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Zimmer.
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"Come si dice in Boggart "partita a poker"?"
"Investimento."
Silenzio.
La più grande qualità della sabbia non è quella di poter distruggere ogni cosa. Non è la sua capacità nell'infilarsi ovunque. O quella di rimanere immutata nel corso dei secoli.
Ma quella di poter fare tutte queste cose nel più assoluto silenzio.
Ed è il silenzio a regnare sulle rovine di Skifatterus, che si ergono maestose e solitarie.
Una delle tante città mangiate dal deserto e dai secoli.
Una delle tante rovine attraverso il vento carico di sabbia soffia, facendole affondare su se stesse un granello alla volta.
Sempre nel più assoluto silenzio.
Silenzio che può essere rotto solo dalla stupidità di un viaggiatore o dalla saggezza di un mercante.
Specialmente se rosso.
”No aspetti non può entrare cos...” le parole della povera guida si perdono nel deserto, mentre il suono inconfondibile degli Stonefist che sfondano qualcosa irrompe prepotentemente nel silenzio delle rovine.
Mentre le sue mani tornavano ad una grandezza naturale e perdevano la consistenza del marmo, il Boggart guardò incuriosito la struttura della casa nella quale stava per fare irruzione.
Dall'esterno non sembrava altro che l'ennesima capanna di fango costruita secoli e secoli prima.
Quelle rovine erano antiche, e secondo la leggenda, non erano state spazzate via dal deserto.
Molte abitazioni erano letteralmente sventrate, alcune erano ridotte a semplici cumuli di macerie. Il palazzo centrale, dal quale si diramava l'intera città come un grosso mandala, semplicemente non esisteva più. Non erano rimaste che macerie grosse quanto un Boggart.
No, a fare tutto questo non era stato il deserto... ma un uomo. Un uomo che aveva trovato la forza degli Dei.
L'unica struttura intatta era quella a cui era appena stata sfondata la porta. Sul legno marcio, le antiche rune di protezione che un tempo avevano garantito l'integrità di quella barriera, ormai erano scariche di qualsiasi potere.
”Noi entra si? O tu vuole fare da cibo a Wyrm?” domandò il mercante rosso, balzando aldilà dei ruderi della porta.
L'interno della capanna rivelava una grossa scalinata a chiocciola in pietra, che sprofondava nel ventre del deserto per svariati metri. Oltre questa, quella che sembrava una gigantesca camera sepolcrale accolse il Boggart e la sua guida.
”Cosa le avevo detto? Qui si che ci si può fare molti soldi! Vede quante cose che luccicano? Quanti tesori dimenticati?”
Ma non erano i tesori che il Boggart andava cercando.
No, non era malato.
No, non aveva avuto una potente amnesia.
Il molliccio stava cercando la fonte del potere che aveva distrutto un antica cittadina, che era stata capace di sorgere nel cuore del deserto attraverso la sua magia.
La camera era piena di ornamenti d'oro, d'argento. Armi rituali, antichi tesori... e cadaveri. Infinite ossa stavano ammassate in un angolo, come se l'intera città si fosse rifugiata in quella camera (cassaforte?) sperando di scampare alla furia del Titano. Che evidentemente, era riuscito ad entrare.
Una parete era completamente annerita, come se ci fosse stato un incendio. Un altra era parzialmente sgretolata, e la sabbia ne aveva riempito per tratti il pavimento lastricato.
”Tu no tocca niente, io raccomanda. Io no pago te altrimenti, tu sa.” commentò il rossiccio, stranamente serio.
Attraverso il completo in cuoio privo di maniche, si poteva distintamente vedere il tatuaggio che lo identificava come un membro del triumvirato Eversore.
In quel momento, e solo per quel momento, il mercante Boggart era stato sostituito dal gerarca.. -
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Zimmer.
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Il molliccio osservò affascinato la stanza, ricca non solo di tesori, ma anche di iscrizioni, affreschi... scheletri. Si, effettivamente non era proprio il modello di stanza ideale, dove potresti tranquillamente permettere di lasciare i tuoi figli giocare.
