg e spiegagli cosa hai intenzione di fare.
    Se ti servono dettagli sul mio personaggio, vuoi delucidazioni o hai delle precisazioni da fare, in bacheca risolviamo tutto.
    Buona giocata! :8D:

     
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  2. Neidlos
     
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    E si, doveva ammetterlo, questa volta era stato davvero bravo.
    Amava farsi i complimenti da solo.
    Gratificare se stesso.
    E da quando si era arruolato tra gli Eversori, lo faceva molto spesso.

    Sapeva che far parte di un'organizzazione così potente come quella gli avrebbe portato dei vantaggi. Ma non immaginava l'immediatezza con la quale questi gli si sarebbero presentati.
    Nè, tantomeno, la semplicità - forse apparente - con la quale avrebbe trovato la soluzione del suo problema.

    Già, perchè qualche giorno prima aveva contattato i suoi superiori - odiava quella parola - per informarli della sua necessità di sottoporsi ad un'operazione di chirurgia plastica.
    Si misero subito a disposizione, doveva ammetterlo.
    Gli dissero che avrebbe incontrato un membro anziano della gilda, a Merovish, dinanzi ad una taverna poco conosciuta, per non dare nell'occhio.

    Molto gentili, indubbiamente.
    E il Malkavian avrebbe sfruttato tutto questo.
    Tutto, lo avrebbe spremuto, fino all'osso.

    Ormai aveva fatto ritorno nella capitale del Sud già da una settimana, eppure faceva ancora fatica ad orientarsi, tra cunicoli sotterranei, bazar e tutto il resto.
    Preferiva di gran lunga il Bloodrunner, decisamente.

    Fortunatamente la taverna era davvero poco conosciuta ai più, gli bastò andare dove non ci fosse anima viva o quasi.
    Non gli fu difficile poi, riconoscere il "suo uomo": fisico atletico, scudo, elmetto, tatuaggio simboleggiante l'emblema della gilda.
    Insomma, un vero campione.

    « Salve, devi essere tu il membro degli Eversori giusto? Io sono Schneider...»...disse il Vampiro, con voce roca e graffiata che ne contraddistingueva il timbro covale.

    «...Ti hanno già spiegato la mia situazione e la mia richiesta? Spero sia possibile e spero che possiate darmi una mano in questa storia. »

    Si fermò, le palle degli occhi fisse a scrutare l'altro.
    Era in trepidante attesa, quasi non tratteneva la frenesia.
    Poi, si sedette.
    E sì, infondo, aveva pur sempre mille anni.
    Doveva pur riposarsi un pò.




    Schneider indossa la maschera ovviamente XD. A te :-)
     
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    Aristotelis non dovette aspettare molto, e questo era già un bene.
    Il nuovo Eversore si presentò puntuale alla taverna, senza avere poi troppi problemi a riconoscere l'oplite.

    Il mio nome è Aristotelis.

    Si presentò laconicamente quando Schneider rivelò la sua identità, poiché era impegnato a studiare la figura di quel figuro molto particolare.
    Era alto, molto alto, e portava una maschera che serviva a proteggere dall'aere velenoso, equipaggiamento che il greco aveva visto qualche volta durante il suo soggiornare a Merovish.
    Aveva una voce particolare, abbastanza roca.
    Aristotelis ascoltò quello che il Mascherato ebbe da dire, fissando il vuoto che si creò dinanzi a sé quando Schneider si sedette.

    Non mi hanno detto i dettagli: so soltanto che hai bisogno di cambiar faccia.

    Accentuò le ultime due parole, per poi guardare oltre il vetro della maschera del nuovo Eversore, sorridendo.

    E che hai qualcuno alle tue calcagna.

    Non che l'avere tra le fila di gilda un arruolato inseguito da qualche disturbatore fosse necessariamente un male, o una situazione spiacevole.
    Potevano crearsi tanti espedienti interessanti ed approfittare di questo conflitto che si sarebbe potuto creare.
    In ogni caso, l'importante intanto era permettere al Mascherato di cambiare i propri connotati per sfuggire alle persecuzioni dei suoi inseguitori.

    Ciò che chiedi è possibile, e noi possiamo darti una mano.

    Figuriamoci se a Merovish non si trovava qualcuno capace di modificarti la faccia garantendo la massima discrezione. Non era certo quello il problema.
    Tuttavia, e l'oplite si sarebbe premurato di farlo notare, gli Eversori stavano facendo un favore ad un membro appena entrato che ancora non aveva avuto modo di dimostrare il suo vero talento.
    Certo, il cambiar faccia era sicuramente un passo importante per poter permettersi la massima libertà d'azione, ma non potevano aiutare senza essere ripagati in cambio.

    Ti sia ben chiaro questo, in ogni caso: se noi diamo una mano a te è perché tu lavori per e con noi.

    Gli porse la mano destra, per stringerla in una stretta che valeva più di qualsiasi contratto cartaceo.

    Non dimenticarlo.

    Se Schneider l'avesse stretta o meno, l'oplite si sarebbe comunque alzato e, presi scudo ed elmo, assicurato quest'ultimo dietro la testa lasciandolo penzolante sulla schiena, si sarebbe avviato verso un altro dei vicoli poco affollati di Merovish.

    Seguimi, andiamo a cercare il nostro uomo. E intanto, parlami di te.

    Si sarebbero così inoltrati nel groviglio di strade della capitale del Sud, alla ricerca di un soggetto molto particolare di cui l'oplite aveva sentito parlare sporadicamente da quando si trovava nel presidio del Sud: Il Chirurgo.

    CITAZIONE
    Un po' di amabile conversazione non fa male a nessuno. :geez:

     
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  4. Neidlos
     
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    Perfetto.
    Tutto quanto stava andando per il verso giusto.
    Le parole di quello strano figuro dall'aria epica combaciarono perfettamente con quelle che Klaus aveva immaginato nella sua testa.

    Gli Eversori gli avrebbero fornito le chiavi per aprire le più svariate porte.
    Scorciatoie do ogni tipo, bypassare le inconvenienze della vita su Endlos sarebbe stato molto più semplice, facendo parte delle loro fila.

    E no, il fatto che avrebbe dovuto lavorare per loro, non gli avrebbe creato poi così fastidio.
    Una di quelle cose che si sopportano, quando si ha un fine più grande.
    Un disegno più ambizioso.

