[Quest] The Wishmaster

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    _ ___ ________ Etlerth nord-occidentale - Vicinanze del Meltephegor ________ ___ _
    Ore sconosciute.


    Il viaggio per le lande eternamente ghiacciate dell'Etlerth per voi non era stato particolarmente piacevole; freddo e neve rendevano la traversata difficoltosa, e nonostante l'equipaggiamento in vostro possesso era difficile riuscire a ignorare completamente il gelo che penetrava nelle ossa. Eppure, escludendo questi particolari, la traversata si era rivelata sorprendentemente priva di problemi; nessun bandito, nessun predone, nessuna creatura sospetta... niente di niente. La neve sembrava essere l'unica vera padrona di quell'ambiente desolato, e si estendeva a perdita d'occhio. Ma la tranquillità del viaggio si era infranta quando eravate stati travolti all'improvviso da una violenta bufera di neve.
    E la cosa non fu presa particolarmente bene dagli uomini di Middletown:

    « Odio la neve, dannazione... »

    Le imprecazioni di uno dei soldati arrivò chiara all'orecchio di Yang, prontamente sorpassato da una donna armata di fucile che si affiancò all'individuo, dandogli una pacca amichevole sul braccio.

    « Non fare la fighetta Mark. Non mancherà tanto alle grotte. »

    Dato il rapido movimento della ragazza e la bufera incessante, l'unica cosa che l'Aviatore fu in grado di cogliere del suo volto furono i capelli dalle sfumature dorate, le cui punte brillavano ai lati del berretto di lana che indossava. E ora che le stava dietro, poteva anche osservare il suo bel sedere - messo particolarmente in risalto dall'uniforme aderente; sempre che una creatura come lui fosse interessata a certe cose molto... umane.

    « Lo spero bene, Beth... e poi? Ci penserai tu a scaldarmi? »

    Sotto il casco metallico il soldato cominciò a sghignazzare, e la sua interlocutrice gli rispose menandogli un deciso scappellotto che quasi lo fece ruzzolare in mezzo alla neve:

    « Certo, come no, continua a sperarci. »

    La squadra operativa che Middletown aveva deciso di affiancarvi era composta da cinque membri, più il capo della spedizione - il nerboruto bodyguard che avevate già conosciuto negli uffici del magnante - e nessuno di loro si era dimostrato particolarmente socievole. Alcuni addirittura davano l'impressione di essere dei mezzi criminali, come ad esempio lo strambo umanoide dotato di numerevoli protuberanze tentacolari che era rimasto quasi sempre in disparte. Quelle poche volte che si era voltato verso di voi, i suoi truci e viscidi occhietti vi avevano osservato come se foste stati nient'altro che appetitosi pezzi di carne da divorare con le zanne acuminate, tenute ben nascoste sotto una serie di piccoli tentacoli rosati. Ed erano quegli stessi occhi che stavano in quel momento squadrando da capo a piedi Dacre; tuttavia, per fortuna del ragazzo l'attenzione dell'essere finì catturata ben presto da Mike.

    « Man'rahjashuo! Vieni qua! »

    Il suo urlo dal fronte del gruppo, posizionato in una formazione a freccia secondo i voleri del capospedizione, spinse quella bizzarra creatura a correre rapidamente in direzione del comandante; il nome di quel coso era del tutto impronunciabile, e a quanto pareva l'unico che riusciva a dirlo era proprio Mike, che stava già da qualche minuto parlottando con l'esperto informatico del gruppo, un ragazzo di media statura che portava sulla schiena uno zaino piuttosto ingombrante. Brad - quello il suo nome - non doveva avere più di trentanni, anche se i suoi capelli corti erano già quasi completamente grigi, e pure lui non vi aveva dato una buona impressione: aveva la faccia di uno a cui non piaceva scherzare, e neppure parlare a dire il vero.

    « Ehm... s-scusa, secondo te manca ancora tanto? »

    Una voce alle sue spalle spinse Musashi a girarsi in direzione dell'esile ragazza che gli aveva appena fatto una domanda: i suoi capelli rossi, legati in una coda di cavallo, sventolavano furiosi a destra e sinistra, spazzati dalla bufera che la spingeva a stringersi sempre di più nel pesante cappotto. Era evidente dal suo viso - mezzo nascosto dalla sciarpa - che non era abituata a sopportare cose simili... del resto lei era un medico, mica un'avventuriera!

    « N-non ce la faccio più... con questo freddo... »

    Anche Aristotelis e Dacre, poco distanti dal loro compagno eversore, sentirono le lamentele della ragazza, nonostante il rumore del vento. E addirittura risultarono più attenti dello stesso Samurai alle parole della poveretta, visto che Musashi aveva ben altre preoccupazioni per la testa in quel momento: la sua particolare visione delle aure infatti gli stava comunicando che quell'intera bufera di neve che aveva investito il gruppo da circa mezz'ora, era satura di energia magica. Non era una normale tempesta.
    Che cosa poteva significare? E soprattutto, chi o che cosa ne era stato la causa?



    QM Point:

    Dunque, siete in viaggio da qualche ora (l'elicottero vi ha depositato in mezzo all'Etlerth in mattinata), e siete nella bufera da circa mezz'ora, anche se è impossibile dirlo con certezza visto che - nonostante ancora voi non lo sappiate - tutti gli strumenti di rilevazione e i dispositivi elettronici sono andati fuori uso (orologi compresi). Musashi è in grado di notare che la bufera è di natura magica grazie al suo Auspex, ma non è in grado di determinarne l'intensità, la provenienza o le caratteristiche precise. Per quello che riguarda il vostro equipaggiamento, decidete a piacere che cosa vi siete fatti dare da Middletown, anche se vi consiglio di non esagerare. Le armi in dotazioni alla squadra sono infatti pistole, coltelli, fucili semi-automatici, qualche granata e alcune armi speciali che possono essere usate solo dai rispettivi proprietari (ulteriori dettagli a riguardo verranno segnalati quando sarà il momento). Indossano tutti delle tute aderenti di colore scuro e un giubbotto protettivo in kevlar, e Mark è l'unico dotato di casco; gli altri indossano cappellini di lana di varia tipologia. La ragazza che invece ha parlato a Musashi indossa anche un cappotto/pelliccia nero, ed è stata l'unica che si è presentata a voi tutti prima della spedizione: si chiama Jane. Per qualsiasi domanda, vi rimando al bando.

    Scadenza: Visto che c'è ancora capodanno di mezzo, la scadenza è eccezionalmente fissata per il 7 gennaio.

     
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    Chi avrebbe mai potuto dire che l'oplite sarebbe arrivato a rimpiangere il deserto bollente dello Yuzrab?
    Quando pensava di aver finalmente imparato a vivere senza problemi nelle condizioni ambientali più proibitive, ecco che la realtà gli precipitò addosso senza pietà.
    C'era ancora una cosa che doveva imparare a dominare: il freddo gelido.

    Mmh...

    Fortunatamente prima della spedizione si era procurato tutto l'equipaggiamento necessario per una missione del genere, aiutato da chi fosse più esperto di lui in merito.
    D'altronde, non sapeva nulla di tempeste di neve e distese di ghiaccio.
    Ed ora era lì, nel bel mezzo dell'Etlerth, dopo esser stato depositato in una prateria di nulla bianco insieme ai compagni Eversori ed agli altri membri di quella spedizione, bardato dalla testa ai piedi di vestiti opportunamente studiati per combattere al meglio quelle temperature così proibitive: indossava una tuta termica sotto la panoplia, scarponi da scalata, giaccone impermeabile composto di speciali materiali contro la dispersione del calore e passamontagna che gli lasciava soltanto gli occhi liberi. Inoltre, uno zainetto contenente vari accessori utili.
    In quella situazione, un combattimento sarebbe stato alquanto buffo, per non dire anche abbastanza scomodo.

    Maledetto freddo.

    Non gli restava che distrarsi da tutto questo prendendosela con il clima.
    Ogni tanto lanciava un'occhiata agli altri componenti del gruppo di cui faceva parte: tra tutti quelli, soltanto una ragazza, che tra l'altro era quella che sembrava meno adatta all'operazione, si era presentata a loro.
    Chiaramente, un essere in particolare aveva destato l'attenzione del greco, ossia il tale dal nome impronunciabile. D'altra parte, un individuo con i tentacoli sul volto non passa certo inosservato.

    Da quanto camminavano, ora? Lui di certo era l'ultimo da interpellare per sapere se stessero procedendo in direzione giusta, o se, per un malaugurato caso, fossero finiti in un circolo vizioso, iniziando a girare sul posto.
    Così, quando Jane, la ragazza tutta imbacuccata, chiese a Musashi quanto mancasse ancora, fu l'oplite a rispondere.

    Impossibile dirlo, con questa tempesta.

    Questa maledetta tempesta.
    Aristotelis non faceva altro che maledire tutte le raffiche che sferzavano il suo corpo e le esigue parti scoperte di esso.

    L'unica cosa che puoi fare è essere ottimista.

    Non si sentiva troppo in vena di dar conforto morale. Era già tanto che avesse risposto in quelle condizioni.
    L'Eversore si rivolse poi ai suoi compagni sottoposti.

    Tutto bene, voi?

    CITAZIONE
    Energia: 100%
    Condizioni Fisiche: Infreddolito.

