[LAM] Dolcemente

Avanzamento Jattur Shattur

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    "Gola sazia disprezza il miele; per chi ha fame anche l’amaro è dolce".
    Salomone.

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    Sala da thè "Dolci Grazie", Città Alta.
    Presidio Errante, Endlos.

    drufinestra
    Non era passato nemmeno un giorno dalla fine del Primo Consiglio Supremo del Liberis che la Dama del Vento volle tener fede a ciò che aveva detto ai due comandanti, compagni più fidati. Quella mattina, infatti, fra una nomina e l'altra era uscito immediatamente fuori il nome del Sergente Shattur come sostituto dell'ex comandante Hevril. Nulla da ridire in proposito: anche se non fosse stato competente o adatto al ruolo di comando -cosa assolutamente falsa- restava in ogni caso l'immediato successore in linea gerarchica del giocatore d'azzardo. Insomma, su quel punto era intoccabile e sebbene Drusilia fosse perfettamente d'accordo con i suoi consiglieri, covava tuttavia il dubbio di un possibile rifiuto da parte dell'uomo. No, non era affatto un codardo, piuttosto un soldato devoto alla causa del bene con ben altre missioni da svolgere; se era lì con loro era solo perchè momentaneamente fermo su quell'isola volante. Ormai non ricordava più le volte in cui aveva ripensato a ciò che le disse molto tempo prima al suo arruolamento, e cioè che un giorno se ne sarebbe andato, ed insieme alla rivelazione della sua missione focalizzata sul ritrovamento di un tale Naxe, cugino del suo imperatore, non poteva fare altro che metterle dubbi su dubbi riguardo il futuro del soldato in quella gilda. Lei lo voleva, ovvio, ma non poteva certo legarlo per sempre. Sbuffò.

    -Signorina, desidera ordinare?

    Gli occhi della Dama scivolarono su di una graziosa cameriera in abito blu ed il grembiulino bianco tutto pizzi e merletti. Le sorrise gentile, levando la mano fino a giocare con una ciocca dei lunghi capelli castani.

    -Se possibile vorrei attendere ancora un pò.
    Aspetto un amico.

    Perchè scegliere una sala da thè per domandargli un suo parere? Perchè dopo averne parlato quella mattina in Consiglio temeva occhi ed orecchi indiscreti all'Albero Casa e sicuramente un'uscita informale non poteva che fare bene ad entrambi. Sperava solo che avesse letto il bigliettino con ora e luogo dell'incontro lasciato di nascosto nella tasca del suo abito poggiato nello spogliatoio quando il Sergente si trovava in palestra ad allenarsi.

    Chissà perchè, solo allora, mentre le gote pallide assumevano pian piano i toni di due mele mature,
    pensò di aver fatto un'idiozia grande quanto il Pentauron...

     
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    La portade le Dolci Grazie si aprì.
    L'uomo aveva un fisico asciutto, non propriamente muscoloso ma sicuramente tonico; i suoi capelli, di quella tonalità oscillante fra il marroncino chiaro e il biondo, restavano in aria come se un soffio di vento insistente avesse voluto dare un tocco personale senza osare mettere fuori posto un sol capello; i suoi lineamenti invece erano decisi, affilati, le sue guance scavate. Non era particolarmente alto né bello né imponente, però, in un certo senso, aveva presenza - come dimostrò il gran numero di sguardi che si levò su di lui. Avanzò nella sala a passo sciolto, con studiata calma, fingendo di non vedere le occhiate di soppiatto che gli venivano rivolte, e si accostò ad una cameriera facendogli una domanda a voce bassa. Quella rispose - felicemente sorpresa - indicando nella direzione di Drusilia, al che lui la ringraziò con parole che la fecero ridacchiare come una bambina e si diresse verso la Gran Maestra.

    Ma solo quando l'uomo avrebbe preso la sua mano prima di sedersi, sfiorando le nocche con le labbra, Drusilia si sarebbe accorta dalla voce che...

    « Scusate il ritardo, madam. »

    ...quell'uomo era Jattur Shattur!


