Bianchi Presagi

[LAM]|[EM]|[LC]

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    Viaggiatore dei Mondi

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    Nelle terre del nord tutto è gelido e inospitale, “come il cuore della gente che vi abita”, sussurrano alcuni... ma se percorrete le vie di un qualche insediamento durante una tormenta di neve, non è raro imbattersi nella ruvida ospitalità dei residenti, ed è facile scoprire che le dicerie sono infondate. Perché, infondo, la gente è uguale a quella di un qualsiasi altro villaggio... indipendentemente dall’altitudine in cui sorge.

    Tutti sono un po’ più burberi e sbrigativi -senza particolare simpatia per gli inutili convenevoli-, ma sono disponibili e gentili quanto basta nell’indicarvi la via verso una buona locanda, oltre che onesti e disinteressati nel dispensarvi consigli su come è meglio comportarsi per tenere sottocontrollo le rigidità del clima e tutto il corollario di inconvenienti che ad esso si ricollegano.

    Avete viaggiato per tutto il giorno -ciascuno in compagnia dei propri pensieri, ognuno seguendo i propri programmi-, e quando finalmente giungete in vista del villaggio di Rivethold è già pieno pomeriggio, sebbene le ombre della sera siano già lunghe, tanto nere e fitte da sembrare già notte: dopotutto, si sa, fa buio presto nel settentrione, durante l’inverno...

    Al vostro ingresso in città non avete incontrato controlli di sorta: infondo, si tratta di un modesto insediamento dalla struttura spartana, arroccato a ridosso dei monti, a pochi metri dal fiume perennemente ghiacciato da cui prende il nome; essendo nato intorno ai campi-base dei cavatori di pietre, non ha grandi lussi da offrire, ma questo offre il convento e siete più che disposti ad arrangiarvi per una notte o due se questo può evitarvi grane, pericoli, ed intemperie.

    Così, eccovi qui... ognuno nei pressi dell’unica taverna della città:
    il Piccone Spezzato.



    Straight to the Point

    Con mille e più scuse per il ritardo, eccoci ai primi scambi di convenevoli :grab:
    Vediamo cosa far fare ai vostri personaggi più nel dettaglio :woot:

    Dra31
    Ora che sei sul posto, sai che il clima del Nord è ben più rigido di come te l’hanno descritto: infagottato in un paio di tuniche di lana e avvolto in un bel mantello non puoi che provare nostalgia del caldo torrido della tua Merovish, ma -come ti sei ripetuto in questi giorni- “il lavoro è lavoro!”, e se puoi acquistare a poco prezzo delle statue scolpite da un artista del luogo (poco famoso ma dotato di molto talento) con il marmo dalle vicine cave del Koldran... beh: perché non inseguire l’affare?
    Incontrerai il tuo contatto l’indomani; intanto hai affittato una camera al piano di sopra-piccola e pulita- per una settimana, hai pranzato bene, e ora ti attardi nella sala comune con un buon bicchiere di vino speziato, godendoti il calduccio del camino scoppiettante e osservando le attività di quelli intorno a te...

    Yoshikage Kira
    Non hai dimenticato perché ti trovi in quel villaggio dimenticato da dio e dal diavolo: sei diretto a Najaza, la capitale del Nord, per andare ad eseguire uno dei tuoi “lavoretti su commissione” procuratoti da J. E’ per lavoro. Solo per lavoro.
    Anche perché -diciamocelo- il posto è frequentato principalmente da uomini, e con le mani screpolate della locandiera, arrossate dal freddo, dalle dita tozze e gonfie e piene di calli, ti è proprio impossibile svagarti: meglio concentrarsi sul “dovere” quando non c’è “piacere” all’orizzonte. Molto meglio.
    Quando sei entrato dalla porta principale -che collega il portico esterno alla sala comune che funge da ingresso- pochi sguardi si sono sollevati su di te, prima di tornare ad ignorarti, dirottati alle loro occupazioni; tanto non fa differenza: si dimenticheranno presto di te.
    Non ti resta che raggiungere il bancone e chiedere una stanza per la notte.

    Jirachi86
    Le sconfinate e scintillanti lande dell’Etlerth ti hanno sempre affascinato, per questo -nonostante il gelo assiderante- hai scelto di farne la meta della tua “vacanza”... non che possa definirsi tale, naturalmente, ma dopo quanto è successo durante la tua ultima missione (la morte di Anthea), hai sentito davvero l’intimo bisogno di prenderti qualche giorno di pausa dal servizio nella LAM per riflettere, staccare da tutto, e trovare un po’ di pace nella meditazione solitaria... e tutto quel candore -bianco a perdita d’occhio!- ha la capacità di rasserenarti: è terapeutico!
    Eppure, il lavoro sembra non lasciarti in pace nemmeno lì: strane voci corrono insieme alle carovane, e il tuo senso del dovere non ti ha permesso di ignorarle... hai sentito parlare di una specie di obelisco sorto dal nulla in mezzo ai ghiacci, e di misteriosi incappucciati avvistati nei pressi campi e sorgenti -ancor più misteriosamente rivelatisi marciti e avvelenate- di diversi villaggi.
    Così sei giunto a Rivethold -luogo dell’ultimo avvistamento- in cerca di indizi, e nella notte fredda e silenziosa calchi le strade deserte; in lontananza -una ventina di metri più in là- noti le luci di una taverna: lo stemma sembra raffigurare un piccone.

    Astronaut.
    Un posto vale l’altro quando sei un supereroe disperso in un mondo alieno... perché, dopotutto, ogni luogo può avere bisogno di te. Ti sei accodato ai tipi strani che hai incontrato nei mercati dell’Est, perché erano diretti a Nord, ma li hai persi in mezzo ad una tormenta in cui non sai dire come sei sopravvissuto, e così eccoti di nuovo a zonzo da solo per la dimensione di Endlos.
    L’unico riferimento geografico che hai trovato in tutto il biancore accecante della tundra è stato il grosso fiume ghiacciato sopra cui hai preso uno scivolone, e -seguendo la logica- hai iniziato a risalirne il corso alla ricerca di qualche centro urbano; quando hai scorto quel piccolo insediamento dagli edifici squadrati in lontananza stavano già calando le tenebre, e credendo di poter trovare un posticino caldo e confortevole dove passare la notte hai continuato a camminare.
    Ora percorri le strade deserte della città, e una trentina di metri più in là noti le luci di un qualche locale cittadino; stai per dirigerti in quella direzione quando l’urlo spaventato una fanciulla attira la tua attenzione sull’altro capo della piazza principale in cui ti trovi... A quanto pare, a qualcuno serve un’eroe!

    Interpretate la vostra situazione; l’unico avvertimento da tener presente è che,
    trattandosi del primo post utile per “ambientarvi”,
    non potete allontanatevi dalla vostra posizione cambiando zona.

    La scadenza è fissata per venerdì 2 dicembre, compreso;
    per ogni domanda, usate la bacheca :grab:



    Edited by Madhatter - 26/11/2011, 20:29
     
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  2. Harium
     
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    Freddo avvolgente, schiaccia questa coscienza.
    Strazia il mio animo afflitto. E forse questa candela che brilla da miliardi di anni si spegnerà in silenzio.

    Le distese ghiacciate ricoprivano il mondo. Il candore glaciale abbracciava nella sua fredda morsa tutto il paesaggio. Il gelido Nord, punta estrema delle terre conosciute di Endlos, giaceva nel suo sonno perenne. Dall’alto dei cieli tutto quel territorio sembrava immutato e immutabile.
    Solo la piccola ombra del Drago macchiava il niveo terreno.

    Il sole sorse, giunse allo zenit e calò dietro le montagne. La lunga notte nordica portava con sé il benestare delle stelle. Lo scintillio di quei granelli di luce tappezzò la volta celeste.
    Harium volava da troppe ore, ormai. La sua vista si stava offuscando e il freddo – prima pungente come una pioggia di chiodi – si stava smorzando progressivamente. L’insensibilità sarebbe presto giunta, seguita dall’assideramento.

    Era questa la fine dell’Astro Vagante? Sarebbe morto al cospetto delle stelle, testimoni del suo infinito viaggio nell’Universo?

    No, non era quello il giorno. Non poteva voltare le spalle ad una realtà che aveva ancora bisogno di lui.

    Rifiutò la morte, almeno per il momento.