    Già, l'ambizione.
    La stava coltivando e facendo crescere, da quando era giunto su Endlos.
    Non se lo sarebbe mai aspettato.

    Non ebbe molto tempo per pensare e riflettere, comunque.
    Il membro degli Eversori si alzò e iniziò a camminare, dirigendosi a passo deciso verso un vicoletto, una stradina semi-deserta nel cuore della città sotterranea.
    Il Vampiro subito lo segui dappresso, tenendo il passo.
    Furono però le ultime parole di quell'uomo, a dargli un pò fastidio.
    Quel "parlami di te" non gli era mai andato a genio.
    Detto da un tizio che aveva appena conosciuto, poi, ancora meno.
    Ma si morse la lingua. Fece buon viso a cattivo gioco e sputò le prime cose che gli vennero in mente.

    « In realtà non c'è molto da dire su di me, ho viaggiato tanto e ho visitato diversi pianeti e dimensioni. Non mi sono mai fermato molto...ma sembra che su Endlos rimarrò per un bel pò. »

    E fu un bello sforzo, credeteci.
    Non aveva detto nulla, eppure, per lui, aveva detto anche troppo.

    Il suo camminare però, era accompagnato dalla cuoriosità di avere maggiori informazioni sull'uomo che avrebbero incontrato. In fin dei conti, nessuno, si mette nelle mani di qualcuno di cui non conosce niente.

    « Ma dimmi...chi questo "nostro uomo"? »

     
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    Non molto da dire, mh...

    L'oplite ascoltò le poche parole pronunciate da Schneider, mantenendo il passo.
    Non gli aveva detto molto, in realtà non gli aveva detto proprio niente: semplici frasi di rito per sviare il discorso. Non che gliene facesse un demerito, per carità.
    Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio recita, d'altronde, un detto.
    Certamente però qualcosa di interessante l'aveva rivelata: era stato su tanti pianeti e tante dimensioni.
    Questo era un discorso ancora poco familiare ad Aristotelis. Esistevano davvero altri mondi ed altri universi? Lui aveva sempre pensato che esistesse solo la Terra, e che vi fossero delle sfere celesti a circondarla, oltre le quali non vi era altro che il nulla.
    Eppure, da quando era su Endlos, sempre più spesso sentiva esseri parlare di altri mondi, di altre galassie, di altri piani d'esistenza, insomma, parlare di un altro mai più raggiungibile o accessibile solo attraverso grandi eventi magnifici.
    Ed il dubbio che anche lui, l'oplite della panoplia nera, fosse rimasto intrappolato in un'altra dimensione lo tormentava ogni giorno sempre di più.
    Forse doveva rassegnarsi e dire per sempre addio alla sua Grecia?
    Mai fu la parola che scacciò via quel triste pensiero.

    Il nostro uomo è un mistero.

    Rispose così alla domanda del Mascherato.
    Effettivamente, neanche lui sapeva molto di questo famoso Chirurgo.

    Ha un alone di leggenda, ma non v'è dubbio che esista veramente. Tutti lo chiamano semplicemente Il Chirurgo, e non esiste intervento che non possa fare, dicono.

    Giravano voci, su questo misterioso dottore: che non fosse umano, non più almeno; che conducesse esperimenti inenarrabili; che avesse occhi e orecchie ovunque; che avesse scoperto il segreto dell'immortalità.
    Tutte storie, probabilmente. Ma quelle storie gli erano valse una certa fama a Merovish, ed ora i due Eversori erano sulle sue tracce.

    Dimmi una cosa: come posso riconoscere i tuoi inseguitori?

    La domanda sorse spontanea all'oplite perché, seppur fosse vero il fatto che stava di proposito percorrendo le strade meno trafficate, le vie erano totalmente deserte, e non esisteva percorso di Merovish che fosse sprovvisto di almeno un passante.

    CITAZIONE
    Un po' di preludio per un po' di azione. :sisi:
     
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  6. Neidlos
     
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    Un chirurgo.
    Bhè, in fin dei conti, cosa diavolo voleva.
    Un'operazione di chirurgia plastica facciale, chi altri avrebbe potuto eseguirla, se non un chirurgo.

    O meglio, Il Chirurgo.
    Almeno, era così che lo chiamavano a Merovish.

    Il tipo degli Eversori, sembrava aver capito l'antifona, smettendo di fare domande personali.
    Quel personale che Schneider voleva tenere personale, appunto.
    Non si infastidì infatti, questa volta, quando l'altro gli chiese dell'organizzazione che gli dava la caccia. Infondo, avrebbe potuto rischiare anche lui brutto.
    E quando si rischia, almeno si vuole sapere qualche dettaglio.

    « Credimi, sono facilmente riconoscibili, puzzano di marcio... »...li odiava, eccome se li odiava.
    Ne avrebbe ucciso uno a mani nude, se solo gli si fosse presentata l'occasione.« ...e poi sono vestiti tutti con un lungo cappotto nero, pantaloni neri e scarpe totalmente bianche. Alcuni di loro indossano occhiali da sole neri. Ma se su di una pistola vedi un simbolo a forma di "T", allora non potrai sbagliare. »

     
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    Schneider descrisse i suoi inseguitori rivelando i dettagli sufficienti ad identificarli, senza lasciarsi scappare l'occasione di riversare tutto il suo odio nelle sue parole; non a torto, pensava il greco, visto che era perseguitato da questi individui, ma in fondo l'oplite non sapeva nulla della storia personale del Mascherato.
    Era quello di Schneider un rancore profondo come quello di Aristotelis verso i persiani, profanatori delle sue terre? O nasceva da un altro seme? Non aveva importanza, in quel momento.
    Continuarono a camminare per una manciata di minuti, quando sei persone uscirono dall'ombra a pochi metri di distanza, tre da ogni lato della strada, davanti ai due Eversori; alle loro spalle, altri tre uomini.
    Guarda caso, corrispondevano perfettamente alla descrizione fornita all'oplite dal Mascherato.

    Penso che siano qua per te, Schneider.

    Il greco squadrò con sguardo interrogativo i sei uomini davanti a lui, mentre si limitò a rivolgere una rapida occhiata a quelli dietro. Nove assassini per un solo fuggitivo.
    Complimenti al Mascherato.

