L'artista..e il folle!

-Viaggio verso l'altro mondo-

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    Viaggiatore dei Mondi

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    Alla pausa che effettuò per aumentare il pathos, il giovane umano che gli faceva da interlocutore sollevò il viso di scatto e gli scoccò un’occhiata densa di apprensione e sorpresa, e il vampiro gli concesse un sorrisino disinvolto prima di proseguire il discorso col suo solito tono allegro e leggero... quasi stesse parlando della forma delle nuvole nel cielo o di un felice risultato sportivo anziché di una persona scomparsa.

    Un sorriso che il Malkavian vide ricambiato quando l’albino intuì la verità.
    “Poco male” si disse, mentre scrollava le spalle: dopotutto non era sua intenzione farne mistero.
    Così, dal momento che nessuna domanda veniva proferita dal Cacciatore, proseguì.

    « Quel che ne è venuto fuori è un autentico pandemonio di mondi,
    dimensioni, realtà e universi! Roba da perderci la testa! »

    esclamò, come se stesse annunciando una visita ad un parco di divertimenti
    « Quindi, visto che sarebbe più facile trovare un ago in una sagra di pagliai...
    Ci ho rinunciato! »

     
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  2. The Assassin
     
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    « Quel che ne è venuto fuori è un autentico pandemonio di mondi,
    dimensioni, realtà e universi! Roba da perderci la testa! »

    « Quindi, visto che sarebbe più facile trovare un ago in una sagra di pagliai...
    Ci ho rinunciato! »

    A quelle parole, Killua sciolse le braccia intorno al proprio corpo e posò i gomiti sulle proprie ginocchia, unendo le mani in un incrocio di dita, posandole poi, appena leggermente, sulle labbra pallide..Rimase in assorto silenzio per molti secondi, ma qualcosa, nella sua espressione era cambiata.
    Gli occhi si erano socchiusi, in uno sguardo diretto verso il fuoco, in atteggiamento meditatorio...le sue iridi sembravano languidamente perse, seppur presenti, ma tremanti..sembravano frementi....e le sue labbra sorridevano..
    Uno strano sorrisetto compiaciuto aleggiava sui suoi lineamenti, quasi non avesse capito l'impossibilità della situazione che il Malkavian gli aveva descritto..che persino lui aveva rinunciato ad affrontare!Qualcosa da far perdere la testa, addirittura! Wow!
    Infiniti mondi ed un ago da cercare..Eppure, chissà perchè, non appariva affatto spaventato dalla prospettiva, anzi..se ne sentiva attirato..
    Pur sapendo che avrebbe rischiato tanto..
    Dopotutto, per stare con dei pazzi bisognava essere pazzi a propria volta..
    Cosa sarebbe accaduto, se invece di capitare nella dimensione in cui si trovava Corinne, sarebbe stato costretto a vagabondare per tutta la sua vita, inutilmente, in luoghi deserti o minacciosi..senza più poter tornare sulla Terra? Era una possibilità..
    Eppure..Eppure..
    Tutto era preferibile a quel girovagare senza meta, in una realtà in cui Corinne non c'era...Gli bastava avere una prospettiva..almeno una possibilità..
    E lì non l'aveva..

    E, questo, Greg lo sapeva..lo conosceva..
    Sapeva che si sarebbe buttato vivo nelle fiamme della Gehenna, per lei..
    E lo sapeva che sarebbe stato così stupido da accettare senza nemmeno discutere, di infilarsi in quella "sagra di pagliai"..Ma..

    -"Non ci credo per niente.."-mormorò ad un tratto..con un tono che aveva dell'ilare..-"Non ci credo che non sai dove cercare e...che ci hai rinunciato.."-ridacchiò, senza muoversi dalla sua posizione, solamente sollevando il viso, leggermente, dall'appoggio comodo delle sue mani, assumendo quasi un'aria altera..
    -"Oh, avanti..non dirmi che il "Grande Greg" non ha alcuna pallida idea di dove cercare la sua figliola "prediletta"o di non conoscere chi può dargli le indicazioni adatte...."-aggiunse facendo poi scorrere i suoi occhi, fino a guardarlo di sbieco, in uno sguardo degno del miglior felino...
    -"Dov'è Josephine...?"-gli chiese con tono indagatorio, ma sibillino..