    Planò dolcemente verso un villaggio illuminato debolmente da qualche lanterna. I comignoli spargevano l’odore della legna bruciata e del carbone nell’aria sovrastante. Il Drago tossì.

    Atterrò sul limitare del centro abitato, ripensando alle poche informazioni che aveva raccolto.

    Un obelisco sconosciuto e persone incappucciate che avvelenano tutto al loro passaggio. Rivethold, dovrebbe essere questo il posto. Ora ho bisogno di un posto caldo in cui riposare. Meglio coprirsi per non dare nell’occhio.

    Indossò la sua mantella nera che lo avvolse come una seconda pelle. Camminò per le strade del villaggio, sentendo con il suo Sesto Senso le energie di tutti gli abitanti. Il suo occhio mentale trovò un posto particolarmente gremito di gente e puntò in quella direzione, intuendo di cosa potesse trattarsi.

    Raggiunse la taverna, che esponeva un’insegna vistosa davanti all’uscio. Si decise ad entrare, non potendo più sopportare quel tremendo freddo che lo aveva condotto ad un passo dal suicidio.



    Passive:

    Ali Spirituali
    Harium possiede delle ali che consentono il volo (limitato nei combattimenti ai 5 metri di altezza). Queste ali sono intangibili e olografiche e perciò non possono nè attaccare nè difendere il personaggio, ma nemmeno essere ferite o manomesse.

    Mente Spettroscopica
    La mente di Harium possiede un sonar energetico che gli ha permesso di orientarsi nell'Universo captando le energie circostanti. Tuttora il drago possiede questa abilità che gli permette di sentire la presenza e la posizione di energia in qualunque forma essa si presenti nel raggio di 30 metri. Il personaggio riesce ad analizzare il tipo di energia avvertita e l'intensità della stessa attraverso questo Sesto Senso.
     
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  3. Yoshikage Kira
     
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    kirapost

    kiraprofilo4

    There are plenty of w a y s that you can hurt a man.
    And bring him to the ground.

    You can beat him
    You can cheat him

    But I'm ready, yes I'm ready for you

    O U T of the doorway the bullets rip

    POST ATTIVO

    Ti piaceva viaggiare Kira, dicevi che era sempre meglio che dover combattere; la tranquillità del muoverti da un posto all'altro, sebbene carica, al raggiungimento della meta, d'una certa stanchezza, lasciava in te un profondissimo senso di tranquillità e pace. Forse per questo adoravi muoverti da un presidio all'altro, oltre che per uccidere le tue vittime ma, ancor più, per sentirti ripagato da una dolcissimo languore. Eri fatto così.

    Anche se il Nord ti fu sgradito, a dire il vero. Non appena vi mettesti il tuo piede, t'accorgesti che gli abiti scelti per quell'evenienza non erano assolutamente adatto: giacca e pantaloni neri con motivi a croce greca, una camicia azzurra e una gravatta rossa con sopra un teschio di volpe; anche la tua bombetta non copriva adeguatamente i capelli che, per l'occasione, avevi deciso di rasare. Per tua fortuna la gente del posto non sembrava così ruvida da lasciarti fuori a morire, e qualcuno, benevolmente, ti aveva donato una giacca di pelle e pelliccia, che ti avvolse nel più caldo degli abbracci che potevi, in quel momento, ricordare. Eri così assurdamente allegro, con un sorrisetto sul viso di chi sta andando a riscuotere un premio ch'era follia sperare; e la tua mente era ancora lontana, rivolta alle mani di quella giovane donna che t'avea commissionato un omicidio. T'eri fatto chiamare Dio Brando, e la cosa in parte ti dava una certa autostima: un nome altisonante, e curiosamente orgoglioso, che portasti con tanta vanagloria, che potevi tranquillamente dire d'averlo sempre avuto. Così proseguendo per la tua strada, senza alcun timore, ti guardavi attorno. Sì, perché fatti aizzare come mercenario contro qualcuno era la scusa più banale di questo mondo per poter affondare le unghie nella carne di qualche giovane donna; ed eri al Nord, dio santo, e t'aspettavi di veder uscire qualche valchiria in armatura e spada, e ciò nonostante con le sue forme tutte prorompenti e al posto giusto. Ma, almeno su questo, ti dicesti deluso: c'erano per lo più uomini, lì. E forse anche qualche donna, che scambiasti per dei maschi all'inizio. Cribbio, pensasti, pure i nani hanno delle sventole al confronto di questi. Eppure, ti tornò in mente che la bellezza non era che un metro disguale e arbitrariamente inesatto per definire, a priori, ciò che era godibile da quanto invece no; e tu non eri diverso, se è vero il detto "è bello ciò che è bello, ed è bello ciò che piace". A te piaceva uccidere, quindi dovremmo supporre che ammazzare donne sia sinonimo di bellezza?

    E in quel posto, di rimando, non avresti incontrato che brutture e orrori indicibili. Quindi, forse, valeva la pena concentrarti sul tuo incarico: qualche donnicciola appetibile da maciullare potevi rispescarla in molto momenti, su questo non avevi il benché minimo dubbio. Con questi pensieri attraversavi la Locanda, che si apriva a te come un panorama disegnato su tela da un pittore cieco. Sì, al di là della metafora, per ogni tuoi singolo e personalissimo punto di vista, delineasti, qual prima impressione, che solitamente era sempre quella giusta, d'aver appena messo piede in un letamaio. Merde a destra e a manca, quasi ne sentivi il fetore: come quando entravi negli appartamenti delle tue vittime, annusando l'aria appestata dagli odori dei cibi cucinati. Ecco, adesso respiravi quello più il lezzo dello sterco. E per qualche istante, ti sembrò che sagome nere e spiroidali, sedute su sgabelli, sedie, e attorno a tavoli logori, ti guardassero come fossi un loto in uno stagno. Fu solo scacciando quella squallida sensazione che ti fu possibile guardare meglio la realtà, ma ciò non toglieva che se non eri cicondato da feci - fisicamente parlando -, le reputasti tali lo stesso. E quanta fatica che ti costò accostarti al bancone, volendo chiedere una stanza.

    Eri troppo stanco per pensare, e sperasti di non dover ricevere brutte sorprese. Il tuo Killer Queen, perennemente al tuo fianco, ti guardava con aria dubbiosa, esprimendo per te quelle sensazioni che non potevi sputare in faccia alla persona con cui stavi parlando. Ah già, giusto: potevi farla saltare in aria. Non era un cattiva idea, l'avresti segnata poi sul tuo libricino nero delle cose da far esplodere. Magari avresti calcato e sottolineato più volte, giusto per rimarcare la proprità della cosa.

    Ancor prima di ricevere risposta, immaginavi quando finalmente saresti giunto alla camera da letto, dove ti saresti buttato sul letto senza spogliarti. Troppo assonnato, troppo affaticato. Il viaggio era stato lungo, perché eri prima tornato a Laputa dal Pentauron, e subito dopo avevi dovuto prendere il primo volo dal presidio errante per il Nord. Senza togliere, poi, il resto del tratto! Eri pronto a crollare, senza il tempo di fare le tue flessioni solite e abitudinali, ma che importava... Domani, già nei tuoi pensieri, t'attendeva con un nuovo giorno...
    di s a n g u e.


    INFO VARIE
    Ferite nessuna, in perfetta forma.

    Mana & Consumi 100%

    Famigli
    Killer Queen: Di tutti gli Stand manifestati da Kira, Killer Queen è quello che ha incalanato tutte le sue capacità sia offensive che difensive, divenendo di fatto l'unico a venir potenziato da LaFreccia. Lo Stand ha forma umanoide e presenta un fisico muscoloso, avete testa rassomigliante a quella di un gatto o un felino, mentre gli occhi sono a fessura come quelli di un rettile. Le pupille sono di color sangue, mentre tutto il corpo sembra fatto di bianco avorio. Presenta emblemi a teschio di volpe sulle spalle, sulla cintura, sui guanti e i calzari in pelle nera. Le zone dei bicipiti e dei polpacci presentano delle linee orizzontali, mentre spalle e ginocchia sembrano rispettivamente delle spalliere e ginocchiere, nonostante una parte di esse sia parte integrante del corpo dello Stand. Inoltre, lo stomaco è completamente vuoto e può contenere al suo interno piccoli oggetti o minute creature, mentre non presenta artigli o zanne di sorta, né pare dotato di parola. Killer Queen è in tutto e per tutto un famiglio, in quanto tale può eseguire attacchi fisici o porsi a difesa del suo Portatore; poiché lo Stand e Kira sono una cosa sola, eventuali danni a Killer Queen si trasferirebbero su Yoshikage in egual misura.

