[Quest] [CSV][FDE][LAM] La pietra di Kantara

Capitolo I: Giuramenti

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    ...L'Arcobaleno d'Argento...

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    Il Tempio Oltre il Pensiero

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    La Grande Palanthas era il più bel gioiello che l'intelletto potesse mai desiderare, perché qui la conoscenza non ha confini, se non essa stessa. Chi desideri apprendere, qui troverà ogni risposta, perché se il desiderio è sincero, il premio è assai grande. E lì, nell'atrio della Biblioteca dell'Est, in cima alle scale che, dividendosi, portavano al primo piano da un lato e dall'altro, stava una figura d'argento, alta e ferma come fosse una statua, un ricordo di un tempo di gloria oramai sbiadito.
    Non parlava, non sorrideva: attendeva che si facessero avanti i buoni cittadini che aveva invitato in quell'impresa così nobile, che giungessero gli aiuti da Laputa e che dall'Ovest venisse un fiero alleato. In quell'ora tutti sarebbero dovuti radunarsi, e fra tanti poi scegliere solo i migliori.
    Doveva trovare quella pietra, non poteva permettere che il tempo la inghiottisse, né che mani avide e maledette l'usassero per scopi beceri. Tuttavia, non poteva abbandonare Palanthas, né lasciare che i Saggi lo facessero al posto suo, o con lui.
    No, questa volta il popolo dell'Est avrebbe dovuto dimostrarsi fiero e degno.

    Fra libri e regali mura, stava Eru Elen Amarth, d'argento vestito e di ogni colore riflesso, come un'onda iridescente che costantemente gli attraversava la veste, gli occhi, ed i capelli tutti; accanto gli stava il fido Amarthrind, un affilato cerchio che galleggiava in aria, leggermente più in alto del pavimento.
    Da un momento all'altro, lo sapeva, tutti sarebbero accorsi.



    QM Point



    Ordine del turno: //

    Scadenza: 9 Dicembre

    Specifiche di post: E' un semplice ingresso, con Bg già concordato privatamente. Non siate timidi, entrate a Palanthas :8D:

    Varie ed eventuali: Nulla di che, il topic in bacheca è pronto per soddisfare le vostre richieste :guru: Buona Quest!

     
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    « Umpf... una pietra in grado di trovare ciò che è perduto. »

    Stringeva il foglio di carta, ormai sgualcito, nella mano destra.
    I suoi occhi color nocciola indugiavano sul testo alla ricerca di altre informazioni, che non c'erano; il messaggio riportava solo spiegazioni sommarie, e un luogo dove recarsi. Forse la prospettiva di mettere le mani su un cimelio leggendario sarebbe stata perfetta per attirare la curiosità degli avventurieri e la sete di denaro dei mercenari... ma a lui che importava di quella richiesta?

    « Che assurdità. »

    Socchiuse le palpebre, e la lettera finì schiacciata dalla morsa esercitata dalle sue dita; poi, senza curarsene, lasciò cadere a terra il foglietto e si incamminò di nuovo per le strade cittadine.
    Inseguire ombre non faceva per lui.
    Non più.

    [...]

    Si ritrovò dinanzi alla tanto rinomata biblioteca di Palanthas quasi senza neppure rendersene conto; fermo in mezzo al giardino, Yuki aveva lasciato che il suo sguardo si perdesse fra i raffinati e imponenti tratti architettonici che intrecciati fra di loro davano vita e corpo alla maestosa struttura.
    Gli parve di osservare il quadro di un palazzo regale e non certo un luogo di sapere e conoscenza, tanto che più volte si domandò se non avesse sbagliato luogo. Ma sapeva di essere nel posto giusto.

    Si fece avanti, muovendo qualche passo in direzione dell'ampia scalinata; non era certo di conoscere la ragione per la quale alla fine aveva deciso di recarsi nel posto indicato sulla lettera - o per meglio dire cercava di convincersi di non esserlo - ma ormai si trovava lì, e tornare indietro non aveva senso. Piuttosto avrebbe chiesto ulteriori dettagli circa l'intera faccenda, per poter decidere con maggior accortezza sul da farsi.

    « ... »

    Mano a mano che i suoi passi si facevano più vicini all'entrata della biblioteca, sentiva gli odori e gli aromi della natura allontanarsi e cedere il passo a quelli ben meno gradevoli dei libri, dei quali l'intera struttura doveva essere piena. Forse in mezzo a tutto quel sapere vi avrebbe trovato anche tomi narranti la sua storia e quella degli appartenenti alla sua stirpe, se solo avesse cercato. Ma non era per quello che si era incamminato per Palanthas.

    Una volta dentro, fece solo qualche passo nell'atrio immenso e si fermò, assaporando il silenzio che aleggiava all'interno della struttura. Poi alzò lo sguardo sulla figura argentea che troneggiava in cima a una seconda scalinata, fingendo indifferenza a quanto lo circondava.

    « Sono qui per la pietra. »

    Sentenziò breve, con voce atona e priva d'emozione.
    Poi restò in silenzio, in attesa di risposta.


    Blood Lust [Passiva - 20 Pt.]
    Si tratta di una passiva comprendente quattro abilità differenti. La prima è un boost sulla potenza fisica, che consente a Yuki di sferrare colpi più potenti, sollevare pesi normalmente proibitivi e sopportare maggiormente lo sforzo muscolare prolungato. La seconda è un boost sulla resistenza ai colpi e ai danni in generale, che lo rende più arduo da ferire e da buttare a terra. La terza gli concede l'abilità di rigenerare automaticamente le ferite subite, in tempi brevi quelle leggere (anche pochi minuti per le ferite superficiali) e in qualche ora quelle gravi, con possibilità anche di riprendersi da danni invalidanti in certi casi (se ad esempio perde un braccio ma riesce a recuperarlo, può riattaccarselo rigenerando la ferita anche se chiaramente deve rimanere immobile per farlo e richiede parecchie ore). La rigenerazione funziona in ogni caso solamente fuori dai combattimenti, e in caso di Quest va concordato con il QM il tempo di ripresa. La quarta è un olfatto supersviluppato, al pari di quello dei migliori segugi sulla faccia di Endlos, che gli consente di rintracciare tracce odorose e riconoscerle con estrema facilità.
     