     
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    Quella sala da thè non era un posto particolarmente affollato, o almeno non rispetto agli altri salottini della Città Alta, decisamente più rinomati e popolati dalle classi davvero benestanti del presidio. Infondo, come dar loro torto: a parte la scarsa luminosità degli interni, sebbene possedesse tutto ciò di cui una sala da thè aveva bisogno come tavolini ben lavorati, sedie e poltroncine morbide e con cuscini, un profumo delizioso di bevande calde diffuso nell'aria, non primeggiava certo rispetto le decorazioni particolarmente fastose, appariscenti ed opulente delle altre mete di svago. Eppure quel luogo aveva per lei un valore simbolico, quasi affettivo. Innanzitutto era totalmente trascurato dai tanto temuti -soprattutto negli ultimi tempi, in seguito della scomparsa di Raylek- mercanti del Sodalizio, e poi era stato lì che la bella aveva domandato al giovane Ryusang per la prima volta se gli sarebbe piaciuto prendere il suo cognome come eredità, oltre agli insegnamenti e le cure che solo una donna dall'animo amorevole poteva donargli. Insomma, era un posto gradevole infondo, riservato, perfetto per la funzione che doveva avere anche quel giorno... anche se questo non bastò a far girare tutti i presenti improvvisamente verso un punto imprecisato alla sua sinistra. Normalmente non avrebbe fatto nulla, infondo non le piaceva fissare le persone, tuttavia la curiosità la spinse ad alzare lo sguardo su un uomo dalla bella presenza tutto intento a parlare con la cameriera. Sarebbe tornata al suo piacevole non-far-niente se solo quest'ultima non l'avesse indicata al tipo che, inaspettatamente, iniziò ad andarle incontro.

    Ma chi diavolo era?
    Un mercante???
    No, che destino crudele, proprio un mercante no...


    Rabbrividì al sol pensiero di perdere anche il suo ultimo angolo di paradiso a discapito di quei bugiardi, avidi strozzini, decisamente peggiori ad un'orda di orchi assatanati, almeno per quello che credeva.

    « Scusate il ritardo, madam. »

    ....

    Ci fu un attimo di silenzio, più o meno quando la Dama del Vento sgranò gli occhi dallo stupore.

    surpr

    -...

    Cercò di parlare, mentre un sopracciglio si levava sorpreso, mentre l'altro si abbassava perplesso.

    -...Jattur?

    Altro silenzio.

    -Ma...

    ...già, cosa dire? Il suo classico "è-un-piacere-per-me-che-tu-sia-venuto" le sembrò così maledettamente banale in quel momento....

    -...ma quella è una parrucca?

    ...

    Beh, era troppo difficile non dirlo.

     
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    « Oh, no, certo che no. » rispose lui con noncuranza, sedendosi al tavolo. Gli occhi scintillarono d'una punta di malizia, l'intero corpo rilassato in una postura che metteva bene in risalto la sicurezza emanata dalla sua persona... e ne era ben conscio. « Temo di non essermi mai trovato a mio agio con simili, volgari imitazioni. Sa, milady... »
    Si sporse sul tavolo curvando appena le labbra; un sorriso caldo e complice, che prometteva assieme all'abbassarsi del suo tono
    « ...dopo aver letto il suo biglietto ho ritenuto appropiato un cambio di look, per così dire. »

    E sotto lo scintillio delle sue iridi azzurre, un guizzo di qualcosa di ignoto fece capolino dalle profondità del suo sguardo a rovesciare completamente il significato di ogni gesto e di ogni parola detta: perché sotto la posa, la tintura, le lenti a contatto e il cambio totale del linguaggio corporeo c'era solo gelo, e quella concentrata determinazione che era il suo modo di affrontare una battaglia.
    Anche se quella battaglia, forse, non sarebbe stata combattuta alla luce delle spade laser.

     
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    Sorrise, notando quando il sergente prendesse sul serio il suo lavoro. In realtà, quello, era un dato di fatto, ma in un certo senso riusciva sempre a sorprenderla... oltre che ricordarle di prendere il suo esempio qualche volta. Già, più che un Gran Maestro a volte sembrava una bambina, molto più alla mano e gioviale di quanto era necessario, ben oltre il limite che le consentiva di preservare la sicurezza nel Presidio e l'ordine fra i soldati. A volte si domandava se avesse potuto comportarsi così anche senza la propria malia, ma la paura di una risposta negativa l'aveva dissuasa dal rifletterci troppo. In ogni caso, lui era uno dei pochi fidati che l'avrebbe seguita in ogni caso, più che altro perchè era già capitato che la vedesse privata dei suoi poteri da Arcano, e l'assenza non aveva provocato nessun mutamento spiacevole nel loro rapporto. Da allora, con lui si sentiva pienamente a suo agio, ed era per quello che indossava nuovamente il Sigillo d'Amore, oltre che ovviamente per destare meno sguardi furtivi da parte dei presenti, concedendo loro maggiore privacy.