    Stray Cat: Nonostante Kira non sia più capace d'avere numerosi Stand al suo servizio, non sussiste obbligazione che gli impedisca di farsi aiutare da un'altro Portatore. Nel suo caso, vuoi per fortuna o per destino, Stray Cat si è rivelato nel tempo un prezioso alleato.
    Ha la forma di una pianticella, sebbene numerosi tratti somatici siano quelli di un felino: occhi, orecchie, naso. Una pianta gatta, ecco cos'è. Impossibilitato a muoversi, ma solo ad arrampicarsi, e necessitando di luce per agire, Stray Cat non è adatto al combattimento diretto e non può quindi effettuare nessun attacco fisico. Per dimensioni, non supera il ginocchio di un bambino, ed era in origine un gatto persiano... alla cui morte, accidentale, subentrò il suo Stand che, fondendovisi, lo strappò all'oblio. Fu trovato da Kira, verso cui nutrì subito simpatia e affetto. Per tale motivo, si dimostra aggressivo verso chiunque minacci il suo padrone!


    Equipaggiamento
    LaMaschera: trattasi di un oggetto particolare cui Kira è entrato in possesso in circostanze misteriose. Quasi attratto dallo stesso Yoshikage, il dardo lo trafisse al polso risalendo poi per il braccio fino al suo collo. Momentaneamente ucciso, l'uomo sembrò perdere ogni capacità motoria, salvo poi risvegliarsi il giorno dopo profondamente cambiato. LaFreccia, infatti, ha il potere di risvegliare nelle persone abilità latenti, o potenziarne se ne possiede di proprie; nella maggior parte dei casi, tale processo provoca la morte di chi non è mentalmente preparato. Fu difatti il dardo a frasformare definitivamente Kira, donandogli i suoi poteri attuali, ma estito il suo compito, LaFreccia non divenne nient'altro che un inservibile cimelio [Oggetto Reliquia].

    Semi: nient'altro che una banale manciata di sementi, chiusi in un barattolo che Kira porta sempre con sé. Ve ne sono all'interno circa una trentina [Oggetto].

    Abilità Passive
    A Kind of Magic: LaMaschera ha la facoltà di cambiare l'aspetto di chi la indossa, così come questi preferisce. Potrebbe cambiare il viso, il colore o la lunghezza dei capelli e degli abiti, oppure la voce stessa del Kira; l'oggetto non può invece variare la sua altezza, il suo peso, e presenterà sempre alcuni particolari comuni anche al corpo originale: i simboli a teschio di volpe sono un esempio lampante. Il potere, inoltre, non concede di modificare l'aspetto in forme o maniere che possano, nel caso, dare un vantaggio tattico in duelli o simili [Passiva Trasformazione ].

    Another One Bites the Dust: Kira, da sempre ossessionato dall'idea d'essere scoperto, non ha impiegato molto tempo a maturare un vero accanimento per la segretezza sia della sua identità che della propria persona. LaFreccia, amplificando esponenzialmente questo suo desiderio, ha esaudito il suo desiderio in qualcosa che si potrebbe definire, a tutti gli effetti, una Immortalità. Nella fattispecie, Yoshikage è in grado di creare una forma miniaturizzata del suo Stand Killer Queen e, facendolo esplodere, è in grado di riportare le proprie condizioni di salute ad uno stato ottimale: quasi il tempo relativo, cioé solo quello che riguarda il Portatore, venisse portato indietro di poche ore o di qualche giorno. Qualsiasi persona coinvolta nell'esplosione non subirebbe nessun danno (questo potere è utilizzabile solo in Scene GDR, Quest o a fine duello) [ Passiva Immortalità ].

    The Invisible Man: Yoshikage non è certamente un'uomo che ama la notorietà, anzi egli la evita più che può. Difatti, è naturale che chi abbia a che fare con lui si ritrovi, presto, a ignorarlo o a lasciarlo stare. Può sembrare un'assurdità, ma è come se Kira incutesse una specie di malia nel prossimo: non una che attragga gli altri, ma che bensì renda difficile loro considerarlo troppo a lungo d'interesse. Persone che l'hanno conosciuto faticheranno a ricordarne il nome o l'aspetto, mentre eventuali nemici, se non in possesso di difese adeguate, troveranno difficile tenerlo d'occhio (il potere è soggetto anche e non solo all'interpretazione di chi la subisce). Tuttavia, è bene specificare che in caso di azioni eccessivamente eclatanti, la suddetta passiva verrebbe meno (idem in duello) [ Passiva Inosservato ].

    Innuendo: prerogativa di uno Stand è quella di poter essere visibile esclusivamente a chi possiede uno Stand a sua volta. Nella fattispecie, Killer Queen - e la sub creatura di cui dispone, Sheer Heart Attack - risultano invisibili ai sensi del nemico, che sarebbe per tanto ignaro della loro presenza. Tuttavia, qualora l'opponente possedesse un potere psichico degno di nota (vedi auspex) potrebbe percepire l'esistenza dello Stand al fianco di Yoshikage. Tuttavia, quando uno degli Stand è in procinto d'attaccare, il suddetto potere decade [ Passiva Invisibilità].

    Abilità Attive

    Info ci tengo a precisare che le abilità, gli oggetti e i famigli "cancellati" sono poteri da me già pagati e validi, ma ho concordato con il QM di farli risvegliare in questa quest; quindi a momento debito, saranno riattivati.
    Per il resto, apporrò la dicitura "già citato" ad ogni potere di cui abbia giò postato la descrizione uan volta :sisi:

    Edit modificato^^ mi scuso per l'errore



    Edited by Yoshikage Kira - 30/11/2011, 16:40
     
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  4. dra31
     
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    Bianchi presagi - Ø
    Endlos, Koldran


    Il lavoro è lavoro, ma... FA FRE-DDO! Cazzo!

    Uscire dalle due o tre coperte e pelli che lo ricoprono è, per il mercante, un sacrificio che non gli sembra valere la candela. Deve resistere, si autoconvince, per il buon risultato della missione. Altrimenti, col cavolo che sarebbe arrivato in quel posto dimenticato dagli Dei, in mezzo al freddo e alla neve.

    Perché era giunto lassù, tra le lande del Koldran? Lasciata Merovish con l'intento di soddisfare la richiesta di un cliente esigente e particolare, il mercante si è diretto al Nord seguendo le carovane e le merci, fino a raggungere uno degli ultimi centri commerciali al ridosso del Koldran. Qui, tra la conclusione naturale di una vendita di olio da lampada e l'acquisto dovuto e necessario di abiti più pesanti e attrezzati per il freddo rigido del posto, il mercante è venuto a conoscenza dell'esistenza in zona di un abile scultore, sconosciuto quanto talentuoso.
    Uno scultore capace e non rinomato? Non poteva capitargli una notizia migliore; con un produttore del genere, le possibilità di trattare al ribasso il prezzo e di aggirare eventuali resistenze con le promesse di pubblicità gratuita, sono abbastanza da giustificare il disagio di attendere del tempo in quel luogo.

    Ecco perché, mentre infila il secondo paio di pantaloni sopra quello indossato e impreca in lingue molto più calde dell'aria presente, si trova in questa locanda, in attesa di incontrare il contatto che farà da intermediario.

    L'ultimo mantello, sempre in numero di due o tre come gli altri capi che indossa, viene chiuso sulle spalle e dietro di lui, mentre il mercante esce dalla camera, si chiude l'uscio della stanza. Scendere nella sala comune è come fare un viaggio di migliaia di miglia in un attimo. Il calore proveniente dal grande camino che domina la stanza, è una calamita per uno come Eren, abituato a temperature materialmente opposte a quelle predominanti in zona.
    Un cenno alla locandiera e gli viene servito del vino caldo speziato, mentre si guadagna un posticino a sedere sul pavimento vicino al focolare.
    E l'orecchio del mercante, mentre il corpo si riscalda, si mette in moto; ascoltare le chiacchiere dei presenti può essere sempre utile.