    Allenamento Militare
    Sin da piccolo, Aristotelis Skotos è stato cresciuto seguendo un ben mirato addestramento per lo sviluppo delle capacità fisiche e l'affinamento dei sensi.
    Grazie a ciò, l'oplite possiede forza e resistenza fuori dal comune, così come agilità e velocità superiori alla norma.
    Oltre ciò, anche i suoi riflessi e la sua mira hanno ottenuto un netto miglioramento, rendendolo capace di poter difendersi con rapidità disarmante e poter colpire con una precisione quasi ineluttabile.
    Tuttavia, l'allenamento non ha riguardato solo il corpo, ma anche lo spirito: infatti, dovendo aver a che fare con eventi psicologicamente minanti come guerre e battaglie, l'oplite ha sviluppato un pieno controllo delle sue emozioni, riuscendo a mantenere il sangue freddo e l'imperturbabilità nella quasi totalità delle situazioni.
    [Abilità Passive: +50% Forza, +50% Resistenza, +25% Agilità, +25% Velocità; +25% Riflessi, +25% Mira; Resistenza ad Influenze Psicologiche fino a livello Medio]

    Panoplia
    Ciò che rende unico ed inconfondibile Aristotelis è la sua armatura, la famosa "panoplia nera".
    Questa particolare veste di guerra, interamente creata in ferro assai pesante e resistente, è composta da un krànos che copre tutta la testa, la maggior parte del volto ed alcune porzioni del collo dell'oplite, con un pittoresco ed alto pennacchio dalla criniera nero-bluastra come la notte e abbellimenti geometrici dai colori caldi; da thórax e epibraxiōníos, ossia le parti della corazza, modellate sui muscoli del greco, con dei disegni sulle spalline e decorazioni dorate ad abbellire la già pregiatissima opera completamente nera; da epipēkhýon e knemis, bracciali e schinieri, anch'essi di forgiatura muscolare, posti protezione degli avambracci da polso a gomito e delle gambe da caviglia a ginocchio.
    Abbinate all'armatura non mancano lo xiphos, il dòry e l'hoplon, ovvero la spada, il giavellotto e lo scudo. Sono queste armi di inestimabile valore, sia monetario che affettivo che artistico, e ricalcano le caratteristiche delle altre parti della panoplia: la spada, che più della forma di uno xiphos ricorda quella di un makhaira, presenta una lama lunga 85 cm a doppio taglio, a costola ricurva, molto adatta a sferzate rapide e letali, anche se risulta ottima pure per affondi e colpi mirati a tranciare di netto nonché per parate contro altre armi bianche; il giavellotto, lungo 190 cm in totale con la sola punta di lancia lunga 20 cm, è molto ben bilanciato per permettere dei lanci molto lunghi ed ha un'alta capacità perforante che lo rende utile sia sulle lunghe che sulle medie distanze; lo scudo, di diametro di 90 cm, ha un disegno di una falce di luna argentata su uno sfondo nero come il resto dell'armatura, ha dei bordi di bronzo ed ha una forma particolare, in quanto all'altezza del diametro orizzontale vi sono due aperture che servono a permettere di difendere ed attaccare contemporaneamente.
    Fanno parte della panoplia anche le falde di cuoio che coprono le cosce e i deltoidi, anch'esse di colore nero, ed i calzari; quasi sempre Aristotelis indossa anche un mantello nero, con tasche interne per portare oggetti non troppo ingombranti.
    [Equipaggiamento: Armatura Completa; Spada; Giavellotto; Scudo]
    [x
    immagine di riferimento]



    Equipaggiamento: equip per spedizioni polari; equip speciale (non menzionato); zaino contenente una torcia, una fune, un coltello e alcuni alimenti altamente energetici.

    Note: per equip speciale intendo quello dato alla squadra di cui non sappiamo ancora nulla.
     
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    Non amava molto il freddo.
    Nel suo vecchio mondo veniva da un clima molto mite, non essendo abituato a confrontarsi con posti inaccessibili per comuni individui.
    Ma a differenza del caldo torrido del deserto di Yuzrab alternata dalla temperatura più mite dela notte, qui bisognava mettere a dura prova la propria resistenza fisica permanentemente, dovendo inoltrarsi per una tormenta di neve e gelo, che intorpidiva ogni cm quadro del suo corpo.
    L’unica cosa che gli dava un po’ di sollievo era un giaccone che gli era stato consegnato prima di inoltrarsi per quella vallata, riuscendo almeno a effettuare una camminata senza che il suo corpo andasse in ipotermia. Per distrarsi osservava gli altri membri, che come lui si stavano accingendo a oltrepassare quella distesa gelata che si frapponeva tra loro e l’obiettivo.
    Che strano mondo Endlos. Un territorio che non aveva una morfologia similare, ma che svariava dai deserti torridi, alle più impervie lande innevate.
    Chi sa a cosa stavano pensando i suoi compagni Eversori in quegli istanti. Anche se a dirla tutta vi era poco da pensare, se non affrettarsi per uscire fuori da quella bufera che stava mettendo a dura prova la loro marcia. Mike?
    Quell’energumeno montato a capo della spedizione, sembrava avere un passo sostenuto, trovandosi a suo agio in quell’ambiente. Forse lo aveva mal giudicato: ma il tempo avrebbe dato modo di rivelare il suo adattamento a ogni situazione.
    Ciò che gli premeva, era di fuoriuscire da quell’intoppo naturale, dato che affrontare un combattimento così conciato risultavo un po’ difficile per il suo stile di lotta, non potendo muoversi in maniera fluida e regolare.
    Di certo non era abituato a muoversi camuffato in quel modo - lui che notoriamente girava col suo kimono - facendo della leggiadria la sua qualità migliore; si sentiva come un pesce d’acqua dolce in un mare, sentendo una strana sensazione sul suo corpo, potendo percepire in tutta l’area vasta che lo attorniava residui di mana.
    Come era possibile?
    Un evento naturale che sprigionava energia?
    La cosa non quadrava, incuriosendo il Samurai che ad un tratto fermò il suo moto, mentre gli altri inconsapevolmente ignoravano la situazione, procedendo nelle loro azioni.
    Per un’istante venne distratto dalla ragazza dietro di lui, che chiese a Musashi quanto mancasse per arrivare a destinazione, vedendo la poveretta quasi cedere alla prova impervia.
    Ma al momento vi era qualcosa che premeva di più la concentrazione del Samurai, inoltre Aristotelis sembrava aver già risposto alla ragazza dedicando le sue attenzioni su quest’ultima.
    Il suo sguardo per qualche istante si incrociò con quello dell’Oplite, per poi prendere la parola e avvertire l’intero gruppo.


    Fermi! Percepisco chiaramente che questa bufera non è di tipo naturale. Sembra quasi che vogliano rallentarci. Non so chi o cosa abbia voluto regalarci questa accoglienza: ma posso captare chiaramente energia in tutta l’area circostante.



    Musashi
    Mana:100%

    Status Fisico: Provato fisicamente dall'intenso freddo

    Equip
    Shibuki - Vaporizzatore
    Descrizione: La spada ha la forma di una zanbatou, con una lama che si estende per due metri, un elsa che supera i 50 centimetri, una mezza luna subito dopo la guardia, e un buco nell'estremità.. Shibuki è un'arma unica nel suo genere. Nonostante abbia l'elsa di una qualunque spada, la lama è ricoperta da un numero inverosimile di pergamene alchemiche, probabilmente infinite. Questa formula non è altro che energia instabile all'interno dei fogli, che una volta a contatto con un corpo o una struttura solida daranno vita a una deflagrazione. Se Musashi dovesse innescare l'esplosione di questi oggetti tramite la collisione di quest'ultime o pronunciando la frase scritta su di uno dei fogli, niente potrà fermare la deflagrazione, specialmente se a supportarla sarà un diretto verso un qualsiasi malcapitato a meno che non si usino difese energetiche pari a un consumo immesso nell'esposione che potranno tranquillamente schermare l'offensiva, . Ciò comporta, oltre ad ingenti danni ulteriori, che l'avversario potrà sottrarsi al colpo in sè della lama, ma abbassarsi o restare nel raggio di tre metri (raggio della pergamena bomba) sarebbe comunque fatale per lui. Incredibilmente le esplosioni sembrano non intaccare minimamente il possessore della spada, che sarà libero di colpire in sequenza. In breve l'unico modo per evitare il danno, è allontanarsi di almeno 3 metri, o si verrà coinvolti nel raggio dell'esplosione. La tecnica può colpire più nemici contemporaneamente, a patto che essi siano nel raggio delle esplosioni.
    [l'L'esposione sarà a consumo variabile a seconda della potenza che si vorrà incanalare]
    Totale Costo 3 punti. 1 per arma. 2 per la tecnica.

    Oggetto di Invocazione: Rotolo
    Descrizione: Rotolo in cui Musashi tiene sigillata Shibuki. Avendo una molte ingombrante, sarebbe per il samurai difficile combattere con quest'ultima sulle spalle. Così, tramite la tecnica di Invocazione ha la capacità di poter confinare oggetti e armi in speciali rotoli, che successivamente sdrotolerà, per poi poggiare il palmo sulla pergamena e richiamare l'arma, che apparirà sopra l'oggetto cartaceo.

    Katane: x2
    Descrizione: La katana è la spada lunga giapponese, si riferisce ad una specifica spada a lama curva e a taglio singolo usata dai samurai. Nonostante permettesse efficacemente di stoccare, veniva usata principalmente per colpire con dei fendenti, impugnata ad una o due mani. Veniva indossata con la parte concava della lama rivolta verso il basso, in modo da poterla sguainare velocemente con abili movimenti, e che in nessun modo il filo della lama (rivolto quindi verso l'alto) potesse danneggiarsi con il tempo sfregando contro l'interno del fodero. Costo: 2 punti

    P a s s i v e

    Percezione dell'Aurea: Abilità assolutamente singolare, detenuta da i cosiddetti "Combattenti Sensoriali", richiede una preparazione in ambito magico decisamente elevata, soprattutto nel Controllo dell'Aurea, in quanto si deve percepire l'energia naturale altrui in un'area ben delimitata, che varia da persona a persona.
    Chi la utilizza può identificare qualsiasi fonte nelle vicinanze, potendo così prevenire attacchi alle spalle, imboscate o eludere situazioni spiacevoli come nebbia improvvisa, cecità temporanea ed eventuali effetti dati da illusioni e simili.
    Essendo un'abilità sensitiva, non richiede nessuna spesa di energia, ma solo pochi la detengono. Costo: 5 punti

    Omicidio Silenzioso: Pericolosissima abilità utilizzata da Musashi.
    Consiste nel celare la propria presenza, completamente, evitando di produrre qualsivoglia rumore durante gli spostamenti sul campo di battaglia; ciò risulta assai favorevole in situazioni dove il nemico non è a conoscenza dell'ubicazione, ad esempio all'interno di banchi di nebbia, cortine fumogene o grotte completamente al buio.
    Senza produrre rumore il guerriero può avvicinarsi alla vittima ed ucciderla senza che questi se ne accorga!.
    Ovviamente senza qualche stratagemma che permetta di nascondersi o celare la propria posizione è un'abilità inutile! Costo: 5 punti



    Equipaggiamento: equip per spedizioni polari; equip speciale (non menzionato); zaino contenente una torcia, una fune, un coltello e alcuni alimenti altamente energetici.

    Dato che non sappiamo di che equip si tratti, ho mezionato lo stesso di Aristotelis.

     
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    La povera ragazza non rimase molto soddisfatta della risposta di Aristotelis, ma se non altro fu felice di vedere che qualcuno l'aveva degnata d'attenzione: fino ad ora era stata infatti ignorata da ogni membro della squadra, anche da quelli che tecnicamente erano suoi colleghi. Abbassò lo sguardo con fare un po' rassegnato, quando Musashi interruppe tutti, rivelando agli astanti che la bufera aveva qualcosa di sospetto.