    Devi essere uno importante.

    Sorrise contento: aveva un'occasione d'oro per vedere all'opera il nuovo arruolato.
    Indossò l'elmo, pronto ad ingaggiare battaglia.

    Immagino che non si fermeranno finché non moriranno.

    Non concluse nemmeno la frase che, veloce come un fulmine, scattò verso i due uomini alla sua sinistra.
    Estrasse la spada durante il suo movimento rapido, cosicché arrivò a conficcarla nelle viscere di un membro di quella organizzazione senza che questo avesse il minimo tempo di reazione.
    Subito dopo, si fece scudo con il suo corpo ed evitò di venire colpito dai proiettili che alcuni di quei individui gli spararono contro.
    Senza contare il morto, i sicari che cercarono di occuparsi di Aristotelis erano ora due, mentre i rimanenti sei si concentrarono tutti su Schneider, il loro vero obiettivo.
    Non era proprio uno scontro facile, ma d'altronde non ci si poteva aspettare nulla di meno, a Merovish.
    Come se la sarebbe cavata, il Mascherato?

    CITAZIONE
    Status Fisico: Illeso
    Status Energetico: 90% (1 M)

    Tecnica Attiva: [Attiva Variabile di scatto, sia per la fase difensiva che per quella offensiva: max 5m x Basso, 7m x Medio, 10m x Alto, 15m x Critico]

    Equipaggiamento:
    La corazza, l'elmo e la spada corrispondono alle rispettive rappresentazioni.
    Il thórax e l'epibraxiōníos sono i pezzi di protezione del tronco, assai resistenti e molto pesanti, così da poter sopportare anche i colpi più pesanti; il krànos protegge tutta la testa e gran parte del viso, resistente quanto la corazza ma meno pesante in proporzione per non soffocare l'oplite; lo xiphos ha un'impugnatura ad una mano, con una lama di ottantacinque centimetri di lunghezza, affilatissima e molto resistente agli urti, tale da poter sostenere scontri con altre armi.
    Lo scudo, un hoplon acquistato recentemente, si abbina perfettamente al resto dell'equipaggiamento, ed ha un diametro di circa centoventi centimetri.
    Da breve ha acquisito pure un giavellotto, simile alla normale dòry, potendo così riprendere la sua abilità di lanciatore: l'arma ha una lunghezza totale di centonovanta centimetri, con la punta lunga quindici centimetri.

    Passive: +50% Forza, +50% Resistenza, +25% Velocità, +25% Agilità; Immunità Influenze Psicologiche fino a Medio.

    Note:

    CITAZIONE
    Sicari: 8/9
    vs Ariste: 2
    vs Schneider: 6

    Divertiti ad ammazzarne un paio come preferisci, quindi gestendoteli a tuo sollazzo.
    Cosa importante, però: la superiorità numerica ha il suo effetto.
    In definitiva, descrivi questo scontro considerando anche che rimarrai ferito.
     
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  8. Neidlos
     
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    Le coincidenze.
    Era difficile, incontrarle, quelle maledette.
    Si divertono a prendere in gioco i destini della gente.
    Li manipolano, li rivoltano.
    A loro piacimento.
    Ed in quel di Merovish, le cose non andavano in maniera diversa.

    Lo capì subito Schneider, quando vide ben nove uomini del Tetragrammaton che sbucarono da alcuni vicoletti adiacenti a quello in cui si trovava con il suo nuovo "compare".

    « Porca puttana!!! »

    E sì, non riuscì a trattenersi.
    E le parole dell'altro, dei complimenti, nemmeno lì sentì.
    E per distogliere l'attenzione del Vampiro dai complimenti, ce ne voleva un bel pò.
    Uno importante?
    No.
    Il più importante di tutti.

    Avrebbe voluto tanto essere cullato ancora un pò dalle braccia del suo ego smisurato, ma la situazione era di quelle che non permetteva svaghi di sorta.
    Nove contro due, sarebbe stata alquanto dura.
    Non finì nemmeno di pensare che l'Eversore partì all'attacco, vibrando un colpo di spada ad uno dei sicari, facendolo secco con un sol colpo.
    Mica male, per uno che - a colpo d'occhio - sembrava provenire da un'epoca remota.
    Anche il modo in cui quello evitò i proiettili dei sicari, fu degno di nota.
    In quei pochi istanti, non potè fare a meno di congratularsi con se stesso per essere entrato nella Gilda.
    Se anche gli altri membri si fossero mostrati così validi, ci sarebbe stato materiale con cui divertirsi.

    Già, il divertimento.
    Era da tanto che non lo provava.
    Ecco perchè il suo sguardo si fiondò repentinamente sui restanti sei killer - quelli che puntavano contro di lui - per poi effettuare uno scatto verso destra, per evitare la scarica di piombo che altrimenti avrebbe lacerato il suo amato cappotto nero, oltre che la sua fottuta pelle.

    Veloce.
    Dannazione se non lo fu.
    Forse anche più del Greco.
    Il rumore stridente del fulmineo spostamento venne accompagnato dal dolce suono di morte che i due proiettili di mercurio compresso emisero, dopo essere stati esplosi da Omar e Byron.
    Opere d'arte e d'acciaio.
    Boom Boom.
    E due dei sei sicari finirono al suolo.
    Senza possibilità d'appello.

    Ma vi erano altre cose, oltre al divertimento, che non provava da tempo.
    Il dolore.
    Già, e non fu sorpreso nel sentirlo, proprio in concomitanza di due proiettili che lo colpirono simultaneamente, alla spalla sinistra e al polpaccio destro.
    Quei bastardi non erano certo al suo livello, ma sapevano comunque sparare.

    Si piegò su di una gamba - quella sana -, maledicendo quei vermi e il fato per aver macchiato i suoi abiti di sangue.
    Infine, uno sguardo al "compare". Aveva fatto il figo, ma ora doveva sporcarsi le mani.