Ma in fondo, non stava cercando un luogo sicuro, ne tanto meno un luogo dove allevare la prole.
No, lui voleva il Potere. E lo voleva per gli Eversori.
Se le storie erano vere, se quegli affreschi raffiguravano la verità, fra tutti quei tesori giaceva dimenticato dal tempo uno più grande, più antico e potente di qualunque altro tesoro potesse essere sepolto in quelle sabbie.
Qualcosa di vivo. Qualcosa che potesse appoggiare la Causa.
Sembrava proprio che il timore per quello strano luogo avesse avuto la meglio sulla povera guida, che si era fatta carico di una responsabilità molto grossa: condurre un Eversore in un posto del genere. O meglio, portare un Boggart in un posto del genere.
Poteva sicuramente andargli meglio, quel giorno. Poteva trovarsi la bella Nike, che sicuramente sarebbe stata più accomodante del rossiccio, ma quella era una missione troppo importante, troppo pericolosa per essere affidata a una novellina.
Il Boggart lo osservò dimenarsi in silenzio, per poi dirigersi con la fretta del terrore verso l'uscita.
Il Mercante Rosso fu quasi tentato di fermare la sua fuga, ma all'ultimo lo lasciò andare. Un fondo il suo lavoro lo aveva fatto, e rimanere fra i piedi del molliccio troppo a lungo poteva risultare...malsano.
Si dedicò, invece, alla traduzione di una strana inscrizione su un bassorilievo inciso su quel poco di intatto che rimaneva delle mura. Dalla Cava del Sapere aveva preso in prestito un dizionario di quella antica lingua, che a grandi linee doveva essere sufficiente per tradurre il testo nella grotta.
Le immagini erano chiare. Era stata forgiata, in tempi remoti, un armatura in grado di conferire poteri incredibili a chi la indossava.
Tuttavia, a giudicare dalla devastazione della città, qualcosa non era andato per il verso giusto.
Il muro era troppo rovinato, consumato dal tempo e dalla sabbia, e le iscrizioni erano poco chiare. Il Boggart non riusciva a capire chi avesse forgiato l'armatura... o se fosse stata effettivamente forgiata da qualcuno.
Un brivido gli percorse furtivo la spina dorsale. Quel posto iniziava ad avere un certo effetto anche su di lui.. -
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Più che un resoconto affidabile, quello che stava traducendo non senza q1ualche difficoltà il Rossiccio sembrava di più una leggenda inventata per spaventare i bambini.
Tuttavia, recentemente, aveva avuto personalmente riprova di come le leggende per bambini, spesso, contengono un certo fondo di verità. Sopratutto, le case sventrate fuori da quella stanza erano tutto fuorché un invenzione.
No, qualcosa era successo davvero in quel luogo, qualcosa di così terribile che nessuno, a Merovish, ne sapeva nulla.
Gli archivi alla Caverna del Sapere sui censimenti secolari effettuati tra le sabbie dello Yuzrab dicevano solamente che un giorno in questa città, una delle poche decenti in tutto il deserto,erano registrati più di qualche centinaia di cittadini.
E che il giorno dopo, al sorgere del sole, non c'era più nessuno, e il deserto di era ripreso questo posto, mangiandolo piano e rigurgitandolo come lo si può trovare oggi.
”Uff... qui no c'è niente. Forse io deve tornare a cava serpente, forse io li trova qualche altra infromazione.” biascicò, fra se e se, alzandosi da quel muro che non era stato capace di fargli capire altro.
In quel momento, un immagine parzialmente coperta dalla sabbia catturò la sua attenzione. Era un piccolo affresco che illustrava quella stessa camera... e la tanto cercata armatura. Disegnata in prospettiva sotto la camera stessa.
Un brivido di insicurezza attanagliò le viscere del Boggart. Nello stesso preciso istante, un tonfo seguito da un urlo di sorpresa lo fece alzare di scatto.
”Stupida guida!” ringhiò, correndo verso l'uscita, temendo il peggio.