    Ora capiva perchè lo aveva fatto andare lì, oltre al fatto che lo volesse sfruttare per i suoi scopi, e, come al solito, giocare con lui..Cos'altro doveva aspettarsi?..
    Quel suo "perderci la testa", detto in maniera così poco pesata, era sicuramente per lui, per attirarlo nel pericolo..Certamente, non avrebbe mai perso la testa, chi la testa non l'aveva più da millenni! Quello che voleva, era star lì a vedere se l'avrebbe persa lui....
    Ma non si sarebbe buttato in quell'avventura senza avere tutte le informazioni possibili..Non avrebbe rischiato di perdersi, quando la posta in gioco era così alta.
    E c'era un'unica persona a cui potesse rivolgersi e che non gli avrebbe mentito o manipolato..e che fosse più potente di Greg nell'arte divinatoria, l'unica a poter sapere dove fosse la sua preziosa Malkavian.
    Josephine Chevalier, Principe del Clan Toreador, veggente di immani qualità..e amata cugina di Kora Lewis.



    Edited by The Assassin - 7/2/2012, 23:40
     
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    Anziché stare al gioco e ridere alla sua brillante battuta, il Cacciatore Bianco si chiuse in un pensoso e riflessivo silenzio... E questo era male, molto male! Quel ragazzo non avrebbe mai imparato davvero lo spirito di famiglia!

    -"Non ci credo per niente..."-

    Mentre il fuoco del camino disegnava riverberi aranciati nel verde mare dei suoi occhi,
    sul viso pallido ed imberbe dell’umano era comparso un sorrisetto posticcio e compiaciuto.

    -"Non ci credo che non sai dove cercare e...che ci hai rinunciato.."-

    [color=green]« Così mi ferisci...! »

    intercalò il vampiro, portandosi teatralmente una mano sulla fronte

    -"Oh, avanti...non dirmi che il "Grande Greg" non ha alcuna pallida idea di dove cercare la sua figliola "prediletta"o di non conoscere chi può dargli le indicazioni adatte..."-

    Nel frattempo, incurante delle sue incredibili performance da gran drammaturgo, l’albino tossicchiò una risata e sollevò il volto verso di lui, assumendo una posa alquanto impettita.

    -"Dov'è Josephine...?"-

    « Oh, è un bene che tu lo abbia chiesto...! »
    annuì il Malkavian, annuendo con un sorriso raggiante da bambino
    « Perché, come puoi intuire, lei è l’unica su questo mondo che potrebbe saperlo.
    Ed è anche la sola in questo mondo che potrebbe mandarti là... »

    il suo sorriso ampliò, e l’Anziano si rivolse alla porta
    « ...non è vero, mia adorata? »

     
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  4. Yggdrasill
     
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    Quando ancora nell’aria riverberava l’eco delle parole di Greg, il flebile cigolio di cardini che ruotano annunciò l’ingresso della padrona del maniero.
    Tagliando l’ombra come una lama, una figura dai contorni neri e sottili attraversò parte della stanza e arrestandosi nei pressi del camino, dove il suo incarnato lunare si accese dei bagliori aranciati delle fiamme.
    Il viso di porcellana della creatura – incorniciato da lunghe onde corvine, che si riversavano sulle spalle candide come rivoli di pece – sembrava afflitto dalla preoccupazione, riflessa negli occhi scolpiti nel ghiaccio.


    « Greg… »
    mormorò l’eternamente giovane fanciulla, appuntando gli occhi sulla figura del ragazzino
    « Non trattare male Killua, per favore… è sinceramente preoccupato. »
    E così dicendo, spostò il tiro degli occhi azzurro pallido sul viso dell’albino
    « …vero? »

    Come se volesse rincuorarlo – quasi che la sua presenza potesse davvero incoraggiarlo a non perdere la speranza –, Josephine schiuse le labbra rosse in un sorriso bellissimo e luminoso, così carico d’umana empatia da non sembrare neppure concepibile da un Figlio di Caino, quale lei era.

    « Greg ha ragione. Tuttavia… »
    principiò la Toreador, lanciando un’occhiata affettuosa al Malkavian e congiungendo le mani bianche come lo zucchero innanzi al grembo fasciato di nero
    « …io non posso condurti da lei. Sebbene lei ed io si sia simili, la nostra origine non è identica. »

    La vampira tacque, e e un silenzio innaturale calò nella stanza. Come spiegare a quel giovane, a quel ragazzo che aveva alle sue spalle solo una misera manciata di primavere, forte e fragile al tempo stesso nella sua umanità, cosa significava essere un Nobile, o un Arcano? Come mostrargli la scheggi di infinito che albergava nella loro anima…?