    -Capito.

    Disse brevemente, lanciandogli un sorrisetto malizioso quanto eloquente che sembrava parlare da solo: "niente male come travestimento, comunque", pareva dire, e sebbene le fosse venuta in mente una possibile reazione del gemello a quell'uomo, preferì tenerla per sè, in modo da concentrarsi su cose ben più importanti. Come la ragione dell'invito, ovviamente.

    -Ti ho invitato qui per due motivi.

    Sorrise gentile in sua direzione, mentre una cameriera si avvicinava loro.

    -Il primo è una bella notizia, ma prima di renderla ufficiale, dato che ti riguarda, preferivo parlartene di persona.

    Iniziò, aprendo il menù delle dolci delizie che lì erano servite.

    -La seconda è che per quanto tu sia serio ed ammirevole, è anche ora che ti prenda una pausa.
    Insomma, guarda! Non è bellissimo questo posto? E non hai idea di quanto sono buoni i dolci!


    Esclamò tutta contenta, ed ecco che il Gran Maestro tornava la sovraccitata bambina di cui prima si parlava.
    In ogni caso, la cameriera si fermò al loro tavolo, estraendo un blocchetto di carta ed una penna, pronta a prendere le ordinazioni.

    -Sempre il solito, signora?

    Drusilia reclinò la testolina arricciando il naso in una espressione corrucciata.

    -Uhm... no. Questa volta provo una fetta di questa torta... gli ingredienti son questi?

    La cameriera si abbassò verso la Dama.

    -Esattamente... fragole, panna e cioccolato!

    Sul volto di Drusilia si allargò un sorriso.

    -Aggiudicato!

    Le diede il menù, attendendo il sergente.

    -Tu cosa prendi?

     
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    Al sentire le parole di Drusilia sogghignò sotto i baffi... e non solo secondo personaggio. Prima un incontro segreto, poi una buona notizia -'che ti riguarda'- e adesso persino una giornata di licenza, eh? Con un ampio gesto svolazzante della mano afferrò il tovagliolo e lo dispose aperto sulle gambe, osservando con divertita pazienza la seria e professionale Dama del Vento libera dagli obblighi formali, oltre che dalla strana magia che la avvolgeva. Decisamente c'erano pochi modi con cui Drusilia avrebbe potuto stuzzicare la sua curiosità più di così.

    « Io prenderò un bonet al cioccolato, grazie. » disse, elargendo alla cameriera un caldo e affascinante sorriso. Chi l'avrebbe mai detto che, di tutte le cose insegnategli da Fergusson, avrebbe sfruttato anche il suo atteggiamento da don giovanni? Per tutta risposta lei sbatté le ciglia e sorrise, sorpresa e compiaciuta, prima di tornare in cucina con le ordinazioni.
    Un angolo delle sue labbra si arricciò da solo. Però!

    « E ora che siamo soli... spara. » disse con uno scintillio malizioso -e sincero, il primo della giornata- negli occhi, riportando la sua attenzione su Drusilia. « È crudele tenerti così tante informazioni ghiotte tutte per te, sai? »


    Jattur seduttore! :8D:
     
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    Per un istante si domandò se ci fosse del tenero con quella cameriera: i sussurri alle sue orecchie femminili, i sorrisi da seduttore professionista... però doveva ammettere di non conoscere quel lato del suo sergente. Non dopo un pò di anni in sua compagnia all'Albero Casa, e neanche dopo averlo ripescato dall'inferno.
    Ma quella era un'altra storia.

    -Crudele, dici?

    Sorrise, e le sue labbra morbide e dolci si incurvarono all'insù, probabilmente divertite.

    drusorrisetto

    -Io so che a molti piace.

    Gli occhi smeraldini percorsero la totalità dello spazio che li divideva da chicchessia, quasi a voler calcolare a primo sguardo una non ben precisata distanza di sicurezza. E' vero, era in pausa e dovevano divertirsi, ma una distrazione o una parola pronunciata in tono troppo alto sarebbe potuta giungere alle orecchie di qualche mercante... e non voleva immaginare le conseguenze. Non poteva dimostrare debolezze davanti a loro, non in quel periodo che lei aveva fatto sembrare come florido e dal vertice incrollabile. Nessuno a parte pochi dovevano sapere dell'aumento di arruolamenti e della nuova distribuzione dei membri più anziani, o avrebbero sospettato qualcosa da parte sua.
    Che poi era vero, ma loro non dovevano saperlo.