Lui come l'umano non si accorse della fossa che si apriva ai piedi delle scale, e ci ruzzolò dentro nello stesso identico modo, con l'unica differenza che la sua faccia impattò poco dolcemente col pavimento della camera nascosta, stordendolo leggermente.
Mentre il rossiccio si passava la mano guantata sulla faccia per riscuotersi, l'immagine della guida che si infilava l'armatura lo svegliò più di una secchiata di acqua gelida.
”Tu stupido primate! Tu toglie subito! Toglietela o ti spezzo le ossa!” ululò il Boggart, alternando l'idioma comune con quello della sua razza, mentre si alzava e metteva mano, istintivamente, all'impugnatura della sua falce, fissata alla schiena.
E si sa: l'intuito di un Boggart è quasi meglio di quello di una donna al primo giorno di ciclo.SPOILER (clicca per visualizzare). -
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Zimmer.
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Era stato frettoloso.
Frettoloso, superficiale, idiota.
Era entrato in quella sala impreparato, aveva sperato di evitare qualsiasi combattimento o situazione che potesse metterlo in qualche modo in pericolo.
Zimmer si maledisse nelle Dodici lingue, cosa che non faceva da molto tempo, mentre guardava quell’inutile guida mentre si trasformava in qualcosa di fin troppo pericoloso.
Qualcosa non andava, era più che evidente. Il bipede fino a pochi istanti prima era terrorizzato a morte da quel luogo, ma ora, con quell’armatura addosso… sembrava un'altra persona.
”Tu sta calmo figliolo…si? Noi parla, noi discute…” mormorò cauto, cercando di persuaderlo, inutilmente.
Il tono con cui parlò l’uomo gli ghiacciò il sangue nelle vene: era chiaro di quanto fosse intenzionato in due il povero Boggart, e i fatti confermarono tale teoria.
Con una velocità bestiale, il bipede scattò verso il Molliccio, l’enorme spada pronta a porre fine al suo vivere.
Di umano era rimasto ben poco in quella creatura, e allora Zimm si costrinse a sorridere.
Aveva trovato quello che cercava.
Madre natura venne in aiuto al Mercante Rosso, che agli albori del tempo aveva deciso di fare a lui e alle creature come lui il miglior dono che si potesse fare a una razza come la sua.
Un dono che simboleggiava la loro saggezza, la loro saldezza di spirito, il loro torteggiamento pigolante.
Un altezza compresa fra i cinquanta centimetri e il metro e trenta.
Il Rossiccio fletté sulle gambe, rotolando in avanti passando e bestemmiando sotto l’attacco nemico, sperando che stare vicino al proprio aggressore fosse il modo migliore per impedirgli di demolire l’intera stanza.
Certo, stare al centro dell’occhio del ciclone portava qualche piccolo sconveniente.
”Tu vuole sotterrare Boggart! Tu è FOLLE!” esclamò il mercante, sorprendentemente allegro. Sperava di non dover combattere. Normalmente, il suo compito non era scontrarsi.
Questo non vuol dire che non fosse in grado di farlo… o che questo lo divertisse.
Con un colpo di reni si rimise in piedi, lanciandosi come una furia contro l’uomo in armatura. Se le storie raccontavano la verità, il colpo non avrebbe dovuto ammaccare quel bene dal valore inestimabile… e la guida? Bhe del resto era stato così sgarbato con lui…
Le rune tatuate sulle nocche dei suoi pugni si accesero di luce propria, passando dal nero intenso al rosso fuoco, fino a confondersi con le mani rosse del Boggart. Presto le mani di Zimmer si ricoprirono di uno strato di roccia rossa, con un impressionante rumore di pietra che frana su se stessa gli Stonefist si formarono sui pugni chiusi della creatura: due guanti di pietra grossi quanto la testa del Boggart, borchiati sulle nocche.
La piccola falce, ora fissata alla schiena del Boggart, sembrava piccola e inoffensiva in confronto con quei due pugni di marmo rosso.