    « Hey Greco, che dici...vieni a darmi una mano? Ne ho quattro qui!!! »




    CITAZIONE
    .::Klaus von Schneider::.
    Condizioni Fisiche: Ferite d'arma da fuoco alla spalla sinistra e al polpaccio destro.
    Condizioni Psicologiche: Incazzato e seccato
    Consumi del turno: 10%
    Energia: 100% - 10% = 90%

    Equipaggiamento:
      omar & byron »
      Coppia di pistole in acciaio inossidabile calibro .45 con canna da 10 cm, manico imbottito e rinforzato per un'impugnatura solida dove è possibile ricaricare l'arma con quindici proiettili per volta. Pesa 800 g. L'arma in questione ha una caratteristica fuori dal comune: non spara normali proiettili ma cartucce composte da mercurio compresso, stesso elemento di cui Schneider è pervaso. L'arma ricompone autonomamente ed istantaneamente i proiettili mancanti dall'energia del cecchino tramite spazi appositi situati nella pistola stessa. Ogni proiettile può essere sparato ad un decimo di secondo di distanza dal successivo, intervallo di tempo necessario per permettere all'arma di ricrearne uno nuovo. Ogni colpo ha un valore offensivo pari ad un attacco fisico. In totale il pg dispone di 15 proiettili per duello/quest. Schneider porta le pistole in due fodere che sono attaccate agli avambracci dell'uomo. Con un movimento del polso, il cecchino farà scattare il meccanismo interno alle due fodere, facendo scivolare le due armi, per poi farle sbucare dalle maniche del lungo cappotto nero che il sicario indossa. Per riporre le armi nelle fodere, sarà sufficiente farle risalire con un colpetto sotto le maniche del cappotto, e andranno a posizionarsi di nuovo nei binari appositi legati agli avambracci. Un effetto sopresa, oltre che scenico, davvero niente male.
      [LiNk]

    Abilità passive:
      infallible aims » Anni ed anni d'allenamento nell'uso delle armi da fuoco hanno portato le capacità di Schneider oltre ogni limite dell'umano. Riflessi, rapidità d'esecuzione, precisione chirurgica, velocità nel ricaricare l'arma, il tutto potenziato ed esasperato ad un livello inimmaginabile. Il cecchino può colpire un bersaglio in movimento senza battere ciglio, con precisione chirurgica e millimetrica, anche nelle condizioni più sfavorevoli (di buio o equilibrio precario etc) con colpi curvi carichi di effetto a rientrare o ad uscire. Schneider è il cecchino perfetto. [Mira potenziata; Passiva]

      perfekte gen » L'agente mutogeno Hydrargyros ha cambiato Klaus von Schneider in tutto e per tutto, nella mente come nel fisico. Un mix di doti naturali e doti sviluppatesi dopo il contagio, fanno del sicario il guerriero temibile che è adesso. Schneider possiede una grandissima velocità rispetto ai comuni esseri umani. Grazie agli estenuanti allenamenti nonchè al suo innato talento e agli effetti dell'agente mutogeno, il suo corpo è più agile e scattante, concedendo al cecchino la facoltà di correre, scattare, muoversi, schivare, il tutto ad altissima velocità. Inimmaginabile ed impensabile per un comune essere umano [Power Up passivo +50% Velocità]

    Tecniche:
      schnell blitz » Tecnica di potenziamento della velocità. Schneider può compiere un poderoso scatto in qualsiasi direzione ed, essendo questa una tecnica di potenziamento fisico, accumulando energia e pompando mercurio nelle gambe, il cecchino è in grado di muoversi ad una velocità mostruosa. Non è una corsa a lungo raggio, ma consiste in uno scatto singolo e per questo, Klaus non potrà coprire distanze superiori a 5m x basso, 7m x medio, 10m x alto, 15m x critico. Gli basterà un istante per incrementare la sua velocità. Il movimento - che causerà un rumore stridente quanto roboante - sarà fulmineo e all'occhio altrui sembrerà che il sicario scompaia, per poi ricomparire in una nuova posizione.
      »CONSUMO: Variabile Medio

    Glossa: Penso sia tutto chiaro XD. Dal prossimo post non citerò più per intero le passive e la descrizione delle pistole. A te :-)
     
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    Lo stile di combattimento di Schneider era molto simile a quello dei sicari. Forse il Mascherato non era un semplice perseguitato.
    Il nuovo Eversore uccise facilmente due dei sei che lo circondavano, ma non era invincibile, ed alla fine dovette subire due ferite da arma da fuoco che sicuramente dovevano bruciare maledettamente.
    D'altra parte, nemmeno Aristotelis in quel momento se la stava vedendo bene, in quanto le sorprese non mancavano in quel giorno.
    Così come quei nove assassini erano nati dalle ombre, altri cinque di loro apparirono dal nulla, mettendo in serio pericolo la vita dei due mercenari.

    Maledizione!

    La situazione era critica.
    L'oplite non era in grado di evitare continuamente i proiettili nemici, ed alla fine anche lui venne colpito al braccio destro.
    A causa del dolore bruciante che provò, Aristotelis fu costretto a lasciare andare la spada, ma non volle darsi per vinto: avrebbe combattuto fino all'ultimo, come un vero soldato greco.
    Così, mentre uno di quei maledetti uomini gli si avvicinò, l'oplite ne approfittò per caricarlo con il proprio scudo, spezzandogli tutte le costole.
    Un impatto impressionante.

    Spero tu abbia qualche asso nella manica, Mascherato!

    Purtroppo, anche se Schneider avesse avuto una mossa segreta di indicibile potenza, non sarebbe potuto bastare.
    I nemici erano troppi anche per due come loro.
    Ci voleva un miracolo.

    Non posso morire per mano vostra, ignobili esseri!

    Urlò, trafiggendone un altro con il giavellotto.
    Ormai sembrava tutto perduto, ed un altro proiettile lo colpi al braccio sinistro.

    Ma non poteva finire così. No.
    Il Fato aveva ancora progetti per gli Eversori, per Ariste e per Schneider.
    Grandi progetti.

    Come se il tempo si fosse fermato, i sicari che perseguitavano Schneider si bloccarono. Erano immobili, in svariate posizioni.

    Che diamine sta accadendo?!

    I due mercenari ebbero il tempo di farsi solo quella domanda, per poi svenire in un buio senza fine.
    E prima che la coscienza li abbandonasse definitivamente, potettero giurare d'aver intravisto una figura in mezzo alla strada che ricordava tanto un chirurgo...