    Non c’erano parole, probabilmente non c’erano mai state. E per l’Acanto fu come morire di nuovo, perché saggiare sulla propria anima l’amaro retrogusto di solitudine che il Seme dell’Yggdrasill portava con sé era ogni volta un dolore immenso. Ma la Nobile si accosto al ragazzo umano, provando a prendergli una mano tra le proprie.

    « Ma se vuoi almeno provare a trovarla, allora dovrai fidarti di me. »


     
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  5. The Assassin
     
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    -"...Josephine..!"-esclamò il ragazzo, alzandosi con uno scatto, in piedi, dalla poltrona, e voltando lo sguardo e il corpo verso la direzione da cui era entrata la ragazza. La sua espressione era cambiata repentinamente, aprendosi ad un grandissimo sorriso che, raramente, gli si vedeva in volto: sembrava "felice". I suoi occhi brillarono, nel posarsi sulle sembianze leggiadre della fanciulla: era sempre "magnifica"! Di più..la sua bellezza non aveva nulla di umano..lo trascendeva..Nonostante le sembianze minute e la statura media..
    Ma i lineamenti perfetti del suo viso dal colore latteo e vellutato, in contrasto con l'ebano lucido dei capelli lunghissimi e setosi,, la sua intensa espressività, quel colore così chiaro di occhi da sembrare uno specchio attraverso cui si vede il cielo, le labbra come due boccioli di rosa appena sbocciati e le forme perfettamente proporzionate, ne facevano un capolavoro vivente di "bellezza divina"..
    Gli occhi di qualsiasi uomo si sarebbero "dissetati", abbeverandosi a fonte di cotanta bellezza delicata..Balsamo e consolazione per qualsiasi cuore provato dalle brutture della vita. Josephine Chevalier, inoltre, era anche una delle persone dall'animo più puro e nobile che l'Hunter avesse mai conosciuto..Una dolcezza sconfinata, unita alle maniere più gentili e cortesi che si potessero desiderare. Come tutti i Toreador era estremamente interessata agli esseri umani, ma diversamente da molti di loro, anche estremamente capricciosi, lei gli era vicina anche empaticamente..
    Era ancora un ragazzetto immaturo quando lo aveva accolto nella sua casa, dopo essere stato ad un passo dalla morte, nel suo ultimo scontro con Fitzgerald..e l'impatto con la sua conoscenza, per Killua, fu molto forte..Non solo era bellissima, ma lo guardava come se già sapesse tutto di lui e sapesse quali sentimenti e di quali intensità, si agitassero nel suo cuore e verso chi erano diretti..
    E nessuno, meglio di lei, poteva capirlo, per il bene che, lei stessa, voleva alla persona che desiderava ritrovare: Kora Lewis, sua cugina. In lei, nel suo cuore che non batteva più, albergava tanta grazia, ma anche immensa pietà e perciò l'aveva subito sentita vicina..Consolatoria e, in un certo senso, anche incoraggiante..
    Dopotutto, nonostante apparisse fragile come un fuscello, in realtà era una persona con un carattere estremamente forte, anche più forte del suo,viste le prove a cui si sottoponeva..
    Anche lei era un vampiro, eppure aveva rinunciato al sangue umano come nutrimento..ovvero, a prenderlo dal corpo caldo degli umani, rubando loro la vita.
    Ed in più, lo aveva scoperto più in là, nel tempo, aveva iniziato un cammino di "espiazione" estremamente difficoltoso, ma che serviva a riavvicinarla alla condizione umana ed avvicinarla a quella "divina"..Era chiamata da tutti la "Santa" ed aveva acquisito la "Vera Fede"..condizione estremamente rara e di difficile acquisizione, per un Vampiro..
    Così, aveva deciso, come lei non si arrendeva alle difficoltà, non lo avrebbe fatto lui, ed anzi..aveva deciso che l'avrebbe "accompagnata" in questa sua scelta: gli sarebbe stato di sostegno e conforto, come lei lo era stata per lui.
    Questa benevolenza, verso di lei, anche se non era venuta subitanea e automatica, alla fine, era diventata autentica ammirazione e dedizione..Dopotutto, era sempre stato, sin da piccolo, estremamente diffidente, verso gli altri e difficile all'affezionarsi: con poche eccezioni, naturalmente.
    Josephine era sempre stata buona con lui, permettendogli di restare per un lungo periodo presso di lei, provvedendo ai suoi studi e al suo addestramento.
    Se voleva addentrarsi nel mondo dei Vampiri, avrebbe dovuto studiare molto e molti documenti, molto rari e di difficile comprensione, di difficile approdo anche per un Hunter più qualificato di lui. In più, si era persino prestata ad essere sua "Master", negli allenamenti contro i condizionamenti mentali di cui sia la sua progenie che quella Malkavian erano depositari..anche se diceva spesso che i più forti, in questo campo, sono i Ventrue. Eppure, Killua, aveva vissuto sulla propria pelle, cosa significasse dover resistere a due occhi che ti fanno soggiacere al loro volere, senza che nemmeno si possa batter ciglio, ma, anzi, con l'assoluto piacere, nel farlo.Era stato molto più forte del condizionamento a cui la famiglia Zoldick lo aveva sottoposto dalla nascita.
    E Josephine era stata una maestra dura, ma onesta..non si era mai comportata come "Domina" verso di lui.
    Ed, infine, lo aveva educato all'arte e al bello..il compito più importante, per qualsiasi Toreador. E aveva finito per volerle bene, più che bene..come alla migliore sorella maggiore che potesse avere.
    L'amore incondizionato, invece, era per "qualcun altra"..