Zimmer, sfruttando la vicinanza e la velocità della capriola, tentò un montante, con il chiaro obbiettivo di colpire lo stomaco dell’armatura.CITAZIONEStato fisico:
Incollume, anche se non penso dureràStato psichico: Divertito
Energia: 80%
Equip:
Il Guanto
Falce Boggart
Skill:
Stonefist
Lingua di un mercante figlio di puttana.. -
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Zimmer.
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La guida sembrava essere mossa da una forza assatanata, incurante di qualsiasi dolore fisico ne tanto meno dei rischi che certe azioni implicavano. Sembrava quasi che avesse perso completamente il nume della ragione, e così era, effettivamente.
Il Boggart aveva intuito che l'armatura avrebbe avuto un qualche effetto su chi la indossava, ma non avrebbe mai immaginato che da quell'oscura vestigia si sarebbe sprigionato un tale potere.
Quel poveretto non era in grado di muoversi tanto velocemente. Non era in grado di muovere quella spada.
Diavolo, il rossiccio non era nemmeno sicuro che fosse una spada. Era un oggetto troppo grande per chiamarlo a tal nome. Troppo spesso, troppo pesante e troppo grezzo. Non era altro che un blocco di ferro. Il solo fatto che quell'uomo la stesse maneggiando era un miracolo.
In fine, il suo colpo andò in parte a segno, colpendo con violenza il mento del proprio avversario.
Con gli Stone Fist, una volta, aveva abbattuto un Wyrm del deserto con la stessa facilità con cui si scacciava una mosca. L'essere -perchè ormai di essere bisognava parlare- che maneggiava l'armatura non emise nemmeno un verso, anzi, si preparò per un secondo attacco.
Zimmer lo imitò, balzando in dietro e mettendo mano istintivamente al Guanto, cercando di attivare disperatamente lo scudo cinetico, nonostante a quella distanza potesse fare poco o nulla contro quello spadone.
Proprio in quel momento, la colonna colpita con forza inaudita poco prima cedette, facendo tremare l'intera struttura. Era come se si fosse tolto tolto un tassello da un rompicapo, che iniziava a smontarsi per cadere a terra, ormai irriconoscibile.
Non solo l'intera struttura stava crollando, ma la sabbia, prepotente, iniziava a farsi largo nella struttura. Presto avrebbe potuto inondare l'intero ambiente, seppellendo non solo la tanto cercata armatura, ma anche il Mercante Rosso, che tanto la aveva cercata.
Una sezione della colonna si staccò dal soffitto, puntando verso i due. Zimmer si lanciò verso l'alto, aiutato dalla spinta ad aria compressa del dispositivo Icarus, che sebbene non avesse lo spazio per spiegare interamente le ali, per lo meno poteva aiutarlo nel salto. Quando fu a tiro della colonna la colpì con violenza con gli Stone Fist, frantumandola in pezzi più piccoli.
Quando riatterò, inciampando e rotolando fra schegge e pietre, si accorse che la stanza ora era silenziosa, si sentiva solo il rumore della sabbia che, lentamente, si faceva strada fra le macerie.
La stanza era collassata, ma per il momento sembrava stabile. Poco più in la, il corpo immobilizzato della guida cercava di dibattersi, inutilmente.
Il Boggart si avvicinò, guardandosi bene dal liberarlo dalla sua prigionia.
” Bene bene...Ora noi toglie armatura te si? Così noi vede cosa tu può fare senza...” commentò malignamente, prima di chinarsi per tentare di strappare l'elmo dalla faccia dell'uomo.CITAZIONEStato fisico:
Incollume, anche se non penso dureràStato psichico: Divertito
Energia: 70%
Equip:
Il Guanto
Falce Boggart
Skill:
Stonefist (secondo turno di attivazione)
Lingua di un mercante figlio di puttana.
<b>Icarus.
Note:
Perdona l'attesa, come scritto un po ovunque ho avuto casini di diversa natura. Non ho concluso perchè non sapevo cosa trovarmi davanti una volta recuperata l'armatura, o se riuscivo o meno a tirarla fuori XD Comunque siamo verso la fine. -
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Zimmer.