    « Eh? »

    Mike si voltò verso il samurai, squadrandolo con aria interrogativa. Poi, poco convinto, si girò verso l'individuo con il quale stava parlottando poco prima, quasi come a voler chiedere conferma proprio a lui. Quest'ultimo parve esitare qualche istante, ma poi alla fine aprì bocca:

    « Non è da escludere che questa bufera abbia una carica magica, magari è proprio quella che ha mandato in tilt i sistemi di rilevamento. Anche se non capisco come faccia a vederlo... »

    Non si preoccupò di parlare a bassa voce o di tener nascosto il fatto che tutti i radar e i sistemi di comunicazione erano andati, ma lo sguardo lanciato al samurai era piuttosto eloquente circa quello che provava: la cosa non gli piaceva per nulla. Anche gli altri soldati fermarono la marcia, e guardarono preoccupati il capo-spedizione, in attesa di qualche ordine. Jane invece posava il suo sguardo da una faccia all'altra, cercando di capire che cosa fosse successo, visto che evidentemente non aveva colto tutte le parti del discorso.

    « ...non è una bella situazione. Normalmente in questi casi sarebbe meglio tornare indietro, ma con questa bufera e con i radar fuori uso, non so se riusciremmo a trovare la strada del ritorno. »

    Dato il silenzio, e l'apparente indecisione del caposquadra, l'uomo di prima parlò nuovamente - esponendo i suoi dubbi. Mike lo ascoltò annuendo, poi si rivolse a tutti gli altri:

    « Va bene, non importa. Indipendentemente dalle cause di questa bufera, il nostro compito è entrare in quelle dannate grotte e trovare l'obbiettivo, ed è quello che faremo. Quindi riprendiamo la marcia. Restate in guardia e mantenetevi compatti. »

    I soldati risposero affermativamente, mentre Jane sembrava un po' titubante all'idea che ci fosse qualcosa di pericoloso ad attenderli. Però del resto non ci pensava per nulla a tornarsene indietro da sola in mezzo a quella tempesta di neve e ghiaccio, quindi se ne restò zitta.

    « E tu... »

    Mike indicò con il dito Musashi, guardandolo seriamente:

    « ...se noti qualcosa di pericoloso nella bufera, avvertici per tempo. Non so come fai, ma sei l'unico in grado di aiutarci in queste condizioni. »

    Si notava dal tono di voce che l'energumeno era un bel po' irritato dal fatto che proprio uno dei mercenari si fosse rivelato così abile e indispensabile... ma dopotutto era pur sempre un professionista, e quel che importava di più all'uomo era portare a termine il compito. Al meglio delle sue possibilità.

    « Avanti! »


    [...]


    Difficile per voi dire quando di preciso nel corso della tratta, ma all'improvviso la bufera si fece più intensa e divenne così forte da rendere praticamente impossibile vedere qualcosa ad un palmo di naso. Tutti i membri della spedizione si ritrovarono a vagare in mezzo a un vortice impetuoso di gelida neve, così fitta da impedire di vedere e così rumorosa da impedire di sentire.
    Tutto attorno solo bianco.



    QM Point:

    Niente da dire, Mike da le sue disposizioni e vi rimettete in marcia. Dopo un tot di tempo non precisato la bufera si fa così intensa che i vostri pg non riescono più a vedere né sentire altro. Se tenteranno di chiamare i propri compagni, essi non sentiranno e non risponderanno. Se tenteranno di raggiungerli, troveranno solamente altra neve e altro ghiaccio. In poche parole, vi ritrovate a vagare in mezzo alla bufera senza aver più la pallida idea di dove siete e dove state andando. A Musashi il tutto apparirà ancora più caotico, poiché la tempesta offuscherà completamente la sua percezione - tale è la sua intensità magica. Se avete domande vi rimando al bando. Poiché si tratta di un semplice post di transizione, fisso la scadenza a cinque giorni da oggi. PS: L'equipaggiamento speciale era riferito a quello che alcuni della squadra possedevano, non intendevo dire che anche voi avevate le medesime cose, ma solo dirvi che cosa potevate eventualmente richiedere ^^

    Scadenza: 15/01/12

     
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    Una cosa rincuorò particolarmente Aristotelis, seppur ciò dovesse risultare normalmente strano: la bufera non era naturale.
    Quella sensazione abbastanza fuori luogo di sollievo era dettata da una labile speranza dovuta all'idea che, qualora avessero scoperto la fonte della tempesta, questa sarebbe scomparsa. Chissà.

    Intanto, dopo che Musashi aveva avvisato tutta la spedizione di ciò che il suo sesto senso aveva captato, il leader del gruppo, Mike, si consultò brevemente con un altro membro sconosciuto agli Eversori, per poi dare nuove disposizioni, non tanto diverse da quelle precedenti.

    Tutto questo non mi piace.

    Borbottò tra sé il greco, come presagendo qualcosa di non troppo favorevole.
    Presagio che si sarebbe puntualmente avverato, minuti dopo.

    ~

    L'oplite aveva continuato la marcia imperterrito, ormai abituato alle sferzate del vento.
    Procedeva quasi inconsciamente, immerso in uno stato mentale che andava al di là dello spazio e del tempo, come una sorta di trance.
    In realtà, stava semplicemente concentrandosi all'inverosimile, perché la tempesta di neve era diventata molto più fitta, e non riusciva a vedere quasi niente.
    Aveva perso di vista tutti i suoi compagni, e non sentiva altro che gli ululati delle raffiche.
    Tentò anche di chiamare gli altri mercenari, ma le sue parole si persero nel turbinio bianco.

    Mmh...

    Non gli piaceva, non gli piaceva proprio per niente.
    Molto probabilmente erano caduti in trappola.
    Ma ordita da chi?
    In cuor suo s'augurava che, da qualche parte in quella valle innevata, spuntasse il Chirurgo. Almeno, tra tutte le figure che meno s'auspicava d'incontrare, quel pazzo gli sembrava il più... amichevole.
    Purtroppo, sapeva bene che non sarebbe mai successo.

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    Quella fottuta bufera era maledettamente gelida.
    I muscoli del Samurai, non abituati a quel impervio clima erano intorpiditi, mettendo a dura prova la sua resistenza; ma non per questo, significava che la padronanza dei suoi movimenti fosse messa in discussione.
    Dopo che Musashi ebbe l’iniziativa di avvertire l’intero gruppo del presentimento che aveva avuto – o meglio – della sensazione che aveva avvertito tramite la sua capacità Auspex; Mike, il capo gruppo, successivamente a un rapido parlottare col suo secondo, rivolse la parola all’eversore, dicendogli di avvertire per tempo, se avesse riscontrato pericoli incombenti in quell’ammasso gelido di neve e mana che stava ostacolando il loro cammino.

    Non restava che procedere, continuando i tentativi di avanzamento per arrivare a queste presunte grotte così da rintracciare l’obiettivo, almeno questa era la strategia che aveva menzionato quello scimmione nerboruto, ordinando al gruppo di avanzare.
    Il Samurai, strizzando gli occhi, osservò l’oplite, suo superiore, che non sembrava controbattere alla decisione di Mike, continuando nel suo procedere - ma di certo - una cosa era ben chiara: stavano avanzando alla cieca.

    Quelle sferzate di vento si facevano sentire dannatamente sulla pelle del viso, come delle lame che tagliavano; poteva parlare e anche a fatica osservare, ma il tutto sembrava come se non avesse consistenza, dato che i muscoli del suo viso erano pietrificati.
    Aveva ormai perso la cognizione del tempo e dello spazio, non riuscendo a capire da quanto tempo fosse li, anche se di sicuro erano ore che vagava in mezzo a quella landa sperduta, ricoperta dalla neve.
    Se prima aveva almeno l’appoggio dei suoi compagni in quell’esodo migratorio – ora - nemmeno quello era di conforto al prode samurai, che aveva perso le tracce di essi, non riuscendo più a capire la sua posizione, vedendo di fronte ad esso e anche di lato solo bianco, dovuto alle sferzate del vento che rendevano il tutto molto sfocato e di difficile messa a fuoco per i suoi occhi debilitati.

    Il suo presentimento di cattivo augurio stava crescendo come un onda anomala che arriva sulla riva della spiaggia, ma a chi dire ciò?
    Se di fianco al lui vi era solo la desolazione?
    Di certo parlare con l’Oplite sarebbe stato di conforto, anche per la sua maggiore esperienza nel muoversi in quelle terre vergini per la conoscenza del Samurai; ma ciò che si palesava davanti era solo l’ignoto, per di più camuffato da una calamità naturale che veniva mossa da un misterioso burattinaio.
    In quel muoversi a tentoni, Musashi si sentiva come una rondine che aveva perso il suo stormo, vagando alla cieca senza una meta ben delineata.


    Musashi
    Mana:100%

    Status Fisico: Provato fisicamente dall'intenso freddo

    Equip
    Shibuki - Vaporizzatore
    Descrizione: La spada ha la forma di una zanbatou, con una lama che si estende per due metri, un elsa che supera i 50 centimetri, una mezza luna subito dopo la guardia, e un buco nell'estremità.. Shibuki è un'arma unica nel suo genere. Nonostante abbia l'elsa di una qualunque spada, la lama è ricoperta da un numero inverosimile di pergamene alchemiche, probabilmente infinite. Questa formula non è altro che energia instabile all'interno dei fogli, che una volta a contatto con un corpo o una struttura solida daranno vita a una deflagrazione. Se Musashi dovesse innescare l'esplosione di questi oggetti tramite la collisione di quest'ultime o pronunciando la frase scritta su di uno dei fogli, niente potrà fermare la deflagrazione, specialmente se a supportarla sarà un diretto verso un qualsiasi malcapitato a meno che non si usino difese energetiche pari a un consumo immesso nell'esposione che potranno tranquillamente schermare l'offensiva, . Ciò comporta, oltre ad ingenti danni ulteriori, che l'avversario potrà sottrarsi al colpo in sè della lama, ma abbassarsi o restare nel raggio di tre metri (raggio della pergamena bomba) sarebbe comunque fatale per lui. Incredibilmente le esplosioni sembrano non intaccare minimamente il possessore della spada, che sarà libero di colpire in sequenza. In breve l'unico modo per evitare il danno, è allontanarsi di almeno 3 metri, o si verrà coinvolti nel raggio dell'esplosione. La tecnica può colpire più nemici contemporaneamente, a patto che essi siano nel raggio delle esplosioni.
    [l'L'esposione sarà a consumo variabile a seconda della potenza che si vorrà incanalare]
    Totale Costo 3 punti. 1 per arma. 2 per la tecnica.