    E, così, l'aveva accolta..col sorriso raggiante e lo sguardo ammirato e benevolo, mentre lei entrava nella stanza, con un passo leggero e silenzioso, che sembrava fluttuare, sul tappeto..

    « Greg… Non trattare male Killua, per favore… è sinceramente preoccupato. »

    « …vero? »

    Ah, quale incanto la sua voce dolce e di materna rassicurazione..?Una sirena non sarebbe potuta essere più ammaliante..
    Il ragazzo fece un passo verso di lei, facendo un inchino elegante, prendendole delicatamente una delle piccole e vellutate mani nella propria ed avvicinando le labbra per un "perfetto baciamano", come imponevano le regole di "bon ton" che aveva imparato proprio da lei..-"Mio Principe.."-le sussurrò,sfiorandola appena..
    Una volta sollevatosi, tenendo ancora la mano della soave fanciulla nella sua, iniziò ad accarezzarne il dorso con l'altra, assumendo un'espressione piuttosto sbarazzina e petulante..
    -"Eh,si..Cara Josephine..Non puoi sapere quante me ne faccia passare questo sconsiderato, vecchio Malkavo..Per colpa sua, c'è sempre scompiglio.."-sospirò teatralmente, socchiudendo gli occhi e assumendo un sorrisetto scanzonato in direzione dell'altro..-"Mi spiace averti fatta scomodare e che ci sia stato del trambusto..ma non preoccuparti, le tue opere d'arte sono al loro posto, senza un graffio.."-aggiunse, lasciandole la mano e rivolgendosi solo a lei, stavolta, con un sorriso sincero.

    La "venere" sorrise con dolcezza ad entrambi e continuò, mentre il bianco lucente delle sue mani si posavano con estremo contrasto sul ventre rivestito di una vellutata veste nera come la notte..

    « Greg ha ragione. Tuttavia… »

    « …io non posso condurti da lei. Sebbene lei ed io si sia simili, la nostra origine non è identica. »

    Era vero..Entrambe erano figlie di Cain, ma appartenenti a due clan molto diversi, che le rendevano diverse nel loro "essere"..ed estremamente vicine, per altri versi.
    Vi erano Malkavian con predisposizioni artistiche e Toreador che spingevano il loro amore per l'arte fino ai confini della follia..
    Per lei e Kora,inoltre, c'erano ricordi e poteri che le rendevano legate a distanza, nel tempo e nello spazio, ancor prima del "sangue"..Erano vissute insieme,da piccole, quando erano ancora umane..
    Una volta, le aveva viste dipinte, insieme, in un quadro, proprio in quella casa..quando erano solo due bambine: entrambe bellissime e dolcissime, diverse, fisicamente e caratterialmente..E, non sapeva perchè, quell'immagine gli aveva provocato un nodo alla gola, che lo aveva portato alle lacrime..
    Erano entrambe felici, in quel dipinto..i loro sorrisi erano di quelli infantili,gioiosi, dell'innocenza e fiduciosi della vita che, appena, si affacciava..Cosa ne potevano sapere, allora, di quello che sarebbe accaduto loro, di triste e doloroso..?
    Un sorriso così puro, Corinne, non lo mostrava neppure nei suoi momenti giocosi..e lui, avrebbe voluto tanto poterglielo restituire..almeno per un attimo..