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    Basso × 5% | Medio × 10% | Alto × 20% | Critico × 40%


    - Condizioni › Ottimali. Risente parecchio del clima.

    - Energia › 0% [0B+0M+0A+0C]

    - Mercante itinerante › Si dice che l'affare è dietro ogni angolo, vero ma delle volte l'angolo in questione è fuori i tunnel di Merovish e oltre lo Yuzrab. Per questo, per rincorrere gli affari, bisogna conoscere il mondo in cui si vive e sapere come viaggiarci. Eren conosce Endlos, con i suoi usi e costumi, come molti di loro che viaggiano in lungo e in largo. Per quanto le caratteristiche di ogni luogo siano diverse, la geografia dei quattro presidi è simile tra loro: la terra è terra e il mare è mare e il cielo è cielo. E su questa terra il mercante viaggia in ogni dove seguendo merci e affari in luogo, in particolare quelli sotto il controllo del Presidio Meridionale.
    Alla stregua di un uccello migratore, Eren sa orientarsi in questo vasto mondo con destrezza e facilità, usando le più rudimentali tecniche di orientamento per trovare la direzione giusta e le basilari nozioni di cartografia per leggere ogni forma di mappa. Viaggiare sempre comporta sapersi destreggiare tra i popoli che si incontrano, dunque è necessario possedere un buona conoscenza, sia per parlare che per comprendere, di buona parte dei molti idiomi parlati su Endlos, oltre all'endlosiano puro. {Passiva per la comprensione e l'uso delle lingue endlosiane + Passiva per la comprensione e l'uso delle mappe endlosiane e dei sistemi d'orientamento}

    - Valuta del mercante › Negli altri mondi, stando a quanto dicono i forestieri, le contrattazioni mercantili subiscono molto l'influenza del valore delle valute correnti. Su Endlos, dove il baratto è la forma di commercio più comune, tale valore non ha senso di esistere. Non per Eren, che ha deciso di usare questa particolare natura delle monete per i propri scopi.
    Traslando il potere monetario in potere fisico, possiamo dire che le monete di Eren sono una valuta forte, capace di contrastare sul piano della resistenza ogni genere di difesa. In soldoni, le monete usate dal mercante considerano qualsiasi campo di forza, non superiori ad un Alto, che incontrano come di un livello inferiore rispetto al normale. {Passiva che riduce di un livello le barriere colpite dalle monete}

    - Note › Post breve, di passaggio. Buon gioco!

    « Odio il freddo. Lo ODIO!»
    Eren Satu

     
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  5. Astronaut.
     
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    Fame e freddo.
    Le due sensazioni peggiori del mondo unite in una sola, la fareddo (o il fareddo, dipende).
    Che, manco a dirlo, stava tormentando il povero supereroe sin da quando i suoi piedi avevano toccato il gelido suolo del nord, e più precisamente del Koldran.
    Restare ad est, abbandonare quel manipolo di bizzarri esseri guidati dal baldo Pepsiman gli era sembrata una stupidaggine, perché stare in un gruppo era decisamente meglio che rimanere da solo, in un mondo tanto diverso da quello dal quale proveniva.
    Voleva provare ancora una volta come ci si sentiva a scambiare quattro chiacchiere con delle persone, e sentire nel profondo dell'animo il calore provocato dall'amicizia.
    Ma, ahimé, ciò che si era ritrovato era una tempesta di neve, glaciale e distruttiva.
    Quella calamità lo aveva separato dalla gente a cui si era velocemente legato, per relegarlo a quel destino di solitudine che oramai lo raggiungeva così rapidamente da non dargli nemmeno il tempo di ricordarsi cosa sia un amico.
    Così si era ritrovato a camminare e a camminare, alla ricerca di un indizio utile, o per morire di stenti in quella specie di tundra che ai suoi occhi non rivelava altro che bianchi ammassi di ghiaccio e neve.
    Quell'oscurità degna di una delle più oscure notti d'oriente era però un ostacolo alle sue ricerche, e al tempo stesso un aiuto colossale. Il cadere trascinato dal ghiaccio spesso di un fiume, alla fine, fu la sua ancora di salvezza, e ripercorrerlo, tra scivoloni colossali, non fu poi così difficile.
    Il buon senso e quelle poche conoscenze scolastiche che gli erano rimaste impresse nella mente dopo il terrore sanguinario della guerra, gli erano serviti, per una volta, a salvargli, anche se momentaneamente la vita.
    Le luci di un piccolo centro abitato, infatti, gli dimostrarono la bontà della sua intuizione.
    Entrò dandosi una scrollata al giubbotto di pelle comprato in una delle tante bancarelle dell'Epartis, sotto i pochi sguardi di cittadini indaffarati che per caso o per curiosità stanziavano alle porte del piccolo paesino.
    Diede una piccola scorsa alle case che, in un crescendo d'altezze, riportavano alla sua mente in maniera molto buffa i GdR che tanto, nella sua infanzia, si era ritrovato ad amare.
    C'era perfino una locanda, dal nome tipico e rusticheggiante (?).
    Era tutto così paradossale da sembrare assurdamente vero, ma più quel mondo si apriva alla sua mente, più Dacre cercava di rifiutarlo, sperando di essere in coma, o di essere morto.
    Più di ogni altra cosa, non voleva essere solo.
    Un urlo femmineo ruppe il rumoroso incedere dei suoi pensieri, e una richiesta d'aiuto così evidente non faceva altro che marcare la già così evidente nomea di D.
    Supereroe.
    Sigh.
    Sospirò, amareggiato, mentre s'incamminava nella direzione dalla quale l'urlo sembrava provenire, dimenticando per un attimo i bisogni fisici e spirituali.
    Dove vai vai, c'è sempre bisogno di un eroe.


    Health: Illeso.
    Power: 100%
    Hidden Powers:
    March:
    Marzo è il mese preferito di Dacre. Il risveglio della primavera, lo sbocciare dei petali sugli alberi sono sensazioni che regalano al supereroe pace e riposo del proprio spirito.
    Ma quelle emozioni scatenate sono la rappresentazione dei propri poteri, leggiadri e fugaci, così poco percepibili eppure presenti.
    Dacre è maestro nella manipolazione dell'energia psionica, suo campo praticamente dalla comparsa del Masterpiece nel suo DNA.
    La costruzione di campi di forza invisibili ad occhio nudo, lo spostamento di oggetti (e dunque l'uso della telecinesi) e qualsiasi altra forma di psicocinesi sono quindi sciocchezzuole per lui eseguibili in qualsiasi momento.
    [Passiva - Manipolazione dell'energia Psionica (Telecinesi ecc.)]
    Used Powers: //
    Annotations: Vista la scadenza, ho scelto per ciò che mi sembrava più intuitivo, ovvero il dirigermi verso la ragazza in difficoltà. Spero di non aver fatto una boiata :goccia:
    Detto questo, buona quest a tutti :8D:
     
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    Harium, Eren & Kira

    Strettamente avvolto nel suo nero mantello, il drago avanza lentamente per le strade semi-deserte ed imbiancate dalla neve, come un’ombra o una macchia scura, tenendo sotto controllo la situazione in paese con la mistica vista dell’occhio della mente: al di là delle mura e delle imposte sprangate, le case spartane e sobrie sono abitate da piccoli nuclei familiari, alcuni bravi cittadini gli vengono incontro e lo superano per tornare alle loro dimore, e molti altri ancora si attardano in quella che è la sua meta...

    Cioè la casa di legno a due piani e dal tetto spiovente,
    da cui penzola il cartello con l’effige di un piccone.

    Intirizzito dal freddo, l’Astro decide di entrare, e quando schiude l’uscio tutti gli occhi degli avventori si puntano su di lui per lunghi e fastidiosi istanti: fare la radiografia agli stranieri è un po’ la prassi nei centri rurali più sperduti... ma quando il viandante in questione ha anche un’aria imponente come la sua: immaginate solo quanto i bifolchi possano trovarlo interessante!
    I bifolchi, ma anche i mercanti e gli assassini in borghese...

    Il drago cerca di non badarci, così -anche se molti sguardi non lo abbandonano e il brusio di sottofondo riprende- con la maggior disinvoltura che gli riesce si colloca ad un tavolo libero e poco lontano dall’uscio; qualche momento appena di attesa, e poi l’oste gli si avvicina per appuntarsi i suoi ordini per una eventuale consumazione.