    Oggetto di Invocazione: Rotolo
    Descrizione: Rotolo in cui Musashi tiene sigillata Shibuki. Avendo una molte ingombrante, sarebbe per il samurai difficile combattere con quest'ultima sulle spalle. Così, tramite la tecnica di Invocazione ha la capacità di poter confinare oggetti e armi in speciali rotoli, che successivamente sdrotolerà, per poi poggiare il palmo sulla pergamena e richiamare l'arma, che apparirà sopra l'oggetto cartaceo.

    Katane: x2
    Descrizione: La katana è la spada lunga giapponese, si riferisce ad una specifica spada a lama curva e a taglio singolo usata dai samurai. Nonostante permettesse efficacemente di stoccare, veniva usata principalmente per colpire con dei fendenti, impugnata ad una o due mani. Veniva indossata con la parte concava della lama rivolta verso il basso, in modo da poterla sguainare velocemente con abili movimenti, e che in nessun modo il filo della lama (rivolto quindi verso l'alto) potesse danneggiarsi con il tempo sfregando contro l'interno del fodero. Costo: 2 punti

    P a s s i v e

    Percezione dell'Aurea: Abilità assolutamente singolare, detenuta da i cosiddetti "Combattenti Sensoriali", richiede una preparazione in ambito magico decisamente elevata, soprattutto nel Controllo dell'Aurea, in quanto si deve percepire l'energia naturale altrui in un'area ben delimitata, che varia da persona a persona.
    Chi la utilizza può identificare qualsiasi fonte nelle vicinanze, potendo così prevenire attacchi alle spalle, imboscate o eludere situazioni spiacevoli come nebbia improvvisa, cecità temporanea ed eventuali effetti dati da illusioni e simili.
    Essendo un'abilità sensitiva, non richiede nessuna spesa di energia, ma solo pochi la detengono. Costo: 5 punti

    Omicidio Silenzioso: Pericolosissima abilità utilizzata da Musashi.
    Consiste nel celare la propria presenza, completamente, evitando di produrre qualsivoglia rumore durante gli spostamenti sul campo di battaglia; ciò risulta assai favorevole in situazioni dove il nemico non è a conoscenza dell'ubicazione, ad esempio all'interno di banchi di nebbia, cortine fumogene o grotte completamente al buio.
    Senza produrre rumore il guerriero può avvicinarsi alla vittima ed ucciderla senza che questi se ne accorga!.
    Ovviamente senza qualche stratagemma che permetta di nascondersi o celare la propria posizione è un'abilità inutile! Costo: 5 punti



    Equipaggiamento: equip per spedizioni polari; equip speciale (non menzionato); zaino contenente una torcia, una fune, un coltello e alcuni alimenti altamente energetici.
     
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  7. Zimmer
     
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    Erano due settimane che il buon Boggart era in viaggio con la sua personale carovana, con lo scopo di raggiungere ancora una volta le vette innevate del presidio più freddo del semipiano.
    Era un periodo di riposo per gli Eversori, e il rossiccio voleva approfittare del lungo viaggio per riallacciare i suoi vecchi contatti sparsi in tutta Endlos, lasciati sopiti ormai troppo a lungo.
    Il progetto dell'Eversione, ormai, faceva parte del suo stesso spirito, ma a causa di questo le sue attività commerciali si erano leggermente assopite, anche solo per il fatto di aver trovato, dopo lungo tempo passato a peregrinare per il mondo, un luogo dove mettere le radici.

    Insomma: voleva cogliere l'occasione di quel viaggio per rivedere un po di facce conosciute.
    Era partito senza che nessun Eversore lo accompagnasse: in fondo non ne vedeva il motivo. Doveva solo raggiungere la grotta scoperta assieme al Castigo e valutare la situazione, se non addirittura prelevare un nuovo carico di diamanti. Così, quando ancora il sole non si stava riflettendo nei laghi di vetro di Merovish, il rossiccio aveva lasciato la Quinta Bolgia in mano ai suoi collaboratori, partendo assieme al suo fidato schiavo in groppa all'Oliphant.

    Il viaggio era stato lungo ma non molto faticoso: sicuramente redditizio. Una volta arrivati alla montagna del Drago, sulla portantina in legno dell'oliphant c'era più oro di quando erano partiti.
    La scalata al monte, tuttavia, si rivelò più impervia del previsto.

    Il molliccio poteva agilmente superare i crepacci, le scalate e i picchi più impervi semplicemente volando, ma portarsi dietro un oliphant era una cosa un po complessa.

    ”Capo! Non possiamo proseguire, dobbiamo scendere!”
    urlò il giovane schiavo, per sovrastare l'ululato del vento.
    Zimmer tentò di ricordarsi al meglio la via sicura che le guide gli avevano tracciato, ma senza grossi risultati.
    Ok, noi scende e fa capo a piedi di montagna! Domani organizza spedizione e ritenta! acconsentì il Boggart, urlando a sua volta. Il vento era molto forte, molto di più della sua prima spedizione da quelle parti, assieme al Castigo.
    Anche volare con l'Icarus era sconsigliabile.

    Entrambi erano vestiti con abiti molto pesanti: Il Boggart con un insieme di pelli e pellicce cucite assieme in modo da ricavare una tunica intera, con tanto di cappuccio. Su gli occhi, per proteggerli dalla neve, stavano i Googles, gli occhiali multilente di sua invenzione.
    23 invece indossava un pesante giaccone anch'esso munito di cappuccio, con una maschera semi integrale per proteggere anche lui gli occhi dalla neve che cadeva a fiocchi.

    Con estrema difficoltà, il trio riuscì a scendere dalla montagna, ma dal lato sbagliato. La tormenta crebbe di intensità ad ogni passo, accamparsi era impossibile.

    ”Ci siamo persi cazzo! Perchè ci perdiamo sempre?!” esclamò irritato 23, scendendo all'Oliphant per potersi fare un idea di dove si trovavano in quel momento.
    Zimmer gli lanciò il fucile: non si poteva mai sapere cosa quelle terre potevano offrire. L'ultima volta, un golem, per esempio.

    Lo schiavo si allontanò di un passo, facendosi scudo con le mani sopra gli occhi per poter vedere meglio. Quello che vide lo lasciò senza fiato. O meglio, quello che non vide.
    ”Non ci crederai mai capo! Siamo nella versione congelata dello Yuzrab... non cè niente per miglia!” gridò.
    Nessuno rispose.
    Lo schiavo si girò di scatto, brandendo il proprio fucile pronto ad usarlo in caso di bisogno.
    ”...capo?”


    ...



    23! Tu stupido schiavo! Dove tu è andato a finire? Oooooy! Se tu no compare qui in meno di tre secondi, io inizia a frustare te fino a quando tua stupida schiena rugosa no torna a stato di scoreggia primordiale! Tu sente me? TU SENTE ME?

    Niente. Era un ora buona che il Boggart avanzava alla cieca alla ricerca del proprio schiavo. La neve lo aveva inghiottito non appena aveva messo piede in quel mondo bianco e freddo.
    Diavolo! Io no ha ancora finito di pagare quello schiavo, io no può perdere merce così! commentò, aguzzando la vista e tentando di zoomare con le lenti , inutilmente. Le mani stringevano convulsamente l'impugnatura della falce, come per cercarvi sicurezza.

    Nella tempesta, anche l'oliphant barriva assieme al padrone, per ritrovare l'amico perduto.


    CITAZIONE

    Stato fisico: Stanco per la scalata e il poco riposo, ma incollume
    Stato psichico: So che non ci crederete, ma è preoccupato
    Energia: 100%



    Equip:
    Il Guanto
    Aether Rifle (23)
    Falce Boggart
    A lot of stuff...
    (Provviste, il necessario per accamparsi e una rudimentale attrezzatura per la scalata)
    23 (companion)
    Oliphant (companion)
    Slave Eye [Passiva]




     
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    Aristotelis
       Meglio un chirurgo pazzo o la neve gelida?


    Certo che per desiderare certa compagnia bisognava proprio essere in una brutta situazione... ed evidentemente per l'abile Aristotelis doveva essere quello il caso. Neve, freddo, gelo: tutte belle cose a cui uno di Merovish non è certo abituato. Gli spargimenti di sangue e la dura lotta per la sopravvivenza invece è qualcosa intrinseco nella natura stessa del presidio meridionale. Quindi forse l'oplite non si spaventò particolarmente quando i suoi occhi si posarono ai suoi piedi, ove delle piccole chiazze di sangue proseguivano verso nord - diventando sempre più grosse e numerose ad ogni passo. E dopo qualche metro, il greco si sarebbe ritrovato sorprendentemente in un ampio spiazzo innevato dove la bufera non tirava - quasi come se fosse finito nell'occhio del ciclone; al centro si trovava un tavolo da sala operatoria, un grosso blocco metallico dotato di cinghie che Aristotelis riconosceva bene. La sua superficie era interamente coperta di sangue scarlatto, che colava dai bordi e si riversava al suolo. Forse ora aveva trovato la fonte di quelle chiazze, tuttavia... non vi era nessun corpo sopra al tavolo.

    Musashi
       Alla ricerca del compagno perduto


    Il gelo che penetra nelle ossa non è qualcosa di particolarmente piacevole da provare, e la mancanza di compagnia non rende di certo le cose più facili. Magari era per quella ragione che Musashi desiderava avere al suo fianco l'Oplite. O forse per via della brutta sensazione che lo aveva assalito? Quando si era soli si era anche più vulnerabili, specialmente quando la propria visibilità si trovava prossima allo zero. Un guerriero esperto come il Samurai certamente lo sapeva bene. Ma nonostante tutto, la fortuna pareva ancora arridergli: a qualche metro più a nord, fece la sua comparsa una figura scura, ancora irriconoscibile a causa della tormenta incessante. Tuttavia, a giudicare dalla sagoma dell'elmo e dell'armatura, pareva essere esattamente il compagno Eversore che Musashi stava cercando. E stava avanzando proprio in sua direzione.

    Zimmer
       Certe cose bisognerebbe tenersele strette...


    Insomma, uno schiavo come ventitrè non era qualcosa che si poteva facilmente ricomprare, neppure per un mercante abile e rodato come Zimmer. Però non era neanche colpa sua se all'improvviso quella bufera lo aveva colpito, impedendogli di vedere qualsiasi cosa ad un palmo di naso. E a quanto pareva quella tempesta aveva portato anche una certa confusione nella testa del Boggart, visto che alle sue orecchie cominciarono ad arrivare rumori piuttosto strani e decisamente sospetti: sembravano simili a spade che cozzavano fra di loro. E vi era anche qualcos'altro in mezzo a quella massa informe di suoni... grida, urla di disperazione, ed esplosioni di armi da fuoco. Ma dove arrivavano? Forse da ovest...