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    Il bosco era pace; il bosco era luce.
    Amon si trovava a suo agio tra i grandi alberi di Kijani Fahari, in quella natura incontaminata che aveva ripreso forza e vigore dalle amorevoli cure di Yoe, la sua signora.
    Era li che perdeva le sue giornate, meditando per cercare di entrare in comunione con gli spiriti che abitavano quel luogo, cercando in qualche modo di acuire i suoi poteri ed i suoi talenti; non sapeva perché, ma solo li riusciva a trovare la giusta concentrazione per allenarsi.
    Inspirava ed espirava; inspirava ed espirava.
    Nulla avrebbe potuto distoglierlo da quello stato di concentrazione in cui era solito ritrovarsi durante le sue sedute meditative, mentre tutto il suo corpo era ricoperto da un manto azzurro
    e prolifico di energia.
    Tutto tranne una persona…

    […]

    Era dovuto partire di punto in bianco.
    I preparativi erano stati frenetici, ma nel frattempo Yoe lo aveva redarguito sulla situazione: doveva partire verso Ovest e partecipare ad una missione molto, molto importante per lei.
    Amon non capiva: era forse successo qualcosa alla Dama Azzurra?!
    No, per fortuna no: ma era un evento altrettanto importante.
    La sua signora sembrava molto preoccupata: lo poteva capire dai lineamenti del suo bellissimo viso così tesi e dal suo tono di voce. A quanto pareva non c’era davvero molto tempo da perdere.
    Doveva aiutare un certo Eru Elen Amarth nelle ricerca della pietra di Kantara: un oggetto che, a sua detta, era molto importante per lei e per i suoi compagni, tra i quali proprio il mittente della missiva che teneva ancora tra le mani.

    Fidatevi di me, mia signora: farò tutto il possibile per far sì che la pietra venga ritrovata!

    Un inchino e si congedò.
    Era l’ora di partire.

    […]

    Il viaggio non fu poi così difficile.
    Ormai conosceva la strada per andare ad Est, ma sarebbe stato più difficoltoso raggiungere quella biblioteca che gli aveva indicato Yoe: li, effettivamente, non ci era mai stato.
    «Una pietra che riesca a trovare ciò che è perduto…», si disse rimuginando su quanto gli era stato detto, «…può esistere davvero qualcosa del genere?»
    Non voleva mettere in dubbio le parole di Yoe, non l’avrebbe mai fatto, ma si doveva ammettere che per lui – ancora nuovo a molte cose – era un qualcosa di utopico ed assolutamente incredibile.
    Non è il momento di fare di questi pensieri!”, si rimproverò, “Non sta a me giudicare: devo solo fare il possibile per aiutare nelle ricerche e rendere Yoe fiera di me!
    Solo questo e nulla di più.
    Si richiuse ancora meglio nel mantello, in modo da coprirsi dal freddo pungente che gli arrivava contro frontalmente, cercando di immaginare come si sarebbero potute evolvere le cose.
    Con la destra, frattanto, teneva stretta la missiva che avrebbe dovuto consegnare ad
    Eru Elen Amarth da parte della sua signora.

    […]

    Con quale imprevisto ed un po’ di fortuna, giunse a destinazione.
    La Biblioteca, proprio come gli era stato descritto dalla sua signora, era un edificio mastodontico che aveva già intravisto da lontano, mentre imboccava una dietro l’altra vie e viottoli per accorciare la strada.
    Amon, che era abituato già abituato a vedere costruzioni mastodontiche nel suo paese d’origine, non poté fare a meno di fermarsi un attimo e riprendere fiato dinanzi all’architettura di quel palazzo.
    Salì le scale con sicurezza, conscio di non avere del tempo da perdere.
    Devo sbrigarmi, non devo deluderla!”, si era rimproverato ancora.
    In una manciata di secondi era arrivato nella sala d’ingresso ove, ad un po’ di passi da lui vi era un’altra rampa di scala che, aprendosi in due, portava ad un piano superiore.
    Si tolse il cappuccio, liberando così il suo crine d’ebano dal giogo del manto e lasciando finalmente vedere il suo bel volto; i suoi occhi, d’uno stupendo verde smeraldo, erano vispi nel mirare a destra ed a manca senza alcun ostacolo quanto circondava il giovane alla ricerca di colui che lo aveva mandato a chiamare, seppure indirettamente.
    «Dove sarà?!», pensò.
    Sentì delle parole.
    Erano secche, schiette e a quanto pareva avevano a che fare con la pietra.
    Ma dov’era il mittente della missiva?!
    Alzò lo sguardo verso l’alto, conscio ormai di non poterlo trovare su quel piano – c’erano infatti solo lui ed un altro – e lo vide, finalmente. Era in alto, in cima alla ulteriore scalinata: era per quello che non l’aveva visto prima.
    Quel tipo, Eru Elen Amarth, era proprio come gliel’aveva descritto Yoe: era vestito d’argento e risplendeva d’ogni colore, di ogni singola – anche la più piccola – sfumatura di colore presente in natura.
    Non sembrava umano: nessun essere umano poteva risplendere in quel modo.
    Anzi, gli venne addirittura il dubbio di avere inconsciamente attivato la propria abilità oculare, ma si rese conto di non averlo fatto: era così, al naturale.
    «Che tipo… bizzarro…», si disse.
    Senza indugiare, e senza curarsi del tipo che pochi istanti prima aveva parlato, salì sulle scale sino a giungere in prossimità di quel tipo inginocchiandosi, dischiudendo il mantello.

    Il mio nome è Amon e vengo da Ovest!”, disse presentandosi, “E sono qui per la ricerca della pietra di Kantara, come ordinatomi dalla mia signora Shui Yoe Tu!
    Il capo era chino, in segno di rispetto.
    Da li tese comunque la mano destra, che recava la missiva di Yoe.
    Questa è una missiva che attesta la mia identità, scritta di suo pugno dalla mia signora.”, disse ancora per poi aggiungere, infine, “La mia spada ed i miei poteri sono al vostro servizio!
    Ora non restava che attendere.


    Perdonate il post molto approssimativo. =\
    E soprattutto perdonami se ho considerato poco il tuo Pg, ma la priorità era dare la "missiva" ad Elen :D
    Dal prossimo post, inserirò una descrizione fisica adeguata, ma per il momento è ancora completamente avvolto nel mantello quindi c'era da dire ben poco se non che ha capelli neri ed occhi verdi. =)
     
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    Liberi Aeris Milites.
    Non pensavo che sarebbe bastato un incontro tanto semplice quanto fortuito, per entrare immediatamente a far parte degli ingranaggi di quel nuovo mondo.
    Drusilia Galanodel si chiamava, la donna a capo delle forze armate; una donna dal grande valore, affascinante e dolce come i petali di una rosa, ma forte, pungente ed orgogliosa come le spine della stessa.
    Virtuosi ed onorevoli sono gli ideali che risplendono alla sua luce; ed in essa, le mie armi saranno lo scudo per le sue ali.

    rosez


    Albero casa, ufficio del Gran Maestro

    Fui convocato nella stanza personale del Gran Maestro, quel giorno, per la mia prima missione in vesti ufficiali. Non ero solo al suo cospetto, di fianco a me notai un... una... uno... spettro, o almeno così si mostrava. Sembrava magia quella emanata dal suo corpo, eppure non ricordo di aver visto mai niente del genere, neppur nel vecchio continente del mio ormai lontano mondo. Erano elementali poi quegli spiritelli che volteggiavano vivaci intorno alla sua figura?
    Distolsi gli occhi e la curiosità dalla sua essenza rarefatta solo per buona educazione, poiché la nostra Dama decise di rivolgerci finalmente la parola.