    -In ogni caso, temo che la questione sia più complicata di quanto sembri.

    Il bel volto dai lineamenti delicati parve incupirsi, mentre con il busto si protendeva verso di lui. Gli avvicinò un semplice foglio di carta scritto a mano con penna ed inchiostro corvino.

    -Mi è stata recapitata oggi stesso da parte di Hevril.

    Gli avrebbe preso la mano, e sfiorandogli prima le dita, avrebbe serrato le proprie in una morsa salda eppure amorevole. Lui, probabilmente, non si sarebbe affatto meravigliato di quell'atteggiamento... infondo era sempre stata molto affettuosa nei suoi confronti. Avrebbe atteso che lui la aprisse e la leggesse, prima di continuare.

    -Si è dimesso dal ruolo di comandante ed al momento è in ritiro ad Est. Non ha abbandonato la gilda, tuttavia gli ho concesso del tempo per riposarsi... nonostante abbia scelto un brutto periodo per venir meno alla sua promessa.

    Si avvicinò ancora al Sergente, gli occhi ormai fissi, animati dalla stessa scintilla sacra che era sempre possibile intravedere nel suo sguardo non appena si ritrovava a discutere di questioni che le premevano particolarmente.

    -Probabilmente non è carino porti una proposta del genere così, come se fosse piovuta dal cielo, ma non posso fare altrimenti. Sei uno dei migliori soldati che io conosca, oltre al più fidato. Ho bisogno di te, delle tue doti, e di ciò che ti lega a me perchè mai quanto oggi il Liberi deve essere forte, funzionante e coeso.

    Si guardò ancora intorno.
    No, niente di quella conversazione doveva arrivare al Sodalizio.

    -Come se non bastasse, si son liberati moltissimi posti fra le alte cariche di Laputa e nel Consiglio, ed il mio timore è che vi siano troppe gole avide negli ambienti del Mastio. E' mia intenzione occuparli con uomini fedeli di cui io possa fidarmi ciecamente e che tengano alla difesa di questo presidio esattamente quanto me. Certo, non è compito da poco: è faticoso, poco remunerato e sicuramente non sarà facile... questo è un presidio povero, militarizzato ed in piena zona ostile, neanche lontanamente simile al felice Est di Kalia o al ricco e prospero Pentauron.

    No, non scherzava: era davvero orribile essere ai vertici di Laputa.
    Loro erano un presidio molto piccolo, sì autogestito ma solo dello stretto indispensabile: a contribuire alla sua sopravvivenza centinaia di fattori come il commercio ed un delicato equilibrio di trattati di pace, alleanze e forze militari pronte per qualunque evenienza, situazioni non tanto fantasiose considerando che l'isola volante avesse provato il peso della guerra dal suo arrivo su Endlos.

    -Dunque mi chiedevo...

    Sorrise, e si permise di carezzargli il volto in un gesto tenero e gentile.

    -...ti andrebbe di diventare il nuovo Comandante degli Aviatori Rossi di Laputa?



    Edited by Drusilia Galanodel - 19/7/2012, 17:48
     
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    Si reclinò sulla sedia, le mani portate al petto a mimare scherzosamente un colpo al cuore, poi si chinò in avanti come per sussurrare una battuta maliziosa.

    « Ti conviene usare un bicchiere o un cucchiaio. » disse.
    I suoi occhi, al di sopra del bisbiglio, erano un quieto consiglio.
    « Così puoi controllare la sala senza bisogno di voltarti, o di cambiare espressione. »

    Rilassati.

    Il suo sorriso, un po' malizioso un po' biricchino, sottolineò il messaggio al di là dell'interpretazione del suo personaggio. Sorseggiò un sorso d'acqua, approfittando delle diverse inclinazioni del vetro necessarie al movimento per gettare uno sguardo a tutto tondo in sala, poi si dedicò pienamente alla conversazione.
    Nessuno, vedendoli, avrebbe visto più che una coppia di piccioncini.

    « Hai parlato di gole avide. » aggiunse. « Quali sono i tuoi sospetti, su quali sono le problematiche che dovrò affrontare da Comandante? »

    Nessun 'si', nessun 'accetto', solo l'implicita constatazione del suo accordo e le conseguenti considerazioni. Diretto al punto, come sempre.

     
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    « Ti conviene usare un bicchiere o un cucchiaio. »

    Per un attimo Drusilia lo fissò vagamente confusa.