    CITAZIONE
    Status Fisico: Ferita d'arma da fuoco ad entrambe le braccia; svenuto.
    Status Energetico: 70% (1 A)

    Tecnica Attiva: [Attiva; Consumo Variabile Alto; attacco a mani nude o con arma bianca in grado di spezzare le difese inferiori al consumo energetico speso]

    Equipaggiamento:
    La corazza, l'elmo e la spada corrispondono alle rispettive rappresentazioni.
    Il thórax e l'epibraxiōníos sono i pezzi di protezione del tronco, assai resistenti e molto pesanti, così da poter sopportare anche i colpi più pesanti; il krànos protegge tutta la testa e gran parte del viso, resistente quanto la corazza ma meno pesante in proporzione per non soffocare l'oplite; lo xiphos ha un'impugnatura ad una mano, con una lama di ottantacinque centimetri di lunghezza, affilatissima e molto resistente agli urti, tale da poter sostenere scontri con altre armi.
    Lo scudo, un hoplon acquistato recentemente, si abbina perfettamente al resto dell'equipaggiamento, ed ha un diametro di circa centoventi centimetri.
    Da breve ha acquisito pure un giavellotto, simile alla normale dòry, potendo così riprendere la sua abilità di lanciatore: l'arma ha una lunghezza totale di centonovanta centimetri, con la punta lunga quindici centimetri.

    Passive: +50% Forza, +50% Resistenza, +25% Velocità, +25% Agilità; Immunità Influenze Psicologiche fino a Medio.

    Note:

    CITAZIONE
    I sicari sono così tanti che ormai non hai nemmeno il tempo di contarli.
    Puoi ucciderne altri due-tre se ti aggrada, poi ricevi altre ferite a tua discrezione ed infine, quando tutto sembra perduto, svieni, intravedendo la figura di un dottore (come questo).
    Allucinazione o realtà?
    Nel prossimo post la risposta. :geez:


    Edited by :^| - 29/11/2011, 00:13
     
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  10. Neidlos
     
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    La morte.
    L'aveva vista in faccia molte vole.
    E sempre da vicino.
    Ma non aveva mai provato delle emozioni.

    Quella volta, invece, di emozioni ne stava provando.
    Eccome.
    Rabbia, delusione, e ancora rabbia.
    Era incazzato nero il Malkavian, lui voleva continuare a vivere, aveva ancora altre cose da fare.
    Troppe.
    I suoi progetti erano ambiziosi. E il suo inserimento ad Endlos era appena iniziato.
    No, non poteva morire.
    E non per mano di quei miserabili, soprattutto.

    Il Greco non se la stava passando molto meglio di lui. Era stato colpito un paio di volte, e con uno sforzo sovrumano stava cercando di non darsi per vinto.
    Encomiabile, da parte sua.
    Davvero.
    Le grida dell'uomo furono come un impulso per Klaus, un propellente, un quid pluris di energia, che lo aiutò a portare un'ultima offensiva.

    « Andate all'inferno pezzi di merda!!! »
    E dal palmo destro del cecchino - che nel frattempo aveva rinfoderato le pistole - si generò una lama di mercurio argenteo, pulsante e sgocciolante, lunga quanto bastava per giungere allo stomaco del sicario che gli si era parato davanti.
    Lo infilzò, senza pietà.
    E dopo quello, anche gli altri due alla sua destra, fecero la stessa fine.
    Sarebbero morti tutti e tre, nel giro di pochi istanti.
    Dissanguati.

    E sì, una gran bella mossa.
    Avrebbe applaudito se non fosse stato per l'altro proiettile che si andò a conficcare nella mano sinistra, perforandola, e per il fatto che i sicari sembravano moltiplicarsi a vista d'occhio, aumentando sempre di più.
    « Sono troppi. »

    Ad un tratto però, qualcosa sembrò cambiare.
    I killer del Tetragrammaton si fermarono.
    Improvvisamente.
    E questo era davvero inspiegabile.
    Lui aveva ricevuto lo stesso addestramento di quei vermi. Sapeva che quei burattini non avrebbero potuto fermarsi, senza averli prima uccisi.
    Non avevano una coscienza, non avevano sentimenti.
    Non provavano emozioni.
    No, non era possibile che si fossero fermati di loro spontanea volontà.

    Avrebbe voluto tanto capire cosa diamine stesse accadendo, ma non fece in tempo.
    Sentì le sue forze svanire, piano piano.
    Poco alla volta.
    Prima di chiudere gli occhi e abbandonarsi al buio, riuscì a intravedere soltanto una sfocata e distorta figura.
    Quella di un chirurgo.





    CITAZIONE
    .::Klaus von Schneider::.
    Condizioni Fisiche: Ferite d'arma da fuoco alla spalla e alla mano sinistra, e al polpaccio destro. Svenuto.
    Condizioni Psicologiche: Nel mondo dei sogni XD.
    Consumi del turno: 20%
    Energia: 90% - 20% = 70%

    Equipaggiamento:
      omar & byron »
      Coppia di pistole.
      [LiNk]

    Abilità passive:
      infallible aims » [Mira potenziata; Passiva]

      perfekte gen » [Power Up passivo +50% Velocità]

    Tecniche:
      hydrargyros » Mercurio, praticamente Schneider ne è pervaso in tutto il suo essere. Essendo stato da bambino una cavia da laboratorio, veniva sottoposto a parecchi esperimenti e, proprio durante uno di questi, ottenne quello che poi è diventato il suo potere più grande. Sopravvissuto ad un esplosione dovuta alla negligenza di alcuni scenziati, venne a contatto con una quantità sproporzionata di mercurio tossico che avrebbe dovuto ucciderlo. Avrebbe dovuto, appunto. Da quel giorno la sua vita cambiò radicalmente. Si accorse che soltando volendolo, era in grado di creare e manipolare il mercurio che come energia vitale scorreva e pulsava dentro di lui. Stato liquido, solido, gassoso e persino sottoforma di energia eterea, il cecchino può plasmare il suo terribile elemento come meglio crede. (Per le materializzazioni liquide e gassose dell'elemento sono necessarie tecniche apposite) Grazie alla sua abilità può creare lame, lame, lance, artigli, sfere, addirittura arti eterei e chi più ne ha più ne metta, dando forma e consistenza al suo elemento corrotto. Ovviamente il tutto secondo la massima corretezza e sportività in-gdr. (Attiva di attacco)
      »CONSUMO: Variabile Alto

    Glossa: Sfruttata la manipolazione del mercurio per creare una lama di livello Alto, infilzando tre sicari. Che dire, mi sto divertendo XD.
     