    La sua figura corpulenta e rubiconda copre quasi tutto il campo visivo dell’Aviatore quando il drago inizi a rilevare nel suo radar la presenza di un’aura particolare, forte come la luce del giorno, quando le altre non sarebbero che fiaccole o candele... e poco dopo, la porta d’ingresso si apre ancora una volta. Harium non riesce a scorgere la figura che si staglia sulla soglia, ma Eren e Kira sì.

    E’ avvolta in un mantello con un ampio cappuccio, tanto che -in un primo momento- nessuno dei due riesce a decifrare alcun elemento da quella nuova apparizione; tuttavia, quando tutti quegli sguardi invadenti gli si appuntano addosso, l’incappucciato trasale evidentemente intimorito, e solleva fino alle spalle esili le mani inguantate, rivolgendo i palmi alla platea.

    « ...buo-buonasera. »

    La voce è quella dolce e musicale di una donna, e -al pari della sua gestualità- tradisce un certo disagio, oltre che una certa eleganza, mentre con passo leggero sfila nella sala per prendere posto a poca distanza dal mercante, accanto alle fiamme del camino.
    Mentre si sfila gli stretti guanti e tende le dita pallide e fredde verso il bagliore aranciato del fuoco per scaldarle, ella mantiene la sua identità celata nel cappuccio, eppure si riescono comunque a capire un certo numero di cose di lei, osservandola.

    Per il suo lavoro e per i suoi talenti, ad Eren Satu basta un colpo d’occhio per capire che quella mantella di velluto blu fondo -scuro come il cielo notturno- è un oggetto di fattura ben pregiata, così come gli è stato sufficiente udire il saluto proferito al suo arrivo per riconoscervi un certo accento delle terre dell’Est...

    Quello che invece colpisce Yoshikage Kira, mentre riceve la chiave della sua stanza,
    è che le mani di quella sconosciuta sono bellissime.



    Dacre

    Avanzi per le vie innevate e sempre più deserte del piccolo centro rurale, stringendoti nella tua giacca di pelle per scaldare le membra intirizzite al meglio che ti riesce... e cioè molto poco; è per questo motivo che la vista della locanda ti riempie di speranza: già ti immagini seduto dentro, immerso nella luce tiepida del fuoco proveniente da un camino scoppiettante, al calduccio, mentre respiri l’odore di legna, mangi cacciagione calda e profumata, e ti scoli una bella birra... oppure due!

    Magari -proprio come in quei GDR che ti piacevano tanto- ci sarà anche qualche vecchio beone che racconta storie da taverna, che parla di tesori perduti, vecchie leggende o antiche maledizioni... basta che non scoppi una rissa, e per te va tutto bene: sei troppo stanco per fare a cazzotti con qualcuno...

    « Aaahhh! »

    Un urlo femminile interrompe il filo dei tuoi pensieri, e un sospiro afflitto ti evade le labbra prima che tu abbia modo e tempo di razionalizzare quel che sta accadendo: in giro non c’è più nessuno, quindi -a quanto pare- ti tocca l’impresa...! Così, ti volti cercando qualche traccia che ti indichi la direzione da prendere, e tendi l’orecchio pronto a captare un indizio.

    « Ma che cavolo fai, Bill?! »

    La voce risuona di nuovo; adesso è colma di rabbia... ma soprattutto di paura, e stavolta sei pronto a individuarne l’origine e a metterti a correre per precipitarti al salvataggio; superi un paio di case e svolti un angolo, e quello che ti trovi davanti è un’aggressione in piena regola.

    Un qualche zotico intabarrato in un pastrano liso -ad occhio e croce si tratta di un uomo sulla cinquantina- arranca lentamente verso una giovane dall’aria scarmigliata e spaventata, che -spogliata del mantello- arretra con fare impacciato, stringendosi al petto un braccio che intuisci essere ferito, perché colorato dai toni vivaci del sangue.

    « Che accidenti ti è preso?! »

    Ma l’uomo non risponde, e -sotto il tuo sguardo- continua ad avanzare.




    Straight to the Point

    La scadenza è fissata per venerdì 9 dicembre, compreso;
    dovrebbe essere tutto chiaro, ma se qualcosa non lo è, mi trovate in bacheca :grab:

     
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  7. Harium
     
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    Varcò la soglia della locanda e gli avventori squadrarono la sua figura.

    Il Drago procedette alla ricerca di un tavolo e ne trovò uno libero. Si adagiò sulla sedia, stanco per il lungo viaggio affrontato. Il taverniere si avvicinò al tavolo del nuovo avventore per chiedere cosa desiderasse.
    Considerando il gelo che gli attanagliava le membra, l’Astro non ci pensò due volte su cosa ordinare.

    Se possibile vorrei un bicchierino di grappa, buon uomo.

    Un po’ di alcool per riscaldarsi era l’ideale. Avrebbe retto bene la bevanda: il suo fisico imponente avrebbe metabolizzato senza problemi un goccetto di liquore.

    Mentre aspettava la sua ordinazione al tavolo, sentì nel raggio d’azione del suo Sesto Senso una presenza nuova. Era un’energia travolgente, così concentrata da sembrare sul punto di esplodere.

    Il nuovo cliente si rivolse all’indistinto pubblico mormorando un saluto di buona serata. Sentendo una voce tanto aggraziata, Harium arrivò alla conclusione che si trattasse di una donna.

    Possedeva un’energia vitale sbalorditiva, tanto che Harium faticò a crederci. Sarà stata la stanchezza della giornata a fargli avere tali allucinazioni? Eppure in tutti gli eoni della sua vita il suo radar energetico non lo aveva mai tradito...

    La sua coda guizzò in un fremito involontario, rischiando di sporgere al di fuori della cappa.
    I brividi del freddo sembravano solo un ricordo di fronte a quell’inaspettata presenza.



    Armi naturali:
    - 5 artigli su ciascuna mano, lunghi ciascuno 10 cm, affilati come rasoi e molto resistenti.
    - 2 speroni, uno per gomito, lunghi 25 cm, possiedono le stesse caratteristiche degli artigli.
    - Coda del drago, lunga un metro e mezzo

    Passive:

    Ali Spirituali [Passiva di volo]

    Mente Spettroscopica [Auspex di raggio 30 metri]

     
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  8. dra31
     
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    Bianchi presagi - I
    Endlos, Koldran


    Un rifolo di aria fredda gli accarezza la nuca scoperta e un brivido gli corre lungo la schiena, facendogli stringere le spalle in un'istintiva difesa da quel dannato freddo. Qualcuno ha appena aperto la porta della locanda e non si sta affrettando a chiuderla.
    Avvolto nel mantello e nascosto da un largo cappuccio, l'ultimo arrivato si degna di chiudere l'uscio e si premura di salutare, non con un pizzico di disagio, i presenti nella sala comune.

    Al suono della voce, il mercante raddrizza le orecchie infreddolite e si volta nella direzione di lei. Già, perché la voce appena udita è chiaramente di stampo femminile ed è di una forestiera come lui, dato che la voce musicale di quella elegante signora -la mantella che indossa è di un velluto ottimamente lavorato e un tale livello di qualità e gusto può essere solo indice di eleganza- ha chiare note orientali, ed è particolarmente attenta a mantenere intatta la sua privatezza, visto che è difficile poterla vedere in viso con quell'ampio cappuccio calato sugli occhi.
    Una curiosità che si limita, al momento, sul perché stia sfidando il clima rigido di queste lande, invece di godersi il tempo mite delle sue terre. È quello che si sta chiedendo anche lui, ma conosce già la risposta e non lo diverte sentirsela dire dalla propria mente.

    L'abbiamo già detto che fa un freddo della malora? Si? Allora torniamo a riscaldarci ancora un po', perché il tizio che lo dovrebbe portare dallo scultore potrebbe arrivare da un momento all'altro, e allora bisognerà salutare con estrema riluttanza quell'angolino di caldo.

    png

    Basso × 5% | Medio × 10% | Alto × 20% | Critico × 40%


    - Condizioni › Ottimali. Risente parecchio del clima.