    « Così puoi controllare la sala senza bisogno di voltarti, o di cambiare espressione. »

    ...
    E poi le gote assunsero il colore delle fragole mature, o della torta a forma di cuore e ricoperta di una glassa piena zeppa di coloranti esposta a circa due tavoli di distanza da loro. E' vero, chi li avrebbe visti in quel momento avrebbe pensato ad una coppia di innamorati, e quello sul volto di lei sarebbe apparso come la chiara reazione ad un complimento particolarmente apprezzato.
    Peccato che lei, in quel momento, si sentiva stupida.

    dolcemente

    -Oh... si. G-giusto...

    Prese il bicchiere ed osservò il riflesso al suo interno con un'espressione particolarmente ebete e, quando anche questa divenne oggetto del suo sguardo, Drusilia iniziò ad avanzare il proposito di scappare via e sotterrare la propria testa come uno struzzo. In realtà non sapeva spiegarne il motivo... ma ritenne di essere in imbarazzo, o qualcosa del genere.

    -Ehm...- sollevò lo sguardo lentamente, per poi riabbassarlo con una rapidità sorprendente, anche per una come lei -Diciamo che questo è per me un periodo molto... strano. Diciamo anche che non sono preoccupata per nulla in particolare, se non per i casini che rischio di fare da sola.

    Un pò sibillina, ma infondo era tutta la verità.
    La sua mano abbandonò quella dell'uomo in un timido gesto, per poi congiungerla alla propria gemella. Un credente l'avrebbe visto come un segno di preghiera, per lei era solo un tic nervoso. In ogni caso, dire che il Gran Maestro fosse agitato sarebbe stato un puro eufemismo: altro che in ansia, lei era terrorizzata a morte da se stessa.

    -Ma parliamo del tuo ruolo- disse mordendosi un labbro, nel disperato tentativo di riporre la discussione su un binario più sicuro degli altri -So che il tuo dovere di Comandante ti obbligherebbe a tener d'occhio tutto ciò che accade attorno a noi, tuttavia in questo periodo ti chiedo di... lasciar perdere- attimo di pausa -Ho bisogno che la tua attenzione e quella di tutti gli altri sia concentrata affinchè non vi sia nessuna fuga di informazioni dalla nostra gilda. Nessuna, per nessun motivo al mondo.

    Ed allora, solo allora, risollevò lo sguardo su quello del soldato.

    -Q-questo... questo cambiamento ti darebbe problemi?

     
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    L'efficacia è nelle cose semplici. ridacchiò fra se e se Jattur, l'immagine delle guance rosse del suo Gran Maestro stampata nella sua mente. Nessuno li avrebbe mai scambiati per altro che due innamorati, e questo precisamente per i tecnicamente "errori" di Drusilia nel dissimulare il vero scopo del loro incontro. Indubbiamente un altro ssa avrebbe saputo fare una performance migliore, ma nessun addestramento militare può sopperire all'irriducibile, innegabile spontaneità emanata dalla donna. Un animo sincero, semplicemente, non si può imitare né contraffare.
    Esisteva più di una ragione per cui si era unito al Liber Aeris Milites.

    « Se può interessare » disse in tono casuale « ho avuto occasione di osservare l'Imperatore Tanek Asjurbag con le sue prime esperienze di comando, in qualità di sua guardia del corpo, e - per quello che conta - non credo che te la stia cavando male. »
    C'era un che di deliziosamente infantile e proibito nel trattare argomenti così importanti in modo così dissimulato - sia pur assolutamente sicuro, come la rapida occhiata alle superfici riflettenti aveva rivelato.

    Ogni traccia di divertimento passò in fretta mentre la sua mente triturava e sminuzzava le parole successive di Drusilia, distillandone e analizzandole

    « Una fuga di notizie... » Le parole rotolarono sulla sua lingua, lasciandosi assaporare una ad una.

    Al di sotto delle lenti a contatto colorate i suoi occhi erano accesi dal fuoco della concentrazione, e dal gelido spettro di quell'addestramento che non conosceva la pietà.