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Privato dei movimenti, sembrava che la simpatica guida avesse deciso di attaccare il povero Boggart a parole. E si, se ci fosse stato qualcuno a misurare il potenziale distruttivo dell'odio racchiuso in quelle parole, probabilmente l'indicatore di pericolo sarebbe schizzato subito verso Critico.
Per la fortuna del Boggart, quegli insulti non valsero come tecnica, o molto probabilmente la sua testa sarebbe escplosa dopo il primo minuto.
Per quanto possibile, il rossiccio cercò di rimanere imperturbabile davanti a quel mare di insulti, ma nonostante i suoi sforzi, una piccola vena posta sulla tempia del rossiccio si gonfiò, irrorata dal fastidio e dalla stizza.
"Zitto tu sta! Io deve decidere cosa fare di te."
E si: la situazione non era delle più felici.
L'armatura si era rivelata un trionfo assoluto, al di la di qualsiasi sua predizione.
Tuttavia, quella stupida guida aveva dovuto necessariamente fare di testa sua, creando non poco casino.
Diciamolo, il Boggart era stato molto fortunato ad uscirne integro, e se non fosse stato per il crollo di parte della stanza, il risultato non sarebbe certamente stato così scontato.
In oltre, il fatto di dover spostare l'armatura fino alla base degli Eversori era un problema non indifferente. Andava sigillata, in modo che a nessuna delle reclute venisse in mente la balzana idea di provarla, ma prima ancora andava... ripulita.
E qui stava il problema.
Non poteva rischiare di liberare parte dell'armatura per poterla rimuovere la guida. No, non appena avesse avuto l'opportunità, quel figlio di un troll ne avrebbe approfittato per rendere ancor più rosso il povero rossiccio.
Ne poteva rischiarsi a lasciarlo li per tornare in forze con qualche collega.
No, non c'era davvero altra soluzione.
"Io ha deciso" commentò, lapidario, portando mano alla falce e circondando con la lama il collo del poveretto, inerme. Non gli piaceva uccidere, men che meno così, ma non vedeva altra scelta.
"Saluta Mamma Morte da parte mia." commentò, strattonando indietro il braccio e portandosi via il capo della guida.
Questa, recisa dal corpo, rotolò sul pavimento polveroso della camera semicrollata, disegnando schizzi di sangue sulle antiche mattonelle.
Il Boggart respirò a fondo, poi cominciò ad estrarre con cautela l'armatura dalle macerie ove era intrappolata.
Fu un lavoro lungo e faticoso, che il rossiccio eseguì in silenzio e con estrema attenzione a qualsiasi movimento da parte dell'artefatto che stava recuperando. Quando finalmente anche l'ultima maceria che impediva l'estrazione venne rimossa, Zimmer liberò il corpo martoriato dell'uomo e mise i pezzi dell'armatura in una sacca che si era portato dietro.
Prima di levare le tende, il mercante rosso lanciò un ultima occhiata ai resti di chi lo aveva portato fin li. Una mano andò a rovistare in una tasca della veste di pelli e cuoio, estraendo un piccolo sacchetto pieno di monete d'oro.
"Quel che giusto è giusto, io pensa." commentò, lanciando il sacchetto verso il cadavere.
Poi sputò a terra e lasciò quella tomba per sempre, portandosi dietro quello strumento di morte.CITAZIONEStato fisico:
Incollume, anche se non penso dureràStato psichico: Divertito
Energia: 70%
Equip:
Il Guanto
Falce Boggart
Lingua di un mercante figlio di puttana.
<b>Note:
RITARDONE MEGAGALATTICO, perdonami ma come ben sai ho avuto casini e solo ultimamente sto recuperando un po ovunque. Devo ammetterlo, ero un po in crisi su come far comportare il povero Boggart, e non ti ho beccato su msn per chiederti consiglio. Spero che come soluzione vada bene, in caso contattami X)
EDIT:
D'accordo con il player, la scena è conclusa.
Edited by Zimmer - 17/3/2012, 16:38.