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    I due soggetti trovati da #3 presentano ferite da arma da fuoco, localizzate nella parte superiore del corpo, eccezion fatta per il secondo paziente, il quale presenta un proiettile nei gastrocnemi della gamba destra.


    Hrrm...

    Attenzione. Il primo paziente sembra aver ripreso conoscenza. Osservare e documentare con attenzione le sue reazioni.

    Aristotelis aprì gli occhi a difficoltà, come se le sue palpebre pesassero tonnellate.
    Si ritrovò sdraiato su un tavolo di freddo acciaio asettico.

    ... dove sono...?

    Parlava a difficoltà, quasi biascicando. Si sentiva drogato, tutte le luci erano confuse, non riusciva a mettere a fuoco ciò che lo circondava.


    Il soggetto presenta dei valori normali, eccezion fatta per l'attività elettrocerebrale, ancora con preminenza di onde theta, comunque in rapida diminuzione.

    Continuava a sentire questa voce, ma c'era troppa illuminazione, le pupille non riuscivano ad adeguarsi.

    Provvedo alla somministrazione di una bassa dose di adrenalina per favorire il pieno risveglio. Osservare e documentare.

    Quello che sentì fu un pizzico al braccio, seguito pochi istanti dopo da un'esplosione di energia.
    Tutto il suo corpo ebbe un fremito, le pupille si contrassero, ogni cosa divenne più chiara.
    Provò a scattare per mettersi in posizione seduta, ma non vi riuscì. Qualcosa lo bloccava all'altezza di polsi, caviglie e addome.
    Inoltre, era senza la sua panoplia.

    Ma cosa... Liberatemi!


    Il paziente sembra essere agitato; nervoso; aggressivo. L'adrenalina somministratagli è entrata in circolo rapidamente. La pressione sanguigna è in aumento; le onde cerebrali rientrano nei valori della veglia. Procediamo con il-

    Fermo, #1. Annulla il protocollo.



    Obbedisco.

    Una nuova voce si era aggiunta: sembrava metallica, quasi finta, ma si poteva percepire un tono umano dietro di essa.
    Anche se di umano, ormai, quell'essere aveva ben poco.


    Buonasera.



    Aristotelis girò la testa verso colui che l'aveva appena salutato.
    Una strana sensazione di sgomento nacque nell'oplite, e non era un fatto da poco.



    Io sono Il Chirurgo.



    ~

    In una stanza illuminata a giorno, Schneider era tenuto in sospensione dentro uno strano contenitore cilindrico di vetro riempito di liquido verdognolo, pieno di elettrodi collegati un po' su tutta la superficie del suo corpo.
    Intorno al cilindro, un via vai incessante di tanti probabili scienziati, tutti uguali tra loro, analizzava risultati, osservava reazioni, studiava dati ottenuti da macchinari di una complessità inaudita.
    Quando digitarono qualcosa su una tastiera, poi, il Mascherato riprese conoscenza, lentamente e progressivamente.
    Avrebbe notato che non indossava la maschera, né i vestiti, bensì era avvolto da una strana tuta aderente nera che lo ricopriva interamente ad eccezione di testa, mani e piedi.
    Risvegliatosi totalmente, scrutava tutto quello che aveva intorno, guardingo.

    Il paziente numero due ha riacquistato conoscenza. Iniziamo il prelevamento del campione.

    Pochi secondi dopo, un ago si sarebbe conficcato nel midollo spinale del vampiro, prelevandogli qualche centilitro di "sangue".
    Schneider non avrebbe sentito alcun dolore.
    Da un altoparlante si diffuse una voce fredda e forse distorta.

    Quando il prelievo è completato, portate il soggetto nelle mie stanze.



    Il Mascherato poteva sentire tutto quello che veniva detto in quella stanza, pertanto farsi delle domande era più che lecito: che cos'era successo, in quella strada? Chi erano quei figuri tutti uguali? E, soprattutto, che diavolo stava succedendo?
    Ad un certo punto, il liquido della capsula iniziò a scendere, mentre gli elettrodi si staccarono e ritirarono.
    Quando i piedi di Schneider poggiarono terra, il cilindro si aprì. Due di quei dottori tutti uguali andarono incontro al vampiro, disponendosi davanti a lui con le braccia incrociate dietro la schiena.

    La preghiamo di seguirci.

    Non aggiunsero altro a quelle parole pronunciate in perfetta sincronia.
    Semplicemente, si voltarono ed incominciarono a camminare, attraversando una porta automatica apertasi appositamente per farvi passare.
    Il Mascherato li avrebbe seguiti. Avrebbe fatto delle storie all'inizio, magari, ma li avrebbe seguiti.
    Superata la porta, si ritrovò in un ascensore sufficientemente ampio per permettere a più di sei persone di stare comode.
    Quando le porte si chiusero, iniziò una discesa che sarebbe durata qualche minuto.

    CITAZIONE
    Zan zan zaaan.
    La trama si infittisce. :geez:
    Descrivi il tuo risveglio e quello che ti pare di tutta questa strana situazione, alla fine questo è un post di transizione. Tieni conto che i tizi tutti uguali sono come quello che hai visto per strada prima di venire, il chirurgo su sfondo rosso insomma.
    Ah, puoi tralasciare le descrizioni di equip, tecniche, status eccetera, il tuo pg scoprirà di essere magicamente guarito dalle ferite.
     
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  12. Neidlos
     
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    A chi non piacerebbe risvegliarsi in un bel letto comodo e caldo?
    Ma a tutti, ovviamente.
    Lo desideravano tutti, anche i peggiori pezzi di merda dell'intero universo.
    E lui, non faceva eccezione.

    Il suo risveglio però, fu tutto, tranne che caldo e comodo.
    Agitazione, curiosità, ansia, incomprensione, stupore.
    Mille e più sensazioni fluttuavano nell'animo corrotto del Mascherato senza maschera.
    Un pò come un Re senza la sua corona.
    O almeno, era così che lui si sentiva.
    In quella capsula cilindrica poi, immerso in quello schifo verde, gli pareva esser una cavia da laboratorio.
    Avrebbe voluto dire: no grazie, ho già dato.
    Se solo avesse potuto parlare, però.