    23
       ...o potrebbe capitar loro qualcosa di brutto


    Un servo senza il proprio padrone è come un fucile senza pallottole: completamente inutile. Ma ne siamo veramente sicuri? Più che altro, a dispetto di quanto un ragazzo fedele e ligio al dovere - come lo era il servo del Boggart - poteva pensare, uno schiavo senza il proprio padrone era un uomo libero. Forse però, per un'anima che era sempre passata dal servire una creatura all'altra, senza mai assaporare la libertà, certi pensieri erano privi di senso. E Zimmer era pur sempre meglio delle miniere di sale, no? Ecco, appunto... il sale: proprio come quello che in quell'istante si trovava ai piedi dello schiavo. Una piccola montagnetta di sale brillante, dalla quale una lunga scia simile a sabbia si allontanava verso nord, seguendo un varco improvviso che pareva essersi aperto spontaneamente, come un corridoio in mezzo alla tormenta. Che cosa poteva esserci di meglio che una qualche strada da seguire, per chi odiava così tanto perdersi?


    QM Point:
    Bene, eccoci qua! Direi che Yang possiamo considerarlo fuori ormai, visto che pare sparito. Ma in ogni caso, tornando a noi: tutti i vostri personaggi sono sottoposti a un attacco psionico di potenza Critica, che non può essere rilevato (salvo apposite passive) e che non causa danni di sorta. Quello che invece farà tale suddetto e invisibile attacco, sarà scavare nella coscienza dei vostri personaggi, partendo dai pensieri superficiali sino ad arrivare più in fondo - con il tempo necessario. Se ci son domande, vi rimando al bando. Enjoy!


    Scadenza: 26/01/12

     
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    Il greco non sapeva che fare, oltre camminare.
    I compagni non rispondevano, la bufera non accennava a diminuire d'intensità e a vagare nel nulla non si sapeva mai dove si stesse veramente andando.

    Fantastico.

    Non gli restava che ironizzare, e non era certo la sua attività prediletta; ma qualche volta bisognava pur farlo, giusto per non lasciarsi andare al nervosismo, assai controproducente.

    Ed io che mi lamentavo dello Yuzrab.

    Se l'oplite avesse avuto una fede diversa, avrebbe potuto dire che era tutta opera del Karma, un enorme complotto cosmico.

    Spero che almeno Middletown mi darà ciò che voglio.

    Tipico di Aristotelis concentrarsi sull'idea che una missione finisse nel migliore dei modi. Certamente ciò non significava avere troppa fiducia di sé o snobbare rischi e pericoli, quanto più semplicemente imporsi il dovere di dare il meglio, così da arrivare all'obbiettivo prefissato nel migliore dei modi.

    Mh?

    E questo cos'è?

    Quella fu una vera sorpresa. Sangue.
    Non trasalì, il greco; semplicemente, si chiese cosa ci facesse del sangue lì, in mezzo alla bufera, senza essere stato coperto.
    Doveva essere fresco.

    Interessante.

    Sorrise sotto il cappuccio, felice del fatto che qualcosa di nuovo fosse avvenuto. Non ne poteva più di quella monotonia della tempesta.
    Per previdenza, mise mano alla spada, prima che dovesse trovarsi a fronteggiare chissà quale nemico, magari proprio quello che aveva causato la perdita di quelle pozze, sempre più grandi, di linfa vitale.
    Aristotelis procedeva a passi sicuri, gettando occhiate furtive qua e là per assicurarsi che non ci fosse nessuno nei paraggi, anche se, a dire il vero, qualora ci fosse stato, con quella neve non l'avrebbe certo visto subito.
    Poi, finalmente, la tregua.
    Niente più bufera.

    Non posso crederci.

    In realtà, non era l'improvvisa fine della tempesta di ghiaccio ad averlo lasciato sbalordito.
    In realtà, al centro di quella specie di "zona franca" dove il vento non imperversava, vi era un tavolo, come quelli che si usano nelle sale operatorie, con tanto di cinghie.

    Questo... Non può essere qui.

    Al di là del fatto che trovare un piano metallico per le operazioni in mezzo ad una valle innevata sperduta nel nulla, ciò che colpì particolarmente Aristotelis era che lui quel tavolo lo conosceva bene, troppo bene.
    L'aveva già visto. Ad onor del vero, vi era anche stato legato.

    Il Chirurgo...

    Proprio lui.
    Mentre l'oplite sostava in piedi a pochi passi da quell'improbabile oggetto appurando il fatto che sicuramente poco prima vi era stato qualcuno lì, a giudicare da tutto il sangue che c'era su ed intorno ad esso, maledisse il momento in cui, poco prima, aveva pensato che gli avrebbe fatto piacere rivedere quel pazzo.

    CITAZIONE
    Energia: 100%
    Condizioni Fisiche: Infreddolito.

    Allenamento Militare
    [Abilità Passive: +50% Forza, +50% Resistenza, +25% Agilità, +25% Velocità; +25% Riflessi, +25% Mira; Resistenza ad Influenze Psicologiche fino a livello Medio]

    Panoplia

    [Equipaggiamento: Armatura Completa; Spada; Giavellotto; Scudo]
    [x
    immagine di riferimento]



    Equipaggiamento: equip per spedizioni polari; zaino contenente una torcia, una fune, un coltello e alcuni alimenti altamente energetici.

    Note:
     
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  10. °PaNdEmOnIuM°
     
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    Non c’era che dire, la situazione in cui si trovava era di quelle dannatamente scomode.
    Non che soffrisse di solitudine - andiamo - era sopravvissuto a un massacro nel suo vecchio mondo, e il suo girovagare da vendicatore in quest’ultimo, era la chiara prova che non soffriva di carenza d’affetto.
    Ma diavolo, vagare senza punti di riferimento per quella landa sperduta, per di più con un vento gelido e tagliante che ti dilania la faccia, non era il massimo.
    La cecità non era mai stata un problema per lui, o meglio, grazie agli insegnamenti del suo mentore, era riuscito ad adattare quell’Handicap al suo stile di lotta, riuscendo a trasformarlo in un vantaggio per annientare il nemico.
    Ben detto, un nemico; ma ora il problema era che non vi era traccia di colui che si era scomodato a regalare al gruppo una tale accoglienza, e di conseguenza si sentiva come un topo in un labirinto, che vagava senza avere la minima intuizione di dove si stesse recando.

    Non era certo una coreografia piacevole, ma non era la prima volta che gli capitava una situazione di svantaggio, o di difficoltà, e certo quel trucchetto da quattro soldi, se pur fastidioso, non sarebbe bastato a demotivarlo o abbatterlo.
    Lui era un guerriero errante, un combattente che trae forza dagli ostacoli, e anche in quella situazione, ne sarebbe uscito, perché la sua perseveranza era titanica; solo se sei convinto di essere sconfitto allora sei finito, e lui di certo non era in quello stato mentale.
    Non sapeva quanto ci avrebbe messo, se un minuto o svariate ore, ma una cosa era certa: Una volta davanti a lui gli avrebbe riempito il sedere di calci, per poi sgozzarlo come un maiale.
    Facendosi forza con le gambe, procedeva in quel suo moto costante, sfidando quella bufera che si palesava dinnanzi a lui, come la morte che ripetutamente ti ricorda che morirai – Ma lui era un testardo – amava sbattere con la testa contro il muro per capire i suoi errori, e avrebbe continuato in quella camminata fino a quando, qualcosa o qualcuno lo avesse aggredito, o avrebbe aspettato il momento propizio per tendergli un imboscata.
    La memoria lo riportò all’ultima missione che aveva svolto, quando si era ritrovato nel deserto dello Yuzrab contro i Vashino. Si … li aveva il supporto dei suoi compagni, ma la motivazione del suo procedere costantemente, stava nel fatto che aveva uno spirito di adattamento mostruoso, l’unica differenza era che li invece di fare caldo, faceva dannatamente freddo, e il suo nemico non si era ancora palesato.
    Ormai era una lotta su chi avesse i nervi più saldi, come il gatto con il topo: Come una partita a scacchi dove si aspetta che uno dei due faccia una mossa falsa, per distruggerlo.

    Bene, lui si sentiva come un cavallo, un elemento facilmente sacrificabile, ma che fa del coraggio la sua arma più ferrea, dato che senza di lui la partita non è giocabile – e lui amava giocare – perché adorava le sfide, e quella ne era un’affidabile testimonianza.
    Ad un certo punto, il suo moto si fermò. Voi vi chiederete, stanchezza? Cedimento?

    No nulla di ciò, altro distraeva la mente di Musashi, che sembrava aver trovato il suo topo. Una figura ancora non ben definibile, comparve in lontananza verso Nord. Immobile, osservava quei contorni prendere sempre più forma, fino a che, non riconobbe nella sua fisionomia qualcosa di familiare. Quell’elmo era troppo riconoscibile nei suoi contorni per essere di un nemico.

    ° Aristotelis? °

    Era Aristotelis, ne era sicuro –Troppo similare per essere un estraneo – Decise di procedere, avanzando verso quella sagoma, sapendo che forse aveva trovato il valido appoggio che cercava in quella scabrosa situazione. Anche se qualcosa gli diceva di mantenere la concentrazione e non abbassare la guardia, per quanto era rinfrancato di aver ritrovato il suo compagno: Dato che qualcosa non lo convinceva. Ma cosa?


    Musashi
    Mana:100%

    Status Fisico: Provato fisicamente dall'intenso freddo

    Equip
    Shibuki - Vaporizzatore
    Descrizione: La spada ha la forma di una zanbatou, con una lama che si estende per due metri, un elsa che supera i 50 centimetri, una mezza luna subito dopo la guardia, e un buco nell'estremità.. Shibuki è un'arma unica nel suo genere. Nonostante abbia l'elsa di una qualunque spada, la lama è ricoperta da un numero inverosimile di pergamene alchemiche, probabilmente infinite. Questa formula non è altro che energia instabile all'interno dei fogli, che una volta a contatto con un corpo o una struttura solida daranno vita a una deflagrazione. Se Musashi dovesse innescare l'esplosione di questi oggetti tramite la collisione di quest'ultime o pronunciando la frase scritta su di uno dei fogli, niente potrà fermare la deflagrazione, specialmente se a supportarla sarà un diretto verso un qualsiasi malcapitato a meno che non si usino difese energetiche pari a un consumo immesso nell'esposione che potranno tranquillamente schermare l'offensiva, . Ciò comporta, oltre ad ingenti danni ulteriori, che l'avversario potrà sottrarsi al colpo in sè della lama, ma abbassarsi o restare nel raggio di tre metri (raggio della pergamena bomba) sarebbe comunque fatale per lui. Incredibilmente le esplosioni sembrano non intaccare minimamente il possessore della spada, che sarà libero di colpire in sequenza. In breve l'unico modo per evitare il danno, è allontanarsi di almeno 3 metri, o si verrà coinvolti nel raggio dell'esplosione. La tecnica può colpire più nemici contemporaneamente, a patto che essi siano nel raggio delle esplosioni.
    [l'L'esposione sarà a consumo variabile a seconda della potenza che si vorrà incanalare]
    Totale Costo 3 punti. 1 per arma. 2 per la tecnica.