    Eru Elen Amarth, Celebliant e saggio di Palanthas era il mandante per la nostra richiesta. Un aiuto per le terre dell'Est rappresentava il loro richiamo; una chiamata alla quale mai avremmo potuto rispondere negativamente, in qualità di preziosi alleati.
    Ben poco -per non dire nulla- conoscevo di quel posto, ben poco conoscevo della missione e del mio compito, ma quello rappresentava il mio primo banco di prova: oggi come allora... sorrisi al sol ricordo: l'ingresso nell'armata dei ribelli...
    Strinsi saldamente l'elsa della mia spada, e chinai risoluto il capo in segno di assenso.
    Mi voltai sicuro in direzione del mio nuovo compagno, ed al congedo ci incamminammo ognuno per la propria strada, nella preparazione prima della partenza.


    Albero casa, Cleyra: la Città dei Grifoni

    « Sei... sicuro »
    Corressi immediatamente la mia distrazione, non ancora certo sul dovermi rivolgere a lui solo con le parole, od anche ai suoi "accompagnatori".
    «...siete sicuri di non aver bisogno di un grifone per spostarvi? »

    Saltai in groppa alla bestia alata, gentile dono e concessione offertomi immediatamente dal Gran Maestro, mentre ritornavo a fissare incuriosito quell'insolito individuo e le sue creaturine. Era... davvero uno spettro, allora? Se avevo ben compreso ciò che ci avrebbe atteso non rappresentava un viaggio troppo breve, in che modo aveva intenzione di spostarsi? Fui catturato e non poco dal desiderio di conoscere molte più risposte di quanto non sarebbe potuto essere il tempo per le mie domande...
    Bastarono un paio di battiti d'ali, possenti e vigorosi, per sollevarsi in aria ed iniziare a volare verso la destinazione.

    « Così voi... cosa siete, di preciso? »

    Non volevo sembrare indiscreto interrompendo il silenzio proprio con quella domanda, ma non riuscii più a trattenermi. Mi resi tuttavia conto della maleducazione, e ripresi a parlare per completare il mio discorso.

    « Ah! Non mi sono ancora presentato: il mio nome è Firion, è un piacere per me conoscervi. »

    Il resto delle chiacchiere prima dell'arrivo... beh, furono uno simpatico siparietto "organizzato" da quelle buffe creature.


    Palanthas, la grande bibitlioteca

    Rimasi incantato dalla magnificenza di quell'immensa biblioteca: neppur la capitale dell'Imperatore poteva vantare una ricchezza anche solo paragonabile, in termini di cultura e conoscenza.
    Individuai facilmente il nostro mandante, identico alla direttive indubbiamente... apparescenti che ci furono gentilmente offerte dal nostro Gran Maestro. "Un arcobaleno vivente"... non aveva tutti i torti.

    « Eru Elen Amarth, in qualità di alleato e compagno dei Liberi Aeris Milites,
    io, Firion,
    giungo al vostro cospetto per porre le mie armi al servizio della Conoscenza. »


    E mi inchinai, in un educato segno di rispetto e di saluto.
    Quando poi rialzai il capo in sua direzione, notai al suo cospetto la presenza di due altre persone, probabilmente futuri compagni di missione; non mi sprecai tuttavia in ulteriori parole, attendendo che fosse il Celebliant stesso, il primo ad autorizzare una conversazione.

    Equipaggiamento: (rimando alla scheda per dettagli ed immagini)
    - Arco Lungo + frecce
    - Lancia Lunga
    - Spada ad una mano
    - Ascia Monopenne
    - Morningstar
    - Pugnale [x2].
    - Armatura Completa
    - Scudo piccolo.

    Passive:
    Maestro d'arme
    Il giovane Firion non è un guerriero che, per tutta la sua vita, ha trascorso tempo ad allenarsi fino a raggiungere un ottimo livello ed una perfetta padronanza del proprio corpo e delle proprie armi. No, lui è un genio delle armi, un talento innato dal futuro così roseo e le doti spiccate da lasciar senza parole coloro che si ritrovano a guardarlo con una qualsiasi arma in mano. Sia essa una spada, un bastone, una trave di legno, un giocattolo per bambini o la più esotica delle armi da lancio, lui saprà usarla in ogni caso, con entrambe le mani, anche contemporaneamente. Inutile da dire, lui è unico nel suo genere.

    Filo incantato
    Ciascun'arma di Firion è legata al proprio padrone da un filo magico invisibile ed impossibile da spezzare in grado di richiamarle a sé qualora gli venissero sottratte o fossero da lui stesse lanciate.
     
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    void

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    L'incarico «Finalmente anche per Aeriel giunse il suo primo impegno che potesse essere veramente definito tale: gli era stata affidata una missione! L'emozione fu in lui tanto forte che non potè fare a meno di eseguire istantaneamente quella che lui chiamava "danza": una serie di (buffi) movimenti delle gambe, quasi come se, tenendole unite, avesse voluto piegarle un poco prima a destra e poi nella direzione opposto, accompagnando tali movimenti con ritmati gesta delle braccia che, col pugno chiuso, indicavano nella direzione opposta da quella delle ginocchia. A contornare il tutto, la voce dell'elementale continuava a ripetere "Missiooone! Miiissiooone! Missioneee!" quasi fosse un disco rotto, mentre Lavi era a stento trattenuto da Devi (la quale più che altro ne approfittava per tentare di abbracciare l'altro spirito).

    Il party si completa «In quella missione non sarebbero stati però da soli; stavolta a loro si sarebbe infatti unito un ragazzo dai capelli grigio-bianchi, dunque probabilmente simpatico (od almeno quella era la conseguenza logica secondo l'elementale). Non era sicuro di conoscerlo, se mai si può dire di conoscere veramente qualcuno, anche se in questo caso... be' effettivamente era la prima volta che i due si vedevano, rendendo più che comprensibile il fatto che i due non si conoscessero minimamente.

    La "piccionaia" «Si trovavano ora nella Sala dei Grifoni quando il ragazzo, che si sarebbe in seguito col nome di Firion, chiese se effettivamente non avessero bisogno di una cavalcatura alata e domandando infine "cosa" fossero loro tre, le risposte agli interrogativi posti non tardarono ad arrivare:

    Se parliamo di necessità, be'... Io sono in grado di volare per conto mio, così come loro due, però temo possano stancarsi volando al nostro fianco o trovare esageratamente noioso passare l'intero viaggio nella mi ombra;
    dunque, se non vi è di disturbo, vi chiederei la gentilezza di portarli con voi, sul vostro grifone...
    Dubito abbiano bisogno di una cavalcatura esclusivamente per loro, considerando il poco spazio che occupano.