    « Ho i mezzi per mettere sotto controllo gli Aviatori. » affermò, calma e determinazione fusi assieme in una lega adamantina. « Normalmente aggiungerei 'in modo non evidente o rintracciabile', ma sono troppo a digiuno di magia per poterlo garantire. Il signor Settra, della Squadra Blu, ad esempio, ha mostrato interesse e conoscenze nella tecnologia di Klemvor: lui potrebbe avere mezzi e conoscenze sufficienti ad accorgersi dei miei metodi. »

    « Ad ogni modo: no, non dovrei avere difficoltà tecniche né di altra tipologia » - tipologia morale, ma dopo che Drusilia aveva visto com'era la vita ad Asghabard Jattur dubitava di dover specificare - « ad un simile controllo. Quello che mi preoccupa onestamente sono le implicazioni della tua richiesta. »

    Alle orecchie addestrate in un mondo ove la crudeltà raggiungeva livelli inimmaginabili, una "fuga di informazioni" pericolosa solo "in questo periodo" suggeriva soltanto una e una sola cosa.
    La concreta possibilità di un tradimento.

    Nota: l'ipotesi viene dal fatto che la richiesta di Drusilia è assai simile al trasformare Jattur in una specie di polizia politica.
     
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    Lo osservò a lungo, Drusilia.
    Lo fissò rimanendo per lunghi attimi immobile e con il fiato sospeso. Mentre gli occhi smeraldini si sgranavano, nella sua testa le ritornò in mente quel maledetto, maledettissimo giorno in cui tutta la sua vita -soprattutto la parte che riguardava la salute mentale- erano andate a farsi benedire. Raylek se ne era andato, sparito, volatilizzato, e per ordine del Card Master doveva esserci lei a coprire quella falla. Come? Se lo avesse detto a qualcuno, se fosse stato scoperto o reso pubblico, avrebbe gettato la città nel panico, e sarebbe esplosa quasi certamente la Guerra Civile: sapeva quanto il Sodalizio tenesse ad avere un proprio esponente come Alfiere, e sapeva anche che nè lei nè molti capi dell'esercito l'avrebbero mai concesso, uomini d'onore e ben informati sui metodi poco etici di quella gilda commerciale, soprattutto negli ultimi tempi. Tutto ciò che poteva fare era continuare a fingere, falsificare documenti e tirare avanti... nella speranza che quello stupido muso verde tornasse a Laputa a fare il proprio dovere prima che qualcuno la scoprisse.
    Maledizione!

    -Senti, Jattur, sarò franca con te- la mano si levò lentamente in procinto di riabbracciare quella di lui ma... non ne ebbe il cuore; lentamente la riabbassò, riportandola alla gemella -Sono in una situazione pessima. Laputa è in pericolo, lo è anche adesso ma... finchè nessuno verrà a conoscenza di alcune informazioni che ho in possesso, posso ancora prendere tempo e sperare in una risoluzione rapida ed indolore.

    O anche un miracolo, già che c'era.

    -Io... io vorrei tanto parlarne con qualcuno ma... n-non posso rischiare. E' troppo, troppo importante: sono costretta ad agire da sola- le mani si serrarono, mentre gli occhi diventavano leggermente lucidi -Al momento siamo solo io e te ad essere consapevoli di questa cosa, e così deve rimanere, sia se accetti di diventare Comandante Rosso, sia in caso di rinuncia. Quindi ti prego, anzi no, ti supplico di non chiedermi nient'altro a tal proposito nè tentare di scoprirlo in futuro: è molto importante per me... per noi.

    Lo sguardo si sollevò lentamente, così da incatenarsi agli occhi del Sergente: era certa che Jattur avrebbe riconosciuto la sua sincerità; i problemi e le preoccupazioni erano ben altri.

    -So che sono richieste strane, probabilmente allarmanti, e mi spaventa anche solo immaginare cosa tu stia pensando di me in questo momento... non so nemmeno perchè te lo sto dicendo. Mi sento terribilmente stupida e sto anche parlando da sola...

    Le sfuggì un sorriso, anche se non seppe dire in quel momento se fosse dolcezza o magari uno sfogo isterico.

    -E' che ho bisogno di tempo, ed ho bisogno che nessuno sia coinvolto in questa faccenda. Spero che tu mi capisca.

    Piccole precisazioni:

    1. Drusilia e Jattur non saranno i soli a sapere (chi più, chi meno) riguardo la sparizione dell'Alfiere, tuttavia l'attuale giocata avviene prima di quando Dru verrà "scoperta" da altri e, davanti all'evidenza dei fatti, sarà costretta a confessare.

    2. Impostando la giocata in questo modo si dovrebbe giustificare la ragione per cui Jattur, in seguito, sarà disinformato (mi riferisco ad alcuni momenti in Soltanto per Amore in cui, nonostante sia il capo delle "spie LAM", si ritrova spiazzato dall'improvvisa guerriglia urbana che li ha accompagnati sulla strada del ritorno).