    Oggetto di Invocazione: Rotolo
    Descrizione: Rotolo in cui Musashi tiene sigillata Shibuki. Avendo una molte ingombrante, sarebbe per il samurai difficile combattere con quest'ultima sulle spalle. Così, tramite la tecnica di Invocazione ha la capacità di poter confinare oggetti e armi in speciali rotoli, che successivamente sdrotolerà, per poi poggiare il palmo sulla pergamena e richiamare l'arma, che apparirà sopra l'oggetto cartaceo.

    Katane: x2
    Descrizione: La katana è la spada lunga giapponese, si riferisce ad una specifica spada a lama curva e a taglio singolo usata dai samurai. Nonostante permettesse efficacemente di stoccare, veniva usata principalmente per colpire con dei fendenti, impugnata ad una o due mani. Veniva indossata con la parte concava della lama rivolta verso il basso, in modo da poterla sguainare velocemente con abili movimenti, e che in nessun modo il filo della lama (rivolto quindi verso l'alto) potesse danneggiarsi con il tempo sfregando contro l'interno del fodero. Costo: 2 punti

    P a s s i v e

    Percezione dell'Aurea: Abilità assolutamente singolare, detenuta da i cosiddetti "Combattenti Sensoriali", richiede una preparazione in ambito magico decisamente elevata, soprattutto nel Controllo dell'Aurea, in quanto si deve percepire l'energia naturale altrui in un'area ben delimitata, che varia da persona a persona.
    Chi la utilizza può identificare qualsiasi fonte nelle vicinanze, potendo così prevenire attacchi alle spalle, imboscate o eludere situazioni spiacevoli come nebbia improvvisa, cecità temporanea ed eventuali effetti dati da illusioni e simili.
    Essendo un'abilità sensitiva, non richiede nessuna spesa di energia, ma solo pochi la detengono. Costo: 5 punti

    Omicidio Silenzioso: Pericolosissima abilità utilizzata da Musashi.
    Consiste nel celare la propria presenza, completamente, evitando di produrre qualsivoglia rumore durante gli spostamenti sul campo di battaglia; ciò risulta assai favorevole in situazioni dove il nemico non è a conoscenza dell'ubicazione, ad esempio all'interno di banchi di nebbia, cortine fumogene o grotte completamente al buio.
    Senza produrre rumore il guerriero può avvicinarsi alla vittima ed ucciderla senza che questi se ne accorga!.
    Ovviamente senza qualche stratagemma che permetta di nascondersi o celare la propria posizione è un'abilità inutile! Costo: 5 punti



    Equipaggiamento: equip per spedizioni polari; equip speciale (non menzionato); zaino contenente una torcia, una fune, un coltello e alcuni alimenti altamente energetici.


    Edited by °PaNdEmOnIuM° - 19/1/2012, 20:28
     
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  11. Zimmer
     
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    Zimmer: un rossiccio nella neve.



    Schiaaaaaaavoooooooooooo!!
    Niente. Le sue urla stridule e per niente gradevoli si perdevano nel nulla della tempesta, rubate dal vento, dalla neve e dal gelo.
    Dove diavolo era finito quel maledetto bipede?
    Il Mercante Rosso non poteva capacitarsi di aver perso di vista quel maledetto, dopo tutto quello che aveva speso per acquistarlo e tutta la fatica fatta per tenerlo in vita fino a quel giorno.

    Perchè diciamolo, se quel poker d'ossi di 23 era ancora su quelle sue gambette secche, era tutto merito del molliccio, che da sempre lo proteggeva dalle malignità del mondo a suon di frustate.

    Ad ogni urlo del Boggart seguiva un prolungato barrito dal mastodontico oliphant, che come il rossiccio era preoccupato per la sorte dell'amico.
    Un conto era fuggire dalle grinfie dei Zimmer, un conto era perdersi in una tormenta.
    Ma nessuno si degnò mai di rispondere.
    Il che, era effettivamente strano: i due non stavano esattamente sussurrando, anzi.
    L'eco delle due voci si sarebbe dovuto sentire per chilometri.

    Niente.
    Il bianco paesaggio esprimeva solo un assordante silenzio guastato dall'ululato del vento.
    Vento che, ad un certo punto, iniziò a portare suoni, voci, grida...

    Come io può sentire schiavo se tutto chesto casino distrae mie orecchie! ululò irritato verso il vento, come se fosse colpa sua.
    Cosa stava accadendo in quella piana? Era forse in corso una schermaglia? La piccola spedizione era forse inciampata fra i due schieramenti?

    Bhe, sicuramente seguire quei rumori belligeranti era sempre meglio che girare a vuoto. Male che andasse, Zimmer avrebbe potuto vendere qualche rotolo di carta igienica alle ortiche, giusto per arrotondare.

    Ma da dove provenivano quei suoni? Non era affatto facile capirlo. Potevano essere anche l'eco di un combattimento svolto a chilometri di distanza, i suoni potevano rimbalzare sulle pareti e trarre in inganno chiunque.
    Il Boggart si chinò sulla portantina, consultando una mappa capovolta (sig) e svariate bussole che segnavano rispettivamente, il nord, gli alberi (mancava l'ago infatti) e il sole.

    Bene: noi segue rumori. Si va a EST!

    L'oliphant roteò gli occhi, esasperato e sinceramente stufo di perdersi per colpa di quello sconsiderato del padrone.
    Sicuro che questi non avrebbe capito la differenza (e così sarà), l'animale virò verso ovest, barrendo soddisfatto della propria acutezza d'orecchi.

    23: spargere sale sulle ferite.



    ”Ziiiiiimmeeeeeeeeeeer!”
    Le sue urla roche si perdevano nel nulla della tempesta, rubate dal vento, dalla neve e dal gelo.
    Dove diavolo era finito quel maledetto Boggart?
    Lo schiavo non poteva capacitarsi di aver perso di vista il rossiccio, sopratutto per il fatto che, in sella all'oliphant, non era esattamente un bersaglio piccolo. Dopo tutto quello che aveva passato per evitare che il proprio datore di lavoro non finisse troppo nei guai, ecco che, per la primissima volta in vita sua, si trovava solo.

    Perchè diciamolo, se quel maledetto di un molliccio era ancora su quelle sue gambettine tozze e sgraziate , era tutto merito dello schiavo, che da sempre faceva da “interprete” durante le sue contrattazioni. Non fosse stato per lui, il Mercante Rosso sarebbe finito nei guai ad ogni contratto, fraintendendo e facendosi fraintendere da chiunque.

    Niente.
    Per quanto urlasse, il bianco paesaggio esprimeva solo un assordante silenzio guastato dall'ululato del vento.
    Tra l'altro, nemmeno la visibilità non era delle migliori: le intemperie spesso gli appannavano la lente della maschera protettiva, rendendolo quasi cieco.
    Per questo non vide la montagnetta di sale... finché non ci cadde sopra.

    ”Ma che cazz... SALE?” commentò 23, balzando in piedi e scrollandosi per eliminare i residui di quella...roba da dosso.
    Odio il sale.” commentò, aggirando la montagnetta e domandandosi cosa diavolo ci facesse li del sale.
    Come una piccola scia, il sale continuava, seguitando all'ingresso di un corridoio roccioso naturale.

    Lo schiavo maledisse gli dei, tutti gli dei tanto per non sbagliare, e seguì la scia, sperando di trovare un minimo di riparo dalla furia degli elementi, avanzando sorreggendo il grosso fucile come se fosse un bastone da montagna.
    A... bella cosa avere un fucile sotto braccio. C si possono fare tante cose.

    Come sparare ai QM sadici che rinvangavano nel torbido.

    CITAZIONE

    Stato fisico: Stanco per la scalata e il poco riposo, ma incollume
    Stato psichico: So che non ci crederete, ma è preoccupato
    Energia: 100%



    Equip:
    Il Guanto
    Aether Rifle (23)
    Falce Boggart
    A lot of stuff...
    (Provviste, il necessario per accamparsi e una rudimentale attrezzatura per la scalata)
    23 (companion)
    Oliphant (companion)
    Slave Eye [Passiva]




     
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    23
       ...e un passato dal quale non si può fuggire


    Per quanto potesse odiare il sale, probabilmente lo schiavo del mercante odiava di più non avere alcuna strada da percorrere - visto che nonostante tutto decise di seguire la scia cristallina, ovunque essa portasse. Ma forse non era stata una buona idea. Lo schiavo camminò e camminò, per almeno dieci minuti buoni, fino a quando non giunse dinanzi a quello che sembrava essere un enorme e gigantesco strapiombo: un burrone che si estendeva a perdita d'occhio sia a destra che a sinistra, e del quale non si vedeva il fondo. Le tenebre nascondevano qualunque cosa si trovasse lì sotto, e probabilmente per quello che ne sapeva ventitrè quel fosso poteva portare dritto dritto all'inferno. Un posto che conosceva bene. Ma dopotutto doveva aspettarselo: seguendo il proprio passato non poteva che finire in un vicolo cieco, Chi si guardava indietro troppo spesso rischiava di perdere di vista l'orizzonte... già, però forse dare un'occhiata alle proprie spalle ogni tanto non faceva poi così male.

    SHADOWMONSTER1



    Un'ombra gigantesca, che torreggiava sopra la minuta figura dello schiavo. Era alle sue spalle da parecchio, e ventitrè non se ne era neppure accorto; solo un istante prima che la creatura - qualunque cosa fosse - sollevasse entrambe le braccia con chiari intenti omicidi, egli avrebbe udito uno strano scricchiolio alle sue spalle. E se si fosse voltato, avrebbe visto una gigantesca statua di sale abbattere in sua direzione un devastante colpo a martello, eseguito con entrambi i pugni uniti. Solo nel caso fosse riuscito ad evitare quel colpo mortale, si sarebbe poi accorto che quel colosso assomigliava tremendamente al Boia.