    Ah, ad ogni modo, cavalier Firion,
    io sono io ma tra molte genti vengo chiamato aria, ma può chiamarmi Aeriel;
    loro invece sono il fuoco, Lavi, e l'ombra, Devi.


    Concluse con voce seria, presentando il terzetto come meglio gli era venuto; durante la presentazione, i due abbozzarono degli inchini (o più appropriatamente parodie degli stessi) e quand'era il loro turno sia l'uno che l'altra fecero sfoggio delle loro abilità.
    Lavi, per primo, fece salire dal palmo della propria piccola mano una piccolissima fiammella; arrivata a circa un metro e sessantasei centimetri dal suolo, la piccola fiamma esplose silenziosamente, trasformandosi in una lampeggiante scritta "Lavi" mentre egli stesso faceva da cronista alla scena, concludendo con un sussurrato #...il maaagnifiiicooo Laaaviii!!#.
    Quasi in contrapposizione alla scenograficità dello spiritello di fiamma, la Dama delle Ombre creò oscurità tutt'attorno a sè, modellandola a forma di... un ananas, nel quale rimase rinchiusa fino a che tutti non avessero smesso di fissarla: era decisamente quella che poteva essere definita una timidona.

    Il punto di partenza «Giunti a destinazione, il quartetto fu ricevuto dal "signor Amarth". Aeriel fu l'ultimo a parlare, anche se di questo lui non ne era certo, avendo ignorando chiunque avesse parlato prima di lui in quella sala.

    Il mio nome è Aeriel Glade e sono giunto fino a qui per offrire il mio supporto, con la benedizione della Dama del Vento.

    Mentre pronunciava quelle parole, l'Aria avvicinò la mano destra al petto, per poter accennare un inchino a colui che gli avrebbe affidato la missione vera e propria; lui era l'aria, dunque un inchino vero e proprio sarebbe stato come chiedere alle montagne che, di loro volontà, si sollevassero e ruotassero fino a che la punta non fosse stata rivolta verso il suolo: possibile, certo (in un qualche strano mondo), ma decisamente improbabile.



    CITAZIONE
    -> Aria Viva
    Così come l'aria, ora Aeriel non può morire (nè ha bisogno di respirare o di nutrirsi) ed ha la capacità di volare (fino a 5m al di sopra del livello del suolo); sempre come l'aria è inoltre intangibile e non può sanguinare, tuttavia qualsiasi colpo ricevuto, pur passandogli attraverso, lo danneggia lo stesso. Inoltre, essendo incorporeo, gli sarà impossibile utilizzare qualsiasi equipaggiamento che già non possedesse già al momento della trasformazione del proprio corpo (cioè gli abiti che indossa, la maschera e le manette), eccezion fatta per oggetti opportunamente adattati (ovvero dotati di un'apposita abilità passiva). Ultima caratteristica è che, se colpito mortalmente (o ucciso in altro modo) od anche nel caso in cui esaurisca completamente la riserva di mana, Aeriel semplicemente si dissolverà nell'aria fino a quando non avrà recuperato abbastanza energie per potersi rigenerare.

    (in pratica sembra parecchio uno spettro)

    CITAZIONE
    -> Sensi dell'Aria
    Aeriel non ha bisogno di vedere, in quanto, essendo divenuto ciò che è ora mentre già era "legato" alla maschera, le sue capacità sensoriali si sono evolute di conseguenza. Le nuove capacità acquisite, rispetto ai normali sensi, sono state l'essere in grado di percepire chiaramente ogni variazione nell'aria circostante (nel raggio di 15m): il nuovo senso è in grado di sostituire tatto, vista (che diventa di fatto qualcosa di più simile alla percezione dello spazio di un pipistrello che non alla vista di un umano) ed udito (che rimane quasi identico, salvo che può sentire ciò che "dice" l'aria; abilità, quest'ultima, che può essere usata esclusivamente sotto consenso del quest master).

    (motivo, tra l'altro, per cui Aeriel ignora l' "arcobalenosità" di Eru Elen Amarth; gli altri sono semplicemente stati ignorati)
     
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    Come, come era possibile che una tale onta avesse imbrattato le mura di Palanthas? Cosa aveva la popolazione dell'Est?? Alla vista dei presenti, lo sguardo dello Zero si fece più gelido, e pure quelli ebbero tanta accortezza nel rendergli ossequi, quello non vi badava, turbato da quell'infamia.

    -Perché, perché solo voi siete accorsi alla chiamata?-
    Cominciò, la voce vuota e affilata
    -Soldati di Laputa ed uno della schiera di Yoe. Dove sono i popolani dell'Est che avevo sollecitato?-
    Ad un occhio attento, ora pareva che il rosso sulla sua veste si soffermasse un poco di più nell'armonia di colori, che scorresse lentamente rispetto a tutte le altre tinte...
    -Perché il popolo dell'Est non desidera prestare aiuto?? Ah! Villani e peccatori, questa saggezza sarà preclusa a loro, pavidi ignoranti.-

    Ma ecco che il furore del momento, quella rossa ondata cessò, e tutto tornò a scorrere con la solita piacevole andatura, e ora il disappunto sembrava un ricordo al cuore dello Zero, perché una più urgente missione lo impelleva.

    -Perdonate il mio sfogo, nobili creature.-
    Incominciò, e il vuoto della voce ora restava antico e grande, non più sdegnato
    -Vedo con piacere che Drusilia non ha indugiato, e che Yoe, parimenti, si è operata affinché voi tre giungeste. Ne sono felice.-
    Poi spostò lo sguardo verso quello di cui non aveva sentito ancora parlare e, curioso, gli rivolse qualche parola
    -Sei tu un viaggiatore, o appartieni a quel popolo dell'Est così sciocco?-

    Chiese, e quando gli fosse stata data la certa risposta, un poco avrebbe indugiato, leggendo subito la lettera della Seconda che Amon gli ebbe consegnato. Quando poi ebbe avuto modo di ponderare tutti i dettagli, tornò a parlare.