    - Energia › 0% [0B+0M+0A+0C]

    - Mercante itinerante › {Passiva per la comprensione e l'uso delle lingue endlosiane + Passiva per la comprensione e l'uso delle mappe endlosiane e dei sistemi d'orientamento}

    - Valuta del mercante › {Passiva che riduce di un livello le barriere colpite dalle monete}

    - Note › Altro post breve, di passaggio. Buon gioco!

    « Odio il freddo. Lo ODIO!»
    Eren Satu



    Edited by dra31 - 7/12/2011, 20:52
     
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    POST ATTIVO

    Non ci avevi fatto caso, almeno non all'inizio.
    Era passato tempo, ne avevi fatte di cose... nessuna di queste ti aveva concesso di tenere ben salda nella tua mente una qualche immagine dettagliata di lui. Eppure l'avevi sicuramente già visto prima; il drago Aviatore era una figura troppo grande per passare inosservata, ma ciò non bastò a solleticare in te qualche ricordo di lui. Ironico, tu che adesso non ricordavi, un domani avresti fatto in modo che fosse lui a non ricordare più te. Eri quasi sul punto d'esclamare eureka, quando sentisti la porta d'ingresso aprirsi. Un'altro incappucciato - che fantasia - si profilava dall'uscio, ma quando la sua voce irruppe nella sala, qualcosa in te si attivò neanche fossi in possesso di un qualche auspex per le voci femminili: sarà che ne avevi uccise tante, e ormai sapevi esattamente come riconoscerne il timbro. La guardasti, attentamente, sfilare nella locanda e togliersi quei suoi guanti...

    Fu un tuffo al cuore. Per poco non ti venne un'infarto.
    T'eri rassegnato a quell'obbrobrioso incarico privo di un qualche spunto omicida, ed eccoti servita su un piatto d'argento una donna con delle mani stupende. Ma no, che diavolo dico: erano sublimi, magnifiche! L'apoteosi di tutto ciò che è bello e piacevole, a vedersi. Quella clessidra che scandiva il tempo della normalità da quello degli impulsi si svuotò rapidamente, cosicché ogni tuoi pensiero martellò lo spirito per una sequela impressionante, lunghissima e fottutamente interminabile di secondi.

    Uccidi. Uccidi. Uccidi.
    Uccidi. Uccidi. Uccidi. Uccidi. Uccidi. Uccidi. Uccidi. Uccidi. Uccidi.
    Uccidi. Uccidi. Uccidi. Uccidi. Uccidi. Uccidi. Uccidi. Uccidi. Uccidi. Uccidi. Uccidi.

    Pensieri piuttosto elementari, i tuoi. Sembravi una fottuta calcolatrice binaria, solo 0 o 1, nient'altro. Anzi nemmeno, solo 1: uccidi. L'intermittenza era poi qualcosa di martellante, che aveva l'unico scopo di appesantire ancor più la tua brama di morte e sangue. E datti una calmata, per dio! - l'oste stava chiamandoti da mezzora, e quando ti accorgesti di lui avevi immaginato almeno mille modo per sacrificare quella mignotta a qualche vaga divinità, che avresti inventato al momento. Afferrasti la chiave della camera distrattamente. La voglia di dormire t'era passata, così come il desiderio di sbrigare quel lavoro subito...
    Non dovevi far altro che startene a fissare la preda, dandoti un contegno e calmando le tue smanie che, altrimenti, potevano renderti troppo evidente. Bisognava osservare, ti dicesti, prima di agire. Guarda e studia, poi attacca.
    Questo dovevi fare, adesso.


    INFO VARIE
    Ferite nessuna, in perfetta forma.

    Mana & Consumi 100%

    Famigli
    Killer Queen: già citata

    Stray Cat: già citata

    Equipaggiamento
    LaMaschera: già citata [Oggetto Reliquia].

    Semi: già citati [Oggetto].

    Abilità Passive
    A Kind of Magic: già citata [Passiva Trasformazione ].

    Another One Bites the Dust: già citata [ Passiva Immortalità ].

    The Invisible Man: già citata [ Passiva Inosservato ].

    Innuendo: già citata [ Passiva Invisibilità].

    Abilità Attive

    Info x Harium: poiché Kira otterrà alcun idei suoi poteri in questa quest, essa è da datarsi in una data precedente alla quest Laputa Psycho ;)

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  10. Astronaut.
     
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    Addio caldo, benvenuto freddo per la seconda volta.
    L'urlo che, alto ed acuto, si era levato nell'aere gelato, aveva distrutto quel sogno di calore che gli si stava prospettando.
    Ah, come sarebbe stato bello abbandonarsi davanti al tepore di un camino, sorseggiando una cioccolata calda o del thé bollente.
    Ah, come sarebbe stato bello lasciarsi andare dinanzi ad un bagno caldo e al conforto di lenzuola comode e rassicuranti.
    Avrebbe potuto ricevere tutto ciò alla modica cifra di un paio di monete e invece puff, tutto scomparso.
    Sembrava quasi che il lavoro, che le sue responsabilità avessero deciso di seguirlo in quel folle e sfortunato viaggio in Endlos.
    "Attraversiamo il Maelstrom, ragazze!", avevano esclamato entusiaste nel braccare insistentemente il povero Dacre, che correva sempre di più destinato a divenire uno di quei ghiaccioli tanto saporiti che si comprano al supermercato.
    Le gambe continuavano nel loro moto anche con la fiera opposizione che il volto di Dacre, coperto dal non tanto confortevole cappuccio della sua giacca, dimostrava quasi schifata.
    Odiava essere un eroe, odiava i suoi poteri ed odiava quelle grandi responsabilità che, come diceva Ben Parker, gli erano stati affibbiati quando Dio l'aveva scelto come tassello superiore del grande puzzle conosciuto come "processo evolutivo".
    Eppure stava andando a salvare quella donna che aveva chiesto al cielo di aiutarla, seppure dimostrasse con tutto sé stesso di non volere farlo, di voler godere del caldo che la locanda del Piccone Spezzato poteva offrirgli.
    ASPETTAMI, STO ARRIVANDO!
    "Un tentativo di stupro", pensò, appena arrivato sulla scena del crimine.
    Gli era bastato aggirare qualche casupola, attirato dal continuo latrare della donna bisognosa di aiuto, per individuarne la fonte.
    Doveva solo entrare in azione.
    Squadrò per bene la situazione: la dolce fanciulla da salvare, giovane e spaventata, arretrava dinanzi al continuo avanzare del suo aggressore, che ad occhio attento sembrava un uomo sulla soglia dell'anzianità.
    FERMATI!
    L'urlo gettato da Dacre si elevò come un suono sordo nell'area, attirando lo sguardo da cerbiatto braccato della ragazza, ma non, come sperava, l'attenzione dello zotico che invece continuava nel suo lento incedere, come trascinato da qualche forza misteriosa.
    "Devo agire", pensò.
    Ma perché?
    Quel bifolco non era certo un afghanistano, o un iraqeno.
    Non era un nemico della sua patria.
    Non era nemmeno un suo nemico, uno personale.
    Non era nessuno.
    E allora perché fermarlo nella sua azione criminosa?
    "Da grandi poteri derivano grandi responsabilità."
    Spidey, sei uno stronzo.
    Sibilò, mentre dispiegava le braccia in direzione di due botti, vuote, probabilmente usate dai minatori per trasporti o cose del genere ed abbandonate lì, in quel vicoletto.
    Contornate da un alone violetto, presero a fluttuare nell'aria, spinte dalla volontà incrollabile dell'eroe che, con un movimento istantaneo, portò le braccia davanti al suo busto.
    Subito le casse scattarono, fendendo l'aria, in direzione dell'aggressore, una diretta alla testa e l'altra alla sezione del torace.
    Dacre dosò precisamente la velocità di entrambe, per far sì che l'impatto di quegli involucri di legno vuoto danneggiasse l'uomo tanto da farlo svenire o, perlomeno, da fargli perdere l'equilibrio e farlo cascare a terra.
    Aveva pensato che quella sarebbe stata la via meno pericolosa per l'uomo e meno dispendiosa per lui, visto che la stanchezza incominciava a pressarlo fin troppo.
    Spero solo di riuscire nella sua impresa.
    Non voleva deludere nessuno.
    Non voleva.