    Nel frattempo, nella sala era calato un profondo silenzio, che fece temere al Cacciatore Bianco, che la situazione potesse essere peggiore di quanto gli avesse raccontato il Malkavian..
    Josephine sembrava non riuscire a trovare le parole giuste..e, questo, lo stava facendo tendere d'ansia.

    « Ma se vuoi almeno provare a trovarla, allora dovrai fidarti di me. »sussurrò infine, avvicinandosi a lui e prendendogli una mano tra le sue...

    In quell'istante, com'era accaduto altre volte, gli occhi d'acqua marina incontrarono quelli di primo cielo, di lei, a scrutarsi nel profondo..Voleva sapere se era ancora intenzionato a trovare la sua adorata cugina? E cosa avrebbe affrontato, per farlo?....Tutto...avrebbe affrontato qualsiasi cosa, anche l'Inferno in Terra..Avrebbe dato il suo sangue e l'ultimo dei suoi organi fatti a pezzi..
    Avrebbe dato l'ultimo respiro e la luce della sua anima..e anche dopo la morte, grazie alle facoltà del Nen, il suo spirito sarebbe andato alla ricerca di Corinne...
    Le sorrise con intenso calore e strinse la sua graziosa mano, passando l'intero ardore che si sprigionava dal suo cuore, a lei..in modo che potesse capire, e anche un pò appropriarsene, per la gratitudine che le doveva..Sapeva che il "calore" umano era tra le cose più gradite, a qualcuno che non lo possedeva più...
    -"Sei la mia speranza e la mia unica via..Posso seguirti ad occhi chiusi, se me lo chiedi..."-le disse, con il tono della voce intenso e vibrante di fiducia, mentre i suoi occhi tornavano a riverberare di fuoco, per la nuova opportunità di raggiungere il suo scopo, che gli si stava per aprire..



    Edited by The Assassin - 14/3/2012, 02:15
     
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  6. Yggdrasill
     
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    « Non si tratta solo di appartenere a due Clan diversi, Killua. »

    La vampira aveva poggiato la candida mano – bianca come lo zucchero – sulla guancia soffice dell’albino, elargendogli una carezza gentile – ma fredda.
    Gli aveva letto nel pensiero, ma non era servito ricorrere ai Doni del Sangue per accogliere i suoi dubbi; il cuore di Killua era come una tela bianca, intatta, di cui poteva scorgere l’ordito con lampante chiarezza.


    « È qualcosa che riguarda la nostra più intima essenza.
    È il nostro modo di esistere, di essere sempre esistite...
    Prima ancora di vagire con il nostro primo respiro. »


    La Toreador sorrise gentile, e avvolse di nuovo le mani del giovane con le proprie, senza pretesa di comprensione negli occhi di cielo chiaro.

    « Ma non è questo il luogo dove comprendere. »
    Disse, tacendo con lo sguardo ogni timido sboccio di dubbi, richieste, tormenti
    « “Endlos” è il nome del mondo che ti aspetta.
    Un mondo completamente diverso da quello che conosci. »
    Tacque, sospendendo nel silenzio il peso dell’attesa, il timore, la speranza della riuscita.
    « Ma tu non averne paura, Killua. »


    La fanciulla reclinò il capo verso la spalla con infinita grazia; la chioma oscillò appena, le onde scolpite sembravano lingue di pece viva, lucida e corposa. Una massa selvaggia e oscura, quasi fuori posto su un corpo così candido e minuto.

    « Conosco il tuo cuore. »

     
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  7. The Assassin
     
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    « Non si tratta solo di appartenere a due Clan diversi, Killua. »

    « È qualcosa che riguarda la nostra più intima essenza.
    È il nostro modo di esistere, di essere sempre esistite...
    Prima ancora di vagire con il nostro primo respiro. »


    Killua la fissò intensamente, con l'espressione di chi cerca di capire..eppure consapevole che anche concependone il concetto, non riuscirà mai a toccare con mano la profondità di una realtà come quella che avrebbe voluto spiegargli Josephine..Ci sono cose che si possono sentire e vedere solo con l'anima.
    Le sorrise, senza dir nulla..e, docilmente, socchiuse gli occhi e posò la guancia sulla sua mano fredda, eppure più dolce e accogliente di quella di una madre..
    Si fidava ciecamente di lei, glielo aveva già detto..perciò non avrebbe fatto domande, finchè lei stessa non avrebbe avuto intenzione di parlare di ciò che univa intimamente lei e Corinne..Dalle sue parole, comunque, si percepiva l'unicità di un legame del genere.
    Poi sentì le mani piccole e bianche di lei, stringere di nuovo le proprie, con dolcezza e grazia, trasmettendogli la piacevolezza di quel contatto..
    Poche persone al mondo, possedevano una tale propensione e delicatezza, nel contatto con gli altri..