    -E' bene ora dare informazioni circa il luogo di ubicazione dell'oggetto della quale dovrete mettervi in cerca, e di altri dettagli. Prima, però, ecco i termini di questa missione, inviolabili ed incontestabili per voi.-
    Scese le scale in silenzio, come un vapore che scorra sulle rocce
    -Non terrete la pietra per voi; non la stringerete avidamente, non desidererete utilizzarla per la vostra compiacenza: essa non è oggetto che vi spetti, né il suo potere può cadere ancora in mani inesperte. A lungo molti hanno lottato e ingannato per averla, perché ciò che può compiere accende le brame di tutti. Pertanto, questo dico: la prenderete e la porterete da me, tenendola solo lo stretto necessario; odiatela, piuttosto. Non sai mai che io debba rincorrervi per tutto l'universo, uccidendovi e prendendovi ciò che siete stati incaricati di trovare.
    Tuttavia ho fiducia nel vostro cuore, e nel ruolo che avete qui su Endlos.
    -
    Tacque, e poco dopo riprese
    -Giurate dunque, voi che vi apprestate a partire, di rispettare questo vincolo e siate sinceri, ed io racconterò dove dovrete dirigervi, e cose troverete. Solo il giuramento vi terrà legati, a voi stessi e al compito che io affido.-

    QM Point



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    Scadenza: 23 Dicembre

    Specifiche di post: Anche qui, nulla di particolare :sisi: qualsiasi cosa vogliate dire ad Amarth è la benvenuta (beh, non proprio qualsiasi XD) Per il resto, chi si sente in vena di giuramenti e non ha problemi, giuri. :sisi:

    Varie ed eventuali: Mpizzatemi o bachechizzate, anche se come post mi sembra abbastanza chiaro: Amarth vi ha detto cosa NON fare, e chiedendovi di giurargli di non farlo


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    II


    Non concesse che un'occhiata agli arrivi successivi al suo - che a loro volta l'avevano ignorato, domandandosi se essi l'avrebbero accompagnato nel corso della missione; poi realizzò che in fondo non gli importava. Era giunto fino a Palanthas esclusivamente mosso dalla sua insaziabile curiosità, e forse anche dall'ombra di una speranza che continuava a sfuggire dalle sue dita. Tuttavia si rese abbastanza presto conto che quel pensiero era tanto sciocco quanto prematuro, e si affrettò a scacciarlo dalla mente.

    « ... »

    Restò silente e impassibile allo sfogo della figura ammantata d'argento, limitandosi ad aprir bocca solo quando interpellato da quello stesso uomo che pareva aver commissionato la spedizione:

    « Mio malgrado son costretto a deludere le sue aspettative. Sono solo un viaggiatore. »
    * Un ben poco nobile viaggiatore. *


    Rispose con falso dispiacere, socchiudendo appena le palpebre; dopotutto a lui non interessava certo prendere le difese del popolo dell'Est, e se quell'uomo aveva qualcosa contro di loro era esclusivamente affar suo. La seconda parte del discorso invece attirò di più la sua attenzione, tanto da riportare alla luce quella sottile e sfuggevole ombra - annidata nel profondo del suo cervello - che più volte durante il viaggio l'aveva solleticato con pensieri decisamente poco altruistici.

    « Debbo deluderla una seconda volta. Non rientra fra le mie abitudini prestare giuramento, ma posso assicurarle che porterò a termine l'incarico a me assegnato. Io concludo sempre quanto decido d'iniziare. Tuttavia avrei una richiesta. »

    Parlò sinceramente questa volta, lasciando che il silenzio colmasse il vuoto lasciato dalle sue parole per qualche istante. Portò la mano destra su un fianco, riaprendo gli occhi e incastrando lo sguardo in quello del Saggio.

    « Non sono interessato ai soldi. Non sono interessato alla gloria. Non voglio la pietra per me, e non voglio niente in cambio per quanto mi appresterò a fare, eccetto che una cosa... »

    YUKI4

    « ... voglio assistere ad una dimostrazione del potere della pietra. »

     
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    Il vostro addestramento è finito, la prova finale superata.
    Queste le parole di uno degli addestratori: su di un centinaio di ragazzini, solo una decina erano riusciti a sopravvivere a quello che poteva essere definito una tortura, più che un addestramento.
    Quelli erano tutti li, in fila, uno di fianco all’altro con fierezza; la testa bene in alto, con gli occhi a puntare il cielo – o quasi – e con le braccia poste dietro la schiena. Erano tutti li pronti ed attenti ad ascoltare quelle parole e fieri di avere finalmente raggiunto quel traguardo.
    Ognuno di voi è uno ‘Scorpione Nero’”, aggiunse, “e vostro è il compito di proteggere il Faraone in qualunque occasione, in qualsiasi circostanza. Sarete la sua ombra e il suo conforto.
    Giurate di servire il Faraone con tutti voi stessi. Dite: lo giuro!

    LO GIURO!”, si sentì in coro.
    Amon era tra questi.

    […]

    L’uomo dinanzi al quale era inginocchiato sembrava strano.
    Li per li sembrava essere addirittura dispiaciuto della loro presenza, perché erano gli unici che avevano accolto quella specie d’invito: e dire che aveva richiesto l’aiuto dell’Est e, invece, si erano presentati tutti altri soggetti che, come lui, appartenevano ad altri presidi: doveva essere davvero frustrante.
    Passarono alcuni istanti e, finalmente, Amarth si era calmato soffermandosi pertanto sui presenti prendendoli in considerazione e scusandosi per lo sfogo di poc’anzi; in particolare la sua attenzione venne a posarsi su di uno di loro, di cui sembrava non essere al corrente della provenienza. Dall’aspetto questi non sembrava null’altro se non un viaggiatore e questo fu confermato dalle sue parole di risposta.
    Il mandante, comunque, indugiò un poco prima di parlare nuovamente e solamente dopo aver letto la missiva che Amon gli aveva prontamente consegnato.

    «Termini? Perché parla di termini?!», pensò, «Non si tratta di una ‘semplice’ ricerca?!»
    Amon non aveva ancora compreso appieno quali fossero le reali potenzialità della pietra e, d’altronde, nessuno gli aveva ancora spiegato alcunché sulla stessa: sapeva solamente che era ‘utile’ per cercare ciò che si è perduto, ma a conti fatti non è che avesse capito chissà cosa.
    «Quale immenso potere nasconde quella pietra?!», si chiese.
    «Deve avere davvero a cuore le sorti di quella pietra per fare tutte queste raccomandazioni, ma chi gli da la certezza che nessuno di noi lo tradisca?!», pensò, «Chi gli da tutta questa sicurezza?»
    «Magari non ha davvero scelta, visto e considerato che la ‘sua’ gente non ha risposto al suo invito.»
    Amon era dubbioso e tutte quelle richieste sotto forma di regole non facevano altro che alimentare i suoi dubbi e le sue incertezze riguardo a quella missione, ma decise di tacere: non era affar suo.
    Suo era il compito di compiacere la sua signora ed Amarth, null’altro avrebbe dovuto interferire in quella faccenda né, tanto meno, nella ricerca della pietra perché suo era il compito di ritrovarla insieme agli altri e quindi si convinse che quelli non erano pensieri da farsi.
    Non doveva dubitare, né doveva avere dei dubbi.