    Health: Illeso.
    Mind: Provato dal freddo, ma determinato a stendere l'aggressore.
    Power: 100%
    Hidden Powers:
    March:
    Marzo è il mese preferito di Dacre. Il risveglio della primavera, lo sbocciare dei petali sugli alberi sono sensazioni che regalano al supereroe pace e riposo del proprio spirito.
    Ma quelle emozioni scatenate sono la rappresentazione dei propri poteri, leggiadri e fugaci, così poco percepibili eppure presenti.
    Dacre è maestro nella manipolazione dell'energia psionica, suo campo praticamente dalla comparsa del Masterpiece nel suo DNA.
    La costruzione di campi di forza invisibili ad occhio nudo, lo spostamento di oggetti (e dunque l'uso della telecinesi) e qualsiasi altra forma di psicocinesi sono quindi sciocchezzuole per lui eseguibili in qualsiasi momento.
    [Passiva - Manipolazione dell'energia Psionica (Telecinesi ecc.)]
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    Annotations: La strategia potrà sembrare stupida, ma è stata anche voluta per il carattere del personaggio, e perché le altre tecniche avrebbero fatto un pò male al signore. Dovrei crearmene alcune per queste situazioni.
    Vabbé, ho usato la passiva sperando di non trasgredire alcuna regola, e mi dispiace di aver rallentato gli altri, ma purtroppo mi stanno succedendo molte cose una troppo vicina all'altra.
    Ringrazio anche hatta-nee per la pazienza, e vediamo di non farla arrabbiare u__u
     
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    Se possibile vorrei un bicchierino di grappa, buon uomo.

    Poche parole di assenso, e il taverniere si allontana dall’aviatore per fare ritorno al bancone; con gesti esperti e meccanici -per quanto fiacchi e svogliati-, recupera un boccione di vetro dagli scaffali alle sue spalle e ne versa il contenuto ialino in un bicchierino... ma ben pochi dei presenti prestano attenzione ad un vecchio brontolone al lavoro, quando c’è una giovane straniera appena entrata in locanda.

    Quella in particolare, sembra possedere un certo magnetismo, poi...
    Tanto che passa un lungo momento prima che Kira si accorga del giovane garzone che gli sta consegnando -o almeno ci sta provando- la chiave della sua camera, e accetti l’oggetto che gli viene porto; il predatore è in caccia, adesso, ha di meglio da fare che fingere amicizia con un signor nessuno che non solo non rivedrà con ogni probabilità mai più, ma che -soprattutto non potrà ricordarsi di lui-: deve osservare le mosse del bersaglio.

    Intanto, l’oste gli sfila davanti, tornando indietro con l’alcolico che è la consegna per il tavolo del drago, prima di proseguire il suo tragitto e dirigersi verso il camino... o -per amor di precisione- verso la straniera; la grossa mole dell’omone, intanto, occupa tutto il campo visivo dell’assassino in incognito, coprendogli senza volerlo la visuale sulla preda.

    Intanto, i sensi di Harium captano qualcosa all’esterno della locanda... si tratta appena di un rilevamento vago che oscilla sul confine dei suo vigili sensi soprannaturali; non riesce a distinguere con sicurezza, ma la cosa lo lascia piuttosto dubbioso: non è un po’ sospetto che cinque presenze umane si radunino a quell’ora in quelle che -ad una stima approssimativa, visto che ci sei passato davanti entrando- dovrebbero essere le stalle adiacenti al Piccone Spezzato?



    Eren

    L’oste si ferma vicino a te, e si china un po’ nella direzione della nuova avventrice; istintivamente sfoggia un tentativo di buone maniere che non avresti immaginato, e anche il vocione burbero si abbassa e si fa rispettoso per conservare il riserbo quando le parla.

    « Scusi, Signora... Vo-volevo avvertirla che per questa notte siamo al completo. »

    « Oh, non è un problema... »
    si affretta a tranquillizzarlo quella voce delicata, musicale e dolcissima
    « ...non avevo in programma di fermarmi comunque. »

    « Con questo tempaccio?! »
    esclama trasecolato, alzando un poco la voce prima di tornare a sussurrare
    « Ve lo sconsiglio, Signora: per questa notte si aspetta la tormenta. »

    « Non dovete preoccuparvi, buon uomo. »
    replica la donna sollevando un po’ il capo e rivelando un sorriso sulle labbra rosse
    « Tutto ciò di cui ho bisogno sono alcune indicazioni... »

    La signorina esita, e si muove inquieta sul suo posto.

    « Quell’obelisco che dicono sia comparso nell’Etlerth... »
    esordisce con voce incerta, umettandosi le labbra
    « ...cosa sapete dirmi? »

    « E’ una domanda strana, Signora... »
    non può far a meno di notare l’oste, accigliandosi e scuotendo il capo
    « Non sembrate né un avventuriero né un agente dell’Enclave... »

    « Infatti non lo sono, ma... vi prego: è importante. »

    Affianco a lei, il Mercante sente intimamente quel senso di urgenza.
    L’omone si limita a sbuffare e scuotere il capo; non sembra molto propenso ad accettare l’idea che una donna così ben ammanigliata se ne vada in giro da sola per la tundra, ma... non c’è motivo per negarle le poche informazioni in suo possesso.

    « Non ne so molto: a noi sono arrivate solo poche vaghe voci. »
    replica l’interpellato con un’alzata di spalle; a Nord, anche le notizie sono controllate
    « So che una strana costruzione è comparsa all’improvviso nell’Etlerth più di una settimana fa -forse portata dal Maelstrom-; la carovana che era in viaggio e che ha probabilmente assistito al fenomeno non è arrivata a destinazione, ed è stato detto che l’Enclave si sarebbe occupata indagare. Tutto qui. Non so altro... »

    « Capisco... »
    mormora in risposta la giovane, dando in un mesto sospiro e mordendosi le labbra
    « ...la ringrazio. »

    Asciugandosi le dita grassocce sul suo liso grembiule, l’oste si allontana, e la straniera si perde per un attimo nei suoi pensieri, lasciando che lo sguardo riposi tra le braci del fuoco; nell’abbassare il capo sconsolata, una ciocca sottile di capelli chiarissimi si affaccia oltre l’orlo del cappuccio, e la malinconia che alberga nel suo animo sembra ora sfiorare anche lo spirito infreddolito di Eren Satu.



    Dacre

    ASPETTAMI, STO ARRIVANDO!
    FERMATI!

    Raggiungi la scena del delitto mentre il misfatto sta per compiersi, e ti lanci al salvataggio senza pensarci due volte; il tuo arrivo riaccende la speranza nello sguardo spaventato e lucido di lacrime della ragazza, che -lanciando continue occhiate al suo aggressore- si incammina incespicando per la paura nella tua direzione.

    Spidey, sei uno stronzo.

    Con quel sibilo inintelligibile, il tuo potere lambisce due botti di legno vuote e piuttosto male in arnese che erano state abbandonate nel cortile, coronandole di un’aureola di evanescente luce violetta, e -manovrandole con ampi gesti delle braccia- le scaraventi contro l’aggressore; una è diretta alla testa, e l’altra al petto, ma quando colpiscono il bersaglio, qualcosa di strano avviene...

    C R A C K

    La testa dell’uomo emette uno scricchiolio terrificante, e mentre quello viene gettato all’indietro -cadendo al suolo esanime e con gli occhi già opachi e vitrei-, la fanciulla che ti ha raggiunto ti si aggrappa addosso e lancia un altro urlo, ormai in preda allo shock: sicuramente deve essere la prima volta che assiste ad una scena simile, probabilmente è la prima volta che vede qualcuno morire sotto i suoi occhi...

    Ma a te qualcosa decisamente non torna:
    possibile che il cranio di un uomo adulto sia fragile come un guscio d’uovo...?