    Zimmer
       ...e le sue scelte sbagliate


    Nonostante le cartine rovesciate e il pessimo senso dell'orientamento del molliccio, i due si ritrovarono comunque a percorrere la strada giusta - o sbagliata? - avvicinandosi alla fonte dei misteriosi rumori. Per ogni passo che Zimmer muoveva in quella direzione, le esplosioni e le urla diventavano sempre più forti, fino a quando non arrivò in uno spazio aperto ove la bufera era meno intensa. A quel punto tutto cessò all'improvviso, come se in realtà i rumori di guerriglia non ci fossero mai stati. Ma la distesa bianca non era priva di vita: c'era una sagoma scura - piuttosto grossa -, accovacciata su sé stessa più o meno al centro dello spiazzo. Sebbene la bufera fosse meno intensa in quella zona, da quella distanza era impossibile capire con precisione che cosa fosse quella strana cosa. Solo dopo qualche altro passo del rossiccio, la creatura si sarebbe voltata di scatto in sua direzione rivelando un muso grottesco ed irto di peli, alla base del quale facevano capolino diverse zanne insanguinate.

    " BbBbOgGgGaRtTt "

    Sorprendente che quel coso fosse in grado di parlare. Più che altro perché quel coso era nient'altro che una gigantesca pantegana, dall'aspetto decisamente... morto. Perdeva pezzi di carne e di sangue ovunque, e non aveva più gli occhi nelle orbite. Tuttavia pareva perfettamente in grado di vedere, dato che subito dopo si fiondò famelica in direzione dei due, con la chiara intenzione di azzannare l'oliphant alla zampa anteriore destra.

    Musashi
       ...e la storia che si ripete


    Faceva bene Musashi ad avere una brutta sensazione. Ma non tanto per via del compagno eversore, che mano a mano che avanzava era sempre più riconoscibile come il vero Aristotelis, quanto più per l'acuminata lama che trapassò il torace dell'uomo non appena sollevò un braccio in saluto. Il greco abbassò lo sguardo incredulo, osservando il pezzo d'acciaio insanguinato sbucargli dal petto, e poi crollò inerme dinanzi agli occhi del Samurai. Una figura era emersa dalla neve, sbucando dal nulla come un vero assassino professionista; un uomo il cui volto - deformato da un'espressione sadica - sarebbe stato facilmente riconosciuto da Musashi. Il membro degli Ishin Shisi che stava affrontando prima di finire travolto da chissà quale arcano sortilegio e ritrovarsi su Endlos.

    « Ci rivediamo... »

    SCARYFACE2

    « ...Battosai. »



    Aristotelis
       ...e il tavolo sanguinante


    Non era uno spettacolo al quale si poteva assistere tutti i giorni; quello era certo. Ma le stranezze del caso non erano finite al semplice tavolo operatorio. Il sangue che colava dai suoi bordi sembrava infatti provenire proprio dall'oggetto stesso, o per meglio dire una fessura gorgogliante che si trovava più o meno al centro del piano di lavoro. Il sospetto divenne presto certezza quando da quella strana spaccatura cominciarono a schizzare diverse gocce di sangue; spruzzi di liquido cremisi che si trasformarono velocemente in getti veri e propri, fino a quando dalle labbra di pietra non sbucò una mano lorda di sangue. E dopo quella una seconda, e infine una testa e ancora un busto umanoide. La creatura - completamente coperta di sangue - si voltò in direzione di Aristotelis, con gli occhi spalancati e colmi di terrore; ed egli avrebbe allora riconosciuto in quella figura il Chirurgo.

    « A-a-aiut..o... »

    Troppo tardi per implorare. Il busto del dottore si staccò con un suono secco dal tavolo, e cadde sulla neve spargendo sangue e budella ovunque. A quel punto, il blocco di marmo insanguinato si levò su sé stesso, rivelando che al posto della fessura vi era in realtà una bocca irta di denti simili a lame, dalla quale il sangue scorreva copioso. I lacci di cuoio cominciarono a dimenarsi furiosi nell'aria, e un paio di essi si avventarono sul Greco, tentando di afferrarlo al polso destro e al collo. Evidentemente quella bestia raccapricciante voleva fare di Aristotelis il suo pasto.


    QM Point:

    Saranno vere o saranno finte queste strane creature? Io vi consiglio di non tentare la sorte, e comportarvi come se fossero reali. Sì sa mai cosa potrebbe accadere... :8D: per domande varie ed eventuali, vi rimando al bando. Riempitelo un po', che ci posto solo io xD

    Scadenza: 03/02/12



    Edited by Agente Smith - 27/1/2012, 16:04
     
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    C'erano tante, troppe cose che non andavano per il verso giusto, in quel postaccio.
    Prima la bufera causata da eventi non naturali, con perdita dell'orientamento e marchingegni fuori uso; poi la separazione dei membri della spedizione, anche quella probabilmente ad opera di terzi; infine, quello scenario totalmente inaspettato.
    O, meglio, totalmente insensato.

    Che mi abbiano drogato? Non è possibile.

    Mentre l'oplite si avvicinava con molta cautela al tavolo insanguinato, non poteva far altro che pensare, anzi, immaginare i motivi di tutta quella odiosa situazione.
    Eppure, nessuno sembrava quello giusto, né tutti erano completamente sbagliati.
    Ogni cosa sembrava così reale, così viva, che risultava impossibile diffidare dei propri sensi.
    La sua accortezza venne poi rinforzata quando notò che il sangue non era fermo, ma continuava a grondare come se fosse un rubinetto aperto.
    Era come se il liquido provenisse da una ferita del piano chirurgico stesso; a dire il vero, in realtà vi era proprio una specie di bocca, nel suo centro.

    Questa è bella.

    Il greco volle sdrammatizzare, pur non riuscendoci a dovere. Infatti, il suo volto era una fredda maschera impassibile, e la sua concentrazione era palpabile.
    Quando, poi, da quel buco iniziarono a zampillare schizzi rossi e getti degni di una piccola fontana, Aristotelis non poté fare a meno di fermarsi a qualche passo da essa, piegandosi leggermente sulle gambe come se fosse pronto a scattare da un momento all'altro.

    Mmmh...

    In seguito, ecco che sbucarono fuori due arti superiori di qualche essere antropomorfo, ridotti a brandelli e copiosamente sanguinanti.

    Non mi piace.

    Infine, tutto un busto.
    Aristotelis non fece a meno di chiedersi come fosse possibile, ammettiamo il caso che tutto quello fosse normale, che una cosa del genere potesse accadere.

    Non mi piace per niente.

    Sbarrò gli occhi, riconoscendo in quella figura tronca i tratti, seppur molto malconci, del dannato scienziato pazzo di Merovish.
    Questo arrivò addirittura ad invocare il suo aiuto, prima di cadere definitivamente segato in due dal tavolo, disseminando interiora ovunque.

    Non ha senso. Non ha il minimo, dannato senso.

    Fortunatamente l'oplite era un uomo di guerra, e quella scena non gli causò il minimo ribrezzo, né timore.
    Era tutto il contesto che lo lasciava tremendamente interdetto.

    Poi, ennesima sorpresa: il tavolo si mosse e s'alzò, come fosse una creatura vivente.
    A quel punto, ogni dubbio venne lasciato alle spalle, ed il greco capì che era giunto il momento di combattere.

    Va bene, vediamo di finire alla svelta.

    Due lacci di cuoio si avventarono su Aristotelis, intenzionati probabilmente a bloccarlo, per provvedere a finirlo con calma successivamente.
    Non che lui gliel'avrebbe permesso tanto facilmente, chiaro.

    I nastri miravano al braccio destro ed al collo, e l'oplite bloccò il primo a mezz'aria con la mano sinistra, serrandolo in una morsa d'acciaio.
    Quando l'altro gli si avviluppò attorno alla gola, invece, cercò di spezzarlo con un colpo netto di spada, provando anche a tirare di lato quel improbabile avversario con la mano utilizzata precedentemente per difendersi.

    Non avrebbe mai creduto che, nella sua vita, si sarebbe trovato ad affrontare un tavolo.
    Le vie del Fato erano veramente imperscrutabili, in fondo.

    CITAZIONE
    Energia: 100%
    Condizioni Fisiche: Infreddolito.

    Allenamento Militare
    [Abilità Passive: +50% Forza, +50% Resistenza, +25% Agilità, +25% Velocità; +25% Riflessi, +25% Mira; Resistenza ad Influenze Psicologiche fino a livello Medio]

    Panoplia

    [Equipaggiamento: Armatura Completa; Spada; Giavellotto; Scudo]
    [x
    immagine di riferimento]



    Equipaggiamento: equip per spedizioni polari; zaino contenente una torcia, una fune, un coltello e alcuni alimenti altamente energetici.

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  14. Zimmer
     
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    23: [...] e sebbene il suo volto fosse coperto, egli vedeva tutto e tutti.



    Quella striscia di sale fece riemergere a galla dei ricordi che lo schiavo credeva, o forse sperava, di aver dimenticato. Eppure eccoli li, chiari e nitidi come solo i ricordi più significativi potevano essere.
    Ogni suo passo gli sembrava come se stesse rimbombando nel petto, ma poco importava. Ora doveva solo trovare Zimmer, o se non lui, per lo meno un posto dove fermarsi ad aspettarlo.
    No, non era proprio questo il momento di sprofondare nei ricordi.
    Eppure...
    Eppure erano sempre li, all'angolo della sua mente, pronti a balzargli addosso alla prima distrazione.
    Lentamente quel guscio emotivo che tanto duramente era stato eretto si dischiuse, facendoli passare.

    E 23 ricordò le lunghe, interminabili ore passate a scavare nelle miniere di Golconda.
    Il tempo, laggiù, sembrava non finire mai. L'unico rumore che potevi udire era il rintocco inesorabile dei picconi che smembravano la parete mineraria, lentamente, inesorabilmente.
    Si ricordò i canti che si levavano, quasi spontanei, dagli schiavi come lui, tristi e carichi di malinconia.
    Era stupido, ma lo schiavo si era sempre sentito in colpa per essere riuscito, in qualche modo, a scappare da quel luogo. Non poteva che ringraziare il Boggart per quello.

    Avvolto com'era nei suoi pensieri, quasi non si accorse del burrone che si apriva sotto i suoi piedi, e per poco non ci finì dentro.

    ”La malora!” esclamò, facendo un salto indietro, cercando di mettere più distanza possibile fra i suoi piedi e quel... pozzo scuro. Evitò anche di guardarci dentro, per evitare di essere colto dalle vertigini e farsi qualche chilometro in caduta libera.
    ”...e ora?” biascicò, attraverso la maschera protettiva.