    «Ma è pazzo?!», pensò nell’ascoltare e parole di risposta del viaggiatore.
    «Come può permettersi una simile sfrontatezza in casa altrui?!», si chiese, «E come può permettersi di avanzare simili richieste? È inammissibile. È inaudito!»
    Povero Amon, aveva ancora una mentalità troppo chiusa per poter comprendere quel tipo di richieste e quel tipo di atteggiamento, ma ci stava lavorando… eccome se ci stava lavorando.
    «…perché crede veramente di poter assistere all’utilizzo delle pietra?», pensò portando per un attimo lo sguardo sul viaggiatore, «…ammesso e non concesso che la pietra venga utilizzata!»
    «No, no: non devo pensare a queste cose!», disse scuotendo la testa.
    Guardò Amarth, infine, pronto a parlare.
    Lo giuro!”, esclamò.

     
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    Un giuramento era stato richiesto ai prodi avventurieri, mai avrebbero dovuto desiderare l'oggetto della loro ricerca, nè la brama di possederlo avrebbe dovuto impossessarsi di loro, dovevano recuperarlo e portarlo immediatamente a lui, il solo che avrebbe dovuto custodirlo. Ad Aeriel quasi venne da ridere al sentire tali richieste, probabilmente però nessuno avrebbe notato alcun sintomo di divertimento, visto che il suo volto era completamente nascosto da una maschera bianca e priva di espressione.

    Be', di giurare non ne ho proprio voglia... Però...

    La sua mano destra si alzò di lato, cercando di trapassare la testa del suo compagno di viaggio, Firion. Certo, considerando il fatto che l'elementale dell'aria fosse appunto fatto di aria, il fatale colpo non sarebbe stato poi molto fatale, causando nel suo bersaglio, al massimo una sensazione come di vento fresco.

    Sì, insomma, quindi anche volendo...
    Non c'è da temere, insomma.


    C'è chi si era rifiutato di giurare, assicurandò però che avrebbe comunque portato a termine la missione, chiedendo come ricompensa semplicemente il poter vedere all'opera l'artefatto, chi invece si limitò a giurare, senza particolari fronzoli.

    Per quanto riguarda la ricompensa, per ora mi basterà "divertirmi", poi, una volta portato a termine il nostro incarico, se qualche idea avrà colpito la mia mente, glielo farò sicuramente sapere, Signor Amaretto.

    Eh, già, non che volesse mancare di rispetto, assolutamente no, ma coi nomi... be', diciamo solo che c'erano cose in cui era decisamente più bravo... Anzi, no, coi nomi, proprio non ci sapeva fare.

     
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    Fui alquanto sorpreso dalla reazione... contenuta, oserei dire, con la quale Amarth sembrava trasmetterci rabbia nella nostra presentazione. L'unico segno evidente erano le parole pronunziate, più che il suo atteggiamento totalmente assente. E poi... era... era manifestazione del suo umore, quello? Modificare leggermente i colori che emanava...? No, forse era stata solo una mia impressione?
    Fui ancora più incuriosito dall'essenza di quella persona, e non potei far a meno di fissarlo con un'aria un po' stranita e... forse preoccupata.
    Era un mondo un tantino insolito, quello di Endlos...

    Mi rialzai dall'inchino, quando riprese a parlare al riguardo della missione. Non ci fu concesso di sapere alcun dettaglio, ancora, poiché un giuramento era richiesto al suo cospetto.
    Nessuno doveva appropriarsi di quella pietra, nessuno avrebbe dovuto usarla.
    Solo quando pronunziò quelle frasi mi sovvenne effettivamente la considerazione dell'evenienza; alcuni dei miei compagni tuttavia si rifiutarono... cercando o richiedendogli altri tipi di garanzie.
    Sarebbe bastato questo, per lui?
    ...e sarebbe bastato questo, a me, per fidarmi di loro?

    « A-ah...! »

    Sobbalzai per un istante, colto di sorpresa, quando una leggera aria scompigliò i miei capelli.
    A-Ariel...! Cosa stava facendo? Non era solo un modo di dire il suo allora, quando in precedenza mi si presentò come aria? Compresi solo dopo le ragioni del suo gesto: dimostrare che, anche volendo, non sarebbe stato in grado di afferrare la pietra.
    ...era così, giusto? E come faceva allora, per ogni altra cosa?? E come avrebbe fatto, qualora in missione si fosse presentata la necessità?
    Mi risistemai i capelli con le mani, pensieroso ancor più di prima; ma davvero per Endlos erano così abituali delle creature tanto strane?
    In ogni caso mi ricomposi immediatamente, non appena giunse il mio turno:

    « Lo giuro. »

    Affermai senza indugio.
    Se Drusilia Galanodel si fidava della sua persona, ed in esso vi vedeva un valido alleato, non avevo alcun motivo di indugiare sui suoi reali intenti.
    ...fui solo curioso di osservare come avrebbe reagito alle richieste dei miei compagni.

     
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    ...L'Arcobaleno d'Argento...

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    Due soli avevano giurato? Essere uno spirito certo non impediva la fedeltà! E però lo Zero poté capire che non avrebbe temuto da parte di quello, e forse anche dell'ultimo, che per primo non giurò, poteva avere fiducia, essendo che alle sue orecchie non venivano sibili. Ma la Pietra era troppo importante, e pericolosa per affidarsi alla buona volontà di creature umane, terrene dentro al cuore. Di quell'essere etereo non presagiva l'appropriarsi, ma ne sospettava la coalizione con qualcuno di quelli o di altri.

    -Eppure giurerete tutti.-

    Disse, glacialmente Vuoto. E da lui scoppiarono luci, l'iridescenza del suo animo spandendosi nell'aria, e come fossero catene andarono verso i quattro, attorcigliandosi al loro polso, il destro. Si fecero rovi, e sottopelle scavarono una via per il cuore e l'anima loro e quando la trovarono, vi si strinsero, nella morsa del Destino. Nessun dolore, soltanto un leggero tocco, come se un dito avesse carezzato il braccio ed il petto. Quando la magia si estinte, dove i rovi erano entrati lasciarono il loro segno, un marchio che, scendendo dal dorso della mano circondava il polso, e poi proseguiva in basso, scomparendo dopo poco: l'immagine di quegli stessi rovi.

    -Ora siete legati dal vincolo di una Geass: se non andrete contro il giramento imposto, nulla avrete da temere. Ma se, anche solo una volta, opererete contro la missione, e contro i vostri compagni, volendo la pietra e magari pure prendendola, ecco che avrete rotto il giuramento, e verrete puniti in quello stesso istante, ciascuno secondo la colpa.-
    E poi aggiunse, lapidario
    -Preferisco sapervi morti, che traditori.-

    Quando ciascuno ebbe reagito al giuramento, la cui magia ora Amarth non aveva potere di eliminare, essendo legata alla missione, il Celebliant tornò a parlare, rasserenato dal non dover più temere il sospetto.