    3. Settra è il nome del giocatore: il pg è Khatep X°D

     
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    Agire alla cieca.
    Era il problema maggiore della tipica missione di un ssa. I normali soldati sono molto meno specializzati di uno di loro, ma anche enormemente più numerosi: se le problematiche di un obiettivo sorgono dal mero livello di difficoltà di acquisizione dello stesso, mandi semplicemente più soldati. Ma se ad essere inviato è un ssa, allora la situazione è diversa. Nella maggior parte dei casi un ssa agisce con zero informazioni, zero supporto e -ovviamente- zero aiuto dalla patria nel caso le cose si fossero messe male. Dove 'male', per un ssa, significa 'in modo oltraggiosamente catastrofico'.
    Quindi?

    « Non è un problema. »
    Non quello, perlomeno.
    « Non è certo la prima volta che opero con informazioni parziali. »

    Il problema, se così si poteva chiamare, era l'innocenza di Drusilia. Per nessuna ragione al mondo Jattur avrebbe voluto che la donna seduta al suo tavolo perdesse quel "qualcosa" che la stava facendo dubitare di sé, perché anche se non era in grado di definirlo sapeva che era alla base del suo senso della morale. Comunque, era abbastanza evidente che non poteva lasciare le cose così - specialmente visto che il suo stato di agitazione era in gran parte dovuto a lui.
    Dato però che con le parole era altrettanto bravo che con la fisica subnucleare, tutto quello che riuscì a dire fu:

    « Io mi fido di te. »

    ...c'era una strana ironia che fosse Drusilia ad avere una crisi di coscienza assieme a lui.


    CITAZIONE
      3. Settra è il nome del giocatore: il pg è Khatep X°D

    ...lo propongo momento WTF dell'anno? :omg:
     
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    « Non è un problema. Non è certo la prima volta che opero con informazioni parziali. »

    Un sospiro di sollievo fu l'unica reazione a quella risposta, ed il retrogusto di tristezza che accompagnò quell'esternazione ne fu solo un lontano riverbero.

    « Io mi fido di te. »

    A quelle parole gli occhi di giada si sgranarono per un solo attimo, rivelando in un istante impercettibile la sua sorpresa. Sapeva di essere il suo Gran Maestro, e che tutti gli aviatori erano legati a lei, in un certo qual modo. Però era anche cosciente di quanto fosse intrinsecamente sconsiderata, a tratti folle ed obbiettivamente poco prudente. Fin troppo spesso incontrava sui volti dei propri soldati una certa perplessità riguardo gli ordini che giungevano loro e, nonostante obbedissero comunque, dentro di se Drusilia aveva un'idea abbastanza chiara delle loro idee a riguardo. A volte si fingeva stupida, altre guardava dall'altra parte... ma era perfettamente cosciente di ciò che le accadeva attorno.

    jatturdolc

    -Oh...grazie.

    Fu per quello che arrossì.
    Non si aspettava un commento del genere da Jattur; infondo lui era quello posato, ordinato, riflessivo ed astuto, a tratti imperturbabile. Sapeva che fosse legato a lei... ma che si fidasse così no. Non dopo quello che gli aveva appena detto.

    -Beh... allora... ehm, allora direi che non ci sono problemi riguardo ciò che ti ho detto, giusto?

    Cercò di scrutare lo sguardo dell'uomo oltre le lenti a contatto in attesa di una risposta. Poi riprese coraggio, e lentamente raggiunse la sua mano sporgendosi sul tavolino, e la strinse forte nella mancina.
    Sorrise dolcemente.

    -Allora, Jattur, accetti la carica di Comandante?

    CITAZIONE (Jattur Shattur @ 25/2/2013, 13:43) 
    CITAZIONE
      3. Settra è il nome del giocatore: il pg è Khatep X°D

    ...lo propongo momento WTF dell'anno? :omg:

    Perchè no XDDDD
     
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    Si, si fidava di lei.

    Non la capiva, questo no. Non c'era praticamente nessuno che capisse -capisse veramente- tanto fra gli Aviatori come al di fuori, ma la causa era una differenza culturale fra Asghabard ed Endlos e lo sapeva bene. O forse, più che gli individui, era la moralità di quei luoghi che gli sfuggiva: l'idea del divino -o del karma, o del destino- e del concetto di bene e male legato ad esso. Qualcosa che vada oltre l'essere umano, e che lo ispiri. Lo vedeva facilmente negli occhi di tutti gli Aviatori, quell'anelito morale che li spingeva a, come dire, elevarsi. Qualcosa che mancava tanto ad Asghabard quanto a lui.