    « Ma non è questo il luogo dove comprendere. »
    Disse, con voce dolce, senza lasciar trasparire tentennamenti..Killua si tese, concentrando tutte se stesso sulle sue parole.

    « “Endlos” è il nome del mondo che ti aspetta.
    Un mondo completamente diverso da quello che conosci. »

    « Ma tu non averne paura, Killua. »


    -"Endlos.."-si ripetè in mente, mentre lo sguardo quasi attraversava le amabili sembianze di Josephine, per spingersi verso un punto indefinito, nello spazio..
    No, non avrebbe avuto paura..Non si sarebbe fatto nemmeno sfiorare dal timore..
    In qualsiasi mondo si trovasse la sua Corinne, lui ci sarebbe andato, senza mai voltarsi indietro, senza rallentare il suo passo, senza alcun ripensamento..Non si sarebbe mai fermato...Avrebbe avuto più paura a vivere la sua vita senza di "lei"..perchè si sarebbe sentito immensamente solo..Avrebbe rischiato tutto, anche la sua vita..una vita che non valeva granchè, senza di "lei".

    Vide la fanciulla reclinare il capo verso la spalla con la solita, infinita, grazia, facendo oscillare appena, le sue meravigliose e copiose ciocche di ebano lucente, come una cascata selvaggia e oscura, meravigliosamente in contrasto con le sue sembianze minute, eppure, di una sensualità inavvicinabile..Lo sguardo di qualsiasi maschio, anche di quello più narcisista, si sarebbe fatto catturare da quella movenza.

    « Conosco il tuo cuore. »
    Si sentì mormorare, con quel dolce sorriso..il sorriso di una madre, di una sorella maggiore, per lui..
    I suoi occhi si dilatarono, in quell'istante..e si lasciò attraversare da quelle parole, lasciandosi emozionare profondamente...
    Erano in pochi, a poter ardire di poterle pronunciare..ma lei, Josephine..lei poteva vederlo davvero..come Corinne..e se le sue parole erano sincere, allora poteva anche prenderle come un attestato di stima..
    Il chè, per uno come lui, che aveva un passato da spietato e freddo assassino, disprezzato dai più..era una cosa infinitamente preziosa.
    Abbassò la testa con uno scatto, di fronte a lei, nascondendole gli occhi inumiditi mentre tratteneva un nodo emotivo nella gola e sollevò le mani strette tra quelle della leggiadra ragazza, stringendole a sua volta e posando su di esse, sulla pelle fredda, eppure infinitamente cara, dei baci intensi e profondi, di infinita gratitudine..per la fiducia che gli veniva concessa.
    Una fiducia che non avrebbe mai tradito..



    Edited by The Assassin - 29/5/2012, 01:22
     
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  8. Yggdrasill
     
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    « Su, non piangere… andrà tutto bene. »

    Disse la fanciulla, tergendo via le lacrime dalle guance dell’albino dopo aver sfilato gentilmente le dita dalla presa di lui; Killua era in un stato emotivo delicato, e andava trattato con dolcezza, una dolcezza che in Josephine ricordava quella che una madre riserva al proprio figlio. E come ogni buona madre o sorella maggiore, sapeva che il momento della separazione sarebbe giunto, prima o poi.
    Ma il tempo, per lei come per i suoi Fratelli, era un concetto molto
    relativo.

    « Quando avrai bisogno di me, io ci sarò. »
    E gli sorrise, teneramente, poggiandogli poi un bacio sulla gota
    « Non sarai mai solo. »

    Poi, come intuendo che il l’istante fosse giunto, la Toreador sciolse il contatto che la univa a Killua, scostandosi dal ragazzo di qualche passo. Le ciocche scolpite nell’ossidiana ondeggiarono mentre la sua mano diafana si sollevava in aria, muovendosi delicatamente in quella che sembrava una carezza inconsistente.

    « Ora aprirò per te una strada. »
    principiò, tenendo lo sguardo di pallido cielo rivolto innanzi a sé
    « È una via sicura, non hai da temere… ma non potrò proteggerti oltre. »

    Sotto il tocco delicato delle dita affusolate, la trama della realtà cominciò incresparsi; onde concentriche si espansero nell’aria, come se un sasso fosse stato gettato nell’acqua. La luce vibrò, ondulò, infine si aprì: lo spazio sembrava essere stato tagliato con un coltello, perché al di là dello squarcio si era schiuso un mondo luminoso e bellissimo, dipinto in un verde lussureggiante e carico delle promesse dell’Eden…. Nel cielo lapislazzulo un altro punto brillava, come una minuscola stella.