    E ora ti conviene toglierti di li, idiota!
    All'ultimo secondo i sensi dello schiavo percepirono uno spostamento d'aria che non prometteva assolutamente niente di buono. Istintivamente scartò di lato, rotolando nella neve.
    Ancora semi accovacciato fece leva sul calcio del fucile per rimettersi dritto e, sempre per istinto, sollevò la canna del Aether verso la figura che lo aveva attaccato, sollevando nel movimento una scia di neve candida mista a sale dalla superficie.

    ”Ok mister, mani in alto martellone in vista. Non sono molto in vena di...” si interruppe.
    Prima della figura riconobbe l'arma.
    Enorme.
    Mastodontica.
    Quell'arma non poteva che essere impugnata da una persona.
    ”No... non può essere...” bisbigliò, mentre la mano libera correva a strapparsi la maschera dal volto, per assicurarsi di aver visto bene.

    Era lui. Il Boia.
    O almeno, ci assomigliava parecchio... perchè lui non poteva essere davvero li.
    Per un istante lo schiavo si domandò chi ci fosse, in questo momento, nella stanza di cristallo sospesa sopra le baracche e le miniere, pronto a fustigare, mutilare, distruggere nell'anima chiunque non arrivasse alla propria quota di sale estratto.

    Poi 23 si estraniò, come aveva imparato a fare, da i propri pensieri, da le proprie sensazioni, da tutto. L'occhio sinistro si chiuse, mentre il destro aderiva all'ottica del fucile. Ora per lui esisteva solo il colpo in canna e il proprio bersaglio... poco importava chi questo fosse.
    Se il Boia, o chiunque quella cosa fosse, avesse anche solo fatto un passo verso di lui, si sarebbe trovato un terzo occhio in fronte.
    Ammesso che ne avesse, di occhi, sotto quel cappuccio.


    Zimmer: [...]il loro tanfo sembrava aver infettato il campo di battaglia, superando quello dei corpi in putrefazione.




    C'era una cosa da dire: un Boggart è facile da irritare, eppure non è facile da stupire.
    Men che meno Zimmer.
    Insomma: erano quasi due secoli che commerciava con le creature più oscure, malvagie e subdole del multiverso.
    Eppure nemmeno due secoli di trattative con gli esseri umani lo avevano preparato a quella visione.
    Quello era... un ratto.
    Un ratto morto, che tuttavia squittiva e si muoveva ancora.

    Inizialmente il Boggart semplicemente non aveva più sentito quei suoni che lo avevano attirato, e subito diede la colpa di questo all'Oliphant che aveva sicuramente sbagliato strada.
    Eppure era così facile seguire l'Est! Bastava vedere dove cresceva il muschio, lo sanno tutti.
    E se in quella landa congelata non c'era l'ombra di muschio, la spiegazione poteva essere solo che non stavano andando ad Est.
    Più logico di così!

    Poi quel mucchietto di carne e ossa sporgenti aveva attratto il suoi campo visivo. Che diavolo era quello?

    Quando ne riconobbe le forme, un antico odio animò il molliccio, che per un istante si ritrovò in piedi sulla portantina, la mano guantata già alle prese con la falce e le labbra ritratte in un ringhio feroce.

    No, quello non era un Raghsat, ma ci assomigliava molto.
    E poi la sua particolare...decomposizione.
    Tutto ridestava nella testolina del Rossiccio spiacevoli ricordi.
    Urla, esplosioni, canti di guerra... tamburi.
    E un grosso corridoio bianco alla fine di tutto.

    Le mani si strinsero convulsamente al manico della falce, e se fosse stato un pelleliscia probabilmente le sue nocche sarebbero sbiancate.

    Nello stesso istante che la creatura scattava all'attacco, l'oliphant fece lo stesso, interpretando i sentimenti del padrone.
    Poco prima che i due corpi in movimento entrassero in collisione uno con l'altro, il Mercante Rosso attinse potere dalla runa Vesteletale tatuata sul ventre del mastodonte.
    Non una battuta, non un commento. Solo uno sguardo cattivo dipinto in volto.

    L'oliphant si ricoprì di spine grosse poco meno delle zanne che aveva sul capo, acuminate come spade e resistenti come l'avorio.
    Le zanne stesse si diramarono come dei palchi di corna, mentre l'oliphant barriva la sua carica.

    Col senno di poi, Zimmer avrebbe potuto considerarla come un azione esagerata... ma in quel preciso istante, voleva solo cancellare quell'abominazione dalla faccia di Endlos.

    CITAZIONE

    Stato fisico: Entrambi stanchi, ma per ora incollumi
    Stato psichico: Entrambi, per motivi diversi, sono sorpresi quanto preoccupati. Zimm è accecato dall'odio, 23 è angosciato da cosa comporta quella apparizione.
    Energia: 80%



    Equip:
    Il Guanto
    Aether Rifle (23)
    Falce Boggart
    A lot of stuff...
    (Provviste, il necessario per accamparsi e una rudimentale attrezzatura per la scalata)
    23 (companion)
    Oliphant (companion)
    Slave Eye [Passiva]
    Vesteletale: Tank Mode. [Alto]




     
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    Aristotelis
       Eventi... insensati?


    Non era poi così strano arrivarsi a domandare se quanto si stesse osservando fosse più o meno reale, dopo che un gigantesco tavolo operatorio era comparso in mezzo alla tempesta di neve, sbavando sangue qua e là rigurgitando dottori pazzi a pezzi. Questo era doppiamente valido - nel caso del buon Aristotelis - dal momento che il bancone non solo lo aveva sottoposto a un cruento spettacolo che avrebbe fatto tremare qualsiasi guerriero meno esperto - non lui! - ma aveva anche cercato di mangiarselo. Un po' maldestramente forse, ma dopotutto non è che ci si possa aspettare doti particolarmente atletiche da un blocco di marmo che cammina. E fu dunque senza particolare difficoltà che il forzuto Greco arrestò la prima cinghia e tranciò di netto la seconda; lo stesso non si poté però dire per il suo tentativo successivo di sbilanciare la creatura, che dopotutto aveva il suo bel peso e che non si lasciò trascinare. In tutta risposta, l'essere fiondò tutte e tre le rimanenti cinghie sul greco, mirando ad entrambe le gambe e al braccio armato, provando poi a trascinarlo in sua direzione - qual'ora fosse riuscito ad afferrarlo; e come se non bastasse, Aristotelis si sarebbe ben presto reso conto che la grottesca bocca si era allargata a dismisura, diventando ancora più capiente e minacciosa. Droga? Funghetti? LSD? Forse. Ma verificarlo lasciandosi pappare dalla creatura dall'alito di mille carcasse non sarebbe stato saggio.

    Zimmer
       Rabbia, rabbia, rabbia!


    L'ira aveva bruciato rapidamente il cervello del molliccio non appena la figura del ratto era comparsa sotto i suoi occhi, spargendosi rapida come fuoco sulla pece. Infervorato da essa si lanciò alla carica con il fedele Oliphant, deciso a ridurre in poltiglia quella odiosa creatura. Lui non si fermò a ragionare sull'assurdità di quanto gli era apparso dinanzi agli occhi... non si fece domande; il gigantesco animale travolse e ridusse letteralmente in poltiglia la pantegana gigante, trafiggendola e squarciandola ogni dove, per poi calpestarla impietoso. Forse, se in quell'istante fosse stato sufficientemente lucido, Zimmer avrebbe allora sentito uno strano pizzicore all'altezza delle tempie, una sensazione di prurito quasi piacevole. Difficile dire se fosse soddisfazione per aver distrutto quell'immonda bestia, o se invece fosse qualcos'altro. Ma in ogni caso, qualunque cosa fosse quella bizzarra sensazione, essa sarebbe sparita pochi secondi dopo, assieme a tutta la rabbia e l'odio provato in precedenza. Nel giro di pochi istanti, quelle sensazioni si sarebbero semplicemente volatilizzate dalla sua mente, quasi come se non fossero mai state lì. La cosa ancora sdraiata nella neve, dove prima vi era il gigantesco ratto chinato a rosicchiare, invece non sarebbe sparita; da quella distanza Zimmer non poteva capire bene di che cosa si trattasse, ma ad occhio e croce pareva un cadavere spolpato. Una carcassa che probabilmente non era più grande del Boggart stesso.

    23
       Le statue di sale sono dure a morire...


    Boom! Inutile dire che la colossale statua di sale non si fermò alle intimazioni dello schiavo, che dunque piantò giustamente una bella pallottola nella sua testa. Il cappuccio del boia esplose in mille frammenti salini, che si sparsero ovunque per la zona; la creatura barcollò un poco, ma qualche istante dopo riprese a camminare - anche senza testa - verso il suo bersaglio. Difficile dire se quello fosse davvero il boia o se invece fosse solamente qualche strana bestia dell'etlerth dalla forma dannatamente simile a quella dell'ex-aguzzino, ma quel che era certo era che abbatterla non sarebbe stato facile. Insomma, ventitrè gli aveva appena staccato la testa e quel mostro continuava a camminare! E non solo camminare a dire il vero, visto che le sue braccia si trasformarono presto in due giganteschi tentacoli di sale, che tentarono subito di afferrare lo schiavo ad entrambi i piedi. Se fosse riuscito nei suoi intenti, il boia (?) avrebbe poi sollevato il povero ragazzo da terra, lasciandolo a testa in giù e cominciando a scuoterlo come un ossesso per fargli cadere il fucile e qualsiasi altra arma della quale fosse dotato.


    QM Point:

    Data l'assenza di Pande (giustificata), non ho potuto portare avanti di molto le altre scene, quindi scusatemi se il post è un po' breve e non presenta sviluppi particolari. Dal prossimo riprenderò il ritmo normale, sperando che Pande ritorni in tempo. Detto questo, passiamo ai dettagli:

    Aristotelis: Come descritto, il tavolo cerca di afferrarti con le tre cinghie rimaste e se riesce almeno a prenderti in un paio di posti cercherà anche di trascinarti nella sua bocca. In ogni caso lui non si può muovere dalla sua posizione (è un tavolo :geez:), tienine conto qualsiasi cosa fai.
    Zimmer: Zimmer avvertirà uno strano pizzicore alle tempie dopo aver concluso l'attacco, e qualche secondo dopo verrà completamente "depurato" delle sue sensazioni di rabbia e di odio. Interpreta la cosa come vuoi, ma non puoi evitarlo :sisi:
    23: Nulla di particolare da segnalare, solo che se anche dovesse afferrarti il coso non ti farà nessun danno e si limiterà ad agire come descritto.


    Scadenza: 20/02/12


     
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18 replies since 29/12/2011, 19:02   349 views
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