    « No, non ho nessun problema. » disse. Poi si accigliò e si corresse: « Beh, ora che mi ci fai pensare uno ci sarebbe. »

    E, con tono sempre più grave, spiegò: « Dov'è finita la cameriera? Non vedo nessun bonet o torta al cioccolato, sul tavolo. »

     
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    Nelle cucine

    -Finiscila, Angie, non te la puoi prendere pure per queste stupidaggini.

    La cuoca terminò le decorazioni di torta e bonet sollevando seccata lo sguardo al cielo, il tutto mentre le due cameriere discutevano ad alta voce. Non sopportava quelle ragazzine, ancor meno quando cianciavano per cose così futili invece di lavorare.

    -Dico solo che lei non lo merita, non vedi quanto è carino? Sicuramente è un principe ♥
    Chissà quanti soldi ha!

    L'altra sbuffò.
    -Ricordati che stai parlando dell'Ufficiale Galanodel, e poi il fatto che sia bello e biondo non vuol dire che si tratta di un principe...
    -E allora chi è? E perchè è al tavolo con lei?
    -Ma saranno fatti loro! Sicuramente non cenerebbe con te.
    -E perchè no?
    -Magari perchè non ti conosce...

    Lo scambio di battute fu bruscamente interrotto dall'arrivo di due piattini di porcellana con sopra dei dolci per cui l'aggettivo "invitante" sortiva l'effetto di un eufemismo.

    -Meno chiacchiere, più lavoro.

    La cuoca tornò ai fornelli, lanciando loro un'occhiataccia. Brulinna era una donna molto grassa e robusta, e quando le fissava in quel modo ricordava un toro pronto ad incornarle. Fu proprio per quegli occhi poco amichevoli che Angie scelse di non ribattere, prendendo docilmente i due piattini per i clienti, pronta ad obbedire. Prima di uscire, però, volle comunque rispondere all'amica.

    -Non mi conosce, ma sappiamo entrambi che è il mio uomo ideale... l'ho capito quando mi ha sussurrato con la sua voce profonda e suadente. Era evidente a cosa volesse arrivare.

    Vi fu un rapido scambio di sguardi, poi la collega sganciò la bomba, desiderosa di vedere la faccia dell'altra a quella terribile rivelazione.

    -Si certo, ed allora perchè stanno amoreggiando fra loro? Chissà le cose zozze che si dicono a voce bassa.

    Sorrise e scappò via, in mente ancora l'espressione sconvolta ed adirata di Angie.
    Impagabile, decisamente.

    png

    Tavolo n°4

    La Dama del Vento sorrise dolcemente, le dita strette in quelle dell'uomo.
    Sulle prime era rimasta in silenzio riguardo la battuta del soldato, poi si era lasciata andare in un'espressione divertita. Era estremamente spaventata, Drusilia, della situazione come dei nemici invisibili che la osservavano: apprezzò davvero tanto lo spirito gioviale del comandante in quegli attimi di tregua dai suoi doveri.

    -Mi rendi felice... grazie.

    Concluse avvicinandosi lentamente a lui e posando con tenerezza le labbra rosse sul suo viso.
    Si discostò, gli strinse la mano ancora più forte.

    SBAM!

    Il rumore della porcellana che sbatteva con violenza contro il tavolo fu seguito dall'ansare spaventato di Drusilia che, prontamente, aveva ritirato entrambe le mani per non finire con il braccio tranciato dal piattino. Una leggera crepa era apparsa sulla bianca porcellana, segno che l'urto di piatto non era bastato a salvarlo, nonostante fosse ancora intatto. Alzò lo sguardo e vide troneggiare una cameriere con sguardo assassino.

    -Spero che sia di vostro gradimento e non vi ci strozziate- sorrise inacidita con falsa cortesia. Dunque fece retro-front, non prima di schiacciare il piede al biondo principe che le aveva appena spezzato il cuore.
    Maschi, brutta razza.

    Il Gran Maestro lanciò uno sguardo perplesso al suo neo-Comandante. Poi preferì far spallucce, così da guadagnare tempo per mangiare e poi fuggire via da quel posto; chissà che le era preso.

    -Beh... buon appetito.

    Manca la tua conclusione ed abbiam finito LOL
     
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15 replies since 6/12/2011, 12:38   387 views
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