    -L'ultimo possessore della pietra, un avido mercante, divenne talmente ricco da ordinare a uomini che aveva comperato come schiavi, di costruirgli un'intera città per tomba. Non solo, adoperò così tanto l'oggetto da empire questa sua necropoli di ogni trappola, ogni perversa macchinazione, lanciando una sfida ai posteri: chiunque avesse voluto quell'artefatto, avrebbe dovuto attraversare tutta la necropoli, riesumare il cadavere e strappargliela di dosso. Sfortunatamente, l'ubicazione della cittadella ci è ignota.-
    Dopo un attimo di silenzio, riprese
    -Tuttavia, recentemente il Maelstorm ha portato su Endlos l'ingresso alla città. Nelle sabbie dello Yuzrab lo troverete, sebbene tema che già qualcuno si sia avventurato al suo interno, e chissà non l'abbia distrutto.-
    E concluse
    -E' al Sud che siete chiamati.-



    QM Point



    Tutti: Ora avete più informazioni! Se volete sapere altro, basta chiedere: avere risposte è tutta un'altra storia XD

    Ordine del turno: //
    Scadenza: 18 Marzo, se non potete basta avvisare per Mp
    Specifiche di post: Beh, ora siete obbligati a fare i bravi XD
    Varie ed eventuali: Sorry per il ritardo!!!!!!! Non capiterà piùùùùù!!!! T_T

     
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    Alla fine solo in due avevano giurato.
    Lo Scorpione non riusciva bene a comprendere il perché di quel comportamento, ma non era comunque affar suo: l'importante, d'altro canto, era ritrovare quella pietra e se qualcuno di loro avesse provato a tradire, ci avrebbe pensato lui stesso.
    Amarth, però, sembrò non dare peso a quel mancato giuramento, almeno all'inizio, tanto che il suo volto sembrava imperturbabile e privo di emozioni: aveva un ottimo autocontrollo, anche fin troppo perfetto per quella stessa situazione.
    Eppure le parole che seguirono non lasciarono presagire davvero nulla di buono; erano fredde e vuote, tanto che un brivido gli corse veloce lungo tutto il corpo.
    La figura del mandante cominciò ad irradiarsi di luce, tante luci che cominciarono a confluire verso i quattro, verso di loro come se volessero ghermirli.
    Istintivamente Amon alzò le braccia ed arretrò di un paio di passi, come se temesse per la sua incolumità, visto che a tutti gli effetti quello aveva tutta l'aria di essere un attacco.
    «Possibile che non si fidi a tal punto da attaccarci?», pensò.
    Una delle luci gli si attorcigliò intorno al polso destro, tramutandosi in rovi e facendosi largo sottopelle. Che razza d'attacco era? Lo sguardo di Amon si spostava di tanto in tanto, prima sul braccio e poi su Amarth interrogandolo su quanto stava succedendo.
    Portò la mano sinistra sul braccio che era stato colpito e cercò di afferrare quella magia, di tirarsela via con quel gesto semplice, quanto inutile.
    Cosa... cosa diamine sta succedendo?!”, biascicò cercando di ottenere una risposta.
    «Che cos'è questa cosa? Perché?!», si interrogò.
    Ma pian piano, visto che non sentiva alcun dolore, cominciò a calmarsi – almeno in apparenza – cercando di chetare il battito del suo cuore.
    Era una sensazione strana quella che stava provando: nessuna sofferenza, quanto invece il tocco delicato di qualcosa di molto simile alle dita che sfiorano la pelle.
    Quel tipo di magia era a lui sconosciuta.
    Ci volle ancora qualche istante, ma finalmente quella magia esaurì i suoi effetti lasciando come segno una specie di tatuaggio, che rappresenta appunto dei rovi. A quanto pareva erano stati marchiati.

    ...”, lo guardò stupito e senza dire nulla.
    Amarth li mise subito al corrente di quanto aveva fatto loro ed ora capiva bene quale fosse il significato di quel giuramento e delle parole che erano state pronunciate in sede di presentazione; ora capiva quanto fosse necessario trovare quella pietra e quanto fosse pericoloso lasciarla cadere in mani malvagie.
    Lo capiva, sì, ma non accettava quel marchio che sapeva tanto di guinzaglio, ma ormai non poteva farci proprio niente... continuava a guardare quel bizzarro tatuaggio, sfiorandolo con delicatezza con il dito indice della mano sinistra.
    «...arrivare a tanto...», pensò con tristezza.
    Strinse il pugno della mano destra, gonfiando i muscoli del braccio, per poi rilasciare quella presa vuota e priva di alcun significato. Non disse nulla, nemmeno una parola, tanto ormai non bisognava fare altro che stare di nuovo ad ascoltare.
    Lui era lì per servire e non per parlare.
    Il tono della voce di Amarth, comunque, sembrò essere piuttosto sollevato e tranquillo: ormai non aveva più nulla da temere da loro: il tradimento era stato debellato.
    Tornando alla pietra, quella era stata in possesso di un mercante avido e disonesto che aveva utilizzato la pietra per i suoi scopi personali ed incrementare le proprie ricchezze ed il proprio potere terreni. Aveva addirittura utilizzato quell'antico manufatto per comperare degli schiavi e farsi costruire una città che gli facesse da tomba.
    Gli venne subito in mente un paragone: in Egitto i Faraoni erano soliti utilizzare delle piramidi come simulacri per i propri corpi e compiere il viaggio verso l'aldilà ed ascendere così al cielo e raggiungere le altre divinità, ma quelle stesse piramidi erano costruite dagli schiavi tra dolore, sangue e patimenti.
    Ancora una volta un brivido gli attraversò la schiena, come se potesse temere di essere stato vittima a sua volta dell'immenso potere della pietra.
    Scosse il capo, cercando di scacciare quel pensiero.
    C'è un piccolo problema”, disse avanzando timidamente, “io non conosco questo luogo che voi avete chiamato 'Yuzrab' e non so neanche come si possa raggiungere.
    ...e poi”, chiese ancora alla volta di Amarth, “chi altri potrebbe sapere della pietra? C'è in particolare qualcuno di cui dovremmo tenere conto durante le nostre ricerche?
    Queste furono le prime domande a venirgli in mente.
    ...c'è un modo per trovare 'facilmente' l'entrata?


    SPOILER (click to view)
    Le domande non sono molto intelligenti, ma credo siano comunque queste quelle che farebbe il Amon XD
     
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  13. Y u k i ~
     
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    _Chasing Shadows_
    III


    Fu ignorato.
    Nessuna parola di quelle che uscirono dalle labbra del custode argentato furono specificatamente a lui rivolte, tanto meno trasportarono una qualche conferma o smentita alla sua richiesta. Non amava essere trattato in quel modo, né gradiva essere incatenato a doveri e giuramenti, specialmente quando le motivazioni di tali obbligazioni erano ben poco chiare. Eppure non poté fare granché per evitare quello che successe subito dopo.