    « Attraversa questo portale, Killua, e chiudi gli occhi per il tempo di un respiro. »
    Spiegò, raccogliendo nella mano a coppa il pugno della manca
    « Quando li riaprirai, sarai su Endlos. »
    Eliminò la distanza tra loro, posando la mano sulla soffice chioma di candida neve
    « Buona fortuna, piccolo mio. »

     
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  9. The Assassin
     
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    Le lacrime si erano affacciate sui suoi occhi, ma non stavano attraversando il suo viso,grazie alla gentile carezza che la giovane Toreador fece passare sotto di essi..Le lacrime che Josephine vedeva, più copiose, erano quelle di un bimbo solo, che anelava ad avere degli amici, qualcuno che gli volesse bene..e a cui era stato sempre detto che era "impossibile". Impossibile, perchè, chiunque si fosse avvicinato a lui, prima o poi avrebbe potuto avere la vita recisa..Perchè apparteneva ad una famiglia odiata e piena di nemici e, quindi, ovunque fosse andato..sarebbe stato disprezzato nella maniera più feroce, per via del suo nome. Questo gli aveva imposto una solitudine che lui non aveva mai voluto ed un'oscurità che il suo cuore, pur odiandola, doveva accettare..Ma il destino aveva voluto che incontrasse persone che avevano squarciato questa oscurità, annullando ciò che la sua famiglia gli aveva fatto credere fosse l'unica verità..Ora aveva degli amici ed una "famiglia" che si era scelto da solo, con legami sinceri e forti..E Josephine ne faceva parte. Sapeva che lei ci sarebbe stata sempre, per lui..
    Si, sarebbe andato tutto bene, finchè avrebbe potuto contare su di lei..
    Sollevò il viso, con un sorriso aperto e grato, sugli occhi ancora lucidi, ma integri e si fece riempire il cuore dalle cure amorevoli e generose della ragazza..
    -"Ti ringrazio.."-le sussurrò, con autentica devozione nella voce e nel sorriso, accettando il tenero bacio fraterno sulla morbidezza della gota -"E rinnovo la mia promessa: neanche tu sarai mai sola..Ti riporterò Kora e, insieme,accompagneremo il tuo cammino.."-aggiunse, sicuro che lei avrebbe capito, avvicinandosi di un passo e posando, delicatamente, le proprie mani sulle sue spalle esili e ricambiandola, a sua volta, con un caldo contatto delle labbra sulla fronte bianca, su cui si posavano i preziosi fili d'ebano.
    Dopodiché la vide allontanarsi di un passo,leggiadra e delicata come una farfalla e porre dei morbidi gesti nel vuoto..Davanti a lui la realtà iniziò a deformarsi, facendo comparire dei cerchi nell'aria, come un sasso tirato nello stagno e, da esso, si aprì uno squarcio, come se fosse stato tagliato con un coltello e al di là vide una luce luminosa, di un verde lussureggiante, sovrastato da cielo chiaro e pacifico su cui brillava un altro punto luminoso, come una minuscola stella.

    « È una via sicura, non hai da temere… ma non potrò proteggerti oltre. » mormorò, con un soffio, la voce della Toreador.


    « Attraversa questo portale, Killua, e chiudi gli occhi per il tempo di un respiro. »
    « Quando li riaprirai, sarai su Endlos. »« Buona fortuna, piccolo mio. »