    Già, perchè non ne era in grado.
    Poteva soltanto guardare, osservare e scrutare tutto quello che stava succedendo all'esterno della capsula.
    Un laboratorio, degli scenziati probabilmente, tutti uguali al tizio che avrebbe giurato di aver intravisto prima di perdere i sensi.
    Del Greco invece, neanche l'ombra.

    Soltanto una voce, metallica, senza timbro nè colore.
    Qualcosa di freddo.
    Da penetrarti, sin dentro le ossa.

    Dopo aver avvertito un leggero pizzico alla schiena, la capsula si aprì, risucchiando tutto il liquido verde in un tubo di scarico situato a terra. Gli elettroidi si staccarono dal suo corpo guarito in toto, sanato da ogni ferita, e coperto - lo notò in quel momento - da una tuta totalmente nera, che gli lasciava scoperti soltanto volto, piedi e mani.

    All'invito di quei mingherlini in camice di seguirlo, Klaus non potè fare a meno di acconsentire.
    Era solo, intontito.
    Non riusciva a capire cosa fosse successo nel vicolo, nè cosa stesse succedendo in quel preciso e fottuto momento.

    Li seguì, sospettoso e alquanto contrariato, ma li seguì.
    Infondo, non poteva fare altro.
    In quel momento, era soltanto un Re detronizzato.
    Senza la sua corona.

     
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    Dentro l'ascensore, nessuno parlava.
    Né i dottori -o scienziati, qualsiasi cosa fossero- né Klaus.
    Si udiva soltanto un ronzio molto attenuato, segno che la cabina stava scendendo ad alta velocità.

    Quando la discesa terminò, le porte si aprirono lentamente, facendo intravedere un lungo corridoio illuminato da alcune lampadine a soffitto che irraggiavano una luce fioca che non dava fastidio agli occhi.
    I due gemelli -o cloni, chissà- avanzarono, e Schneider al seguito; percorsi una decina di metri, una grande porta di ferro si stagliò dinanzi al gruppo.
    I dottori digitarono qualcosa su una tastiera numerica posta al lato di quell'ingresso, e attesero. Una luce verde s'illuminò, e la porta si aprì.
    Ci si poteva aspettare di tutto, tranne quello che effettivamente vi era.

    La preghiamo di accomodarsi.

    Proferirono quelle parole sempre in perfetta sincronia.
    Varcato l'uscio, una stanza enorme si presentò davanti agli occhi del Mascherato; le pareti erano tutte di vetro rinforzato, e dietro di esse vi erano un numero imprecisato di capsule cilindriche come quella in cui era stato alloggiato il vampiro, tutte piene di quel misterioso liquido verde e, ciò che veramente rendeva molto terrificante quella sala, ognuna conteneva quelli che sembravano dei corpi, più o meno umani. Alcuni erano più sviluppati, altri erano ancora a livello embrionale.

    Se non fosse stato per quel particolare da scienziato pazzo, il resto si sarebbe presentato come assolutamente normale.
    Tappeti rossi, arredamento in stile barocco, una grande scrivania al centro e tutto ciò che serviva per far sembrare quella stanza qualche ufficio di un politico importante.
    Nel soffitto, un grande lampadario a candele.

    Che dire, se non altro il tutto era molto pittoresco. Anche troppo.

    Schneider!

    Il vampiro conosceva quella voce: si trattava di Aristotelis, il greco.
    L'oplite si trovava al centro della stanza, con tutto il suo equipaggiamento, ed anche lui non presentava nessuna ferita.
    In fondo alla sala, rivolgendo le spalle ai due Eversori, si stagliava l'altissima figura di un terzo individuo.

    Torniamo ai nostri compiti, Signore.

    Senz'altro.



    I due cloni -ora lo si può dir con certezza- si congedarono così dai presenti nella stanza, e la porta si richiuse.
    Il misterioso uomo era ancora intento ad osservare una delle capsule oltre il vetro, pensieroso.

    Vi prego, accomodatevi pure.



    Invitò i due mercenari a sedersi, ma entrambi rifiutarono. Prevedibilmente.
    Schneider non faceva altro che domandarsi chi fosse quel tizio dalla fisionomia a dir poco strana.
    Alto più di due metri e mezzo, con delle braccia lunghissime, così come il collo; la testa, poi, era totalmente glabra e piena di vene rigonfie, ed ancora non l'aveva visto di fronte.

    Ho ragione di credere che voi mi stesse cercando.



    Ascoltando bene quella voce, il vampiro poté constatare che si trattava di quella che aveva sentito nella stanzetta dove si era risvegliato.
    L'oplite non parlava, limitandosi a fissare le spalle di quello sconosciuto.
    La sua espressione lasciava tradire che già sapesse qualcosa.

    Il loro ospite maneggiò qualcosa in una sorta di quadro di comando tecnologico, ed infine si girò.
    Ciò che il Mascherato vide non era per nulla piacevole. E forse avrebbe provato dell'empatia, vedendo come anche l'altro portasse una maschera.

    Voi siete in debito con me, cari signori.



    Si avvicinò alla scrivania, senza sedercisi. Era così alto che, anche da seduto, sarebbe stato impossibilitato nel trovarsi comodo. Tutto quello che era in quella stanza, in effetti, sembrava troppo piccolo per lui.

    Tuttavia, vi pregherei di considerarlo già ripagato.



    La sua voce metallica penetrava dritta nel cervello, come un rasoio.

    Veniamo al dunque, volete? Ditemi per quale ragione stavate cercandomi...



    Allungò le braccia dinanzi a sé, come per un invito ad un abbraccio.

    Ditemi per quale ragione stavate cercando il Chirurgo.



    Probabilmente stava sorridendo, ma come lo si poteva affermare?
    Quella maschera spaventosa non lasciava intendere nessuna espressione.
    Aristotelis rimase ancora in silenzio, guardando ora Schneider.
    Doveva essere lui, a dare delucidazioni al Chirurgo. Anche se aleggiava la netta impressione che non ve ne fosse bisogno, una sfuggente certezza che colui che si ergeva davanti a loro sapesse già tutto.