    Indietreggiò sorpreso di un passo, tirando con forza il braccio destro nel tentativo di divincolarsi dalla presa magica. Tutto inutile. Le spire luminose avvolsero il suo polso stringendolo, seppur senza provocare alcun dolore, e vi lasciarono impresso qualcosa di molto simile a un marchio. Quando i suoi occhi incrociarono le spine disegnate sulla sua pelle dal misterioso sortilegio, una certa collera gli avvampò in petto.
    Ma si sforzò di trattenerla.

    « Ha degli strani modi per chiedere un favore, Amarth. »

    La calma nella sua voce era incrinata da una vena di rabbia. Rialzò gli occhi inespressivi sul mandante, lasciando ricadere il braccio al fianco. Invece che un saggio, Amarth gli pareva un tiranno al momento: incline più ad impartir ordini che a dar risposte. Yuki era giunto come volontario alle sale della Biblioteca, ma ora l'unica scelta che gli restava era uscirne come schiavo della volontà di qualcun'altro.
    La cosa lo irritava non poco.

    « Da dove provengo una stretta di mano è sufficiente a siglare un accordo. I giuramenti non sono che parole, e questo... »

    Sollevò di nuovo l'arto, osservando il tatuaggio con la coda dell'occhio, quasi come fosse uno sfregio; un qualche tipo di affronto al suo orgoglio.

    « ...lo considero come un'offesa. »

    Si sforzò di mantenere quella maschera imperscrutabile che si era modellato in volto sin dal primo passo a Palanthas, ma la cosa gli risultò più ardua del previsto. E allora si lasciò sfuggire una smorfia indecifrabile, simile a un sorriso, ma che non era un sorriso.

    « Inoltre ha evitato di rispondere alla mia unica richiesta.
    Deduco che non è sua intenzione soddisfarla. »


    Lo aveva detto chiaramente: soldi, fama, potere non gli interessavano.
    Non desiderava neppure quella pietra per sé, voleva semplicemente soddisfare una sua curiosità; vedere se per una volta tanto le leggende avevano un fondo di verità. La ragione per quel suo desiderio era solo affar suo. Il saggio avrebbe semplicemente dovuto rispondergli sì o no, e invece lo aveva incatenato a un sentiero che ancora non aveva scelto di percorrere.

    « Non vedo dunque la ragione per la quale dovrei imbarcarmi in questa impresa. »

    In realtà era più che chiara. Si trovava lì, sul polso della destrorsa, la ragione.
    Semplicemente Yuki si rifiutava di vederla. Non era uno schiavo.

     
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    L'omino che gli aveva assegnato la missione di recupero del sasso, minacciò il gruppo intero dicendo loro che tutti loro avrebbero giurato. Detto questo, la sua voce era fredda e vuota, s'illuminò come una lampadina (qualsiasi cosa fosse) e il polso destro dell'elementale fu stretto come da una morsa magica. Per lui fu quasi come essere marchiato a fuoco, con la sola differenza che il dolore non accennò a ridursi in un tempo "normale", un urlo inquietante nacque dalla sua bocca nascosta, così come il resto del volto, dalla maschera. Il tempo di sfogarsi ed il dolore era passato, lasciando però un indelebile segno su di lui, anche se nè l'Aria nè gli altri sarebbero riusciti a vederlo, nascosto com'era dal pesante metallo delle sue manette.

    Ah be'... Solo perchè sei in grado di colpirmi non significa che giurerò...

    Commento Aeriel, infastidito dalla "catena" che Amarth gli aveva imposto, non con la diplomazia e nemmeno con la forza ma con uno sporco trucco.

    E sia: giuro!
    Tanto non avevo altro da fare...
    Contento?


    Concluse con il tono palesemente canzonatorio di chi decide di accontentare il capriccio di un bambino ancora non abbastanza maturo da accettare risposte negative alle sue egoistiche ed infantili richieste.

    Ma ricorda: mettere un guinzaglio ad una belva, non la trasformerà in un cane; prima o poi le catene si romperanno e la belva si ribellerà.

    Lo ammonì l'elementale dell'aria, non c'era rabbia nelle sue parole ma la semplice espressione del suo pensiero. Infine, semplicemente attese che Amarth rispondesse alle domande ed alle richieste del resto del gruppo. Forse un giorno si sarebbe vendicato per quella "catena", ma non era quello il momento; se ora si trovava in quel luogo, una ragione c'era e sicuramente era più importante di una vendetta verso qualcuno appena conosciuto.



    Note: Sì, teoricamente il "guinzaglio" che Amarth mette al gruppo non dovrebbe far loro del male, però visto che Aeriel non è esattamente "normalmente" corporeo, ho pensato che la cosa avrebbe potuto avere un effetto leggermente diverso :8D:
     
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    Un incantesimo d'improvviso assalì il mio corpo, senza che quest'ultimo, allarmato ormai troppo tardi dalla ragione, potesse in alcun modo ribellarsi al suo effetto.
    Non mi causò dolore o ferite la sua morsa, ma solo un segno: rovi, spinati come il gambo di una rosa, erano impressi indelebilmente nella mia pelle.
    Fu istintivo per me alzare il capo in direzione del Celebliant, al cospetto del quale ero stato inviato per la missione, per chiedere una spiegazione. Parole che arrivarono per sua stessa volontà ancor prima che potessi schiudere le mie labbra; parole comprensibili, ma...
    Mai avrei pensato di venir meno all'accordo siglato, per la fiducia che gli Aviatori riponevano in lui come alleato, per il rispetto e la necessità di metter al sicuro un oggetto altresì potente e pericoloso. Eppure non apprezzai la strada da lui intrapresa, l'imposizione di quel vincolo... compresi la reazione di alcuni dei miei compagni, e silenziosamente la condivisi. Se l'incarico a noi affidato era davvero così importante, perché commissionarlo a degli sconosciuti e non a persone fidate? Quanto avrebbero potuto esser utili alla causa degli estranei in catena, malvolenti ed indisposti?

    « Il nostro onore e la nostra parola rappresentano più di ogni altra cosa il nostro vero vincolo... »

    Aggiunsi anch'io infine al coro delle voci. Non vi era mancanza di rispetto o arroganza nelle mie parole, pacate e distensive, poiché quella discussione avrebbe potuto condurre a conseguenze ben più pericolose, che disappunto e rotture personali.
    La missione, il loro supporto e la nostra vita, potevano dipendere più di quanto non immaginassero dal significato di quelle parole e di quei gesti. Per questo non accennai ad altro per il momento, per non distogliere l'attenzione da una questione per nulla superficiale.
    Riguardo il resto, d'altronde, le perplessità di Amon coincidevano per lo più con le mie...

     
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20 replies since 3/12/2011, 14:55   416 views
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