    Aggiunse, poi, avvicinandoglisi e posando la mano sui suoi capelli, amorevolmente..come se fosse ancora "il suo fratellino piccolo"..Lui le sorrise..ed allora, si ricordò di una cosa..
    -"Prima di partire..devo darti qualcosa.."-le disse, aprendo con un gesto elegante un lato della sua giacca, in cui si nascondeva un'ampia tasca e prese qualcosa, dalla forma allungata, avvolta in un panno di lino..e gliela porse, con entrambe le mani..-"E' un regalo dal mio ultimo viaggio in Medioriente.."-disse, con un sorriso emozionato e speranzoso che l'oggetto potesse essere apprezzato, da quella particolare persona..
    -"Apparteneva ad un antico Principe di Persia che la trovò quando conquistò la città di Alamut.."-le raccontò, mentre la ragazza scostava con leggiadria il panno..-"..ed è stato particolarmente arduo, entrarne in possesso.."-aggiunse, pensando all'avventura in puro "stile Indiana Jones", che gli era capitata in quel frangente..
    Trappole mortali, insidie di ogni tipo, combattimenti all'ultimo sangue, magia oscura, naturalmente, Assamiti ad ogni angolo..ed un mucchio di altre cose, che non avrebbe avuto tempo materiale di raccontare..
    Scostato l'ultimo lembo, quello che venne scoperto era uno strano pugnale, dalla fattura molto particolare.
    La lama, di metallo pregiato, non era diritta, ma con una forma vagamente a falce di luna, con delle antiche iscrizioni lungo le fasce laterali ed una più grande, nel centro..Una lingua molto antica, che faticava a tradurre..Mentre l'elsa era finemente lavorata in oro e l'impugnatura, leggermente bombata, era di cristallo e conteneva una sostanza bianca e polverosa..-"Viene chiamato "Pugnale del Tempo"..e quelle all'interno dovrebbero esserne le "Sabbie"."-spiegò.
    -"La leggenda narra che il possessore, impugnandolo, possa far trascorrere quelle sabbie a suo piacimento, diventando il padrone del Tempo, riuscendo persino a "riavvolgerlo".."-
    Era un dono veramente particolare..che sperava avrebbe potuto essere d'aiuto a Josephine...e, particolarmente, ai momenti in cui le capitavano temporanee perdite di memoria, in cui la ragazza non si ricordava di nulla e di nessuno, né di quello che stesse facendo un attimo prima..Non erano momenti dolorosi, purtuttavia, Killua pensava che fosse una cosa molto triste..
    -"Si dice che questo artefatto fosse il completamento di un altro, chiamata Clessidra del Tempo..ma di quella non ho trovato traccia.."-disse, infine, lasciando a lei la decisione sul destino dell'oggetto..Ma gli sembrò che il suo sguardo comunicasse interesse. Era di bella fattura, l'oggetto, ed inoltre, Josephine era anche un'esperta d'armi e una fine combattente. Sicuramente, lei, avrebbe saputo come usarlo..lui, non ne aveva la più pallida idea.

    79910_prince-of-persia-le-sabbie-del-tempo-pugnale-del-tempo---the-sand-of-time-dagger-of-time---28cm
    Riassunto storia:http://it.wikipedia.org/wiki/Prince_of_Persia_-_Le_sabbie_del_tempo_(film)


    Terminato il suo ultimo compito, volse lo sguardo verso il portale, con decisione e forza, nello spirito.
    -"Bene..Lì si trova Endlos.."-mormorò, il giovane Cacciatore, quasi parlasse solo a se stesso..Strinse forte le mani in pugni e si fece coraggio, iniziando ad avanzare verso di esso.-"Lì si trova la mia Corinne.."-si ripetè mentalmente, ad un passo da attraversare il punto aperto nello spazio..Prima di inoltrarcisi, volse un'ultima volta lo sguardo verso Josephine,salutandola con un sorriso dolce e pieno di speranza-"Abbi cura di te.."-le chiese, con animo sincero.. e poi diede un ultimo saluto ironico a Greg, che finora era rimasto in disparte e in silenzio-"Stammi bene, vecchio..e vedi di non fare troppi guai.."-.
    Dopo gli ultimi saluti, allungò il primo passo verso la luce che l'avrebbe portato verso il nuovo mondo..verso Endlos.
     
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  10. Yggdrasill
     
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    « Grazie, Killua. »

    Sebbene avesse appena accolto tra le dita diafane le fini cesellature che si rincorrevano lungo la struttura dell'arma con bagliori dorati, il ringraziamento della Toreador non era rivolto solo al dono appena ricevuto; quel aveva un senso più profondo, intimamente connesso alla promessa che l'albino le aveva fatto, la stessa promessa che Diego le fece e che non avrebbe più potuto mantenere.

    E la mente corse a Kora, al giuramento di non lasciarla sola... forse Killua sarebbe riuscito dove lei aveva fallito.


    "Abbi cura di te.."

    Si accomiatò Killua, un istante prima di varcare il portale che l'avrebbe condotto attraverso il Girardino e - infine - verso il semipiano di Endlos. La realtà si richiuse pudicamente su se stessa, ricucendo discretamente la ferita che la Vampira le aveva inflitto.

    « Lo farò. »

    Il petto florido si sollevò in un respiro senza scopo.
    Un'altra notte nell'Elysium stava per cominciare.

     
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