    CITAZIONE
    Al solito, descrizione di emozioni, sensazioni, pensieri e quant'altro.
    Il Chirurgo non è da prendere alla leggera. :v
     
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  14. Neidlos
     
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    Il viaggio in ascensore sembrava non avere mai fine.
    Pochi secondi, che in realtà sembrarono delle ore.
    Interminabili.

    Quando quello strazio giunse al termine, i due dottori gli fecero strada, accompagnandolo lungo un corridoio, sino all'uscio di una porta.
    Un comando digitato su di un palmare elettronico, e la porta si aprì.
    Quello a cui si accedeva, era una stanza immensa, sfarzosa, una scrivania a dir poco immensa, quadri, tappeti, e tutto quello che si potrebbe immaginare quando si pensa agli uffici dei "potenti".

    All'interno, due uomini. Vide il Greco, del quale aveva perso le tracce in precedenza. Avrebbe tanto voluto chiedergli dove diamine era sparito.
    Se soltanto quell'altro non avesse catturato la sua attenzione in modo così magnetico.
    Un abominio, alto quasi tre metri, braccia lunghissime.
    Con un collo ancora più lungo.
    La sua voce, metallica, era la stessa che il Malkavian aveva udito non appena risvegliatosi.
    Cosa stava succedendo in quel posto? No, non riusciva proprio a capire.
    Aristotelis sembrava sapere, ma non osava parlare.
    Lo guardava in un modo, quasi come volesse spingere lui, ad aprir bocca.
    Poi tutto fu più chiaro.

    L'umanoide, dopo aver dato ai due Eversori il benvenuto, si voltò, e mostrò il suo volto, in tutto il suo splendore.
    Diceva di essere il Chirurgo.
    Una maschera, a coprirne il volto. La sensazione fu tra le più strane. Klaus non indossava la sua.
    Avrebbe voluto riaverla indietro.

    Voleva delle spiegazioni, il Chirurgo. Voleva sapere il motivo della loro visita. E non chiedeva di essere ripagato per avergli salvato il culo.
    No, voleva soltanto delle parole.
    E lui gliele avrebbe date, senza esitazione, senza mostrare timore, stando ben attento però a non sfociare nella mancanza di rispetto e nella spavalderia.
    Aveva un sorta di sesto senso, per certe cose. Quel tizio non doveva essere preso alla leggera.
    « Il mio nome è Klaus von Schneider e sono qui perchè ho bisogno del suo aiuto» guardò il Greco, cercando di incrociare il suo sguardo, quasi a cercare la sua approvazione « o meglio, del suo talento. Dicono che lei sia un chirurgo eccezionale, Il Chirurgo. »Il sua voce nera graffiò ancor di più, pronunciando quella parola, quasi a volerne evidenziare l'importanza e la ridondanza.
    « E a me ne serve uno. »

     
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    Attraverso gli occhialini dai vetri magenta della sua maschera, il Chirurgo studiava Klaus con distacco scientifico.
    In quel momento esisteva soltanto il vampiro davanti agli occhi di quell'essere; d'altronde, aveva avuto modo di interloquire con il greco già prima che Schneider arrivasse. Forse era per quello che Aristotelis aveva un'espressione pensierosa.
    Ma questa è un'altra storia.

    Oh, suvvia, lasciamo da parte le lusinghe, signor Klaus. Non si addicono di certo ad un essere della sua stirpe.



    Quelle parole avrebbero certamente suscitato ben più di qualche dubbio in entrambi i mercenari: "che cosa voleva dire?" avrebbe pensato l'oplite.
    "Come fa a saperlo?" sarebbe stato, invece, il pensiero del vampiro.

    Osservate ciò che vi circonda, oltre le pareti.



    Li riscosse così dal loro cogitare, incrociando le braccia dietro la schiena e dando loro le spalle nuovamente.
    Si allontanò da loro di qualche passo.

    Vi sembra tutto ciò, forse, l'opera di un mero chirurgo?.



    Accentò gli ultimi due vocaboli quasi con disprezzo, facendo roteare in aria una mano con un gesto molto teatrale.
    Quello era il suo palcoscenico, e gli Eversori erano i suoi spettatori.

    Io sono molto, molto di più.
    Io sono un genio.



    E stavolta rise. Dopo una pausa di pochi secondi, ma rise. In maniera agghiacciante.

    Ciononostante, va bene lo stesso. Potete chiamarmi semplicemente "il Chirurgo", se lo preferite.



    D'altra parte, lo era pur sempre stato.

    Non tergiversiamo oltre. Voi siete qui per un favore, e lo avrete.



    Riavvicinatosi alla scrivania, premette un tasto nascosto, e un rumore di marchingegni in attivazione provenne dal soffitto.

    Ovviamente, dovrete ricambiare la cortesia, signori.



    Con un clack secco e potente, il lampadario del soffitto scomparve, venendo sostituito da una diavoleria meccanica assolutamente incomprensibile a Klaus, figuriamoci ad Ariste.
    Ciò che risaltava di quel macchinario, però, era una sorta di calco in plastica di un viso, trasparente e con dei lineamenti generici.
    Il Chirurgo si avvicinò alla struttura tecnologica, che si trovava al centro della sala.
    Digitò delle lettere su uno schermo touch, ed un lettino apparve dal pavimento.

    Lei vuole una nuova faccia, von Schneider, ed io gliela darò. L'operazione non sarà né indolore né breve, ma il risultato è assolutamente indiscutibile.



    Era come se il Chirurgo sapesse tutto, chi era veramente Klaus e cosa volesse da lui.
    E qualcosa lasciava intuire che l'essere a conoscenza di tutto ciò non fu grazie all'oplite.

    Avrebbe aspettato che il vampiro si fosse sdraiato, per poi fare una domanda essenziale.

    Ha delle preferenze, signor Klaus?



    Quando l'avrebbe guardato dal basso verso l'alto, sdraiato su quel letto d'acciaio, il Mascherato avrebbe provato un timore antico.

    CITAZIONE
    Beh, non c'è molto da dire: digli come vuoi la faccia. :geez:

     
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19 replies since 24/11/2011, 21:56   309 views
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