    Straight to the Point

    La scadenza è fissata per giovedì 22 dicembre, compreso;
    ovviamente -per forza di cose- il Mercante è l’unico a seguire completamente la conversazione.
    Se qualcosa non è chiaro, chiedete in bacheca :grab:

     
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  12. Yoshikage Kira
     
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    O U T of the doorway the bullets rip

    POST ATTIVO

    Echeccazzo.
    Dovrei riassumere così la somma dei pensieri che si agitavano nella tua testolina affusolata maligna e malata. Il tuo primo commento poco pulito era rivolto al garzone che, pur facendo nient'altro che il suo lavoro, ti aveva distolto da una visione celestiale. Gliel'avresti fatta pagare. La seconda imprecazione la rivolgesti, invece, a quell'armadio del diavolo che s'era piazzato giusto davanti al tuo sguardo famelico. E se la cosa era inizialmente un problema, divenne poi del tutto fastidiosa: avresti voluto urlargli "sei bello ma non trasparente", peccato che così avresti attirato l'attenzione più di quanto volevi. Così avevi bisogno di un piano, qualcosa per aiutarti magari con il bisogno malsano che stava montandoti addosso come un cavallo rampante e vagamente eccitato. Le pensasti tutte, ma poi ti venne in mente d'attendere un pò e lasciare che l'oste alzasse i tacchi da solo... In caso, se così non fosse stato, avresti pensato a qualcosa. Intanto infilavi in tasca la chiave della stanza, continuando nel tuo fissare - a malincuore - le spalle larghe di quell'omono. Pregando, su iddio santissimo, che andasse fuori dai coglioni il prima possibile.


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    Equipaggiamento
    LaMaschera: già citata [Oggetto Reliquia].

    Semi: già citati [Oggetto].

    Abilità Passive
    A Kind of Magic: già citata [Passiva Trasformazione ].

    Another One Bites the Dust: già citata [ Passiva Immortalità ].

    The Invisible Man: già citata [ Passiva Inosservato ].

    Innuendo: già citata [ Passiva Invisibilità].

    Abilità Attive

    Info :win:

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  13. Harium
     
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    La sua ordinazione arrivò e il Drago ci mise ben poco a consumarla.
    L’alcool riscaldò la gola e le membra, ridando un po’ di vitalità a quel corpo stanco.
    Appoggiò il bicchierino vuoto sul tavolo, godendosi il momento di riposo.
    Mentre il brusio della taverna lo cullava come se fosse una dolce sinfonia, avvertì la flebile presenza di cinque umani al di fuori della taverna.

    Il Drago tentò di ricordare i luoghi che aveva calcato prima di entrare: dovevano essere intorno alle stalle, cosa ci facevano lì?

    Harium pensò che si trattasse di allevatori, magari stavano dando il mangime al bestiame.
    Il dubbio rimase ma non ritenne che si trattasse di qualcosa che valesse la pena controllare.

    Fuori faceva ancora così freddo…



    Armi naturali:
    - 5 artigli su ciascuna mano, lunghi ciascuno 10 cm, affilati come rasoi e molto resistenti.
    - 2 speroni, uno per gomito, lunghi 25 cm, possiedono le stesse caratteristiche degli artigli.
    - Coda del drago, lunga un metro e mezzo

    Passive:

    Ali Spirituali [Passiva di volo]

    Mente Spettroscopica [Auspex di raggio 30 metri]

     
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  14. dra31
     
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    Bianchi presagi - II
    Endlos, Koldran


    La nuova arrivata, una volta riportate a valori accettabili le proprie temperature, viene accolta da un oste che, controvoglia, la deve mettere a conoscenza che sono pieni per la notte.
    Ora si sta sentendo in colpa, per aver pagato e preteso una camera indipendente invece di una condivisa. Per la sicurezza della sua merce, però, il senso di colpa si poteva benissimo a farsi benedire. E poi si dorme così bene, da soli.

    Comunque, la signorina dell'Est afferma che non è sua intenzione pernottare, mentre dimostra una particolare curiosità verso un particolare evento che ultimamente è sulla bocca di tutti. Già, anche lui aveva sentito di sfuggita di quell'apparizione improvvisa nelle lande infreddolite dell'Etlerth. Un interesse proprio superficiale, visto che non è nei suoi interessi capirci di più sulle storie del Nord.

    L'oste è riluttante a dare notizie che non sa, immerso com'è nel timore dell'Enclave. Timore che non tange più di tanto la viandante, che insiste giocando la carta del "è importantissimo". Vecchio trucco sempre buono per superare le deboli barricate di chi non ha gli attributi per restare delle proprie idee. E chissà perché quella scusa provoca nel mercante in ascolto- del tutto involontario, cosa pensate, mica è un ficcanaso...- quel senso dell'urgenza che da alle parole dell'orientale una parvenza di verità. Mah, deve essere per via della musicalità di quel voce, non ci sono altre spiegazioni.

    La tiritera va avanti ancora per poco, giungendo al termine quando il nostro pasciuto oste sciorina una breve, scarna e inutile versione dei fatti. Molto simile a quella ascoltata nelle altre città, uguale nella dimensione delle informazioni e altrettanto inutile. Dunque pare vero che è qualcosa che è meglio non sapere, data la presenza in campo di una figura come l'Enclave. Eren sa per esperienza che quando si muovono gli alti papaveri, il popolo fa bene a rimanere ignorante. E vivo.

    La versione dei fatti proposta dall'oste non soddisfa la donna come non soddisfa il mercante, che in un improvviso moto di empatia sospira anche in modo malinconico. Già, sente nostalgia del caldo torrido e asfissiante del suo Sud. E per ricordarselo si avvicina ancora un po' al focolare.

    png

    Basso × 5% | Medio × 10% | Alto × 20% | Critico × 40%


    - Condizioni › Ottimali. Risente parecchio del clima.

    - Energia › 0% [0B+0M+0A+0C]

    - Mercante itinerante › {Passiva per la comprensione e l'uso delle lingue endlosiane + Passiva per la comprensione e l'uso delle mappe endlosiane e dei sistemi d'orientamento}

    - Valuta del mercante › {Passiva che riduce di un livello le barriere colpite dalle monete}

    - Note › Freddofreddofreddofreddo *in loop*

    « Odio il freddo. Lo ODIO!»
    Eren Satu

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Harium, Kira & Eren

    Qualche altro minuto trascorre nel silenzio, strisciando pigro nel flusso del tempo senza che nulla di rilevante accada nella locanda: Kira continua ad osservare la sua ignara preda che si riscalda accanto al fuoco, Harium sorseggia il suo grappino trovando ininfluenti i movimenti delle presenze nella stalla, ed Eren se resta intabarrato sotto la sua coperta, dopo aver ascoltato senza intervenire il discorso svoltosi tra la dama misteriosa e l’oste.

    Senza nient’altro da aggiungere, quest’ultimo è già tornato al suo bancone da un’abbondante manciata di minuti quando la signora si alza nuovamente dal suo posticino accanto al mercante e al fuoco: con passi leggeri e aggraziati si avvicina al locandiere, gli lascia una bella moneta lucente sul ripiano di legno, e con un cenno del capo e qualche parola di saluto si avvicina alla porta per andarsene. Eppure, il legno non si muove di un millimetro.

    Interdetta, la figura incappucciata prova di nuovo, esercitando pressione con entrambe le mani... ma anche stavolta la resistenza opposta dal battente non le permette di riuscire nell’impresa, e uno strano lezzo di bruciato inizia ad arrivarvi alle narici; subito, lo sguardo potrebbe spostarsi sul camino, ma lì -dove la fiamma scoppietta allegramente sugli spessi ceppi anneriti- sembra non esserci nulla che non vada.

    La scena all’ingresso può sembrare buffa a qualcuno dei più bifolchi -che inizia difatti a ridacchiare, mormorare, e darsi di gomito-, e il padrone del locale interviene lasciando di nuovo il bancone per aiutare la signora... ma la cosa inizia a sembrare sospetta quando nemmeno lui riesce a smuovere l’uscio.

    ...ed è allora che la porta delle cucine -sul retro, curiosamente vicino alle stalle- si spalanca, lasciando entrare un denso banco di fumo scuro; la corpulenta cuoca emerge allora claudicando dalla nebbia oltre quella soglia, e -tossicchiando preda di un’incipiente asfissia- cade sul pavimento della sala di ritrovo in cui stavate intrattenendovi lasciando intravedere alle sue spalle i bagliori aranciati di vivide lingue di fiamma: a quanto pare, e scoppiato un incendio.

    E la porta è bloccata, intrappolandovi lì dentro come topi.



    Straight to the Point

    La scadenza è fissata per lunedì 9 gennaio, compreso.
    Il post interessa solo i tre questuanti presenti dentro la locanda, in quanto -avendo saltato il turno precedente- la situazione a cui Astronaut deve rifarsi è quella dello scorso intervento da QM. Per delucidazioni, scrivete in bacheca :grab:

     
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70 replies since 25/11/2011, 23:14   1229 views
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